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Febbraio 2015
Resp. editoriale: Claudio Giudici
Una iniziativa di
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Resp. di redazione: Roberto Testori
Bittarelli: “Authority chiarisca su poteri e audizioni”
Inammissibile che un organo Governativo di garanzia convochi in audizione soggetti economici indipendenti
“Nel corso dell’audizione delle Organizzazioni di rappresentanza del servizio
pubblico taxi svoltasi ieri 17/02/2015 a
Torino, l’Authority, a fronte della contestazione da parte di Uritaxi sull’assenza
dei poteri di intervento sui contenuti della convocazione, ha rilevato che l’esercizio di detti poteri gli derivava non dall’art.
36, lett. m) del Decreto Monti n. 1/2012
ma, bensì, dalla Legge Istitutiva 481/95.
Chiarisca l’Authority come possa ricavare
detti poteri, nello specifico caso del settore
taxi, dalla Legge 481/95 che riguardava,
in generale, l’Istituzione delle Autorità di
Regolazione per i servizi di pubblica utilità
competenti per l’energia elettrica, il gas,
il sistema idrico e le telecomunicazioni.
Mentre, il Decreto Monti n. 1 del
24/01/2012 che l’ha istituita lo ha fatto, è
vero, nell’ambito delle attività di regolazione dei servizi di pubblica utilità di cui
alla Legge n. 481/1995 ma ne ha determinato l’ambito applicativo e le compe-
zione di Società Commerciali e Soggetti Economici che non esercitano il
servizio pubblico di trasporto non di linea e che non essendo Organizzazioni
di rappresentanza sindacale, non sono
portatori di legittimi interessi diffusi ma,
bensì, di specifici interessi economici.
Quale sarebbe la fonte normativa che
consente a un’Autorità di Garanzia, per
definizione (e per Legge) indipendente di rendersi disponibile a ricevere e,
tenze in maniera del tutto autonoma, quindi, a valutare le Istanze e le esiprevedendo poi, nello specifico, riferi- genze di specifici portatori di propri dimento al servizio taxi – e solo per que- retti interessi economici e di mercato?
sto – le limitazioni di cui alla lettera m).
Noi lo riteniamo particolarmente grave
Se non altro perché eravamo presenti alla perché non vediamo la fonte di tali poindividuazione di questa soluzione da par- teri e riteniamo che chi è portatore dite del Governo dell’epoca, siamo certi che retto di specifici interessi economici e di
la ratio della lettera m) sia proprio questa. mercato non possa e non debba essere sentito da un’Autorità indipendente.
Secondo chiarimento che chiediamo
concerne la notizia che domani, 19 febbraio, l’Authority provvederà all’audiSegreteria Uritaxi
Ddl concorrenza: saltano misure Bologna: tassisti contro le auto blu
su Taxi pro Uber e Ncc
per la loro “concorrenza sleale”
Niente strada spianata per Ncc e Uber.
Il ddl concorrenza,
che presentava nella
bozza entrata al Cdm
un articolo dedicato alla eliminazione
delle distorsioni concorrenziali per
gli autoservizi di trasporto pubblico non di linea’, secondo quanto si
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Tassisti sul piede di guerra.
E’ Ermanno Simiani presidente Emilia-Romagna
UriTaxi (Unione di Rappresentanza Italiana dei Tassisti)
a spiegare qual è il nocciolo
della questione e il motivo
per cui è stata chiesta un’interrogazione
al consiglio comunale di Bologna: mentre
a Torino i tassisti hanno protestato contro
3570 : “espulso il socio denunciato
per la truffa del tassametro”
Il C.d.A. della Cooperativa
radiotaxi
3570 appresa dalla
stampa la notizia del
socio denunciato dai
Carabinieri, per la
truffa del tassametro
manomesso con un telecomando,
ha immediatamente provveduto all’
espulsione dello stesso dalla Coo-
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Espulso dal 3570 il tassista del tassametro taroccato
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perativa. Il provvedimento è stata deliberato dal C.d.A. ai sensi dell’ art. 10
dello Statuto Sociale, e prevede anche
il mandato al Presidente di costituirsi
Parte Civile nei confronti del tassista.
E’ un segnale di immediata reazione non
solo a tutela dell’utenza, ma anche a difesa dell’immagine del 3570 e della sua
politica di innovazione e forte sviluppo qualitativo del servizio .
La nostra Cooperativa non può consentire che comportamenti scellerati di un socio vadano in contrasto con il lavoro eccellente dei tanti che nella quotidianità del loro lavoro confermano il primato del 3570 come leader mondiale del settore.
Loreno Bittarelli
Presidente Radiotaxi 3570
Fonte: Omniroma
Truffava i clienti con il tassametro manomesso
Al tassista basta un clic per modificare l’importo da far pagare al cliente e la truffa è fatta.
A scoprirla sono stati iI carabinieri della Stazione Roma Prati che, a conclusione di una breve attività d’indagine,
hanno denunciato per truffa un tassista
romano di 37 anni, già noto alle forze
dell’ordine, per aver manomesso il tassametro del radiotaxi.
Il tassista, inpossesso di regolare autorizzazione, aveva installato una centralina collegata al tassametro che
mediante gli impulsi di un piccolo telecomando, facilmente occultabile tra due dita, era in grado di aumentare arbitrariamente l’importo della corsa da far pagare al cliente.
È stato proprio un cliente, accortosi di essere stato raggirato, a denunciare l’accaduto ai carabinieriche hanno avviato
gli accertamenti ed hanno fermato il tassista disonesto nel
corso del servizioper le strade della Capitale. Da un’ispezione accurata del veicolo è venuta fuori la manomissione.
Nessuna “vittoria”: la partita è ancora lunga
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apprende non contiene queste misure.
La norma, si legge nella bozza di cui
l’ANSA è in possesso,mirava “ad abolire gli elementi di discriminazione competitiva tra i servizi di taxi e di noleggio con conducente in una prospettiva
di piena sostituibilità tra i due servizi.
In particolare, la norma era stata ideata per eliminare l’obbligo “gravante sui titolari di autorizzazione di noleggio con conducente di disporre di sedi e rimesse siti nel Comune che ha rilasciato l’autorizzazione, di
stazionare e sostare solo all’interno delle predette rimesse, di
tornare alla rimessa per l’offerta di ogni nuova prestazione”.
Di quei vincoli, insomma, che “di fatto limitano l’esercizio dell’attività al territorio del Comune che ha rilasciato l’autorizzazione e sono pertanto suscettibili di restringere significativamente il confronto
concorrenziale”. Quindi, niente strada spianata per Ncc e Uber.
Fonte: Ansa
It Taxi: l’App per prenotare 160mila taxi nel mondo
It Taxi è un app che a breve consentirà di prenotare almeno 160mila taxi nel mondo, di cui 10mila in oltre 40 città
italiane. “Con la nostra app ItTaxi è già possibile usufruire delle nostre 10.000 auto in oltre 40 città d’Italia, ma grazie alla partnership con IRU Global Taxi Network (GTN)
ed eCab puntiamo ad un salto di qualità: arrivare ad una
sola app per chiamare un taxi in tutto il mondo”, commenta Loreno Bittarelli, presidente di Unione Radiotaxi d’Italia.
Ma come funziona esattamente? L’abbiamo scaricata e
istallata su smartphone; esiste sia in versione Android che
iOS. Si parte con l’inserimento del proprio nome e cognome, nonché numero di cellulare, che ovviamente servono
per creare l’account personale. Dopodiché, una volta attivata la localizzazione, si può richiedere il taxi più vicino.
Sullo schermo tutto può essere identificato tramite graziose iconcine. Per altro in fase di richiesta si può personalizzare il tipo di servizio che si desidera scegliendo magari
una station wagon, una monovolume, il pagamento tramite
Bancomat o carta di credito (previsto anche PayPal), etc.
Al momento il servizio è attivo a Bari, Bergamo, Bologna, Bolzano, Brescia, Catania, Cervia, Como, Ferrara, Firenze, Fiumicino, Forlì, Genova, L’Aquila, Merano, Milano, Modena e Capri, Monza, Napoli, Palermo,
Parma, Perugia, Pescara, Ravenna, Riccione, Rimini,
Roma, Ronchi dei Legionari, Taranto, Torino, Trento, Trieste, Udine, Teramo e in moltissimi altri comuni minori.
Fonte:il Giornale
Fonte: Wired.it
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Sale a Bologna la tensione tra Taxi e Ncc
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l’applicazione “Uber Pop” a suon di “Je
suis taxi legale”, sotto le Due Torri si
cerca di combattere la “concorrenza”
sleale delle auto blu/autonoleggio.
IL PROBLEMA DELLE AUTO BLU
IRREGOLARI. In particolare “Il problema che persiste da diversi anni e più
volte sottoposto all’amministrazione
comunale senza seguito - spiega Simiani – riguarda i noleggiatori di auto che infrangono le regole operando nel territorio
bolognese venendo da fuori. Mi spiego: il luogo della rimessa
del mezzo deve coincidere con quello in cui si esercita la
professione.
O meglio, dovrebbe, visto che molti conducenti dei comuni
fuori Bologna ogni giorno vengono in città e nonostante sia
loro vietata l’occupazione del suolo pubblico attendono qui di
fare le loro corse urbane: così facendo, non solo lasciano la
loro zona scoperta dal servizio di autonoleggio, ma mettono
in difficoltà anche i loro colleghi del ncc”. La legge che infrangerebbero è la 21/92.
I NUMERI: OLTRE 150 LE NCC IRREGOLARI. A Bologna
i taxi sono 706 e le auto blu autorizzate sono 300. Ci sono
poi le auto ncc ‘incriminate’, ovvero quelle che anche se
non dovrebbero (perchè appartenenti ad altri territori) lavorano sul nostro comune: sarebbeto fra le 150 e le 160. Alla
commissione trasporti in Sala Bianca a Palazzo d’Accursio
è stata aperta una discussione proprio su questa tematica,
aperta dal consigliere FI Daniele Carella, che si è fatto portavoce delle richieste dei tassisti: “Basterebbe modificare la
lista bianca delle targhe a cui è concesso accedere al centro”
la sua proposta. E a Simiano piace, anche se tiene molto a
sottolineare che i tassisti bolognesi non vogliono fare guerra
ai noleggiatori che hanno i permessi del Comune “Ma vogliamo combattere quei noleggiatori che vengono da fuori a farci
concorrenza sleale”.
Il Comune di Bologna inoltre, nel suo regolamento, ha un
articolo (l’Articolo 39) che a differenza della legge nazionale
concede 24 ore per mostrare, in caso di controllo, il foglio di
servizio (una sorta di ‘registro’ delle corse) mentre altrove
deve essere sempre tenuto sulla vettura ed essere mostrato
su richiesta. “Inoltre in queste ore si attende l’esito di una
proposta di legge sul trasporto pubblico non di linea che
potrebbe peggiorare ulteriormente le cose per noi tassisti –
continua Simiani – visto che prevede fra le altre cose l’abolizione della territorialità e dell’obbligo di rimessa”.
L’incontro a Palazzo d’Accursio è stato costruttivo? “Abbiamo chiesto l’apertura di un tavolo tecnico urgente e abbiamo avuto come interlocutore, oltre che i consiglieri, anche
Antonella Sala della Polizia Municipale di Bologna: abbiamo
fissato un appuntamento e speriamo di venirne finalmente
fuori”.
Fonte: Bologna Today
Uber se ne frega del ministro e dei tassisti. E rilancia: “100 euro se presenti un amico”
Milano sembra non conoscere ostacoli. Lo rivela a Fanpage.
it uno dei suoi tanti autisti – a Milano sono oltre un migliaio, in
crescita – che vuole rimanere anonimo perché “il clima che si
respira in città è tesissimo”.
In una mail inviata a tutti i suoi driver la società con sede a
San Francisco, in Italia rappresentata da Benedetta Arese
Lucini, fa il punto su quello che sarà “l’anno più importante
per Uber a Milano”. E il riferimento, esplicito, oltre che ai diversi eventi in programma in città è all’Evento per eccellenza:
Expo 2015. “Dobbiamo prepararci per il periodo dell’Expo,
in cui il bisogno di mobilità sarà alle stelle”, spiega il team
di Uber Milano ai suoi driver. E per motivarli ulteriormente e
Illegale per il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, da elimina- prepararsi all’Esposizione universale, Uber riserva loro anche
un regalo: un bonus di 100 euro a tutti quelli che presentere con ogni mezzo – anche l’aggressione – secondo alcuni
ranno un amico.
tassisti. Eppure UberPop, l’app che consente a comuni
cittadini di trasformare anche la propria utilitaria in un taxi, a
Uber se ne frega del ministro e dei tassisti. E rilancia: “100 euro se presenti
un amico”
L’app per smarphone, dichiarata ‘fuori
legge’ dal ministro ai Trasporti del
governo Renzi, si prepara ad affrontare i milioni di visitatori in arrivo a
Milano per l’Expo, promettendo bonus
e incentivi ai driver che presentano
un amico. La rivelazione di un autista, diviso tra la paura di
aggressioni e il timore di multe e confische dalla polizia.
Fonte: fanpage Milano
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Bittarelli: “C’è chi col pretesto dell’innovazione viola le regole
Proteste sfociate in blocchi del traffico e
in striscioni a dir poco irriverenti. In tutta
Italia monta la rabbia dei tassisti contro la
Uber, Ma la app usata dall’impresa è stata dichiarata fuori legge in diversi Paesi,
Germania e Francia compresi; il servizio
offerto, in sostanza, sarebbe abusivo.
condannato questi gesti e azioni. Ma
bisogna vedere se sono stati compiuti proprio dai tassisti: la multinazionale
non è nuova a episodi di sabotaggio e
di chiamate finte. Siamo sicuri che proprio i tassisti abbiano appeso lo striscione con le minacce? Non voglio insinuare
nulla, ma se non fossero stati i tassisti
si tratterebbe di illazioni gratuite verso la
categoria per metterla in cattiva luce. Al
momento non ci sono prove che siano
stati alcuni tassisti, se ci saranno saremo
i primi noi a emarginare le mele marce».
Venite tacciati di essere “poco tecnologici”
rispetto ai guidatori Uber. Come risponde?
Come ribadisce Loreno Bittarelli, cinquantacinquenne
presidente
della Uri (Unione Radiotaxi Italiani) e
della cooperativa Radiotaxi 3750 di
Roma, che conta oltre 3 mila vetture.
Per voi si tratta di esercizio abusivo
della professione da parte della Uber?
«Con la prepotenza di essere impunita, l’azienda Uber continua a operare grazie al lassismo di tutti, istituzioni
comprese: è l’arroganza del capitale
che si afferma nei confronti di chi lavora. È un sistema abusivo che va oscurato e stoppato, com’è già avvenuto in
molti Paesi del mondo; non si capisce
perché in Italia, invece di far rispettare le regole, si dilatino o deformino.
Tuttavia lo stesso ministro dei trasporti
Maurizio Lupi ha dichiarato che Uber usa
in maniera abusiva lo strumento delle app.
Intanto la polizia municipale fa il possibile, ma è difficile andare a colpire l’ultimo
anello della catena, cioè il poveretto che
si improvvisa tassista perché ha problemi di sopravvivenza, di disoccupazione.
Così vediamo lavorare macchine private con autisti senza requisiti di professionalità né le idoneità a noi richieste. Non c’è parità di regole».
Ma
a
suo
parere
quali devono essere i confini leciti della protesta e della rivendicazione?
«Come Uri ci siamo subito dissociati
da qualsiasi forma violenta di protesta,
anche se la prepotenza della Uber è
altrettanto grave. Nei giorni scorsi ero
a Torino e, oltre agli applausi, ho ricevuto anche fischi mentre cercavo di far
capire che abbiamo ragioni da vendere
dalla nostra parte. Crediamo che esista
la giustizia e non vogliamo arrivare a
blocchi stradali o a gesti di intolleranza
di qualsiasi natura. Se è vero che in un
Paese civile come il nostro le normative sono state scritte per la convivenza pacifica dei cittadini, siamo convinti
che non possa vincere la violenza».
In alcuni striscioni è comparsa addirittura la frase “Je suis taxi”: non le
sembra a dir poco irriverente echeg
giare la strage avvenuta a Parigi?
«Un’espressione troppo colorita del disagio della categoria. Certamente non è
giustificabile, ma lo stato d’animo dei colleghi è talmente inasprito che è difficile
da contenere. La rabbia e l’esasperazione stanno montando: mentre loro sono
fermi al posteggio, vedono la macchina
privata di Uber con le doppie frecce che
attende il cliente ma non paga le tasse…
Ho parlato con un collega che in una notte di lavoro ha incassato 40 euro lordi,
da cui detrarre almeno il 50 per cento
di spese fra tasse e benzina… Capisce
perché la rabbia esplode? Anche se non
è un comportamento da giustificare».
E cosa dice dei cartelli con minacce davanti alla casa di Benedetta Arese Lucini, general manager di Uber in Italia?
«Non abbiamo condiviso, anzi abbiamo
«La nostra app “It taxi” funziona dal
maggio 2012 – ben prima di Uber pop
– e copre 47 città d’Italia, mentre Uber
è presente in 4 capoluoghi. Tramite
app il nostro servizio è collegato con
12mila tassisti, si può richiederlo e prenotarlo tranquillamente con il proprio
smartphone. A livello tecnologico non
abbiamo nulla da invidiare e da temere,
anzi: la sfida ci entusiasma. Solo che
noi dobbiamo rispettare delle regole
e c’è chi – con la “scusa” e il pretesto
dell’innovazione – vuole violare queste
regole: si tratta di concorrenza sleale».
Pensate di adire alle vie legali
contro
la
Uber?
«Se ci saranno azioni da intraprendere
non ci tireremo indietro, lo stiamo valutando con i nostri legali. Se poi si cuciono le
leggi su misura… Non vogliamo difendere la “lobby” e la “casta” dei tassisti, come
ha affermato qualcuno, ma l’interesse dei
nostri utenti, che ci danno da mangiare.
Un cittadino deve poter utilizzare un
servizio pubblico come il taxi, che gli garantisca tranquillità, che sia un presidio
di sicurezza per l’utente. In alcuni Paesi
dove Uber opera è successo che l’autista del taxi fosse contemporaneamente uno spacciatore o che abbia usato
violenza nei confronti dei passeggeri».
Fonte: Affari italiani