Ritorno alle origini Elisa canta in inglese
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Ritorno alle origini Elisa canta in inglese
Cultura e spettacoli 53 L’ECO DI BERGAMO MERCOLEDÌ 23 MARZO 2016 Il nuovo romanzo di Bilotta a suon di jazz Ritorno alle origini Elisa canta in inglese Lo scrittore Tom Bilotta Nuovo disco. «On» uscirà venerdì La cantante: «L’esperienza di “Amici” mi ha riavvicinato alla danza: ho scritto i brani ballando» UGO BACCI Parola di Elisa. Bastano due aggettivi per sintetizzare il nuovo album «On», in uscita venerdì: «Vitale ed energetico». «È il mio album più estroverso e pop. Cambio rotta a ogni progetto discografico, mi piace e ne ho bisogno per rinnovarmi. Questo mi dà nuovi stimoli ed energia. Stavolta avevo voglia di tirare fuori ritmo e grinta. Volevo fare una musica che riuscisse a trasmettere la forte carica che sentivo addosso mentre scrivevo. Avevo una grande tensione emotiva e volevo sostenerla anche con la produzione e gli arrangiamenti». La cantante racconta di essere stata «spettatrice» di se stessa: «Appena finivo un pezzo mi mettevo subito ad ascoltarlo, alzavo il volume e ballavo. Veniva fuori l’istinto come un flusso di energia buona. Così mi sono lasciata guidare nelle scelte». Attraverso questo procedimento Elisa ha tirato fuori tutta la grinta possibile. Sono nate canzoni forti, persino dirompenti, con una grande dinamica al loro interno. «Era la cosa più vera che potevo fare. Questo daltronde è sempre il mio obiettivo». È evidente che «On» non è affatto un disco intimista, anzi, 12 1 È il mio album più estroverso e pop. Stavolta avevo voglia di tirare fuori ritmo e grinta» è molto fisico. Elisa l’ha titolato così perché si sentiva «accesa», anche «connessa» a certa musica che gira intorno. Tutte le canzoni, meno due («Bruciare per te» e «Sorrido già», segnano il ritorno all’inglese e dunque alle origini della cantante. Anzi, il disco pone una questione che forse negli ultimi anni non ci si era più posti: Elisa è meglio quando canta in italiano o in inglese? La ragazza è partita dal paesello con una perfetta pronuncia anglofona e con una scrittura già internazionale. Poi si è votata all’italiano e la sua musica in qualche modo è cambiata, si è «adattata» alla metrica della nostra lingua. Il lavoro è stato interessante. Qui però si ritorna a un gioco favorito che riporta Elisa a un linguaggio musicale che, paradossalmente, sembra più naturale. La cantautrice triestina, stella della musica italiana, sembra persino più ispirata quando pensa in inglese e compone le sue canzoni pop in quella lingua. C’è comunque da dire che «Sorrido già», con Emma e Giuliano Sangiorgi ad intrecciar le voci, è un bell’esempio di scrittura classica italiana per una canzone spiritual molto passionale che fa da «outsider» nell’album. Il resto è perfettamente funzionale a una lingua internazionale e a una produzione che potrebbe portare Elisa oltre confine. Le canzoni lo consentono. «Bad Habits» mostra un’energia quasi primordiale. Lega gli anni Novanta alla contemporaneità, su tracciati americani, Multimediale «Anatole» sarà presentato a Stezzano. La versione eMooks ha la colonna sonora di Alex Fabiani Elisa ha presentato a Milano il nuovo album «On», che uscirà venerdì con l’elettronica a far da sponda al nu-pop. Altrove «Rain Over My Head» mescola romanticismi e ritmi dance, mentre «Love Me Forever» viene da lontano e ritrova solo oggi il bandolo di un disco. Elisa ha scritto questo pezzo quando aveva 14 anni. Tra Otis Redding e Aretha Franklin «Love As A Kinda War» ritrova l’amata anima soul, laddove «Catch The Light» ha un mood «doorsiano», tra psichedelia e visioni dark. Uno dei pezzi chiave del nuovo disco è «Peter Pan», un tuffo nell’adolescenza e nel sound degli anni Ottanta. Qui Elisa sperimenta gli estremi del pop e delle influenze subite ascoltando Kate Bush e Michael Jackson. «Restano i miei punti di riferimento». Spiega. «L’esperienza di “Amici” mi ha riavvicinato molto alla danza: ho scritto quasi tutti i beat del disco ballandoci sopra. Per me è un traguardo concedermi pezzi pop come questo. Nella mia testa la musica si è come “unificata”. Sempre più voglio prendermi spazio ed esprimermi a 360 gradi». ©RIPRODUZIONE RISERVATA Un duetto in italiano con Emma e Sangiorgi Nell’elenco di canzoni che Elisa ha inserito nel nuovo lavoro, solo due sono in italiano: «Bruciare per te» e «Sorrido già», quest’ultimo cantato assieme ad Emma e Giuliano Sangiorgi. «Emma è Giuliano sono amici – ha raccontato la cantante – e mi è sembrato che le loro voci esprimessero l’intensità di cui aveva bisogno questa canzone». Altra collaborazione contenuta nell’album è poi quella con Jack Savoretti, penna che ha scritto il brano «Waste your time on me». «È l’unico brano che non ho scritto io – ha commentato Elisa – e amo la voce e lo stile di Savoretti. Il suo provino era completamente folk, ma il risultato finale del lavoro fatto sul brano è molto diverso». Una canzone che ha riportato la cantante indietro nel tem- po è invece quella intitolata “Love me forever”, che strizza l’occhio alle produzioni americane degli anni Sessanta ed è stata scritta da Elisa quando aveva quattordici anni, per poi rimanere chiusa in un cassetto. «Non ho mai voluto pubblicarla – ha spiegato – perché mi è sempre parsa non di moda come genere e non adatta al mercato mainstream. Oggi lo è di più, grazie ad altri esempi di artisti internazionali». Dopo un giro di appuntamenti nei negozi dove incontrerà i fan, il tour vero e proprio per Elisa comincerà a novembre, con una carrellata di concerti nei principali palasport italiani. La prima data confermata è quella di Firenze l’11 novembre, seguiranno Torino (il 14), Roma (il 19), Bologna (il 22), Milano (il 25) e Padova (il 28). Eco: «Niente convegni su di me per dieci anni» Il testamento La moglie Renate ha reso nota la volontà del semiologo morto lo scorso 19 febbraio Nessun convegno su Umberto Eco per almeno dieci anni. La richiesta arriva dallo stesso professore, che nel suo testamento ha chiesto di non organizzare o promuovere giornate di studio su di lui, come aveva detto diverse volte ai suoi allievi. La moglie Renate lo ha riferito alla semiologa Patrizia Vi- RVFXsuQ3FwARk1DclOVt49F9T6G/Wu/UdXlVM2wv51M= oli, che ha diffuso la richiesta di Umberto Eco, morto il 19 febbraio scorso a Milano. «La notizia ci è stata data dalla professoressa Violi la scorsa domenica – ha detto a margine di un incontro l’assessore alla Cultura di Bologna, Davide Conte –, quando stavamo inaugurando la piazza coperta della Sala Borsa, che ha ora il nome di Umberto Eco. Il nostro non era un convegno sul professore, ma solo un’iniziativa per ricordarlo». La piazza era « un luogo ideale da dedicare a Umberto Eco – ha detto il sindaco Virginio Merola – perché rappresenta, più di ogni altro a Bologna, uno spazio di stratificazione della conoscenza e della storia. Da piazza per lo scambio economico ad agorà dei saperi». «Comunque non abbiamo in programma convegni per il futuro», ha spiegato ancora l’assessore Conte. E anche gli allievi di Umberto Eco hanno tutta l’intenzione di rispettare la volontà del semiologo e non organizzeranno convegni, né vi parteciperanno se dovessero essere organizzati da altri. Agosto, stato dell’Alabama. Il St.Mary, un ricovero per senzatetto e una casa per bambini che una casa non ce l’hanno. Da qui muove i suoi primi passi Geremia, un piccolo orfano di colore, protagonista di «Anatole», secondo romanzo dello scrittore bergamasco Tom Bilotta ambientato nell’America a cavallo tra gli anni ’30 e ’60. Un thriller jazz, come lo definisce lo stesso autore, perché il romanzo si nutre di quell’atmosfera. Geremia, infatti, cresce al St. Mary, dove coltiverà l’ossessione di diventare un famoso jazzista. Un’ossessione, ma anche una passione per la musica tout court, che lo porterà Geremia a un «corto circuito della razionalità» e a stringere i polpastrelli intorno alla gola di quella prima donna così distante «dalla vera essenza della musica». In «Anatole» traspare una sorta di letale connubio tra la musica jazz e il giovane Geremia che, con non poca fatica e tanta determinazione, diventerà un famoso compositore di colonne sonore cinematografiche. Forse di questo connubio tra jazz e istinto omicida si dispiaceranno i cultori della musica afro-americana, ma va detto che «Anatole» è ben congegnato nella trama. Siamo di fronte a un thriller è più maturo rispetto a «The Orange Hand», prima fatica letteraria di Bilotta. Non solo: il libro, se scaricato in versione eMooks, grazie alle musiche composte dal maestro Alex Fabiani e agli effetti sonori che accompagnano il lettore fin dalle prime righe, evoca le ambientazioni, le emozioni e i sentimenti di cui la storia è ricca. «Anatole» sarà presentato il 26 marzo alle 18 nella libreria Mondadori del centro commerciale Le Due Torri di Stezzano. Per l’occasione ci sarà la possibilità di ascoltare dal vivo la colonna sonora jazz originale con Fabiani al pianoforte. La presentazione del libro avrà anche uno scopo benefico, perché una parte del prezzo di copertina verrà devoluto all’associazione UKClub Martinengo, in collaborazione con UnAltroMondo onlus, impegnata nella costruzione di un pozzo a Bamako, nel Mali. Tiziana Sallese Il semiologo Umberto Eco ANSA/GIORGIO BENVENUTI ©RIPRODUZIONE RISERVATA