Cambiamento e purificazione nelle opere di O

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Cambiamento e purificazione nelle opere di O
Cambiamento e purificazione nelle opere di O. Wilde
Chiara Bettini, Chiara Petri, Lorenzo Corti della classe III B dell’Istituto Comprensivo Statale
Tavarnelle Val di Pesa (FI)
Nei racconti di Oscar Wilde un tema fondamentale è quello del cambiamento, unito spesso ad una
purificazione. Tale tema compare in diverse opere dello scrittore. Ne Il Gigante Egoista il
protagonista inizialmente pensa solo a sé e non vede la bellezza dei bambini che giocano, tanto che
arriva a cacciarli. Il suo primo cambiamento avviene quando vede un bimbo in difficoltà che non
riesce a salire sull'albero nell'angolo più lontano del giardino; a quel punto il suo animo si scioglie e
cambia completamente: “Come sono stato egoista....metterò quel povero bambino in cima a
quell'albero e destinerò per sempre il mio giardino ai giochi dei bambini”. Quando il bambino lo
bacia lui prova per la prima volta una sensazione straordinaria perché si sente amato veramente. Per
molto tempo il bambino che gli aveva fatto conoscere l'amore non si fa rivedere.
Quando il suo “primo piccolo amico – così lo chiamava – ritorna, è giunta per il gigante, ormai
diventato buono, l'ora della morte. Il bambino, che tanto aveva amato, lo accompagna in Paradiso. Il
segno visibile della purificazione dell'anima del vecchio gigante è qui evidenziato dai petali bianchi,
che ricoprono il suo corpo ormai privo di vita.
Lo stesso tema ritorna ne Il Giovane Re il quale inizialmente ama la bellezza e la perfezione: “gli
sembrava un mondo nuovo, appena forgiato per il suo piacere” come anche l'arte e il lusso che lo
circondano.
Questo è lo stesso amore per la bellezza che accompagnò l'autore per molti anni della sua vita.
Il Giovane Re però, grazie a tre sogni, capisce la vera realtà del dolore che si nasconde dietro quella
bellezza da lui tanto amata: “dalla Sofferenza questo mio manto è stato intessuto, c'è Sangue nel
cuore del rubino e Morte nel cuore della perla”.
Il giorno dell'incoronazione il Giovane Re, ormai profondamente cambiato, vuole mostrare la sua
vera natura, così indossa i suoi vecchi stracci da pastore.
Prima di mettersi le vecchie vesti, si lava in acqua limpida e questo sta a significare il desiderio di
purificazione, come se volesse togliersi di dosso il vecchio amore per una bellezza solo apparente
ed aprirsi alla realtà della vita e a una bellezza nuova. Molti non riconoscono il Re in quelle vesti
oppure lo ripudiano, lo deridono e alcuni nobili lo vogliono uccidere, come accade a Gesù che viene
deriso dal popolo
In questo racconto il Giovane Re è simbolo evidente di Cristo.
Questo si vede anche alla fine quando egli viene avvolto dalla luce divina come Cristo risorto,
mentre il bastone che fiorisce di gigli bianchi è un altro simbolo di purificazione.
Il Giovane Re viene incoronato da Dio e lo stesso vescovo si arrende all'evidenza: “Uno più grande
di me ti ha incoronato”.
Anche nell'opera Il Figlio delle Stelle ritorna questo tema. Il protagonista inizialmente è un giovane
molto bello fisicamente, al contrario del carattere che non è da invidiare: arrogante, prepotente e
superbo.
“Veramente era innamorato della bellezza e si beffava di chi era debole e sgraziato e se ne prendeva
gioco”.
Ad un certo punto del racconto il Figlio delle Stelle, dopo aver ripudiato sua madre, rivelatasi una
mendicante, si accorge del suo sbaglio, poiché tutte le cattiverie da lui rivolte agli altri gli si
ritorcono contro e d egli passa tre anni alla ricerca di sua madre, mentre viene schernito e deriso da
tutti.
In questo lungo periodo il giovane si purifica cancellando l'oscurità presente nella sua anima. Un
mago lo compra come schiavo e gli ordina di andare a cercare tre pezzi d'oro e, se non avesse
obbedito, sarebbe stato frustato.
In questo operazione lo aiuta una piccola lepre che il Figlio delle Stelle ha salvato da morte certa.
Nella storia è presente anche il tema del sacrificio: il Figlio delle Stelle infatti decide di dare i pezzi
d'oro al lebbroso, andando incontro a nuove sofferenze, ma compiendo, attraverso il dolore, la
purificazione del suo cuore.
Il segno evidente della purificazione: il Figlio delle Stelle è salvato. Alla fine gli viene restituito il
suo aspetto, viene eletto re e il lebbroso e la mendicante – suo padre e sua madre - si rivelano re e
regina.
“Molta giustizia e misericordia egli mostrò a tutti...né tollerò che alcuno fosse crudele con persona o
animale ma insegnò l'amore e l'amorevolezza e la carità, e ai poveri diede del pane e ai nudi diede
abiti e ci fu pace e abbondanza nel paese”.
Ne Il Principe Felice il protagonista vive in un palazzo circondato da alte mura dove non conosce
dolore né sofferenza o miseria: “Quando era vivo e avevo un cuore umano non sapevo cosa fossero
le lacrime, perché vivevo nel palazzo di Sans Souci, dove il dolore non ha accesso...”
Quando muore, viene eretta una statua in suo onore, posta sul punto più alto della città, così egli
vede, conosce e infine ama quella sofferenza che in vita non aveva mai conosciuto.
Il Principe Felice, per amore del suo popolo, è disposto a sacrificare le cose che prima lo
affascinavano: La vita del Principe nel castello cinto da mura è invece metafora di una esistenza
chiusa nel cerchio ristretto dell'apparenza, come quella dell'Infanta di Spagna:
Il cambiamento e l'amore del Principe Felice determinano anche il cambiamento della rondine che,
all'inizio, pensa solo all'Egitto, alle sue bellezze esotiche e al suo calore; pensa solo a “durare”
invece che “vivere” la vita pienamente.
Infine un angelo porta la salma della povera rondinella e il cuore spezzato del Principe Felice,
purificati dall'amore, in Paradiso.
Dio dice: “Questo uccellino continuerà a cantare nel mio grande giardino, in Paradiso, e il Principe
canterà le mie lodi nella città d'oro”.
Ne Il ritratto di Dorian Gray il protagonista in principio è un giovane puro e non corrotto, ma dopo
l'incontro con Lord Henry avviene in lui un cambiamento negativo e Dorian diventa amante della
propria bellezza esteriore, vivendo una vita sempre più corrotta.
Nel corso della storia egli prova più volte disgusto per se stesso e più volte vorrebbe tornare alla sua
antica purezza, ma ormai ha ucciso e non accetta le conseguenze del suo gesto: per questo non
confessa.
Dorian infine, incapace di sopportare il rimprovero silenzioso del quadro che è diventato la sua
coscienza, decide di distruggerlo ma, così facendo, si uccide.
Oscar Wilde vuole insegnare che per tutti c'è la possibilità di cambiare e di purificarsi, ma occorre
essere disposti ad accettare il sacrificio ed a mutare realmente il proprio cuore.