Il potere della Cina

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Il potere della Cina
Il potere della Cina
Oggi la Cina, con un miliardo e trecento milioni di abitanti, rappresenta il nuovo centro del
mondo, con una grande capacità di progresso, nonostante i rischi di catastrofi e il grave
inquinamento. È diventata una grande potenza industrializzata, prima esportatrice mondiale di
prodotti tecnologici, inoltre ha superato gli Stati Uniti come destinataria di capitali produttivi ed è
riuscita ad attrarre il grande flusso delle delocalizzazioni dei vecchi Paesi ricchi. Più di 750
multinazionali hanno già creato strutture di ricerca avanzata e sviluppo in Cina, dimostrando che le
economie industrializzate stanno perdendo il monopolio della ricerca, dell’innovazione e della
tecnologia. L’economia globalizzata, la liberalizzazione del commercio, la velocità di
comunicazione, la diffusione delle tecnologie, fanno sì che l’immenso bacino di manodopera
asiatica sia davvero vicino ai mercati dei Paesi ricchi, producendo e consegnando a velocità record
e a prezzi bassi. Infatti il vantaggio assoluto della Cina è dato da un’offerta alta di manodopera a
bassissimo costo e dalla sistematica violazione delle legislazioni internazionali sul lavoro. Se si
guarda al settore agricolo in particolare, dalla Cina parte un quarto di tutte le esportazioni di mele
verso il resto del mondo, è un altro made in China che ha invaso le nostre tavole. Nel 2006, sono
stati venduti ottantotto miliardi di mele, il governo di Pechino assiste trionfante all’ascesa di
questa nazione come potenza agricola, ormai quasi un terzo del commercio mondiale di ortofrutta
è made in China. Un’indagine ufficiale ha rivelato che il 47% della frutta e verdura contiene tracce
di pesticidi superiori ai limiti massimi consentiti per legge. La produzione cinese di pesticidi è
triplicata in 5 anni, i veleni somministrati dai contadini sono solo una parte del problema, ulteriori
minacce ai prodotti agricoli cinesi derivano dalla crescente promiscuità tra industria e agricoltura.
Le aree coltivate sono sempre più vicine a fabbriche altamente inquinanti e alle periferie delle
grandi città che sono in continua espansione. Le enormi nuvole di smog che avvolgono metropoli
sempre più affollate di auto e camion come Pechino, Shangai e molte altre, depositano sostanze
velenose sui prodotti che sono venduti nelle diverse parti del mondo. Inoltre i casi di frodi
alimentari si moltiplicano e negli ultimi mesi se ne è scoperta una molto grave: l’aggiunta di
melanina nel latte proveniente dalla Cina. Per ottenere un latte in polvere con un contenuto
proteico più elevato, alcuni operatori vi hanno aggiunto melanina (un prodotto chimico utilizzato
in genere per fabbricare colla e resine) che se viene ingerito provoca disturbi seri e superata una
certa dose, è anche mortale. Infatti almeno quattro bambini sono morti e secondo fonti ufficiali
diffusi dall’Organizzazione mondiale per la sanità circa 55.000 bambini cinesi sono stati ricoverati
dopo aver bevuto latte contaminato. Il problema di quest’ultima emergenza ha portato ad
affrontare il tema della sicurezza alimentare a livello europeo, infatti la Commissione Europea con
decisione del 26 settembre, ha bloccato le importazioni di prodotti composti contenente latte e
prodotti lattieri provenienti dalla Cina. Secondo tale decisione, le partite di merci dovevano essere
trattenute fino a che non fossero resi noti i risultati di laboratorio, in questo modo i prodotti
importati formalmente sono stati tenuti sotto rigoroso controllo. Purtroppo alla fine di ottobre,
questa pericolosa sostanza è stata trovata in misura quasi doppia di quella consentita anche in una
grossa partita di uova prodotte dalla Cina. Secondo il ministro per la Sicurezza alimentare di Hong
Kong, Chow, la presenza di melanina nelle uova potrebbe derivare da fertilizzanti dati in pasto alle
galline.
Maria Concetta Di Giovanni