Nuova metodologia di progettazione, monitoraggio e valutazione
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Nuova metodologia di progettazione, monitoraggio e valutazione
Nuova metodologia di progettazione, monitoraggio e valutazione GOPP (Goal Oriented Project Planning) In un’ottica di continuo miglioramento, Soges S.p.A. e TecFor hanno deciso di riflettere sulle pregresse modalità di realizzazione degli elaborati progettuali cercando di superare il protagonismo degli “esperti” – portatori di know-how specialistico, orientati a fornire soluzioni che rispondono primariamente ai desiderata dell’Ente finanziatore e solo di conseguenza alle esigenze dei beneficiari finali, lavoratori ed imprese. Per capovolgere questo tipo di prospettiva si è ritenuto di adottare in maniera sistematica il Project Cycle Management per la stesura e l’attuazione dei Piani presentati e finanziati sull’Avviso 1/2012 seconda scadenza (MISS, MISTER e VULCANO) e, in particolare, fra gli strumenti del PCM, la metodologia di progettazione, monitoraggio e valutazione GOPP (Goal Oriented Project Planning), la quale prevede che le decisioni sugli interventi partano e si basino sui problemi reali espressi dai destinatari prevedendo un loro coinvolgimento sin dalla fase di prima identificazione del progetto. Questo per cercare di garantire che gli interventi progettuali possano realmente risolvere quei problemi, cambiando in senso positivo, ossia offrendo delle soluzioni, per le situazioni negative individuate. Rappresentando sul “triangolo della progettazione” 1, la situazione precedente e quella che si mira ad ottenere, l’aspetto è il seguente: La scelta del PCM è motivata dall’acquisita consapevolezza che è essenziale per garantire il risultato in questa tipologia di progetti, lavorare sulla programmazione per obiettivi se si vogliono ottenere benefici reali, tangibili, senza essere ristretti da vincoli derivanti dall’interesse di chi deve proporre una determinata soluzione, piuttosto che sulla programmazione per attività, dove le attività sono un dato o meglio un vincolo, perché gli attuatori sono enti con una determinata mission, o perché il fondo/Avviso finanzia un certo tipo di progetti. L’approccio del PCM suggerisce che “gli attori chiave e i beneficiari di un progetto effettuino, in concomitanza con le principali fasi del ciclo di progetto, incontri di analisi e progettazione di gruppo (workshop GOPP), assicurando una dimensione di progettazione e gestione partecipativa ai loro interventi. I workshop GOPP sono moderati da facilitatori professionisti ma 1 Bussi, F. (2002), “Project Cycle Management e GOPP: principi fondamentali e metodologia di progettazione” neutrali rispetto agli interessi degli attori-chiave e non esperti dei contenuti tecnici del progetto”2; vengono inoltre identificate le fasi in cui, nel ciclo di vita di un progetto, è consigliabile organizzare un workshop GOPP, che sono, normalmente: la fase di identificazione (identification workshop), fase per la quale la metodologia è maggiormente sviluppata ed in cui dà i maggiori risultati all’inizio della fase di studio di fattibilità o progettazione esecutiva (formulation workshop), a metà percorso (review workshop), al termine del progetto (evaluation workshop). In tale ottica la metodologia che si è deciso di adottare per la progettazione dei Piani MISS, MISTER e Vulcano, permetterà non solo di migliorare i processi di realizzazione dell’elaborato progettuale, ma anche di avere a disposizione degli strumenti maggiormente efficaci per le attività di monitoraggio e valutazione del progetto. In coerenza con la metodologia sopra descritta, in risposta all’Avviso 1/2012 di Fondimpresa è stato delineato il triangolo della progettazione, identificando gli stakeholder: - - - Ente Finanziatore: Fondimpresa, Avviso 1/2012, con i propri “valori”, ovvero finalità dell’avviso e priorità di intervento così declinate: promuovere una rigorosa valutazione dei rischi e il suo continuo aggiornamento favorire l’analisi degli infortuni accaduti e degli infortuni mancati, per la conseguente progettazione della formazione dei lavoratori integrare le competenze gestionali, di processo e comportamentali in materia di salute e sicurezza promuovere la comunicazione aziendale finalizzata a favorire l’assunzione di un ruolo attivo da parte dei lavoratori Esperti: tecnici: o Coordinatore Team di esperti: Lauro Pavanello o Team di Esperti: Lauro Pavanello, Giorgio Baldo e Stefano Tarlon. Attori chiave/beneficiari: dipendenti delle aziende beneficiarie del piano; nelle fasi di identificazione dell’idea progettuale si è scelto di coinvolgere chi, in azienda, ha maggior sensibilità rispetto al tema della sicurezza, ovvero gli RSPP/ASPP, mentre nella fase dello studio di fattibilità il coinvolgimento ha riguardato a livello aziendale anche le altre figure della sicurezza (datore di lavoro, RLS…) e gli stessi lavoratori destinatari. Per quanto riguarda le imprese da coinvolgere, le imprese di provenienza degli RSPP, la scelta in questa prima fase – in un’ottica di lavoro di medio periodo – è stata quella di coinvolgere RSPP di imprese di medio / grandi dimensioni (auspicando con ciò che la visione fosse più ampia e portassero problematiche maggiormente articolate e complesse rispetto alla piccola impresa), di settori produttivi differenti pur restando nell’ambito manifatturiero (per garantire la necessaria multidisciplinarietà e la visione su problematiche afferenti a differenti settori produttivi). 2 Bussi, F, Seminario “Progettazione e valutazione con il quadro logico” Identification workshop Si è quindi proceduto con la realizzazione del primo workshop, o meglio, per ragioni tecniche legate al coinvolgimento dei partecipanti, di 2 workshop organizzati il 16 ed il 23 marzo 2012 – coinvolgendo per la sua conduzione, proprio nell’ottica del facilitatore professionista ma neutrale rispetto agli interessi degli attorichiave e non esperto dei contenuti tecnici del progetto, la prof.ssa Rebecca Pera PhD in Cultura ed Impresa, insegna Consumer Behaviour, User and Social Innovation e Comunicazione presso Università e Politecnici italiani ed esteri, direttrice di Xploralab. L’obiettivo è offrire una profonda comprensione della realtà indagata con delle specifiche indicazioni strategiche, che possono confluire in un report di ricerca, in un metaprogetto oppure in un progetto. Il workshop realizzato in due edizioni ha perseguito l’obiettivo di riflettere sui significati di sicurezza, prevenzione, tutela e rischio, far emergere nuove possibili definizioni e concezioni, sistematizzarne fabbisogni espliciti e latenti e sviluppare possibili risposte. Il workshop analitico creativo ha coinvolto un panel rappresentativo di responsabili del servizio prevenzione e protezione in uno spazio creato ad hoc per riflettere utilizzando una metodologia qualitativa che integra le scienze cognitive linguistiche con la ricerca per il design. Con l’obiettivo di individuare le percezioni, le opinioni, i comportamenti, gli atteggiamenti e gli immaginari delle aziende e delle persone coinvolte sul tema della sicurezza sono state adottate delle tecniche che permettono la visualizzazione e la condivisione delle idee generate, utili ad agevolare la partecipazione e fluidificare i processi, la condivisione e la discussione sulle idee. Di seguito si riporta una sintesi dell’evento. Imprese coinvolte: Bitron Industrie, Denso Thermal System, Faiveley Transport System, Officine Vica, 5/6.Sagat / Sagat Handling, Martini e Rossi, Tazzetti fluids & technologies, Bticino, Aunde, Cotonificio Albini, Soges SpA. Obiettivo workshop: indagare la percezione da parte di un gruppo di RSPP del tema della sicurezza sul lavoro , comprendere come il tema sia interiorizzato, investigare i valori, i bisogni espliciti e latenti, i modelli mentali, la percezione del rischio, il linguaggio ed i codici linguistici utilizzati ed interpretati, dei diversi interlocutori che interagiscono quotidianamente per promuovere la sicurezza sul posto di lavoro, ed analizzare i blocchi individuali e collettivi vissuti (oggettivi, ambientali, linguistici, comportamentali) maggiormente d’ostacolo. 3 Metodo: metodologia di ricerca qualitativa articolata in 2 sessioni analitico-creative. Le metodologie e gli strumenti adottati comprendono elementi della semiotica strutturalista e dalla psicologia neo-cognitivista e neo-funzionalista, e si basano fondamentalmente sul fatto che gli immaginari prodotti da soggetti sugli oggetti di test costituiscano un patrimonio di base dal quale i beneficiari traggono gli elementi fondamentali per la creazione di atteggiamenti e la messa in atto di comportamenti. Fasi: fase divergente, divergente, proiezione video, fase convergente, considerazioni, analisi e interpretazioni. Tecniche utilizzate: Mappa cognitiva, Struttura latente, Carte Magiche, Lavoratore/RSPP ideale, “Se fosse…”, Give-me-an-answer board, Moodboard. 3 testi di riferimento: Floch J.M.(1990), Sémiotique, Marketing Et Communication. Sous Le Signes, Les Stratégies, Presses Univer- sitaires De France, Paris, {trad. it. Semiotica Marketing e Comunicazione, Dietro i Segni le Strategie, Franco Angeli, Milano 1992}. Greimas A. J. (1983), Du Sens II Essais Sémiotiques, Seuil, Paris {trad. it. Del senso 2. Narrativa, modalità, passioni, Bompiani, Milano, 1984} Greimas A. J. e Courtés J. (1979), Sémiotique: Dictionnaire Raisonné de la Theorie du Language, Hachette, Paris {trad. it. Semiotica: dizionario ragionato della teoria del linguaggio, Casa Usher, Milano, 1983} Greimas A.J. (1976), Sémiotique et Sciences Sociales, Editions du Seuil, Parigi, {trad It. Semiotica e Scienze Sociali, Centro Scientifico Torinese, Torino, 1991}. Pera R. (2005), Intuizione creativa e generazione di nuove idee. Utet libreria, Torino. I partecipanti del workshop hanno realizzato una mappa dei concetti emersi durante l’incontro nella quale è evidente come persista ancora un grosso scarto tra i processi di riorganizzazione delle modalità di valutazione e gestione dei rischi e la reale organizzazione del lavoro, tra la dichiarazione di promozione dello stato di benessere-sicurezza e la concreta applicazione di quanto dichiarato. Out-put: individuazione della necessità di un profondo cambiamento dei modelli gestionali e comportamentali. Ad oggi in molti contesti proposti dai partecipanti, la sicurezza è considerata ancora un costo e non un valore. Il worokshop sopra descritto ha rappresentato l’identification workshop GOPP, la fase iniziale della progettazione del piano, cui sono seguiti incontri mirati con singole imprese beneficiarie (con datori di lavoro, RSPP, RLS, lavoratori) per meglio definire l’obiettivo specifico, lo scopo del piano, gli attori chiave ed i problemi puntuali su cui intervenire. L’esito dell’aggregazione dei fabbisogni rilevati in fase di colloquio sono stati gli alberi dei problemi, i conseguenti alberi degli obbiettivi e i quadri logici riportanti gli obbiettivi generali e quelli specifici dei diversi Progetti. Per un maggiore approfondimento e la visione degli alberi si rimanda ai formulari di candidatura dei Piani: MISS - Motivazione e Impegno per la Salute e Sicurezza (Regione Veneto) MISTER - Misure Integrate per la Sicurezza: Tecnologie e Risorse (Regione Piemonte) Vulcano (Regione Lazio)