MAL D`AMORE rielaborazione di

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MAL D`AMORE rielaborazione di
MAL D'AMORE
rielaborazione di “Diario” di Giuseppe Gerardi
a cura di Carlotta Leoni
IL PERSONAGGIO
Pietro è un ragazzo di 25 anni, capelli ed occhi castani, una carnagione olivastra, sempre vestito allo
stesso modo, pantalone comodo e t-shirt. E’ poco brillante, non ha interessi particolari, tranne le partite
di calcio la domenica e guardare Geo&Geo. Lavora come impiegato presso l’ufficio postale di zona,
anche se ha un diploma da tecnico geometra. La sua famiglia spinse per quel diploma, con la speranza
che suo zio lo prendesse a lavorare nel cantiere di cui è capo, ma Pietro non glielo ha mai chiesto. E’
molto puntuale ed educato, detesta le persone frenetiche e quelle che amano stare al centro
dell’attenzione. Non ha uno spiccato senso dell’umorismo e quando parla non arriva mai al sodo. Nella
sua vita ha avuto poche storie d’amore e tutte vissute intensamente, forse troppo e per questo sono
finite tutte entro il primo anno di vita. Ama le cose semplici, al ristorante prende sempre gnocchi al
pomodoro e scaloppina al limone. Vive da solo da un paio d’anni, a due km da casa dei suoi. Il suo
monolocale è piccolo e accogliente, un po’ demodé, ma carino. Sua mamma ha posizionato centrini
dappertutto e una volta a settimana va a fargli le pulizie. Guida la macchina rigorosamente con la
cintura di sicurezza e tutte e due le mani sul volante, all’interno un arbre magique alla vaniglia che ti fa
venire il mal di testa e in piena estate non accende mai l’aria condizionata perché fa venire la tonsillite.
Porta sempre la canottiera della salute dentro i pantaloni e dorme con i calzini anche ad agosto. Gli
piacerebbe tanto fare un viaggio, ma non saprebbe con chi andare, ogni volta che ha organizzato una
vacanza allettante con la fidanzata, il rapporto non è mai arrivato alla data decisa. E’ il secondo di tre
figli e l’unico maschio. Le sue sorelle non lo frequentano abitualmente, si vedono solo per le grandi
occasioni, Natale, Pasqua il compleanno della nonna (che è ancora viva) e qualche altra occasione
particolare.
Pietro, abbandonato dalla fidanzata, è totalmente depresso. Entra in scena camminando lentamente, si
trascina dietro una borsa (tipo quelle da palestra) atteggiamento rassegnato e con lo sguardo rivolto
verso il basso. Si siede.
AVVOCATA: Mi scusi! Mi scusi se la disturbo. Volevo sapere da lei se questo vestito è idoneo al viaggio
in India che devo fare!
DEPRESSO: La guarda fissa negli occhi e si gira verso l’orologio
AVVOCATA: Il colore secondo lei può andare o è troppo acceso!?
DEPRESSO: (Senza girarsi) Può andare! E’ il colore preferito della mia fidanzata!
AVVOCATA: Ah e dov’è? La sta aspettando!!??
DEPRESSO: No! M’ha lasciato!
Il depresso rimane in scena, seduto al tavolo a fissare l’orologio.
Entra Elena, la scrittrice, e comincia a parlare con il barista. Lo conosceva dai tempi del night club,
faceva il barista anche li, e così inizia a raccontargli quanto sia cambiata la sua vita da quei tempi.
Il depresso sempre con lo sguardo perso nel vuoto, ma questa volta girato verso Elena, inizia con toni
pacati a parlare con lei
DEPRESSO: Buon giorno Signora! Non ho potuto fare a meno di ascoltare il suo racconto e volevo
congratularmi con lei per tutta la forza che ha dimostrato di avere e la consapevolezza con la quale
oggi racconta la sua storia. Il raccontare apertamente il proprio vissuto è indice di grande maturità e
sicuramente di esempio per tutte quelle persone che come me non hanno la forza di reagire.
Grazie……grazie….grazie ancora
ELENA: Appunto!!!
DEPRESSO: Sarebbe così gentile da farmi un autografo?
Elena prende un foglietto dalla borsa e scrive un autografo
DEPRESSO: Sa!... anche sulla mia storia si potrebbe scrivere un libro. La mia è una storia di vita, di
passione, d’amore… (Sospirando) è si… una bella, grande storia d’amore finita male. Lei era tutto per
me, era l’aria che dovevo respirare per vivere, l’acqua che dovevo bere, il cibo che dovevo mangiare, il
fiore che dovevo annaffiare, l’autobus che dovevo prendere, il….
ELENA: Mi scusi… Signor??
DEPRESSO: Pietro, mi chiamo Pietro!
ELENA: Signor Pietro, vada avanti…
DEPRESSO: Si mi scusi. E’ che quando parlo di lei non posso fare a meno di lasciarmi andare,
abbandonarmi a quelle sensazioni così piacevoli, così eccitanti, così…
BARISTA: Tossisce molto forte in modo scocciato
DEPRESSO: Eravamo fidanzati da quasi un anno, tutto andava bene. Ogni appuntamento sembrava
essere il primo, i crampi allo stomaco, le mani sudate, le gambe che tremano,
GIULIA: e perché è finita?
BARISTA: Bè è abbastanza facile intuirlo (indicando con la mano il depresso)….. Sicuramente l’ha
lasciato lei dicendogli che non lo meritava, che lui era troppo per lei, che non riusciva a capirlo…
ELENA: (Sottovoce) sfido chiunque!
GIULIA: L’hai lasciata tu? O come dice l’esperto (indicando il barista in modo ironico) t’ha lasciato lei?
DEPRESSO: Tutto finì a causa di un tradimento.
ELENA: Ecco lo sapevo, come sempre voi uomini dovete rovinare tutto
GIULIA: Scusa che ne sai, magari è stata lei!
BARISTA: Potrebbe essere che lei lo abbia tradito con il suo migliore amico…. E così doppio
tradimento l’amico e la fidanzata, che storia!
ELENA: O magari lei lo ha visto flirtare con la cassiera del supermercato sotto casa, l’ha seguita dopo
la chiusura e l’ha visti entrare in un motel.
GIULIA: Scusate facciamocelo dire!
DEPRESSO: Dicevo! I giorni seguenti mi sentivo sempre più piccolo e il dolore mi corrodeva l’anima.
Con gli altri fingevo che le cose andavano bene, non volevo che sapessero, e così pensavo a l’unica
cosa che mi faceva stare bene: il ricordo di noi ancora insieme.
BARISTA: Insomma, l’hai tradita tu? O ti ha tradito lei?
GIULIA: Che importanza ha non vedi come soffre!!!
BARISTA: Ho capito che soffre, ma se è finita un motivo ci sarà e a questo punto io sono curioso.
DEPRESSO: Ogni giorno ero sempre più consapevole che lei non era più mia e che qualunque cosa
facessi non aveva senso. Iniziai a non mangiare più, a non uscire più, mi ero convinto di non avere più
nessun motivo per vivere. Il mondo piano piano sembrava cadermi addosso, sembrava che le luci dei
lampioni al mio passaggio si spegnessero.. Ma non era così. Era la mia illusione, il mio pensiero che mi
portava a vedere la realtà ben diversa da com’era, e così ho deciso di partire, anzi da ripartire da zero.
ELENA: Bravo!! era quello che volevo sentirti dire. Il punto è proprio questo, non puoi crogiolarti nel tuo
dolore fino a sparire devi reagire. Devi continuare a vivere, devi buttarti in ogni situazione, devi
riappropriarti dei tuoi spazi.
GIULIA: Si devi reagire
DEPRESSO: Lo so, ma non ho la forza, non ho la spinta
BARISTA: Dovresti cambiare aria, andare in un posto dove tutto è possibile, incontrare gente che come
te non ha nulla da perdere…. (Silenzio)….. So io dove potresti andare; Amsterdam!!!
GIULIA e ELENA: (parlando tra di loro)Si, Amsterdam, città perfetta. Romantica ma non troppo,
trasgressiva quanto basta, e magari potresti incontrare la persona giusta.
DEPRESSO: non saprei, con la mia ragazza parlavamo spesso di fare un viaggio, ma Amsterdam, non
l’abbiamo mai nominata. Forse è un po’ troppo per cominciare.
BARISTA: ma no è la meta perfetta per te. Vai e sballati amico!!
ANNUNCIO VOLO PER AMSTERDAM,
ELENA: ecco hai sentito, svelto preparati
Giulia lo aiuta a prendere il bagaglio, gli stringe la mano augurandogli un buon viaggio e lo spinge verso
fuori, anche gli altri si avvicinano per salutarlo, anche se in realtà non vedono l’ora che se ne vada.
Il depresso esce di scena.