Il laboratorio di analisi cliniche e la norma ISO 15189
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Il laboratorio di analisi cliniche e la norma ISO 15189
Il laboratorio d’Analisi Cliniche e la Norma ISO 15189 Dott.ssa Pierangela Tornatore Biologa, Patologia Clinica. Dott.ssa Pierangela Tornatore 1 LABORATORI CLINICI ACCREDITATI IN EUROPA Dott.ssa Pierangela Tornatore COS’È LA QUALITÀ? UNI ISO 8402 “Insieme delle proprietà e delle caratteristiche di un prodotto o di un servizio, che conferiscono ad esso la capacità di soddisfare esigenze espresse o implicite” Dott.ssa Pierangela Tornatore 3 “VISION 2000” La versione 2000 della serie ISO 9000 contiene 3 documenti principali: 1) ISO 9000 “Sistemi di gestione per la qualità – Fondamenti e terminologia” 2) ISO 9001 “Sistemi di gestione per la qualità – Requisiti” 3) ISO 9004 “Sistemi di gestione per la qualità – Linee guida per il Miglioramento delle prestazioni” Dott.ssa Pierangela Tornatore 4 UNI EN ISO 9001:2008 “Sistemi di gestione per la qualità” Dott.ssa Pierangela Tornatore 5 “VISION 2000” Il sistema di Gestione per la Qualità secondo la ISO 9001:2000 Un approccio per processi Dott.ssa Pierangela Tornatore 6 STRUTTURA PER PROCESSI •La ISO 9001:2008 si basa su una struttura “per processi” che sostituisce la precedente struttura “per punti o elementi” della versione 1994 Dott.ssa Pierangela Tornatore 7 COS’È UN PROCESSO? •Un processo non è altro che una catena di attività correlate e interagenti attraverso le quali, partendo da certi input (entità in ingresso), si ottengono gli output (entità in uscita) desiderati INPUT PROCESSO Dott.ssa Pierangela Tornatore OUTPUT 8 A cosa serve CERTIFICARSI? Serve per “rassicurare” i clienti sul modo di operare dell’azienda; infatti scegliendo un’azienda che ha implementato un SGQ, il cliente è ragionevolmente sicuro che questa sarà in grado, con continuità nel tempo, di fornire prodotti/servizi conformi a determinati requisiti concordati. I prodotti saranno frutto di attività organizzate finalizzate ad ottenerli con date caratteristiche. Dott.ssa Pierangela Tornatore 9 Un’azienda può implementare un SGQ conforme alla ISO 9001 senza richiedere la certificazione perché la certificazione è solo una garanzia per il cliente ed opera in un mercato che non lo richiede. Di contro, anche se la norma è volontaria, per diverse categorie l’ottenimento della certificazione ISO 9001:2008 è obbligatoria (es. settore costruzione, formazione, etc) in base a specifiche disposizioni di legge. Dott.ssa Pierangela Tornatore 10 I requisiti del Sistema di Gestione per la Qualità La norma ISO 9001:2008 prevede una serie di requisiti raggruppati in 5 categorie: 1) Sistema di gestione per la qualità (requisiti generali e di documentazione) 2) Responsabilità della Direzione 3) Gestione delle risorse 4) Realizzazione del prodotto 5) Misurazioni, analisi e miglioramento Dott.ssa Pierangela Tornatore Sistema di Gestione per la Qualità • Requisiti generali: l’Organizzazione sanitaria deve identificare i suoi processi (diagnostici, terapeutici, amministrativi, etc …), stabilire le interazioni fra questi, definire le risorse necessarie e le modalità di funzionamento e controllo. • Requisiti sulla documentazione: l’Organizzazione deve descrivere il suo Sistema di Gestione per la Qualità (SGQ) mediante Politica, Obiettivi, Standard, Manuale, Procedure, Istruzioni, sistema di Registrazioni. Dott.ssa Pierangela Tornatore Requisiti sulla documentazione • • • • Politica ed obiettivi per la qualità Manuale della qualità Procedure documentate richieste dalla norma Documenti necessari per pianificazione, funzionamento e controllo dei processi • Registrazioni richieste dalla norma Dott.ssa Pierangela Tornatore Procedure documentate di sistema richieste dalla norma • Procedura della procedure (controllo dei documenti) • Procedura di gestione delle registrazioni della qualità (controllo delle registrazioni) • Procedura delle verifiche ispettive interne • Procedura di gestione delle non conformità (controllo NC e reclami) • Procedura azioni correttive • Procedura azioni preventive Dott.ssa Pierangela Tornatore Responsabilità della Direzione La Direzione dell’Organizzazione deve: sensibilizzare la Struttura sull’importanza di soddisfare le aspettative dell’Utente (il Paziente) e del Finanziatore qualora sia diverso dal Paziente (Azienda ASL o Assicurazione); definire la Politica per la Qualità e gli Obiettivi per la Qualità; effettuare i Riesami del SGQ; assicurare la disponibilità delle risorse necessarie. Dott.ssa Pierangela Tornatore Gli Obiettivi per la Qualità Gli Obiettivi per la Qualità devono essere stabiliti per ogni livello significativo dell’Organizzazione (Unità Operativa, Servizio, Ufficio) e sono coordinati in modo da garantire la soddisfazione dell’Utente e di tutte le parti interessate. Gli Obiettivi devono essere misurabili per consentire raffronti tra strutture assimilabili (benchmarking) o analisi di andamento nel tempo. Gli Obiettivi che un’Organizzazione si è data e che garantisce ai propri Utenti entrano a far parte dello “Standard di prodotto” dell’Organizzazione. Dott.ssa Pierangela Tornatore Il concetto di Processo La norma ISO 9001 chiede alle Organizzazioni di impostare le loro attività come processi, ovvero come “Insieme di attività correlate o interagenti che trasformano elementi in entrata in elementi in uscita” (Rif. UNI EN ISO 9000:2000). INPUT PROCESSO Dott.ssa Pierangela Tornatore OUTPUT Il percorso del paziente PRENOTAZIONE PRE-RICOVERO ACCETTAZIONE AMMINISTRATIVA LABORATORIO ANALISI FASE TERAPEUTICA FASE DIAGNOSTICA DIAGNOSTICA PER IMMAGINI DIMISSIONE FOLLOW UP Dott.ssa Pierangela Tornatore ACCETTAZIONE SANITARIA Autorizzazione delle Strutture Sanitarie Qualsiasi struttura sanitaria, per erogare prestazioni di prevenzione, diagnostiche, terapeutiche e riabilitative, deve essere prima di tutto autorizzata, ovvero deve soddisfare requisiti minimi che garantiscano agli Utenti che ci sono risorse e competenze sufficienti per erogare in sicurezza le prestazioni richieste. riferimento: D.Lgs n. 229/99 - Riforma ter del Servizio Sanitario Nazionale Dott.ssa Pierangela Tornatore L’accreditamento istituzionale E’ un processo attraverso il quale le strutture autorizzate, pubbliche e private, e i professionisti che ne facciano richiesta, acquisiscono lo status di soggetto idoneo ad erogare prestazioni sanitarie per conto del servizio sanitario nazionale. E’ UN ATTO OBBLIGATORIO Dott.ssa Pierangela Tornatore Accreditamento delle Strutture Sanitarie Una Struttura sanitaria che voglia fare parte dell’Albo dei fornitori del Servizio Sanitario Regionale (e di conseguenza Nazionale) deve essere accreditata, ovvero deve possedere ulteriore requisiti, stabiliti dagli Assessorati alla sanità delle varie Regioni, che dimostrino l’elevato livello qualitativo della sua organizzazione e delle sue metodologie di lavoro e pertanto l’idoneità a erogare prestazioni sanitarie in nome e per conto del SSN. riferimento: D.Lgs n. 229/99 - Riforma ter del Servizio Sanitario Nazionale Dott.ssa Pierangela Tornatore Autorizzazione vs Accreditamento Autorizzazione: enfasi su requisiti “minimi” strutturali, tecnologici e organizzativi in senso hard (dotazioni organiche, strumentali, titoli di qualificazione professionale, etc …). Accreditamento: enfasi su aspetti organizzativi in senso soft (definizione e condivisione della mission e della vision, obiettivi di crescita e sviluppo, doveri della Direzione di ascolto e comunicazione, sviluppo delle risorse umane, gestione in qualità, garanzia di qualità per i clienti “interni” ed “esterni”, miglioramento della pratica clinica, etc …). Dott.ssa Pierangela Tornatore Sistema di Gestione per la Qualità e Accreditamento istituzionale Gli schemi di accreditamento istituzionale spesso sono elaborati prendendo a riferimento le norme ISO 9000 e sono focalizzati sullo sviluppo di modalità di lavoro, da parte delle Strutture sanitarie, in grado di garantire il soddisfacimento delle aspettative espresse dagli interlocutori. La filosofia di fondo è pertanto simile a quella della normativa della serie ISO 9000. Dott.ssa Pierangela Tornatore Sistema di Gestione per la Qualità e Accreditamento istituzionale (2) La differenza fondamentale risiede nel fatto che lo sviluppo di un Sistema Qualità secondo la norma ISO 9001 permette all’Organizzazione di “parlare” un linguaggio che, oltre che essere valido per tutti i settori economici, è anche riconosciuto e applicato a livello nazionale e internazionale, mentre l’accreditamento resta confinato all’ambito sanitario-locale. Dott.ssa Pierangela Tornatore Criteri di qualità Solo con il DPR n. 328/01 i criteri di qualità sono stati introdotti come materia di esame di Stato per i biologi. Università e Ordine devono quindi fornire adeguati supporti per aiutare i biologi a conoscere questa disciplina. Dott.ssa Pierangela Tornatore 25 Conformità alle norme della serie ISO 14000 In altri Paesi già resa obbligatoria, in Italia rappresenta il “futuro prossimo” nell’ambito della certificazione. Riguarda qualunque “organizzazione” le cui attività presentano un impatto sull’ambiente (aziende produttive e di servizi, amministrazioni pubbliche, …). Dott.ssa Pierangela Tornatore 26 QUALITA’ Capacità di soddisfare esigenze di tipo morale e materiale, sociale ed economico, proprie della vita civile e produttiva, opportunamente identificate e tradotte in requisiti concreti e misurabili attraverso adeguati processi di normazione e regolazione Dott.ssa Pierangela Tornatore 27 La qualità dei SERVIZI SANITARI è la risultante di un insieme di elementi - scientifici - tecnici e tecnologici - organizzativi - procedurali - relazionali e di comunicazione in cui un ruolo determinante è svolto dalle variabili umane che interagiscono nei processi produttivi: operatore sanitario cliente della prestazione Dott.ssa Pierangela Tornatore 28 Gli elementi da considerare nella realizzazione della qualità dei servizi sanitari sono riconducibili alle seguenti categorie fondamentali : adeguata organizzazione della struttura e corretta gestione delle risorse e dei processi adeguata definizione del contenuto “tecnico” dei servizi forniti adeguata qualificazione del personale corretta esecuzione delle attività di analisi e diagnostica Standard espressi dalle norme: ISO/IEC 17025 ISO 15189 Dott.ssa Pierangela Tornatore 29 LABORATORI CLINICI e 17025 In alcuni Paesi europei esistono laboratori clinici accreditati 17025, come ad es. in Svezia, ove fin dal decennio precedente ben 80 laboratori clinici si sono accreditati 45001, quindi 17025, ma non hanno mai chiesto l’accreditamento ISO 15189. Dott.ssa Pierangela Tornatore ISO 15189 riunisce i requisiti di base dei sistemi di gestione per la qualità (tipici delle norme della serie ISO 9000 con gli specifici requisiti tecnici propri del settore considerato. pone fine alla dissociazione fra sostenitori dell'accreditamento e della certificazione è un documento di accreditamento che contiene tutti gli aspetti gestionali tipici delle norme della serie ISO 9000; è il documento di accreditamento di tutti i tipi di laboratorio clinico: chimica clinica, istopatologia, microbiologia clinica, medicina trasfusionale … Dott.ssa Pierangela Tornatore 31 favorisce un approccio comune nella gestione in qualità dei laboratori clinici in tutti gli aspetti del loro funzionamento: preparazione ed identificazione del paziente raccolta ed esame di campioni clinici personale addetto a tali servizi; pur essendo un documento di accreditamento "interno" ai laboratori clinici, è del tutto coerente con i programmi di miglioramento della qualità delle discipline cliniche ed anzi stimola a lavorare nell'interfaccia clinica-laboratorio per assicurare il perseguimento di obiettivi per la qualità realmente centrati sulle esigenze degli utenti; è lo strumento per armonizzare a livello internazionale i programmi di accreditamento dei laboratori clinici, facilitando lo scambio di esperienze ed il mutuo riconoscimento dell'accreditamento ottenuto in Paesi diversi. Dott.ssa Pierangela Tornatore 32 ISO 15189 Punto 4 Punto 5 Requisiti tecnici Requisiti del Sistema Dott.ssa Pierangela Tornatore 33 ISO 15189 Requisiti del Sistema Responsabilità della Direzione La Direzione ha la responsabilità finale circa la progettazione, l’applicazione, il mantenimento ed il miglioramento del S.Q … deve: costruire e gestire una struttura organizzativa e gestionale …; definire specifici ruoli, responsabilità ed interrelazioni di tutto il personale; garantire un adeguato addestramento a tutto il personale ed una periodica rivalutazione delle competenze. Dott.ssa Pierangela Tornatore 34 ISO 15189 Responsabilità della Direzione La Direzione deve inoltre: nominare un responsabile per la Qualità … che deve riferire direttamente alla Direzione; nominare referenti per tutte le funzioni chiave, quando applicabile; implementare degli indicatori di qualità per monitorare e valutare il contributo del laboratorio alla cura del paziente. Dott.ssa Pierangela Tornatore 35 ISO 15189 Requisiti del Sistema Sistema Qualità … Il S.Q. deve comprendere il CQI e la VEQ ma non sarà limitato ed essi … I documenti devono essere capiti e applicati … Politica ed obiettivi della qualità devono essere dichiarati dalla Direzione in un Manuale della Qualità … La Politica deve comprendere: - lo scopo del servizio; -… - gli obiettivi del S.Q.; - la garanzia che il personale … applica le politiche e le procedure; - l’impegno del laboratorio … al rispetto di questo standard internazionale. Dott.ssa Pierangela Tornatore 36 ISO 15189 Sistema Qualità Il M.Q. deve contenere : descrizione del laboratorio … politica della Qualità formazione ed addestramento del personale controllo dei documenti registrazione, conservazione ed archiviazione gestione di strumentazione, reagenti, consumabili procedura di validazione delle metodiche analitiche sicurezza aspetti ambientali … ricerca e sviluppo (se applicabile) lista degli esami profili diagnostici, modalità di raccolta e prelievo dei campioni validazione dei risultati Dott.ssa Pierangela Tornatore 37 ISO 15189 Sistema Qualità Il M.Q. deve contenere (segue): controlli di qualità eseguiti, compresa VEQ refertazione dei risultati azioni correttive e gestione dei reclami comunicazione ed altre interazioni con i pazienti, gli operatori laboratori di riferimento e fornitori verifiche ispettive interne etica … La Direzione del laboratorio deve stabilire ed implementare un piano di calibrazioni, tarature e monitoraggio che garantisca la funzionalità degli strumenti, dei reagenti e delle metodiche utilizzati Dott.ssa Pierangela Tornatore 38 Requisiti del Sistema ISO 15189 Controllo della documentazione … Il laboratorio deve definire, documentare e mantenere il processo di gestione della documentazione … Si deve procedere affinchè: • tutta la documentazione sia esaminata ed approvata dal RGQ e dalla Direzione prima di essere distribuita al personale •… solo la copia più recente sia presente nella postazione di lavoro i documenti siano periodicamente verificati, aggiornati (se necessario) ed approvati • i documenti obsoleti siano rimossi … • … se il SGQ permette la correzione a mano … la correzione deve essere chiaramente evidenziata con le iniziali e la data … •… Dott.ssa Pierangela Tornatore 39 ISO 15189 Requisiti del Sistema Riesame del contratto Il laboratorio deve definire e mantenere una procedura che garantisca che il laboratorio … è in grado di soddisfare i requisiti del contratto … Esami effettuati da laboratori di riferimento • … il laboratorio deve avere una procedura che descriva il processo di selezione e valutazione dei laboratori di riferimento e dei consulenti … • … il laboratorio deve mantenere un registro di tutti i suoi laboratori di riferimento … Dott.ssa Pierangela Tornatore 40 ISO 15189 Requisiti del Sistema Servizi e materiali provenienti dall’esterno • La Direzione del lab. deve definire e documentare le politiche ed i processi di selezione ed utilizzo dei servizi, strumenti e materiali acquistati... • … deve esistere un inventario dei materiali … Consulenza • Personale appropriato deve fornire consulenza sulla scelta degli esami … l’interpretazione dei risultati … • Deve esserci documentazione di riunioni periodiche con lo staff clinico … per fornire consulenza scientifica. Dott.ssa Pierangela Tornatore 41 ISO 15189 Requisiti del Sistema Gestione dei reclami Il laboratorio deve avere politica e procedure per la gestione dei reclami … Devono essere conservate registrazioni dei reclami e degli encomi ricevuti, della ricerca delle cause e delle azioni correttive intraprese. Gestione delle non conformità • La Direzione del laboratorio … deve designare il personale responsabile della soluzione del problema definire le azioni da intraprendere … • Deve essere valutata la significatività clinica del dato non conforme … L’esecuzione di quel tipo di analisi deve essere interrotta … Devono essere immediatamente adottate azioni correttive • … Deve essere definita la responsabilità degli operatori che autorizzano la ripresa dell’esecuzione delle analisi. Dott.ssa Pierangela Tornatore 42 ISO 15189 Requisiti del Sistema Azioni correttive Il processo di gestione delle azioni correttive deve comprendere la ricerca delle cause … Quando le N.C. evidenziate fanno sospettare che non siano seguite le politiche e le procedure del S.Q. la D. deve attivare audit nei settori interessati e valutarli nel Riesame. Azioni preventive Devono essere … attivate azioni preventive, al fine di ridurre l’indice di rischio e deve esserne verificata l’efficacia. Dott.ssa Pierangela Tornatore 43 ISO 15189 Requisiti del Sistema Miglioramento continuo • Tutti i processi devono essere sistematicamente riesaminati dalla D. per identificare potenziali cause di N.C. o opportunità di miglioramento nel S.Q. e nelle attività del laboratorio… Il laboratorio deve valutare l’efficacia dei piani di miglioramento durante il Riesame. • La D. deve garantire che il laboratorio partecipi a progetti di miglioramento in aree significative e relativi agli esiti del processo terapeutico e che il personale abbia opportunità di formazione ed aggiornamento. Dott.ssa Pierangela Tornatore 44 ISO 15189 Requisiti del Sistema Registrazione dei dati Il laboratorio deve definire e implementare un processo per l’identificazione, la raccolta, la catalogazione, l’accesso e la conservazione sicura dei dati relativi alla gestione della qualità ed agli aspetti tecnici. Tutti i dati devono essere consultabili e conservati in modo da preservarne l’integrità e garantire un agevole recupero … Dott.ssa Pierangela Tornatore 45 ISO 15189 Requisiti del Sistema Audit interni •Il laboratorio deve condurre periodicamente audit di tutti gli elementi del SGQ … gli audit devono essere programmati in modo formale, organizzati ed eseguiti dal RGQ o da personale qualificato … •Qualora vengano evidenziate N.C. o opportunità di miglioramento, il laboratorio deve intraprendere azioni correttive o preventive … Riesame della Direzione La D. deve riesaminare periodicamente … tutti i processi del lab ... I risultati del riesame devono essere contenuti in un piano comprensivo di obiettivi e piani d’azione. Il Riesame della D. deve tener conto … degli indicatori di qualità per il monitoraggio del supporto del lab. alla cura del paziente,…, N.C.,…, Valutazione dei fornitori Dott.ssa Pierangela Tornatore 46 ISO 15189 Requisiti Tecnici Personale - La D. deve avere … una politica del personale ed una descrizione delle mansioni del personale. La D. deve conservare la registrazione dei titoli e delle qualifiche professionali, aggiornamenti, esperienze e competenze del personale … registrazioni di infortuni … - La D. deve autorizzare il personale ad eseguire compiti particolari … la competenza di ogni persona a svolgere i compiti assegnati deve essere valutata inizialmente e rivalutata periodicamente. Dott.ssa Pierangela Tornatore ISO 15189 Requisiti Tecnici Infrastrutture e caratteristiche ambientali - Il lab. deve avere spazi che permettano di svolgere il carico di lavoro senza compromettere la qualità delle prestazioni e la sicurezza del personale. … Attenzione deve essere posta a sterilità, polvere, interferenze elettromagnetiche, radiazioni, umidità, fornitura elettrica, temperatura, rumori e vibrazioni … - devono essere forniti spazi e condizioni adeguate per assicurare l’integrità dei campioni, vetrini, blocchetti istologici, microrganismi, documenti, files, manuali, strumenti, reagenti, scorte, registrazioni. - … Conservazione e smaltimento dei materiali pericolosi devono seguire le norme locali Dott.ssa Pierangela Tornatore ISO 15189 Requisiti Tecnici Strumentazione di laboratorio - Il lab. deve avere tutti gli strumenti necessari per erogare il proprio servizio … Ogni strumento deve essere contrassegnato in modo univoco, marcato o altrimenti identificato, registrato e devono essere conservate la registrazioni … - Gli strumenti devono essere mantenuti in condizioni di sicurezza … Fase pre-analitica - Il modulo di richiesta deve contenere sufficienti informazioni per identificare il paziente e il richiedente, e fornire dati clinici pertinenti … - Il lab. deve avere predisposto un manuale di istruzioni per la raccolta appropriata dei campioni … Dott.ssa Pierangela Tornatore ISO 15189 Requisiti Tecnici Fase pre-analitica (segue) - … I campioni senza appropriata identificazione non devono essere accettati o processati. - Quando vi è incertezza nell’identificazione del campione o nella stabilità degli analiti (liquor, biopsia…) e il campione non è riprelevabile oppure è critico, il laboratorio può scegliere inizialmente di processarlo senza refertare i risultati finchè l’operatore che ha effettuato la raccolta o il clinico richiedente non si assume la responsabilità di identificarlo … - Il lab. deve monitorare le condizioni di trasporto dei campioni … - Il lab. deve avere, se applicabile, una procedura per il ricevimento, l’etichettatura, il trattamento e la refertazione dei campioni specificatamente segnalati come urgenti … Dott.ssa Pierangela Tornatore Requisiti Tecnici ISO 15189 Fase pre-analitica (segue) - … i campioni devono essere conservati per un periodo specificato, in condizioni che assicurano la stabilità degli analiti o delle proprietà del campione … Procedure analitiche - Sono preferite metodiche che sono state pubblicate in pubblicazioni autorevoli, testi opeer-review, linee-guida internazionali, nazionali o regionali. Se si usano procedure proprie, queste devono essere adeguatamente validate e ampiamente documentate … Se il lab. intende cambiare una procedura analitica che implica una modifica significativa dei risultai o della loro interpretazione, deve illustrarle agli utenti con una comunicazione scritta, prima dell’introduzione della modifica. Dott.ssa Pierangela Tornatore Fase Pre-analitica Il laboratorio deve avere una raccolta di procedure per la gestione del campione. Devono essere preparate : Copie di: Lista degli esami Moduli di consenso informato Informazioni relative alla preparazione del paziente Procedure per: Preparazione del paziente Identificazione del campione primario Raccolta del campione Dott.ssa Pierangela Tornatore ISO 15189 Requisiti Tecnici Assicurazione Qualità delle procedure analitiche - Il laboratorio deve progettare e diffondere al suo interno un sistema di controllo della qualità analitica. - Deve esistere un programma per la calibrazione/taratura dei sistemi di misura e per la verifica dell’accuratezza … - Il laboratorio deve partecipare a programmi di confronto interlaboratorio. La D. deve verificare i risultati delle VEQ e partecipare alla implementazione di eventuali azioni correttive. Dott.ssa Pierangela Tornatore ISO 15189 Requisiti Tecnici Fase post-analitica - Personale autorizzato deve sistematicamente riesaminare i risultati degli esami, valutarli a fronte delle informazioni cliniche disponibili e autorizzare il rilascio dei risultati Refertazione dei risultati - … La D. del laboratorio condivide con il richiedente la responsabilità di assicurare che i referti siano ricevuti da personale autorizzato entro un termine concordato - I risultati devono essere leggibili, senza errori di trascrizione e comunicati a personale autorizzato a ricevere e utilizzare dati clinici … Dott.ssa Pierangela Tornatore ISO 15189 Requisiti Tecnici Refertazione dei risultati (segue) -La descrizione delle analisi eseguite ed i risultati devono seguire il vocabolario e la sintassi raccomandate da una o più dei seguenti organismi: • European Committee for Standardisation (CEN) • International Federation of Clinical Chemistry and laboratory Medicine (IFCC) • International Union of Pure and Applied Chemistry (IUPAC) • World Health Organization (WHO) Dott.ssa Pierangela Tornatore ISO 15189 Requisiti Tecnici Refertazione dei risultati (segue) -Il referto deve indicare se la qualità del campione ricevuto non era adeguato per l’analisi o avrebbe potuto comprometterne il risultato - Il laboratorio deve definire gli intervalli di “allarme”o “critici”, in accordo con i clinici utenti del laboratorio - Qualora venga trasmesso un referto provvisorio, deve seguire l’invio del referto definitivo al richiedente - Deve esistere una politica per comunicare i ritardi nella consegna di esiti significativi - Devono esistere procedure per la consegna dei referti … Dott.ssa Pierangela Tornatore E’ auspicabile che i laboratori clinici si accreditino e che il legislatore preveda cio’, tutelando la salute del cittadino!!!!!!! Dott.ssa Pierangela Tornatore Esempio d’ Implementazione dei criteri di qualità in un laboratorio clinico Dott.ssa Pierangela Tornatore Il controllo di qualità e le disposizioni di legge L’articolo 124 del DPCM del 10.2.84 prevede che : Il controllo di qualità interlaboratorio ha lo scopo di garantire nel tempo l’affidabilità del dato analitico. A tale fine è fatto obbligo a tutti i laboratori di analisi cliniche, per le determinazioni quantitative di impiego corrente : • dell’uso giornaliero di standard per la calibrazione degli strumenti analitici • dell’uso, con frequenza almeno settimanale di materiale di controllo di titolo noto per il controllo dell’accuratezza dell’analisi; • dell’allestimento e dell’aggiornamento delle carte di controllo con calcolo periodico dei coefficienti di variazione. Nel caso di determinazioni saltuarie, i controlli dovranno essere effettuati di volta in volta; nel caso di test qualitativi si dovrà fare uso regolare di materiale di controllo rispettivamente positivo e/o negativo.” Dott.ssa Pierangela Tornatore ERRORI DI MISURA • Errori sistematici: si ripetono tutte le volte che si effettua un tipo di analisi con lo stesso metodo, hanno una causa conosciuta o individuabile: poca sensibilità o aspecificità di un metodo; reattivi o soluzioni standard non sufficientemente pure, manualità errata dell’operatore ed etc. • Errori casuali: sono inevitabili e vengono compiuti senza che l’operatore se ne renda conto. Si deve agli errori casuali se, ripetendo l’analisi in condizioni analitiche costanti, si ottengono risultati differenti, distribuiti con una certa regolarità attorno al valore medio. Gli errori sono imputabili all’analista e alle condizioni operative. La casualità di questo tipo di errori ne consente lo studio statistico. Dott.ssa Pierangela Tornatore Controllo di qualità • controllo intralaboratorio : - standard - calibratori • controllo extralaboratorio : - ente predisposto Careggi - frequenza del controllo trimestrale - ricezione dei risultati con grafici vari Dott.ssa Pierangela Tornatore Dott.ssa Pierangela Tornatore Dott.ssa Pierangela Tornatore Dott.ssa Pierangela Tornatore Dott.ssa Pierangela Tornatore Dott.ssa Pierangela Tornatore Dott.ssa Pierangela Tornatore Dott.ssa Pierangela Tornatore Dott.ssa Pierangela Tornatore Dott.ssa Pierangela Tornatore Dott.ssa Pierangela Tornatore CQ •consente al laboratorio di confrontare le proprie prestazioni a quelle di altri laboratori che usano metodi simili o diversi; •aiuta il dirigente a scegliere i metodi e/o i sistemi analitici più affidabili; •è un forte stimolo all’industria del settore per il miglioramento dei metodi e dei sistemi analitici; •aumenta la fiducia dell’analista nel proprio lavoro quotidiano, stimola il morale dell’equipe e ne gratifica l’impegno; •consente di valutare i miglioramenti delle performance del laboratorio dopo il cambio di metodi analitici, apparecchiature, tecnici, ecc.; •consente di apprezzare i miglioramenti di accuratezza derivanti da proposte innovative di standardizzazione (proteine specifiche, lipoproteine, enzimi). Dott.ssa Pierangela Tornatore Fase postanalitica • validazione dei risultati delle analisi da parte dei responsabili di settore • preparazione del referto con particolare attenzione alle note • firma del referto • eventuale comunicazione con i medici Dott.ssa Pierangela Tornatore Conclusioni • benefici del modello adottato : - alto standard qualitativo (dai grafici è risultato migliore della media degli altri laboratori) - riduzione degli extracosti - focalizzazione sull’efficacia più che sull’efficienza - ridotto tempo di attesa • miglioramento continuo : - analisi delle best practice - obbiettivi sempre più ambiziosi - motivazione del personale • report : - migliorie ottenute - punti deboli da migliorare - identificazione di alternative organizzative Dott.ssa Pierangela Tornatore Parametri chimici per la costituzione di un piano nutrizionale personalizzato Dott.ssa Pierangela Tornatore La nutrizione e l’uomo … vizi e virtù Virtù Vizi Dott.ssa Pierangela Tornatore Un omaggio alla tradizione sarda agro alimentare: il mirto Dott.ssa Pierangela Tornatore Calorie in ingresso Consumo di calorie Tessuto adiposo Obesità Diabete Dislipidemia Sindrome metabolica Dott.ssa Pierangela Tornatore Sindrome metabolica •Fattori eziologici: Obesità Resistenza insulinica •Associati •Concomitanti Dott.ssa Pierangela Tornatore Sindrome metabolica Obesità Adiposità viscerale Adipociti Rinnovato interesse degli adipociti nel processo di sviluppo del diabete e della malattia cardiovascolare Dott.ssa Pierangela Tornatore IL DIABETE Il diabete è dato da un aumento del valore della glicemia, è caratterizzato da alterazioni metaboliche di carboidrati, proteine e lipidi, e da complicanze che interessano: • Occhi • Reni • Nervi • Vasi sanguigni inoltre provoca lesioni delle membrane basali Dott.ssa Pierangela Tornatore Classificazione del diabete (I) • Classificazione dell’ American Diabetes Association ( ADA ) Tipo 1 Caratterizzato dalla distruzione delle betacellule, di solito porta ad una insulino-deficienza assoluta. Ha due forme: Diabete Mellito Immuno-Mediato (Immune-Mediated Diabetes Mellitus): Risulta da una distruzione mediata autoimmune delle beta cellule del pancreas. Diabete Mellito Idiopatico (Idiopathic Diabetes Mellitus): Riferito a forme della malattia che non hanno eziologia conosciuta Dott.ssa Pierangela Tornatore Classificazione del diabete (II) Disturbo di insulino resistenza che usualmente ha una relativa (anziché assoluta) insulino-deficienza. Tipo 2 Può variare da un'insulino-resistenza predominante con una insulinodeficienza relativa ad una insulino-deficienza predominante con qualche insulino- resistenza Dott.ssa Pierangela Tornatore Classificazione del diabete (II) Alterata Omeostasi Glicemica (IGH) Stato metabolico intermedio tra omeostasi glicemica normale e diabete. Fattore di rischio per il diabete e malattie cardivascolari. Alterata Glicemia a Digiuno (IFG: Impaired Fasting Glucose) Glicemia a digiuno superiore alla norma, ma non patologica. Alterata Tolleranza al Glucosio (IGT: Impaired Glucose Tolerance) Glicemia superiore alla norma, ma non patologica, a seguito della somministrazioni di 75grammi di glucosio. Dott.ssa Pierangela Tornatore Classificazione del diabete (II) Intolleranza al glucosio in gravidanza. Diabete La definizione è rimasta invariata rispetto a prima. Mellito Gestazionale (GDM) Dott.ssa Pierangela Tornatore Classificazione del diabete (II) • • • • Altri tipi specifici • • • • • Diabete causato da altre eziologie identificabili. Difetti genetici della funzione delle cellule beta (p.e., MODY 1, 2, 3) Difetti genetici dell'azione dell'insulina Disturbi del pancreas esocrino (p.e., cancro del pancreas, cisti fibrosa, pancreatite) Endocrinopatie (p.e., di Cushing) Indotto da farmaci o agenti chimici (p.e., steroidi) Infezione (p.e., rubella, Coxsackie, CMV) Forme non comuni di diabete immuno-correlato Altre sindromi genetiche Dott.ssa Pierangela Tornatore Differenza tra diversi tipi di diabeti • differenze di tipo anatomico – funzionale • differenze nei tipi di intervento da applicare ai singoli pazienti (one 2 one), ad esempio: Terapia insulinica Terapia esclusivamente dietetica • differenti complicanze, ad esempio: Microangiopatia diabetica Obesità e rischio coronarico • è quindi fondamentale una corretta classificazione che permetta di programmare strategie educative di intervento differenti a seconda del tipo di paziente da trattare Dott.ssa Pierangela Tornatore Attività fisica e diabete • i benefici dell’attività fisica, svolta almeno per tre volte la settimana, per i soggetti diabetici sono: Il compenso glicemico il profilo lipidemico Il benessere generale • Per i pazienti obesi si consigliano sedute con frequenza maggiore, ovvero di almeno 5 alla settimana • In questo modo, grazie all’attività sportiva, si raggiunge un buon controllo del diabete • l’attività fisica non deve essere vista come un evento particolare, ma usuale nella vita del soggetto diabetico Dott.ssa Pierangela Tornatore Attività fisica e diabete Dott.ssa Pierangela Tornatore Mete glicemiche nel controllo del diabete Meta Accettabile [mg/dl] Ideale [mg/dl] Digiuno 60 – 130 70 – 100 Preprandiale 60 – 130 70 – 100 Postprandiale < 200 < 160 I valori riportati nella tabella sono riferiti a pazienti sani sotto i 65 anni Dott.ssa Pierangela Tornatore Screening del diabete mellito in soggetti presumibilmente sani • Soggetti sani e normopeso: frequenza consigliata da ADA almeno 1 volta ogni 3 anni (aggiornamento riferito a marzo del 2000) Timing analisi consigliata a digiuno • Caratteristiche che comportano un aumento della frequenza di analisi, (maggiore probabilità di contrarre la malattia) : Obesità Parentela con persona diabetica Appartenenza ad alcuni gruppi etnici predisposti alla malattia Ipertensione Trigliceridi nel siero > 200 mg/dl Colesterolo HDL nel siero < 35 mg/dl Inattività fisica Dott.ssa Pierangela Tornatore Screening del diabete tipo 2 • Soggetti sani e normopeso con età superiore ai 45 anni: frequenza consigliata da ADA almeno 1 volta ogni 3 anni Tipo di analisi consigliato : glicemia plasmatica • Soggetti con fattori di rischio: frequenza consigliata da ADA più di 1 volta ogni 3 anni Anche in età inferiore ai 45 anni Tipo di analisi consigliato : glicemia plasmatica Dott.ssa Pierangela Tornatore Screening del diabete tipo 2 • Caratteristiche che contraddistinguono l’ analisi glicemica : Rapidità di esecuzione Operazioni semplici Metodo facile Costo ridotto Ben accettato dal paziente Dott.ssa Pierangela Tornatore Esami ematochimici da richiedersi • GLICEMIA • PROFILO GLICEMICO • TEST DA CARICO DI GLUCOSIO • HbA1c EMOGLOBINA GLICATA • FRUTTOSAMINA • INSULINA • GLUCAGONE Dott.ssa Pierangela Tornatore GLICEMIA (I) I normali valori di glicemia dipendono dalla quantità di zuccheri immessa nel sangue e da quella rimossa dai tessuti periferici: a. Muscolo b. Sistema nervoso centrale e periferico c. Tubuli renali d. Globuli rossi Dott.ssa Pierangela Tornatore GLICEMIA (I) v.n. : neonati 29-90 mg/dl adulti 60-110 mg/dl I normali valori di glicemia dipendono dalla quantità di zuccheri immessa nel sangue (esogene ed endogena) e da quella rimossa dai tessuti periferici: muscolo, sistema nervoso centrale e periferico, tubuli renali, globuli rossi. Dott.ssa Pierangela Tornatore GLICEMIA (II) l’ omeostasi glicemica dipende dai seguenti fattori : a. Adeguata introduzione di glucosio con la dieta b. Utilizzazione periferica c. Riserva epatica dello zucchero “glicogeno” d. Intervento di numerosi fattori di natura ormonale : l’insulina e la somatostatina ad azione ipoglicemizzante; e. il glucagone, i gluccorticoidi, le catecolamine, gli ormoni tiroidei, l’ormone somatotropo ed adrenocoricotropo ad effetto iperglicemizzante e perciò detti “controinsulari” Dott.ssa Pierangela Tornatore GLUCOSURIA • TOTALE • FRAZIONATO Dott.ssa Pierangela Tornatore GLUCOSURIA • TOTALE Limite tubolare massimo di riassorbimento del glucosio : 180 mg/dl Concentrazione maggiore porta alla glicosuria • FRAZIONATO Se controllato permetteva di ottimizzare la posologia dell’insulina durante le 24 ore Strategia di trattamento one 2 one a seconda della sensibilità all’ormone di ogni singolo paziente Dott.ssa Pierangela Tornatore PROFILO GLICEMICO • GLICEMIA ore 8,00 valore di riferimento 60-110 mg/dl • GLICEMIA ore 11,00 valore di riferimento 60-110 mg/dl • GLICEMIA ore 14,00 valore di riferimento 60-140 mg/dl • GLICEMIA ore 18,00 valore di riferimento 60-110 mg/dl Dott.ssa Pierangela Tornatore Curva da carico: risultati Digiuno [mg/dl] Picco 30’, 60’, 90’ [mg/dl] 120’ dal carico [mg/dl] Test normale < 105 < 180 < 120 Alterata tolleranza glucidica < 115 180 – 200 120 – 140 Diabete conclamato Oltre 115 > = 200 > = 140 • I valori glicemici sono riferiti a dosaggio su plasma impiegando un metodo di misurazione del glucosio “vero”. • Devono essere soddisfatti tutti e tre i criteri per la diagnosi, altrimenti il test è considerato non diagnostico Dott.ssa Pierangela Tornatore Curva da carico: diagnosi Mediante l’OGTT si fa diagnosi di : - in presenza di glicemia a digiuno normale o dubbia con glicemia alla seconda ora >= 200 mg/dl; DIABETE - quando la glicemia alla seconda ora è compresa tra 140 e 199 mg RIDOTTA TOLLERANZA AI CARBOIDRATI (IGT) Dott.ssa Pierangela Tornatore EMOGLOBINA GLICOSILATA HbA1c • L’emoglobina glicosilata è formata da una reazione pressoché irreversibile nel corso della quale il glucosio viene legato all’emoglobina. • La percentuale di emoglobina che viene glicosilata dipende dall’età del globulo rosso e dalla concentrazione di glucosio a cui l’emazia è esposta; avvenuta la glicosilazione, l’emoglobina rimane in tale forma per tutta la vita dell’emazia. • Calcolando la vita media dei globuli rossi intorno a 120 giorni, la percentuale di emoglobina glicosilata nei soggetti normoglicemici è del 68%, in quelli iperglicemici del 10-17% o più. • Il processo di glicosilazione è piuttosto lento e la concentrazione di emoglobina glicosilata non varia con le oscillazioni giornaliere della glicemia, ma rappresenta un indice dei valori glicemici presenti nei giorni e nelle settimane precedenti. Dott.ssa Pierangela Tornatore FRUTTOSAMINA • misura la concentrazione di proteine sieriche stabilmente glicosilate, fornendo una stima dei livelli glicemici presenti nelle 1-3 settimane precedenti. • È utilizzata per monitorare la terapia antidiabetica . • Rispetto all’HbA1c non è influenzata dalla presenza di Hb patologiche, dall’aumentato turnover dei globuli rossi e rivela più precocemente variazioni glicemiche. Dott.ssa Pierangela Tornatore INSULINA • L’insulina è un ormone proteico sintetizzato dalle beta-cellule delle isole pancreatiche sotto forma di proinsulina inattiva costituita dalle catene A e B connesse da un polipeptide ( peptide C ) dal cui distacco origina l’insulina attiva. • La secrezione insulinica è regolata da numerosi fattori, tra i quali è fondamentale il glucosio. • È un ormone ipoglicemizzante che esplica la sua azione su : - metabolismo gluciglico - stimolazione della glicolisi e della glicogenosintesi, - inibizione della gluconeogenesi, - attivazione della penetrazione del glucosio delle cellule; - metabolismo proteico: attivazione della sintesi proteica, di DNA e di RNA; - metabolismo lipidico: attivazione della biosintesi degli acidi grassi,dei trigliceridi e dei fosfatidi da prodotti del catabolismo glucidico. Dott.ssa Pierangela Tornatore •Sequenza di attivazione dell'insulina e rilascio del peptide C Dalla molecola della pre-proinsulina si distacca prima il peptide segnale, poi si formano i ponti disolfuro (S-S) tra due sequenze peptidiche (proinsulina). Tutto il frammento intermedio tra le due catene legate dai ponti disolfuro, il peptide C, si distacca e resta la molecola di insulina attiva. Dott.ssa Pierangela Tornatore PEPTIDE C • Il peptide C è un frammento di 31 aminoacidi originato dalla trasformazione della proinsulina in insulina è indice dell’attività secretoria della beta-cellule pancreatiche in quanto la secrezione di insulina e di peptide C è equimolare. • La determinazione consente di valutare la capacità secretoria residua delle beta-cellule nei diabetici sottoposti a terapia insulinica ed i livelli di insulina in presenza di anticorpi anti-insulina esogena, nonché di avvalorare il sospetto diagnostico di insulinoma (valori elevati). Dott.ssa Pierangela Tornatore GLUCAGONE • Il glucagone è un ormone polipeptidico prodotto dalle cellule alfa del pancreas in risposta all’ipoglicemia. • E’ in parte utilizzato e metabolizzato dal fegato ed in parte eliminato per via renale. • E’ essenzialmente un ormone iperglicemizzante antagonista dell’insulina. Dott.ssa Pierangela Tornatore Anticorpi sierici • esami effettuati per diagnosticare la fase iniziale del diabete di tipo 1 • esami effettuati per individuare soggetti a rischio di sviluppare diabete di tipo 1 Dott.ssa Pierangela Tornatore Anticorpi sierici anti citoplasma delle cellule insulari (ICA) • sono immunoglobuline di classe G dirette contro un antigene intracitoplasmatico delle cellule dell’insula • colpiscono un antigene comune a tutte e quattro le popolazioni cellulari dell’insula • non hanno alcun effetto citotossico •Presentano un’alta flessibilità di utilizzo Dott.ssa Pierangela Tornatore Anticorpi sierici anti citoplasma delle cellule insulari (ICA) • sono anticorpi presenti in più del 95% dei casi di diabete di tipo 1 in fase iniziale e tendono poi a ridursi fino alla scomparsa • si attribuisce a questi anticorpi un ruolo predittivo della comparsa di diabete Dott.ssa Pierangela Tornatore Anticorpi sierici anti citoplasma delle cellule insulari (ICA) Parenti grado 1 di ammalati 50% entro 9 anni Portatori di ICA Dott.ssa Pierangela Tornatore DIABETE Anticorpi sierici anti citoplasma delle cellule insulari (ICA) Parenti grado 1 di ammalati •Portatori di ICA 63% entro 9 anni •Portatori di IAA Dott.ssa Pierangela Tornatore DIABETE Anticorpi anti - insulina (IAA) Alti livelli di IAA implicano avvicinamento alla malattia Hanno valore predittivo solo nei soggetti < 10 anni età individuo IAA correlazione inversa durata fase preclinica Dott.ssa Pierangela Tornatore Diabete e fattori di rischio cardiovascolari Nel soggetto diabetico vi è una maggiore incidenza di malattie cardiovascolari dovuto all’alterato metabolismo lipidico Elevati livelli di colesterolo plasmatici causano arterosclerosi che può provocare l’infarto del miocardo e l’ictus cerebrale La dislipidemia è una alterazione della quantità di grassi normalmente presenti nel sangue. Dott.ssa Pierangela Tornatore DISLIPIDEMIE Le dislipidemie sono patologie dismetaboliche caratterizzate da alte concentrazioni plasmatiche di : - lipidi (colesterolo e/o trigliceridi) - lipoproteine. Dott.ssa Pierangela Tornatore Diabete e fattori di rischio cardiovascolari Dott.ssa Pierangela Tornatore Diabete e fattori di rischio cardiovascolari Dott.ssa Pierangela Tornatore LIPIDI I lipidi sono molecole scarsamente solubili in acqua e possono essere classificati in - lipidi semplici : colesterolo ed acidi grassi - lipidi complessi : esteri del colesterolo ed esteri del glicerolo (trigliceridi e fosfolipidi) i lipidi sono un deposito di energia, costituiscono componenti essenziali: - delle membrane cellulari, - della bile, - di vitamine - ormoni. Dott.ssa Pierangela Tornatore COLESTEROLO • può esistere in 2 forme: - libero - esterificato con un acido grasso. • è di sintesi endogena, la cui produzione avviene principalmente nel fegato e nell’intestino. • serve per la produzione degli ormoni steroidei, della vit D , degli acidi biliari e delle membrane cellulari. • La biosintesi del colesterolo a livello epatico è regolata dall’enzima 3-idrossi 3metilglutaril coenzima A (HMG-CoA) reduttasi che costituisce l’enzima chiave per la biosintesi endogena del colesterolo. • Il colesterolo esogeno ossia quello introdotto con la dieta ha un ruolo importante nella regolazione dell’attività di questo enzima : infatti l’organismo modula la produzione di colesterolo in base alle quantità fornite dalla dieta . In particolare, elevati livelli di colesterolo agiscono inibendo l’attività dell’HMG-CoA Dott.ssa Pierangela Tornatore reduttasi. ACIDI GRASSI • Sono la forma più semplice di lipidi e vengono classificati in base al numero di doppi legami all’interno della molecola in : - saturi (grassi animali), - monoinsaturi - polinsaturi (oli vegetali). • La maggior parte di essi può essere sintetizzata dall’organismo, mentre alcuni acidi grassi, che sono definiti essenziali, debbono essere introdotti con la dieta. Dott.ssa Pierangela Tornatore LIPIDI COMPLESSI • Sono acidi grassi legati (esterificati) a molecole che contengono alcoli. Sono classificati in esteri del colesterolo ed esteri del glicerolo (trigliceridi e fosfolipidi). - esteri del colesterolo : formati da una molecola di colesterolo e un acido grasso. Costituiscono le molecole di riserva del colesterolo tissutale e si trovano principalmente all’interno delle lipoproteine . - trigliceridi : sono costituiti da una molecola di glicerolo e tre di acidi grassi. Sono una fonte energetica alternativa in caso di carenza energetica di carboidrati. Si trovano principalmente nel tessuto adiposo. - Fosfolipidi : sono costituiti da una molecola di glicerolo, due acidi grassi e da un gruppo fosfato, si caratterizzano per la presenza di una superficie solubile in acqua ed una nei grassi. Sono un costituente fondamentale delle membrane cellulari. • Il colesterolo e i trigliceridi sono insolubili in acqua per cui per essere trasportati nel circolo ematico sono associati a proteine (apolipoproteine) a formare le lipoproteine. Dott.ssa Pierangela Tornatore LIPOPROTEINE • Le lipoproteine sono molecole sferiche che trasportano nel plasma lipidi idrofobici e sono costituite da uno strato superficiale idrofilo. • I componenti più importanti delle lipoproteine sono: - Colesterolo - Trigliceridi - fosfolipidi - apolipoproteine Dott.ssa Pierangela Tornatore CLASSIFICAZIONE DELLE LIPOPROTEINE (I) LIPOPROTEINE ORIGINE COMPOSIZIONE LIPIDI COMPOSIZIONE PROTEINE chilomicroni Intestino 85 % trigliceridi, 2 % colesterolo 4 % esteri del colesterolo, 7 % fosfolipidi 2% VLDL Fegato 55 % trigliceridi, 4 % colesterolo 16 % esteri del colesterolo, 17 % fosfolipidi 10 % IDL VLDL 40 % trigliceridi, 5 % colesterolo 25 % esteri del colesterolo, 20 % fosfolipidi 18 % LDL IDL 6 % trigliceridi, 7 % colesterolo 46 % esteri del colesterolo, 21 % fosfolipidi 25 % HDL Tessuti 4% trigliceridi, 5% colesterolo 16 % esteri del colesterolo, 25 % fosfolipidi 40 - 55 % Lipoproteina Fegato 30 - 50 % Dott.ssa Pierangela Tornatore CLASSIFICAZIONE DELLE LIPOPROTEINE (II) CHILOMICRONI • Sono le liproteine che compaiono in circolo a seguito di un pasto. • Trasportano i grassi esogeni dall’intestino tenue alle sedi di utilizzo e di deposito. Dott.ssa Pierangela Tornatore CLASSIFICAZIONE DELLE LIPOPROTEINE (II) VLDL •Sono i principali carriers dei trigliceridi endogeni e del colesterolo epatico, che trasportano alle sedi di impiego o di deposito Dott.ssa Pierangela Tornatore CLASSIFICAZIONE DELLE LIPOPROTEINE (IV) LDL • Generate dalle IDL, trasportano il 60-70% del colesterolo del sangue verso i tessuti. Dott.ssa Pierangela Tornatore CLASSIFICAZIONE DELLE LIPOPROTEINE (V) HDL • Trasportano il 20-30% del colesterolo del sangue dai tessuti verso il fegato per l’escrezione. • Le HDL permettono il trasporto inverso del colesterolo, che proviene dalla degradazione periferica. Questo processo prende il nome di : Trasporto inverso del colesterolo • Il trasporto inverso del colesterolo riguarda le lipoproteine A1, ovvero le principali proteine delle HDL. Queste rimuovono l’eccesso di colesterolo nelle cellule periferiche iniziando a costituire le HDL. Dott.ssa Pierangela Tornatore Densità e diametro delle lipoproteine Dott.ssa Pierangela Tornatore Screening dei pazienti • Una strategia globale per la prevenzione delle patologie cardiovascolari nella popolazione generale deve prevedere uno screening della popolazione, che può essere attuato secondo due modalità: - lo screening di massa - lo screening individuale Dott.ssa Pierangela Tornatore Screening dei pazienti • L’ approccio individuale (ovvero lo screening individuale) prevede la valutazione del singolo soggetto sulla base di: - tutti i fattori di rischio cardiovascolari - patologie concomitanti - storie familiari - esame fisico e anamnesi clinica Dott.ssa Pierangela Tornatore Gli esami di laboratorio Le linee-guida statunitensi NCEP (National Cholesterol Educational Program) raccomandano di misurare con test ematico almeno 2 parametri: • i livelli di colesterolo totale • i livelli di HDL-C. Nei soggetti a rischio elevato, ad esempio in pazienti con patologie cardiovascolari in corso, dovrebbe essere valutato tutto il profilo lipidico a digiuno: • livelli di colesterolo totale, • livelli di HDL, • livelli di LDL • livelli di trigliceridi. Dott.ssa Pierangela Tornatore CLASSIFICAZIONE DELLE DISLIPIDEMIE DISLIPIDEMIE SECONDARIE • Le dislipidemie secondarie, che possono anche coesistere con forme di dislipidemie primitive, riconoscono una causa favorente e possono insorgere come conseguenza di : • patologie (obesità, diabete e insufficienza renale) • assunzione di alcool, • assunzione di farmaci (ad es.diuretici tiazidici) • assunzione di ormoni (ad es. steroidi o contraccettivi orali) • stasi biliare • gravidanza Dott.ssa Pierangela Tornatore Conclusioni • sviluppo di una dieta personalizzata e ottimizzata (one 2 one) : - frazioni lipidiche - frazioni proteiche - frazioni di carboidrati - totale calorie da introdurre - suddivisione nei diversi periodi della giornata • attenzione ai gusti del paziente : - regime dietetico meno rigido ma … - costante !!! • stesura di un programma e di un percorso di educazione che : - responsabilizzi il paziente - lo renda consapevole dell’importanza di una corretta alimentazione e di una moderata e costante attività fisica Dott.ssa Pierangela Tornatore Dott.ssa Pierangela Tornatore