Linee guida def - Reti e telecomunicazioni

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Linee guida def - Reti e telecomunicazioni
Provincia autonoma di Trento
Servizio Reti e Telecomunicazioni
Linee guida per la realizzazione della distribuzione orizzontale
per la rete provinciale di accesso in fibra ottica
NGN (Next Generation Network)
Agosto 2012
Indice
1. AMBITO DI APPLICAZIONE DELLE PRESENTI LINEE GUIDA
3
2. PREMESSA E STRUTTURA DELLA RETE NGN (NEXT GENERATION NETWORK)
5
3. FIBRE E LORO GERARCHIA: TRANSITO E ACCESSO
8
4. CRITERI E MODALITA’ DI DIMENSIONAMENTO DELLE TUBAZIONI
12
4.1. DIMENSIONAMENTO A PROGETTO
12
5. PRESCRIZIONI DI PROGETTO PER LA RETE DI ACCESSO
5.1 CRITERI INERENTI LA PROFONDITA’ DI POSA DELLE TUBAZIONI
14
14
5.2 POSIZIONAMENTO E DIMENSIONAMENTO DEI POZZETTI DI CONSEGNA UTENTE
15
5.3 POSIZIONAMENTO E DIMENSIONAMENTO DEI POZZETTI DI LINEA
17
5.4 ULTERIORI CRITERI E SPECIFICHE ESECUTIVE
19
6. SCHEMI ESEMPLIFICATIVI
22
7. MATERIALI
28
7.1 MONOTUBI / TRITUBI
28
7.2 TUBO CORRUGATO DOPPIA PARETE IN BARRE RIGIDE
29
7.3 MICROTUBO DA INTERRO
30
8. AS-BUILT
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9. DIMENSIONAMENTO INFRASTRUTTURA IN ASSENZA DI PROGETTO
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1. AMBITO DI APPLICAZIONE DELLE PRESENTI LINEE GUIDA
Le presenti linee guida riguardano la realizzazione della rete di accesso in fibra ottica
della Provincia di Trento, da effettuarsi principalmente lungo la rete viaria (su suolo di
proprietà pubblica). Per quanto riguarda invece le linee guida per il completamento
della rete interna agli edifici privati (ovvero sul terreno privato circostante gli stessi), si
rimanda invece al contenuto delle “Linee guida per le predisposizioni dei collegamenti in
fibra ottica all’interno degli edifici”.
Più specificamente, l’ambito di applicazione delle presenti linee guida riguarda:
- Interventi di esclusiva realizzazione o completamento della rete di distribuzione in
fibra ottica.
- Interventi in ambito urbano di ripavimentazione e/o arredo urbano che prevedano
la posa di pavimentazioni pregiate (sia suolo pubblico sia su suolo privato).
- Interventi di ripavimentazione stradale su suolo pubblico in ambito urbano o suburbano.
- Concomitanze di scavi per la posa o la manutenzione di altre infrastrutture (reti
gas, H2O, BT, fognature, Illuminazione pubblica, ecc.) realizzate da amministrazioni
comunali, aziende municipalizzate, ditte lottizzanti, consorzi di bonifica, ecc..
Le figure direttamente interessate dalle presenti Linee Guida risultano quindi essere:
-
i progettisti dei sopradetti interventi pubblici
-
I progettisti dei Piani Attuativi, anche in ambito privato
-
le amministrazioni pubbliche (uffici tecnici / viabilità / reti /allacci dei comuni)
-
le amministrazioni e gli uffici tecnici delle diverse aziende di fornitura e distribuzione
di servizi (gas, energia elettrica, acquedotto, fognatura, teleriscaldamento,
telecomunicazioni dedicate, ecc.)
NOTA: le presenti linee guida sono vincolanti per le “aree urbane” oltre che per i
collegamenti viari fra le stesse. Le “aree urbane” corrispondono a quelle definite
dall’insieme degli insediamenti (rif. Tematismo “PUPINS”) consultabile sulla carta del
“Sistema
insediativo
e
Reti
infrastrutturali”
in
scala
1:25'000
(vedi
http://www.urbanistica.provincia.tn.it/pianificazione/piano_urbanistico_provinciale/cartografia/pagina98.html)
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Tale tematismo deriva dalla carta dell’uso del suolo pianificato del “Piano
Urbanistico Provinciale” e comprende:
-
CENTRI STORICI
ZONE PER INSEDIAMENTI
URBANIZZATE
AREE PRODUTTIVE
AREE PER ATTREZZATURE
AREE DI RIQUALIFICIAZIONE URBANA E TERRITORIALE
Per quanto riguarda le zone esterne ai precedenti perimetri di “aree urbane” è
richiesta la verifica con il competente servizio provinciale ai fini dell’effettuazione di una
puntuale valutazione dell’intervento.
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2. PREMESSA E STRUTTURA DELLA RETE NGN (NEXT GENERATION NETWORK)
La Provincia autonoma di Trento, accogliendo una chiara indicazione dell’Unione
Europea, è da tempo attivamente impegnata nello sviluppo di una rete a larga banda;
tale intervento ha lo scopo di migliorare il livello di infrastrutturazione del territorio che
risulta ancora essere relativamente sotto-servito.
La rete costituisce il presupposto essenziale per la diffusione di servizi digitali in un
territorio fortemente condizionato dalla particolare configurazione orografica.
Una rete di comunicazione a banda larga e ultra larga di nuova generazione
richiede la realizzazione integrata di un insieme di infrastrutture quali:
•
edifici per l’installazione di nodi di rete;
•
cavidotti atti ad ospitare cavi in fibra ottica;
•
pozzetti per la giunzione e lo spillamento della fibra.
Dal punto di vista architetturale la rete si struttura nei seguenti livelli:
• dorsale: livello costituito da una infrastruttura lineare dotata di nodi di rete
che si estende fino a coprire l’intero territorio provinciale, per una
lunghezza complessiva dell’ordine di 800 km;
Figura 1. Planimetria della dorsale provinciale
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• distribuzione: livello corrispondente alle tratte che, a partire dai nodi di
dorsale raggiungono le aree abitate (a seconda della complessità della
geometria della rete, la distribuzione può articolarsi in ulteriori livelli (vedi
primaria, secondaria, ecc.);
• accesso: livello costituito dai singoli sbracci e diramazioni che connettono le
infrastrutture di distribuzione ai singoli edifici, fino al confine di proprietà.
La Provincia autonoma di Trento ha già quasi completato le opere di dorsale
(infrastrutture lineari, nodi, shelter, ecc.) e realizzato parte di quelle relative ai livelli di
distribuzione e di accesso (relativamente alle utenze pubbliche quali scuole, ospedali,
ecc.).
Figura 2. Esempio di Shelter (edificio posizionato sulla dorsale provinciale e dedicato esclusivamente ad ospitare dispositivi
per l’attestamento e/o la distribuzione delle fibre)
Il completamento della rete pianificato entro l’anno 2018 (relativo alla realizzazione
capillare su tutto il territorio dei livelli di distribuzione e di accesso) richiede investimenti
molto significativi.
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In tale contesto risulta essenziale la realizzazione di quanti più tratti di infrastruttura
possibili (cavidotti e pozzetti) che sfruttino la concomitanza di esecuzione delle altre
opere di infrastrutturazione programmate sul territorio (acqua, energia elettrica,
teleriscaldamento, pubblica illuminazione, rete gas, reti fognarie, ecc.).
NOTE SULL’ UTILIZZO DI INFRASTRUTTURE ESISTENTI
La realizzazione della rete di accesso (sia per gli ambiti di distribuzione sia per quello
locale), per ovvie ragioni di costi, tempi e opportunità, dovrà altresì valutare la possibilità
di utilizzo di infrastrutture esistenti in grado di consentire l’ulteriore infilaggio di
microtubazioni da dedicarsi al passaggio di fibre ottiche.
E’ altresì chiaro come tale possibilità sia da valutarsi accuratamente in relazione ai
seguenti punti:
-
messa a disposizione del proprietario dell’infrastruttura e/o del gestore della
stessa
-
compatibilità di utilizzo dell’infrastruttura esistente (diametri tubazioni, tipologie
materiali, compresenza di cavi, lunghezza delle tratte, grandezza e profondità
dei pozzetti, ecc.) in funzione della possibilità di ulteriore infilaggio di sonde con
tubi e/o microtubi dedicati alla F.O.
-
valutazioni in merito alle condizioni di stabilità e sicurezza fisica garantite alla
rete in fibra che utilizza l’infrastruttura esistente (vedi possibilità di strappo e/o
danneggiamento dei cavi in occasione di interventi di manutenzione ordinaria
e straordinaria sulle altre infrastrutture)
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3. FIBRE E LORO GERARCHIA : FIBRE DI TRANSITO E FIBRE DI ACCESSO
Dal punto di vista architetturale la rete di accesso presenta una struttura ad albero
che, a partire dai nodi di dorsale si ramifica con direttrici di distribuzione all’interno dei
centri abitati, per poi ripartirsi in ulteriori livelli e ramificazioni fino a raggiungere le singole
utenze.
Figura 3. Schema esemplificativo tubazioni e loro gerarchia /1
Una variante rispetto a tale diagramma è la topologia di rete “ad anello”, tramite la
quale è possibile servire utenze in doppia via (generalmente le utenze business /affari) allo
scopo di garantire maggiore affidabilità dei servizi erogati.
Figura 4. Schema esemplificativo tubazioni e loro gerarchia /2
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Ai fini della comprensione della diversa gerarchia delle fibre si individuano,
indipendentemente dalla logica e dalla geometria distributiva, due livelli (che possono o
meno coesistere), ovvero:
•
FIBRE DI TRANSITO, presenti nei cavi che afferiscono direttamente al nodo di dorsale
(POP) e che sono destinati al servizio di aree poste più “a valle” rispetto al tratto
considerato.
Il numero di tali fibre dipende dal numero e dalla tipologia degli utenti serviti
“a valle” del tratto considerato ed è inoltre correlato all’estensione del nucleo
abitato, nonché alla posizione del suo nodo di rete.
Per il loro dimensionamento è necessaria l’effettuazione di una valutazione in
ottica “globale”, ovvero prefigurare la gerarchia e la geometria della distribuzione
dell’intero sistema abitato.
Più concretamente, ne deriva che i tratti prossimi ai nodi di dorsale saranno
interessati ad un numero maggiore di fibre di transito, mentre i tratti terminali di
accesso potranno essere interessati da fibre di transito solamente nel caso di
collegamento con nuclei o frazioni vicine.
•
FIBRE DI ACCESSO, costituite dalle fibre che partono dai punti di distribuzione che
raggiungono direttamente le utenze affacciate sui singoli tratti.
La progettazione del livello di accesso (dimensionamento fibre e conseguenti
tubazioni, numero e tipologia pozzetti, geometria dei collegamenti, ecc.) è
determinata
esclusivamente
dal
numero
delle
utenze
presenti
sul
tratto
considerato.
All’uopo si vedano gli esempi seguenti relativi a diagrammi schematici per la rete di
accesso di alcuni centri abitati.
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Figura 5. Abitato di Nago; in evidenza, la dorsale provinciale (gialla), i tratti di accesso (rosso) e i tratti in cui coesistono transito e accesso (blu)
Figura 6. Abitato di Ravina; in evidenza, la dorsale provinciale (gialla), i tratti di accesso (rosso) e i tratti in cui coesistono transito e accesso
(blu)
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Figura 7. Abitato di Aldeno; collegamento ad un solo punto della dorsale (diagramma distribuzione ad albero)
in evidenza, la dorsale provinciale (gialla), i tratti di accesso (rosso) e i tratti in cui coesistono transito e accesso (blu)
Figura 8. Abitato di Aldeno; ipotesi di collegamento con ridondanza (cfr. diagramma distribuzione ad anello)
in evidenza, la dorsale provinciale (gialla), i tratti di accesso (rosso) e i tratti in cui coesistono transito e accesso (blu)
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4. CRITERI E MODALITA’ DI DIMENSIONAMENTO DELLE TUBAZIONI
Quale generale criterio di dimensionamento si riporta la necessità di effettuare, per
ciascun
intervento,
un
approfondimento
progettuale
che
faccia
riferimento,
indipendentemente dalla specificità dell’intervento, all’intero contesto abitato in oggetto.
4.1. DIMENSIONAMENTO A PROGETTO
Di norma più che opportuno per gli interventi ricadenti nelle aree urbane, il
dimensionamento “a progetto” ha quale obiettivo la definizione esecutiva delle
tubazioni e dei pozzetti per i tratti interessati, dimensionamento che passa
necessariamente attraverso la definizione (perlomeno a livello di progetto preliminare)
dello schema di distribuzione dell’intero contesto abitato, al fine di definire in maniera
corretta la gerarchia ed il ruolo del tratto considerato in relazione all’intero
compendio.
Tale dimensionamento presuppone l’acquisizione delle seguenti informazioni.
- La conoscenza della posizione del più vicino POP/SHELTER della dorsale provinciale,
punto dal quale dovranno partire i fasci di tutte le fibre che serviranno l’abitato.
- La conoscenza specifica del numero degli utenti dalla tratta interessata
dall’intervento e la tipologia degli stessi (residenziali, business, ricettivo) in funzione
della determinazione del numero “Fe” (fibre equivalenti), calcolato per ogni
edificio secondo le modalità già riportate nelle “Linee guida per le predisposizioni
in fibra ottica all’interno degli edifici”.
- Ai fini di un conservativo dimensionamento del numero Fe di calcolo per la tratta
specifica,
in
funzione
di
possibilii
e
future
sopraelevazioni,
ristrutturazioni,
ampliamenti, nuove costruzioni e/o urbanizzazioni, si ritiene congruo l’applicazione
di un aumento rispetto al numero di Fe effettivamente riscontrato in sito, pari a:
ZONE ESTERNE AI CENTRI STORICI:
Fe (calcolo) = Fe (reale riscontrato) + 20%
CENTRI STORICI:
Fe (calcolo) = Fe (reale riscontrato) + 10%
- L’effettuazione di una valutazione quanto più vicina alla realtà (rilievo /
determinazione su base statistico-demografica / determinazione per analogia con
il tratto considerato, ecc.) del numero di utenti del contesto (e conseguentemente
del numero di Fe).
- L’acquisizione delle geometrie (nonché di informazioni) delle tubazioni di reti
esistenti al fine di poterne valutare il possibile riutilizzo (cfr. rete telefonica, di bassa
tensione
e
pubblica
illuminazione);
una
corretta
valutazione
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necessariamente attraverso la VERIFICA IN SITO delle tubazioni che possa stabilire il
grado di occupazione della rete nonché le condizioni dei pozzetti.
Tale verifica risulta fondamentale per una corretta configurazione della rete di
accesso locale (destinata a garantire il cablaggio in larga banda di ciascun
edificio) che tenga conto di opportuni criteri di economicità.
- La conoscenza delle specifiche convenzioni già in essere con gli enti proprietari (o
gestori) delle reti oggetto di riutilizzo.
In sintesi, i contenuti del progetto dovranno essere come minimo riferiti ai due
differenti livelli di approfondimento come segue:
PRELIMINARE:
dovrà definire la geometria e la tipologia (tubazioni, pozzetti, armadi
di
distribuzione,
camerette
interrate,
ecc.)
dell’infrastruttura
relativamente alla distribuzione dell’intero agglomerato urbano e/o
del contesto abitato.
ESECUTIVO:
dovrà definire la geometria e la tipologia della rete di accesso
(completa dei pozzetti utente o dei tratti di consegna) del tratto
interessato dagli interventi, con la definizione delle tubazioni, dei
pozzetti, della localizzazione degli armadi e delle muffole.
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5. PRESCRIZIONI DI PROGETTO PER LA RETE DI ACCESSO
5.1 CRITERI INERENTI LA PROFONDITA’ DI POSA DELLE TUBAZIONI
Le operazioni di scavo, di posa delle tubazioni e le opere di riempimento e di
ripristino dovranno rispondere alle prescrizioni previste dalle normative generali in
vigore e a quanto prescritto dall’Ente proprietario del suolo.
Le più recenti normative:
- d.lgs. 1°agosto 2003, n. 259 “Codice delle comunicazioni elettroniche”
- Legge 6 agosto 2008, n. 133 “Conversione in legge, con modificazioni, del decretolegge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo
economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza
pubblica e la perequazione tributaria”
- Legge 18 giugno 2009, n. 69 “Disposizioni per lo sviluppo economico, la
semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile”
delineano una strategia generale volta ad agevolare la realizzazione di infrastrutture
per le telecomunicazioni, con l’ottica di individuare soluzioni tecniche in grado di
contenere i costi, velocizzare i lavori e massimizzare l’utilizzo di infrastrutture esistenti
anche destinate ad altre tipologie di servizi.
In particolare, la Direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 3/3/99 per
la razionale sistemazione nel sottosuolo degli impianti tecnologici (G.U. del 11/3/1999),
all’art.5, comma 3, prevede che “Per gli attraversamenti e le occupazioni trasversali e longitudinali
della sede stradale, realizzati in sotterraneo con impianti inerenti i servizi di cui al primo comma dell'art. 28
del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (3), la profondità minima di interramento, di cui al terzo
comma dell'art. 66 del sopracitato regolamento di esecuzione n.495, non si applica al di fuori della
carreggiata; al di sotto della stessa tale profondità minima può essere ridotta, previo accordo con l'Ente
proprietario della strada, ove lo stato dei luoghi o particolari circostanze lo consigliano; sono, comunque,
fatte salve le prescrizioni delle norme tecniche UNI e CEI vigenti per ciascun tipo di impianto.”
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5.2 POSIZIONAMENTO e DIMENSIONAMENTO DEI POZZETTI DI CONSEGNA UTENTE
Il posizionamento dei “pozzetti di consegna utente” presuppone, per ciascun
edificio, la conoscenza delle posizioni di ingresso delle reti esistenti (cfr. rete elettrica in
bassa tensione e rete telefonica) che, previa acquisizione di planimetrie dagli enti
gestori, saranno da verificarsi nella loro effettiva consistenza (cfr. tipologia tubi, livello
di occupazione, numero tipologia e profondità pozzetti, distanze tratte, ecc.).
Nel caso di edifici esistenti, è generalmente preferibile utilizzare i cavidotti della
rete telefonica (se l’esito della verifica di occupazione lo consente) in modo che si
possa arrivare con il cavo in fibra ottica negli stessi punti in cui arriva oggi il cavo
telefonico. Diversamente, si potrà pensare all’utilizzo dei cavidotti della rete di bassa
tensione, piuttosto che di ulteriori tubazioni che risultassero a disposizione e che fossero
altresì dimensionalmente compatibili (citofoni, controlli di cancelli, ecc.).
In ogni caso, la conoscenza della rete scelta per l’ingresso all’edificio (nuova o
esistente che sia) risulta fondamentale per una corretta individuazione del luogo in cui
collocare il “pozzetto di consegna utente”; questi sarà infatti da collocarsi su suolo
pubblico a ridosso del confine privato, in modo tale da intercettare le eventuali
tubazioni entranti scelte per l’ingresso all’edificio.
In taluni casi, valutazioni di natura diversa possono fare emergere l’impossibilità di
collocare il “pozzetto di consegna utente”; in tali casi è possibile sostituirlo con il “punto
di consegna utente” che prevede l’utilizzo di una tubazione corrugata con interno
liscio (Ø minimo 63 mm) che, attraversando l’eventuale recinzione di confine, entra su
suolo privato, non richiedendo quindi ulteriori interventi sulla parte pubblica.
E’ altresì chiaro come le modalità di esecuzione del “punto di consegna utente”
siano da condividersi con il privato interessato, ovvero possano eventualmente essere
modificate da ulteriori, puntuali specifiche e/o richieste del privato stesso.
Nell’esclusivo caso di impossibilità di localizzazione di un pozzetto e di mancanza
di “accordo” con il privato interessato, è ammessa la realizzazione del “punto di
consegna” su suolo pubblico. In questa fattispecie, qualsiasi onere inerente lavorazioni
successive su suolo pubblico ed il ripristino delle pavimentazioni poste su suolo
pubblico conseguenti ad allacciamenti richiesti dal privato, saranno interamente a
carico del privato stesso.
Nel caso di centri storici con pavimentazioni pregiate (nei quali risulta buona
norma, se non necessario, evitare la posa di numerosi pozzetti su strada pubblica), è
suggerita la realizzazione di tubazioni con cassette ad incasso poste direttamente in
facciata.
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In sintesi, al di là delle sopra riportate indicazioni, preme sottolineare come la
finalità del corretto posizionamento dei “punti o pozzetti di consegna utente” rimane
quella della ottimizzazione della sovrapposizione tra la nuova infrastruttura in fibra
ottica (posta su suolo pubblico) e le reti già esistenti (poste su area privata) che già
consentirebbero l’ingresso alle singole unità immobiliari di ciascun edificio.
Nel caso vi sia la necessità di eseguire i “pozzetti di consegna utente”, questi
saranno da prevedersi a ridosso del confine privato. Le dimensioni di tali pozzetti
dovrebbero essere tarate in funzione del numero e della tipologia delle tubazioni che
vi transitano, nonché in funzione di ulteriori ed eventuali dispositivi da localizzarsi al loro
interno (cfr. muffole di giunzione e spillamento, scorte, ecc.).
In ogni caso di seguito si riportano le dimensioni minime del pozzetto di consegna
utente, sia per pozzetti di tipo tradizionale che per pozzetti in poliuretano.
POZZETTI TRADIZIONALI PER CONSEGNA UTENTE
Dimensione minima pari a cm 40x40 (disponibili chiusini C250 e D400)
POZZETTI POLIURETANO PER CONSEGNA UTENTE:
Dimensione minima pari a cm 15x40 (disponibili solo chiusini C250)
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5.3 POSIZIONAMENTO e DIMENSIONAMENTO DEI POZZETTI DI LINEA
Per la realizzazione dei tratti di infrastruttura su strada pubblica, a seguito di una
serie di valutazioni, i pozzetti consentiti risultano essere i seguenti:
POZZETTI TRADIZIONALI (dimensioni interne)
- dim. 125x80 cm
- dim. 70x90 cm
- dim. 50x70 cm
POZZETTI MONOBLOCCO IN POLIURETANO
- dim. 40x76 cm
Nota: i chiusini dovranno essere del tipo “a spicchi” per telecomunicazioni; è
ammesso l’uso di chiusini a riempire nel caso di contesto con pavimentazioni pregiate.
Rimane chiaro che le scelte inerenti le tipologie costruttive, il dimensionamento
del singolo pozzetto, nonché la logica di localizzazione e distribuzione dovranno essere
effettuate anche in base:
-
al numero di tubazioni transitanti per il pozzetto ovvero in funzioni di eventuali
apparati/ scorte / muffole che i pozzetti saranno destinati ad ospitare
A titolo esemplificativo, nelle vicinanze al punto di interconnessione alla dorsale
(POP) risulta appropriato l’utilizzo di pozzetti di maggiori dimensioni a causa del
maggiore numero di fibre concentrate in tali tratti (soprattutto nell’ipotesi di
realizzazione di infrastrutture del tipo P2P).
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-
frequenza dei pozzetti: distribuzione e densità del contesto
Un numero elevato di piccoli edifici richiederà probabilmente la realizzazione di un
numero maggiore di pozzetti (anche se più piccoli) rispetto ad un contesto con
pochissimi edifici di grande dimensione.
Si riportano di seguito delle ipotesi MINIME di frequenza localizzativa dei pozzetti
sulla nuova infrastruttura; ad ogni modo si consideri come tali distanze siano del
tutto indicative e da valutarsi caso per caso.
- Ambito urbano: un minimo di 1 pozzetto ogni 50m.
- Ambito extraurbano: un minimo di 1 pozzetto ogni 200m (in assenza di punti di
consegna).
-
dimensione dei pozzetti
Nel dimensionamento della dimensione dei pozzetti diversi da quelli destinati ad
ospitare specifici apparati (muffole), quale buona norma esecutiva si preveda di
non superare il numero massimo di 8 tratti confluenti nello stesso pozzetto; un
elevato numero di confluenze su di un solo pozzetto comporta notevoli
problematiche di gestione dello spazio interno, a causa della scorta delle tubazioni
e dei cavi interni al pozzetto. Ne deriva che un elevato numero di tubazioni
confluenti su di un solo pozzetto, non potrà non avere ripercussioni sulla la scelta
della dimensione più appropriata per lo stesso.
Al fine di una migliore comprensione delle precedenti prescrizioni, al capitolo
successivo (cap. 6) si riportano una serie di schemi esemplificativi, che hanno finalità
puramente indicativa.
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5.4 ULTERIORI CRITERI E SPECIFICHE ESECUTIVE
All’inizio e alla fine di ciascun tratto di intervento, si deve provvedere al
posizionamento di un pozzetto di dimensioni minime pari a 125 x 80 x h=100 cm con
chiusino a spicchi (dedicato a F.O.).
a) Quale ulteriore criterio per l’individuazione della loro localizzazione, si consideri
come nelle zone urbane ad alta affluenza, gli specifici chiusini in ghisa per
telecomunicazioni (anche se di classe D400), ove sollecitati a traffico con velocità
relativamente sostenuta (> 50 Km/h), tendono nel tempo a provocare rumore
(causa il disassamento degli spicchi triangolari dei chiusini); si invita pertanto a
prestare particolare attenzione alla loro collocazione, evitando in particolare modo
che siano sollecitati dal percorso delle ruote del traffico veicolare.
b) Considerato che i pozzetti contengono dispositivi soggetti a manutenzione, si
richiede di localizzarli preferibilmente a bordo strada in luogo del centro
carreggiata.
c) Le forature effettuate nei pozzetti vanno effettuate con carotaggi abbinati a
specifiche dime o, in alternativa ai carotaggi, sono ammessi dei tagli precisi
effettuati tramite lama diamantata di sezione necessaria e sufficiente al solo
passaggio delle tubazioni. L’ingresso di qualsiasi tubazione all’interno del pozzetto
va in ogni caso opportunamente sigillata. Per ciascun ingresso di tubazione (o
gruppo di tubazioni) deve essere presente il relativo cordino di rame per
l’effettuazione della tracciatura.
d) Nel caso di sostituzione di tritubi con monotubi, è opportuno che questi ultimi
vengano fermati e sellati a mezzo di fili di ferro, in modo che la sezione del
“pacchetto” di monotubi rimanga costante per tutto il tratto di tubazione posata;
risulta inoltre estremamente utile ridurre al massimo il numero di giunti su ciascuna
tratta, compatibilmente con la lunghezza dell’apertura dello scavo.
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Posa in tratto continuo di 8 monotubi (3+3 sellati tra loro + 2 sfusi)
Vista interna di pozzetto in poliuretano con l’ingresso di microtubo 14/10
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Ingresso di 8 monotubi tra loro sellati in un pozzetto 125x80, vista esterna
Vista interna di pozzetto 125x80 con ingressi di monotubi ancora da sigillare. Nota: risulta buona norma prolungare le
tubazioni in monotubo per almeno 30 cm all’interno del pozzetto. In tale modo si agevolano le successive operazioni
(infilaggio eventuali microtubi, cavi in fibra o microfibra).
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6. SCHEMI ESEMPLIFICATIVI
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7. MATERIALI
Per quanto riguarda il capitolo del materiali si è ritenuto utile riportare la descrizione
tecnica delle voci più significative (tubazioni) al fine di una migliore definizione delle
caratteristiche tecniche e delle relative lavorazioni.
7.1 MONOTUBI / TRITUBI
Fornitura e posa in opera di cavidotto del tipo a monotubo o tritubo in PEAD PN
12,5, di colore giallo, con Ø nominale esterno pari a 50 mm destinato alla protezione di
cavi in fibra ottica per telecomunicazioni. La voce dovrà altresì contemplare:
-
l’utilizzo di tubazioni sprovviste di materiale riciclato dotate di certificazione per l’uso dedicato a reti in
fibra ottica (vedi microscanalature interne longitudinali o a spirale atte a ridurre l’attrito in fase di posa
del cavo); è categoricamente esclusa la possibilità di utilizzo di tubazioni non specificatamente
progettate per le fibre ottiche (vedi, a titolo esemplificativo, quelle per irrigazione);
-
l’utilizzo di tubazioni caratterizzate da resistenza alla pressione interna determinata in accordo alle
norme UNI 10910-EN 12201 e con metodo di prova conforme alla UNI EN 921, Classe PN 12.5, e resistenza
alla compressione determinata secondo CEI EN 50086-2-4, ≥450 N, realizzate in massa termoplastica
inerte agli agenti atmosferici e resistenti ai batteri, alle spore ed ai funghi, con sezione esente da
irregolarità e/o difetti, ovvero compatta e priva di cavità o bolle;
-
le tubazioni dovranno essere posate ad una distanza planimetrica di 30 cm (distanza minima) dalle altre
infrastrutture. Rimane in ogni caso fatta salva l’applicazione di normative specifiche e/o più restrittive
(cfr, norme CEI /CIG, prescrizioni relative al contro tubaggio nel caso di presenza di infrastrutture di
distribuzione del gas, alta tensione, ecc.);
-
la fornitura e la posa degli elementi di giunzione costituiti da manicotti ad innesto rapido in polipropilene
certificati PN 16. (è escluso l’utilizzo di qualsiasi altro tipo di giunto quali quelli in ottone, giunti
elettrosaldabili o a caldo, giunti a compressione da inserire ed avvitare);
-
la fornitura e posa dei cordini di nylon per il successivo tiro dei cavi;
-
la fornitura degli appositi tappi di chiusura e protezione;
-
la fornitura e posa del cavo segnalatore in rame FG7 sezione 1,5 mm2, posto al di sotto dei tubi;
-
la fornitura e posa della fettuccina segna cavi (o nastro segnalatore), posata al di sopra delle tubazioni
(ad una profondità di circa 20 cm dalla superficie stradale);
-
il collaudo finale della tubazione con la tenuta a pressione (6 bar) per la durata di almeno 1h;
-
qualsiasi maggiore onere relativo al superamento di tubazioni interferenti (sia tangenziali che
longitudinali) con altri sottoservizi;
-
qualsiasi onere conseguente al mancato collaudo (rieffettuazione dello scavo, ricontrollo tubazione e
giunti, richiusura scavo con materiale idoneo, riasfaltatura, ecc.).
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7.2 TUBO CORRUGATO DOPPIA PARETE, in barre rigide (750N o 1000N)
In alternativa, nel solo caso in cui non si riuscisse ad approvvigionarsi per tempo di
materiali specificamente dedicati alle reti in fibra ottica (tritubi / monotubi), per
ciascun multiplo di 3 monotubi è ammesso l’utilizzo di tubazioni in corrugato a doppia
parete con le seguenti caratteristiche:
-
classe N (PEHD 750N per estradosso del tubo con profondità uguale o superiore a 70 cm, PP 1000N in
qualsiasi situazione), diametro esterno 160 mm, possibilmente di colore giallo;
-
barre rigide da 6 m, complete di bigiunto di giunzione;
-
marchio IMQ, marcatura CE, conforme a DS4235 REV. 01/2003;
-
resistenza allo schiacciamento: CRI EN 50086-2-4-/A1;
-
garanzia ai raggi UV= 6 mesi;
-
raggio di curvatura minimo: 15 volte il diametro esterno;
-
qualsiasi maggiore onere relativo al superamento di tubazioni interferenti (sia tangenziali che
longitudinali) con altri sottoservizi;
-
qualsiasi onere conseguente al mancato collaudo (rieffettuazione dello scavo, ricontrollo tubazione e
giunti, richiusura scavo con materiale idoneo, riasfaltatura, ecc.).
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7.3 MICROTUBO DA INTERRO 14/10 o 16/12
Microtubi 14/10 da interro di colore opaco e di diversi diametri.
Microtubi “flatliner” di stesso diametro e diverso colore
La tubazione in microtubo, concepita per essere infilata quale sottotubazione
all’interno di monotubi (o tritubi) esistenti, è stata sviluppata fino alla recente tipologia
da interro, che prevede uno spessore della composizione plastica di 2 mm in luogo di
1 mm.
La tipologia di microtubi da interro risulta disponibile sia in tubazioni sfuse, sia in
tubazioni preaccoppiate (tipo flatliner) di colore diverso (figura sopra a destra).
Quest’ultima soluzione, oltre ad essere impilabile, risulta essere estremamente pratica
in ambito urbano, vista la possibilità di distinguere agevolmente il colore delle
tubazioni che conducono ai diversi clienti.
Analogamente alle tubazioni in monotubi, anche le tubazioni in microtubi sono
da posarsi con letto e ricoprimento in sabbia, nonché da dotare di sottostante cavo in
rame per il tracciamento. Come i monotubi, anche i microtubi sono facilmente
giuntabili grazie a degli speciali giunti ad innesto rapido (vedi sotto). Oltre alle
giunzioni, sono disponibili anche le riduzioni tra i diversi tipi di monotubo.
Microtubi singoli dotati di connettore a pressione per la giunzione di più tratti.
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8. AS-BUIT
Quale prescrizione, tutta l’infrastruttura (tubazioni e pozzetti), una volta realizzata,
dovrà essere rilevata secondo le seguenti specifiche.
- Effettuazione di rilievo strumentale plani-altimetrico eseguito con gps o stazione
totale, restituito su adeguata planimetria (georeferenziata e su supporto magnetico) con
l’indicazione dei cavidotti posati della rete di dorsale (D) e d’accesso (A), dei relativi
centri
dei
pozzetti,
della
profondità
di
scavo,
del
ciglio
strada,
della
chilometrica/ettometrica, spigoli imbocco gallerie.
- I rilievi dovranno essere collegati ai punti fiduciali ed integrati con le realità limitrofe
al tracciato, quali spigoli dei principali manufatti ed edifici nelle aree urbane, e dovrà
essere allegata documentazione fotografica su supporto magnetico.
- Raccolta e restituzione di documentazione fotografica.
- Restituzione del rilievo su supporto informatico (DWG) con layer diversi come da
tabella allegata (cfr. pag. 32). Potranno essere inseriti eventuali altri layer (commenti, note
particolari, dimensioni pozzetti) al fine di rendere il rilievo idoneo ad una semplice
rintracciabilità della sottostruttura. Dovranno essere rappresentati sia i pozzetti (con le loro
dimensioni), sia il numero di tubi presenti per ciascuna tratta (da pozzetto a pozzetto).
- Redazione profili longitudinali passanti da pozzetto a pozzetto in adeguata scala,
con specificate le quote del terreno, del fondo tubo, le distanze progressive, le pendenze,
i codici dei punti battuti.
- Redazione della relazione descrittiva che evidenzi le modifiche apportate al
tracciato di progetto e le relative motivazioni, oltre alle interferenze con i sottoservizi. La
relazione dovrà essere corredata da adeguata documentazione fotografica (anche su
supporto magnetico), illustrante le principali fasi di lavoro, le problematiche emerse, le
interferenze superate ed ogni altra indicazione utile per la successiva rintracciabilità
dell’infrastruttura. Qualora nella fase di posa delle infrastrutture, per motivate cause, non si
siano rispettate le profondità di scavo previste dal progetto, sarà obbligo dell’impresa
indicarne i tratti con le nuove profondità sulla planimetria.
- Redazione del Tabulato dei punti battuti in formato XLS / csv compatibile,
indicante: codice punto, est, nord, quota, commento (anche su supporto magnetico) per
poter essere elaborato con programmi di topografia.
- Riepilogo tubazioni posate nelle varie tratte in formato xls come da tabella allegata
(cfr. pag 33).
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Legenda layer tipo per As-Built
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9. DIMENSIONAMENTO INFRASTRUTTURA IN ASSENZA DI PROGETTO
Talvolta, per esclusive ragioni di indifferibilità ed urgenza (vedi ad esempio
tempistiche di appalto, esecuzione, concessioni di scavo, ritardi nella segnalazione, ecc.),
è necessario addivenire ad un celere dimensionamento e non risulta possibile attendere
le tempistiche di redazione di un approfondimento progettuale.
In tali casi è ammesso un dimensionamento dell’infrastruttura secondo la tabella a
seguire, che riporta valori risultanti dall’incrocio di valutazioni effettuate sia su base
analitica sia su base statistica.
Ai fini del solo dimensionamento delle tubazioni in assenza di progetto, il territorio
viene così suddiviso:
-
centri abitati < 3'000 abitanti
posa di 1 tritubo + 1 corrugato doppia parete in PEAD, Ø 125 (BARRE RIGIDE);
-
centri abitati > 3'000 abitanti
posa di 1 tritubo + 1 corrugato doppia parete in PEAD, Ø 160 (BARRE RIGIDE);
-
centri storici con pavimentazioni pregiate
vige l’obbligo di effettuazione di progetto
Note:
1) Per la localizzazione e il dimensionamento dei pozzetti vale quanto già riportato nel
precedente capitolo 5; le ulteriori prescrizioni ed indicazioni di carattere generale
contenute in tale capitolo sono da ritenersi valide anche in assenza di progetto.
2) E’ obbligatoria la redazione degli elaborati “As-Built” secondo le indicazioni e
descrizioni riportate al precedente capitolo 7.
3) Per le specifiche delle voci dei monotubi vedasi il capitolo “7. MATERIALI”.
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