Una analisi dell`Ufficio Studi e Statistica della Cdc di Lodi

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Una analisi dell`Ufficio Studi e Statistica della Cdc di Lodi
N. 20 del 31 marzo 2010
Una analisi dell’Ufficio Studi e Statistica della Cdc di Lodi:
Dinamiche e tendenze del credito in provincia di Lodi
DIMINUISCONO I PRESTITI ALLE IMPRESE,
TENGONO QUELLI ALLE FAMIGLIE CONSUMATRICI,
AUMENTA L’INTERA ESPOSIZIONE DA SOFFERENZE
Una recente indagine regionale della Banca d’Italia ha segnalato, con riferimento al
secondo semestre del 2009, una situazione di “maggiore cautela” delle banche
nell’erogazione dei prestiti, e un ritorno alla crescita della domanda di credito al
consumo. Un andamento che ha trovato convergenze nei dati provinciali (sempre di
fonte Banca d’Italia) attinenti ai “prestiti vivi” concessi alle imprese locali e puntualmente
monitorati e diffusi dall’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Lodi.
Rispetto al precedente mese di novembre 2009 (v. Comunicato n. 11, febbraio 2010 ) il
totale dei prestiti bancari concessi all’intera clientela residente nel lodigiano ha
registrato uno spostamento minimo in senso negativo.
L’aggregato totale (con esclusione, dalle consistenze, delle imprese finanziarie e
monetarie e comprensivo dei prestiti vivi concessi, dei pronti contro termine e della
somma delle sofferenze) ha subito una lieve regressione: da 5.328 mln di euro a 5.317
mln pari a – 1,09% delle consistenze complessive erogate all’intero settore produttivo
(industria manifatturiera, costruzione e servizi).
La raccolta effettuata dalle banche sotto forma di depositi (con durata prestabilita,
a vista, overnight e rimborsabili con preavviso) buoni fruttiferi, certificati di deposito,
conti correnti, assegni circolari e pronti contro termine passivi ha registrato un
incremento delle consistenze dell’ 1,22%, inferiore al 2,48% realizzato nel dicembre 2008
rispetto al dicembre 2007. In termini unitari il totale della clientela residente, escluse le
istituzioni finanziarie (ovvero le banche centrali, il sistema bancario, gli istituti di moneta
elettronica ecc.) ha incentivato nel 2009 i propri depositi di 40 mln di euro: da 3.248 mln
del 2008 a 3.288 mln di fine anno scorso.
I depositi delle imprese sono aumentati di 30 mln di euro, quelli delle famiglie di 8,6
milioni di euro. I depositi di famiglie e imprese insieme hanno subito un netto
rallentamento, rispetto alla crescita dell’8,8% registrata a dicembre 2008. Nel 2009 il
miglioramento è stato appena dell’1,2%.
L’impoverimento delle famiglie è registrato da questo dato ulteriore: nel 2008 i
depositi delle famiglie (e delle istituzioni sociali private oltre che dai soggetti non
classificati dai segnalanti) erano migliorati sull’anno precedente del 10,6%. A fine 2009
l’incremento è stato del +0,3%. Sostanzialmente non c’è stato risparmio (bancario) da
parte delle famiglie, mentre sono migliorati i depositi delle imprese il cui incremento è
passato da +2,15% del 2008 al +4,75% del 2009.
Il rapporto depositi o raccolta e impieghi o prestiti ha perso di significato analitico
con Basilea 2. Per effetto di Basilea 2, infatti, le banche hanno modificato le proprie
politiche finanziarie. Sono passate da una politica di acquisizione di massa (sia nel
versante della raccolta che in quella degli impieghi) ad una politica di “riqualificazione
dell’attivo”. Basilea 2 non vincola più i prestiti bancari a quelli della raccolta, quanto,
piuttosto, alla capacità di restituzione dei debiti da parte dei clienti. In altri termini, per
una banca è possibile aumentare gli impieghi e di conseguenza gli interessi percepiti solo
se dispone di “buoni clienti”, e la loro bontà deve essere misurabile mediante un preciso
scoring oggettivo.
L’attuazione di queste condizioni può in certa misura avere agito e agire sul credito alle
imprese locali e anche a ridisegnando alcuni rapporti di contesto territoriale.
Ma vi sono anche altri aspetti da tener in considerazione. La diminuzione dei prestiti
concessi dalle banche a soggetti non bancari residenti, è da commisurare alla maggiore
prudenza adottata dalle banche nella concessione del credito, e a una più debole
domanda da parte delle imprese, con conseguenze indistinte tra piccole imprese (
individuali, società semplici, di fatto, in accomandita semplice e in nome collettivo (con
meno di 20 addetti), che hanno ricorso a mutui per un 3,13% annuo in meno, e imprese
con un numero di addetti superiore ai 20, che hanno ridotto il proprio rapporto con gli
istituti creditizi del 3,72%.
La linea seguita dal credito nel suo complesso, non sembra aver rafforzato il modello di
“prossimità localista”, ma neppure ha creato “processi di distacco” dal territorio.
Dai dati elaborati dall’Ufficio Studi camerale, si evince infatti un atteggiamento degli
sportelli locali meno “rigido” rispetto a quello medio regionale.
Attribuire al riscontro statistico l’ indicazione di una minore assunzione di spirito di
rischio del credito parrebbe eccessivo. Infatti si deve riconoscere che una
tale
declinazione è minore nel lodigiano rispetto ad altre aree della Lombardia: nel Lodigiano
i prestiti vivi concessi alle imprese sono diminuiti, su base annua, del -3,5%, mentre in
Lombardia hanno accusato una riduzione media del -4,8%.
Secondo le indicazioni di Banca Italia (comuni a tutte le aree indagate), l’affievolimento
nel rapporto credito-Pmi ha visto partecipare sia le banche di maggiore dimensione sia
gli intermediari più piccoli; mentre, per altro aspetto, viene fatto notare che le imprese
che si sono rivolte alle banche minori lo hanno fatto soprattutto per finanziare attività
correnti, e che, al contrario, la flessione della domanda di credito per gli investimenti è
stata più accentuata presso le banche medie e grandi.
Pensando alle già menzionate condizioni congiunturali provinciali e ai dati emersi dalla
indagine campionaria Unioncamere Lombardia sugli investimenti correnti nel lodigiano
(v.Comunicato 16, marzo 2010) si evince che la metà delle imprese del campione non ha
realizzato nel 2009 forme di investimento corrente, ma anche che il dato non è
automatico ed esclusivo, che il credito bancario diminuisce non solo perché c’è maggiore
difficoltà a concedere prestiti o perché si comincia a non ricorrere al credito bancario, ma
che possono esistere motivi diversi che vanno oltre le intenzioni di investimento.
In ogni caso, la disaggregazione per settori produttivi evidenzia lo stato di cammino
della crisi sul territorio. L’erosione del credito al tessuto produttivo nell’ultimo anno ha
raggiunto tutti gli aggregati produttivi, penalizzando in modo particolare, l’industria
manifatturiera con una compressione del 13,61% annua, corrispondente a 89 milioni
di euro in meno. La diminuzione annua ha sostanzialmente superato i prestiti vivi
concessi nel 2008, che erano stati appunto di 12 mln di euro in più rispetto al 2007.
In senso comparato l’industria lodigiana ha sofferto maggiormente nelle operazioni di
credito rispetto all’industria lombarda. Da questo punto di vista, il manifatturiero
laudense ha visto deteriorare il rapporto col sistema bancario del 13,61%, mentre a
livello regionale il credito è diminuito del 10,5%.
Naturalmente, all’interno di questo quadro, esiste una pluralità di differenziazioni fra le
diverse tipologie sia di banche che di imprese, che possono essere una discriminante
nella stessa valutazione generale.
Un sensibile ridimensionamento, tutto sommato anche prevedibile dopo la decisione di
uscire dal mercato immobiliare di un gruppo bancario, ha subito anche il settore delle
costruzioni (probabilmente con comportamenti interni non uniformi) che ha visto
ridurre i prestiti vivi alle proprie imprese di 7,8 punti percentuali, marcando, rispetto ad
altri territori e al dato medio lombardo, una forbice di oltre 5 punti percentuali.
La consistenza dei prestiti vivi al settore delle costruzioni è diminuita in Lombardia del 2,48%, mentre nel Lodigiano è stata calcolata pari a -7,76%. In termini unitari di euro in
Lombardia sono stati concessi complessivamente 666 mln di euro in meno rispetto al
2008 e a un tale risultato il lodigiano da solo contribuisce con il 6,7% del totale.
A fronte del settore della produzione e del settore dell’edilizia, dimostra, al contrario, una
tenuta di fondo il credito al
settore dei servizi,
il cui aggregato
assorbe
sostanzialmente il 52% del credito totale al settore produttivo.
Con 1.620 mln di euro rispetto ai 1.622 mln di euro del 2008 le imprese dei servizi
hanno presentato una variazione annua pressoché immobile (-0,1%), che fa supporre che
il credito non abbia seguito, nel corso dell'anno fattori legati alla congiuntura, ma
elementi strutturali di settore.
Un'altra indicazione ricavabile dall’elaborazione predisposta dall’Ufficio Studi della
Camera di Commercio è la distribuzione che ha avuto il credito all’interno del tessuto
imprenditoriale: il 70,3% dei prestiti vivi è andato alle imprese medio-grandi (con oltre 20
addetti) e il 29,7% alle piccole e micro imprese (con meno di 20 addetti). Il dato rivela
che, sostanzialmente, nel lodigiano c’è stata una maggiore attenzione nell’accesso al
credito della piccola e piccolissima impresa, rispetto alle altre aree della Lombardia, dove
il rapporto è stato del 12,9% per le piccole e micro imprese e dell’87,1% per le mediograndi e grandi.
Alle famiglie consumatrici sono stati destinati prestiti vivi per 104,4 Mln di euro in più
rispetto al 2008. L’indebitamento delle famiglie attraverso il sistema bancario ha così
raggiunto quasi 2 di euro di “prestiti vivi” contro l’1,9 mld di euro dell’anno prima.
Il flusso delle sofferenze. In termini percentuali il totale delle sofferenze procurate al
sistema bancario dalla clientela residente (famiglie + imprese) è stato nel 2009 del 3,4%
nel Lodigiano e del 2,5% in Lombardia. In valori unitari, su una consistenza di 5.317 mln
di euro di finanziamenti totali erogati, l’ammontare della intera esposizione è stata di 192
mln di euro. Nel 2008 su una somma di prestiti totali concessi di 5.273 mln di euro
l’ammontare dell’intera esposizione era stata di 128 mln di euro.
Le sofferenze determinate dalle famiglie e dalle istituzioni sociali private nel 2009, sono
state di 77 mln di euro di esposizione ed ha subito una impennata di 39 mln di euro,
pari al 66,9%.
Le sofferenze procurate dalle imprese sono aumentate da 81,9 mln di euro del 2008 a
114,9 mln di euro, con un incremento di 33 mln euro pari a un incremento
dell’esposizione del 40%.
Allegati
1
PRESTITI “vivi”
ALLE IMPRESE LODIGIANE
al netto delle sofferenze
e delle operazioni pronto c.t.
(Escluse le Imprese finanziarie e monetarie- Dati in unità di euro)
I dati si riferiscono alle operazioni effettuate dalle banche del territorio con soggetti non bancari e residenti in
provincia di Lodi. Le variazioni delle CONSISTENZE desumibili dalla tavola prestiti non corrispondono alle
variazioni percentuali riportate in altri documenti della Banca d’Italia in quanto non tengono conto delle
rettifiche, riclassificazioni, cartolarizzazioni e altre variazioni non derivanti da transazioni. ecc. Nel Totale
Settore produttivo non sono computati
i dati relativi alle imprese finanziarie e monetarie e alle famiglie consumatrici e produttrici .
Data di rilevazione
2009 (al 31 dicembre)
Var. % su novembre.
Var.% annua
2008 (al 31 dicembre)
Var. % su rilevaz.pr.
2007 (al 31 dicembre)
Totale Settori
Produttivi (*)
Industria
manifatturiera
Costruzioni
Servizi
3.111.838.645
-1,09
568.322.982
-2,95
529.690.204
-1,67
1.620.138.629
-0,58
-3,54
-13,61
-7,78
-0,15
3.226.125.058
-1,69
3.172.629.257
657.858.883
-1,92
645.502.845
574.388.706
+14,05
503.672.046
1.622.504.027
-1,11
1.640.568.281
RILEVAZIONI MESILI RELATIVE ALL’ANNO 2009
Totale settore
Produttivo (*)
Consistenze
∆%
31.12.2009
30.11.2009
31.10.2009
30.09.2009
31.08.2009
30.07.2009
31.06.2009
30.05.2009
31.04,2009
31.03.2009
28.02.2009
31.01.2009
31.12.2008
3.111.838.645
3.145.988.788
3.111.008.182
3.143.833.849
3.114.932.651
3.110.704.160
3.159.124.472
3.115.263.239
3.107.965.075
3.110.278.294
3.095.900.538
3.132.355.119
3.226.125.058
-1,09
1,30
-1,02
0,94
0,13
-1,56
1,42
0,24
-0,10
0,49
-1,17
-2,91
-0,07
Industria
manifatturiera
Consistenze
568.322.982
585.600.676
573.870.064
585.788.409
583.311.423
590.671.201
603.754.614
601.315.484
597.497.559
589.663.040
591.163.564
619.588.299
657.858.883
Costruzioni
Servizi
Consistenze
Consistenze
529.690.204
538.706.160
534.847.958
553.277.398
547.541.753
551.936.500
561.709.332
563.373.920
563.708.050
577.829.199
568.997.154
578.552.252
574.388.708
1.620.138.629
1.629.618.236
1.616.000.733
1.617.309.381
1.600.466.309
1.588.911.849
1.616.857.671
1.577.341.874
1.576.223.021
1.577.229.410
1.574.904.176
1.566.218.346
1.622,504.027
Elaboraz.CdC di Lodi su dati fonte Banca d’Italia alla data del 15 gennaio 2010
(*) L’aggregato esclude le istituzioni finanziarie e monetarie (il sistema bancario, i fondi comuni montrrti, gli istituti di
moneta elettronica ecc..