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6 marzo 2015
NOTIZIE
ARTICOLO PRINCIPALE
Enwezor: dalle macerie possono nascere
nuovi equilibri
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Fabio Mauri, Pino Pascali, Rosa Barba e Monica Bonvicini i quattro artisti italiani
scelti per la mostra nel Padiglione centrale della 56. Biennale
Tutti i futuri del mondo a
Venezia
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LIDIA PANZERI
Venezia. «Incredibile»: lo ha ripetuto tre volte questo
aggettivo Okwui Enwezor oggi a Venezia, alla
Fluxus e rifluxus
conferenza stampa di presentazione della 56.
Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, «All the
Soprintendenze, si
cambia: Codello e Damiani
lasciano Venezia
World’s Futures», in calendario dal 9 maggio al 22
novembre. 120 anni dopo la prima edizione del 1895,
sottolinea il presidente della Biennale, Paolo Baratta che
fornisce anche le cifre: 89 le partecipazioni nazionali con 5 nuove entrate (Grenada,
Mauritius, Mongolia, Repubblica del Mozambico, Repubblica delle Seychelles) e
la conferma della Santa Sede. 136 gli artisti, di cui 89 presenti per la prima volta, spesso
di Paesi ingiustamente considerati marginali. 4 gli artisti italiani («Saranno
Tra Biennale ed Expo, i
programmi della
Fondazione Musei Civici di
Venezia
abbondantemente rappresentati nel Padiglione Italia», taglia corto alle obiezioni Okwui
Enwezor): Fabio Mauri, con un’installazione nella cupola di Galileo Chini; Pino Pascali e
Pollock all’Opificio
poi Rosa Barba e Monica Bonvicini. 44 gli eventi collaterali: girava voce che ci fosse
stato un taglio drastico, ma non è così.
Un’ora con Canaletto: fino
a 400 euro
Per Paolo Baratta questa edizione completa un trittico, iniziato nel 2011 con Bice
Curiger che aveva invitato gli artisti a confrontarsi con il tema della luce, proseguito nel
2013 con Massimiliano Gioni sul tema della creatività mentre nel 2015 al nuovo
La moltiplicazione dei
Pollock
direttore spetta il compito di esemplificare le numerose fratture del mondo
contemporaneo. Le macerie, esemplificate dall’«Angelus Novus» di Paul Klee, uno dei
Murano è il vetro
punti di riferimenti di questa Biennale.
Gli fa eco Okwui Enwezor, affermando che questo è un momento «incredibile», come del
resto incredibile è tutta la storia della Biennale. A differenza di Baratta, però, pensa che
dai «residui», come li definisce, possa nascere un nuovo equilibrio
La sua Biennale è fortemente politicizzata e non solo per il riferimento al Capitale di
Karl Marx, ma perché si pone nel solco della Biennale del 1974, quella riformata,
presieduta da Carlo Ripa di Meana, con le sue manifestazioni di solidarietà nei confronti
dei perseguitati dalla dittatura cilena di Pinochet. Il tutto in una cornice di oralità, quasi un
ritorno a una civiltà ante scrittura, risuonante di una pluralità di voci, compresa la lettura
delle poesie di Pier Paolo Pasolini o di Cesare Pavese, insieme all’elaborazione di Olaf
Nicolai di due composizioni di Luigi Nono e alla proiezione di film, con un fitto programma
di dibattiti a cui è invitato a partecipare il pubblico. E naturalmente alla lettura del Capitale,
secondo il modello del rito sikh dell’Akhand Path, una recitazione ininterrotta. Il tutto in uno
spazio ad hoc, l’Arena, dove gli eventi si alternano di giorno in giorno o anche si ripetono
RICERCA
Restauri per i 500 anni del
Ghetto di Venezia
Serial Prada
Lì c’è l’origine di Venezia
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restauri. Ma l'Unesco
promuove il già fatto
Le mostre più visitate
del 2013
ciclicamente nella coincidenza, molto cara a Enwezor di spazio e tempo. In questo
la pittura trova due validi epigoni negli autoritratti rovesciati di George Baselitz e nei 44
piccoli disegni inediti di Marlene Dumas.
Infine un risarcimento: la performance della cubana Tania Bruguera, attualmente agli
arresti domiciliari, presentata alla Biennale dell'Avana nel 2000 e subito rimossa.
Ma i veri protagonisti sono gli altri: provenienti dal Ghana come John Akomfrah o dalla
Umberto ed Elisabetta Mauri
L'arte sui giornali. La
rassegna stampa di oggi
Colpo grosso al castello:
rubate a Fontainebleau 22
opere asiatiche
003004
Non solo oralità, comunque: c’è anche uno spazio per la parola scritta come quella di
Bruce Nauman e, naturalmente, per molti filmati relativi ai fatti di attualità, in primis la
guerra in Siria onsieme a registi di fama come Chantal Akerman e Alexander Kluge. Anche
Quale destino per i beni
culturali delle Provincie? Il
caso del Castello Estense
di Ferrara
Codice abbonamento:
contesto ci sta bene anche lo Speaker's Corner di Saadane Afif, con letture e canzoni
scritte dai suoi amici, collocato in via Garibaldi quale raccordo delle sue sedi dei Giardini e
dell’Arsenale.
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Nigeria come Karo Akpokiere e Emeka Ogboh, o ancora i tanti che provengono dalla
frattura più drammatica, al momento - il Medio Oriente - siano la libanese Al Sohl,
l’egiziano Inji Efflatoun o l’iracheno Hiwa K.
Da notare che Enwezor non è certo un fautore di un giovanilismo fine a se stesso. Non
pochi degli artisti ammessi alla Biennale sono figure storiche o addirittura decedute.
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