Gli oggetti del cuore

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Gli oggetti del cuore
h a b i t a t
A destra: affollatissimo
lo scatto delle ‘cose
da salvare’ del trentenne newyorchese
Sean Crowley … che presumibilmente finirebbe
per perire nell’incendio
prima di riuscire
a raccoglierle tutte!
La modella e websiteeditor francese Marie-Laure
Daillut non potrebbe,
ovviamente, fare a meno
di salvare il proprio
book fotografico.
THE BURNING HOUSE PROJECT
Gli oggetti del cuore
La domanda è abbastanza semplice, ma la scelta non è affatto facile: quali oggetti
‘salvereste’ se la vostra casa fosse avvolta da un incendio? L’americano Foster
Huntington, attraverso il suo blog, ha chiesto alle persone di rispondere a questo
quesito inviando delle fotografie di quelle cose che sottrarrebbero per prime alle
fiamme: ne è risultato un quadro variopinto di scelte in bilico tra sentimentalismo
e senso pratico, non senza un pizzico di ironia.
d i b e at r i c e s a n t i n i
Sopra: Brody Tors, un bimbo
di 6 anni del New Hampshire,
dall’ipotetico incendio di casa
sua salverebbe una tazza
con la faccia di Garfield, una
cintura gialla, un elicottero
della Lego, il salvadanaio,
un transformer … tutto il suo
piccolo mondo, insomma.
C
Il ventitreenne di Sofia
George Yanakiev sceglierebbe di salvare del
cosiddetto cibo-spazzatura
e una tazza di caffé
all’americana.
osa portereste con voi se la vostra casa andasse a
fuoco? Le risposte e le reazioni che raccoglie sono
fuoco? Cosa salvereste dalle fiamme? La domanda,
così significative che Foster decide di organizzar­
in sé, non è delle più originali, ma l’insieme delle
­le scegliendo il linguaggio a lui più congeniale,
risposte e il modo stesso in cui sono raccolte, come
ovvero quello delle immagini, considera­to tra l’al-
una galleria di puzzle fotografici pubblicati sul web,
tro che per guadagnarsi da vivere fa il fotografo
offrono uno spaccato interessante dell’odierna uma-
nell’ambito della moda. Sarà anche perché da picco­­-
nità. ‘Una finestra sull’animo umano’, l’ha de­finito
lo ha sofferto di dislessia – “Imparare a leggere è
il quotidiano britannico The Guardian. Stiamo par-
stato per me molto difficile”, racconta – e dunque,
lando del progetto ‘The Burning House’, che è an­­­
la scelta della fotografia può essere interpretata an-
che il nome dell’omonimo blog (theburning­house
che come una fuga inconscia dal terreno (per lui)
.com) fondato e animato da Foster Huntington qua­­
minato della parola scritta. Fatto sta che si rivela
si fosse un esperimento di sociologia antropolo-
una scelta vincente: Internet im­­pone tempi rapi-
gica. “‘The Burning House’ nasce dal mio interesse
dissimi e la comunicazione visiva ha un impatto
per la relazione che le persone stabiliscono con gli
certamente più immediato di quel­­la testuale.
oggetti – spiega il giovane creativo americano – e
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per quanto questa relazione può dire di loro”. Nel
Tecnologia e sentimenti
2011, le prime domande agli amici: qua­­li oggetti
In neanche un anno e mezzo, il blog ‘The Burning
cerchereste di salvare se la vostra casa prendesse
House’ si è popolato di oltre 2 mila immagi­ni
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La foto postata dalla ventitreenne australiana Jennifer
Maree Rouse. Immancabile
l’iPhone insieme a tanti
negativi di fotografie che
presumibilmente racchiudono i ricordi più cari.
computer e telefonino, considerati dunque sempre più come oggetti di ‘vitale importanza’. Viene
dunque spontaneo pensare a come la nostra di­­
pendenza dalla tecnologia sia divenuta così totale
da rendere ‘sacrificabili’, semmai, gli oggetti di
valore sentimentale. In realtà, tuttavia, va anche
considerato come gli apparecchi elettronici siano
A sinistra: la canadese
Tara O’Brady, 34 anni,
salverebbe, tra le altre cose,
i tappi di champagne dei
giorni più importanti della
propria vita … ma con
la premessa che i propri
cari siano già in salvo.
L’istantanea di Dirk Gonzales,
architetto di 55 anni con dimora
a San Francisco, è un inno alla
comunicazione multimediale:
iPhone, iPad, microcamera,
hard disk … e denaro in contanti,
una scelta che sorprende
perché Gonzales è tra i pochissimi ad aver incluso i soldi tra
ciò che salverebbe.
oggi un’espansione della nostra memoria, il contenitore di tutta la nostra vita pratica e affettiva:
La ventisettenne di
Brooklyn Ariela Gittlen
include anche “una bottiglia
di buon gin, da bere
mentre guardo la mia
casa bruciare”.
foto, e-mail, documenti, un’enorme quantità d’informazioni e ricordi preziosi senza i quali, effettivamente, ci si può sentire persi.
Né si gridi al cinismo di fronte all’evidenza che
soltanto una persona, l’informatico venezuelano
Alejandro Sosa, abbia postato la foto di sua figlia.
ed elenchi fantastici, variamente venati di umo-
stare’ la propria foto, nel campo ‘Occupation’ (‘pro-
“Tutto è rimpiazzabile eccetto la mia bambina”, re­­
rismo e tenerezza, sentimentalismo ed evidente
fessione’ o ‘occupazione’) scrive, argutamente, ‘a
cita la didascalia. Giusto, giustissimo, ma ‘The Bur-
senso pratico. Il successo è stato tale che il 10 lu­­
kid’ (‘un bambino’) e dall’ipotetico incendio di casa
ning House’ è un gioco che esclude implicitamente
glio di quest’anno è stato pubblicato anche un li­­
sua salverebbe una tazza con la faccia di Garfield,
le persone care e perfino gli animali domestici,
bro, acquistabile online e in negozio, con una sele-
una cintura gialla, un elicottero della Lego, il sal-
vuole parlare di oggetti ‘cari’, non di persone o pets.
zione di 200 ‘risposte’ tra cui 50 inedite per la
vadanaio, un transformer … tutto il suo piccolo
Huntington sottolinea: “La nostra è una situazio­ne
stampa. Certo, statisticamente il campione è poco
mondo, insomma.
ipotetica, un esercizio divertente. È ovvio che in
rappresentativo, sbilanciato com’è sulla genera-
Il più ‘vecchio’ utente, per il momento, è invece
un caso reale di emergenza il primo pensiero an­­
zione dei ventenni e trentenni. La parte più con-
un tale Dirk Gonzales, architetto di 55 anni con di­­
drebbe ai figli e agli affetti in genere”.
sistente delle risposte è stata inviata inoltre da
mora a San Francisco. La sua istantanea è un inno
studenti e creativi (designer, illustratori, blogger,
alla comunicazione multimediale: iPhone, iPad,
Oggetti-simbolo di ciò che si è
scrittori, fotografi …), mentre a livello geografico
microcamera, hard disk … e denaro in contanti,
Limitandosi agli oggetti, va detto poi che il senti­
gli Stati Uniti la fanno da padroni, anche se, più
una scelta che sorprende, questa, non tanto per la
mento, il ricordo, il legame con la nostra storia per-
il tempo passa, più l’universo rappresentato sem-
sua praticità, ma perché Dirk è tra i pochissimi ad
sonale ed emotiva sono ovunque presenti. Per il
bra diversificarsi.
averla fatta, ovvero ad aver incluso i soldi tra ciò
signor Huntington, che non si sottrae al proprio
Il più piccolo tra i partecipanti, finora, è un bimbo
che salverebbe. Per le restanti scelte, invece, l’archi-
esperimento, l’oggetto più caro è la camicia da
di 6 anni, Brody Tors, dal New Hampshire, che nel
tetto è addirittura ‘banale’. Si contano sulla punta
scout del nonno. Per qualcun altro è il peluche
form che ogni utente deve riempire per poter ‘po­­
delle dita, infatti, quelli che escludono dalla lista
dell’infanzia o gli orecchini appartenuti alla
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L’italiano Luca Mariani,
residente a Barcellona,
salverebbe pure una noce
di cocco che lui afferma di
aver rotto con una testata …
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L’americano Ben Bator,
venticinquenne di Detroit,
salverebbe, come scrive,
“tutto quel che stamattina si
trovava nel raggio di 3 metri
dal mio letto, tranne il filtro
da caffé che era sul percorso
per uscire di casa”.
madre o il souvenir acquistato durante la luna di
miele … Ma il significato intrinseco in questi oggetti è simile, sono tutti simboli di un rapporto uma­
no o di una stagione della nostra vita senza i quali
non saremmo probabilmente ciò che siamo.
Il nostro tempo è ugualmente ben rappresentato,
con i suoi luoghi comuni e i suoi status symbol. E
“La nostra è una situazione ipotetica,
un esercizio divertente. È ovvio che in un caso
reale di emergenza il primo pensiero andrebbe
ai figli e agli affetti in genere”
FOSTER HUNTINGTON
se i citati dispositivi informatici sono tutti Apple
o quasi, i taccuini sono quelli neri di Moleskine e
Yanakiev, opterebbe invece per il cosiddetto cibo-
Tra le risposte più ironiche, un premio a quella di
gli occhiali da sole gli intramontabili Ray-Ban. Foto-
spazzatura e una tazza di caffé all’americana.
Manifes, ventisettenne di Teheran, che immorta­la
grafatissime le scarpe, dalle ginniche Converse e
Alcuni composit sono talmente affollati di oggetti
sigarette, accendino e la propria fede nuziale; ‘jerk’,
Superga, ai brutti-ma-comodi sandali Birkenstock,
che siamo quasi sicuri che il loro proprietario
‘cretino’, dichiara come occupazione, traden­­do al
fino a un paio di favolose Manolo Blahnik tutte ar­­
an­­drebbe certamente bruciato insieme alla casa
contrario un’apprezzabile finezza. Tra le più incre-
gento e lustrini. Passaporto e chiavi della macchi­
nel tentativo di salvarli tutti. Altri sono impron-
dibili, letteralmente, merita invece una citazione
­na sono, poi, quasi un ritornello. Ma c’è anche chi
tati in­­vece al minimalismo, come il trittico di tal
la foto inviata dal parroco Matthew McCraw, che
salverebbe tutto il necessario per farsi un bel piat­
Mauri­zio Zorat che sceglie di salvare solo la sua
fuori dalla casa in fiamme trascinerebbe con sé un
­to di spaghetti al sugo, come il ventitreenne Mat-
Minox 35 GT, una macchinina giocattolo e l’im-
intero arsenale di armi da fuoco e coltelli. Non c’è
teo, e chi, come un suo coetaneo di Sofia, Geor­­ge
mancabile iPhone.
più religione, è proprio il caso di dire ...
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FOTOGR AFIE TR AT TE DAL LIBRO THE BURNING HOUSE. COPYRIGHT © 2012 BY FOSTER HUNTINGTON. REPRINTED BY PERMISSION OF !T BOOKS, AN IMPRINT OF HARPERCOLLINS PUBLISHERS
Tra le risposte più ironiche
c’è quella di Manifes,
ventisettenne di Teheran,
che immortala sigarette,
accendino e la propria
fede nuziale.