Saluto del Rettore al Convegno su Verità, annuncio e autenticità di

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Saluto del Rettore al Convegno su Verità, annuncio e autenticità di
Saluto del Rettore
al Convegno su
Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale
Laterano, 17 maggio 2011
Autorità accademiche e religiose,
Professori, Studenti, Amici,
saluto tutti e ciascuno, porgendo il più cordiale benvenuto nell‟Università del
Papa.
1. Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale è il titolo del
messaggio di Benedetto XVI per la 45ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni
Sociali, che celebreremo il prossimo 5 giugno.
Il nostro Convegno è orientato anzitutto a una feconda ricezione delle lineeguida suggerite dal documento pontificio: su questo tema torneremo tra breve.
Ma conviene subito aggiungere che questa circostanza è parsa molto opportuna
per segnalare ufficialmente l‟acquisizione da parte della nostra Biblioteca Pio IX di
un nuovo, prezioso fondo librario. Oggi infatti inauguriamo, in un certo senso, il
“Fondo Emilio Rossi”, costituito dai volumi personali di questo insigne testimone
della comunicazione sociale, il compianto giornalista già Presidente dell‟Unione
cattolica stampa italiana (Ucsi). E oggi verrà consegnato all‟attuale Presidente
dell‟Ucsi, il dottor Andrea Melodia, il Premio delle Edizioni Paoline “Comunicazione
e Cultura 2011”.
Insieme ai suoi volumi, Emilio Rossi ci ha consegnato la passione per i libri,
che lo ha sempre caratterizzato. Si era abituato a leggere anche camminando. Quando
fu colpito da 15 pallottole, sparategli a bruciapelo dai brigatisti, anche allora Rossi
aveva in mano un libro, un testo di Pietro Ingrao.
2. Certamente la lettura, in ispecie quella di un buon libro, è una forma di
comunicazione tra il lettore e lo scrittore, tra l‟occhio e la carta.
Ma forse i nostri giovani hanno un po‟ perso il gusto di maneggiare la carta
croccante di un libro intonso, intenti a “toccare” invece il vetro dei loro iPad, nei
quali inseriscono gli ebooks preferiti. La rivoluzione digitale ha cambiato anche la
materia dei libri fatti di inchiostro digitale e di schermi organici (OLED): e con il
supporto muta ovviamente la modalità comunicativa.
Ce lo ricorda il Santo Padre nel messaggio di quest‟anno, al quale si ispira il
Convegno di oggi: “Le nuove tecnologie”, egli scrive, “non stanno cambiando solo il
modo di comunicare, ma la comunicazione in se stessa, per cui si può affermare che
si è di fronte ad una vasta trasformazione culturale. Con tale modo di diffondere
informazioni e conoscenze, sta nascendo un nuovo modo di apprendere e di pensare,
con inedite opportunità di stabilire relazioni e di costruire comunione”.
La Rete è quanto di meno neutro ci possa essere. Le sue logiche plasmano il
nostro modo di agire. Peer-to-peer, cloud computing, social network, orbital content
sono logiche che danno vita ad altrettante visioni del mondo, del lavoro, della
conoscenza, delle relazioni.
Le magie della nuova tecnologia, che destano stupore in molti adulti, sono
esperienza vissuta per i nativi digitali. Esse celano un rischio che Benedetto XVI
pone in evidenza: infatti, “la parzialità dell‟interazione, la tendenza a comunicare
solo alcune parti del proprio mondo interiore” può indulgere all‟autocompiacimento.
Noi invece, che ci accostiamo agli strumenti e ai contenuti del mondo digitale,
vorremmo individuare strategie pastorali per riportare in audiance la domanda
evangelica: “Come „farci prossimo‟ in questo nuovo mondo? Come aprirci, anche
con le nuove tecnologie, a un autentico ascolto dell‟altro?”.
3. Da parte mia, vi ricordo quello che dicevo fin all‟inizio del mio Rettorato: e
cioè che considero la comunicazione come una via indispensabile e operativa per
raggiungere qualche buon risultato rispetto a due istanze programmatiche
fondamentali, cioè di fronte all‟emergenza educativa e alla formazione dei formatori.
A questo riguardo, mi limito a richiamare un passaggio degli Orientamenti
pastorali dei Vescovi italiani per gli anni 2010-2020
Vado al n. 51, dove si parla della “Comunicazione nella cultura digitale” e
della sua “rilevanza imponente per l‟educazione”. Vi si legge che “le tradizionali
agenzie educative sono state in gran parte soppiantate dal flusso mediatico. Un
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obiettivo da raggiungere, dunque, sarà anzitutto quello di educare alla conoscenza di
questi mezzi e dei loro linguaggi, e a una più diffusa competenza riguardo al loro
uso”.
Ebbene, voglio ripeterlo anche oggi, e così concludo: l‟Università del Papa –
anzitutto attraverso il suo Istituto Pastorale; ma anche, in maniera trasversale e
interdisciplinare, attraverso tutte le sue strutture accademiche; e in modo specifico
attraverso l‟Area di ricerca Caritas in Veritate, che inaugureremo lunedì prossimo, e
attraverso Ufficio di Comunicazione e stampa, con il pool di giovani giornalisti
cattolici, che lo supporta generosamente –; ebbene, questa Università si rende
disponibile a tali obiettivi con una condivisione totale di programmi e di intenti.
+ Enrico dal Covolo
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