Messaggio del PaPa Francesco Per l`anno giubilare calasanziano

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Messaggio del PaPa Francesco Per l`anno giubilare calasanziano
Messaggio del
Papa Francesco
per l’Anno Giubilare
Calasanziano
2 · Messaggio del Papa Francesco per l’Anno Giubilare Calasanziano
Al Reverendissimo Padre
PEDRO AGUADO CUESTA
Preposito Generale dei Padri Scolopi
C
on grande gioia mi rivolgo a voi e a tutti i fratelli Scolopi in occasione
del 400° anniversario della nascita delle Scuole Pie come Congregazione religiosa e del 250° anniversario della canonizzazione di San
Giuseppe Calasanzio. In questa felice ricorrenza ho voluto anche
rendermi presente non solo per festeggiare la straordinaria storia
che voi avete scritto dai tempi del Fondatore fino ad oggi, ma per incoraggiarvi
a continuarla con entusiasmo, dedizione e speranza “per la gloria di Dio e
l’utilità del prossimo”. E sicuro che, benché le circostanze nelle quali nacque
l’Ordine non siano quelle odierne, le necessità a cui esso risponde continuano
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ad essere essenzialmente le medesime: i fanciulli e i giovani hanno bisogno
di chi distribuisca loro il pane della pietà e delle lettere, i poveri continuano
a chiamarci e a convocarci, la società chiede di essere trasformata secondo i
valori del Vangelo e l’annuncio di Gesù dev’essere portato a tutti i popoli e a
tutte le nazioni.
Il Papa Paolo V, 400 anni fa, comprese che era lo Spirito Santo a guidare Giuseppe Calasanzio a dedicarsi all’educazione dei fanciulli, che ai suoi tempi
vagavano nelle vie di Roma, e per questo scelse la “Congregazione Paolina dei
Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie” con la Bolla Ad ea per quae, come
prima Congregazione nella Chiesa dedicata esclusivamente all’educazione
dei bambini e dei giovani, specialmente di quelli poveri. Nel secolo scorso,
Pio XII riconobbe a sua volta l’importanza del vostro Fondatore proclamandolo, in occasione del terzo centenario della sua morte e nel secondo della sua
beatificazione, Patrono celeste di tutte le scuole popolari cristiane (cfr Breve
Providentissimus Deus: AAS 1948, 11, 454-455).
In questi quattro secoli le Scuole Pie si sono mantenute in un permanente
atteggiamento di apertura alla realtà e di “uscita”: da Roma verso i piccoli
paesi italiani, dove il vostro servizio educativo veniva pressantemente sollecitato; dall’Italia ai diversi Paesi europei, dove la Chiesa desiderava educare
solidamente i fanciulli nella fede cattolica; e successivamente verso gli altri
continenti, per servire la Chiesa e il mondo nel campo educativo. Avete sempre
esercitato il vostro ministero nella scuola, ma siete stati capaci di incarnare
il vostro carisma anche in diversi altri ambiti. E al tempo stesso avete saputo
rispondere alle sollecitazioni ecclesiali, assumendo servizi pastorali là dove
era necessario. Infine, rispondendo agli auspici del Concilio Vaticano II che
richiede una partecipazione più attiva dei laici alla vita della Chiesa, avete
aperto il cammino delle Fraternità degli Scolopi, invitando uomini e donne di
buona volontà a condividere il vostro carisma e la vostra missione, favorendo
una ricca pluralità vocazionale.
Da quando il Calasanzio iniziò la sua attività educativa, nel 1597, fino a quando
la Chiesa eresse la Congregazione, passarono venti anni, venti intensi anni nei
quali si venne configurando la sua identità. Nell’anniversario che celebriamo e
che vivrete come Anno Giubilare Calasanziano, auspico che si faccia memoria
di quello che voi siete e che siete chiamati ad essere. Chiedo al Signore che vi
conceda di vivere quelle disposizioni che resero santo il vostro Fondatore. In
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questo modo, le Scuole Pie saranno quello che San Calasanzio volle e quello
di cui i fanciulli e i giovani hanno bisogno.
Vi invito a vivere questo Anno Giubilare come una nuova “Pentecoste degli
Scolopi”. Lasciate che la casa comune delle Scuole Pie si riempia di Spirito
Santo, in modo che si crei in voi la necessaria comunione per portare avanti
con forza la missione propria degli Scolopi nel mondo, superando le paure e
le barriere di ogni tipo. Le vostre persone, comunità e opere possano irradiare
in ogni lingua, luogo e cultura la forza liberante e salvifica del Vangelo. Che
il Signore vi aiuti ad avere sempre uno spirito missionario e la disponibilità a
mettervi in cammino.
Il motto che avete scelto per questo Anno Giubilare - Educare, Annunciare,
Trasformare - vi orienta e vi guida. Rimanete aperti e attenti alle indicazioni
che lo Spirito vi suggerisce. Soprattutto, seguite le tracce che i bambini e i
giovani portano scritte nei loro occhi. Guardateli in faccia e fatevi contagiare
dalla loro lucentezza per essere portatori di futuro e di speranza. Dio vi conceda di trovarvi profeticamente presenti negli angoli dove i più piccoli soffrono
ingiustamente.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di una pedagogia evangelizzatrice che
sappia trasformare i cuori e la realtà in sintonia con il Regno di Dio, rendendo le persone protagoniste e partecipi dei processi. L’educazione cristiana,
specialmente tra i più poveri e lì dove la Buona Notizia ha poco spazio o tocca
marginalmente la vita, è un mezzo privilegiato per raggiungere tale meta. In
un carisma educativo come il vostro si intuiscono innumerevoli potenzialità,
molte delle quali sono ancora da scoprire. L’educazione apre la possibilità di
cogliere e accogliere la presenza di Dio nel cuore di ogni essere umano, fin
dalla più tenera infanzia, avvalendosi dei saperi umani (le “lettere”) e divini
(la “pietà”). Solo la coerenza di una vita fondata su questo amore vi renderà
fecondi e vi colmerà di figli.
Voglio ricordare le forti espressioni con le quali il vostro Fondatore descrisse
il ministero al quale dedicò la sua vita: «Molto degno, molto nobile, molto
meritorio, molto benefico, molto utile, molto necessario, molto radicato nella
nostra natura, molto conforme alla ragione, molto apprezzato, molto piacevole e molto glorioso» (Memoriale al Cardinale Tonti). Queste parole sono
ancora valide! Infatti, ci sono oggi milioni di bambini senza accesso all’eduMessaggio del Papa Francesco per l’Anno Giubilare Calasanziano · 5
cazione, esclusi nelle grandi città, limitati nelle loro aspirazioni e nei progetti
per il futuro a causa dell’egoismo e dell’avarizia umana; migliaia di bambini
allontanati dalle loro abitazioni e dalle loro scuole a causa delle guerre, e che
richiedono una speciale attenzione educativa. E tutti i bambini che sono scolarizzati hanno continuamente bisogno di autentici educatori, che li aiutino a
crescere a partire da profonde radici, indichino loro Cristo e li accompagnino
nel cammino della vita.
Non voglio tralasciare di dirvi qualcosa che sento con particolare forza quando penso alla vita consacrata. Essere parte di una famiglia religiosa per San
Giuseppe Calasanzio significa scegliere un cammino di continuo e deciso
abbassamento. Essere Scolopio è per definizione essere una persona in stato
di abbassamento, un piccolo che si può identificare con i piccoli, un povero
con i poveri. La storia della nostra salvezza è la storia di un supremo abbassamento: il divino si fa umano, il celeste si fa terreno, l’eterno diviene temporale,
l’assoluto diventa fragile, la sapienza di Dio diventa follia e la sua forza diventa
debolezza; perché la Vita, la vera Vita, si abbassa fino alla morte e alla morte
di croce. Seguire Gesù è seguire il suo abbassamento, è arrivare, come Lui, al
fondo dell’umanità, della nostra precarietà e lì farsi servo, come Colui che non
è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per
tutti (cff Mt 20,28).
Diceva San Giuseppe Calasanzio: «La strada più breve e più facile per essere
esaltato alla conoscenza di sé e da questa alle caratteristiche della misericordia,
della prudenza e della infinita pazienza di Dio è l’abbassarsi a donare luce ai
fanciulli e in particolare a quelli che sono come del tutto derelitti, alla quale,
dal momento che è una mansione tanto bassa e vile agli occhi del mondo, pochi desiderano abbassatisi» (Epistolario, 1236). Il vostro Fondatore scoprì che
l’autentico cammino di conoscenza di sé stessi e dell’esercizio delle più alte
virtù, era l’abbassamento davanti ai bambini, soprattutto davanti ai derelitti,
per condurli alla luce. Allo stesso modo in cui il Signore volle porre la vera
felicità e beatitudine nella bassezza della croce, così voi, come consacrati,
trovate la vostra pienezza e la vostra gioia nel quotidiano abbassamento in
mezzo ai fanciulli e ai giovani, specialmente i più poveri e bisognosi. Voi non
siete stati fondati per altra grandezza che quella della piccolezza, né per altra
vetta che l’abbassamento, che vi riveste dei sentimenti di Cristo e vi porta ad
essere cooperatori della Verità divina e a farvi bambini con i bambini e poveri
con i poveri (cfr Constitutiones, 19).
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Affido voi, tutto f Ordine, la Famiglia Calasanziana e le Fraternità delle Scuole
Pie a Maria Santissima, della quale l’Ordine delle Scuole Pie porta il nome.
Maria, che fu la prima maestra di Gesù, vi sia modello e protezione per continuare a portare avanti la vostra missione, accompagnando i piccoli verso il
Regno di Dio.
Con questi sentimenti, imparto di cuore a tutti voi una speciale Benedizione
Apostolica.
Dal Vaticano, 27 novembre 2016
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