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La bellezza della Giornata Mondiale della Gioventù
Rio de Janeiro, 24 ‐ 28 luglio 2013
Sono stati giorni bellissimi. Dal 24 al 28 luglio, adulti, bambini, anziani e migliaia di
giovani hanno accolto Papa Francesco a Rio de Janeiro. Secondo il sito ufficiale della
Giornata Mondiale della Gioventù 2013, sono state 3,7 milioni le persone che hanno
partecipato agli eventi principali (Accoglienza del Papa, Via Crucis, Veglia e Messa).
La visita del Papa è stata indubbiamente il tema predominante di quei giorni e
continua ad esserlo anche oggi. Pellegrini da 175 nazioni si sono trovati per vedere ed
ascoltare il Santo Padre e vivere una grande esperienza di fede.
Molte sono le testimonianze dei partecipanti alla GMG che esprimono la gioia di aver
potuto vedere ed ascoltare Papa Francesco. Come quella di Andréa Fraga,
responsabile del centro educativo João Paulo II, partner di AVSI nel progetto di
Sostegno a Distanza a Salvador, “Partecipare ad una Messa insieme a milioni di
persone in silenzio assoluto è stato così emozionante… Era impossibile non percepire
che Cristo fosse lì, a parlare con me attraverso quel silenzio”.
Settimana missionaria
L’esperienza della GMG è stata preceduta dalla Settimana Missionaria in cui alcuni
giovani sono stati accolti da famiglie e parrocchie. Insieme hanno organizzato delle
escursioni per conoscere la città e cominciato insieme, attraverso la catechesi, un
cammino di crescita della fede.
Inês Damasceno, coordinatrice pedagogica dell’Associazione Espaço Educativo São
Charbel, a Petrópolis (RJ) e i giovani del centro hanno accompagnato un gruppo di 256
italiani accolti in una scuola del centro città. Inês racconta “I giovani hanno aiutato nei
pasti, nelle escursioni turistiche e in tutte le necessità dei nostri ospiti. La lingua non è
stata un problema, il modo in cui tutti sono riusciti a comunicare è stato sensazionale!”
I ragazzi hanno organizzato rappresentazioni di capoeira, danze e canti brasiliani e gli
italiani sono rimasti contenti e pieni di gratitudine”.
“Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni”
Questo è stato il tema della Giornata Mondiale della Gioventù 2013, che ha toccato
profondamente coloro che desideravano che questo evento fosse un’opportunità di
crescita nella fede.
Nei suoi discorsi, Papa Francesco ricorda che essere discepolo significa essere seguace
e amico di Cristo e ha espresso il desiderio della Chiesa di coinvolgere i giovani nella
vita cristiana.
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“Andate, senza paura, per servire” ha detto il pontefice affermando che Gesù chiama
tutti ad “andare e trasmettere questa esperienza agli altri”. E ha concluso dicendo
“Portare il Vangelo vuol dire portare la forza di Dio, per sradicare e distruggere il male
e la violenza; per abbattere le barriere dell’egoismo, dell’intolleranza e dell’odio; per
costruire un mondo nuovo”.
Per Jorgiana Aldren, coordinatrice pedagogica dello stesso centro educativo in cui
lavora Andréa, la giornata è stata un segno nella sua vita “In questa nuova era che
comincia, comprendo alcune delle parole così piene del Santo Padre, che ci ha chiesto
di vivere la nostra vita nella fede, perché abbia un sapore nuovo. Arricchire di fede,
speranza e amore la nostra vita per portare valore alle persone che incontriamo”.
In modo simile, Andréa ha riconosciuto nelle parole del Papa una chiamata personale
“È stato come se Gesù parlasse direttamente a me, ho cercato delle risposte e mi sono
state date”. Interrogata sulla relazione tra la GMG e il suo lavoro con i bambini del
centro educativo, afferma che il Papa ha posto una domanda che l’ha toccata
profondamente “Ha chiesto se volevamo essere come Pilato o come il Cireneo, che ha
affrontato tutti e ha aiutato Gesù a portare la croce. Dopo questa provocazione non
avevo alcun dubbio di voler essere come il Cireneo. Di fronte a questi ragazzi con cui
lavoro non posso essere come Pilato, lavarmene le mani e accettare un destino che
molti credono non sia possibile cambiare. Oggi il mio coraggio è raddoppiato grazie a
loro, la realtà dura in cui vivono non mi costringe a rassegnarmi ad un futuro senza
speranza. Sono certa che Cristo li guarda in modo speciale e ha riservato loro un
destino diverso da quello che appare. Prego perché questi bambini crescano mettendo
Dio al centro delle loro vite”.
Un sacrificio che vale la pena
Molti dei giovani che hanno partecipato alla GMG hanno lavorato duramente per
raccogliere le risorse necessarie per fare questo viaggio, come racconta Inês
Damasceno “I giovani di São Charbel hanno lavorato sin dall’anno scorso aiutando
negli eventi di raccolta fondi. Abbiamo organizzato due cene e varie merende. Tutti si
sono impegnati con grande dedizione e grazie a questi lavori 7 ragazzi hanno potuto
partecipato alla GMG”.
Anche la pedagogista Milena Nunes ha aiutato i giovani per la ricerca fondi. In quanto
coordinatrice pedagogica del Progetto “Seminando Scienza”, realizzato da AVSI a
Salvador, ha conosciuto personalmente l’iniziativa di un gruppo dello staff che si è
mosso per partecipare alla GMG. Milena e i suoi nuovi amici hanno realizzato eventi di
beneficienza e hanno chiesto soldi alle porte di una chiesa del centro città. “Gran parte
del denaro era costituito da monete da $0,50 e R$1,00 – letteralmente elemosina ‐ e
per me è stata una sfida in molti sensi [...]. Ho cominciato a comprendere il significato
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della Giornata vedendo come le persone si mobilitavano per donare liberamente a
persone che non conoscevano.”
Inês e Milena hanno potuto testimoniare che il sacrificio dei ragazzi ha ottenuto un
risultato “Ho visto nei loro volti qualcosa di diverso, giovane, vibrante, allegro e vivace,
che ogni giorno si rinnovava e generava soddisfazione, anche di fronte ai sacrifici. Ho
visto di fronte a me dei giovani determinati e con un gran cuore. Il loro movimento mi
ricordava la folla che decise di seguire Gesù dopo averlo sentito parlare. Sono stati
afferrati da qualcosa che, coscientemente o no, li ha spinti a vivere in un modo
vibrante” racconta Milena.
Per Inês “Questa esperienza ci ha aiutato a percepire la ricchezza del cristianesimo e la
forza dei giovani. Tutti si sono sentiti partecipi della Chiesa Cattolica e hanno preso sul
serio l’invito del Papa ad essere missionari, in qualsiasi luogo. Al termine della GMG
pensavano già a come organizzarsi per l’incontro del 2016, a Cracovia, in Polonia”.
Un’esperienza di vita
Le ragioni che spingono una moltitudine di persone ad affollarsi per le strade sono
numerose. Nel mese di giugno, per esempio, migliaia di persone hanno realizzato
dimostrazioni per le strade di diverse città brasiliane, a volte in modo ordinato e
pacifico, altre con atti vandalici. L’obiettivo principale era esternare il malcontento
rispetto alla posizione del governo su varie questioni. La diminuzione del prezzo della
tariffa dei trasporti, il miglioramento del settore salute ed educazione, la cura per
l’ambiente, la questione dell’omosessualità sono solo alcuni dei numerosi motivi che
hanno spinto i brasiliani a riunirsi per le strade. In breve, rivendicavano che lo Stato
fosse più presente e prendesse una posizione rispetto ai loro bisogni e offrisse migliori
condizioni di vita. Molti sostenevano che il Brasile stesse vivendo una vera rivoluzione.
Anche la Giornata Mondiale della Gioventù ha riunito migliaia di persone nelle strade.
La grande differenza forse è stata nella ricerca di una presenza. Nella GMG c’era già
una presenza, che si insinuava docilmente nel dialogo tra le persone. Una presenza che
ha portato qualcosa di grande, concreto, che ci riempito di bellezza e guidato.
Papa Francesco ha sollecitato i giovani a dare una risposta ai fatti: “Continuate a
vincere l’apatia, dando una risposta cristiana alle inquietudini sociali e politiche che
stanno sorgendo in varie parti del mondo [...]. Non siate schivi, immergetevi nella vita,
come ha fatto Gesù”.
Le sue parole hanno invitato i giovani a vivere la rivoluzione della fede. Il Papa ha
detto: “I giovani devono essere forti, devono alimentare la propria fede e non essere
distolti da altre cose… Mettete Cristo nella vostra vita, riponete la vostra fiducia in Lui
e non sarete delusi. Vedete, cari amici, la fede è una rivoluzione che potremmo definire
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“copernicana”, che ci toglie dal centro e pone Dio al centro; la fede ci inonda del Suo
amore che ci dà sicurezza, forza e speranza. Apparentemente sembra che non cambi
niente ma nel nostro intimo cambia tutto. Quando Dio è nel nostro cuore, abbiamo
pace, dolcezza, tenerezza, entusiasmo, serenità e allegria, che sono frutti dello Spirito
Santo (cf. Ga 5,22), allora la nostra esistenza si trasforma, il nostro modo di pensare e
di agire si rinnova, diventa il modo di pensare e agire di Dio”.
La sensazione di essere di fronte ad una presenza che si impone, ad un grande fatto, ha
certamente lasciato segni che nel tempo saranno percepiti non solo dalla moltitudine
presente a Rio ma in tutto il popolo brasiliano.
In un’intervista a TV 2000, Fabrizio Pellicelli, rappresentante di AVSI in Brasile, ha
affermato che la vita nel Paese non è più la stessa. “Questa visita del Papa in Brasile è
senza dubbio uno spartiacque. La presenza di Papa Francesco in Brasile significa molto
per il futuro di questo Paese e delle persone che vivono in situazioni di estrema
povertà”.
Per alcuni, questa Giornata è stata l’inizio di un cammino di fede e conversione, per
altri ha significato rivivere qualcosa già precedentemente sperimentato ma in comune
c’è la certezza di avere vissuto qualcosa di grande e bello che ci accompagnerà per
tutta la vita.
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