protocollo di riabilitazione

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protocollo di riabilitazione
ARTROPROTESI TOTALE DI ANCA
Le articolazioni sono coinvolte in ogni nostro movimento. Semplici movimenti come
camminare, piegarsi e girarsi richiedono l’utilizzo delle articolazioni dell’anca e del
ginocchio. Normalmente tutte le componenti di queste articolazioni lavorano insieme e
senza dolore. Quando però subentra una malattia o un trauma, il dolore che ne consegue
limita i movimenti e le attività in genere.
Una articolazione è costituita
da due estremità di due ossa
rivestite e protette da tessuto
capsulo legamentoso.
L’articolazione dell’anca è
una articolazione in cui la
parte a forma di palla, o testa
femorale, è posizionata sulla
parte superiore del femore
mentre la parte a forma di
coppa, o acetabolo, è situata
nel bacino.
La parte terminale dell’osso di una articolazione è ricoperta con un materiale morbido e
liscio, chiamato cartilagine. La cartilagine permette di evitare quasi totalmente il contatto
fra due superfici ossee.
Le articolazioni sono rivestite da un tessuto leggero e liscio chiamato membrana sinoviale.
La membrana sinoviale produce il liquido sinoviale che funge da lubrificante per ridurre
la frizione e l’usura dell’articolazione.
Una delle cause più comuni dei dolori articolari è l’ artrosi. I tipi più comuni di artrosi sono:
⁻
Osteoartrosi : a volte chiamata degenerativa perché usura la cartilagine articolare,
la quale una volta completamente usurata permette lo sfregamento tra le ossa
provocano dolore e rigidità. L’osteoartrosi generalmente colpisce soggetti ultra
cinquantenni e frequentemente vi è una certa familiarità.
⁻
Artrite Reumatoide : produce mutazioni chimiche della membrana sinoviale ne
causa la sua infiammazione e ispessimento e, di seguito il liquido sinoviale
distrugge la cartilagine. L’Artrite Reumatoide colpisce le donne circa tre volte in più
degli uomini, e può derivare da altre patologie organiche.
⁻
Artrosi post- traumatica: può svilupparsi dopo una frattura dell’articolazione a
seguito della quale l’osso e la cartilagine non si riparano correttamente. La
superficie articolare non è più liscia e queste irregolarità portano ad una maggiore
usura delle superfici articolari.
⁻
Necrosi avascolare: può riscontrarsi quando l’osso è privato della normale
irrorazione del sangue. Senza una opportuna nutrizione da parte del sangue, la
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strutture dell’osso si indebolisce fino a poter collassare e danneggiare la cartilagine.
Ciò accade generalmente dopo un lungo periodo di trattamento cortisonico.
Il dolore articolare può anche essere causato da deformità o da un trauma direttamente
riguardante l’articolazione. In alcuni casi il dolore articolare peggiora quando il paziente
evita di usare l’arto dolorante, indebolendo così il muscolo e rendendo ancora più difficile i
movimenti.
La terapia dell’artrosi e della degenerazione delle articolazioni può essere decisa dal
medico di famiglia, dall’internista o dal reumatologo. In ogni caso, quando il trattamento
medico non è più efficace, dovrebbe essere consultato, dopo aver eseguito le radiografie,
un chirurgo ortopedico che determinerà o meno la necessità di un intervento.
La visita ortopedica è indispensabile per la formulazione della diagnosi e di valutare altri
importanti aspetti:

Forza muscolare

Range di movimento

Gonfiore

Riflessi

Condizioni dei tessuti

Visone del danno articolare e delle deformità
Dopo la visita, il chirurgo ortopedico rivedrà e discuterà i risultati con il paziente. Pertanto a
seconda della diagnosi e della valutazione può essere indicato un trattamento con:

Terapia medica : Tra i più comunemente prescritti ci sono i gli antinfiammatori.

Terapia fisica
⁻
⁻
⁻
Ginnastica isometrica (spingere), esercizi volti a migliorare il tono muscolare
senza sottoporre l’articolazione infiammata ad uno sforzo eccessivo
Ginnastica isotonica (tirare), esercizi volti ad accrescere ulteriormente il tono
muscolare
Passeggiate quotidiane, con l’ausilio di supporto a seconda della necessità

Infiltrazioni : possono dare un temporaneo sollievo. Frequenza delle infiltrazioni e
durata del sollievo variano a seconda della gravità della malattia.

Indicazioni ad interventi chirurgici : l’artroprotesi totale è di solito a beneficio di quei
pazienti che hanno un quadro clinico grave, ad un paziente viene suggerita una artroprotesi
totale se :
⁻
⁻
⁻
Le limitazioni funzionali riguardano la normale vita quotidiana
Il dolore non passa con nessuno dei trattamenti descritti, ne camminando con un
bastone o limitando le proprie attività
Significativa rigidità articolare
Un’artroprotesi totale è un intervento chirurgico durante il quale alcune parti
dell’articolazione dell’anca danneggiata dall’artrosi viene asportata e rimpiazzata da
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oggetti metallici o plastici chiamati protesi. La protesi è disegnata per far si che
l’articolazione ritrovi tutti i suoi originari movimenti.
In un intervento di artroprotesi totale, il chirurgo sostituisce la testa usurata del femore con
una sfera di metallo o di ceramica montata su uno steli, mentre la cavità è foderata di
polietilene (sostanza plastica) o polietilene e metallo. La protesi può essere cementata con
un cemento simile a quello dentario, o fissata a pressione senza utilizzare il cemento.
L’ARTROPROTESI D’ANCA è composta dalle seguenti
componenti:
1 COTILE fissato all’osso iliaco con 2 modalità:
mediante avvitamento
inserito a pressione
2 INSERTO IN POLIETILENE ad incastro sulla componente
acetabolare
3 STELO fissato alla diafisi femorale con e senza cemento
4 TESTINA metallica o in ceramica.
Quando il chirurgo ortopedico esegue l’intervento, si prefigge quattro obiettivi basilari:

Togliere il dolore al paziente

Restituire la mobilità

Correggere la deformità ripristinando l’originaria lunghezza dell’arto
Prima dell’intervento il paziente deve sottoporsi ad accertamenti clinici in regime di pre
ospedalizzazione.
La preparazione per un intervento di artroprotesi inizia alcune settimane prima della data
stabilita. In generale al paziente può essere raccomandato:

Considerare la donazione di sangue autologa. Per evitare di utilizzare sangue
da donatore, il paziente può sottoporsi al prelievo del proprio sangue prima
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dell’intervento. Anche se le tecniche di artroprotesi totale utilizzate possono non
richiedere trasfusioni di sangue, è possibile che alcuni pazienti possano avere
bisogno di sangue durante o dopo l’intervento nonostante il recupero utilizzato nel
periodo post operatorio

Iniziare ad eseguire alcuni esercizi fisici. Aumentare il tono della muscolatura
del tronco e degli arti superiori è importante perché sarà necessario utilizzare un
girello o delle stampelle dopo un intervento di artroprotesi d’anca. Fortificare gli arti
inferiori è altrettanto importante perché fortificare la gamba prima dell’intervento
ridurrà i tempi di recupero.

Sottoporsi ad un Check up generale. il paziente che deve sottoporsi ad un
intervento deve essere in buone condizioni generali, pertanto deve essere escluso
o identificato qualsiasi problema di salute che potrebbe interferire con la buona
riuscita dell’intervento.

Perdere peso. Diminuire il peso aiuterà a ridurre lo stress sulla nuova articolazione
e faciliterà l’esecuzione dell’intervento.

Esame Ecocolordoppler degli arti inferiori nel caso il paziente abbia sofferto di
pregressi episodi tromoembolici o comunque nel caso di grave insufficienza venosa
degli arti inferiori.

Visita cardiologica compreso esame ecocolordoppler cardiaco nel caso di
patologia cardio circolatoria con danno d’organo.
Il paziente si ricovera il giorno prima dell’intervento per la preparazione preoperatoria.
Tutto ciò è necessario in quanto l’intervento si svolge in anestesia epidurale.
Esistono due tipologie di fissaggio delle protesi d’anca :
Cementato. E’ stato concepito per essere impiantato utilizzando cemento osseo,
quest’ultimo viene iniettato nel canale femorale preparato quindi il chirurgo posizione
l’impianto.
Poroso. Il canale femorale viene preparato in modo da consentire il perfetto inserimento
dell’impianto. Le superfici porose sono realizzate per aggrapparsi all’osso del canale e
dare stabilità e stimolare la ricrescita ossea nella porosità. Inoltre, questa crescita di
massa ossea può fornire il fissaggio biologico per l’ulteriore stabilità dell’impianto.
L’intervento chirurgico :
Il paziente viene condotto in sala operatoria dove, dopo i controlli secondo specifiche
Check list, viene somministrata l’anestesia.
Dopo che l’anestesia ha fatto effetto, il paziente viene opportunamente posizionato sul
letto operatorio e viene preparato il campo operatorio in corrispondenza dell’articolazione.
Dopo l’incisione di dimensioni appropriate della cute la gamba viene manovrata finché a
testa femorale viene dislocata dall’alloggiamento acetabolare. Viene quindi utilizzato uno
speciale alesatore per rimuovere la cartilagine danneggiata e la superficie ossea
dall’acetabolo e modellare l’alloggiamento in modo adeguato all’impianto da inserire.
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La parte della cupola dell’impianto viene fissata con cemento o premuta in modo che la
superficie porosa sviluppi un attrito tale da fissarla nella posizione desiderata. Una volta
bloccata la cupola viene inserito l’inserto di polietilene.
Terminata la fase acetabolare, viene utilizzata una speciale sega per rimuovere la testa
femorale danneggiata. Vengono utilizzati speciali strumenti per rimuovere una parte
dell’osso spugnoso dal canale midollare e per modellare le pareti interne in modo da
adattarle alla forma dello stelo.
Anche lo stelo può essere bloccato con il cemento o mediante attrito della superficie
porosa. In alcuni impianti stelo e testa sono un unico pezzo.
Quando tutti gli impianti sono in sede il chirurgo posiziona la testa dello stelo
nell’alloggiamento pelvico e regola la tensione dei ligamenti che circondano l’anca,
successivamente sutura gli strati di tessuto nelle rispettive posizioni. Inserisce un
drenaggio nella ferita ed applica un bendaggio sterile.
Successivamente il paziente viene portato della sala post chirurgica e successivamente in
reparto.
Dopo l’intervento chirurgico :
-
-
l’arto operato rimane fermo in abduzione per 24 ore.
il paziente può girarsi sul fianco controlaterale mettendo un cuscino in mezzo alle
gambe per non addurre l’arto e assistito da un infermiere professionale.
-
Questo esercizio può essere iniziato a letto subito dopo l’intervento, ad intervalli di
10-15’. Spingere lentamente la punta del piede verso il basso e
successivamente verso l’alto, ripetendo il movimento numerose volte.
-
rimozione drenaggi generalmente dopo 48 ore e medicazione della
ferita dopo 2 giorni circa a discrezione del medico di reparto.
-
inizio di riabilitazione funzionale postoperatoria già a letto del paziente e secondo
un preciso protocollo.
-
Inizio della deambulazione in carico con 2 bastoni in 2° giornata post operatoria.
-
dimissione in 7°- 8° giornata.
-
i punti di sutura vengono tolti dal Medico curante secondo i tempi contenuti nella
lettera di dimissione consegnata al paziente
-
terapia antitromboembolica a domicilio per un periodo di 40 giorni circa.
Durante il periodo post operatorio, verrà iniziata la terapia riabilitativa ed il paziente sarà
istruito ai comportamenti da tenere per non pregiudicare l’intervento chirurgico stesso.
Un fisioterapista che vi istruirà su come salire e scendere dal letto ed usare i supporti per
camminare, controllerà che gli esercizi siano eseguiti correttamente e vi aiuterà a
scendere dal letto e a camminare per la prima volta.
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Nei giorni seguenti, farete progressi camminando per distanze sempre più lunghe e
imparerete a salire le scale.
Dimessi dall’ospedale vi sarà data una lista di cose da fare e da non fare in modo ce
possiate ricordare questi consigli una volta tornati a casa. (Modulo prevenzione
lussazione dell’anca) e, se residenti nel territorio dell’ASL di Livorno, sarete messi il lista
di attesa per intraprendere un ciclo di riabilitazione di 21 giorni in regime residenziale o
semiresidenziale (diurno) nella stessa struttura in cui vi siete operati.
COSA DEVE FARE IL PAZIENTE A DOMICILIO
Sedersi
La sedia deve avere braccioli. Deve essere alta almeno 70 cm, inclusa l’imbottitura,
dall’alto del cuscino a terra. Se siete particolarmente alti, vi servirà una sedia più alta o se
siete bassi più bassa. Se non avete una sedia con i braccioli potreste chiederne una in
prestito.
Per sedersi camminate verso la sedia, giratevi lentamente. Quando sentite che il retro
delle vostre gambe tocca il cuscino, avanzate la gamba operata davanti a voi, sorreggetevi
ai braccioli e portando il peso sulle braccia e sull’arto non operato, sedetevi lentamente.
Per alzarsi con l’arto operato dritto, spostate il peso sull’arto non operato e spingetevi in
alto con le braccia. Ristabilite l’equilibrio e riprendete il vostro bastone o le vostre
stampelle.
Dormire
Il vostro letto deve essere alto almeno 70 cm, dal materasso al pavimento. Dovete
posizionarlo in modo tale che possiate muovervi agevolmente nel salire e scendere dallo
stesso, in modo tale che possiate salire prima con la gamba non operata e poi tirare su
quella operata.
Per salire sul letto posizionatevi dal lato della gamba operata. Sedetevi sul letto e
spingetevi indietro fino a poggiarvi con sicurezza prima di girarvi verso l’estremità del letto.
Fate la stessa procedura al contrario per scendere dal letto. Non dormite sul lato operato
per le prime 6 settimane dopo l’operazione
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Un piumino o una trapunta sono più facili da muovere piuttosto che delle coperte. Se non
c’è nessuno che vi sistemi le coperte, abbiate a portata di mano un bastone per potervi
aiutare a sollevare le coperte e a spostarle sul lato opposto prima di alzarvi.
Fare il bagno:
Aspettate secondo le indicazioni mediche ricevute o almeno 6 settimane prima di fare un
bagno da soli. Nelle prime 6 settimane fatevi aiutare a lavare i piedi o tagliare le unghie.
Usare la toilette
Avrete probabilmente la necessità di alzare il vostro water per le prime settimane al vostro
ritorno a casa. E’ possibile acquistare l’accessorio necessario. Se il vostro water rialzato
ha la possibilità di avere dei braccioli comportatevi come quando vi sedete ed alzate dalla
vostra poltrona. Se il vostro water rialzato non ha braccioli, utilizzare il sostegno delle
vostre stampelle. Poggiate una stampella dal lato non operato e tenete l’altro con l’altra
mano dal lato operato. Sostenendo il vostro peso con l’aiuto della stampella e con la
gamba operata tesa davanti a voi, poggiate la mano libera del lato non operato sul bordo
del water e sedetevi lentamente. Per alzarvi eseguite tutte le operazioni descritte al
contrario.
Assicuratevi di non dover effettuare torsioni per raggiungere la carta igienica, utilizzate la
mano del lato non operato, non piegatevi in modo esagerato.
Vestirsi
I vostri abiti dovranno essere a portata di mano, non dovrete piegarvi per prenderli, per cui
prima dell’intervento cercate di sistemarli in modo da utilizzare gli scomparti ed i cassetti
del vostro armadio che sono alla altezza della vostra vita o più in alto. Quando ritornerete
a casa usate scarpe basse e comode. Se preferite scarpe con le stringhe , vi consigliamo
di sostituirle con delle stringhe elastiche per rendervi più facile indossarle.
Per prima cosa, raggruppate i vestiti che volete indossare e metteteli sul letto vicino a voi,
prima di iniziare a vestirvi:

sedetevi sul letto o su una sedia per vestirvi

indossate la biancheria intima aiutandovi a tirarla su con il manico del vostro
bastone

iniziate dalla gamba operata

infilate la scarpa della gamba non operata mentre siete seduti

alzatevi in piedi e appoggiandovi ad un mobile indossate l’altra scarpa

appoggiate il bastone e sorreggetevi al mobile per assumere una posizione stabile

spingete delicatamente il piede della gamba operata dentro la scarpa aiutandovi se
necessario, con il bastone o con un calzascarpe
Spogliarsi:
Utilizzate la stessa procedura al contrario per le scarpe
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Uscire dalla macchina : Non potrete guidare per le prime 6 settimane
Controllate che la macchina sia parcheggiata distante dal marciapiede in modo che siate
sullo stesso livello della macchina quando dovete salirvi. Posizionate il sedile più indietro
possibile e leggermente reclinato.
Utilizzate gli stessi accorgimenti che seguite per entrare e d uscire dal letto. Entrate
delicatamente nell'’auto e abbassatevi lentamente fino a sedervi. Poi sollevatevi
delicatamente per accomodarvi sul sedile tenendo tesa la gamba operata. Accomodatevi
sul sedile lentamente sistemando bene il piede della gamba operata. Un telo di plastica sul
sedile potrà aiutarvi a scivolare più facilmente mentre vi sistemate. Per uscire dall’auto
eseguite gli stessi movimenti a ritroso.
Lavori pesanti :
I lavori pesanti come portare pesi o fare le pulizie dovrebbero essere lasciati ad altri.
Chiedete a qualcuno di aiutarvi a fare la spesa, a fare il bucato e a preparare i pasti. Non
passate l’aspirapolvere, non fate il letto, non lavate i pavimenti e non sollevate pesanti
cesti di biancheria.
Movimenti :
La protesi d’anca è concepita per togliervi il dolore, restituirvi la mobilità e in molti casi
ripristinare la parità di lunghezza degli arti per migliorare la vostra capacità di movimento.
Deambulazione in carico con due bastoni canadesi per un mese
Con il solo bastone controlaterale all’anca per un mese.
Il paziente deve ripetere più volte al giorno i sotto elencati esercizi di rinforzo muscolare
appresi durante il periodo di degenza (ogni esercizio va eseguito mantenendo la posizione
per 5 secondi).
In posizione supina , con i piedi appoggiati sul letto, ad anche e ginocchia flesse, sollevare
il bacino dal piano del letto, mantenere la posizione e tornare nella posizione iniziale.
Flettere l’anca operata, forzare la flessione ottenuta afferrando la coscia con le mani a
ginocchio flesso. Da questa posizione flettere ed estendere il ginocchio.
In posizione laterale sul lato sano con un cuscino tra le ginocchia:
⁻
abdurre l’arto, mantenendo la posizione e ritornare alla posizione di partenza.
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⁻
flettere l’anca ed estenderla. Nella flessione dell’anca flettere il ginocchio,
nell’estensione estenderlo.
⁻
In posizione prona (steso sul letto sulla pancia)
Estendere l’anca a ginocchio flesso e a ginocchio esteso.
⁻
In posizione seduta flettere ed estendere alternativamente le ginocchia
IN PIEDI:
⁻
flettere ed estendere l’anca operata;
nella flessione flettere il ginocchio, nell’estensione estenderlo.
⁻
Abdurre l’anca operata, mantenere la posizione e tornare alla posizione iniziale.
quando il paziente potrà caricare completamente sull’arto operato, associare i seguenti
esercizi:
⁻
⁻
carico sulle punte e ritorno alla posizione iniziale,
carico su talloni e ritorno alla posizione iniziale.
Oltre che camminare diverse volte al giorno senza affaticarsi, quando è possibile il
paziente può praticare nuoto ed esercitarsi con la cyclette inizialmente alzando la sella in
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modo da compiere agevolmente l’intero giro del pedale nonostante la limitazione
funzionale dell’anca operata; nei giorni successivi, si abbassa la sella di 1 cm al giorno.
Quando la sella sarà abbassata del tutto, si potrà ulteriormente migliorare la flessione
dell’anca aggiungendo uno o più spessori di sughero da 1 cm al pedale dell’arto operato.
Gli esercizi alla cyclette verranno eseguiti 3-4 volte al giorno per una durata di 30 minuti
circa.
QUATTRO COSE DA NON FARE.
-
Non si deve flettere l’anca ad angolo retto come per chinarsi per raccogliere
qualcosa da terra a ginocchio esteso.
-
Non si deve accavallare l’arto operato sull’altro.
-
Non ci si deve voltare tenendo fermo il piede della gamba operata.
-
Non ci si deve chinare in avanti quando siamo seduti per prendere un oggetto
CONTROLLI DA FARE
Come ogni cosa anche la protesi invecchia ed ha pertanto bisogno di essere controllata
periodicamente.
Sottoponetevi categoricamente ogni 3 mesi per il primo anno e successivamente ogni 12
mesi in seguito ad una visita ortopedica, anche se non avvertite nulla di anormale.
In occasione di ciascuna visita di controllo, il paziente protesizzato d’anca dovrà portare un
esame radiografico del bacino per anca con proiezione frontale e assiale, così da
permettere allo Specialista una valutazione completa delle condizioni della protesi e del
rapporto osso-protesi anche per un’indicazione prognostica dell’impianto protesico.
Il paziente operato in occasioni d’infezioni delle vie respiratorie, delle vie urinarie o di altre
parti del corpo, oppure in occasione di interventi chirurgici o procedure stomatologiche
deve sempre ricordare al medico di essere portatore di endoprotesi.
Questa è la condizione affinché l’intervento a cui siete stati sottoposti continui a darvi
buoni risultati nel corso degli anni.
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