realtà - Noi Camionisti
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N OI C AMIONISTI NOTIZIE E COMMENTI DA CHI LAVORA IN CABINA • ANNO II N.3 MAG-GIU 2005 ILLUSIONI E REALTÀ Facili bersagli Le statistiche relative al 2004 parlano chiaro: furti e rapine ai nostri danni sono aumentati dell’1,5% rispetto all’anno precedente. E pensare che negli ultimi anni, la tendenza era di una piccola ma costante flessione. Nel 2004 sono stati sottratti - con destrezza, con le botte o con le armi - 4372 camion, ossia dodici al giorno. Ogni due ore un collega ha una brutta sorpresa. Un quarto dei veicoli sparisce in Lombardia, mentre il record delle rapine si raggiunge a Napoli, con 119 casi. Potremmo andare avanti a lungo a giocare con i numeri, ma il punto non è questo. Il problema è che siamo facili bersagli. C’è solo l’imbarazzo della scelta ed anche se il cassone è vuoto, i delinquenti si trovano tra le mani un veicolo che vale migliaia di euro. Siamo giunti perfino al riscatto per riavere il camion. Riconosciamo che ultimamente sono aumentate le azioni contro le bande criminali specializzate nei trasporti, ma manca ancora una cultura della prevenzione. C’è poco controllo del territorio ed i posti sicuri dove fermarsi sono rari. I maggiori controlli sul cronotachigrafo ci costringono spesso a fermarci dove capita e ciò facilita il lavoro di ladri e rapinatori. Gira e rigira, finiamo sempre lì: servono aree di sosta per i veicoli pesanti e maggiori presidi sulle strade. MAI COME NEGLI ULTIMI ANNI SI PARLA TANTO D’INFRASTRUTTURE, MAI COME NEGLI ULTIMI ANNI E’ COSI’ DIFFICILE E PERICOLOSO PERCORRERE LE STRADE ITALIANE . CHI VIAGGIA OGGI SULLE PRINCIPALI AUTOSTRADE ITALIANE HA LA SENSAZIONE CHE IL LORO SCOPO SIA FAR LAVORARE I MURATORI, PIU’ CHE DI FAR SCORRERE IL TRAFFICO. E “SCORRERE” E’ ORMAI UNA PAROLA GROSSA . TORINO , MILANO , VENEZIA , BOLOGNA , FIRENZE E ROMA SONO DIVENTATI DEI MAGNETI CHE TRATTENGONO I VEICOLI IN TRANSITO PER PERIODI IMPREVEDIBILI. IL VIAGGIO TRA QUESTE A ttraversamenti. A Milano bisogna arrivare prima delle sei del mattino. A Bologna dobbiamo stare attenti ai calendari delle grandi fiere, perché un importante evento blocca perfino la circolazione sull’autostrada. Firenze lasciatela perdere il tardo pomeriggio. Mestre, invece, è come le slot-machine: imprevedibile, un giorno puoi incolonnarti ad un’ora, il giorno dopo alla stessa ora fili liscio. Che senso ha allargare le autostrade, se poi il tratto che affianca ogni grande città italiana diventa un immenso imbuto? Gli esempi sono innumerevoli. Hanno perso anni per discutere se la nuova tangenziale di Mestre andava fatta in superficie o sottoterra. E noi in fila. Hanno perso anni per progettare e avviare la variante di valico tra Bologna e Firenze, mentre nel capoluogo toscano si poteva da tempo realizzare la terza corsia autostradale e la tangenziale. Milano è diventata ormai un groviglio indistricabile e a Bologna chi è in fila sull’autostrada potrebbe chiacchierare amabilmente con chi è in fila sulla tangenziale complanare. I grandi ponti, più che progettarli sul mare, bisognerebbe costruirli sulle nostre città. Cantieri. Quelli della variante di valico li hanno già inaugurati almeno cinque volte (intendiamoci, gli stessi). Sembra che il cantiere sia diventato il vanto delle nostre autostrade. Si potrebbe scrivere un LOCALITA’ NON E’ ALTRO CHE UN PASSAGGIO DA UN CANTIERE E L’ALTRO. ATTRAVERSIAMO LE GALLERIE COL FIATO SOSPESO E NON C’E’ NEPPURE L’ESPEDIENTE DI VIAGGIARE DI NOTTE, PERCHE’ POSSIAMO TROVARE L’AUTOSTRADA CHIUSA. E IN QUESTE CONDIZIONI, TRA POCO AFFRONTEREMO I CONSUETI ESODI E CONTROESODI ESTIVI , CHE PORTERANNO SULLE STRADE MILIONI DI AUTOMOBILISTI, MOLTI DEI QUALI CON SCARSA ESPERIENZA DI GUIDA SULLE LUNGHE DISTANZE . E CCO UN PICCOLO DIZIONARIO PER SOPRAVVIVERE ALLE INFRASTRUTTURE ITALIANE . trattato sulla varietà dei cantieri stradali italiani: ci sono quelli per rappezzare l’asfalto e quelli per toglierlo; quelli per abbattere i cavalcavia e quelli per costruirli; i cantieri fantasma (è rimasto solo il cartello) e quelli orfani (abbandonati lì, senza nessuno che ci lavora); i cantieri esibizionisti, segnalati da mille lucette, e quelli clandestini, che ci finisci dentro improvvisamente; i cantieri con strettoia e quelli con chicane; i cantieri lampo, con i birilli che compaiono e spariscono in poche ore, e quelli che non chiudono mai. Dovrebbero inserire l’attraversamento del cantiere come materia a sé stante nei corsi di guida. Code. Quando Fantozzi voleva esagerare, diceva di aver fatto trenta chilometri di fila. Beato lui. Poche settimane fa sulla A14 ce ne sono stati duecento. E di sole autovetture. Quella che fa più incazza- ALL’INTERNO Assemblea Uicr a Lione pag. 2 In viaggio sulla Scoffera pag. 3 Il Rompiballe pag. 4 Test: Renault Magnum pag. 5 Cristiana, dall'autobus al camion pag. 6 Cinture in cabina? pag. 7 Le vostre domande pag. 8 re è la coda fantasma, che si crea per puro traffico: compare all’improvviso e all’improvviso sparisce. Come se non ci fossero abbastanza file, i gestori autostradali ne hanno create di artificiali, come quelle sulla prima corsia nei tratti con divieto di sorpasso dei camion. E quando nevica, la coda si trasforma in accampamento. Si parla già di veicoli volanti, ma la pacchia durerebbe poco: presto saremmo in coda a trenta metri d’altezza. Sperando che non finisca il gasolio. Gallerie. In Italia ne abbiamo centinaia. Fino a qualche anno fa erano solo buie, col fondo sconnesso e con improvvise cascatelle d’acqua. Ora bisogna temere pure il fuoco. Hanno messo in sicurezza quelle alpine (speriamo), per le altre bisogna solo incrociare le dita. Notte. Ma la notte no! Qualche anno fa dicevano che dovevamo viaggiare di notte per non intralciare il traffico. Ora chiudono le autostrade. Il caso della MilanoTorino è probabilmente unico nella galassia: per alcune settimane l’autostrada ha chiuso ogni notte dalle 22 alle 6, manco fosse il bar all’angolo. Stiamo parlando di uno dei famosi corridoi che collegano due estremità dell’Europa. Ma cosa diavolo succede di notte tra Novara e Torino? Pedaggi. Aumentano un paio di volte l’anno, sempre prima delle grandi feste. Teoricamente rimangono nel tasso d’inflazione, ma il perverso meccanismo degli arrotondamenti mangia 10 o 20 centesimi nello spazio di pochi caselli. Tempo fa si parlava di sconti per i disagi, ma nessuno li ha visti. La prossima volta che nascete, fate il concessionario autostradale. Sorpassi. Qua si possono fare, lì no. Un giorno li mettono, poi li tolgono. Ma è sicuro viaggiare a dieci centimetri dalla sponda del camion che ci precede? Sosta. Lasciamo perdere, che poi ci dicono che siamo dei lamentoni. Viacard. Qualcuno ci spiega perché possiamo pagare l’autostrada al casello con la carta di credito, mentre per acquistare la Viacard al Punti Blu dobbiamo pagare solo in contanti? ULISSE: IL MONDO VISTO DALLA CABINA Il cartello è chiaro: di notte non si servono alcolici al banco. L’applicazione è inflessibile: neppure un caffè corretto, anche se sei un passeggero! Poi, mentre esco dall’Autogrill, sono costretto a transitare davanti a scaffali colmi di bottiglie di vino, di birra e di qualsiasi tipo di superalcolico. Posso acquistarne una, portarla in cabina, scolarmela e ripartire. Il proibizionismo americano degli Anni venti era stupido, ma coerente. Quello italiano del terzo millennio non è neppure coerente. 2 NOICAMIONISTI CONFRONTO GLOBALE Si è svolta a Lione il sette e otto aprile scorsi l'assemblea generale dell'Uicr, la federazione che raccoglie le associazioni nazionali degli autisti. L'Italia era rappresentata da Noi Camionisti. L ’assemblea di Lione rappresenta una tappa importante della vita della Uicr. L’unione rappresenta ormai un milione e mezzo di autisti di tutto il mondo ed è giunto il momento di potenziare la struttura organizzativa. “Dobbiamo garantire all’unione una crescita costante e la completa autonomia finanziaria per promuovere nuove iniziative”, ha affermato nel discorso introduttivo Ludwig Büchel, presidente della Uicr. L’assemblea di Lione non ha fornito soluzioni precise, ma ha aperto il dibattito tra le associa 1 zioni aderenti per la riorganizzazione delle strutture tecniche ed amministrative. Un altro importante tema è stato la preparazione dei mondiali del 2006. Dopo la rinuncia dell’Olanda, la presidenza ha chiesto candidature alternative e nelle prossime settimane sarà annunciata la nuova sede. I partecipanti hanno parlato anche di sicurezza. La Uicr intende sviluppare una campagna per l’adozione delle cinture di sicurezza sui camion, una norma prevista dall’Unione Europea ma non ancora adottata da alcuni Paesi (tra cui l’Italia). 2 L’assemblea francese prevedeva anche alcune trasferte. I delegati hanno visitato il salone Solutrans, che si teneva proprio in quei giorni alla Fiera di Lione. Inoltre, 3 i membri della Uicr sono stati invitati da Renault Trucks negli stabilimenti di Bourg-en-Bresse ed al museo della Fondazione Berliet. A sinistra, alcuni momenti dell’assemblea generale Uicr. 1) Il presidente Ludwig Büchel apre i lavori. 2) Büchel con la delegazione italiana di Noi Camionisti. 3) La visita al Salone del trasporto Solutrans. A destra due immagini del raduno di Torino. INSIEME SOTTO LA MOLE Noi Camionisti ha partecipato al raduno dello scorso maggio, avvenuto presso l’ampio spazio dell’interporto Sito di Orbassano, alle porte di Torino. È stata un’occasione per incontrare numerosi colleghi piemontesi (e non solo). L’evento è culminato in un grande pranzo che ha visto oltre 250 commensali. Nel piazzale erano esposti numerosi camion, tra cui uno spettacolare Kenworth, ben visibile tanto di giorno, per le cromature, che di notte, per le numerose luci di “contorno”. NOICAMIONISTI 3 IN VIAGGIO LUNGO LA I camion di Pippo MITICA SCOFFERA Da qua si passava per viaggiare dal Piemonte alla Toscana, prima della costruzione delle autostrade. Abbiamo ripercorso il passo con gli stessi veicoli che lo affrontavano quotidianamente. V entisei “matusa” si sono trovati sabato 7 maggio a Casella, alle spalle di Genova, per affrontare i cinquanta chilometri del passo. Il più anziano era uno Steyr del 1925, appartenente al club austriaco Old Timer, mentre i più giovani del gruppo risalgono alla fine degli anni Sessanta. C’era anche una corriera (non chiamatela “autobus”, altrimenti si offende) Fiat 626 con certificato di nascita datato 1948. Al volante c’era Cristiano Politi (foto in basso a destra), segretario del Circolo Italiano Camion Storici, che ha organiz zato l’evento. “Dopo due anni di viaggi lungo l’itinerario Acqui Terme-Savona, abbiamo voluto esplorare un altro percorso ben conosciuto dai camionisti di una volta”, egli afferma. È una strada impegnativa, specialmente la discesa verso la Val Fontanabuona, che tutti i veicoli hanno affrontato senza problemi, dimostrando di che pasta (ottima) sono fatti. Ad Acqua di Ognio, punto di arrivo, La meta della passeggiata sulla Scoffera era la trattoria di Pippo ad Acqua di Ognio. È un locale noto a molti colleghi non solamente per la qualità dei piatti, ma anche per la raccolta di camion militari americani. È lo stesso Pippo ad averla iniziata e a curarla con grande passione. Sono tutti veicoli dell’ultima guerra mondiale, ben restaurati e perfettamente conservati. Pippo li ha mostrati con orgoglio ai partecipanti dell’evento. La raccolta non è normalmente aperta al pubblico, ma se capitate ad Ognio quando Pippo non serve i tavoli, provate a chiedergli di lasciarvi dare un’occhiata. Pippo (al centro) con Vincenzo Iuzzolino (destra) e Andrea Baratella dell’Associazione Noi Camionisti tra due camion americani della sua collezione. va il convoglio, che è rimasto in esposizione per l’intero pomeriggio prima del ritorno. ISCRIZIONE: È TEMPO DI RINNOVO Se non lo hai ancora fatto, rinnova la tua iscrizione all’Associazione Noi Camionisti. È il modo più sicuro per ricevere questo giornale, ma anche per tutelare il tuo lavoro e per ottenere degli interessanti vantaggi. E se non se già socio, diventalo! Più siamo, più possiamo far sentire la nostra voce. Per il rinnovo o una nuova iscrizione, informati al numero telefonico/fax: 0331/361004, oppure invia un’email a: [email protected] SULLA Ripercorrere in senso inverso la strada che nell’antichità portava la seta dalla Cina all’Europa è la sfida che Renault Trucks ha affrontato con successo usando sei Kerax e due Sherpa. Ventimila chilometri da Lione a Pechino in due mesi, attraversando quattro tra i più duri deserti del mondo. La partenza è avvenuta nella città francese il due aprile. I primi 5000 km in Europa sono serviti a “scaldare” camion ed equipaggi, ma con il passaggio del Bosforo, in Turchia, la carovana è entrata nella vera avventura. La prima prova è apparsa in Cappadocia: dove la pioggia ha costretto i camion a “navigare” su un metro di fango. Viceversa, in Iran è apparso il primo grande deserto, quello del Lut: 300 km tra sabbia e pietre per giungere al confine con il Turkmenistan, dove gli equi paggi hanno attraversato, nel deserto del Kizilcum, un canyon con 50 cm d’acqua. L’11 maggio il convoglio è entrato in Uzbekistan, raggiungendo la mitica Samarcanda, una delle più note città della Via della Seta. Dopo il confine con il Kazakhstan il tempo non è stato clemente e ha scaricato sulla carovana vento e acqua. La caratteristica del percorso nel Kyrgyzstan è stata l’altitudine: quella media è di 2500 m, con picchi fino a 4500 mm. Il tutto su strade strette e dissestate che corrono lungo veri e propri abissi, raggiungendo una altro punto mitico: il Torugart Pass, la porta della Cina. La sbarra del confine cinese si è alzata il 16 maggio e subito la carovana ha dovuto attraversare il terribile deserto del Taklamakan: tre giorni tra tempeste di sabbia finissima e rocce. Poi ancora verso est per VIA DELLA SETA centinaia di chilometri, fino all’ultimo deserto prima di Pechino: i Gobi. Un altro attraversamento impegnativo, prima di varcare la Grande Muraglia, a “soli” 400 km dalla capitale cinese. È stata un’avventura che dimostra l’affidabilità dei camion, ma anche la forza di una natura che richiede ancora coraggio e fatica per essere affrontata. 4 NOICAMIONISTI ROMPI BALLE IL SCARICO SOTTOZERO Capita spesso di essere obbligati a scaricare il camion, pure quando non ci compete. Roberto trasporta surgelati e lo deve fare anche a meno venti gradi. Senza alcuna protezione termica. E quando consegna carne o alimentari non confezionati non gli danno neppure i vestiti adatti. Alla faccia dell’igiene! R oberto è un rompiballe vero, di quelli che piacciono a Noi Camionisti. Non subisce in silenzio e si fa sentire quando è di fronte ad un sopruso. Come quella volta che si è presentato presso un importante grossista vicentino di alimentari col suo articolato frigo, per scaricare dei surgelati provenienti dalla Francia. “Quel giorno ho guidato dal Frejus a Vicenza e quando è arrivato il mio turno di scarico mi sono sentito dire che dovevo portare i pallet dal semirimorchio alla ribalta. Fuori c’erano oltre 30 gradi ed ero in camicia e pantaloncini. Avrei dovuto passare un’ora nel semirimorchio a meno venti gradi per fare quello che i magazzinieri, ben imbottiti, potevano tranquillamente fare con i loro muletti. Quindi ho detto loro che non mi spetta scaricare e che quindi non lo avrei fatto”, racconta Roberto. Il responsabile dell’azienda insiste e Roberto s’impunta. “Mi hanno risposto che se non avessi scaricato, avrebbero respinto al mittente l’intera partita”. Di fronte a questo atteggiamento, il collega chiama la sua azienda e spiega le proprie ragioni. A sua volta, il titolare telefona al cliente francese, quello che ha inviato il prodotto a Vicenza, che insiste affinchè la consegna sia completata. Nel frattempo, Roberto non rimane inattivo: “L’arroganza delle persone che avevo di fronte mi aveva veramente fatto incazzare. Così ho telefonato alla Guardia di Finanza, chiedendone l’intervento perché l’azienda vicentina mi aveva richiesto una prestazione che andava contro le regole della sicurezza e dell’igiene. Sapete che cosa mi hanno risposto? Che la faccenda non è di loro competenza!”. Alla fine, il senso di responsabilità di Roberto prevale ed il collega si fa convincere a portare i pallet in fondo al semirimorchio. Poi ci avrebbero pensato i magazzinieri. Lo fa con un abbigliamento inadeguato alla temperatura e usando un muletto elettrico dell’azienda vicentina. “Ma non mi hanno fatto scaricare subito. Per vendetta, mi hanno messo in fondo alla coda. Sono arrivato alla dieci di mattina e sono ripartito all’una di pomerig- gio”. Purtroppo, capita troppo frequentemente che in un settore delicato come quello alimentare sia imposto all’autista di scaricare e ciò significa toccare la merce ed entrare in aree del magazzino protette dal punto di vista igienico. “Mi succede almeno una decina di volte al mese. Non abbiamo il vestiario adeguato, né per resistere a temperature che possono arrivare a trenta gradi sottozero, né per garantire la protezione igienica. Ho visto colleghi entrare nelle celle dei magazzini con le stesse scarpe che usano per guidare e perfino scaricare quarti di bue con i guanti da lavoro che hanno in cabina. E poi ci vengono a fare lezioni di prevenzione sanitaria! I manager delle industrie alimentari dovrebbero andare più spesso nei loro magazzini”. A questo punto, il Rompiballe vuole porre alcune questioni alle autorità competenti (sempre che ve ne siano): 1) Le operazioni di scarico del camion non competono al conducente, tranne nei casi esplicitamente ammessi e regolamentati, anche perché comportano un elevato rischio d’infortuni. Inoltre, l’autista non potrebbe utilizzare attrezzature di un’altra impresa, come per esempio i transpallet e i muletti del magazzino dove scarica. A parte la sfacciata trasgressione della legge 626 sulla sicurezza del lavoro, sorgono problemi di responsabilità e d’indennizzi nel caso d’infortuni. Chi dobbiamo far intervenire in caso di contestazione? 2) Negli ultimi anni, i produttori e i commercianti di prodotti alimentari si vantano della qualità ambientale e sanitaria dei propri impianti. Poi, qualcuno manda nelle celle frigorifere - colme carni, salumi e formaggi - gli autisti così come scendono dal camion. Gli ispettori sanitari e quelli che controllano il sistema di qualità Isoqualchecosa non potrebbero fare un giro anche dalle parti della ribalta? 3) I controlli sulle ore di guida sono diventati, pare, inflessibili e rischiamo punti per dieci minuti in più al volante. È giusto, perché guidare affaticati è pericoloso. Poi arriviamo in ribalta e dobbiamo scaricare venti bancali da una tonnellata con un transpallet manuale, e magari guidare per altri quattrocento chilometri. Il disco può essere perfettamente in regola, ma ci stanca molto di più lo scarico che la guida. La causa di molti colpi di sonno al volante andrebbe cercata quando il camion è fermo (ma noi no) piuttosto che quando è in marcia. Non sarebbe il caso che chi legifera e chi governa riflettessero anche su questa situazione? 4) E infine, perché diavolo dobbiamo fare noi il lavoro di qualcun altro? STRAORDINARIO OBBLIGATORIO PER I BISARCHISTI Il collega Tonino Morreale, autista dipendente alla guida delle bisarche, ci segnala la circolare del Ministero dei trasporti che autorizza questo tipo di veicoli a circolare durante alcuni giorni festivi (29 maggio, 2,5 e 12 giugno). Il motivo è che bisogna consegnare in fretta ai concessionari tutte le vetture che sono rimaste nei piazzali durante le tre settimane di fermo della categoria. Insomma, una vertenza tra committenti e società d'autotrasporto nella quale, alla fine, ci rimettono gli autisti (che spesso sono stati posti in ferie forzate durante il fermo). Commenta Tonino: “Prima perdo le ferie perché gli altri fanno sciopero, poi NOICAMIONISTI RENAULT 5 MAGNUM 480.18 La nuova generazione del pesante Renault Trucks è giunta in Italia. Quattro colleghi hanno provato su un percorso misto l'ammiraglia da 480 cavalli con cambio automatizzato. Pieni voti per il posto di guida e le prestazioni della cinematica. F uori resta uguale, ma sotto la cabina cambia l’intera catena cinematica: il nuovo Magnum è tutto da scoprire sulla strada e per farlo abbiamo scelto un itinerario di 300 chilometri che prevede diverse condizioni, dall’autostrada pianeggiante alla statale con netti dislivelli. Al volante ci siamo alternati in quattro, tutti soci di Noi Camionisti con grande esperienza di guida (Andrea Amato, Andrea Baratella, Gianpiero Menegon e Vincenzo Iuzzolino). Dal primo esame statico, il Magnum esce con una buona votazione: sette e mezzo sia per l’estetica e l’accessibilità, sia per la disposizione degli spazi interni e la zona riposo. Del Magnum, piace sempre la linea esterna e l’accessibilità ai vari scomparti. L’originale ingresso con i gradini dietro le ruote, invece, continua a dividerci tra perplessi e favorevoli. Qualcuno nota, per esempio, che i maniglioni esterni si sporcano facilmente. Lo spazio interno della cabina è sempre stato uno dei punti forti del Magnum e l’ultima generazione lo ribadisce, riuscendo perfino ad allargarsi di qualche centimetro. Tutti gli elementi dedicati al riposo risultano comodi, compreso il sedile del passeggero che viene spesso usato anche dall’autista per rilassarsi tra una guida e l’altra. La zona notte ha un lettino ampio e con i principali comandi a portata di mano, mentre l’illuminazione è ben distribuita. Andrea Amato propone di sollevare la leva del cambio e di ridurre la sporgenza della plancia, in modo da migliorare ulteriormente la mobilità interna. Dopo aver esplorato l’esterno e l’interno del nuovo Magnum, ci sediamo finalmente al posto di guida. Il sedile risulta ben ammortizzato e regolandolo Andrea Baratella e Gianpiero Menegon propongono un miglioramento: qualche centimetro in più nell’arretramento. Volante e leva del cambio s’impugnano agevolmente e sono morbidi da manovrare. Ottimi voti vanno anche alla visibilità: il parabrezza è uno dei più ampi della sua categoria ed i retrovisori offrono una buona vista posteriore. Il modello provato monta anche una telecamera (offerta come (offerta come optional), che copre i tradizionali angoli morti dei camion. Il nuovo Renault Magnum raccoglie il punteggio migliore nella marcia su strada, segno del successo della nuova cinematica. Dopo i primi chilometri d’autostrada, tutti rilevano la grande stabilità della cabina. Nessuno guida abitualmente un Magnum, ma tutti siamo saliti almeno una volta a bordo delle precedenti generazioni, notando un eccessivo rollio. Nel nuovo modello, i tecnici hanno lavorato sulle sospensioni della cabina, eliminando tale inconveniente. L’abbinamento tra il nuovo motore (con monoblocco Volvo e programmazione Renault Trucks) ed il cambio a comando manualeautomatizzato porta ottimi risultati in tutte le situazioni. Il motore è molto elastico ed il cambio lo sa sfruttare per assicurare un ottimo spunto anche in salita. Interessante è la programmazione della centralina che in dodicesima marcia dona ancora più coppia, portandola fino a 2400 Nm. Il Magnum è altrettanto potente in frenata. Colpisce soprattutto la risposta del freno motore Optibrake, che ottiene da tutti il massimo dei voti. Ne risulta una guida morbida e precisa, all’interno di un ambiente ben insonorizzato. Il Magnum si riconferma, quindi, come uno dei migliori veicoli per affrontare le lunghe distanze in modo confortevole e sicuro. LA PAGELLA DEL MAGNUM ESTETICA E ACCESSIBILITÀ POSTO DI GUIDA voto Linea cabina Accessibilità cabina Accessibilità manutenzione Accessibilità attrezzi Accessibilità scomparti cabina Qualità materiali cabina Media 8,5 6 8 8,5 8 6 7,5 GUIDA voto Precisione sterzo Innesto marce manuale Innesto marce automatico Vibrazioni Rumorosità Spunto motore Elasticità motore Potenza freno motore Potenza freno servizio Media 8 8 8,5 8 8 7 8,5 10 9,5 8,5 voto Confort sedile Confort volante Ergonomia comandi Ergonomia leva del cambio Visibilità cruscotto Visibilità anteriore Visibilità laterale Visibilità posteriore Media 8 7,5 7,5 8 8,5 9 8 7,5 8 SPOSTAMENTI E RIPOSO voto Confort sedile passeggero Confort lettino Ergonomia comandi nel lettino Spostamenti interni alla cabina Raggiungibilità portaoggetti Spazio interno cabina Illuminazione cabina Media 8,5 7,5 7,5 7,5 6,5 8 7 7,5 L'UOMO AL CENTRO DELLA PROVA Le prove su strada di Noi Camionisti s o n o i d e a t e p e r l ’ a u t i s t a. N o n c’interessa misurare una macchina, bensì valutare quando questa sappia mettersi al servizio dell’uomo che la guida. Per tale motivo non montiamo strumentazione che rileva prestazioni o consumi, ma mettiamo al volante colleghi con una lunga esperienza. Il giudizio finale viene espresso attraverso un punteggio che comprende i principali elementi della guida e della vita a bordo. La prova dei veicoli pesanti stradali si svolge lungo un anello di circa 300 km, metà dei quali in autostrada e il resto su statali che comprendono salite impegnative, lunghe discese ed attraversamenti urbani. Festa a Misano Le corse dei camion del campionato europeo Truck Racing non hanno ottenuto in Italia un successo paragonabile a quello del Nord Europa e negli ultimi anni il pubblico dell’appuntamento di Misano Adriatico è andato lentamente calando. La scorsa edizione, svoltasi il 21 e 22 maggio, ha mostrato una ripresa, dovuta prevalentemente ai numerosi eventi collaterali. Erano presenti diverse Case e ciascuna ha creato un’attrazione per i visitatori. Come la sfilata delle sessanta splendide modelle durante la consegna dei Mercedes-Benz Actros Black Edition, oppure la presenza di Miki Biason allo stand Iveco, dov’era anche esposto il veicolo con cui ha partecipato alla scorsa Dakar. Tra le varie sessioni della competizione, i visitatori potevano anche provare sulla pista i modelli di alcune marche, tra cui spiccava il nuovo Renault Magnum. 6 NOICAMIONISTI CRISTIANA , DALL’AUTOBUS AL CAMION ARRIVA IL SALVATEMPO Un apparecchio per rispettare meglio l’orario di guida La passione per la guida della collega di Cuneo la ha portata dal volante degli autobus granturismo agli articolati di Lannutti. “All'inizio i colleghi ti guardano con diffidenza, ma quando si accorgono che vali, ti rispettano e diventano veri amici”. I colleghi dal gruppo cuneese Terrible Amis hanno premiato Cristiana Cottrino come rappresentante femminile allo scorso raduno del sei maggio a Torino. È un riconoscimento che premia la passione e la tenacia di questa giovane autista di Cuneo, che da un paio di anni lavora alla Lannutti, noto autotrasportatore che opera nel settore del vetro. Cristiana guida un trattore Iveco Eurotech che traina un semirimorchio centinato lungo le strade del Nord Italia. “Ho sempre avuto la passione dei camion, ma finché non ho visto la lettera d’assunzione della Lannutti dubitavo di riuscire a fare veramente questo lavoro”, afferma Cristiana. Ha cominciato sei anni fa a lavorare per un corriere con un veicolo leggero, ma Cristiana voleva guidare un veicolo più pesante. “Avevo la patente C, ma era veramente difficile passare su un vero camion. Così ho conseguito la D, sperando che una donna potesse accedere più facilmente al volante di un autobus. Ed ebbi ragione, perché cominciai a guidare uno scuolabus e Michela, Mario e il Kenworth Presentarsi all’altare in un maestoso Kenworth bianco è un desiderio che l’amico Mario Giglio è riuscito ad esaudire insieme alla novella sposa Michela Guerra. Il matrimonio è avvenuto lo scorso 28 maggio a Somma Lombardo (Varese). Ai due sposi vanno gli auguri del Direttivo dell’Associazione Noi Camionisti e della redazione del giornale. poi mi trasferii sul sedile dei pullman granturismo”. Ma il camion era sempre nei pensieri di Cristiana, che passò anche l’esame per la patente E. “All’inizio ho affrontato questo esame quasi per gioco, credendo che fosse impossibile per una donna accedere all’autotrasporto di linea. Con la stessa convinzione ho mandato il curriculum a diversi autotrasportatori della mia provincia. Così, sono rimasta sorpresa quando Lannutti mi ha invitato ad un colloquio e poi mi ha assunta. Nel mio caso ha contribuito molto l’esperienza accumulata negli autobus, che hanno ingombri simili a quelli degli autoarticolati. Inoltre, nel granturismo ci si abitua a lavorare lontano da casa e a risolvere qualsiasi tipo di problema”. Chiediamo a Cristiana come si trova nella veste di camionista: “Molto bene. Volevo fare questo lavoro fin da ragazzina. Nessuno in famiglia fa il camionista, anzi mio padre pensava che scherzassi quando esprimevo questo desiderio. Poi ha visto che facevo sul serio e oggi è contento, perché vede che questo lavoro mi piace”. Ed i colleghi maschi? “Confesso che appena sono arrivata in azienda ho trovato un po’ di diffidenza. Infatti, qualcuno pensava che una donna avrebbe resistito pochi giorni, poi sarebbe fuggita davanti all’impegno del lavoro. Ma quando dimostri che ci sai fare e che resisti vieni accettata. E quando i colleghi si accorgono che vali, diventano veri amici. Ma questo rimane un lavoro da maschiacci e una donna deve avere sempre passione, tenacia ed impegno”. Tutte qualità che evidentemente non mancano a Cristiana. La Fava Tachigrafi di Torino ha brevettato un meccanismo elettronico che mostra all’autista in tempo reale l’orario di guida effettuato. L’informazione si legge in un display montato sul cruscotto, che riceve i dati dal tachigrafo. Tale strumento non serve solamente per evitare le sanzioni, ma consente di sfruttare al massimo il tempo. Oggi, infatti, con il cronotachigrafo a disco, l’autista può conoscere il tempo di guida svolto solamente fermandosi e leggendo il disco. Ovviamente non lo fa nessuno, quindi capita spesso di prendere la pausa con qualche minuto d'anticipo, per evitare di superare inconsapevolmente l’orario concesso. Con il sistema progettato dalla Fava Tachigrafi, che si avvia in modo completamente automatico, l’autista legge immediatamente il tempo passato alla guida e si può fermare, letteralmente, all’ultimo minuto. L’apparecchio si monta facilmente su qualsiasi veicolo e richiede solamente un tachigrafo elettronico. Attualmente è nella fase di sperimentazione su quindici camion, ma l’azienda torinese prevede che sarà presto commercializzato. NOICAMIONISTI UN UN 7 CHE TI CLICK CHE SALVA LA LA CINTURA DI SICUREZZA E’ ORMAI DIVENTATA UN ’ ABITUDINE IN AUTO , MA SUL CAMION QUANTI DI NOI LA INDOSSANO? NESSUNO HA SVOLTO UN’INDAGINE IN MERITO, MA POSSIAMO A FF E R M A R E C O N C E R T E Z Z A C H E E ’ U N A PICCOLA MINORANZA . RIMANERE LEGATI AL SEDILE E’ SEMPRE UNA SCOCCIATURA E POI IN CABINA CI SENTIAMO BEN PROTETTI ANCHE SENZA ALLACCIARLA . D ’ ALTRA PARTE , LA CINTURA IN ITALIA NON E’ OBBLIGATORIA SUI CAMION, QUINDI PERCHE’ USARLA? UNA G ià oggi l’Unione Europea impone il montaggio delle cinture di sicurezza su tutti i veicoli commerciali e industriali, ma diversa è la situazione sull’obbligo del loro utilizzo. La direttiva europea, infatti, ha lasciato ampi spazi di manovra ai vari Paesi, imponendo però un limite temporale: maggio 2006. Entro quella data, tutte le normative dei Paesi membri - compreso il nostro Codice della Strada dovranno adottare l’obbligo della cintura anche su tutti i veicoli classificati N1, N2 e N3 (perciò si comprendono gli autocarri). L’Italia ha trattato questa direttiva europea in una legge dello scorso VITA RISPOSTA C’E’: PERCHE’ CI PUO’ SALVARE LA VITA. COMUNQUE, PRESTO LA IMPORRA’ ANCHE IL CODICE , CHE DOVRA ’ ADEGUARSI ALLE DIRETTIVE EUROPEE. ALCUNI PAESI LO HANNO GIA’ FATTO, ALTRI COME L’ITALIA ARRIVERANNO ALL’ULTIMO MOMENTO. COMINCIARE SUBITO AD USARE LA CINTURA HA DUE VANTAGGI: SAREMO GIA’ PRONTI QUANDO DIVENTERA’ OBBLIGATORIA - SALVANDO DENARO E PUNTI DI PATENTE - E RIDUCIAMO I RISCHI DI DANNI IN CASO D’INCIDENTE. aprile che delega al Governo il recepimento di diverse normative comunitarie, ma bisognerà aspettare la modifica del Codice della Strada. Il nostro timore è che le decisioni concrete saranno attuate all’ultimo momento. Quindi, fioccheranno le multe senza una preventiva campagna d'informazione e prevenzione. Eppure, a parte gli obblighi di legge, è dimostrato che la cintura di sicurezza salva la vita anche sul camion. In cabina, stiamo in alto e ci sentiamo ben protetti, ma è una falsa sicurezza: un urto violento ci può sbalzare dal sedile e proiettarci fuori dall’abitacolo, con esiti molto gravi. Sulla protezione offerta dalle cinture sui camion non esistono ricerche così ricche come quelle sulle autovetture, ma le sperimentazioni effettuate finora sono piuttosto chiare. Secondo Vo l v o Tr u c k s , c h e analizza costantemente gli incidenti che coinvolgono i veicoli industriali tramite un gruppo di specialisti, in sei casi su dieci le cinture rappresentano un fattore essenziale nella sopravvivenza dell’autista. Un’altra ricerca effettuata negli Stati Uniti dalla Federal Motor Carrier Safety Administration, l’ente che cura la sicurezza stradale, è ancora più precisa. Essa mostra che dei 588 colleghi morti per incidente, 311 non indossavano la cintura e 134 di loro sono deceduti proprio per essere sbalzati fuori dall’abitacolo. E stiamo parlando di un Paese dove la metà dei camionisti indossa la cintura. Inoltre, sempre lo stesso studio dimostra che l’uso della cintura sui camion distribuisce la forza d’urto sull’intero corpo, salvaguardando la testa e la spina dorsale. Le cinture mostrano anche un'interessante evoluzione tecnica, nonostante la loro apparente semplicità. Innanzi tutto, ora si tende ad integrarle nel sedile, eliminando il punto d’attacco superiore alla parete laterale della cabina. In tal modo, le cinture diventano ancora più sicure e confortevoli. Il pretensionatore è ormai diventato un componente di serie e la prossima tappa sarà attivarlo con le informazioni provenienti dagli altri sistemi di sicurezza del camion, aumentandone così i tempi di reazione. Ci auguriamo, inoltre, che anche sui veicoli industriali si diffondano gli airbag frontali e laterali. Il ribaltamento rimane una delle conseguenze più diffuse e pericolose di un incidente ed in questo caso i cuscini d’aria si rivelano preziosi. Sempre che l’autista abbia allacciato la cintura di sicurezza. Scania Young Driver Sprint finale Il 29 maggio a Misano Adriatico la Casa svedese ha selezionato i dieci finalisti italiani della sfida. Cento giovani colleghi (tutti sotto i 35 anni) si sono ritrovati sulla pista dell’autodromo di Santa Monica per la semifinale del trofeo organizzato dalla Scania a livello europeo. Venivano da 49 province italiane ed hanno affrontato test teorici e pratici per conquistare uno dei dieci posti della finale nazionale. Le prove comprendevano questionari in aula, guida di precisione (manovre tra birilli e ostacoli) e guida economica (minor consumo di carburante). Il concorrente più giovane era Antonio Pozzi, di Sant’Angelo Lodigiano, che ha solamente 19 anni, mentre l’unica donna era Martina Adorni, di Bolano (La Spezia). Al termine dell’impegnativa giornata, i dieci colleghi che hanno commesso meno errori si giocheranno la finale nazionale, che si terrà sempre al Santa Monica il nove luglio. I finalisti sono: Emanuel Arrigoni (Bergamo), Christian Basset (Treviso), Luca Bazzanella (Trento), Simone Belfanti (Pavia), Mirko Bonetto (Udine), Michele Gasperetti (Trento), Alessandro Negri (Milano), Giorgio Proietti (Belluno), Gianluca Romani (Trento) e Ezio Vinai (Cuneo). Dalla sfida di luglio emergerà solo un nome, che rappresenterà l’Italia alla finalissima del 16 e 17 settembre in Svezia. In realtà, il tricolore avrà anche un secondo esponente: Michele Salvi, che entra in finale di diritto, avendo vinto l’edizione 2003 del trofeo. La competizione sarà serrata, perché il premio per il Campione Europeo consiste in uno Scania R. Roba che ti può cambiare la vita! UNISCITI A NOI CAMIONISTI Dal 1988 l’Associazione Noi Camionisti difende la categoria degli autisti e organizza iniziative per la sicurezza e la solidarietà nella categoria. È un’associazione senza fini di lucro, che non è legata ad alcun partito o sindacato. Tra le numerose iniziative promosse da Noi Camionisti spiccano eventi sportivi (il campionato di braccio di ferro Over the Top e la nazionale italiana camionisti di calcio), di beneficenza e la rappresentanza italiana nella Uicr, unione che raccoglie camionisti di tutto il mondo. L’Associazione Noi Camionisti è aperta alla collaborazione di tutti i colleghi ed offre ai propri iscritti numerosi vantaggi. I recapiti per le iscrizioni sono: telefono/fax 0331/361004; cellulare: 335/5485297; email: [email protected]. Pacchetto tutela. Realizzato insieme alla Uicr, offre assistenza legale in tutta Europa, compresa Russia e Turchia, ai conducenti di veicoli industriali. Condizioni speciali per gli associati a Noi Camionisti. Patente sicura. Una speciale formula assicurativa per camionisti, che copre la sospensione della patente e le spese derivate dalla perdita di punti. Condizioni speciali per gli associati a Noi Camionisti. Il giornale. La voce dei camionisti: informazioni, commenti e storie scritte dagli autisti per gli autisti. Un giornale unico nel suo genere, che esce ogni due mesi. Viene inviato gratuitamente a tutti gli iscritti all’associazione. 8 NOICAMIONISTI ??? Le vostre sionista, pronto ad entrare nel mondo del lavoro già con tutte le carte in regola. A tale scopo, nel 2003 ha emanato la direttiva 59 sulla fora cura di Giannino Millefanti mazione professionale. E s s a a ff e r m a c h e p e r accedere al lavoro di autista IL DIPLOMA DEL VOLANTE presso un’azienda di trasporti, il Ho sentito che l’Unione Euro- candidato deve frequentare un pea prevede corsi di formazione corso obbligatorio di 280 ore e obbligatori per gli autisti dei superare un adeguato esame. Tale corso deve istruire l’autista, già camion. È vero? dotato di patente, su tutte le L’Unione Europea vuole che materie necessarie a svolgere la professione. I principali argol’autista del futuro sia un profes ?? domande Hai una domanda o un dubbio? Scrivi al fax 0331/361004 oppure alla email [email protected] trattati sono: vari sistemi di trasporto; responsabilità civile e penale della guida; norme assicurative; pratiche relative al trasporto nazionale ed internazionale; sicurezza e cause degli incidenti; test sul comportamento; tecnica dei veicoli; procedure di carico. L’Italia non ha ancora recepito la normativa 29/2003, ma si prevede che lo farà entro l’anno 2008. Oggi, quindi, non sappiamo ancora chi sarà autorizzato ad organizzare i corsi e se ci sarà un finanziamento europeo. In Francia e in Germania, dove già la norma viene applicata, le spese sono suddivise tra le aziende di trasporto e gli autisti che partecipano ai corsi. Probabilmente, a questi corsi potranno partecipare anche i giovani che non sono ancora in possesso della patente di guida superiore, ma che intendono intraprendere la professione. Si prevede anche che nel prossimo futuro vi saranno cambiamenti agli esami delle patenti, con prove specifiche per le varie categorie ed un innalzamento dell’età per conseguirle. FRECCE VERDI Recentemente ho avuto una discussione con un collega sulla precedenza ai semafori dotati di freccia. Potete riassumere le regole? Generalmente, la situazione è abbastanza chiara, perché quando si accende la freccia verde di un semaforo, tutti gli altri utenti della strada hanno il rosso. Ovviamente, va sempre rispettata la freccia della propria direzione. Attenzione, però, che con la freccia destra verde anche i pedoni che proseguono diritto possono avere il verde pedonale ed hanno sempre la precedenza. Viceversa, con la freccia verde sinistra, anche i pedoni devono avere il rosso. In tutti i casi, raccomandiamo sempre la massima prudenza, affrontando sempre le svolte a bassa velocità e con attenzione. NOICAMIONISTI Bimestrale dell’Associazione Noi Camionisti Anno II N° 3 - Maggio-Giugno 2005 Direttore responsabile: Michele Latorre Comitato di Redazione: Andrea Amato, Vincenzo Iuzzolino, Giannino Millefanti, Antonio Mollica. Grafica: Andrea Del Pesco EDITORE Associazione Noi Camionisti DIREZIONE E REDAZIONE Via Gramsci, 5 - 21050 Cairate (VA) Telefono+Fax: 0331361004 Cellulare: 3355485297 Email: [email protected] Sito Internet: www.noicamionisti.it STAMPA Tipografia Caregnato Snc Via Trieste, 10 - 21040 Gerenzano (VA) REGISTRAZIONE Del Tribunale di Busto Arsizio N° 1/04 del 22/01/2004 Copyright NoiCamionisti 2004. Vietata la riproduzione dei contenuti del giornale senza l’autorizzazione dell’editore. Il materiale inviato in redazione non verrà restituito. ISCRIVITI Se vuoi ricevere regolarmente questo giornale, devi iscriverti all’Associazione Noi Camionisti. 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