soffio di novità - Circolo San Vittore
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SOFFIO DI NOVITÀ NOVEMBRE 2007 ANNO 11 N. 3 ____________________________________________________________ Con il gruppo delle Antonio Rosmini è stato beatificato… Già, ma cosa vuol dire? S co p ri l o a pagina 6 Elementari “Sì Dai” inizia il nostro viaggio nei gruppi che compongono la grande famiglia del nostro Oratorio SOFFIO DI NOVITÀ NOVEMBRE 2007 ANNO 11 N. 3 IN QUESTO NUMERO LE RUBRICHE: L’editoriale di don Fabrizio Æ pag. 3 L’altro editoriale Æ pag. 4 La canzone del mese Æ pag. 16 Lo sapevate che…Æ pag. 20 L’animatore del mese Æ pag. 8 GLI SPECIALI: Il testimone Æ pag, 11 Speciale Cresime Æ pag.5 In gruppo con… Æ pag. 10 - 1 al centenario Æ pag. 12 Non di solo calcio Æ pag. 14 Speciale Antonio RosminiÆ pag. 6 Ggggiovani Æ pag. 18 --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- CAPO REDATTORE Æ PAOLO RICCI REDAZIONE Æ GIULIA ANCESCHI, MARCO CATENAZZI, FABIOLA CLEMENTE, MELISSA FALABELLA, VALENTINA GREGGIO, VALENTINA GUIDA, JOEL GUNELLA, ALESSANDRA LORASCHI, ALICE LOTTO, MARGHERITA SIRONI, ILARIA TAVOLAZZI, MANUEL VASCIAVEO HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMEROÆ MATTIA CILIA, DON FABRIZIO CORNO, MARCO ROLLA PER SCRIVERE ALLA REDAZIONEÆ [email protected] PER SCRIVERE A DON FABRIZIOÆ [email protected] oppure indirizzare le proprie lettere “cartacee” all’indirizzo dell’Oratorio: Via Rosmini, 24. SITO INTERNETÆ www.circolosanvittore.net -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- FACCE DA “SOFFIO” Federica Anceschi E Giusy (Tanya) Schillace Manda una tua foto in cui leggi il giornalino all’indirizzo della redazione... chissà… potrebbe essere pubblicata! CHE BELLA QUELLA PRIMA NOTTE D’AMORE E’ tempo di SVEGLIARSI dal sonno! Sì, avete proprio letto bene! Voglio raccontarvi una ‘notte d’amore’ e per lo più, la mia! Ma, tranquilli! Non sono in vena di fare rivelazioni eclatanti o piccanti sul mio passato. Penso ad una notte particolare della mia vita, forse la più bella … sicuramente la più ‘infuocata’! Era una domenica sera di quando facevo terza media (pochi anni fa …). Non riuscivo a prendere sonno e non perché avessi mangiato in modo pesante! Mi tornavano continuamente alla mente alcune parole che mi erano state dette quella mattina stessa: “ma non hai già fatto la Cresima? Lo sai che hai ricevuto lo Spirito Santo … ma come mai vivi solo per te, senza mettere la tua vita a servizio degli altri?”. Me le aveva dette una suora che mi aveva aspettato fuori dalla Chiesa al termine della Messa. La conoscevo? Qui viene il bello! No! Non sapevo nemmeno come si chiamasse. Lei aveva ‘osato’. Mi sono sempre chiesto il perché di quelle parole, in quel giorno e poi perché proprio a me? Nel pomeriggio di quella domenica ho cercato in ogni modo che quelle parole non lasciassero traccia in me. Mi dicevo: “le solite parole di una suora, nulla più”. E invece? Invece, quella notte non riuscivo a prendere sonno. Quelle parole erano un tormento! Perché? Semplice: erano vere! Potevo ancora nascondermi? No. Ho ceduto: e quella notte da notte di tormento è diventata una grande, bella, prima notte d’amore! E dopo? Dopo mi sono lasciato affascinare dal suo ‘innamorato’! Sì, era proprio innamorata. Mi sembrava di sentire le parole di Gesù nel Vangelo: senza di me non potete fare nulla! In quella notte ho capito, ho capito che era tempo di svegliarsi! “L’amore non fa nessun male al prossimo … Questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo”. (Paolo ai Romani 13,10-14) Tutti dobbiamo svegliarci! Deve svegliarsi don Fabrizio, devono svegliarsi gli animatori, devono svegliarsi i genitori perchè i ragazzi meritano molto molto più di quanto diamo loro. Hanno bisogno di ragioni, di senso, di orizzonti ampi, di Dio. E se ci accorgiamo che non possiamo dar loro ciò che non abbiamo è ancor più necessario svegliarsi dal sonno! Chi ha orecchi per intendere intenda… Buon cammino e buone ‘notti d’amore’! Don Fabrizio I recenti episodi di violenza di alcuni ultras calcistici impongono una riflessione che “sconfina” anche nel nostro mondo “oratoriano” IL POLIZIOTTO E L’ANIMATORE, TRA AUTORITÀ E AUTOREVOLEZZA ________________________ DI PAOLO RICCI Come tutti sapete domenica 11 novembre è stata scritta una brutta pagina della storia del calcio italiano e anche del nostro stesso Paese. Le immagini degli atti di violenza degli ultras per le città di Roma, Bergamo, Milano e Taranto hanno fatto il giro del mondo, mostrando fino a quali livelli la follia umana può arrivare. Dopo questi fatti, come sempre, si è assistito ai soliti infiniti dibattiti, alle solite inutili polemiche, alle solite scontate prese di posizione di politici, sociologi ed esperti (?) pallonari. Scontato anche l’esito finale di questo tam tam mediatico, con la promessa da parte delle Autorità (attraverso leggi più dure) di un rinnovato impegno nel tentativo di debellare la piaga del tifo violento, capace di rovinare uno sport tanto bello. Andremo avanti con i dibattiti fino a quando i mass media si stancheranno di parlare di questo argomento (anzi probabilmente quando leggerete questo articolo si saranno già stancati), salvo poi ritornarci sopra quando la prossima violenza ultras farà drammaticamente riemergere il problema. Ovviamente non è questa la sede appropriata per affrontare questo delicato tema, mi permetto però di fare sommessamente notare un piccolo particolare che mi sembra sia sfuggito a molti degli autorevoli commentatori che in questi giorni si sono occupati del problema. In quella famosa domenica 11 novembre nelle città citate all’inizio dell’articolo si sono verificati scontri e momenti di tensione, mentre in altre si è giocato a calcio regolarmente, senza episodi di violenza. Perché a Roma, Bergamo, Milano e Taranto si è assistito a scene di guerriglia e in altre città come Firenze, Parma, Siena, Reggio Calabria e Torino (per citare soltanto le città in cui erano in programma gare di serie A) non è accaduto nulla di tutto questo? Forse in queste città non ci sono ultras violenti? Forse ce ne sono di meno? Bisognerebbe davvero chiedersi perché è così. Per alcune delle ultime città sopra elencate la risposta va ricercata anche nel lungo e complicato lavoro svolto dalle forze dell’ordine che, nel corso di questi anni, sono riusciti ad entrare in contatto con le tifoserie locali, aprendo con loro un canale di dialogo che consente di mantenere rapporti sereni ed improntati al rispetto reciproco. A Firenze, città con molti più abitanti di Bergamo, sono anni che non ci sono più gravi episodi di tensione legati al calcio, proprio perché lì si è riusciti ad instaurare un rapporto di fiducia con le frange più estreme e pericolose della tifoseria. Lì, come in altre città, la gente va allo stadio: esulta, si agita, si dispera, canta cori, sfotte gli avversari, se la prende con l’arbitro… ma tutto rimane (sperando di non essere smentito prossimamente) circoscritto alla partita. Intendiamoci: non voglio dire che a Firenze sono più bravi che a Bergamo. Mi fa solo pensare come nel tanto parlare che si è fatto su questo argomento, ci si sia indignati per le scene di violenza accadute (e questo è doveroso) e si siano chieste solo e soltanto sanzioni più dure, divieti di trasferte e provvedimenti esemplari. Certo, anche queste misure servono e sono importanti ma la risposta intelligente non può essere solo questa! Provo ad azzardare un paragone con l’animazione. L’animatore deve infatti gestire situazioni a volte anche difficili, con ragazzi che (fatte le debite proporzioni) fanno un po’ gli ultras: rispondono male, non sono per nulla attenti, magari mancano pure di rispetto. Cosa deve fare l’animatore in questi casi? Certo, deve essere severo e risoluto ma non può essere solo questo. Non bisogna confondere infatti l’Autorità (che deriva dal potere) con l’Autorevolezza (che deriva invece dalla fiducia e dalla considerazione che si è riusciti a guadagnare nel corso del tempo). E’ molto più facile che un animato segua e rispetti un animatore Autorevole che non uno Autoritario. E per essere Autorevole l’animatore (come il poliziotto) non deve solo alzare la voce e pretendere il silenzio, ma deve cercare di ottenere il meglio dal proprio ragazzo attraverso le armi del dialogo e facendosi sentire il più possibile “vicino” e disponibile. Evidentemente la problematica del tifo violento è molto più complicata e non vorrei correre il rischio di semplificare troppo il discorso. Siamo però sicuri che per affrontare il problema serva solo Autorità e non anche un po’ di Autorevolezza? Domenica 25 novembre è un giorno speciale per molti ragazzi delle Parrocchie di San Vittorie e di Maria Ausiliatrice: per loro infatti c’è la Cresima! Scopriamo insieme come questi ragazzi si sono preparati a questo Sacramento VERSO LA CRESIMA DI FABIOLA CLEMENTE E’ il 25 novembre la data prescelta per le Cresime dei ragazzi delle Parrocchie di San Vittore e di Maria Ausiliatrice. Ma prima di ricevere questo Sacramento, con la funzione sarà alle ore 15 e presieduta da Don Gianni Colombo, per questi ragazzi c’è stato un lavoro di preparazione lungo e continuo. Le catechiste hanno infatti preparato al meglio i cresimandi per far capire loro l’importanza di questo Sacramento nella vita di un cristiano. Un ulteriore aiuto ai ragazzi è stato dato dalla madrina, o dal padrino, che ogni ragazzo ha prescelto! In preparazione alla funzione ogni settimana i nostri giovani si sono ritrovati con i loro animatori e catechiste al nostro Oratorio per il catechismo. Tre impegni particolari hanno poi atteso i cresimandi in queste ultime settimane di preparazione: -domenica 11 novembre i ragazzi sono andati a Zoverallo per tutta la giornata per riflettere tutti insieme; -venerdì 23 novembre alle ore 20.45 i ragazzi, i genitori e le madrine e i padrini si sono ritrovati in Basilica per pregare; -sabato 24 novembre: le catechiste e i ragazzi si sono trovati nel pomeriggio in Basilica per le prove generali, nel corso delle quali si sono decisi l’ordine d’entrata, i posti, gli interventi... non essere tranquillo anche se non troppo! Tutti però sono stati d’accordo nel dire che le madrine e padrini sono più agitati di loro… Dopo questi incontri i ragazzi sono sicuramente preparatissimi per ricevere questo Sacramento! Non mi resta che aggiungere solo una cosa: Tanti auguri ragazzi! Abbiamo sentito alcuni di questi ragazzi nei giorni che hanno preceduto la loro Cresima. Molti di loro sperano che la cerimonia possa essere bella e che possa stringere i loro legame con Dio e con la Fede, sperano inoltre che questa possa essere una buona occasione per conoscersi meglio e conoscere meglio il Signore. Alcuni di loro sono agitati, hanno paura di sbagliare o di non ricordare quello che devono leggere... E’ comprensibile anche se qualcuno ha detto di Su una cosa in particolare i pareri sono stati concordi: a tutti mancheranno le catechiste e i gli amici con cui si sono divertiti, magari facendo arrabbiare un po’ le pazienti catechiste… I ragazzi sperano che ci sia un altro motivo per stare tutti insieme, un gruppo che permetta loro di continuare a vedersi regolarmente e a divertirsi all’oratorio! “La discesa dello Spirito”, quadro di Dario Benetti VITA DI ANTONIO ROSMINI QUALCHE CENNO BIOGRAFICO SU ANTONIO ROSMINI TRATTO DAL SITO WWW.ROSMINI.IT Se ne attendevano 8 mila ma alla fine sono stati circa 10 mila i fedeli giunti domenica 18 novembre a Novara per assistere alla cerimonia di beatificazione di Antonio Rosmini. Ma chi era Rosmini? E cosa vuol dire che è diventato Beato? A questi interrogativi proviamo a rispondere con questo articolo ANTONIO ROSMINI ORA È BEATO ! A CURA DI MELISSA FALABELLA Dunque domenica 18 novembre Antonio Rosmini è finalmente diventato BEATO. “FINALMENTE BEATO” era infatti il titolo della prima pagina del settimanale “il Verbano” uscito prima dell’evento. Rosmini era un filosofo, che aveva trovato la sua vocazione nello “scrivere libri ... per prendere gli uomini con la ragione e per mezzo di questa condurli alla religione” (sono parole del Papa Pio VIII, vivente al tempo di Rosmini). Per sapere qualcosa di più sulla vita del Beato Rosmini rimandiamo a quanto scritto a fianco, qui invece cerchiamo di capire cosa significa beatificazione e che Antonio Rosmini nasce a Rovereto (Trento) il 24 marzo 1797. Fu Battezzato nella Chiesa Parrocchiale di San Marco in Rovereto il 25 marzo 1797. Sempre nella medesima parrocchia si accostò alla santa Comunione e ricevette la santa Cresima. Sul suo orientamento spirituale negli anni dell'adolescenza fa luce una sua annotazione dell'anno 1813 "Quest'anno fu per me anno di grazia, Iddio mi aperse gli occhi su molte cose e conobbi che non vi era altra sapienza che in Dio". Sente, cioè, che Dio deve venire prima di tutto. Il resto della sua vita sarà dominato da questo sentimento. Sui 17-18 anni si palesa in lui la vocazione sacerdotale; terrà sempre ferma questa sua decisione anche contro il parere dei genitori, che lo vorrebbero invece continuatore dell'illustre casato da cui provenivano. Rosmini viene poi ordinato sacerdote nel 1821. Attende che sia Dio a "chiamarlo" poichè non vuole scegliere da sé: è il così detto "principio di passività", che significa "essere sempre e tutto a disposizione di Dio" Fonda, nel 1828, l'Istituto della Carità, che ha per fine la salvezza e la perfezione delle anime dei suoi membri, Nel 1829 il papa Pio VIII, pure approvando il disegno dell'Istituto, dice espressamente a Rosmini che la volontà di Dio per lui era quella di "scrivere libri" ... "per prendere gli uomini con la ragione e per mezzo di questa condurli alla religione". Attraverso le parole del Papa Rosmini si fa in tal modo certo che la sua opera di pensatore e di scrittore è voluta da Dio. L'Istituto si svilupperà prima in Italia (soprattutto nell'ambito culturale, dell'educazione alla gioventù, scuole e collegi), ma in pochi anni a Rosmini verrà anche chiesto di inviare religiosi, sacerdoti dell'Istituto della Carità, per le "missioni al popolo" in Inghilterra e Irlanda. Rosmini segue personalmente ogni fondazione; ha somma cura, prima di tutto, di "formare teologicamente e asceticamente i suoi religiosi", per formarli al vero spirito dell'Istituto. È instancabile in quest'opera, con le lettere e i contatti personali. La "direzione spirituale" delle anime sarà del resto sempre una sua cura prioritaria, come lo attesta il suo vastissimo Epistolario. L'Austria non voleva che il Papa desse credito a Rosmini: di qui la campagna di denigrazione contro di lui. Nel 1849 vengono messe all'Indice due operette: "Delle cinque piaghe della Santa Chiesa" e "La costituzione secondo la giustizia sociale”. Egli vede, in questi gravi avvenimenti così contrari a lui, un amorosissimo disegno della Provvidenza. Si ritira a Stresa, dove aveva il noviziato del suo Istituto; continua lo studio e la sua opera di scrittore di opere filosofiche, teologiche e giuridiche, circondato dall'affetto e dalla stima di tante persone che si stringevano a lui per averne guida e aiuto spirituale: tra i tanti ne ricordiamo solo uno, Alessandro Manzoni. L'aggravarsi del mal di fegato, di cui aveva sofferto tutta la vita, lo portò man mano al passo estremo. Spirò il 1 luglio 1855. Sul letto di morte, aveva lasciato all'amico Alessandro Manzoni, il testamento spirituale: “ADORARE, TACERE, GODERE”. differenza c’è tra il Beato e il Santo. 1) Ad un Beato si può rendere 3) Ad essi possono essere de- culto pubblico soltanto nei luo- dicate chiese e altari e possono ghi indicati nel Breve di Beati- essere eletti Patroni. Il primo passo verso la beati- ficazione. Normalmente si con- 4) E’ possibile render loro ficazione e (chissà) la successi- cede il permesso di rendergli universalmente culto celebran- va Santità, è stato compiuto il culto nella Congregazione o do la Santa Messa propria e re- 26 giugno 2006, con il ricono- nella Diocesi alla quale appar- citato l’ufficio previsto. scimento della VENERABILI- tenne. TA’ di Antonio Rsomini. 5) Possono essere dipinte 2) Un Beato non può essere immagini con raggi e diademi. In quella data è stato infatti titolare di una Chiesa o cappel- 6) Le reliquie possono essere pubblicato il Decreto sulle virtù la, né si può consacrare un alt esposte e venerate in tutte le eroiche del Servo di Dio Anto- are ad un Beato senza il per- Chiese. nio Rosmini: in esso si ricono- messo della Santa Sede. sce che egli ha espresso costan- 3) Il Beato non può essere e- temente, nella vita e negli scrit- letto Patrono senza l’indulto ti, virtù pienamente evangeli- della Santa Sede. che, in grado eroico e perciò è(appunto) Venerabile. 4) Anche per includere la festa del Beato nel calendario Ma con il solo (si fa per di- della Diocesi o della Nazione si re…) titolo di Venerabile, Ro- richiede il permesso della San- smini non poteva ancora essere ta Sede. oggetto di culto pubblico, per il 5) Il Beato può essere dipinto quale è necessaria la Beatifica- con aureola, ma non con il dia- zione. dema proprio dei santi. Domenica 18 novembre Ro- Dopo la Beatificazione c’è la smini è diventato appunto Be- Santità per la quale sono pre- ato. viste ulteriori condizioni (tra le Ecco cosa contraddistingue la figura del Beato: quali l’aver compiuto un miracolo) La Canonizzazione (il processo che porta alla Santità) ha come conseguenza: 1) Il dovere di tutti i fedeli di considerare e chiamare Santi coloro che sono stati canonizzati. 2) I Santi sono invocati pubblicamente da tutta la Chiesa L’ELOGIO DI GIOVANNI PAOLO II Ecco cosa scrisse Giovanni Paolo II su Antonio Rosmini «È a tutti noto l’impegno per un intenso lavoro intellettuale che fu proprio di Rosmini, tutto proteso a far conoscere il Vangelo. Il suo animo era particolarmente sensibile al grande problema dell’armonia tra fede e ragione, ed egli volle prestare attenzione ai pensatori più rinomati nella sua epoca - allora, come oggi, si parlava di nuovo momento della storia e del pensiero - per ricercare i modi sempre più adatti di comunicare la dottrina cristiana agli uomini, specialmente al mondo della cultura e del sapere, favorendo un conveniente aggiornamento del linguaggio e del dialogo. Uomini di cultura e di studio, ecclesiastici o laici, desiderano accostarsi ai suoi scritti per ritrovare le ragioni supreme del sapere, alla luce del suo esempio di credente e di filosofo, apprezzando il suo modo di accostarsi a Dio attraverso la scienza e la filosofia, riconoscendo l’opportunità della sua ricerca al fine di confermare il valore delle verità di fede e del messaggio cristiano sull’uomo e sul suo ruolo nel mondo». Giovanni Paolo II no da qualcuno che i loro pro- Damiano Colombo Seconda puntata delle nostre interviste agli animatori del’Oratorio. Dopo Gabriella Dri, è ora la volta di Damiano Colombo, animatore del gruppo “Hope” di Terza Media. “ANIMATORE AL 100%” Cosa ne pensi dei tuoi blemi li ha già vissuti. ragazzi? Credi che an- Per noi animatori è, invece una che loro un giorno di- possibilità di prenderci un im- venteranno animatori pegno che ci qualifica mag- come te? giormente come uomini e come E’ un bel gruppo, unito e com- cristiani. patto fatto di amicizie coltivate 3) Che gruppo animi? da sempre ma anche nate da Animo il nascente gruppo di poco. Terza Media che quest’anno si A volte mi stupisco che non si chiama HOPE (Speranza). accontentino di giustificazioni Il gruppo è composto da una o argomenti scontati e nem- trentina di ragazzi provenienti meno si creda che ad una di- per lo più dalla nostra parroc- scussione annuiscano con il chia ma anche da comuni e fra- capo ad ogni cosa. zioni vicine. Spesso nei momenti di con- 4) Quali tematiche avete fronto non perdono l’occasione affrontato primi ________________________ INTERVISTA DI GIULIA ANCESCHI 5) in questi incontri di per replicare anche duramente, ma sempre con il giusto rispetto delle idee altrui. gruppo? Quest’anno è stato deciso di In alcuni di loro rivedo me Nome – Damiano adottare un sussidio in appog- stesso qualche anno fa. Cognome – Colombo gio al cammino di gruppo dal Sono pronto a scommettere Età – 20 anni titolo: “Il patentino per la Vi- che gran parte di loro parteci- ta”. perà al prossimo centro estivo Quando sei diventato Si tratta di un valido strumento mettendo in gioco talenti che animatore ? che accompagna i ragazzi alle nemmeno loro sono consci di La mia prima esperienza di a- varie tematiche ma anche alla possedere. nimazione vera e propria l’ho scoperta dei fondamenti tecnici Sono anche molto contento del fatta al Centro Estivo del 2001 per giungere al conseguimento team degli animatori che, an- dal titolo: “Fuochi d’Artificio” del “Patentino” per condurre il che se con qualche fatica inizia- nel quale mi erano state affida- ciclomotore. le si trova ora lanciato verso un te le cure di un gruppo di bam- Fin’ora abbiamo parlato dei comune obiettivo: la crescita bini tra la terza e la quinta e- limiti dell’uomo in particolare umana e soprattutto cristiana lementare. negli dell’intero gruppo. 2) Cosa ti ha spinto a fare dell’idea della vita come viag- 6) Ma per quale motivo gio e del viaggio come espe- secondo te questi ra- E’ una domanda che mi sono rienza di crescita individuale e gazzi fatto più volte e sempre giungo nel gruppo. Due incontri sono l’Oratorio e vengono al alla stessa conclusione: è giusto stati dedicati alla scelta del gruppo di Terza Me- che, come è accaduto a me, an- nome del gruppo caduta su dia? che altri ragazzi possano essere HOPE. 1) l’animatore ? accompagnati nel loro cammi- anni dell’adolescenza, frequentano A questa domanda è doverosa una premessa: l’oratorio non è ma volta un campo Cresiman- In un incontro di post-cresima di. qualche tempo fa ho provato la Fu quella la prima di una nu- terribile sensazione dell’indif- merosa serie di impegni in fa- ferenza quando, dopo aver vore dei ragazzi delle medie, ed rimproverato più volte due ra- ebbi in gazze che chiacchieravano le ho quell’occasione di scoprire che invitate, visto lo scarso interes- io ero “nato”, a livello di ani- se, ad uscire dalla sala. Dopo mazione, per dedicarmi a que- aver finito l’incontro le ho rag- sto periodo giunte e abbiamo iniziato una così di domande, ma spesso ciò che motiva i ragazzi a frequentarlo sono le molteplici possibilità di svago che esso propone. Quindi una ragione potrebbe essere quella del divertimento. Nella migliore delle ipotesi, invece noi animatori speriamo che essi vogliano veramente tentare un confronto che risulti costruttivo ed utile per la loro vita. Credo che come spesso accade la verità stia nel mezzo. 7) Qual è stata l’esperienza più significativa che hai vissuto all’interno dell’Oratorio? Credo che l’esperienza che più di tutte mi ha lasciato un forte ricordo sia stata nell'agosto del 2002 quando Don Angelo mi propose di animare per la pri- dell’adolescenza così particolare e bisognoso di lunga appoggio e comprensione. terminata con la loro decisione 8) Che fatto solo di discussioni e gran- modo ruolo ha e accesa discussione di lasciare l’oratorio. l’animazione per la tua L’atteggiamento invece che ho vita? preferito e mi ha gratificato Guarda, credo che l’importanza maggiormente l’ho provato più di questo ruolo sia molto cre- volte ed in particolare proprio sciuta quest’anno quando, in modo nella mia vita con l’andare del tempo. del tutto inaspettato una ragaz- Fino a qualche tempo fa mi ri- za del mio gruppo con la quale cordavo di essere un animatore non avevo in passato avuto al- solo con davanti i ragazzi, oggi cuna occasione di condivisione invece cerco con maggiore con- ha voluto confrontarsi con me vinzione di essere animatore al e, in questo confronto ha volu- 100%. to farmi alcune confidenze che Ad esempio impiego molto del non avrei mai pensato avrebbe mio tempo insieme agli altri voluto fare proprio a me. animatori per pianificare al Ho letto questa apertura come meglio i vari incontri e per cer- un piccolo frutto di questa care di fare in modo che tutto grande esperienza che è il sia perfetto. Sono convinto che gruppo. già questo se ben fatto sia mol- 10) Per concludere, man- to. da un messaggio ai 9) Da animatore qual è il tuoi ragazzi comportamento di un Ragazzi, vi auguro di imparare tuo animato che ti fa a non accontentarvi mai, ma di particolarmente pia- saper PRETENDERE da voi cere e quale invece stessi e dagli altri sempre di quello che ti fa inner- più per poter poi dare quando vosire o rimanere ma- vi sarà chiesto qualcosa di uni- le? co ed inimitabile. Rispondo citando due fatti re- Auguri a tutti ed un saluto ai almente accaduti. lettori di “Soffio di Novità”. Si Dai (Elementari) In ogni famiglia che si rispetti ognuno conosce i suoi componenti, informandosi sulle sue condizioni di salute, sulle sue gioie e sui suoi problemi. E siccome anche l’Oratorio è una famiglia, è importante avere sempre il polso della situazione e sapere come stanno le varie membra del corpo oratorio… Per questo motivo, con oggi comincia un affascinante viaggio che vi permetterà di scoprire quello che combinano i vari gruppi dell’Oratorio. Si comincia dai più piccoli: il gruppo SI DAI delle Elementari! SI DAI SI TIENE PER MANO… REPORTAGE DI VALENTINA GUIDA Ciao a tutti cari lettori! Conoscete il gruppo che comprende gli animati più piccoli del nostro oratorio? Se la vostra risposta dovesse essere negativa, oggi ve ne parlo io! SI DAI, è il gruppo che ospita tutti i sabati pomeriggi bambini dalla prima alla quinta elementare, dalle ore 14.30 alle 17.30. I bimbi vengono intrattenuti inizialmente con una calorosa accoglienza, dove si svolgono piccoli e semplici giochi per attendere l'arrivo dei “ritardatari” e, quando infine l'intero gruppo è riunito, inizia il movimentato pomeriggio. Fase centrale è la storia che spiega “Come si diventa re”, animata in modo molto divertente dagli instancabili animatori del gruppo, a cui segue il divertente gioco inerente al pezzo di storia raccontato quel giorno. Ovviamente tutto ciò prende inizio con la simpatica canzone “inno” che gli accompagna tutto il pomeriggio, dove i bambini cantano a squarcia gola ridendo.. Il pomeriggio prosegue con giochi, sorrisi, urla, lacrime, e strette di mano, abbracci degli animatori che gentilissimi assecondano i piccoli bimbi che vogliono fare e dire tutto. Nell’arco di tutto il pomeriggio si sentono risate e si vedono bambini correre da qualsiasi luogo a qualunque altro posto. Certamente non dev’essere LA SCHEDA DEL GRUPPO Nome Æ Si dai Età partecipanti Æ Elementari Giorno di ritrovo Æ Sabato pomeriggio dalle 14 alle 17 Numero Partecipanti Æ 30-40 Animatori Æ Sara Orsi, Marco Tradigo, Elia Ricci, Irene Fanari, Sara Nobili, Elena Maulini, Chicco Sarasini, Mattia Cilia e Mattia Alberganti Attività Æ giochi vari, storia, riflessione finale facile star dietro a tutti, ma con tanto divertimento si arriva alla parte conclusiva del pomeriggio, dove c'è un piccolo momento di raccoglimento e riflessione tutti insieme, prima di rincasare e riprendere la propria vita del weekend! Una caratteristica dominante di questo gruppo è l'ospitalità nell’accogliere qualsiasi persona a partire da nuovi amici più piccoli che si aggiungono nel corso dei vari incontri settimanali, per finire con persone più grandi che subito loro prendono per animatori. E’ bellissimo vedere questi bambini pronti sempre a prendersi la mano a vicenda tutti insieme per poi finire, sempre insieme, a terra dopo un grosso “girotondo” in mezzo all'oratorio!! Per far sì che ci sia tutto ciò bisogna ringraziare la numerosa “equipe” di animatori che ogni settimana si riempie di energie da trasmettere a tutti i più piccoli: Sara Orsi, Marco Tradigo, Elia Ricci, Irene Fanari, Sara Nobili, Elena Maulini, Chicco Sarasini, Mattia Cilia e Mattia Alberganti: una grossa squadra che con dolci sorrisi, tanta pazienza, e buona volontà manda avanti questa tribù di 30-40 bambini. Cosa li accomuna tutti uno per uno? Voglia di divertirsi e stare insieme, dai più piccoli ai grandi. to con la sua stessa vita. Quanti brutti esempi che riceviamo quotidianamente dai mass media e, magari, anche da quello che vediamo coi nostri occhi. Eppure il genere umano è capace anche di gesti assolutamente straordinari che riconciliano con la vita e danno speranza. Con questa rubrica vogliamo proprio far emergere questi grandi esempi di umanità. Quella vera. ANDREY DIYAKOV DI VALENTINA GREGGIO Molte volte si dice: “farei di tutto per quella persona”…. ma a parole tutti sono capaci… Poi però ci si accorge che sacrificarsi per gli altri è molto più difficile di quanto possa essere semplice dirlo… Ma soprattutto non sempre si riesce ad avere il coraggio di dedicare anche solo del tempo alle altre persone. L’essere umano però è proprio strano perché tante volte è proprio nelle maggiori difficoltà che riesce a dare il meglio di sé. Il 9 luglio 2006, in Russia, a Irkutsk è avvenuto infatti un gesto eroico con protagonista proprio questo assistente di volo. Erano le 7.44 dell’ora locale, quando l’aereo di linea Airbus A310, proveniente da Mosca, al momento dell’atterraggio andò fuori pista, sfracellandosi contro un muro di cemento e altri edifici. Subito l’aereo prese fuoco e così iniziò l’agitazione dentro quel mezzo infuocato che non aveva via d’uscita. A bordo dell’Airbus A310 c’erano sei assistenti di volo, tra cui Andrey Diyakov, che si è sacrificato per salvare altre vite al posto della sua. Come raccontano alcuni passeggeri superstiti, al momento della tragedia Andrey riuscì a mantenere la calma e ed a seguire tutte le istruzioni d’emergenza: dopo aver aperto la porta antipanico iniziò a far uscire i passeggeri, rimanendo a bordo dell’aereo e spingendo fuori quante più persone pos- sibile. Dopo pochi minuti l’aereo iniziò la sua completa distruzione e Andrey non riuscì più ad uscire, rimanendo sommerso sotto le macerie: così l’eroe Andrey Dijakov ha salvato con il prezzo della sua vita quella di 30 passeggeri. Questo sì che è un vero gesto eroico! Il vero eroe è quello che riesce a donare la sua vita per salvarne altre… E parecchi di noi non sarebbero capaci, anzi, io per prima non ne sarei capace! Invece Andrey, vedendo quell’aereo pieno di passeggeri, tra cui parecchi bambini che andavano in gita scolastica, non si agitò e fece uscire 30 persone, che ora gli devono la vita. E’ anche vero però che per essere eroi non è necessario morire per delle altre persone. Nella nostra vita quotidiana infatti tutti noi possiamo essere dei piccoli eroi… Un caso significativo è quello di Andrey, un assistente di volo russo protagonista di un atto di straordinaria generosità che ha paga- L’Airbus A310 dopo lo schianto a terra In che modo? Basterebbe solo fare dei piccoli sacrifici e dedicare del tempo alle persone che hanno bisogno di noi. E di persone che hanno bisogno di noi, del nostro affetto, del nostro tempo o anche solo di un nostro sorriso, ce ne sono. Basta solo guardarsi intorno… La storia del Circolo Seconda puntata del nostro viaggio nella storia dell’Oratorio. Su questo numero il periodo tra le due guerre mondiali… – seconda puntata – IL CIRCOLO DURANTE LE DUE GUERRE MONDIALI (1918 – 1936) DI MARGHERITA SIRONI Dopo la Prima Guerra Mondiale Al termine della Prima guerra mondiale il Circolo rinacque a nuova vita e sempre più si intesificarono le attività, mentre si succedevano i Presidenti dei Giovani. I maestri Rosminiani continuavano a fare il possibile per dare una mano preziosa. Intorno al 1919 nacque anche l’A.S.C.I. (Associazione Scautistica Cattolica Italiana), sulla quale potete dare un’occhiata all’approfondimento nella prossima pagina. I Prevosti ed i loro assistenti cambiarono; al Canonico Apostolo, subentrò Mons. Binaschi che dopo una gloriosa seppur breve Prevostura venne consacrato Vescovo di Pinerolo Gli subentrò come Assistente il Can. Don Mario Ugliotti che avrebbe seguito i giovani del nostro circolo San Vittore in un decennio difficile. Il Fascismo Con l’avvento del Fascismo nel 1925 la situazione in Italia cominciava a mutare. Il Fascismo infatti voleva avere in pugno l’educazione dei giovani per istruirli alle proprie idee e di conseguenza ai propri scopi e mal tollerava una struttura indipendente ed autonoma come quella del nostro Circolo. Fu così che nel 1927, per ordine del governo venne sciolta l’ A.S.C.I.. Nel 1931 le Scuole Comunali divennero statali e così Intra perse l’aiuto dei maestri Rosminiani. Si chiusero i Circoli che non erano sotto le rispettive parrocchie, e anche il “San Vittore” che era amministrato da un Consiglio interno ad esso venne chiuso. Il Chiodo Nel periodo di chiusura del Circolo ai giovani che lo frequentavano era stato vietato di portare il distintivo dell’Associazione. Allora i ragazzi decisero di adottare come simbolo di riconoscimento u n chiodo: da allora “Ul Ciod” (“il chiodo”) divenne simbolo del nostro circolo. E’ un simbolo che tutt‘oggi permane: per esempio il Re Ciod, re del nostro carnevale si chiama così proprio per questo e porta sempre con se un chiodo (basta vedere la foto qui a fianco). Il San Vittore fu riaperto dopo essere stato “acquistato” come bene della Parrocchia di San Vittore. Le Associazioni Cattoliche vennero sciolte e solo qualche tempo dopo l’Azione Cattolica riprese le attività e così il San Vittore riprese la sua armoniosa vita quotidiana. Monsignor Bozzini In quegli anni ad Intra vi era il parroco Monignor Bozzini, uno dei più lodevoli fra i Prevosti di Intra, che diede il massimo per riportare il “San Vittore” agli antichi splendori, alzando il caseggiato di un piano (dove abita oggi Don Fabrizio) e rispettando il glorioso passato del Circolo senza mai interferire nella vita interna se non per consigliarla a migliorare. Il nostro Circolo continuava ad essere il “primo” della Diocesi, stimato, benvoluto ed amato da tutto il popolo della zona. Si narra che il Vescovo Gamba (che poi divenne Arcivescovo di Torino), diede precedenza ad una riunione con il consiglio dell’oratorio e fece aspettare una Principessa Reale. Damiano Colombo, l’ultimo Re Ciod con in mano l’inseparabile Chiodo IL PERSONAGGIO LO SCOUTISMO Organizzazione interna L’organizzazione interna del “San Vittore” dopo i fatti del 1931, si reinstaurò: Vi era innanzitutto il Consiglio della G.I.A.C., vero motore del Circolo, elettivo fra tutti i soci e comprendente inoltre un rappresentante delle varie categorie: Aspiranti, Pre-Ju, Juniores-Studenti, Juniores Lavoratori, Seniores; Il Consiglio della GIAC formava poi il Consiglio del Circolo che era completato da un rappresentante per ogni attività che si svolgeva all‘interno: Filodrammatica, Oratorio, Unione Uomini Cattolici e Audax. Il Presidente della G.I.A.C. era di diritto Presidente del Circolo. Ad entrambi i Consigli partecipava l’Assistente Ecclesiastico (l’equivalente di don Fabrizio) che pur non avendo formalmente potere, di fatto condizionava con la Sua alta Autorità l’andamento dei Consigli stessi (esattamente come don Fabrizio) che erano peraltro sempre presieduti dal Presidente del Circolo (cui competeva la nomina del Segretario) o in Sua assenza dal Vice Presidente (scelto fra i membri del Consiglio stesso). Altra figura di notevole peso era il Cassiere, cui competeva l’Amministrazione finanziaria del Circolo. Nel 1939 arrivò la Seconda Guerra Mondiale che ovviamente ebbe riflessi sulla vita della nostra città e del nostro Oratorio. Nel 1919 nel nostro Oratorio viene costituita l’ASCI, l’Associazione Scautistica Cattolica Italiana, che da quel momento condivide col Circolo luoghi e momenti di incontro. Certo, non è un personaggio inteso in senso fisico, ma val la pena approfondire un po’ la conoscenza di questo movimento Lo Scautismo (o Scoutismo, dall’inglese “scout”, esploratore) è, nel suo complesso, un movimento educativo di giovani creato nel 1907 (pochi anni prima di venir fondato nel nostro Oratorio) che si propone la formazione della persona secondo i principi ed i valori definiti dal suo fondatore Lord Robert Baden-Powell. Lo scoutismo è oggi un movimento presente ed organizzato in 216 paesi e territori con oltre 38 milioni di membri. E’ il movimento giovanile più numeroso al mondo e con la maggior diffusione territoriale in ogni tipo di etnia, cultura e religione. Diffusosi velocemente in tutto il mondo immediatamente dopo la sua fondazione, durante la seconda guerra mondiale, lo scautismo è stato sciolto in molti paesi europei vittime del nazismo e dal fascismo. Durante gli anni dello scioglimento, gli ideali ed i valori del movimento scout sono stati tenuti in vita da adulti e giovani che hanno partecipato alla guerra di liberazione nei vari movimenti della Resistenza europea. In Italia, negli anni dal 1926 al 1943 (il periodo chiamato della “Giungla silente”), centinaia di scout hanno continuato la loro attività in clandestinità e partecipato alla Resistenza. All'alba della Seconda Guerra Mondiale si incitarono i capi a continuare il loro servizio di educatori e a sviluppare nei ragazzi il senso di pace e fratellanza internazionale: anche se l'aspetto più spettacolare del loro lavoro, rimase sospeso per la durata della guerra, vi è sempre l'altra importante parte del programma, che consiste nel dare ai ragazzi, con l'esempio e con la pratica, l'abitudine alla buona volontà, tolleranza e comprensione verso gli altri. Baden Powell stesso pronunciò queste parole: "Queste qualità, se radicate nei nostri scouts d'oggi, renderanno in futuro la guerra un fenomeno inconcepibile, perciò non scoraggiamoci!". Ci si sarebbe aspettati che la morte del suo fondatore, che fu capo ed inspiratore incontrastato, e la guerra avessero posto definitivamente fine al movimento, ma invece non fu così. Lo scautismo dal dopoguerra ha infatti continuato a diffondersi e a crescere non solo in quantità, ma sopratutto in qualità. La complessa struttura dell'organizzazione mondiale dello scautismo non ha fatto perdere al movimento le sue caratteristiche di dinamicità e di adattabilità alle diverse realtà locali. Nel terzo mondo lo scautismo è concretamente impegnato in opere di bonifica, di alfabetizzazione, di educazione ed assistenza sanitaria. Non si tratta però solo di elargire contributi, si cerca invece di intrecciare un reale rapporto umano tramite la conoscenza e la condivisione della vita locale; l'obiettivo finale è quello di rendere autonomi i paesi che vengono aiutati. L'impegno dello scautismo nel campo della pace e della cooperazione è sottolineato dai numerosi riconoscimenti ricevuti dall'organizzazione mondiali. Anche nel campo dell'integrazione dei disabili il movimento ha lavorato molto negli ultimi anni, conseguendo notevoli risultati. Basket Come tutti sanno in Italia lo sport più diffuso è il calcio, ma non c’è solamente lui! Tanti ragazzi, anche del nostro Oratorio, provano a cimentarsi in discipline magari meno note (e pubblicizzate) ma altrettanto piacevoli e formative. Già perché lo sport (se fatto bene) è utilissimo a far crescere chi lo pratica. Scopriamo insieme dunque gli “altri sport”, iniziando dalla pallacanestro. BASKET, GIOCO DI SQUADRA E INDIVIDUALITÀ DI JOEL GUNELLA Quando mi e stato proposto di scrivere questo articolo, ho avuto subito un sacco di idee e progetti per poterlo fare al meglio. Motivo? Il basket é… IL MIO SPORT, quello che mi fa sognare, mi accompagna, mi stimola, mi appassiona... E quindi non riuscirò a parlarne in modo imparziale, distaccato, a solo scopo informativo. E’ molto probabile invece, che ci metterò un po’ tanto del mio… Spero di non divagare troppo e di trasmettere a chi avrà voglia di leggere questo articolo il sentimento che provo per questo sport. Prima però una breve parentesi con un po’ di storia. La pallacanestro (in americano: “BASKETBALL”) nasce appunto oltreoceano verso la fine del 1891 a Springfield una piccola cittadina dello stato del Massachussets. Nel 1892 le sue prime 13 regole vengono pubblicate sul giornale di una scuola di questa città… con il titolo più banale che si possa immaginare: UN NUOVO GIOCO. Da quel momento, il basket compie però passi da gigante... Nel 1904 ha luogo un torneo dimostrativo in occasione delle Olimpiadi di Saint Louis, ma solo nel 1936 viene ammesso come sport ufficiale dei giochi olimpici. Nel 1931 nasce la FIP (Federazione Italiana Pallacanestro) e trent’anni dopo, nel 1960, alle Olimpiadi di ROMA l’Italia riesce a battere i maestri statunitensi. Grazie alla visione di questo avvenimento di grande spettacolo, seguito da milioni di telespettatori, il basket continua a diffondersi in Italia e nel Mondo, poi, nel 1989 il basket abbatte la barriera tra il professionismo riconosciuto dall’ NBA e il dilettantismo della FIBA (Federazione mondiale della pallacanestro). Il basket è il secondo sport più diffuso dopo il calcio, assieme all’atletica leggera. E’ lo sport di squadra per antonomasia perchè, anche se le dimensioni del campo sono ridotte rispetto a quello da calcio o da rugby o da baseball, que- sto sport richiede un continuo movimento... LE REGOLE DEL BASKET Ecco qualche informazione per chi, spero pochissimi, non conosce questo sport… Lo scopo del gioco è fare più centri possibili nel canestro avversario, un anello di ferro messo in cima a una struttura metallica, ma rivestita di materiale morbido per evitare lesioni accidentali ai giocatori. Il cesto è posizionato a un altezza di 3,05metri da terra fissato ad un rettangolo di plexiglas chiamato tabellone. Ogni partita dura 40 minuti suddivisi in quattro quarti di 10 minuti ognuno (in America però un quarto dura 12 min). Vince la squadra che realizza più punti e ogni canestro realizzato vale uno, due o tre punti a seconda della posizione da cui il giocatore tira. Se le squadre, ai termini dei tempi regolamentari, fossero in parità, si riprende il gioco con i tempi supplementari e si continua la partita finché non si sancisce un vincitore, infatti, a differenza del calcio o di altri sport, c’è sempre una squadra che vince e una che perde: non esistono pareggi . Si gioca con 5 giocatori in campo e le riserve in panchina. Il campo è lungo 28 metri e largo 15. Il terreno di gioco è costituito (nella maggior parte dei casi e nei migliori campi) da parquet sul quale sono disegnate le linee che delimitano la metà campo, la linea da tre punti, l’area. Chi gioca a basket sa che non si sta mai fermi, perché non è previsto che un giocatore stia fisso in attacco e uno fisso in difesa o uno in mezzo al campo, ma tutti stanno in attacco o tutti in difesa. Bisogna in sostanza stare sempre essere attenti a seguire il gioco perché ogni azione di un singolo giocatore è importane e può rivelarsi fatale o miracolosa per la squadra (nel calcio, invece, il portiere e i difensori guardano i propri compagni in attacco stando fermi nelle loro zone) perciò, da quando l’atleta entra in campo, fino alla sua uscita, sarà in perenne movimento e sottoposto a sforzi. Per non parlare poi di quando la squadra si trova a difendere. E’ in questa fase che emergono (forse ancor più che in quella di attacco) le capacità di sacrificio e di determinazione di ogni singolo giocatore, che però hanno un senso se inserito in un meccanismo di squadra. Anche se il gioco di squadra è fondamentale, pure nel basket le singole individualità sono importanti ed hanno possibilità di emergere (se messe al servizio della squadra). Infatti, anche se gli spazi sono ridotti e il numero di giocatori é basso, ciò non significa che non ci possa essere ”l‘uno contro uno”. Anzi, le azioni sono un continuo susseguirsi di iniziative individuali, di giocate, tiri, azioni inventate dal giocatore che in quel momento si trova in posizione favorevole o è costretto a prendere un’iniziativa perché stanno scadendo i “secondi” (ogni azione può durare al massimo 24 secondi se no la palla passa agli avversari). Anche nel basket come in altri sport ci sono dei ruoli che dipendono dalle doti tecniche, ma soprattutto dalla corporatura del giocatore: infatti, di solito, i giocatori di bassa statura tendono a giocare fuori dalla linea da tre e impostano l’azione grazie alla loro capacità di manovrare la squadra per la rapidità e destrezza del loro palleggio, per la qualità dei loro passaggi; i giocatori più alti stanno sotto canestro e hanno il compito di segnare e di recuperare palloni andando a rimbalzo. Altri ancora, vengono posizionati su zone attorno al canestro avversario perché hanno un grande tiro dalla lunga distanza e cosi via. Ogni giocatore quindi mette a disposizione le proprie qualità fisiche, atletiche e tecniche per il bene della squadra. Conclusioni: ai ragazzi che si vogliono accostare a questo sport (ma in generale quelli di squadra), a partire dai più piccoli del settore giovanile, consiglio sempre di considerare gli allenamenti e le partite come un divertimento, come un piacevole modo di passare il tempo in compagnia, di andare in campo e di giocare con il sorriso in faccia con la voglia di aiutarsi, imparare insieme e magari anche a provare la scossa che dà una bella vittoria. Se non si è contenti, se non siamo felici dello sport che stiamo praticando, non vale la pena di faticare e di correre. Andrea Bargnani, 22enne giocatore italiano, dallo scorso anno gioca in NBA nei Toronto Raptors Le facce brutte di quando si sbaglia, di quando si perde, lasciamole alle persone che giocano a basket come professione e che vengono pagati per vincere. Loro possono essere arrabbiati e avere il muso o essere delusi ma noi no, perché per noi ragazzi vengono prima il divertimento, la voglia e tanta tanta passione. … I LOVE THIS GAME ... SEGUIRE IL BASKET Per seguire il basket italiano e NBA, potete sintonizzarvi su SKY SPORT, SPORTITALIA o RAISPORTSAT. Purtroppo se non avete la parabola attualmente non potete seguire il basket in tv. Se volete vedere il basket dal vivo (e non volete andare lontano), vi consigliamo di andare al Palasport di Verbania o a quello di Castelletto, dove giocano le squadre di Omegna e (appunto) Castelletto, entrambe impegnate nel campionato di B1 (la terza serie dopo la LegaA e la Lega- - L’UOMO CHE GUARDAVA L E NUVOLE di Eros Ramazzotti Nuova puntata di questa rubrica a cui molti lettori sono affezionatissimi. In tanti hanno apprezzato anche l’idea di affidare l’incarico di commentare i testi ai giovani redattori del giornalino, capaci di portare una certa freschezza e un tocco di novità a questa rubrica. Questo mese è il turno di Alessandra Loraschi che ci presenta “L’uomo che guardava le nuvole” di Eros Ramazzotti. - L’UOMO CHE GUARDAVA LE NUVOLE Autore: EROS RAMAZZOTTI Album: STILE LIBERO Anno: 1993 IL COMMENTO DI ALESSANDRA LORASCHI Anticipo dicendo che non sono molto pratica a scegliere canzoni… scusate! Però, ascoltando un CD, ho pensato che questa canzone di Eros Ramazzotti, un minimo di senso ce l’ha… Questo l’ho pensato soprattutto ascoltando la frase: “Forse perché ognuno vede solo ciò che vuol vedere, un po’ come la verità”. Io l’ho conosciuto bene, l’uomo che guardava le nuvole. ci vedeva tante cose, in tutte quelle strane forme lui, ci vedeva un mondo nuovo, come un sogno lì da prendere, ma non ci arrivava mai… Mi ricordo che un bel giorno, c’era un nuvolone candido. Io gli dissi: “Sembra un orco”, mentre a lui pareva un angelo… Forse perché ognuno vede, solo ciò che vuol vedere poi… un po’ come la verità… E’ una storia come un’altra, Forse qualcuno l’ha sentita già. Si può cambiare oppure sempre uguale sarà la storia dell’umanità… E di nuvole ne sono passate ormai… e ne passeranno ancora più che mai da qui. Ne passeranno sì Ora che sarà più vecchio, quel mio amico cuore nobile. Cosa vede nel suo specchio, questo gli volevo chiedere. Ma mi han detto che si è perso… Nel limpido di un cielo teso e ormai più nessuno sa dov’e. Io l’ho conosciuto bene, l’uomo che guardava le nuvole Forse per bisogno d’amore, forse per bisogno di favole E’ che ognuno infondo crede solo a ciò che vuole credere …un po’ come la verità… E’ una storia come un’altra, Forse qualcuno l’ha sentita già. Si può cambiare oppure sempre uguale sarà la storia che ognuno nel tempo vivrà… Si può cambiare oppure sempre uguale sarà la storia dell’umanità.. E di nuvole ne sono passate ormai.. e ne passeranno ancora su di noi.. .. ancora su di noi.. E questo già fa pensare a quante volte ci è capitato di fare caso solo alle cose che vogliamo noi, a dare importanza solo alle cose che vogliamo noi, a credere solo nelle cose che vogliamo noi. Sì, come concetto non è molto “di esempio” verso gli altri, però effettivamente alla fine è capitato a tutti di mettere al primo posto i propri interessi. “L’uomo che guardava le nuvole” si concentra soprattutto nel descrivere la fantasia e i pensieri che un uomo ha guardando il cielo, le nuvole; “ci vedeva un mondo nuovo, come un sogno lì da prendere.. ma non ci arrivava mai…”. Alla fine il cantante si chiede perché l’uomo ci trova così tante cose guardando delle semplici nuvole, e la sua ipotetica risposta è questa: “Forse per bisogno d’amore, forse per bisogno di favole”… E fa così capire che anche la più semplice cosa che ci circonda ogni giorno (come in questo caso il cielo), può diventare un “rifu- Una foto di Eros Ramazzotti, cantante romano nato il 28 ottobre 1963 e lanciato dalla vittoria nella "sezione giovani"del Festival di Sanremo del 1984 con la canzone "Terra promessa”. La vittoria tra i big a Sanremo nel 1986 con "Adesso tu" conferma la popolarità del giovane Ramazzotti in Italia, cui fa seguito un notevole interesse delle platee internazionali che dura ancora oggi. Oggi Ramazzotti rimane uno dei cantanti italiani più in vista nel mondo, e ciò è testimoniato anche dalle numerose collaborazioni con cantanti di vasta fama internazionale tra i quali Anastacia, Cher, Tina Turner e (recentemente) Ricky Martin gio” per far volare la nostra fantasia… Quindi, se volete un aiuto per trovare il VOSTRO RIFUGIO, prendete spunto da questo “uomo che guardava le nuvole”, quantomeno ascolterete una canzone piacevole, perché (almeno secondo il mio parere) è davvero davvero carina! Per non dimenticare… Ecco l’elenco completo delle canzoni scelte nel corso di questi anni 1 Jovanotti - La linea d’ombra (ELISA MANCA) 2 Francesco de Gregori – La storia (SILVIA LUCHETTA) 3 Jovanotti – Buon anno (DENNIS CERETTI) 4 Vasco Rossi – Canzone (GIANNI CERULLO) 5 Ligabue – Almeno credo (MARCO ROLLA) 6 Francesco Renga – Tracce di te (ANNA VISCONTI) 7 Giorgia – Un posto migliore (ELISA PARISI) 8 Laura Bono – Tutto ha una spiegazione (ALICE GAGLIARDI) 9 Eros Ramazzotti – Favola (SIMONA GAGLIARDI) 10 Fabio Concato – Tienimi dentro di te (LUCIO VARRIALE) 11 Bon Jovi – Welcome to wherever you are (ANNALISA RECCHIA) 12 – F. S. Key – The Star – Spangled banner (Inno USA) (ANNA BONISOLI) 13 – Tiromancino – Imparare dal vento (STEFANIA MAI) 13 Celine Dion – Let’s talk about love (SARA ORSI) 14 Vasco Rossi – Liberi liberi (MIRKO PRAMPARO) 15 Marco Masini – T’innamoreai (VALENTINA GUIDA) 15 Eros Ramazzotti – L’uomo che guardava le nuvole (ALESSANDRA LORASCHI) Sempre più spesso i ragazzi del giorno d’oggi, i gggiovani, utilizzano parole o espressioni sconosciute o con un significato diverso da quello tradizionale. Questo slang può rimanerci oscuro finché i gggiovani conversano fra loro, ma quando si rivolgono a noi come fare a comprenderli? Come riuscire ad essere sulla stessa lunghezza d’onda? La risposta è questa nuova rubrica (avrà mai un seguito?), che dà modo di arricchire il nostro lessico con nuovi termini, molti dei quali li riterrete scrausi, ma indispensabili per starci dentro nel mondo d’oggi. “Non ci sto più dentro, ha parlato così tanto che mi ha completamente asciugato”. E’ anche usato relativamente a una situazione o a una cosa non gradita oppure ripetuta eccessivamente. Es: “Andare a scuola mi asciuga”, “Il corso di nuoto mi asciuga”: in quest’ultimo esempio è simpaticamente evidente il contrasto con il senso che il termine asciuga ha nella lingua italiana, perché, per chi non lo sapesse, facendo nuoto ci si bagna. A CURA DI MARCO ROLLA BELLA – Esclamazione. Sostituisce il “ciao” o “arrivederci” della lingua italiana, rispetto ai quali aggiunge una notevole carica di entusiasmo. E’ la forma contratta della più antica espressione originale “bella lì”. Es: “Bella raga, come butta?” (in it. Ciao ragazzi, come va?), “Ma bella Pigi, dov’eri finito?”. Al contrario della lingua italiano non esiste la forma maschile bello. ASCIUGARE – Eliminare un individuo di ogni suo liquido vitale, rendendolo esausto e privo di forze. Usato solitamente a riguardo di una conversazione, o ad ogni modo in qualunque occasione in cui l’ascoltatore è annoiato, stancato o semplicemente disinteressato alle parole dell’interlocutore, che nel caso asciuga. Es: “Ieri ho incontrato il Buzzi e dopo due minuti mi aveva già asciugato”, “Oh Gigio basta parlare, mi hai asciugato!”, “Non ce la faccio a stare in classe, i prof mi asciugano!”, BRUTTO – Nel gergo dei gggiovani viene usato indifferentemente con preposizioni o verbi. 1) Come rafforzativo è utilizzato per comunicare un senso di importanza o grandezza fuori dal comune. Es: “Quella tipa mi sveglia l’ormone di brutto”, “Sta macchina tarella di brutto”. È interessante notare come non esista la forma femminile brutta. 2) Per indicare l’entusiasmo con cui ci rapporta a una data situazione o per dare un giudizio estremamente positivo, in DIZIONARIO FONDAMENTALE GGGGIOVANILE contrasto con la connotazione, ormai superata, che assume nella lingua italiana. Es: “Il film mi è piaciuto di brutto”, “La Sharon è bella di brutto”: in quest’ultimo esempio il termine bella è ovviamente in italiano. Si nota inoltre che, a differenza di quanto avviene in italiano, come si è visto i termini bella e brutto non sono contrari, cosa che avrebbe reso senza senso l’esempio proposto. Pop. Volg. Bbrutto, con due B, costituisce un rafforzativo del rafforzativo, adoperato però solo in situazioni molto informali: “Oh ma quanto è grosso il Rudy?? Mischia è grosso di bbrutto!” Sinonimo: di bestia. PAURA – Al contrario della lingua italiana paura significa gaudio, giubilo. È rivolto in forma impersonale alla situazione o all’oggetto in questione, per esprimere un giudizio oltremodo positivo, entusiastico, per dare il benestare a proposte o condizioni o per dare il via a qualcosa. Es: “Rambo III è un film paura”, “Andiamo in piazza? Paura!”, “Va che giornata paura, andiamo in spiaggia!”, “E’ pronta la pasta – paura!” (in questo caso sostituisce buon appetito e dà il via al pranzo). Pop. Paiura. Questa forma, arricchita della lettera “i”, è utilizzata come rafforzativo esclusivamente nel caso si voglia manifestare senza dubbio alcuno l’entusiasmo per qualcosa o qualcuno. Es: “Hai visto che minigonna quella tipa? Paiura!” Forme analoghe a paura sono: panico, utilizzato quando al giudizio molto positivo si aggiunge dello stupore. Es: “Guarda che arcobaleno da panico!”. STARCI DENTRO – 1) In italiano si potrebbe tradurre in “essere consoni”, in varie accezioni: una persona che ci sta dentro (contratto ci sta), è una persona in gamba, simpatica, che sa il fatto suo, appropriata e in generale apprezzata. Nasce come negazione della vecchia espressione “essere out”: una persona che non è out ci sta dentro, e anche di brutto.. Es: Don Fabrizio, nonostante sia un prete e per di più di Gravellona, ci sta dentro”. 2) Per esprimere consenso o per sottolineare l’adesione a una proposta o a una situazione. In forma negativa, non starci dentro, esprime un rifiuto a una proposta o a una situazione, ma anche una incapacità o una deficienza. Es: “Ti va di andare a fare un giro? Ok, ci sto dentro.”, “C’è da andare a prendere il Dodi alla stazione, vai tu? Ci sto dentro.” Neg.: “ Oh raga, non ci sto più dentro con sto sudoku”, “Non ci sto più dentro, ora gli apro il naso col casco!” Pop. cisti, anche associato ai rafforzativi power e/o di bestia. Es: “Domani andiamo al centro commerciale a vedere le tipe? Cisti power di bestia!” 10 COSE DA NON FARE CON… MARCO ROLLA di Pa.Ri. Ecco dieci cose che non dovete assolutamente fare se c’è Marco Rolla nei paraggi 1 – Lamentarvi del clima e del surriscaldamento globale. Una volta ha dichiarato: “L’unica cosa buona dei movimenti contro il surriscaldamento globale è che organizzano i concerti coi cantanti famosi” 2 – Dire che Kakà non è il più grande calciatore di tutti i tempi. Attenzione: non basta dire che Kakà è forte. 3 – Farlo salire su un autoveicolo nel posto passeggeri a fianco del guidatore Disturba (eufemismo) 4 – In caso di violazione della regola n. 3, chiedergli di mettere un po’ di musica Costituisce aggravante. Nella migliore delle ipotesi non sentirete una canzone per intero, nella peggiore sentirete sempre la stessa per tutto il viaggio. 5 – Dargli in mano un qualsiasi oggetto. Difficilmente lo avrete indietro nelle condizioni in cui glielo avete lasciato. 6 – Parlargli male dei seguenti personaggi: Kakà, Robbie Williams, Fabri Fibra, Serginho, Cristiano Malgioglio e Diego Dugaro. Potrebbe mordere 7 – Lamentarvi del fatto che all’estero fanno una colazione abbondante rispetto alla nostra. Comincerà infatti un monologo di mezz’ora per spiegarvi che solo in Italia la colazione si fa così ridotta. E chissenefrega ribatto io 8 – Durante un pasto offrirgli del formaggio. Si innervosisce. E’ ammesso offrirglielo solo se non ha la forma di formaggio, nel dubbio comunque evitate. 9 – Parlare bene di uno dei seguenti personaggi: Neffa, Shevchenko, Chiacig, Pippo Franco e Rombaldoni Sono dolori… 10 – Nel gioco della Torre buttare Topolino e non Paperino Non perché apprezzi Topolino ma perché odia Paperino. Il motivo del risentimento risale a qualche anno fa, quando ad Eurodisney Paperino gli pestò il ditone di un piede mentre era intento ad osservarlo firmare autografi ai bambini. CURIOSITÀ DAL MONDO Scopri alcune simpatiche curiosità con questa rubrica un po’ sbarazzina ed irriverente _______________________ A CURA DI ILARIA TAVOLAZZI Per questo mese vi diletterò con queste curiosità. Perché magari ogni tanto vi chiedete: “Ma perché si dice così?”… “Da dove deriva questo modo di dire?” Eccomi qua pronta per darvi una risposta!!! 1) PERCHE’ IL DIMINUTIVO DI GIUSEPPE E’ PEPPE O PEPPINO? Nei conventi, durante la lettura delle Sacre Scritture, quando ci si referiva a San Giuseppe si Giuseppe Fanari diceva "Pater Putatibus", abbreviato in P.P.. Ecco perché il più comune minutivo di Giuseppe è Peppe o Peppino 2) DA DOVE NASCE L’ESPRESSIONE “OK”? Durante la guerra di secessione americana, quando le truppe tornavano agli accampamenti dopo una battaglia, veniva scritto su una lavagna il numero dei soldati caduti; se non c'erano state perdite, si scriveva "0 killed" (“nessuno ucciso”), da cui l'espressione “OK” nel senso di "tutto bene". 3) CHI SONO I RE DELLE CARTE DA GIOCO? Ciascun Re delle carte da gioco rappresenta un grande Re della storia: - Picche: Davide - Cuori: Carlo Magno - Fiori: Alessandro il Grande - Quadri: Giulio Cesare 4) LE INVENZIONI DELLE DONNE I giubbotti antiproiettili, le uscite antincendio, i tergicristallo e le stampanti laser hanno una cosa in comune: sono stati tutti inventati da donne. Quando ho proposto di mettere questa curiosità il “direttore” Federica Anceschi. Paolo Ricci Lei non ha me l’ha sconancora invensigliato, tato nulla perché – dice lui – se ne deduce che tutto il resto è stato inventato dagli uomini… ah Paolo!!! 5) PERCHE’ E’ IMPOSSIBILE STARNUTIRE CON GLI OCCHI APERTI? E' impossibile starnutire con gli occhi aperti (... ci state provando?!) PERCHE? (ditemelo voi!!!... Questo era carino quasi quanto le freddure di Gianni!!) 6) QUAL E’ L’ANIMALE IN PROPORZIONE PIU’ FORTE? La formica. L’animaletto può sollevare pesi pari a 50 volte quello del suo corpo, e spingere oggetti 30 volte più pesanti di lei. Ah, cade sempre sul fianco destro quando è inebriata. Chissà se ho soddisfatto la vostra curiosità?!