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errando nella contea CECCANO CECCANO Fanzine della Curva Nord 30/01/16, Casalattico – Tempo per Rinascere L’ amena tranquillità della piccola Casalattico viene sconvolta, nel pomeriggio di un sabato di fine gennaio, dall’irruenza goliardica della carovana approntata dalla Curva Nord: il Ceccano è in trasferta. Un convoglio di auto si incammina dalla “Pretura” dopo il consueto rendez-vous tra le componenti ancora sparse – viste data e ora – tra scuola e lavoro, battendo le insegne che sporgono dai finestrini bassi in una scia di colore, che si inerpica fin sulle verdi alture della Valle di Comino. Gli uomini della “Celenza” fanno il loro ingresso sugli spalti cantando la nobiltà del proprio lignaggio davanti al modesto pubblico locale, affiggono gli stendardi alla ramata e consegnano al vento le bandiere; tra i drappi spicca il nome storico del Manicomio Criminale, la Firm che oltre vent’anni fa aprì i battenti ai più folli sostenitori della causa fabraterna, custodendone fino ad oggi gli antichi valori. Il primo tempo è votato all’entusiasmo più genuino, la mentalità è ancora forte tra le fila rossoblu come tra gli uomini di mister Maliziola, quest’ultimo costretto a scalpitare in tribuna dal perbenismo istituzionale. Il Ceccano passa in vantaggio, ma la situazione precipita drasticamente nel corso dell’intervallo, tra baruffe e astio negli spogliatoi e fuori, compromettendo irreparabilmente la compattezza della curva. L’ opera di disturbo la completa un agente in borghese con una malsana passione della fotografia importunando i tifosi ospiti per buona parte della seconda frazione di gioco, in barba a rispetto della privacy e della libertà di espressione. Dopo aver subito il booking a sorpresa, gli ultras tentano di rimettere ordine tra le teste calde riprendendo a sostenere la squadra, che chiude i giochi con il solito Colafrancesco, staziona in vetta in maniera sempre più solitaria e ringrazia la fedelissima tifoseria spintasi sulle montagne al loro fianco. Gli Inferno Fabraterno rinnovano all’intramontabile Capitan Adinolfi gli auguri di buon compleanno. Nonostante le numerose avversità fronteggiate in un pomeriggio decisamente avverso, c’è la consapevolezza che la Curva possa ancora crescere e diventare grande, in quantità e in qualità, fiduciosa di potersi avvalere di un momento cosi delicato come di un’occasione per rinascere. Inferno Fabraterno 1920 N 0 febbraio 2016 noi ci crediamo! “Impossibile è solo una parola pronunciata da persone che trovano piu facile vivere nel mondo che gli è stato dato, piuttosto che cercare di cambiarlo. Impossibile non è un dato di fatto, è un opinione. Impossibile non è una regola, è una sfida. Impossibile non è uguale per tutti. Impossibile non è per sempre.” Muhammad Alì E’ anche in queste parole di una tra le più grandi icone della storia dello sport che risiede la passione che mettiamo in tutte le nostre azioni quotidiane e che trova origine, motivazione e senso la nostra impresa. Centinaia di persone che cantano all’unisono: bambini, donne, anziani. E’ così che ci è sempre piaciuto pensare al nostro “Popolla”, come perenne e immortale baluardo del fortissimo legame che c’è tra Ceccano e i ceccanesi. Così noi della curva Nord, che il “Popolla” lo abbiamo sempre considerato una seconda casa, siamo qui ad accettare questa sfida, per dimostrare che nulla è impossibile se lo si vuole veramente in tanti e se TUTTI ci si profonde nello sforzo condiviso di mantenere vivo il sogno di riportare il nostro stadio agli antichi fasti del passato e di combattere per trasformarlo in realtà. Molte sono le cose che, attraverso il nostro impegno, si stanno concretizzando, adesso quando si viene allo stadio è possibile lasciare la macchina nel parcheggio della mediateca, è possibile vedere la partita in un ambiente pulito e sicuro ed è possibile aggregarsi e lasciarsi coinvolgere nello spettacolo del tifo che di settimana in settimana ci adoperiamo per organizzare. Tante altre ancora sono le cose che, nel tempo, vorremmo che si concretizzassero, come la riapertura della storica Curva Nord, la totale agibilità dello stadio e il ritorno del nome di Ceccano in alto, là dove è stato nel passato e dove è giusto che torni a risplendere. Abbiamo aspettato composti in un angolo in silenzio ed educazione per troppo tempo; per troppo tempo ci siamo arenati sui “se” e sui “ma” di una burocrazia sempre troppo lenta e farraginosa e sul disinteresse e la distrazione generale. Adesso è arrivato il momento di farci sentire. Ceccano merita rispetto. I ceccanesi meritano rispetto. Sosteniamo insieme i ragazzi della curva e la loro battaglia sana, sociale e senza scopo di lucro, animata soltanto dalla grandissima passione per i valori positivi dello sport e dall’immensa voglia di impegnarsi a rimettere insieme i pezzi di un puzzle che altrimenti rischierebbe fortemente di andare distrutto. NOI CI CREDIAMO! Il 24 gennaio del 2016 è un giorno che i veri ceccanesi dimenticheranno difficilmente, forse perché l’alba di una domenica apparentemente come le altre ha fatto capolino all’orizzonte con più di dieci giorni d’anticipo, illuminando la fatidica data affinché tutta la cittadinanza potesse venirne a conoscenza. Il sole ha proiettato i suoi raggi sulla Borgata, inondando il perentorio “Tutti al Popolla” impresso sullo striscione affisso in zona dalla Curva Nord con volantini e slogan di vario tipo a fare da eco: insomma, raggiungere i risultati, a dir poco sorprendenti, di domenica è diventato d’obbligo vista la preparazione meticolosa con la quale i fedelissimi hanno affrontato la sfida; le tribune del Comunale, gremite come non lo erano da tanti, troppi anni, sono il fregio più illustre, che ne premia la caparbietà. Durante il prepartita si nota la presenza di una piccola emittente locale per niente sgradevole agli occhi della “Celenza”, che in un momento di delicatezza come quello attuale, non può che apprezzare una sponsorizzazione mediatica anche modesta, oltre alla telecronaca dell’intero match che concede tanto spazio ai cori della curva. Sin dalle prime battute di gioco si respira un’aria del tutto diversa da quella ancora stantia degli appuntamenti passati, una fragranza di completezza, che va a fondersi col profumo acre dei fumogeni branditi nel ONACCEC CECCANO corso della coreografia, che più di ogni altra esprime il bisogno primordiale di ogni calciofilo, quello di vivere perennemente di domenica. È questo il vento antico, che tra mille intemperie custodisce intatta la nobiltà fabraterna attraverso i secoli, dalla storia dimenticata fino alla futilità dei giorni nostri; la brezza, che gonfia le vele degli indomiti Pirati, che alimenta il fuoco inesorabile degli Inferi, che accompagna il canto nordico e guerriero dei Vichinghi, e sospinge la cavalcata leggiadra e inarrestabile delle Valchirie, l’esempio più fulgido e maestoso del lignaggio rossoblù; la brezza, che tanta nostalgia ha suscitato spirando su Torre Cajetani tanto da portare i militanti del Fronte Opposto a unirsi fedelmente alla causa della Contea. Parole di vittoria scandiscono il massacro, che gli uomini in campo, ligi al dovere a cui la loro gente li ha educati, perpetrano ai danni dell’ennesima malcapitata sfidante, quel Real Sant’Andrea reso folle dal desiderio di accostarsi ai figli di Annibaldo; il distinto è una roccaforte del tifo, spettacoli di variopinta natura si susseguono all’insegna di una goliardia sana e latente, mentre dalle sommità del Walhalla gli dei immortali consegnano le loro effigi alle armate del nord affinché i corni dei Vichinghi e le chiome sontuose delle Valchirie siano consacrate definitivamente alla difesa del sangue ceccanese. Il settore è possente e incontenibile, i più 24/01/16, Ceccano – Sfida alla Leggenda ... dalla curva CECCANO ONACCEC Inferno Fabraterno N.B. La raccolta fondi per sostenere la Curva è in atto, e dopo gli ottimi risultati raggiunti, confidiamo ancora nella generosità della cittadinanza. Per Ceccano la tifoseria può essere un motivo d’orgoglio, ancor più se se siamo tutti noi, uniti, a sostenerla. esuberanti simulano una carica nei confronti dei commilitoni creando un caos inebriante e ispiratore, sulla ramata i veterani sovrastano la moltitudine incitandola alla battaglia in nome di quell’aquila che l’ha custodita materna sin dai primi anni di vita, estraniandola per sempre dalla “normalità”, che è mancanza incolmabile e nemica giurata del fabraterno allo stesso tempo. Alcuni la chiamano alienazione, altri pura dissennatezza, eppure al termine dell’impresa il primato in classifica è celebrato come la più schiacciante delle vittorie, un trionfo ineluttabile e destinato a permanere nei secoli nonostante a pochi chilometri gli odiati – e indimenticati – dirimpettai siano impegnati sotto i riflettori teatrali della Serie A. Questa è la Curva Nord, un manipolo di cuori invincibili, che in una città dimentica dei fasti passati battono all’unisono, determinati finanche a morire sfidando tutto e tutti. Sfidando la leggenda. 1920