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DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia che (cf. ch’, ch’ CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE che’) che’ PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM PROEM I I I I I I I I I INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO 2 3 3 3 3 3 4 4 5 5 5 5 7 7 7 7 7 7 8 9 10 10 10 11 11 11 11 12 13 13 13 13 14 14 14 14 15 15 15 1 1 1 2 2 3 4 6 7 degli afflitti: e come uno di quegli. Per ciò amore, forse piú assai quantunque appo coloro il quale, per ciò tempo stare, piú di noia laudevoli consolazioni, quelle essere avvenuto evidente, o pericolo si diminuí in guisa, lasciato quel piacere pelaghi navigando; per per morte. E per ciò la gratitudine, secondo di volere, in quel poco si può, in cambio di ciò che io ricevetti, ora posso, e se non a coloro o conforto piú alle vaghe donne piú di forza abbian palesi coloro il sanno li quali non è possibile in quelle conviene non è rimossa: senza sono molto men forti uomini a sostenere; il passar quello, per ciò Adunque, acciò e rifugio di quelle che amano, per ciò o parabole o istorie le già dette donne, cognoscere quello che sia da fuggire e di noia non credo intervenire. Il Il che se avviene, avviene, che voglia Idio fatta dall’autore, per doversi quelle persone, si ragiona di quello pietose, tante conosco a ciascuno Ma non voglio per ciò vi fia non altramenti v’ho davanti promesso e parte menarvi a quello Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che a ciascuna persona che, dalla mia prima che che alla mia bassa che discreti erano e alla che a niuno convenevole che bisogno non m’era che io porto fermissima che io non sia morto. che seguir ne potesse, che sol di sé nella mente che egli è usato di che, dove faticoso esser che che la gratitudine, che io credo, trall’altre che per me si può, in che io ricevetti, ora che che libero dir mi posso, che me atarono, alli che vogliam dire, possa che agli uomini che le palesi coloro il che l’hanno provate: e che sempre sieno allegri. che con grave noia si che elle sono molto men che gli uomini a che degli innamorati che a loro, volendo essi, che in parte per me che amano, per ciò che che all’altre è assai che dire le vogliamo, che queste leggeranno, che sia da fuggire e che che sia similmente da che possano intervenire. che se avviene, che che voglia Idio che cosí che cosí sia, a Amore ne che cagione avvenisse di che appresso si mostrano, che piú aggrada a che la presente opera al che quella vide o che questo di piú avanti che a’ camminanti una che forse non sarebbe da che io desidero che per Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO 7 7 7 7 8 13 13 13 13 14 14 16 16 16 16 17 17 17 17 18 18 19 20 20 21 21 21 21 22 22 22 23 24 25 26 26 27 27 27 28 28 28 29 29 29 29 29 29 29 a quello che io desidero fatto: ma per ciò fosse la cagione per cagione per che le cose Dico adunque medicina alcuna pareva profitto: anzi, o del malore nol patisse o non conoscesse da di maggior forza per ciò a’ sani, non altramenti cosa è a udire quello che io debbo dire: il stato veduto, appena ardissi di crederlo, non udito l’avessi. Dico da uno a altro, all’uomo, ma questo, visibilmente fece, cioè spazio uccidesse. Di cosí fatta esperienza: e imaginazioni in quegli li quali avvisavano e con quegli piaceri d’ogni cosa all’appetito che si potesse e di ciò case faccendo, solamente che cose vi sentissero far di leggiere, per ciò messe in abandono: di lo straniere, pure famiglie rimasi stremi, con ciò fosse cosa crudel sentimento, come esser venuta. E come essemplo dato a coloro E lasciamo stare uomini e delle donne, donna il suo marito; e, e maschi e femine, altro subsidio rimase altra cosa servieno davanti mai non udito: suoi servigi uomo, qual aprire non altramenti avrebbe fatto, solo il richiedesse; il il che in quelle minore onestà, nel tempo Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che per cosí aspro che, qual fosse la che che le cose che appresso che appresso si che già erano gli anni che valesse o facesse che natura del malore nol che la ignoranza de’ che si movesse e per che essa dagli infermi di che faccia il fuoco alle che io debbo dire: il che che, se dagli occhi di che che io ardissi di che di scriverlo, che di tanta efficacia fu che non solamente l’uomo che è molto piú, assai che la cosa dell’uomo che gli occhi miei, sí che, essendo gli stracci che che rimanevano vivi, e che il viver che aver poteano si che si potesse e di ciò che avveniva ridersi e che cose vi sentissero che lor venissero a grado che ciascun, quasi non che le piú delle case che a esse s’avvenisse, che uficio alcuno non che l’aere tutto paresse che per avventura piú che questi cosí che sani rimanevano, che l’uno cittadino che l’un fratello l’altro che maggior cosa è e che infermavano, niuno che o la carità degli che di porgere alcune che niuna, quantunque che egli si fosse o che a una femina avrebbe che la necessità della che in quelle che ne che ne guerirono fu forse che succedette, cagione. Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 2 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO 30 30 30 30 30 31 32 32 33 34 34 35 35 35 36 37 37 37 37 38 38 39 39 39 40 41 41 41 41 41 41 42 42 42 43 43 43 44 45 45 46 47 47 47 47 48 48 49 49 seguio la morte di molti che per avventura, se campati sarieno; di che, che tra per lo difetto la moltitudine di quegli che di dí e di notte dí e di notte morieno, che uno stupore era a era a udir dire, non che a riguardarlo. Per che a riguardarlo. Per che, che quasi di necessità, oggi veggiamo usare, che le donne parenti e e quivi con quelle che piú gli appartenevano Le quali cose, poi che a montar cominciò la sopravennero. Per ciò che, che non solamente senza assai n’eran di quelli che di questa vita senza de’ quali fosser piú che da un diece o dodici di minuta gente (che che chiamar si facevan non a quella chiesa che esso aveva anzi la miseria pieno: per ciò che essi, il piú o da E assai n’erano che nella strada publica e molti, ancora che nelle case finissero, de’ lor corpi corrotti che altramenti facevano di questi e degli altri che per tutto morivano, mossi non meno da tema che la corruzione de’ non gli offendesse, che da carità la quale bare, e tali furono che per difetto di quelle fu una bara sola quella che due o tre ne portò annoverare di quelle che la moglie e ’l marito E infinite volte avvenne che che, andando due preti cosa pervenuta a tanto, che non altramenti si si curava degli uomini che morivano, che ora si uomini che morivano, che ora si curerebbe di curerebbe di capre: per che assai manifestamente manifestamente apparve che quello che il apparve che quello che il naturale corso de’ corpi mostrata, che a ogni chiesa ogni dí delle chiese, poi che ogni parte era piena, infino a tanto che della fossa al sommo si pervenia. E acciò che dietro a ogni non vada, dico che cosí inimico tempo star le castella, che simili erano nella ma di consumare quegli che si trovavano presenti con ogni ingegno. Per che adivenne i buoi, gli erano, senza essere non che raccolte ma pur come razionali, poi che pasciuti erano bene tornavano satolli. Che piú si può dire, città ritornando, se non che tanta e tal fu la quella degli uomini, che infra ’l marzo e il stati di vita tolti, che forse, anzi giovani, li quali non che altri, ma Galieno, compagni e amici, che poi la sera vegnente miserie ravolgendo: per che che, volendo omai quella parte di quelle che io acconciamente Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 3 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO 49 49 50 50 50 50 50 51 51 51 53 53 53 53 54 55 55 56 57 59 59 60 60 61 61 61 62 62 62 63 63 63 63 63 63 63 64 65 65 65 65 65 66 66 66 67 68 68 69 posso schifare, dico degna di fede sentii, la quale è questa: che io non voglio raccontate cose da loro, le leggi al piacere mostrate, erano non parlari. E però, acciò E però, acciò che quello quali la prima, e quella molte volte avere udito ragione è, di ciascuno concedesi questo tanto, volta è già addivenuto prendere quegli rimedii noi possiamo? Ognora per voi a quello di mio, non altramente schernendo per ciò l’ombre di coloro e non con quegli visi quanto egli mi pare ci sia rimasa altri cose oneste a quelle oneste non sono, solo e di notte, quelle fare lor porgono; e non faccendosi a credere e non si disdica E se cosí è, manifestamente si vede, che faccian noi qui, noi qui, che attendiamo, lente alla nostra salute reputianci noi men care legata al nostro corpo noi siamo ingannate: E per ciò, acciò cadessimo in quello di a voi quello se ne parrà ottimamente fatto quello piacere altramenti ondeggiare il quale, ancora belle sono a riguardare fresco, e di quelle cose delle noie. Per ciò quanto vi sono piú abbandonate: per ciò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che, che stando in questi che nella venerabile che io non voglio che che per le raccontate che seguono, e per che allora, per le che alla loro età ma a che quello che ciascuna che ciascuna dicesse che di piú età era, che a niuna persona fa che ci nasce, la sua vita che alcuna volta è già che, per guardar quella, che che noi possiamo? che io vengo ben che ciascuna di voi che se essere volessimo o che sentono gli che sono trapassati che io soleva, ma con una che niuna persona, la E ho sentito e che noi. che oneste non sono, solo che l’appetito le cheggia che piú di diletto lor che le solute persone, ma che quello a lor si che all’altre, rotte che essere manifestamente che faccian noi qui, che che attendiamo, che che sognamo? perché piú che tutto il rimanente che tutte l’altre? o che quella degli altri che bestialità è la che noi per ischifaltà o che noi per avventura per che a me ne parrebbe: io che noi, sí come noi che noi potessimo, senza che il mare, e d’alberi che crucciato ne sia, non che le mura vote della che alla vita bisognano che, quantunque quivi che che nella città rade le che i nostri, o morendo o Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 4 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO 71 71 71 71 72 72 74 74 74 74 75 75 75 75 77 77 77 77 77 78 78 78 79 80 80 80 81 81 82 82 82 82 82 83 83 83 86 86 87 87 87 88 88 88 88 89 90 92 93 e festa prendendo tempo può porgere, credo dimorare in tal guisa, non siam sopragiunte, cose. E ricordivi l’onestamente andare, "Donne, quantunque ciò a farlo, come mostra vogliate fare. Ricordivi n’ha niuna sí fanciulla, guida non prendiamo prendiamo che la nostra, e con meno onor di noi a provederci avanti Ciascuna di noi sa parte morti, e gli altri vanno fuggendo quello saria convenevole; per sí fattamente ordinarci, non per ciò tanto fosse l’età di colui avea potuto amor non predette sette, come corsero di costoro, da esse veduti; per sorridendo: "Ecco vermiglia per ciò che l’una era di quelle per Dio, guarda ciò niuna altra cosa a troppo maggior cosa onesta dover tenere non piú belle e piú care non siamo. Ma, per ciò è loro essere d’alcune ne sono innamorati, temo concorde tutte dissero intenzione e pregassersi tener compagnia. Per congiunta, verso loro per parte di tutte essere beffati, ma poi ma poi che videro indugio all’opera, anzi diedono ordine a ciò si dilungarono da essa, atte a curiosi bevitori il vostro senno, piú io non so quello Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che questo tempo può che sia ben fatto a dover che noi veggiamo, se che fine il cielo riserbi che egli non si disdice che faccia a gran parte che ragiona Pampinea sia che voi vogliate fare. che noi siamo tutte che non possa ben che la nostra, che questa che questa compagnia non che non ci bisognerebbe: Disse che cominciamo. che de’ suoi son la che vivi rimasi sono chi che noi cerchiamo di che, se alla nostra che che, dove per diletto e che che meno di venticinque che piú giovane era di che spegnere ma che dell’altre alcune ne che costoro furono da che Pampinea allor che la fortuna a’ nostri che l’una era di quelle che dall’un de’ giovani che tu dichi. Io conosco che tutta buona dir che questa non è che a noi ma a molto piú Ma, che noi non siamo. che assai manifesta cosa che qui ne sono che infamia e riprensione che essi fosser chiamati che dovesse loro piacere che senza piú parole che fermi stavano a che con puro e che videro che da dovero che da dovero parlava la che quindi si partissono, che a fare avessono in che essi pervennero al che a sobrie e oneste che il nostro avvedimento che de’ vostri pensieri Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 5 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO 93 93 94 95 95 95 95 96 96 96 96 96 96 97 98 98 98 99 100 101 101 101 101 101 101 101 102 104 104 104 104 106 106 106 107 108 108 108 109 110 110 110 111 111 111 112 112 112 114 porta della città allora o voi mi licenziate non d’altra maniera fuggire. Ma per ciò Ma per ciò che le cose lungamente durare, io, nostra letizia, estimo disporre. E acciò avere alcuna, dico noi tutti sia: di quelli quegli o quella colui o a colei piacerà suo arbitrio, del tempo a uno alloro (per ciò fatta reina, comandò ciascun, disse: "Acciò famiglia commetto e ciò di Panfilo, voglio apparecchieranno donne intente vogliamo vogliamo e comandiamo che si guardi, dove dove che egli vada, onde onde che egli torni, onde che egli torni, che niuna novella altra ciascun qui sia, acciò cantando. E poi al suo uficio, per ciò e con bicchieri di ginestra coperta; per quali cose, per ciò con ciò fosse cosa comandò la reina danza a sonare; per maniera stettero tanto d’andare a dormire: per le donne le loro; per spazio sonata nona, è grande, né altro s’ode su per gli ulivi, per puote ciascuno, secondo delle parti convien ma novellando (il a tutta la compagnia dire una sua novelletta, e per ciò, quando questo del vespro quello faccia prima giornata voglio Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che io con voi poco fa me che io per li miei che se similmente tutti i che le cose che sono che sono senza modo non che cominciatrice fui de’ che di necessità sia che ciascun pruovi il che a ciascuno per un che seguiranno, come che a colui o a colei che quel giorno avrà che la sua signoria dee che assai volte aveva che ogn’uom tacesse, che io prima essemplo dea che al servigio della che di noi sia spenditore che per Parmeno loro che stieno e alla che si guardi, dove che che egli vada, onde che che egli torni, che che che che egli oda o vegga, che egli oda o vegga, che lieta ci rechi di che per lo fresco si che in quello tanto fur che, entrati in una sala che che d’ariento parevano, e che, data l’acqua alle che che belle e ordinate che tutte le donne che gli strumenti che la reina con l’altre che tempo parve alla che, data a tutti la che che, spogliatesi, che che la reina levatasi che le cicale su per gli che l’andare al presente che all’animo gli è piú che si turbi senza troppo che può porgere, dicendo che ascolta diletto) che il sole fia declinato che io dico vi piaccia, Le che piú gli piace. che libero sia a ciascuno Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 6 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia CORNICE CORNICE PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I INTRO INTRO 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 114 115 2 2 2 3 3 3 4 4 5 5 5 5 5 6 7 8 9 9 9 9 10 10 10 13 13 14 14 14 15 17 17 17 18 18 18 19 19 20 20 21 21 21 21 23 23 23 23 quella materia ragionare che piú gli sarà a grado. piacevolmente gli disse che con una delle sue cosa è, carissime donne, che ciascheduna cosa la le dea principio. Per che, che dovendo io al vostro cose incominciare, acciò che, che quella udita, la Manifesta cosa è che, che sí come le cose fallo né potremmo noi, che viviamo mescolati in mescolati in esse e che siamo parte d’esse, in noi non è da credere che per alcun nostro di coloro impetrata che, che sí come noi siamo, pieno, discerniamo, che, che non potendo l’acume avvien forse tal volta che, che da oppinione facciamo procuratore che da quella con etterno del pregator riguardando che alla sua ignoranza o beato, essaudisce coloro che ’l priegano. Il che che ’l priegano. Il che manifestamente potrà Ragionasi adunque che essendo Musciatto alcuna fidanza avere, che opporre alla loro il quale, per ciò che piccolo di persona sappiendo li franceschi che si volesse dir dir Cepparello, credendo che ‘cappello’, cioè a dir venisse, per ciò che piccolo era come de’ suoi strumenti, come che pochi ne facesse, ne facesse, fosse altro che falso trovato; de’ piú volentieri in dono che alcuno altro cosa, sí come colui che piú che alcuno altro sí come colui che piú che alcuno altro era del contrario piú che alcuno altro tristo con quella coscienza che un santo uomo e bevitor grande, tanto che alcuna volta il piggiore uomo forse che mai nascesse. La cui perciò, con ciò sia cosa che tu niente facci al quella parte di ciò che tu riscoterai che di ciò che tu riscoterai che convenevole sia. Ser Ciappelletto, che scioperato si vedea e e lui ne vedeva andare che suo sostegno e si diliberò, e disse che volea volentieri. volea volentieri. Per che, che convenutisi insieme, e fare quello per che andato v’era, quasi onoravano molto, avvenne che egli infermò. Al venir medici e fanti che il servissero e ogni aiuto era nullo, per ciò che il buono uomo, il vivuto, secondo che i medici dicevano, in peggio come colui che aveva il male della il male della morte; di che li due fratelli si a ragionare. "Che Che farem noi diceva alle mani: per ciò che il mandarlo fuori di senno, veggendo la gente che noi l’avessimo aver fatta cosa alcuna che dispiacer ci debbia, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 7 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 24 25 25 25 25 26 26 27 27 27 27 28 29 29 29 30 30 30 31 32 32 32 32 32 32 32 33 34 34 34 34 34 35 35 36 40 40 41 41 41 41 41 41 42 42 43 43 43 44 stato sí malvagio uomo, son tanti e sí orribili, n’avverrà, per ciò frate né prete ci sarà né possa assolvere: per e sí per la volontà a ciò le persone: di aver gl’infermi, udí ciò loro: "Io non voglio danno. Io ho inteso ciò avete e son certissimo fatte a Domenedio, e valente frate, il piú e’ miei in maniera maniera che starà bene e I due fratelli, come santo e savio uomo d’un lombardo domandò quanto tempo era quale ser Ciappelletto, almeno una volta, senza che assai sono di quelle confesso piú; è il vero piú; è il vero che poi che poi che io infermai, tanta è stata la noia per innanzi; e veggio volte né sí spesso, di tutti i miei peccati io mi ricordassi dal dí nacqui infino a quello priego, padre mio buono, a queste mie carni loro, io facessi cosa disposta mente: e poi di fare il contrario altri son quegli e molte volte; per ciò che, con ciò fosse cosa digiuni delle quaresime in pellegrinaggio, migliore il mangiare che non pareva a lui e per ciò io non voglio piú la conscienza tua confortarmi: ben sapete ben sapete che io so che io so che le cose "E io son contento Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che egli non si vorrà che il simigliante che frate né prete ci che ’l voglia né possa che, non assoluto, anche che che hanno di rubarci, che noi in ogni guisa che costoro di lui che voi d’alcuna cosa di che di me ragionato avete che cosí n’averrebbe come che, per farnegli io una che che aver potete, se alcun che starà bene e che che dovrete esser che molta speranza non che udisse la confessione che in casa loro era che egli altra volta che mai confessato non che assai sono di quelle che io mi confesso piú; è che poi che io infermai, che io infermai, che son che son passati da otto che la infermità m’ha che, poi sí spesso ti che che io sempre non mi che io mi ricordassi dal che io nacqui infino a che confessato mi sono; e che cosí puntalmente che, faccendo agio loro, che che potesse essere che a ser Ciappelletto che non abbiam noi e che sotto alcuna regola che, con ciò fosse cosa che che egli, oltre alli che nell’anno si fanno che fanno i gran bevitori che non pareva a lui che che dovesse parere a chi che tu ne gravi piú la che bisogni. A ogni uomo che io so che le cose che che le cose che al che al servigio di Dio si che cosí ti cappia Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 8 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 44 44 45 46 46 46 48 49 49 49 51 51 51 51 52 53 53 53 53 53 53 54 55 55 55 55 55 56 57 58 58 60 63 64 65 66 67 67 68 68 68 68 68 68 69 71 71 71 72 peccato disiderando piú che il convenevole o o tenendo quello che tu tener non dovesti? Padre mio, io non vorrei che voi guardasti perché Ma voi dovete sapere che mio padre mi lasciò poveri di Dio, quello che guadagnato ho, ho il mio Creatore aiutato, che io ho sempre di bene "cotesto vi dico io bene che io ho molto spesso state assai volte il dí che io vorrei piú tosto tosto essere stato morto che vivo, veggendo i tosto le vie del mondo che quella di Dio. s’è l’una delle cose che voi dite, credete voi voi dite, credete voi che io creda che Idio credete voi che io creda che Idio m’avesse tanto sempre ho detto: ‘Va che Idio ti converta’. "Or mi dí, figliuol mio, che benedetto sie tu da ser Ciappelletto "che che io ho detto male male d’altrui; per ciò che io ebbi già un mio ebbi già un mio vicino che che, al maggior torto del mondo, non faceva altro che batter la moglie, sí che batter la moglie, sí che io dissi una volta quale egli, ogni volta che bevuto avea troppo, "Or bene, tu mi di’ che se’ stato mercatante: chi egli si fu: se non che che, uno avendomi recati avendomi recati denari che egli mi doveva dare mi doveva dare di panno che io gli avea venduto e quattro piccioli piú che esser non doveano; esser non doveano; per che che, non rivedendo colui bene a farne quello che ne facesti. E, ho ancora alcun peccato che io non v’ho detto. disse: "Io mi ricordo che io feci al fante mio, quella reverenza che io dovea. "Oh! troppo da onorare, però che in cosí fatto dí cosa da curarsene: noi, che siamo religiosi, gran villania, per ciò che niuna cosa si convien forte, come colui che il sapeva troppo ben frate: "Figliuol mio, che hai tu? Rispose dire; e ogni volta che io me ne ricordo parmi esser molto certo che Idio mai non avrà "Va via, figliuolo, che è ciò che tu di’? Se figliuolo, che è ciò che tu di’? Se tutti i di’? Se tutti i peccati che furon mai fatti da da tutti gli uomini, o che si debbon fare da tutti gli uomini mentre che il mondo durerà, la misericordia di Dio, che che, confessandogli egli, non ci si adoperano, che egli mi debba mai da a dire; ma poi che ser Ciappelletto "Padre mio, poscia che voi mi promettete di io il vi dirò: sappiate che che, quando io era e tu non credi che Egli perdoni a te Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 9 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 72 72 73 73 74 74 74 75 75 76 76 76 76 76 76 76 77 77 77 78 78 79 79 80 80 81 82 83 83 83 83 85 85 85 85 85 86 86 86 86 86 88 88 88 88 89 89 89 89 fossi stato un di quegli che il posero in croce, avendo la contrizione che io ti veggio, sí ti "Oimè, padre mio, che dite voi? la mamma voi? la mamma mia dolce, che mi portò in corpo uomo, sí come colui che pienamente credeva credeva esser vero ciò che ser Ciappelletto avea e chi sarebbe colui che nol credesse, ma se pure avvenisse che Idio la vostra a sé, piacevi egli che ’l vostro corpo sia essere altrove, poscia che voi m’avete promesso Idio per me: senza che io ho avuta sempre E per ciò vi priego che, che come voi al vostro luogo sarete, facciate che a me vegna quel consecrate; per ciò che, che come che io degno per ciò che, come che io degno non ne sia, e ultima unzione, acciò che io, se vivuto son Il santo uomo disse che molto gli piacea e che molto gli piacea e che egli diceva bene, e diceva bene, e farebbe che di presente gli e intendevano ciò che ser Ciappelletto al confessava d’aver fatte, che quasi scoppiavano: e sé talora dicevano: "Che Che uomo è costui, il potuto rimuovere, né far che egli cosí non voglia vivuto? Ma pur vedendo che sí aveva detto che che sí aveva detto che egli sarebbe a vespro, quel dí stesso che la buona confessione al luogo de’ frati, e che essi vi venissero la Il santo frate che confessato l’avea, l’avea, udendo che egli era trapassato, santo uomo, secondo che per la sua persuadette loro che con grandissima postolo, il santo frate, che confessato l’avea, cose narrando quello che ser Ciappelletto per potuto metter nel capo che Idio gliele dovesse a riprendere il popolo che ascoltava, dicendo: ogni fuscello di paglia che vi si volge tra’ divozion di tutti coloro che v’erano, che, poi che coloro che v’erano, che che, poi che fornito fu che v’erano, che, poi che fornito fu l’uficio, avere: e convenne che tutto il giorno cosí cosí fosse tenuto, acciò che da tutti potesse e divozione a lui, che quasi niuno era che lui, che quasi niuno era che in alcuna avversità alcuna avversità fosse, che a altro santo che a fosse, che a altro santo che a lui si botasse, e presenza di Dio, per ciò che che, come che la sua vita Dio, per ciò che, come che la sua vita fosse sí fatta contrizione, che per avventura Idio il ricevette: ma per ciò che questo n’è occulto, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 10 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 89 89 91 2 2 2 2 3 3 3 5 6 7 7 7 7 8 8 9 9 9 9 10 10 10 10 11 11 11 11 12 12 13 14 14 14 15 16 16 16 19 19 19 19 20 21 21 21 22 occulto, secondo quello diavolo in perdizione E per ciò, acciò le comandò la reina La quale, sí come colei era di cortesi costumi lietamente rispose errori quando da cosa ne dimostri, acciò acciò che quello forte a increscere lo ’ncominciò a pregare Il giudeo rispondeva né santa né buona fuor fuor che la giudaica, e morire, né cosa sarebbe non stette per questo la nostra era migliore la giudaica; e come o l’amicizia grande che con Giannotto avea dell’uomo idiota poneva finava giammai, tanto Giannotto, a te piace a farlo, sí veramente colui il quale tu di’ essi mi parranno tali, e per quegli comprendere vostra fede sia miglior io farò quello aver convertito: per ciò e lorda de’ cherici, non di qui a Roma? senza hai intorno alla fede savi uomini in quella, qui, da poterti di ciò è di soperchio. Pensa "Io mi credo, Giannotto, del tutto, se tu vuogli che io faccia quello di i cortigiani: e tra s’accorse, sí come uomo molto avveduto era, e o di vergogna, in tanto appresso alla lussuria, di denari gli vide, e le divine cose, chenti e piú sensali avendone insieme con molte altre Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che ne può apparire E se che in Paradiso. che noi per la sua grazia che, una dicendone, che che non meno era di che di bellezze ornata, che volentieri: e che per noi veder non si che quello che noi che noi crediamo con piú che l’anima d’un cosí che egli lasciasse gli che niuna ne credeva né che la giudaica, e che che egli in quella era che mai da ciò il facesse che egli, passati e come che la giudaica; che il giudeo fosse nella che con Giannotto avea che il movesse o forse che sel facessero, al che il giudeo, da cosí che io divenga cristiano: che io voglio in prima che è vicario di Dio in che io possa tra per le che la vostra fede sia che la mia, come tu ti che detto t’ho: ove cosí che, se egli va in corte che che egli di giudeo si che, e per mare e per che che io ti dimostro, dove che son qui, da poterti che tu vorrai o che tali sono là i che cosí sia come tu mi che io faccia quello di che tu m’hai cotanto che egli s’accorse, sí che molto avveduto era, e che egli ancora da alcuno che la potenza delle che a altro gli conobbe che parimente l’uman che elle si fossero o a che a Parigi di drappi o che da tacer sono, Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 11 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE CORNICE FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA CORNICE I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 4 22 23 23 23 23 24 24 24 24 24 25 25 26 26 26 27 28 28 29 2 3 3 4 5 5 5 5 6 7 7 8 9 9 9 9 9 10 11 11 11 11 13 14 14 14 15 17 18 2 giudeo, sí come a colui come Giannotto seppe niuna cosa meno sperando insieme si fecero; e poi il domandò quello rispose: "Parmene male sono: e dicoti cosí, vita o d’altro in alcuno grazia di tutti vedere, di diaboliche operazioni divine. E per quello e con ogni arte mi pare di quella. E per ciò non quello avvenire di vera e di santa piú ora tutto aperto ti dico fu il piú contento uomo i cherici di là entro Li quali, udendo Poi a un giudeo. Per ciò risposte alle quistioni amorose compagne, sapere e in sicuro riposo. E riposo. E che vero sia avendo riguardo n’appaiano manifesti: ma del quale fu tanto, volesse, ma sí era avaro non gli voleva fare; per ho da piú persone inteso s’avisò troppo bene di queste tre piú l’una che l’altre lodare, la sua intenzione; per avanti quello e a volervene dire ciò molte volte udito dire l’altre gioie piú care suoi discendenti, ordinò questo anello trovato, quale era già vecchio, Il valente uomo, simiglianti al primiero, che esso medesimo simili l’uno all’altro, fece, aprendogli ciò d’ogni quantità espedita, quando Dioneo, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che sobrio e modesto uomo che venuto se n’era, che del suo farsi che riposato si fu alcun che del santo Padre e de’ che Idio dea a quanti che, se io ben seppi che che cherico fosse veder che io ho piú tosto E per che di divine. che io estimi, con ogni che il vostro pastore e che io veggio non quello che essi procacciano, ma che alcuna altra, che io per niuna cosa che giammai fosse: e a che a Abraam dovessero che esso l’adomandava, che, commendata da tutti che che già e di Dio e della che fatte vi fossero. che, sí come la che che vero sia che la che la sciocchezza di che tutto il dí mille che il senno di che non solamente di che di sua volontà non che, strignendolo il che che tu se’ savissimo e che il Saladino guardava che l’altre lodare, che che il Saladino non che, come colui il qual che che dir dovesse; e disse: che io ne sento mi vi che un grande uomo e che nel suo tesoro avesse che colui de’ suoi che colui s’intendesse che quando a morte che parimente tutti gli che esso medesimo che che fatti gli aveva fare che qual fosse il vero che in animo avesse avuto che il Saladino il che appresso di lei Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 12 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia CORNICE DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO CORNICE CORNICE I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 5 5 2 3 3 3 3 3 3 3 4 5 6 6 6 7 7 7 7 7 8 9 9 10 11 12 12 13 14 14 15 15 15 15 15 17 17 18 19 19 20 20 21 21 22 22 22 22 22 3 3 per l’ordine cominciato e per ciò, solamente reina, poco avanti, quella novella dire dire che piú crede che possa dilettare: per per che, avendo udito brievemente con e di monaci piú copioso né prima veduta l’ebbe, carnale. Per andò d’una in altra, sua cella ne la menò, n’accorse. E mentre le’ scherzava, avvenne sentio lo schiamazzio e manifestamente conobbe alla sua camera aspettò Il monaco, ancora nella sua cella. Di Di che egli, sappiendo e faccendo sembiante quella secondo da costui, avvisando accorto non se ne fosse il suo difetto, acciò E pensando seco stesso figliuola di tale uomo, bella e fresca, ancora gli stimoli della carne avere, con ciò sia cosa e la noia, sempre bella giovane e è qui proposito da quello per confortare e a pregarla pervenne. La giovane, Il monaco, per lo quale ciò farlo incarcerare acciò il riprese e comandò di san Benedetto stato, e dalle vigilie; ma ora fare. L’abate, saputo, ma veduto ciò esso aveva fatto; per di fare al monaco quello e impostogli di ciò di questa la fine, poi morso, volendo mostrare Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che a lui toccava il che contro a questo non che fosse) quella novella che piú crede che possa che possa dilettare: per che, avendo udito che per che che per li buoni consigli che cautela un monaco il che oggi non è, nel quale che egli fieramente che, fattolesi piú presso che che egli si fu accordato che niuna persona se che egli, da troppa che l’abate, da dormir che costoro insieme che dentro a quella era che il monaco fuori che da grandissimo suo che egli, sappiendo che che di questo gran pena che esser gli paresse che ciascun monaco facea che questi accorto non se che egli fosse stato da che poi non avesser che questa potrebbe esser che egli non le vorrebbe che vecchio fosse, sentí che sentiti avesse il suo che il dispiacere e la che io ne vorrò, sieno che niuna persona del che andato v’era, fattosi che non piagnesse; e che non era di ferro né che fatto avea sembiante che l’abate fece o disse che esso solo possedesse che fosse in carcere che io possa avere ogni che mostrato me l’avete, che accorto uomo era, che esso aveva fatto; per che, dalla sua colpa che che egli, sí come lui, che veduto aveva silenzio che lui con alquante che simili novelle non Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 13 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia CORNICE CORNICE FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 3 3 4 4 4 6 7 7 7 7 8 8 9 9 9 9 9 10 11 11 12 13 13 14 14 15 15 16 16 16 17 3 4 4 5 5 6 6 7 8 9 9 9 10 10 11 11 12 12 verso la Fiammetta l’erba sedeva rivolta, di piú alto legnaggio di maggiore uomo mostrarvi, nella novella e della sua donna: però re di Francia entrarono, in mare entrare altrove che a Genova, acciò a vedere, avvisandosi a essecuzione: per ciò mandò a dire alla donna lietamente rispose grazia sopra ogn’altra e entrò in pensiero che questo volesse dire, in questo l’aviso, cioè di que’ buoni uomini Il quale, oltre a quello trovava esser la donna ornatissime di ciò maravigliarsi conoscendo niuna cosa essere altro che di galline. E come era, dovere esser tale La marchesana, intese, parendole parole, e accorsesi parole si gitterebbono e non v’avea luogo; per il desinare, acciò motto non meno da ridere pravità, il quale, come chi piena aveva la borsa assai piú ricco di denar avere un vino sí buono ne berebbe Cristo. Il e egli sentendo se vero fosse ciò dissegli il modo. A brieve tanto lo spaurí, de’ frati minori, non osan toccare) acciò molto virtuosa, avvegna sí e tanto adoperò, per penitenzia dandogli del giorno quello potesse fare. Il una mattina tra l’altre Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che appresso di lui sopra che essa l’ordine che egli non è, cosí che ella non è, m’è che a me tocca di dire, che, quanto tra’ che che, senza mai averla che che a Genova, acciò che che quivi, per terra che, non essendovi il che che, mandato avanti ogni che che la seguente mattina che questa l’era somma che egli fosse il ben che questo volesse dire, che uno cosí fatto re, che la fama della sua che rimasi v’erano, a che compreso aveva per le che la sua passata stima che a quelle, per dovere che quivi, quantunque le E come che di galline. che il re conoscesse il che copiosamente di che ottimamente la che secondo il suo che invano con cosí fatta che forza non v’avea che cosí come che col presto partirsi Fu che da commendare. che molto s’ingegnasse di che di chi di scemo nella che di senno, al quale, che ne berebbe Cristo. che essendo allo che gli suoi poderi eran che contro di lui era che lo ’nquisitore che il buono uomo per che denari non osan che egli dovesse verso che Galieno non ne parli che il fuoco che egli ogni mattina che piú gli piacesse che costui diligentemente che egli udí alla messa Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 14 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA CORNICE FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 15 15 15 16 19 19 19 20 20 20 20 20 20 20 2 3 4 4 4 4 4 4 5 6 6 7 7 7 8 9 10 10 10 10 11 11 11 11 12 12 12 12 12 12 12 13 13 13 14 uomo "di niuna cosa Udinne io bene alcuna al malvagio stato E quale fu quella parola uomo "io vel dirò. Poi soperchia, davanti; per là voi n’avrete tanta, affogare. Come Come che gli altri si turbò; e se non fosse portava di quello addosso fatto per ciò bizzarria gli comandò gli comandò che quello del crociato. Ma poi il ferire un segno da riprendere a ciascuno di fare. E per ciò, come facesse il valente uomo carità de’ frati, quello danno a’ poveri altrui figurando quello piú magnifichi signori maniera, subito, qual parte provedette coloro si rimase, sperando era caduto ogni cosa vie peggio esser perduta né richiedere a cosa tre belle e ricche robe, Ora, mentre roba mangiava, avvenne piú per istraziarlo disse: "Bergamino, mio, voi dovete sapere e sí famoso, e sí famoso, che, ancora per fama quasi niuno era Primasso. Ora avvenne dimorava per la vertú era gradita da coloro il quale si crede prelato di sue entrate non esser mai a alcuno, né mangiar né bere, solo udendo, sí come uomo presso a Parigi. A A che gli fu risposto non trovando alcun Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che io udissi dubito, che m’ha fatto e fa avere che voi di là nell’altra che t’ha mosso a aver che io usai qui, ho io che, se per ognuna cento che che voi dentro tutti vi che gli altri che alla che alla tavola dello che biasimo portava di che fatto avea, un altro che con ridevol motto lui che quello che piú gli che piú gli piacesse che le risa rimase furono che mai non si muti, ma che ciò disidera di fare. che ben facesse il che lo inquisitore della che quello danno a’ che converrebbe loro dare che di sé e di lui che dallo imperadore che la cagion fosse, da che venuti v’erano e che non senza sua futura che gli si donasse vie che se nel fuoco fosse che a suo mestier che donate gli erano che egli sopra la terza che egli si trovò un che per diletto pigliare che hai tu? tu stai cosí che Primasso fu un gran che, ancora che per vista che che per vista in ogni che non sapesse chi fosse che, trovandosi egli una che che poco era gradita da che possono assai, udí che sia il piú ricco che abbia la Chiesa di che andasse là dove egli che quando l’abate che si dilettava di che gli fu risposto che che forse a sei miglia, a che v’andasse, temette Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 15 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO CORNICE LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 14 14 14 14 14 16 16 16 17 17 18 19 19 19 20 20 21 21 21 22 22 22 22 23 23 23 23 23 24 24 25 25 26 26 27 27 27 27 2 3 4 4 5 5 5 5 7 7 7 da mangiare; per se ciò avvenisse, acciò tre pani, avvisando che dell’acqua, come e vennegli sí ben fatto, dell’abate, per ciò era di mangiare, comandò E per avventura avvenne corte questa usanza, fece dire all’abate ventura il primo uomo adietro, comandò serrata e domandò coloro conoscesse quel ribaldo di mangiare, come colui aspettato e veggendo mangiare. L’abate, poi uno de’ suoi famigliari pane, il quale mostra Avrebbe voluto l’abate fosse partito, per ciò mangiare il secondo; il all’abate fu detto, a mangiare il terzo: il e a dire: "Deh questa questa che novità è oggi nella anima m’è venuta, m’entrò questo pensiero fatto dee esser costui ribaldo mi pare, poscia chi fosse; e trovato sua magnificenza quello mangiare, secondo l’andare e lo stare. Di ottimamente intese ciò e la mia avarizia e quel e veramente mai piú caccerò con quel bastone la quale, poscia esser men cara, pensando il quale, per quello ricchissimo cittadino ogni altro avanzava altro misero e avaro oltre misura per ciò costume de’ genovesi chiamato. Avvenne che in questi tempi, uomini allevati Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che, che se ciò avvenisse, che di mangiare non che dell’acqua, come che che ella gli piacesse che avanti ora di che ora era di mangiare, che l’acqua si desse alle che Primasso fu messo a che in su le tavole vino che, qualora gli piacesse che che agli occhi gli corse che la camera fosse che appresso lui erano se che arrimpetto all’uscio che camminato avea e uso che l’abate non veniva, che alquanto fu stato, che riguardasse se che egli seco recasse. che Primasso da se stesso che accomiatarlo non gli che similmente all’abate che fatto avea guardare che ancora fu all’abate che novità è oggi che che nella anima m’è che avarizia, chente che per costui mi c’è che ribaldo mi pare, che cosí mi s’è che era Primasso, quivi che n’aveva udito, il che alla sufficienza di che Primasso contento, che dir volea Bergamino: che da me disideri: e che ora per te da che tu medesimo hai che udito ebbe lodare la che bene n’adivenisse che da tutti era creduto, che allora si sapesse in che italico fosse, cosí che al mondo fosse che non solamente in che usi sono di che in questi tempi, che che costui non ispendendo E là che nelle corti. Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 16 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 10 10 10 10 10 10 10 10 9 10 10 11 11 11 11 12 13 13 14 14 14 15 17 17 17 17 18 18 18 3 3 3 3 3 3 4 4 5 5 5 5 5 5 6 6 6 6 6 7 4 4 4 4 4 5 5 5 e tristizie, e, grandissimi essaltato, argomento assai evidente Ma tornando a ciò io cominciato avea, da poco m’ha trasviata piú io non credetti, dico con altri genovesi messer Guiglielmo, voi insegnare cosa alcuna rispose: "Messere, cosa ve ne insegnerò bene una una che voi non credo quello dover rispondere prese una vergogna tale, in contrario a quello dipignere in maniera mi potrà piú dire gentile uomo e quello e i cittadini onorò onorò che altro volte già addivenne già addivenne che quello volte, per accidente non detta, l’ha operato. Il perché, con ciò sia cosa son da ricogliere, chi Dico adunque di Buglione, avvenne fu oltreggiata. Di detto le fu per alcuno si perderebbe, per ciò vita e da sí poco bene, sí poco bene, che, non sosteneva, in tanto presenza per vendetta attenda della ingiuria di quella ti priego le quali io intendo che ti son fatte, acciò divenne di ciascuno li quali, per ciò meglio alle donne stanno in quanto piú alle donne far, si disdice, come di noi e di tutte quelle che vivono. Per ciò Per ciò che quella vertú molto piú tenuta e piú Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che è peggio, in farle che piú abominevoli che le virtú, di qua giú che io cominciato avea, che giusto sdegno un poco che io non credetti, dico che il già detto che con lui erano, in una che avete e vedute e che mai piú non fosse che non fosse mai stata che voi non credo che che vedeste giammai. A cui che rispose. che ella ebbe forza di che infino a quella ora che mai né voi né altri che io non l’abbia veduta che piú e’ forestieri e i che altro che in Genova che in Genova fosse a’ che quello che varie che varie riprensioni e che ex proposito detta, che assai bene appare che le buone sempre che d’esse sia il che ne’ tempi del primo che una gentil donna di che ella senza alcuna che la fatica si che egli era di sí che, non che egli che che egli l’altrui onte che chiunque aveva che io attenda della che m’è stata fatta; ma che tu m’insegni come tu che ti son fatte, acciò che, da te apparando, io che che contro allo onore che brievi sono, molto che agli uomini, in che agli uomini il molto che oggi poche o niuna Per ciò che che vivono. che quella vertú che già che già fu nell’anime che l’altre onorata, non Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 17 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL 5 5 5 6 6 6 6 6 6 7 7 7 7 8 8 8 8 8 8 9 10 10 10 10 10 11 13 13 14 14 15 15 16 16 16 17 17 18 18 20 2 2 2 2 2 5 5 6 6 onorata, non pensando ne porterebbe troppo piú piú da onorar sarebbe di dirlo, per ciò all’altre non posso dire se sono addomandate, e fannosi a credere onesta sia se non colei sua fornaia favella: il cinguettare. È il vero cui si favella, per ciò ciò che talvolta avviene misurate, quello rossore sentito tornare. Per Per che, acciò e oltre a questo acciò proverbio intendere si dice per tutto, cioè renda ammaestrate, acciò molti anni passati nobiltà del suo spirito, vedova chiamata, secondo non altrimenti ricevette, in tanto notte ben riposare quando a cavallo secondo e dimorare. Per un giorno di festa e cosí fecero. Per ciò questo potesse essere, e rispose: "Madonna, voi, per ciò voi il valete. E come né lo intendere quello piú di conoscimento la quale mi muove lupini e porri; e come di malvagio sapore. E faceste, io sarei colui vincer fu vinta: di la quale di quella notte durare, perciò di tempo avanti non pare per l’avvenire e acciò e acciò che quello dette da Pampinea, acciò e dispose quello per sua cortesia piú vostro insieme; e acciò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che, che se fosse chi adosso che alcuna di loro: né Io mi che uno asino. che contro all’altre non che io contro a me non che molto sarebbe meglio che da purità d’animo che con la fante o con la che se la natura avesse che, cosí come nell’altre che che talvolta avviene che, che, credendo alcuna che che in altrui ha creduto che, acciò che voi vi che che voi vi sappiate che per voi non si possa che comunemente si dice che le femine in ogni che, come per nobiltà che che in Bologna fu un che, essendo già del che che alcuni dicono, che un giovinetto quelle che a lui non pareva che il dí precedente che piú in destro gli che, continuando il che che, essendo questa donna che che levatesi tutte e lui che egli di questa bella che io ami, questo non E che voi il valete. che agli antichi uomini che sia da essere amato, La che i giovani. che io vecchio ami voi che nel porro niuna cosa che so io, madonna, se che eletto sarei da voi, che voi, se savie sarete, che è a venire, secondo che chi alquanto non che ben si possa che quello che la reina che la reina nuova che milensa non paresse che per la seguente che per mia vertú, che quello che a me di Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 18 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL INTRO 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 6 7 8 10 10 10 10 10 10 12 12 12 13 13 13 13 16 18 19 19 20 20 21 21 22 22 22 4 2 2 2 2 2 4 4 4 5 6 6 7 7 7 7 7 8 10 10 11 11 e acciò che quello e per ciò infino a tanto adunque ordine a quello consistere. È il vero È il vero che quello alcun termine quello di mostrarlovi, acciò vi piaccia, sia questa: che, con ciò sia cosa un dono, il quale voglio per infino a tanto il quale è questo: mi piacerà. E acciò che alcun non creda voglia sí come uomo d’esser sempre l’ultimo comandò la reina della mia bellezza, / mi specchio, / quel ben / potrei veder già mai / / tanto soave a sentir, mortal già mai, / vaghezza. / E io, dappresso / sí fatta, avean risposto, ancor torchi accender, comandò a riposare: per viso, a Neifile comandò carissime donne, avvenne massimamente quelle cose sé solo ritrovato. Il ritrovato. Il che, acciò di raccontarvi quello cosa, o vero o non vero egli adivenne, secondo trivigiani affermavano, a sonare. Il di popolo, avvenne e udita la cagione per pervenire, per ciò per ciò che io ho inteso di questa terra, acciò la chiesa, per quel è sí piena di gente Martellino allora, volermi là menare acciò egli non sarà alcuno occhi e tutto il viso, né sarebbe stato alcuno Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che a me di far pare che elle o per troppa che abbiamo già a fare che quello che Pampinea che Pampinea non poté che dobbiamo novellare e che ciascuno abbia spazio che, con ciò sia cosa che che che dal principio del che mi sia confermato per che la nostra compagnia che io a questa legge non che alcun non creda che che io questa grazia che delle novelle non La reina che ragioni. che una danza fosse presa che d’altro amor già mai che fa contento lo che mi mettesse in cuor che sermone / dir nol che non ardesse di cotal che ciascuna ora piú che già mai / simil non che alcuni molto alle che ciascuno infino alla che ciascuno alla sua che alle future novelle che chi altrui sé di che sono da reverire, s’è che, acciò che io al che che io al comandamento che prima sventuratamente che si fosse, morendo che i trivigiani che nell’ora della sua che in luogo di miracolo che in Trivigi giunsero che ciò era disiderosi che io ho inteso che la che la piazza è piena di che romor non si faccia, che si dica, è sí piena che quasi niuna persona che di veder questa cosa che questo santo mi che veggendoci non ci che fiera cosa pareva a che veduto l’avesse, che Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 19 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE CORNICE CORNICE II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 11 12 12 12 12 12 13 13 13 13 14 16 18 20 21 21 21 21 21 22 22 24 24 25 25 25 25 25 26 27 27 27 27 27 28 29 30 30 30 31 31 31 31 32 32 32 32 2 2 che veduto l’avesse, domandando a ciascuno dinanzi lor si parava loro luogo facesse, il da certi gentili uomini, il corpo posto, acciò la gente attenta a veder cominciò, come colui venirsi distendendo. Il santo Arrigo facevano, veggendol venire, di noi, ma sa meglio a colui essere uomo fra sé a dire subitamente prese: poté, n’andò a colui è qua un malvagio uomo d’oro; io vi priego che voi il pigliate, sí dove molti seguitolo scherniti, avendo udito quella presura: di di fargli confessare ciò per la gola. Ma poi se ciò fosse vero ma fatevi a ciascun e io vi dirò quello che io avrò fatto e quel chiamare, l’un diceva quel dí stesso. Il tutti per la gola! e pruova ve ne posso fare: voi potete vedere; e vedere; e che questo ancora l’oste mio. Per li quali avevan sentito nel fuoco. Per era gli raccontarono; di loro insieme il pregò al signore impetrò cosí fu. Il quale coloro e pauroso forte, perciò signore, infino a tanto dispetto. Al quale poi dettagli, porse prieghi andare, per ciò per ciò che infino al quale, per ciò sedea, comandò la reina Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che non avesse detto lui che dinanzi lor si parava che loro luogo facesse, che agevolmente che v’erano da torno, fu che per quello il che di lui avvenisse, che ottimamente fare lo che veggendo la gente, sí che i tuoni non si che egli fosse stato che altro uomo, come voi che a questo far non che la cosa stava male, e che, essendo ivi di che che in luogo del podestà che m’ha tagliata la che voi il pigliate, sí che io riabbia il mio. che da lui si tenevano che per tagliaborse era che il giudice turbato, che color dicevano, per che egli fu in terra che coloro incontro a lui che m’accusa dire quando che io avrò fatto e quel Disse il che no. che gliele avea tagliata che udendo Martellino, che io dica il vero, che cosí non fossi io mai che questo che io dico che io dico sia vero, ve che, se cosí trovate come che che il giudice del che, con ogni che che esso ridendo, gli che de’ fatti di che per Martellino fosse che per lui andarono che il giudice niuna cosa che costretto non fu di che egli fu davanti, e che in luogo di somma che infino che in Firenze che in Firenze non fosse che appresso di Neifile che novellando la Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 20 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 3 4 5 5 5 5 5 6 6 6 7 7 8 8 8 9 11 12 12 12 12 12 12 12 13 15 15 15 15 16 17 17 17 17 20 20 20 21 22 22 23 24 24 25 27 27 27 28 avventura non fia altro spesse volte, ancora casa tornandosi, avvenne seco diliberarono e per ciò, acciò rendendosi in ciò verso di lui: per in gran ventura, per ciò ragionare delle orazioni e l’uno de’ masnadieri, "E voi, gentile uomo, le mani, sí come colui io priego Idio e lui e bene albergato: per io porto ferma credenza vegnente bene arrivare, detto. A cui colui, bene. Allora quegli, né giammai non m’avenne che io per ciò altro meglio albergherà, o voi che detto l’avete o io detto. Bene è il vero o il Deprofundi, che sono, secondo proponimento, avvenne forte, non sappiendo la notte potesse stare, niun veggendone, per ciò non sappiendo perciò cosa sí tardi vi giunse, dove porre si potesse, trovato uno uscio, come alquanto di pagliericcio non essere della fede (e niuna altra cosa lei aspettata) avvenne a dire alla donna non sappiendo fuori della terra; per il pianto e ’l triemito è, tremando forte; per sí forte tremando la cominciò a pregare avendone, ricordatasi e aspettando quello Idio e san Giuliano albergo, per quello e del buono uomo domandò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che utile avere udita; e che abbia buon letto, che, uscito di Ferrara e che che, come prima tempo si che che egli niuna suspeccion che potevano e sapevano che egli gli avergli che solo era con un suo che gli uomini fanno a che eran tre, disse verso che orazione usate di dir che mi vivo all’antica e che la seguente notte mi che io porto ferma che san Giuliano, a cui che io non l’avessi la che domandato l’avea, che già sapeva come andar che io per ciò altro che che bene albergassi; e che detto l’avete o io che non l’ho detto. Bene che io uso in luogo di che sono, secondo che una che una mia avola mi che, essendo già tardi, che che farsi, veggendo già che non si morisse di che poco davanti essendo che il suo fante là o che, essendo le porti che che almeno addosso non che serrato fosse, a piè che vicin v’era, tristo e Ma che aveva in lui. che la venuta del marches che un fante giunse alla che non l’attendesse, che farsi, diliberò che, stando la donna nel che che Rinaldo faceva, il che ella il domandò chi che appena poteva le che, se esser potesse, che che di quello uscio aveva che la donna gli che di sí malvagia notte, che gli pareva, condotto. A cui che ne fosse. Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 21 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 30 30 32 32 33 33 33 34 35 35 35 35 36 37 37 37 38 38 38 38 38 39 39 39 40 40 40 40 41 41 41 41 41 41 2 2 2 3 3 3 3 3 3 4 5 5 6 6 6 "e chiamalo e digli e si cenerà, ché so e parendole quello sedere e dello accidente alcuna cosa sentita, per per che ella ciò e sí gli disse ciò il potrebbe. Ma poi e già, per lo marchese se ben fatto le paresse le paresse che ella, poi l’avea, usasse quel bene la confortò; per e d’alquanti panni voglio dir piú avanti: s’io non avessi temuto veggendo, come colui "Madonna, pensando possa omai sempre dire la mia se io ogni cosa e bascerò voi vie piú piú parole. La donna, nelle braccia; e poi e molte volte, anzi adempierono. Ma poi piacque levatisi, acciò di denari, pregandolo avendogli prima mostrato il suo fante; per de’ panni suoi miracolo addivenne che li tre masnadieri né ne perdé altro sapevano i masnadieri san Giuliano ringraziati donna reputata sciocca aveva pigliare il bene mandato. E mentre che della buona notte si ragionava, Pampinea, sí come avvenne, se stessa recatasi quel reina, non meno ardita se discretamente pensa da lei permutate. Il alla nostra reina il quale, secondo fatto, conforme a quello prendendo argomento Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che qua se ne venga: al che cenato non ha. che la fante dicea, che quivi condotto l’avea che ella ciò che da lui che da lui era detta che del suo fante sapea e che la tavola fu messa, che con lei doveva venire che ella, poi che il che il marchese beffata che innanzi l’aveva la che la donna, al fuoco che voi abbiate perduti? che, veggendovi cotesti che che dispiaciuto vi fosse, che mentacatto non era, che io per voi possa omai che io sia vivo, a quello che a grado vi fosse non Oltre che volentieri. che tutta d’amoroso disio che mille volte, che il giorno venisse, i che a apparir cominciò che questa cosa non si che questo tenesse celato che via tener dovesse a che, rivestitosi de’ che che nella valigia erano e che li tre masnadieri che che la sera davanti che un paio di cintolini che fatto se n’avessero. che al suo bisogno che saputo aveva pigliare che Idio a casa l’aveva che della buona notte che che colei ebbe che sé allato allato a che a lei la volta che dovesse dire cominciò che lieta cosí cominciò a che tutte le cose, le che, quantunque con piena che che sopra ciò si favelli, che alcuni vogliono, fu che sempre gli Agolanti Ma che da altro. Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 22 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 7 8 8 8 9 9 10 10 11 12 12 12 14 14 15 15 16 16 16 17 17 18 19 19 19 19 22 22 22 22 22 24 24 25 26 26 28 28 28 29 30 30 31 31 32 33 33 33 33 due case si fosse, dico alcuno altro governo ciò non solamente ma ancor quello fecero cotal vita, appena s’avvidero seppe il meglio, avanti a vendere quel poco favorevole la fortuna, un giovane lor nepote, recati, non obstante venuti fossero, piú in Inghilterra, avvenne alcuna altra rendita era E sperandosi e i tre fratelli piú accattando. Ma poi ma, volendo coloro piú non sappiendo aspettata avea, veggendo in dubbio della vita sua chi fossero i monaci rispose: "Questi d’Inghilterra; e per ciò che egli è piú giovane dal Santo Padre lui seco estimando, come il confortò e gli disse speranza stesse, per ciò e piú a alto: e pregollo con ciò fosse cosa Alessandro, avvenne sí come colui io non so: tu vedi nella camera dell’abate, dell’abate, che sai Alessandro, veggendo pensava, udiva ciò a giacer messo; per Alessandro e gli disse a toccare non altramenti i loro amanti: di o per alcuno atto qui, conosci quello dilicate, non altramenti gli disse: "Avanti attendi quello casa mia, al Papa andava ventura o mia sciagura Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che esso fu ne’ suoi che del loro medesimo che a gentili uomini che nello appetito loro che il tesoro lasciato che quasi al niente che piú della loro che rimaso era loro e che in pochi anni che avea nome Alessandro, che in famiglia tutti che mai che, contra l’oppinion che che di niente gli che di giorno in giorno che in Firenze erano in che in piú anni niuno che aver doveano esser che aspettar si dovessono che ella non venia e che invano dimorare, che con tanta famiglia che avanti cavalca è un che egli è piú giovane che per le leggi non è che nel difetto della che il suo mestiere fosse che a buona speranza che, se valente uom fosse che che, poi verso Toscana che che esso là similmente che dopo piú giorni essi che molto era pratico, che ogni cosa è pieno e che sai che è piccola e che è piccola e per che questo si poteva fare che l’oste e Alessandro che, seco stesso forte che che appresso lui si che sogliano fare le che Alessandro si che Alessandro facesse, che io nascondo. che se d’avorio fossono che tu piú mi t’avicini, che io ti voglio dire. che mi maritasse: o tua che sia, come l’altro dí Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 23 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 33 33 33 34 34 34 37 37 37 37 37 37 37 38 39 39 39 40 40 40 40 41 41 41 41 42 42 43 43 44 44 46 47 47 47 48 3 4 4 4 4 5 5 5 7 7 8 8 9 sí di te m’accese Amore, che donna non fu mai di volere te avanti riguardo alla compagnia bellissima la vedea: per lungo pensiero rispose a Roma. E quivi, poi sí come voi meglio dovete sapere, ciascun il potesse conducere; il conducere; il che acciò il che acciò che io, per qui venire, acciò lui maritata fossi, cosa ottimamente conosce ciò sua misericordia colui colui che a Lui piacea mai alcuno altro n’avrò, alcuno altro n’avrò, che mio o a altrui; per Santità, e sí acciò altri uomini. Per che umilmente vi priego vi priego che quello ne doniate, acciò e sí si turbarono, che, se in altra parte elezione: ma conoscendo diede ordine a quello e sí piacevol parea costumi non miga giovane col re adoperarono, e tanto seppe fare, figliuolo col padre: di ricoverò tutto ciò visse; e, secondo si può veder maggiore adivenuto. E per ciò novellerà converrà la quale, ancora riuscita. Ben so scusata. Credesi nella quale, come venne presso medesime di mercatantie far gran mercato di ciò noia, non sappiendo i danni suoi, acciò denari e con gli altri Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che donna non fu mai che che tanto amasse uomo. E che alcuno altro per che ella avea, lei stimò che senza troppo lungo che, se questo a lei che che alcun dí dimorati che alcuno altro dovete che bene e onestamente che acciò che io, che che io, che onestamente che onestamente viver che la vostra Santità mi che fosse contra le che fa mestiere a che a Lui piacea che mio che mio marito fosse mi che che se ne debba che se ne debba parere al che la principal cagione che per voi il contratto che umilmente vi priego che quello che a Dio e a che a Dio e a me è che con quella, sí come che, se in altra parte che che davanti al Papa stati che indietro tornare non E il che da far fosse. che meritamente da tutti che a usura avesse che egli le rendé la che egli paceficò il che seguí gran bene che aver vi doveano che alcuni voglion dire, che vedere uno d’infima che a qualunque della che infra questi termini che miserie maggiori in che, pure a quella avendo che che la marina da Reggio a che oggi v’abbia di che fatto di perder con che egli aveva portate, che portato avea, ma che farsi e veggendosi di che là onde ricco partito che della sua mercatantia Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 24 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 10 10 10 11 11 14 15 17 17 17 17 17 17 17 18 18 19 19 19 19 20 20 20 20 20 21 21 21 21 22 22 22 23 24 24 24 24 24 25 25 26 26 26 26 27 27 27 27 28 piú la fortuna benivola tanti legni di turchi, avere racquistato il suo perdita, conoscendo medesimo dimostrò quello per fuggir quello parte la fecero andare questo vento addivenne secca, e non altramenti e si stritolò: di di che i miseri dolenti pieno di mercatantie gonfiato, notando quegli appiccare a quelle cose misero Landolfo, ancora di volerla piú tosto torno, niuna cosa altro il percotesse per modo gli noiasse; e sempre potea con mano, come la lontanava. Ma come s’andasse, adivenne la quale Landolfo era, notando, piú da paura dilungata la tavola: per mangiare, sí come colui come colui che non aveva aveva che, e bevendo piú si fosse o vedere altro di Dio o forza di vento cassa a quella guisa far veggiamo a coloro la faccia e quello esser era s’immaginò. Per alquanto per lo mare, a una sua figlioletta e con acqua calda lavò, meglio il tenne, tanto là dove era. Per gli avea, e di dirgli e cosí fece. Costui, potere sí poco valere, la sconficcò per vedere lodando Idio Ma sí come colui a casa sua: per disse alla buona femina non aveva bisogno, ma accidenti narrati fuori Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che alla mercatantia che egli si trovò non che in mercatantia avea che egli aveva assai, per che aveva, senza voler che Landolfo fuggito avea che del legnetto neuna che quella sopra la quale che un vetro percosso a che i miseri dolenti che che sopra quella erano, che notavano e di casse e che notar sapevano, che per ventura lor si che molte volte il dí che di tornare a casa sua che nuvoli e mare vedea e che gli noiasse; e sempre che presso gli venia, che poca forza n’avesse, che il fatto s’andasse, che solutosi subitamente che, riversata, per forza che che da forza aiutato, e che, temendo non potere a che che non aveva che, e che, e bevendo piú che che che non avrebbe voluto, che mare, dimorò tutto che ’l facesse, costui che far veggiamo a coloro che per affogar sono, Per che era s’immaginò. che, da compassion mossa, che che già era tranquillo, e che con lei era, lui come che in lui ritornò lo che esso, le forze che alla buona femina che omai procacciasse sua che di cassa non si che alcun dí non gli che dentro vi fosse: e che ancora abbandonare che in piccol tempo che in alcuni stracci, che piú di cassa non che, se le piacesse, un che che della cassa; e oltre Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 25 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 4 4 4 4 4 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 29 29 29 29 30 30 2 3 3 3 3 4 5 7 7 8 9 10 11 11 17 18 18 18 18 18 18 18 18 18 19 19 19 19 19 19 19 20 20 20 21 21 22 22 23 23 23 23 23 ringraziando Idio cercata ogni cosa tante e sí fatte pietre, era il doppio piú ricco alla buona femina fece a Trani a coloro in sé contenente udirete. Fu, secondo il quale, avendo inteso accordare, per mostrare sua borsa de’ fiorini borsa mostrata, avvenne corse a abbracciarlo: il mattina. La giovane, colui fosse o donde e stesso, sí come colei tutto il giorno acciò quale dicendole egli quasi altro bel giovane e prestamente rispose dovere essere non men insieme sopra una cassa io sono molto certa lagrime, sí come colui maravigliare, sí come è tua sorella; e dicoti e dicoti che, poi m’ha fatta tanta grazia de’ miei fratelli, come non morrò a quella ora e tuo, come io credo fu e è ancora da quegli assai. Ma tra gli altri l’amarono, mia madre, era vedova, fu quella che piú l’amò, tanto con lui si dimesticò, né mai, per quello né di lei si ricordò: di stare allo amore nelle sue mani. Ma piú agevoli a riprendere io mi sono, mia madre, e quivi, come colui dal re Federigo prima la maggior cavalleressa prese quelle poche cose di noi trovammo sí grato marito, e tuo cognato Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che condotto ve lo avea, che prima fatto non avea, che, a convenevole pregio che che quando partito s’era. che di mare l’avea tratto che rivestito l’aveano; e che la narrata dalla che io già intesi, in che a Napoli era buon che per comperar fosse, E in che aveva. che una giovane ciciliana che la giovane veggendo, che prima la borsa che quivi facesse e come che lungamente in Cicilia che a Andreuccio non che era desso, essa, che egli non si trovasse che era apparecchiato e E che gran donna. che appiè del suo letto che tu ti maravigli e che non mi conosci e per che io sia tua sorella; e che, poi che Idio m’ha che che Idio m’ha fatta tanta che io anzi la mia morte che io disideri di che io consolata non che tu abbi potuto sapere che il conobbero amato che molto l’amarono, mia che gentil donna fu e che piú l’amò, tanto che, che, posta giú la paura che che io ne nacqui e sonne che io sentissi, piú né che io, se mio padre che a me come a sua che è? Le cose mal fatte che a emendare: la cosa che ricca donna era, mi che è molto guelfo, che dare gli si potesse che mai in quella isola che prender potemmo che, ristoratici in parte che che è, buona provisione, Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 26 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 25 25 25 25 25 26 26 26 26 26 27 27 27 28 28 28 28 28 28 29 30 31 31 31 32 33 33 34 34 34 34 34 34 34 36 38 39 39 39 39 40 41 41 42 42 43 45 45 45 ricordandosi esser vero conoscendo i costumi, onesti basci, ebbe ciò ciò che ella diceva piú che per vero: e poscia mi maraviglio: per ciò per ciò che nel vero, o o che mio padre, per o che mio padre, per che ragionasse giammai, o doveste esser cara, non esser cara, non che a me chiaro: come sapeste voi meco si ritiene, per ciò nostro padre, per quello stette; e se non fosse piú onesta cosa mi parea a me venissi in casa tua egli ha gran pezza piú credendo quello volendosi, per ciò io ti sia poco cara! cara! Che è a pensare marito non ci sia, di non sappiendo altro per cui mandare a dire a dire a’ tuoi compagni Andreuccio rispose quella sera, ma, poi a dire all’albergo volendosi, ella disse sofferrebbe, per ciò un forestiere; e forestiere; e che come con un piccol fanciullo e di tanto l’amò Idio, Il quale luogo, acciò intendiate e quello quello che è detto e ciò quali tavole quella addosso, avendo quello a ma ciò era niente. Per salito sopra un muretto dimenò e percosse. Di piagnendo, come colui e tanto fece cosí, domattina; io non so non so che Andreuccio né né che ciance son quelle Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che il padre era stato in che volentieri amano che ella diceva piú che che per vero: e poscia che ella tacque, le che nel vero, o che mio che mio padre, per che che che egli sel facesse, che egli sel facesse, di che, se egli ne ragionò, che che a me che un picciolo che un picciolo Al che io qui fossi? che con nostro padre, per che ella mi dica, che piú onesta cosa mi che tu a me venissi in che io a te nell’altrui, che io a te venuta sarei. che meno di creder gli che ora di cena era, in Che è a pensare che tu che tu sii con una tua che forte mi grava, io ti che rispondersi, disse: che tu non sii aspettato! che qui venissero a che de’ suoi compagni non che pure a grado l’era, che egli non fosse atteso che ciò in niuna guisa che Napoli non era terra che come che egli a cena che egli a cena non fosse che gli mostrasse se egli che niuno male si fece che meglio intendiate e che è detto e ciò che che segue, come stesse vi che con lui cadde era che ella di Palermo, che egli, già sospettando che quello chiassolino che egli piagnendo, come che chiara vedea la sua che molti de’ che Andreuccio né che che ciance son quelle che che tu di’; va in buona Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 27 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 46 46 47 48 48 48 48 49 51 52 53 53 53 53 53 53 54 55 56 56 57 58 58 59 59 60 60 60 60 60 60 60 61 61 64 64 64 64 66 66 67 67 69 69 70 70 70 71 71 Andreuccio "non sai che io mi dico? Certo sí i parentadi di Cicilia, che in sí piccol termine "Buono uomo, e’ mi par che tu sogni, e il dir fu una cosa. Di che Andreuccio, già di rivolere quello che per parole riaver non riaver non potea; per che da capo, presa una con troppi maggior colpi che prima fieramente finestre, non altramenti che a un can forestiere forse assicurato uno che dentro dalla casa era il quale, per quel poco che comprender poté, Ma colui non aspettò che Andreuccio finisse la anzi piú rigido assai che prima disse: "Io non disse: "Io non so a che io mi tegno che io non so a che io mi tegno che io non vegno là giú, fastidioso e ebriaco che tu dei essere, che che tu dei essere, che questa notte non ci Alcuni de’ vicini, che meglio conoscieno la li quali gli pareva che da carità mossi dispiacendo per lo puzzo che a lui di lui veniva, davanti si vide due che verso di lui con una certi ferramenti che in collo avea, con parlavano, disse l’uno: "Che Che vuol dir questo? Io sento il maggior puzzo che mai mi paresse con lume il domandarono che quivi cosí brutto quali Andreuccio ciò che avvenuto gli era l’uno: "Buono uomo, come che tu abbi perduti i tu molto a lodare Idio che quel caso ti venne che quel caso ti venne che tu cadesti né potesti casa rientrare: per ciò che che, se caduto non fossi, non fossi, vivi sicuro che che, come prima la persona perduta. Ma che giova oggimai di essere, se colui sente che tu mai ne facci pare esser molto certi che in parte ti toccherà il valere di troppo piú che perduto non hai. Andreuccio, piú cupido che consigliato, con loro potremmo noi trovar modo che costui si lavasse un si lavasse un poco dove che sia, che egli non un poco dove che sia, che egli non putisse cosí a questo pozzo trovarono che la fune v’era ma il n’era stato levato: per che insieme deliberarono cosí fecero. Avvenne che che, avendol costor nel a fuggire, li famigliari che quivi venivano a bere poterono a fuggire: di che Andreuccio si le quali egli sapeva che i suoi compagni non e non sappiendo che che, della sua fortuna Andreuccio rispose che non sapea, e loro era avvenuto e quello che trovato aveva fuori fuori del pozzo. Di che costoro, avvisatisi e chi stati eran coloro che sú l’avean tirato. E Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 28 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 76 77 77 77 77 78 78 78 78 78 78 79 80 81 81 82 82 82 83 84 85 85 3 4 4 4 4 4 5 6 8 8 9 9 9 10 10 11 11 12 12 13 13 14 14 15 16 16 17 di ferro sopra la testa, che noi ti farem cader per ingannarmi, per ciò che, che come io avrò loro ogni cosa dato, mentre che io penerò a uscir del caro anello che aveva loro udito dire cosa diè loro dicendo che piú niente v’avea. Costoro, affermando che esser vi doveva l’anello, gli dissero che cercasse per tutto: ma esso, rispondendo che non trovava e in aspettare. Costoro che d’altra parte eran sí maliziosi, dicendo pur che ben cercasse, preso tiraron via il puntello che il coperchio invano si faticava: per che da grave dolor vinto, o egli. Ma poi che in sé fu ritornato, quello andavano a fare che esso co’ suoi avean già fatto: di che la paura gli crebbe crebbe forte. Ma poi che costoro ebbero l’arca un prete disse: "Che Che paura avete voi? avete voi? credete voi che egli vi manuchi? Li a fuggir cominciarono che se da centomilia lieto oltre a quello che sperava, subito si suoi. A’ quali ciò che avvenuto gli era consiglio dell’oste loro che costui incontanente fortuna, de’ quali però che quante volte alcuna novella non meno vera che pietosa: la quale pietosa: la quale ancora che lieto fine avesse, fu sí lunga l’amaritudine, che appena che io possa che appena che io possa credere che che io possa credere che mai da letizia donne, voi dovete sapere che appresso la morte di nelle mani, sentendo che il re Carlo primo di cose, non sappiendo che d’Arrighetto si fosse fosse e sempre di quello che era avvenuto temendo, Ma altramenti avvenne che il suo avviso; per il suo avviso; per ciò che per forza di vento il forza di vento il legno, che a Napoli andar dovea, giorno tenendo, avvenne che che, essendo ella al suo dolersi occupata, senza che alcuno o marinaro o persona vi trovò; di che prima si maravigliò e subitamente di quello che avvenuto era forze rivocasse, per che a bell’agio poterono dove lor piacque: ma poi che nel misero corpo le andò cercando. Ma poi che la sua fatica conobbe sperando e non sappiendo che che, di se medesima si ritornò. E poi che la notte con molta terza valicata, essa, che la sera davanti lo bosco andarsene: per che ella, levatasi, là distinzion fecero. Per che che, parendo alla gentil della cavriuola divenuta che de’ figliuoli. E avvenne dopo piú mesi che per fortuna Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 29 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 19 20 20 21 21 22 22 22 22 23 23 23 29 29 29 29 29 29 29 29 30 32 32 33 34 34 35 36 36 38 39 40 40 40 41 41 41 42 42 42 42 42 43 43 43 44 44 44 44 altra parte fuggirono che alla caverna dove era Currado e la sua donna, che i lor cani seguitavan vedendo costei che bruna e magra e piú di loro. Ma poi che a’ prieghi di lei a dire chi ella fosse e che quivi facesse; la loro aperse. Il che udendo Currado, che Il che udendo Currado, che molto bene Arrighetto tenerla in quello onore che sua sorella, e stesse sorella, e stesse tanto che Idio piú lieta la moglie e le disse che da mangiare quivi facesse venire e lei, che tutta era stracciata, e del tutto facesse che seco la ne menasse. pianse. Ma poi che vide le lagrime con loro insieme, ancora che povera femina fosse, savia e avveduta; per che, che prima come poté il erano pervenuti, s’avisò che se i due fanciulli oltre a questo sperando che, che quando che sia, si sperando che, quando che sia, si potrebbe e a tutti diceva, che di ciò domandata domandata l’avessero, che suoi figliuoli erano. qual cosa il fanciullo, che intendente era, anni, avendo piú animo che a servo non salito sopra galee che in Alessandria il quale morto credeva che fosse, essere ancora grado servendo. E come che rade volte la sua e l’altro, da quello che esser soleano quando di Currado, avvenne che una figliuola di e piú mesi durò avanti che di ciò niuna persona maniera men discreta che a cosí fatte cose non incominciarono. E come che lungo spazio stati e cominciollo a pregare che gli dovesse piacere dicendo la santa donna, che essa da uccidergli suo rivolse; e comandò che in diversi luoghi servati infino a tanto che esso altro e in piú lunghi digiuni, che loro non sarien loro, dimorati, avvenne che il re Piero da Raona, e tolse al re Carlo; di che Currado, come da alcuno di quegli che a guardia l’aveano, omai quattordici anni che io sono andato altra cosa aspettando che questa, la quale ora che questa, la quale ora che venuta è, acciò che ora che venuta è, acciò che io mai d’aver ben piú disse il prigioniere "che che monta a te quello che "che monta a te quello che i grandissimi re si re si facciano? Che avevi tu a fare in disse: "El pare che ’l cuor mi si ricordandomi di ciò che già mio padre v’ebbe a fare: il quale, ancora che piccol fanciul fossi fuggi’, pur mi ricorda che io nel vidi signore, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 30 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 46 47 47 47 47 48 49 49 49 49 50 50 51 51 51 51 53 53 54 54 54 54 55 55 55 56 56 56 57 57 58 58 58 58 59 59 59 59 60 61 61 63 64 64 65 65 66 68 69 io di qui fossi fuori, che tornando in Cicilia raccontò a Currado. Il che Currado udendo, d’Arrighetto avuto che Giuffredi avesse nome donna piagnendo rispose che, che se il maggior de’ il maggior de’ suoi due che avuti avea fosse vivo se cosí fosse, che egli a una ora poteva amichevolemente, secondo che servidor si dee fare, tu quello avessi fatto che a me facesti, che fatto che a me facesti, che vituperosamente fatto morire: il che la mia pietà non non sofferse. Ora, poi che cosí è come tu mi di’ cosí è come tu mi di’ che tu figliuol se’ di tu con amorosa, avvegna che sconvenevole a te e a stato niente dico. Per che, che quando tu vogli, io amica ti fu, che ella onestamente tua tua moglie divenga e che in guisa di mio disiderasse quello che Currado gli offereva niuna parte piegò quello che la grandezza e amerò sempre, per ciò che degna la reputo del e se io seco fui meno che onestamente, secondo giovanezza congiunto e che, che se via si volesse torre, converrebbe che via si togliesse la il commisi. Quello che tu offeri di voler e se io avessi creduto che conceduto mi dovesse esser suto, lungo tempo che domandato l’avrei; e tu non hai quello animo che le tue parole amor di lei amerò te, che che tu mi facci, e di lei amerò te, che che tu mi facci, e alla cosa comandò che quivi chetamente e quasi un’altra femina che esser non soleva nostra usanza. E poi che piú giorni, senza da alcuna persona di ciò che fatto era alcuna cosa gli ebbe di tutto ciò che bisognò loro e di cosí verso lor disse: "Che Che direste voi, madonna, di ciò altro dire se non che che, se io vi potessi piú potessi piú esser tenuta che io non sono, tanto voi piú cara cosa, che non sono io medesima in quella guisa che voi dite, alquanto in alla sua donna: "E a te che ne parrebbe, donna, la donna rispose: "Non che un di loro, che "Non che un di loro, che gentili uomini sono, domandò Giuffredi: "Che Che ti sarebbe caro sopra non mi si lascia credere che i dolori de’ suoi caro, sí come colui che ancora, per lo suo potesse essere stata che Currado avesse a tanta benignità recato, che Giannotto con lei sensitiva le chiusero, che quasi morta nelle basciò. Ma poi che che, madama Beritola e ricevette. Ma poi che l’accoglienze oneste Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 31 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 70 70 70 70 70 70 71 71 71 72 72 72 72 72 72 72 72 73 73 73 74 74 76 77 77 78 79 80 80 80 81 81 81 82 83 83 2 2 2 2 3 3 3 3 4 4 5 5 6 mia madre: ora, acciò niuna parte in quello resti a far, vi priego in corso; e appresso, mettasi a sentire quello morto, e, se è vivo, in e in Cicilia. Colui diligentemente il pregò narrandogli ciò e disse: "Egli è vero per Currado ogni cosa, cosa, che io potessi, anni, il garzon Ma dira’gli da mia parte Giannotto, il qual di’ Giuffredi, per ciò è troppo piú malvagio cacciata via la paura cagioni gli mostrò per per che quella maniera uno altro, sí come uomo piú ognora trovando cose Alla quale, acciò Capece. Per ciò raccontò d’Arrighetto buono stato; aggiugnendo fecero a’ gentili uomini letizia gli videro, fu udita; e essi, avanti e Arrighetto e ogni cosa sé esser certissimi che, qualora ciò Arrighetto si sapesse, altri. La quale poi in Palermo ricevuti, poi molto tempo si crede d’Emilia distesa, a lagrimare. Ma poi fine, piacque alla reina per la qual cosa egli, da noi conoscer quello noi si faccia, per ciò cercarono; e, come uccise, li quali, avanti sollecitudini e paure di non senza la morte loro, veleno. Molti furono disiderato s’avidero, vita cagione. E acciò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che niuna parte in quello che per voi si possa ci che voi mia madre e la che voi alcuna persona che è d’Arrighetto mio che stato, e d’ogni cosa che a Genova andò, che lo Scacciato e la sua che per Currado era stato che io farei per Currado che io potessi, che gli che gli piacesse; e ho che tu dimandi e una sua che si guardi di non aver che oggi si fa chiamar che egli è troppo piú che egli non s’avvisa. che già avuta avea, che quella maniera che che fatto aveva tenuta che astutissimo era, che piú fede gli davano che compiuta fosse, volle che, essendo la festa che che, essendo egli in che che egli aveva lui con che per madama Beritola e che mai simile non fu che a mangiar si che per lui si potesse che, qualora ciò che per che che per lui verso lo che grazie simiglianti e che riposata fu, parendo che dir non si potrebbe che essi tutti che la compassione avuta che a quella fu posta che Panfilo seguitasse la che ubidentissimo era, che per noi si faccia, che, sí come assai volte che che loro venisse fatto, che arrichiti fossero, che piena la videro e che nell’oro alle mense che la forza corporale e che essi quelle cose loro che io partitamente di Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 32 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 6 6 6 6 7 7 7 7 8 9 9 9 9 9 10 11 12 12 12 13 13 13 13 14 15 15 15 15 15 16 16 16 16 17 17 17 18 18 19 20 20 20 20 20 22 23 23 23 24 da fortunosi casi, si possa eleggere: per ci dovremmo disporre il quale solo ciò dare. Ma per ciò Ma per ciò che, come d’esser belle, in tanto bastandovi le bellezze Già è buon tempo passato la qual, per quello per quello che ciascun era la piú bella femina nel mondo; e per ciò gran moltitudine d’arabi donna era e’ marinari, né per vista, per ciò di fidarsi disponendo nave, quantunque quelli incapparono: per ciò perirono. E la nave, fosse e già presso sú rimasa altra persona la foga di quella, acchetata, la donna, troppo lontani. Per poté levatasi, le donne poche ve ne trovò sí come quelle paura morte s’erano; di di consiglio, per ciò stimolò tanto quelle quelle che vive erano, era ora di nona avanti subitamente immaginò ciò comandò a un de’ famigli e gli raccontasse ciò Il famigliare, ancora quella poca compagnia ma accorgendosi raccontò a Pericone ciò e le piú preziose cose cose che in essa erano e arnesi ricchi la donna conobbe all’onore dolente senza modo di Pericone. Il per li costumi avvisando poco, avvisandosi E alle sue femine, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che da’ viventi si possa che, se dirittamente che che Colui ci donasse, il che ci fa bisogno conosce che, come che gli uomini che che gli uomini in varie che, non bastandovi le che che dalla natura che di Babillonia fu un che ciascun che la vedeva che la vedeva dicesse, che si vedesse in que’ che in una grande che addosso gli eran che piú volte per perduti che obscurissimo di che sopra la sdruscita che prima nel paliscalmo che, non potendone per la che che da impetuoso vento che piena d’acqua, non che la donna e le sue che quasi tutta si ficcò che quasi mezza morta era che, non sentendosi che che in compagnia di lei che avessero sentimento, che tra per grave che la paura alla donna che quivi tutta sola si che vive erano, che sú le che sú le fece levare; e che alcuna persona su per che era, e comandò a un che senza indugio Il che vi fosse. che con difficultà il che avea, sotto il becco che intese non erano né che sú v’era. Il quale, che in essa erano e che che aver si potessono, che trovata avea dovere che vedeva dall’altre che lei intender non che la donna veggendo, e che tra cristiani era e che a lungo andare o per che piú che tre rimase Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 33 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 24 24 24 25 26 26 26 26 26 26 27 27 27 27 28 28 29 30 30 30 32 32 32 32 34 34 35 37 37 38 38 40 40 41 42 43 43 44 44 44 45 45 47 47 47 50 50 50 50 alle sue femine, che piú non le ne erano, comandò sé avere seco proposto e piú negata, e veggendo avveduto alcuna volta il vino, sí come a colei di bere per la sua legge di non aver cura di ciò lieta, ordinò con colui colui che a lei servia le desse bere. Il fece; e ella, tirata piú ne prese si sarebbe richiesto: di alessandrina ballò. Il parve vicino a quello quale, piú calda di vino a sollazzarsi. Il sollazzarsi. Il che poi mai davanti saputo con parendogli, secondo grazia sua e estimando sua e estimando che ciò non la solenne guardia notte, seco ciò li quali a quello si nascose. E poi col santo cresci in man maniera a consolare, delle passate. Per ciò nave s’innamorarono, miglio dilungati furono, esser caduto in mare. Il poco intendesse, lei, non potendo quegli rimase in vita. Il donna, sí come a colei e oltre a quello subitamente s’innamorò, e avendo udito in gliele mandarono: il donna altressí, per ciò moglie la trattava. Il sue bellezze fiorirono, niuna altra cosa pareva ti faccian fede. A prender piacere, per ciò lingua intendeva; per dell’amoroso veleno Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che tre rimase non le ne che a alcuna persona mai che mai di lei se non il che le sue lusinghe non che alla donna piaceva il che usata non n’era di che il vietava, con che ella si mostrava che a lei servia che di che di varii vini che colui ottimamente che di ciò non si che alla sua onestà non che ella, ogni avversità che veggendo Pericone, che egli disiderava; e che d’onestà temperata, che poi che ella ebbe che ella ebbe sentito, che corno gli uomini che per gli atti di lei che ciò che di lei che di lei disiderava che faceva di lei che far doveva avendo che fare intendeva che parte della notte fu che Dio ci diè la che ella, già con lui che, essendo ella di che che, ogni altra cosa che che alcuno si fosse pure che sentendo la donna e che non tanto il perduto che sopra la nave eran che dispiacque molto alla che quivi sola senza che la fama portava bella che a altro non poteva che guisa quivi pervenuta che al prenze fu che fuori d’un gran che, avendo a’ trapassati che che di niuna altra cosa che tutta la Romania che sollecitando il duca che essa poco o niente di che ciascun lei sí come che egli con gli occhi Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 34 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 51 51 51 51 52 52 52 53 54 54 55 57 57 58 58 59 59 59 59 60 60 60 61 62 63 64 64 66 66 66 67 67 67 68 69 69 69 69 70 70 70 70 70 71 71 71 71 71 71 innamorandosi. E poi piú il suo focoso amore la sua onestà, diliberò, onestà, diliberò, che Il quale egli vide che per lo gran caldo a ricevere un venticello informato di quello mai andava persona: per davanti avea proveduto, alla gola e tirò sí gli piacque. Per sonnacchiosa, e credente si giacque. Ma poi la donna in guisa ne tornò. Ma per ciò un suo bellissimo luogo, mare aveva, la donna piú onorevolmente di ciò infino a nona aspettato gli usci delle camere trovandovi, avvisando E cosí standosi, avvenne la donna. Per duchessa piú, per ciò condogliendosi gli pregò compenso mettessero e il duca pregarono mal ricordandosi di ciò un bellissimo giardino, cosa non aver veduta e duca e qualunque altro altramenti a lui avvenne duca avvenuto era. Per celando. Ma mentre contro al prenze duca s’avicinava: per a certe frontiere acciò quella donna, imaginando imaginando che, ora persona disagiato; per ragionare del dispetto la qual teneva, le disse della donna fare, disse dove in guisa si facesse duca mai non risapesse avesse consentito. Il le promise, per che la duchessa consentí Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che da lei insieme col che la sua onestà, che che avvenir se ne che avvenir se ne dovesse che per lo gran caldo che che era, dormendo la che da quella parte che avesse a fare, che avvenne, sí come il che la caduta del corpo che Ciuriaci niuno romore che, di piú caldo disio che che il prenze fosse, si che alquanto con che romore far non che moglie aveva, non in che poco di fuori dalla che altra dolorosa mise, che bisognava servire. che il prenze si levasse; che solamente chiusi che occultamente in che il dí seguente un che prestamente in lor che loro sirocchia era. che all’onor del duca e che per loro si potesse che loro la mostrasse. Il che al prenze avvenuto che nel luogo dove la che per certo per che per avere una sí che al duca avvenuto era. che, da lei innamorato che che esso in questo fuoco che già alle terre del che il duca e Constanzio che piú avanti non che, ora che ’l duca non che che ’l duca non l’era che, con licenzia del che che dal duca le pareva che, dove ella volesse, che che molto le piacea, sí che il duca mai non che essa a questo avesse che Constanzio pienamente che la duchessa consentí che egli, come il meglio Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 35 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 72 72 72 73 73 74 74 74 75 75 75 76 76 77 77 78 78 78 78 78 79 79 80 80 80 80 81 81 83 83 83 83 83 83 83 83 84 84 84 84 84 84 84 84 85 85 85 85 86 informati de’ suoi che sú v’erano quello la donna, dove da quegli con lei verso una porta non vuol morire, per ciò ardí di rispondere: per montato e alla donna accostatosi, comandò Constanzio con la donna, riprensioni del padre e a prender piacere di ciò le letta ne prese prima e ultimamente alquanti, trovando Osbech, questa esser quella il quale, avanti re di Capadocia, acciò potuto fornire per ciò fare, sentendo ciò senza alcuno indugio ciò ragunato, prima e disperso. Per a guardia rimasa, ancora la lingua di lei (il a pigliare in pochi dí, riguardo al signor loro presa grandissima parte di tempo dimorarono, fallo venir meno; il il che mi duole, per ciò ora faceva. È il vero muoio, per ciò le quali io piú amo piú amo che alcune altre donna, la quale io piú medesimo ho amata poscia la conobbi. È il vero te, il quale io credo lei avrai per amor di me piú posso ti priego che, s’egli avviene avviene che io muoia, e dell’altra facci facci che credi carissima donna, priego me non dimentichi, acciò io di là vantar mi possa dalla piú bella donna la lor fede di quel fare Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che sú v’erano quello che che a fare avessero; e che quivi al servigio di che sopra il mare usciva che io intendo non di che Constanzio co’ suoi che piagnea accostatosi, che de’ remi dessero in che la sua sventurata che la donna rubata non che la fortuna avanti che s’accorgessero li che risentiti erano che giovane uomo era, nel che con Constanzio era che queste cose che sopra Osbech dall’una che alcune cose, le quali che al figliuolo era che il re di Capadocia che da’ due potentissimi che Basano vittorioso che attempato fosse, che molto a grado l’era, che non dopo molto, non che in arme e in guerra che quivi eran d’Osbech, che Antioco infermò a che mi duole, per ciò che che di vivere mai non mi che d’una cosa che, pur dovendo morire, che che alcune altre che al che al mondo ne sieno, che me medesimo ho amata È il che io la conobbi. che grave m’è, lei che quella cura di lei che di me medesimo che, s’egli avviene che che che io muoia, che le mie che le mie cose e ella ti che credi che sia che sia consolazione che dopo la mia morte me che io di là vantar mi che io di qua amato sia che mai formata fosse che egli pregava, se Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 36 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 86 86 87 87 87 87 87 88 88 88 88 88 88 89 89 89 90 90 91 94 94 95 95 95 95 96 97 97 97 98 98 98 98 99 99 100 100 101 101 101 101 101 101 102 102 102 103 103 104 pregava, se avvenisse quale non stette guari una cocca di catalani la bella donna quello con ciò fosse cosa La donna rispose se ne andrebbe, sperando Il mercatante rispose era contento: e acciò che da ogni ingiuria, le potesse avanti la difendesse, disse nella poppa, acciò qual cosa avvenne quello stato intendimento: cioè insieme, prima Avvenne per ventura piccola, per ciò veduta; la qual, per ciò posso ricordar dove; per se grave non v’è, La donna, udendo e, dopo alquanto, lui morta in mare si credeva nol sostenne e pregollo con ciò fosse cosa disse: "Io vorrei bene fosse stato piú tosto quale avuta ho, e credo a piagnere. Per non vi sconfortate prima i vostri accidenti e essere andata in modo e da quella tenerezza, e per ciò quello paleserò. Se vedi, poi se nol vedi, ti priego sempre piagnendo, ciò avvenuto l’era dal dí punto li raccontò; di piagnere cominciò; e poi disse: "Madonna, poi senza fallo piú cara come, ordinatamente ciò le dimostrò; e acciò onore, e a me, è stata cosí lunga fama me gran bene; né credo subitamente rispose Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che el morisse. Il quale trapassò e da loro fu v’era, domandò la far volesse, con ciò a lui convenisse in con lui, se gli per amor d’Antioco da d’ogni suo piacere da ogni ingiuria, che sopravenire le in Cipri fosser, la era sua moglie. E i fatti non paressero né dell’un né incitandogli il buio a Baffa giugnessero, a Baffa venne per in assai cose bellissima era, fisa io vi priego, se a memoria mi desso era, piangendo forte si maravigliava fosse, e vollele fare seco alquanto si per tutta terra cosí fosse stato piú avere avuta la vita mio padre vorrebbe il Antigono le disse: vi bisogni: se vi vita sia stata la noi ci troveremo, con io a lui tenuta son nella mia malvagia udito l’avrai, di mai a alcuna persona avvenuto l’era dal dí in Maiolica ruppe Antigono pietosamente alquanto ebbe pensato occulto è stato ne’ mai vi renderò al da far fosse le altro per indugio povero sono per voi, annegata era; e ha, mai tal servigio di gli piacea; e Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 37 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 8 8 8 8 105 105 106 106 106 107 108 108 108 108 109 109 110 110 111 112 112 112 112 114 114 114 114 114 115 115 117 117 117 118 118 118 118 118 118 118 118 119 119 120 120 120 120 121 121 2 2 2 2 compagnia. La quale poi sapere come fosse Aguamorta, una notte; e una notte; e che e che che degli uomini, Di tanto mi ricorda a fuggire. io sempre forte, avvenne che, passando costoro li quali come quegli religiose; e quivi, religiose; e quivi, che molto bene. Ma poi della lor legge, risposi me ne volessi, risposi fidar non mi volle badessa, e sentendo essa Idio fu sepellito poi mi raccomandò e pregogli né sappiendo dire a’ gentili uomini presentare, secondo Antigono in quella ora donne intesa, gli dissi qui a voi m’ha rimandata dir ci resta, Antigono, dire, la quale io stimo io stimo che, per ciò lagrime e del pianto volessi a pien dire ciò che essi mi dissero, non averne detto voglio detto voglio che basti, che basti, che, secondo e quello ancora onesta e la piú valorosa che altro signore e piú volte pregò Idio grazie rendendo di ciò Appresso questo, volendo volendo che quello era avesse effetto, cioè scrivendogli oltre a ciò la ricevette. E essa, e fecegliele credere bella donna: ma chi sa Forse v’eran di quelle di cosí spesse nozze a Elissa rivolta impose Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che alquanto fu riposata, che viva fosse, e dove che che degli uomini, che che degli uomini, che che sopra la nostra nave che, venuto il giorno e che Che di loro si fosse io che, passando costoro che che che mi tiravano una che mi tiravano videro, che che essi dicessero, che essi dicessero, io che per alquanto tempo che io era figliuola d’un che niuna cosa tanto che verso Cipri venisse, che in Ierusalem andavano che da’ giudei fu ucciso, che in Cipri a mio padre che dovermi dire a’ che a mio padre mi volean che loro era stato che noi a Baffa che come figliuola mi che mai per me raccontare che molte volte da me ha che, per ciò che bene non che che bene non sta a lei di che fecero e le donne e che essi mi dissero, non che il presente giorno ma che basti, che, secondo che, secondo che le loro che che le loro parole che io n’ho potuto vedere che altro signore che che oggi corona porti. che grazia gli concedesse che fatto aveva alla che quello che cominciato che cominciato era avesse che ella moglie fosse del che, se gli piacesse che che con otto uomini forse che cosí fosse; e reina che cagione moveva que’ che non meno per vaghezza che per pietà di colei che con una delle sue Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 38 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 3 3 3 4 4 4 4 4 4 6 6 7 7 7 10 11 11 12 12 12 12 12 13 13 13 14 14 14 14 14 15 15 15 16 16 17 17 18 18 18 18 19 19 20 20 20 21 21 21 né ce n’è alcuno ce n’è alcuno che, non ciò, vegnendo di quelle, alcuna, dico d’amici e di parenti sopra i nemici. E avanti e servidore, e ancora della guerra, per ciò alle dilicatezze atto piú dilicato cavaliere si conoscesse e quegli ornato. Ora avvenne rimasi di lei senza piú, delle bisogne del regno, della cagione per cagioni piú in una in una che in altra; per E chi sarebbe colui colui che dicesse guadagnare quello e quello seguissero, e a cui niuna cosa quale ragione io estimo in servigio di colei se quella l’ha fatto cose con ciò sia cosa mio marito, ora convien se quello vi potranno potere, io vi priego e aiuto in quello Egli è il vero sono di tanta potenza, i fortissimi uomini non trascorrere. E come Amore stato grazioso, e ’l piú savio cavaliere senza marito posso dire senza mogliere. Per amore quanto è quello quello che io vi porto, il vostro verso di me e abbondanza le lagrime, le lagrime, che essa, a sospignerla indietro, saramenti a affermare d’essere squartato consentisse. Il a Dio non piaccia, poi volete me far morire, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che, che non che uno aringo che uno aringo ma diece che infinite sono a Che essendo lo ’mperio di che far poterono, che a ciò procedessero, che assai ammaestrato che loro piú alle che a quelle fatiche che a quegli tempi si che piú della persona che, essendo il re di che che, costumando egli alla che che la donna del che fatto l’avesse venire che in altra; per che che debitamente dinanzi a che dicesse che non che non dovesse molto piú che per la vita loro lor che una donna la quale, che a’ suoi disideri che grandissima parte di che le possiede, se ella Le quali cose che ama. che amendune, secondo il che surgano in servigio che nella presenza de’ che consiglio e aiuto in che io vi dimanderò mi che, per la lontananza di che che i fortissimi uomini che le tenere donne hanno che tal cosa, se saputa che egli non solamente che nel reame di Francia che io mi veggia, cosí che io vi priego, per che io vi porto, che voi che voi non neghiate il che della mia giovanezza che essa, che ancora piú che ancora piú prieghi che già al collo gli si che egli prima che tal cosa contro che la donna udendo, che voi volete me far che io voi o morire o Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 39 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 23 23 25 26 26 26 26 27 27 28 28 28 29 29 30 30 30 31 31 31 31 31 32 34 35 35 35 36 37 37 37 38 38 38 39 39 39 40 40 41 41 41 41 41 42 43 43 43 44 della invidia cortigiana malvagità della donna La novella, secondo Il conte, dolente Nella quale prima in due cose: prima, recati; e appresso, anni, e la figliuola, sette; li quali, secondo appresso. Il Il che, acciò in Londra, a guisa a una chiesa, avvenne e i due suoi figlioletti Alla quale egli rispose che era di Piccardia e ribaldo, con quegli due, partire. La dama, piacquele molto, per ciò tua figlioletta, per ciò la mariterò a quel tempo serà in maniera fatica, sí come colui facesse, ciascuna pruova tra lor si faceva. Il egli fosse. Fugli detto il conte, sí come colui quelle cose faccendo di chiunque la conoscea, cosa; né alcuno era sue maniere riguardasse, cosa la gentil donna egli si fosse altramenti della quale stimava dispose: e acciò venisse, si dee credere dee credere che quello il valeva, come colui come colui che piú forse sei anni piú forte di lei s’innamorò, lei non vedea. E per ciò non fosse ripreso la qual cosa troppo piú Laonde avvenne della sua salute. Di dolore e malinconia, per risposta dava o Avvenne un giorno Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che della sua coscienza, che alla sua innocenzia, che sconcia si diceva, che d’innocente fuggendo che entrasse, con molte che essi pazientemente che con ogni sagacità si che nome avea Violante, che comportava la loro che, acciò che meglio che che meglio fare si che far veggiamo a questi che una gran dama, la che limosina adomandavano che era di Piccardia e che, per misfatto d’un che che suoi erano, gli era che pietosa era, pose gli che bella e gentilesca e che buono aspetto ha, io che convenevole serà in Al che starà bene. che d’andare a piè non che tra lor si faceva. che il maliscalco alcuna che egli era figliuolo che d’altro Idio non che a fante o a ragazzo che era a vedere che a’ suoi costumi e che lei non dicesse che lei dal padre che da lui udito avesse, Ma che fosse, maritare. che a mano di vile uomo che quello che avvenne che avvenne Egli per sua che piú che altro e che altro e costumato e che la Giannetta e lei che piú avanti di lei non che egli imaginava lei di che bassamente si fosse a che se palesato l’avesse che per soverchio di noia che il padre e la madre che maggiore non si saria che tutto si sentia che, sedendosi appresso che Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 40 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 45 45 45 46 46 47 47 47 48 48 49 49 49 49 49 49 50 50 50 50 50 50 51 52 52 52 52 52 53 53 54 54 54 55 55 55 56 56 56 57 57 57 58 58 59 59 60 61 61 l’amoroso ardore, per cominciò a battergli che l’usato: il battimento ristette: per prima nella camera entrò focosamente ama, come ne accorge, per quello io vegga. Sapete omai loro molto gravasse gravasse che quello, di io non avrei mai creduto venir meno; per ciò dovevi esser certo e dèi e dèi che niuna cosa è potessi, quantunque meno meno che onesta fosse, non la facessi. Ma poi fatta l’hai, è avvenuto misericordioso di te piú che tu medesimo, e acciò quale niuna altra cosa è a alcuna giovane, qual tu vergognare, per ciò e renditi certo per sodisfacimento di te di te che tu m’imponghi, faccia, sí come colei colei che te piú amo cosa. E se tu non truovi per la piú crudel madre poi, seco pensando delle persone avveduto avveduto che, poi si vogliono. Ma poi non solamente quello, di con cotal patto, troppo fidandosi di ciò liberamente rispose darebbe opera a fare fare accorgere, non mi vedete; e se quello non segue, state sicura piú tempo da conforto e lascia fare a me, poi mostrò segni: di potesse osservare il come io sono, e vogliamo donare uno, di vi diletterete, per ciò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che il polso piú forte che l’usato: il che il che il medico sentí che parte parve al medico che ’l battimento del che ella non se ne che io vegga. Sapete omai che a fare v’avete, se la che quello, di che che dubitavano, fosse che da me d’alcun tuo che tu dovevi esser certo che niuna cosa è che per che per contentamento di che onesta fosse, che io che io come per me che pur fatta l’hai, è che Domenedio è stato che tu medesimo, e acciò che tu di questa che soperchio amore il E nel che ella si sia. che la tua età il che niuna cosa sarà per che tu m’imponghi, che io che io a mio poter non che te piú amo che la mia Caccia che la mia vita. che io a ciò sia che mai partorisse che niuna persona meglio che, poi che attempati che che attempati sono, che in ciò discreta vi che dite vi siete accorta che effetto seguirà alla che non le doveva venir che sicuramente ogni suo che egli il suo piacere che pietosa, del mio che promesso m’avete o in che la mia vita fia che da riprensioni parea, Il che guarito sarai. che la donna contenta che promesso avea. E che all’altrui servigio che voi tutta giuliva che non è convenevole che Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 41 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 61 62 63 65 65 66 67 67 67 67 68 68 68 68 69 69 69 69 69 70 70 70 71 72 72 73 73 74 74 75 75 75 75 76 76 76 76 77 77 77 77 79 79 79 80 80 81 81 81 che non è convenevole ma altro no; per ciò alla donna a quello a il suo piacere, dicendo che disonesto le pareva fieramente peggiorò. Il Ma piú constante raccontato ciò aveva al marito, ancora non convenevole a lui novelle, fecero. Di cuore ringraziò Idio tutto questo mai altro fece le nozze piú lieto pro’ quanto alcuno altro fosse, in tanto niuno v’era nel paese paese che quello valesse valesse che egli; per mente dimostrò: per ciò se ne portò, senza se ne fuggirono, di tutti morirono, né altro la damigella, per ciò prese, e di tutto ciò né guari di tempo passò in luogo di quello anno passato poi se egli potesse, quello fosse adivenuto. Per piú della persona atante bello della persona: il non volle infino a tanto della Giannetta. Per prima non ristette moglie del figliuolo, il reputò piccola, poi Giachetto Lamiens, lui compassione per ciò uno de’ suoi famigliari da mangiar per Dio. Il quantunque colui gli chiamasse. Per di battergli se quello prod’uomo, il quale piú maestro gli amava: di conobbe punto, per ciò trasformato da quello soleva, sí come colui Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che cosí bella damigella, che della eredità de’ che di venire intendea che disonesto le pareva che essa, a guisa d’una che la donna veggendo, che mai trovandola, che fatto aveva al marito che grave loro paresse, che morto senza alcuna; e che la Giannetta fu che lei non avea che figliuola d’un che altro uomo e che nell’isola fosse, in che né in tornei né in che quello valesse che che egli; per che per che per tutto, chiamato che, venuta in quella che che grandissima parte del che il paese tutto pareva che una damigella già da che prod’uomo e valente che a lei per eredità che, udendo il re che che morto era il che il conte d’Anguersa che de’ figliuoli fosse che, del tutto della che che quando giovane in che gli aggradí forte ma che saputo non avesse che, messosi in cammino, che che in Londra pervenne: e che forte gli piacque e che vivi aveva ritrovati che cosí era chiamato il che povero e vecchio il che nella sua casa il che il famigliare che al governo di loro che la Giannetta, ciò che il lor maestro volea che il lor maestro gli che e la donna e ’l conte che oltre modo era che esser soleva, sí come che vecchio e canuto e Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 42 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 81 82 82 83 83 83 84 84 84 84 84 84 85 85 85 85 86 86 86 87 88 88 89 89 89 90 90 90 91 91 91 91 92 92 92 92 92 92 94 94 94 94 95 95 96 98 98 98 98 un altro uomo pareva E veggendo la donna disse al maestro col prod’uomo, avvenne sentí questo fatto: per star con la mala ventura n’avea. Giachetto, sentita aveva la festa tanto gli amava, gli amava, che avanti gli vedesse comandò entro dimorar volesse, Il quale rispose rimanea volentieri, ma altra cosa far non sapea attendere a’ cavalli, di intendea. Mentre fortuna, in questa guisa menava, avvenne e con fatti, piú durante la guerra peccati gli narrò ciò riraccontò, pregandogli che col re operassono né guari poi dimorò altre parti, una grida: con ciò fosse cosa per innocente di ciò per udendo e sentendo a Giachetto e il pregò con Perotto, per ciò voleva loro mostrare ciò il conte a Perotto, "Perotto, Giachetto, dota; e per ciò, acciò dote non sia, io intendo abbia questo beneficio e sua mogliere, e per me prima udendo ciò e poi veggendo quello allegrezza soprapreso, che appena sapeva gli diede. E poi il sofferse ma volle di Giachetto, e comandò molto da quello in su gli occhi lui Perotto, e comandò in assetto, secondo Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che il conte. E che i fanciulli da lui che alquanto gli che il padre di Giachetto che egli, il quale a che Dio dea loro, ché che sentita aveva la che i figliuoli al che avanti che piagner che piagner gli vedesse che, se ’l prod’uomo a che che egli vi fosse che vi rimanea volentieri che altra cosa far non che attendere a’ cavalli, che tutto il tempo della che la fortuna, in questa che divisata è, il conte che il re di Francia, che a lui non si che la reina di Francia che per lei a gran torto che col re operassono che che ’l conte, se vivo che, di questa vita che che chi il conte che egli lui per che in essilio andato era che cosí era il vero, che con lui insieme fosse che egli voleva loro che il re andava cercando che già era in pensiero che è qui, ha tua sorella che tua sorella senza che egli e non altri che il re promette cosí che il conte d’Anguersa e che il conte detto avea e che Perotto faceva, fu a che appena sapeva che far che far si dovesse. Ma che i varii casi di che, avendo prima che che via il portasse dove che esser solea che ginocchione stava che incontanente il conte che alla sua nobilità si Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 43 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia ELISSA ELISSA ELISSA CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 8 8 8 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 99 100 100 1 2 2 2 2 3 3 3 3 5 5 5 6 6 7 7 8 8 8 8 8 8 9 9 9 10 10 10 10 11 11 11 12 12 13 13 13 13 13 14 14 14 14 15 15 16 di dire a tuo padre e maggior fattolo Parigi piú gloriosamente perde il suo e comanda persona e nel viso piú non restandoci altri prima la mia e esso, il chiese, l’ultimo fia dire un cotal proverbio: il quale non pare se per gli accidenti d’averlo udito, acciò ma questo so io bene, mani alcuna giovinetta, qua quello piacere il simigliante, per ciò per ciò che se io credo brievemente tutti pareva a questo s’accordassero, di tutte quelle virtú o donzello dee avere, fosse un’altra: per ciò né alcuna cosa era di seta e simili cose, ella non facesse meglio scudiere, o famigliare una tavola d’un signore, ella, sí come colei e fare una ragione pervenne a quello di egli credeva certamente fuori di casa dimorasse, tra questi mercatanti di questa ultima loda questo privilegio piú un poco turbatetto disse quale poteva un poco piú io non dubito punto dir vero, ma, per quello delle cose, per ciò di sí grosso ingegno, quella cognosciute cose parlare. E per ciò per ciò che tu non creda tu non creda che noi, o altramenti fatta il piú nobile animale e cosí ha, per ciò e non si può tenere Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che i tuoi figliuoli, che fosse già mai; poi Bernabò da che mai. che la moglie innocente che altra piacevole e che egli e io a novellare che di grazia il chiese, che dirà.- E questo detto che lo ’ngannatore rimane che per alcuna ragione si che avvengono non si che dagl’ingannatori che quando qui mi viene che mi piaccia, io lascio L’altro che io posso. che se io credo che la che la mia donna alcuna che a questo che le donne lasciate da che donna o ancora che forse in Italia ne che ella era bella del che a donna appartenesse, che ella non facesse Oltre che alcuna altra. che dir vogliamo, diceva che serviva ella, sí come che era costumatissima, che se un mercatante che quivi si ragionava, che, se egli diece anni o che che ella mai a cosí fatte che cosí ragionavano un che Bernabò avea data che a tutti gli altri che non lo ’mperadore ma che lo ’mperadore, gli che tu non ti creda dir che a me paia, tu hai che, se riguardato che che tu non avessi in che ti farebbono sopra che tu non creda che noi, che noi, che molto largo che molto largo abbiamo che tu, ma da un naturale che tra’ mortali fosse che universalmente le che non condiscenda, Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 44 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 16 16 16 16 16 16 16 16 16 17 17 17 17 17 17 17 18 18 18 18 18 18 19 19 19 19 19 19 19 20 20 20 21 21 21 21 21 21 21 21 22 22 22 22 22 22 23 23 23 lasciamo stare a una a non disiderare una al disidero, di far ciò di far ciò che può acciò il giorno avvenirgli; avvenirgli; che speri tu a’ mille altri modi che userà uno uom savio savio che l’ami? credi l’affermi, io non credo creda; e tu medesimo di’ come son l’altre. Per o quelle medesime forze naturali appetiti; per ella sia onestissima, che ella quello risponderò. E dico dico che io conosco ciò vergogna; ma quelle dello onor loro, elle diventan forti piú piú che gli uomini, se per ogni volta testimonianza di ciò avessero, io mi credo poche sarebber quelle v’atendessero; ma, non non se ne pare, a quelle nelle cose palesi: per E abbi questo per certo: pruova. E dicoti cosí, tempo recarla a quello monterebbe. Ma poi Ma poi che tu di’ sono cosí pieghevoli e ingegno è cotanto, acciò donna, io son disposto testa se tu mai a cosa non puoi, io non voglio che tu perda altro di vedere pruova di ciò fiorin d’oro de’ tuoi, ti deono essere cari e infra tre mesi dal dí fatti e tanti indizii, esser vero, sí veramente Bernabò disse gli altri mercatanti questo fatto, conoscendo Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che ’l prieghi, ma pure a che gli piaccia, e, oltre che può acciò che con che con quella esser che speri tu che una che una donna che userà uno uom savio che l’ami? credi che ella che ella si possa tenere? che tu il creda; e tu che la moglie tua è che, se cosí è, quegli che che nell’altre sono a che possibile è, che ella quello che che l’altre faccia, e che io conosco ciò che tu che tu di’ potere che savie sono hanno che elle diventan forti che gli uomini, che di che di ciò non si curano, che elle a queste cosí che fatto avessero, io mi che poche sarebber quelle che v’atendessero; ma, che il corno nasca, egli che savie sono, né pedata che, quando possono che che colei sola è casta la che, se io fossi presso a che che io ho già dell’altre che tu di’ che tutte sono che tutte sono cosí che ’l tuo ingegno è che io ti faccia certo che mi sia tagliata la che ti piaccia in cotale che tu perda altro che che mille fiorin d’oro. che io ho già ragionato, che meno ti deono essere che la testa, contro a che io mi partirò di qui che tu medesimo che tu mi prometterai che gli piacea molto; e che quivi erano che gran male ne potea Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 45 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 23 24 24 25 26 26 26 27 27 27 27 27 27 28 30 30 30 30 30 31 31 32 32 32 32 33 33 33 34 34 34 37 37 37 38 38 38 38 38 39 39 40 40 40 40 41 41 41 41 sí gli animi accesi, quello e piú ne ’ntese udito n’avea: per con una povera femina venuta la notte, allora che Ambruogiuolo avvisò ogni altra cosa notabile al letto e sentendo e una piccola fanciulla scopertala tutta, vide le vide, fuori le vide, fuori che uno la ricoperse, come fece due notti senza chiamati que’ mercatanti tra lor messo per ciò fornito aveva quello di di che vantato s’era: e appresso mostrò le cose avere avute le cose; per non dicea, non gli parea aver vinto. Per doveva bastare: ma poi ma poi che tu vuogli e io il dirò. Dicoti udí questo, parve segnale ciò esser vero disse: "Signori, ciò donna come tornato era e segretamente impose parte fosse con la donna "Mercé per Dio! anzi che tu m’uccida dimmi di di che io t’ho offeso, d’alcuna cosa: ma di marito io nol so, se non non che egli mi comandò tenuto e come io di cosa dir di no: sallo Idio servire altrui. Idio, che tutto conosce, sa a me in questa maniera: e tuo signore e dichi quale tu donata m’avrai, e andronne in parte Il famigliare, divenne pietoso: per essa avea, pregandola suo, al qual disse Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che, che oltre al voler degli che da Bernabò udito che gli parve matta che molto nella casa che Ambruogiuolo avvisò che la donna dormisse, che in quella era che la donna e una che con lei era dormivan che cosí era bella ignuda che uno che ella n’avea che ella n’avea sotto la che, cosí bella vedendola che che la donna di niente che presenti erano stati che fornito aveva quello che vantato s’era: e che che ciò fosse vero, che di lei n’aveva seco che, se altro non dicea, che che questo bastasse a che Ambruogiuolo disse: che tu vuogli che io piú che io piú avanti ancora che madonna Zinevra tua che gli fosse dato d’un che Ambruogiuolo diceva; che Ambruogiuolo dice è che con colui a lui che, come in parte fosse che che miglior gli paresse, che tu m’uccida dimmi di che io t’ho offeso, che che tu uccider mi debbi. che voi offeso abbiate il che egli mi comandò che che senza alcuna che egli m’imponga possa che di voi m’incresce ma che tutto conosce, sa che che io non feci mai cosa che tu prenda questi miei che tu m’abbi uccisa; e che io mi dileguerò e che mai né a lui né a te che malvolentieri che, presi i drappi suoi che che di quelle contrade si che il suo comandamento Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 46 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 41 42 42 43 44 44 44 45 45 45 45 45 47 48 49 53 53 54 54 54 54 54 54 54 54 56 56 57 57 57 57 58 58 58 58 59 60 60 61 62 62 63 63 64 64 64 65 65 66 era fornito, ma contraffatta il piú procacciato quello bene e sí acconciamente, ivi a non guari tempo i costumi di Sicurano, e quegli, ancora col suo bene adoperare, avesse fatto: per di tempo avvenne del soldano era), acciò grandi uomini con gente faccendo ciò tra l’altre volte il quale, udendo Lomellin, una notte con lei, e pregommi Ora risi io, per ciò fu di tanta follia, d’oro contro a mille a’ miei piaceri: il vinsi il pegno; e egli, bestialità punir dovea lei d’aver fatto quello tornandosene, per quello dimestichezza, tanto suoi denari assai: per riposò infino a tanto mercatanti genovesi fece ricevere, infino gli paresse a quel fare prender piacere; ma poi quivi Bernabò, pensando dal soldano impetrò stato fosse quello di a Ambrogiuol comandò se nol dicesse. Per pena piú aspettandone a Bernabò disse: "E tu dall’onta della vergogna uccidere; e, secondo sappiendo egli ancora a ancora a che Sicurano, alle altrui falsità tanto il bene e l’amore e il marito le porta, la conosce. Ma per ciò conoscete quello a Sicurano, disse Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che il corpo di lei morto che poté n’andò a una che le bisognava, che egli gli venne oltre che questo catalano con che sempre a servir che grave gli paresse, che quella del catalano che in processo di tempo che, dovendosi in un che che i mercatanti e le che alla guardia che al suo uficio che, essendo egli a un che che il capitano della che io giacqui con lei, e che per suo amore io le che egli mi ricordò della che mise cinquemilia che io la sua donna non che io feci e vinsi il che piú tosto sé della che lei d’aver fatto che tutte le femine fanno che io abbia poi sentito, che per gli suoi conforti che egli, util grande che con opera d’alcuni che in Alessandria erano, che tempo gli paresse a che di fare intendea. che vide quivi Bernabò, che alla bisogna non era che davanti venir si che egli della moglie di che il vero dicesse come che Ambruogiuolo, da una che la restituzione di che facesti per questa che mi parea avere che egli mi rapportò, che Sicurano, che questo che questo ordinato avea che alla verità da lui che l’amico e il marito che, con lei lungamente che che voi ottimamente che ciascun di costoro ha che gli piacea e che Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 47 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 66 66 66 66 69 70 70 70 70 71 72 72 73 73 73 73 73 73 73 73 74 74 75 3 3 3 3 3 3 3 3 4 4 4 5 5 6 6 6 7 7 7 8 8 9 9 9 9 11 disse che gli piacea e di peggio avea paura pagar denari, né sapea sapea che si sperare o quando mai, secondo in tanta maraviglia, che piú volte quello piú tosto esser sogno che vero. Ma pur, poi feminili e donne soldano appresso comandò mai, infino a tanto Appresso questo comandò questo comandò che ciò fosse alla donna donato, che non era sí poco donna onorò, e donolle e donolle che in gioie e d’oro e d’ariento e e che in denari, quello apprestare un legno, poi da tutti si credeva il dí medesimo consiglio di dirne una, di Bernabò, come e di tutti gli altri si danno a credere di creder mostrava: cioè s’immaginan noi non conosciamo, e cresciamo e stiamo, di coloro li quali, sé piú favolose potere d’altrui recare a quello in Pisa un giudice, piú sodisfare alla moglie gli venne fatto, per ciò giovani di Pisa, come che poche ve n’abbiano toccarla e di poco fallò mattina, sí come colui poco spirito, convenne delle sue forze buono da fanciulli a Ravenna. Per ciò Per ciò che, secondo le mostrava, niun dí era molte, avvisandosi forse le feste. Avvenne Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che facesse la donna che di pagar denari, né che si sperare o che piú che piú temere, perché che egli avanti si che piú volte quello che che egli vedeva e udiva che vero. Ma pur, poi che che la maraviglia cessò, che compagnia le che incontanente che per se medesimo non che ciò che che d’Ambruogiuolo stato che non era sí poco che che oltre a diecimilia che in gioie e che in che in vasellamenti d’oro che in denari, quello che che valse meglio d’altre che fatta fu la festa, che morta fosse; e sempre che legato fu al palo e che all’animo m’era, a che bene ne gli avvenisse che quello si danno a che esso di creder che essi, andando per lo che le donne a casa che tra esse nasciamo e La che elle sien vaghe. che la natura possenti che essi non possono, e che essi sono, non che di corporal forza che egli faceva agli che messer Lotto Gualandi che poche ve n’abbiano che lucertole verminare che egli quella una non che era magro e secco e che con vernaccia e con che stato non era avanti, che stanno a leggere e che, secondo che egli le che che egli le mostrava, che non solamente una che cosí feria far si che, essendo il caldo che Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 48 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 13 13 13 14 15 16 16 16 16 17 18 18 18 18 19 19 20 20 20 20 20 20 20 21 23 23 23 23 23 23 23 23 24 24 24 24 24 24 24 24 25 25 26 26 27 27 28 28 28 infra mare. E mentre sí tosto fuggire, veggente messer Riccardo il quale era sí geloso tenersi costei, e lei co’ fatti, parendogli maniera la racconsolò, racconsolò, che, prima oltre alle consolazioni saper far ciò e aspettando a che riuscir volesse; per discoperse, pregandolo pregandolo che quello dico cosí: egli è vero d’altrui si sia, per ciò voi dite, io, per ciò da lei, e son certo bene. Se essa dice piacevolezza quello a torre, per ciò e spezialmente lei che è la piú piacevole e per ciò non domando motto a messer Riccardo a un altro forestiere sua venuto fosse. Il che vedendo il giudice, cominciò a dire: "Forse e il lungo dolore che io ho avuto poscia m’ha sí trasfigurato mi riconosce. Per a pescare, per ciò si sentí mai a quello che io ho poscia portato ti perdei, e tu non par mi fai. Non vedi tu qui per pagare ciò la sua mercé, per ciò dite voi a me? Guardate è io, non mi ricordo Riccardo: "Guarda ciò tu vedrai bene tanto guardato, guardato, che io conosco messer Riccardo di conoscerlo: per di grazia a Paganino Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che essi piú attenti che Paganin non giugnesse che già era in terra, che temeva dell’aere che forte piagnea che poco fossero il dí che, prima che a Monaco che che a Monaco giugnessero, che di dí e di notte le che a ciò bisognava, esso che riuscir volesse; per che, quando tempo parve a che che quello che gli che gli piacesse che io ho una giovane in che voi io non conosco né che piacevol gentile uom che ella vi conoscerà che cosí sia come voi che voi medesimo vorrete che io son giovane uomo e che è la piú piacevole che io vidi mai. che altramente sia se non che fatto s’avrebbe a un che con Paganino in casa che vedendo il giudice, che aspettava di dovere che la malinconia e il che io ho avuto poscia che io la perdei m’ha sí che ella non mi riconosce che egli disse: "Donna, che simil dolore non si che io ho poscia portato che io ti perdei, e tu che mi riconoschi, sí che io sono il tuo messer che volesse questo che io voglio mi ti rende che voi non m’abbiate che io vi vedessi giammai che tu di’, guatami bene: che io sono il tuo che io conosco che io mai che io mai piú non vi che ella questo facesse che dopo alquanto chiese che in camera solo con Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 49 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 29 29 29 29 30 30 31 31 31 31 31 31 31 31 31 32 32 32 32 32 33 33 33 33 33 34 35 35 35 35 35 36 36 36 36 37 37 37 38 38 39 39 39 39 39 39 40 40 40 parlare. Paganin disse gli piacea, sí veramente e alla donna comandò andasse e udisse ciò tu Riccardo tuo tuo che t’ama piú piú disse: "Ben sapete non sono sí smimorata, che io non conosca marito; ma voi, mentre di conoscer me, per ciò tanto conoscimento, che voi dovavate vedere conoscere quello dicano, si richiede: il lo studio delle leggi a me non parve mai e le vigilie. E dicovi fatte fare a’ lavoratori faciavate fare a colui abbattuta a costui, nella quale non si sa dico di quelle feste voi, piú divoto a Dio battecisi la lana; e poi ve n’andate il piú tosto e disse, poi "Deh, anima mia dolce, che parole son quelle e in peccato mortale, cara e sempre, ancora lasciar l’onor tuo e me, tuo e me, che t’amo piú quinci innanzi, poscia ben non sentii poscia mio onore non intendo io io che persona, ora mortaio, io starò quando di me. E dicovi cosí, bagascia, pensando per me. Anche dite voi che vi sforzerete: e di rizzare a mazzata? Io so un pro’ cavaliere poscia vivere, ché mi pare anzi ché mi pare anzi che no E ancor vi dico piú: costui mi lascerà, di salsa, per ciò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che gli piacea, sí che egli non la dovesse che con lui in camera che egli volesse dire e che t’ama piú che se che se medesimo? come può che io non sono sí che io non conosca che che voi siete messer che io fui con voi, che se voi eravate savio che voi dovavate vedere che io era giovane e che alle giovani donne, che come voi il faciavate che la moglie, voi non che voi giudice foste, che se voi aveste tante che le vostre possession che il mio piccol che ha voluto Idio sí che cosa festa sia, dico che voi, piú divoto a Dio che a’ servigi delle che questa notte sonò che voi potete, e senza che lei tacer vide: "Deh, che parole son quelle che che tu di’? or non hai tu che a Pisa mia moglie? che io non volessi, sarai che t’amo piú che la vita che la vita mia? Deh, che io conosco il tuo che tu tolta mi fosti. che persona, ora che non che non si può, sia piú che sia in imbeccato che qui mi pare esser che per punti di luna e che vi sforzerete: e di che? di farla in tre pace che che voi siete divenuto un che io non vi vidi! che no che voi ci stiate che voi ci stiate a che quando costui mi che non mi pare a ciò che con mio grandissimo Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 50 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA CORNICE II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II II 10 10 10 10 10 10 10 10 10 CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL 40 41 41 41 41 42 43 43 43 1 1 1 1 2 2 2 3 3 3 4 4 4 5 5 5 5 5 5 6 6 7 7 8 8 8 9 9 10 10 10 11 12 14 14 15 15 15 15 16 vi stetti una volta: per mia civanza. Di Di che da capo vi dico v’andate con Dio, se non se non che io griderò per dolor cadde, tempo si morí. Il e conoscendo l’amore donne mie care, mi pare Questa novella diè tanto a tutta la compagnia, tutte le donne dissero che Dioneo diceva vero e una bestia. Ma poi la reina riguardato l’ora era omai tarda e non altramenti un poco bassi. Ma poi alquanto piú alta sedendo, disse: "Poi disse: "Poi che cosí è tenuta per quelle alle piú genti; senza venerdí, avendo riguardo che in esso Colui degno di reverenza, per e molto onesta reputerei piú tosto a orazioni polvere, ogni sucidume opera riposarsi: per Appresso, per ciò se noi vogliam tor via sarà ancora piú bello novellare la licenzia e si dica, e ho pensato recuperasse. Sopra di dire alcuna cosa reina, e cosí statuiron tavole e quello appresso brigata, a far quello la via e quivi, poi s’io non canto io, / / un giovinetto tale, / / di lui m’accesi tanto, signor mio. / E quel la tua merzede; / per per quella intera fede / che io gli porto. Idio, a quelle cose vacando Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che in altra parte che da capo vi dico che che qui non ha festa né che io griderò che voi mi che voi mi vogliate che andando per Pisa, a che Paganin sentendo e che la donna gli portava, che ser Bernabò che ridere a tutta la che niuna ve n’era a cui che Dioneo diceva vero e che Bernabò era stato una che la novella fu finita che l’ora era omai tarda che tutti avean novellato che matutina stella, un che l’onesto romor de’ che usata non era sedendo che cosí è che io vostra che io vostra reina sono, che davanti a me sono che il venerdí, avendo che in esso Colui che per che per la nostra vita che giusta cosa e molto che, a onor di Dio, piú che che a novelle vacassimo. che per la fatica di che, non potendo cosí che che noi qui quatro dí che gente nuova non ci che un poco si ristringa che sopra uno de’ molti di chi che questo sarà: che ciascun pensi di dire che alla brigata esser che fosse. La quale che far dovesse in tutto che piú piacesse a che alquanto diportati si che son contenta d’ogni che di biltà, d’ardir, né che aguale / lieta ne che ’n questo m’è sommo che in questo mondo il che io gli porto. Idio, che questo vede, / del che prima la reina avea Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 51 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 3 4 4 4 4 5 5 6 6 6 6 7 7 8 8 8 8 9 9 9 10 10 11 11 11 11 14 14 14 16 2 2 2 2 3 4 4 5 5 6 7 7 7 8 9 9 10 10 quivi preparasse quello passi, assai avanti ripiene di ciò acqua e in gran copia vaghi, sopra una loggia cosa piena di quei fiori aprire un giardino al palagio, in quello, lo giardin rendevano, di molte altre cose tra tutta la spezieria per le quali cose, non poste fossero le piante nostro aere patisca, di mezzo del quale, quello è non meno commendabile che altra cosa erba e verde tanto, quale sopra una colonna sí alta verso il cielo, chiarissima ricadea, La qual poi, quella dico chiarissima, avanti donna e a’ tre giovani ad affermare non sapevano conoscere che altra forma aggiunsero. Ma poi capo si dierono, infino parve ora si diede. Ma, poi e di quelle femine che sí sono stolti, che credono troppo bene messale la nera cocolla, di poter far quel ancora di quegli assai che credono troppo bene Ma quanto tutti coloro ingannati, mi piace, poi non essendovi allora piú Quivi, tra gli altri fosse. Il buono uomo, Masetto domandò, di davano sí poco salaro, tanta seccaggine, e uscivami dell’orto: sí quando io me ne venni, alcuno alle mani Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che bisognava, veggendo che mezza terza fosse ad che a camera s’appartiene che quivi surgea, piú che la corte tutta che concedeva il tempo e che di costa era al che tutto era dattorno che, mescolato insieme che che per lo giardino che mai nacque in Oriente che la mattina, ma che erano in quel luogo, che quivi non sia che è non meno che altra cosa che vi che vi fosse ma molto piú che quasi nera parea, che nel mezzo di quella che poi non senza che di meno avria che soprabbondava al che a quel divenisse, con che tutti cominciarono ad che, se Paradiso si che che altra forma che che quella di quel che assai, or questa cosa che alla reina, per lo che, a cui piacesse, che che, passata la nona, che che sí sono stolti, che che credono troppo bene che, come ad una giovane che che ella piú non sia che vogliono non può che credono troppo bene che la zappa e la vanga e che cosí credono sieno che la reina comandato me che otto donne con una che lietamente il che Nuto avea nome, che egli il monistero che io non ne potevo che io lasciava stare il che, tra per l’una cosa e che che, se io n’avessi che che fosse da ciò, che io Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 52 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 10 11 11 11 11 11 11 12 12 12 12 12 13 14 14 15 15 15 15 15 16 16 16 16 16 16 18 19 19 19 19 19 20 20 20 21 21 21 21 21 21 21 23 23 23 24 24 25 25 mani che fosse da ciò, con queste monache, per le parole di Nuto venir fatto di quello e avvisandosi ben facesti a venirtene! volte le sei quello Masetto a pensare con loro; e conoscendo ben fare quegli servigi esser ricevuto per ciò e appariscente. Per per l’amor di Dio e mise innanzi certi ceppi li quali costui, spezzati. Il castaldo, cenni gli fece intendere il fece molto bene, per a far fare certe bisogne tenne: de’ quali avvenne venne per limosina, sí fatte fare assai cose rimanere, io mi credo buon servigio, per ciò l’uomo fare ciò d’aver pensiero io vi lavorerò sí l’orto il castaldo veduto con cenni rispostogli che far voleva ciò ricevuto, gl’impose e mostrogli quello spesse volte avviene intese; e la badessa, che forse estimava Or pure avvenne due giovinette monache, là dove egli era, e lui a riguardare. Per Per che l’una, "Se io credessi io ti direi un pensiero siamo tenute strette, né piú volte a piú donne, son venute, udito dire usa con l’uomo. Per Volentieri udirei quello "Ohimè! disse l’altra l’altra che è quello Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che io gliele mandassi, e che tutto se ne struggea, che a lui dovrebbe poter che egli disiderava; e che fatto non gli Che è un umo a star con che elle si vogliono che via dovesse tenere a che egli sapeva ben fare che Nuto diceva, non che troppo era giovane e che, molte cose divisate che che egli, se bisognasse, che Nuto non avea potuto che fortissimo era, in che bisogno avea d’andare che a casa ne le recasse. che il castaldo a far che gli eran luogo piú che uno dí la badessa il che io gli ho fatto bene, che bisogno c’erano. Se che noi n’avremmo buon che egli ci bisogna, e che volesse: e, oltre a che egli motteggiasse che mai non vi fu cosí che egli ottimamente che far voleva ciò che che egli volesse, che egli l’orto lavorasse che a fare avesse; poi che altri fa de’ mutoli, che forse estimava che che egli cosí senza coda che costui, un dí avendo che per lo giardino che sembiante facea di che l’una, che alquanto che alquanto era piú che tu mi tenessi che io ho avuto piú volte che mai qua entro uomo che a noi son venute, che tutte l’altre che io m’ho piú volte che a te ne pare. che è quello che tu di’? che tu di’? non sai tu Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 53 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 25 26 26 28 28 28 29 29 30 30 30 31 31 31 31 32 32 32 32 33 34 35 35 36 36 37 37 37 37 37 38 38 39 39 40 40 40 40 40 40 40 41 41 41 41 42 42 42 43 che tu di’? non sai tu che noi abbiam promesso promettono tutto ’l dí, che non se ne gli attiene un’altra o dell’altre che gliele attengano. pensiero del mal prima che egli ti venga; quando mille modi da fare sí che mai non si saprà, pur mai non si saprà, pur che noi medesime nol già maggior voglia che l’altra di provare che l’altra di provare che bestia fosse l’uomo, su la nona: io mi credo che le suore sieno tutte s’egli non ci è persona, che abbiam noi a fare se Egli è sí sciocco, che egli s’acconcerà ben per tutto e veggendo che da niuna parte appressandosi quella, che mosse avea le parole, si levò in piè; per che costei con atti invitare quel fece che ella volle. La compagna, avuto quel che volea, diede il lor volere; per che, che avanti che quindi si volere; per che, avanti che quindi si ragionando, dicevano che bene era cosí dolce Avvenne un giorno che una lor compagna, da Ultimamente la badessa, che ancora di queste cose medesimo appetito cadde che cadute erano le sue dalle monache fatta che l’ortolano non venia e oltre a ciò piú che parte volendo da lui, a tante, s’avisò che il suo esser mutolo "Madonna, io ho inteso che un gallo basta assai bene a diece galline, ma che diece uomini posson convien servir nove, al che per cosa del mondo io anzi sono io, per quello che infino a qui ho fatto ho fatto, a tal venuto che io non posso fare né tutta stordí, e disse: "Che Che è questo? Io credeva Che è questo? Io credeva che tu fossi mutolo. anzi per una infermità che la favella mi tolse, essere restituita, di che io lodo Idio quant’io credette, e domandollo che volesse dir ciò che che volesse dir ciò che egli a nove aveva a le disse il fatto: il che la badessa udendo, udendo, s’accorse che monaca non avea che che monaca non avea che molto piú savia non non fosse di lei: per che che, come discreta, senza a questi fatti, acciò che da Masetto non fosse apertosi tra tutte ciò che per adietro da tutte di Masetto ordinarono che le genti circunstanti circunstanti credettero che che, per le loro orazioni sue fatiche partirono, che egli le poté Nelle quali, come che esso assai monachin procedette la cosa, che niente se ne sentí se già Masetto presso che vecchio e disideroso se ne tornò, affermando che cosí trattava Cristo Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. 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E per ciò stato non gli avea tolto pur seco si gloriava pensieri; e, come colui cosa la qual credeva dovesse piacere. Per Per che intervenia guardato cavalcava che alcuno altro: il avvenia, in tanto lui morire per lo amore cosa propose di voler di voler che tal fosse, il suo amore, ché sapeva del re, il quale sapea camera entrare. Per Per che, acciò acciò che vedesse in in che maniera e in mantello simile a quello lavatosi bene, acciò si nascose. E sentendo pietra e collo acciaio turbato (per ciò del re esser sapea reina cognobbe. E come andò della reina, di "O signor mio, questa ritornate? Guardate ciò fare accorgere. Il ci fu’io, chi fu colui andò? chi ci venne? Di altra volta quello sentito avea: e quello il re, piú nella mente mente che nel viso o ma tuttavia io vi priego mal talento, per quello in una lunghissima casa dormiva; ed estimando Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che Agilulf tacitamente che Pampinea novellando che per lor non fa di che alcuna volta per che ciò sia vero, nel suo che Masetto, nel senno che per me vi sia che un pallafreniere che da cosí vil mestiere, che il suo basso stato che egli non conoscesse che in alta parte avesse che tutto ardeva in che alla reina dovesse che intervenia che la che la reina, dovendo che alcuno altro: il che che quando avveniva, che gravissimo gli era il che alla reina aveva che tal fosse, che egli che egli in essa tentasse che in vano o direbbe o che del continuo con lei che, acciò che vedesse in che che vedesse in che che maniera e in che che abito il re, quando a che al re veduto avea e che non forse l’odore del che già per tutto si che seco portato avea un che costume del re esser che quando turbato era che grave gli paresse il che ella si maravigliò che novità è stanotte? Il re, che voi fate. che molti sciocchi non che ci fu? come andò? chi che molte cose nate che già sentito avea: e che tacendo niuna che nel viso o che nelle che nelle parole turbato: che voi guardiate alla che vedeva gli era stato che nel suo palagio era che, qualunque fosse che Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 55 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA CORNICE FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 24 24 25 25 25 25 25 26 26 27 27 27 27 27 28 28 28 29 29 30 30 31 31 31 31 31 1 3 3 3 4 4 5 5 5 5 5 6 6 6 6 7 7 8 8 8 9 10 10 qualunque fosse colui che ciò fatto avesse gli battesse. Come dormisse forte, colui il re e avvisandosi ciò cominciò a temere tanto e avvisossi fermamente facesse morire. E come e d’attender quello Ma, sí come colui sí come colui che di ciò niuna cosa voleva cosa gli fece se non lunghissimi, acciò camera sua. Costui, avea, sí come colui chiaramente s’avvisò per la mattina, comandò comandò che avanti senno. Poi, veggendo e dimostrargli avrebbe scoperto quello scoperto, ancora della donna sua. Coloro fra sé esaminarono dire, ma niuno ve ne fu egli, a dar modo di raccontarvi una beffa costumi, si credono piú meno, sí come quegli ancora per farvi accorte e sono alcuna volta, non piú d’inganni piena né ancora alcuno altro novella appartenga, come di palesare, per ciò ancora vivono di quegli lanaiuolo, per ciò cosa essere piú avanti il quale piú di ciò il lanaiuolo le paresse e di mezza età, tanto ne curava; e ella, E essendosi accorta uomo, nondimeno, per ciò E avendo seco pensato e per consiglio di ciò Io so, come colei colei che detto ve l’ho, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che ciò fatto avesse che che la donna diceva, non che ciascuno altro che colla reina stato era che esso cercando andava, che sopra il battimento che, se il re di ciò che che varie cose gli che il re far dovesse. che di ciò che fare che fare intendeva niuna che si sentisse, niuna che con un paio di che a quel segnale la che tutto ciò sentito che malizioso era, che cosí segnato era che avanti che le porti che le porti del palagio che senza romore non che avveduto se ne fosse che ciascun dee andar che intera vendetta che quella parola udirono che avesse il re voluto che la ’ntendesse se non che ’l piacer di lei che fu da dovero fatta da che gli altri in ogni che per viltà d’animo non che eziandio i religiosi, che dagli uomini, ma da che d’amore o di fede, che alla presente novella che io gli sappia, non che ancora vivono di che per questo si che ricchissimo era, non che da saper divisare un che il lanaiuolo le E che fosse degno. che qual dí nol vedeva, che molto cauta era, né che costui usava molto che di santissima vita che modo tener dovesse, Io so, che voi udirete. che detto ve l’ho, che che voi conoscete i miei Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 56 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 10 10 10 10 10 10 11 11 11 11 11 12 12 12 12 12 12 12 12 13 13 13 13 14 14 14 15 15 16 17 17 17 18 18 19 20 21 21 22 22 22 23 23 23 23 23 25 25 25 dal quale io sono piú né alcuna cosa disidero da ricchissimo uomo e per le quali cose io piú l’amo: e lasciamo stare pur pensassi cosa niuna forse non avvisandosi abbia come io ho, pare né uscir di casa, egli non è ora qui: di mi dolgo forte, per ciò ma poscia m’ho pensato l’ambasciate per modo seguitan cattive, di perviene a’ fatti; per a’ fatti; per che, acciò di dirlo piú tosto a voi altrui, sí perché pare di cosí fatte cose, non strani ripigliare. Per vi priego per solo Idio riprendere e pregare noia, sí come a colei comprese incontanente quello esser vero sí e per tal modo sicuramente gli dite che io sia stata quella man di denari, il pregò uomo, col quale poi intendere e del guardare che egli credeva sí come colui in negarlo, per ciò dico io di lei cotanto, uomo, piú accorto graziosa gli si mostrò, faccendo sembianti alquanto già accortasi certificare dello amore la domandò pietosamente "Padre mio, le novelle che io ho non sono altre l’altr’ieri, per ciò per ciò che io credo e per farmi far cosa, la donna "anzi, poi forse avuto per male doluta, per ogni volta Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che la vita sua amata, né che da lui, sí come da che ’l può ben fare, io che me stessa l’amo: e che io facessi, ma se io che contro al suo onore e che io cosí fatta che m’abbia posto che egli incontanente non che io mi dolgo forte, che questi cosí fatti che gli uomini fanno che le risposte seguitan che nascon parole e dalle che, acciò che male e che che male e scandalo non che ad altrui, sí perché che suo amico siate, sí che gli amici, ma gli che io vi priego per solo che voi di ciò il che piú questi modi non che in niuno atto ho che di colui dicesse di che ella diceva, le che piú da quel cotale che io sia stata quella che questo v’abbia detto che messe dicesse per che d’una cosa e d’altra che egli credeva che esso che esso facesse a quella che mai guatata non che tu non puoi; io non che, se mai io ne trovai che che ’l santo frate, senza che egli assai bene poté che altra faccenda ne che ella a costui cosí che ella gli portava, che novella ella avesse. che io ho non sono altre che di quel maledetto da che io credo che egli sia che egli sia nato per mio che io non sarò mai lieta che io mi ve ne dolfi, che io mi ve ne sia che passar vi solea, Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 57 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 25 26 26 26 26 26 27 27 27 27 27 27 27 27 27 28 28 28 28 29 29 30 30 30 30 30 30 31 31 31 31 32 32 32 33 33 34 34 34 34 34 36 36 36 36 36 37 38 38 passar vi solea, credo E or volesse Idio ardito e sí sfacciato, borsa e una cintola: il e ho sí forte per male, fare né dire cosa alcuna cintola alla feminetta che recata l’avea, commiato datole, temendo tenesse e a lui; dicesse sí com’io intendo recata a voi, acciò rendiate e gli diciate di sue cose per ciò borse e tante cintole come a padre mi vi scuso fratei miei, e avvegnane ché io ho molto piú caro se ricevere ne la dee, pienamente credendo ciò ma lodo molto male attenuto quello che egli mi promise: per per quello e per questo riscaldare gli orecchi; vincer tanto all’ira, mal seguire. Né dubitar parole, come colei miei parenti, e parmi e non domandino altro afflitta e cattivella, pietà a vedere. Credo e per ciò vorrei vostre orazioni, acciò in contanente s’avisò dalla donna, e aspettò il riprese molto di ciò detto gli avea la donna fatto. Il valente uomo, che ancor non vedea a e la cintura, acciò forte, disse: "Mai sí le conosco, e confessovi io feci male, e giurovi male, e giurovi che, poi cosí la veggio disposta, ammaestrato e pregato e della certezza alla sua donna vedere Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che poscia vi sia passato che il passarvi e il che pure ieri mi mandò che io ho avuta e ho sí che io credo, se io non che io non vel faccia che recata l’avea, che che gliele riportasse, e che essa per sé non la che io l’avessi ricevuta, che elle fanno alcuna che voi gliele rendiate e che io non ho bisogno di che, la mercé di Dio e che che io ve l’afogherei che, se egli di questo che che può; ché io ho molto che egli riceva villania, che io abbia biasimo per che la donna diceva, che tu in questo seguiti che egli mi promise: per che, tra per quello e per che che nuovamente fatto ha, che egli piú briga non ti che tu ad alcuno dei tuoi che mai di questo biasimo che l’avarizia sua e che egli sieno in che limosine, e che è una pietà a vedere. che ella porti che voi mi diceste per che Idio gli tragga di che egli avrebbe novelle che dir volesse il frate. che detto gli avea la che egli doveva aver che ancor non vedea a che che il frate riuscir che al frate non che io le conosco, e che io feci male, e che, poi che io cosí la che che io cosí la veggio che mai di questo voi non che piú a queste cose non che aver gli parea dello che egli avea e l’una e Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 58 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 38 38 38 38 38 39 39 39 39 39 39 40 40 40 40 40 40 40 42 42 42 43 44 44 45 45 45 45 45 45 45 45 45 46 47 47 47 47 50 50 50 50 51 51 51 52 52 52 52 l’una e l’altra cosa: di che la donna fu molto e piú ancora per ciò che le parea che ’l suo per ciò che le parea che ’l suo avviso andasse cosa aspettando se non che il marito andasse in compimento, avvenne che per alcuna cagione mio, or vi dico io bene che io non posso piú sofferire; ma per ciò che l’altr’ieri io vi di niuna cosa farne che io prima nol vi ad iscusarmivi, e acciò che voi crediate che io e acciò che voi crediate che io abbia ragione e di io vi voglio dire ciò che ’l vostro amico, anzi gli facesse assapere che il marito mio andasse a Genova, se non che stamane, all’ora che non che stamane, all’ora che io v’ho detta, egli e avrei gridato, se non che egli, che ancora se non che egli, che ancora dentro non era nella sua malora credo che se ne andasse, perciò se ne andasse, perciò che poi piú nol sentii. del mondo, e non sapeva che dirsi, se non che piú sapeva che dirsi, se non che piú volte la domandò aveva ben conosciuto che egli non fosse stato da un altro! Io vi dico che fu egli, e perché ha altro da dire, se non che questo è stato troppo e tu facesti quello che far dovevi di voglio pregare, poscia che Idio ti guardò di ti guardò di vergogna, che, che come due volte questa volta facci, cioè che senza dolertene ad diavolo scatenato, che io credeva che fosse che io credeva che fosse un santo: e se e se io posso tanto fare che io il tolga da questa ti do la parola che tu ne facci quello che tu ne facci quello che l’animo ti giudica che l’animo ti giudica che ben sia fatto. ma sí adoperate che egli si guardi di piú della chiesa la donna, che il valente uom la maggior villania che mai ad uomo fosse chiamandolo. Costui, che già due altre volte volte conosciuto avea che montavano i il vero disse il frate "che che il messo me n’è n’è giunto; io m’avviso che tu ti credesti, per tu ti credesti, per ciò che il marito non c’era, che il marito non c’era, che la gentil donna ti santità di questa donna, che le vai alle finestre Niuna cosa è al mondo che a lei dispiaccia, verità, lasciamo stare che ella te l’abbia in a qui, non per amore che ella ti porti ma ad miei, taciuto di ciò che fatto hai; ma essa l’ho la licenzia che che, se tu piú in cosa faccia il parer suo. Che farai tu, se ella il Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 59 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA CORNICE CORNICE PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III 3 3 3 3 3 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 53 54 55 55 55 2 2 3 3 3 4 4 4 4 5 5 5 5 6 6 6 8 8 10 10 10 11 11 11 12 12 12 12 12 12 12 13 13 14 14 14 14 15 15 15 15 15 15 15 assai compreso di quello mercé a messer lo frate, a’ lor fatti, sí fecero, sua santa misericordia tutte l’anime cristiane dà buon tempo. Poi prestamente rispose assai persone sono persone sono che, mentre vi mandano altrui; il intervenne. Secondo Puccio di Rinieri, vita spirituale, per ciò altra famiglia non avea la chiesa. E per ciò messe, né mai falliva falliva che alle laude e bucinavasi scopatori. La moglie, e bella e ritondetta troppo piú lunghe diete E per ciò desinare e cena, secondo astutamente, tanto fece quello medesimo disidero che aveva egli: di trovar modo, per ciò mai fuor della terra; di sospetto, non obstante compreso, fra Puccio, alla qual cosa mi par via, là dove ce n’è una suoi maggior prelati, e usano, non vogliono ella si mostri; per ciò che l’ordine chericato, Ma, per ciò molto, dove io credessi grandissima instanzia e poi a giurare nol direbbe, affermando che, se tal fosse di mettervisi. "Poi mosterò. Tu dei sapere i santi Dottori tengono fare la penitenzia sanamente: io non dico, se’; ma avverrà questo, questo, che i peccati Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che gli bisognava, come che cosí bene t’insegnò che senza aver piú a che tosto conduca me e che voglia n’hanno. che Filomena, finita la che volontieri, e che, mentre che essi si che che essi si sforzano che ad una nostra vicina, che io udii già dire, che poi, essendo tutto che altra famiglia non che una donna e una fante che uomo idiota era e di che alle laude che che cantavano i secolari che egli era degli che monna Isabetta avea che pareva una mela che voluto non avrebbe; che costui ogni suo che fatto gli venia; e la che egli l’accese nella che aveva egli: di che che accortosi il monaco, che costei in niun luogo che il monaco avea gran che fra Puccio in casa che tutto il tuo disidero che tu vadi per una lunga che è molto corta, la che la sanno e usano, non che ella si mostri; per che l’ordine chericato, che il piú di limosine che tu se’ mio amico e che tu a niuna persona che gliele insegnasse, e che mai, se non quanto che, se tal fosse che che che esso seguir la che tu cosí mi prometti, che i santi Dottori che a chi vuol divenir che tu udirai. Ma intendi che dopo la penitenzia tu che i peccati che tu hai che tu hai infino all’ora Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 60 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO CORNICE CORNICE ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 15 16 16 17 18 18 19 20 20 22 22 22 22 22 22 23 24 24 24 24 25 26 27 28 28 28 28 32 32 33 33 33 33 33 33 2 2 3 3 4 4 5 6 6 6 7 7 7 7 perdonati; e quegli la qual convien dí, ne’ quali, non larga ordinata in guisa dire certe orazioni stando in quella maniera dire certe orazioni come io feci già, spero feci già, spero che anzi senza muoversi ciò monaco voleva dire; per assai buon modo, disse e d’ogn’altro bene, ella era contenta, e contenta, e che, acciò colla donna, ad ora era da quella diviso sottilissimo muro; per di palco della casa; di e domandolla ciò ella faceva. La donna, Puccio: "Come ti dimeni? non sapete voi quello Credettesi frate Puccio letto si dimenasse, per tali volte per lo letto, che tu fai dimenar ciò a’ cibi del monaco tenuta in dieta, ancora il suo piacere. Di Di che, acciò alle prime, avvenne egli vi mise il monaco, la via, e la moglie, necessità vivea di ciò reina ad Elissa impose La quale, anzi acerbetta molti, molto sappiendo, non sarebbe, quello pallafreno solamente né trovandone alcuno della persona andava, fu chi gli disse quello addimandasse, il suo pallafreno, acciò se voi mi donaste ciò con questa condizione: che io, prima da ogn’uom separato Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che tu farai poi non che duri quaranta dí, ne’ che da altra femina, ma che, stando tu in piè, vi che che io ti darei: ma, che stette egli in su la che io ti darò scritte, che anzi che la fine che la fine della che il monaco voleva dire che, parendole assai buon che che di questo e che egli per l’anima sua che, acciò che Idio gli che che Idio gli facesse la che veduto non poteva che da un sottilissimo che, ruzzando messer lo che che, avendo già detti che La che ella faceva. che motteggevole era Che vuol dir questo che questo vuol dire? Ora che il digiunare le fosse che egli di buona fede che tu fai dimenar ciò Disse che ci è. che, essendo dal marito che che la penitenzia di che, acciò che l’ultime che che l’ultime parole non che, dove frate Puccio, che che da andarvi tosto gli che con lui in gran che messer lo monaco, che seguisse. La quale, che no, non per malizia che altri non sappi nulla che ad un cavalier che bello fosse per lui; che gli piacesse, ne che generalmente da tutti che, se egli quello che che egli l’avrebbe per che il Zima gliele che voi avete al mondo, che io, prima che voi il che voi il prendiate, che io da altrui che da Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 61 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 7 8 8 8 8 9 10 10 10 10 11 11 11 11 11 11 12 12 12 12 12 12 12 13 13 13 13 13 13 14 14 15 15 15 15 15 15 15 15 16 17 17 17 18 19 20 20 20 21 che io da altrui beffar costui, rispose guadagnare, le impose ma ben si guardasse che a niuna cosa nella sala ad udire ciò egli mi pare esser certo che voi siete sí savia, quella di ciascun’altra e delle virtú singulari E per ciò non bisogna e il piú fervente vi potete render sicura niuna cosa avete, qual si sia o cara o vile, come di me, da quanto mie cose. E acciò argomento, vi dico reputerei maggior grazia grazia che voi cosa cosa che io far potessi piacesse mi comandaste, che io non terrei son vostro come udite speranza dell’anima mia, in voi si nutrica, verso di me dimostrata, che vostro sono, riconfortato, possa dire E lasciamo stare onore, nondimeno credo noia cagione. Per Per che, acciò che ciò non avvenga, ora ciò v’incresca, e anzi di me vi movete, per ciò e il piú dolente uomo la vostra cortesia che non sofferrete ad attender quello e cominciò a sentire ciò non avea sentito, cioè nascondere quello atteso e veggendo dubbio gran tempo ha ti sono, non voglio non voglio che tu creda animo stata sia quello buona speranza, per ciò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che da lei udito non sia. che gli piacea, e che ad udire il Zima che a niuna cosa che egli che egli dicesse che il Zima volesse dire. che voi siete sí savia, che assai bene, già è che veder mi paresse che in voi sono, le quali che io vi dimostri con che mai uomo ad alcuna che niuna cosa avete, che ella si sia o cara o che tanto vostra possiate che io mi sia, e il che voi di questo che io mi reputerei che voi cosa che io far che io far potessi che vi che vi piacesse mi che io non terrei che, che, comandando io, tutto che che sono, non che nello amoroso fuoco che la vostra benignità che vostro sono, che io, che io, dalla vostra che, come per la vostra che che la mia morte non vi che, rimordendovene che che, acciò che ciò non che che ciò non avvenga, ora che sovvenir mi potete, che io muoia a che in voi sola il farmi che viva dimora. Spero che non sofferrete che io che io per tanto e tale che la gentil donna gli che prima mai non avea che amor si fosse. E che volentieri, che niuna risposta che io m’accorsi il tuo che tu creda che io nello che io nello animo stata che nel viso mi sono che messer Francesco è Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 62 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA CORNICE CORNICE CORNICE FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 21 21 22 22 22 22 23 23 23 24 24 25 27 27 28 28 30 30 30 31 31 33 33 1 1 2 3 3 3 3 3 4 4 6 6 6 6 6 6 6 6 8 8 8 8 8 8 9 10 podestà, sí come tu sai, che per mio amore donato il quale io ti porto, che in fra pochi dí tu ti compimento. E acciò che io non t’abbia altra di notte, guardando ben che veduto non sii, fa che veduto non sii, fa che per l’uscio del tu mi troverai ivi che t’aspetterò, e ogni mia virtú occupata, che appena posso a niun termine è sí lungo che mi bastasse a a conoscer quello che io disiderando fornir Soltanto vi dico che, che come imposto m’avete allegrezza e quel bene che voi disiderate il e ridendo disse: "Che Che ti pare? Ho t’io bene il quale, come che buona oppinione è ben mio il pallafreno che fu tuo. A cui il e or volesse Iddio che io fatto l’avessi, fatto l’avessi, per ciò che voi avete comperato disse seco medesima: Che fo io? Perché perdo questo buon tempo mentre che io posso; io non avrò meglio fare e pentere, che starsi e pentersi. n’andò ad un altro uscio che nella casa entrava, trovò la gentil donna che l’aspettava. La Né questa volta, come che la prima fosse, fu però l’ultima, per ciò che che, mentre il cavalier essere ad un bagno, fa che ella vi va, e essere stata, si truova che con Ricciardo è impose alla Fiammetta che procedesse con una. alquanto delle cose che per l’altro mondo una di queste santesi, che cosí d’amore schife il frutto condotta che i fiori avesse avesse conosciuti; il che ad una ora a voi cautela nelle cose che possono avvenire, e Il quale, non obstante che una bellissima ella, onestissima, piú che altra cosa amava e dimorando, avvenne che da donne che sue avvenne che da donne che sue parenti erano fu un dí assai confortato che di tale amore si rimanere, per ciò che in van si faticava, con ciò fosse cosa che Catella niuno altro niuno altro bene avesse che Filippello, del quale in tanta gelosia viveva, che ogni uccel che per viveva, che ogni uccel che per l’aere volava guari di tempo ciò fece che quasi a tutti i altressí, era nell’animo che non piú Catella, ma in questo perseverò, che sí per fermo da tutti fermo da tutti si teneva che che, non ch’altri, ma lasciò una salvatichezza che con lui aveva con lui aveva dell’amor che portar le solea, e altri. Ora avvenne che che, essendo il tempo di disidero di saper ciò che Ricciardo volesse Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 63 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 11 11 11 12 12 12 12 12 13 13 13 13 13 14 14 15 15 15 15 15 16 16 16 16 16 17 17 17 17 17 17 18 18 18 18 19 19 19 19 20 20 20 20 20 20 21 21 21 21 volesse dire. E poi tenersi, pregò Ricciardo di farla chiara di ciò scongiurato per persona, io non oso negar cosa presto a dirlovi, sol che voi mi promettiate esser vero quello donna piacque questo adunque da una parte, ardire di dirvi cosa cosa che io credessi vi dovesse; ma, per ciò o se avuto ha credenza amato fossi; ma, corne tempo quando ha creduto volere fare a me quello me quello che io dubito donna mia; e per quello le risposte secondo Ma pure stamane, anzi io credetti incontanente che fosse ciò ciò che ella era, per mia e la dimandai quello recare addosso, e dice tutto vuol sapere quello io intendo di fare, e io volessi, farebbe e grava; e se non fosse maniera levato di dosso stata. Allora mi parve troppo innanzi e e di dirlovi, acciò acciò che voi conosceste alla morte. E acciò alla donna mia, a colei questa risposta, a questo bagno; di lei. Ora non credo io io che voi crediate vostro luogo, io farei fosse, e quel lo onore fatta vergogna gli fia, ad una ora la ’ngiuria a chi era colui ira accesa, rispose sí gran fatica a fare; e sí fatta vergogna, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che alquanto tenuta si fu che, per amor di quella che che detto aveva di che io non oso negar cosa che voi mi domandiate; e che voi mi promettiate che niuna parola ne che io vi conterò; ché, che egli addomandava, e che da altrui uditi non che io credessi che noiar che noiar vi dovesse; ma, che quello amore è che io mai da voi amato che questo sia stato o no che io abbia men di che io dubito che egli che egli non tema ch’io che io truovo egli l’ha Ma che io l’ho imposto. che io qui venissi, io che fosse ciò che ella che ella era, per che io che io chiamai la donna che colei di mandasse. che del tutto vuol sapere che io intendo di fare, e che egli, quando io che io potrei essere che tu m’hai fatto, non che egli mai non avrebbe che questi procedesse che piú non fosse da che voi conosceste che che merito riceve la che voi non credeste che l’aspettava, questa che ella era presta che la femina che voi crediate che io che io la vi mandassi; ma che egli vi troverrebbe che a lui se ne che ad una ora la che a voi e a me far che gliele dicea o a’ che questo farà ella che fermamente, se egli che sempre che egli Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 64 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 21 22 22 22 23 23 23 23 23 23 24 24 25 25 26 26 27 28 31 31 32 32 32 32 33 33 33 34 34 34 35 35 35 35 36 36 37 38 38 38 39 39 39 39 40 40 41 41 41 vergogna, che sempre di questo e parendogli pregandola non dimeno udito da lui, il ad una buona femina, femina, che quel bagno teneva, e le disse ciò di fare, e pregolla La buona femina, e con lui ordinò quello quale niuna finestra entro un letto, secondo e a quelle data piú fede quella dimestichezza era usato di fare. Il troppo maggior sospetto la notte dimorò. Ma "Sete voi quella donna da lui." Catella, cercando andava quello ben d’essere altra era oscurissima, di senza favellare in guisa e piacere dell’una parte stettero. Ma poi sono otto anni, t’ho piú reo e malvagio uom traditor disleale e parmi mille anni sozzo cane vituperato A questo can disleale, in questo poco di tempo qui stata son con lui, tutto l’altro rimanente stato gagliardo, Ma, lodato sia Idio, Non maraviglia In fé di Dio io non so a so a che io mi tengo, bracchi alla coda e basciava e piú le carezze grandi; per can fastidioso infino a tanto rispondi, sozzo cane? costà, non mi toccare, per oggi. Io so bene che oggi mai, poscia tu conosci chi io sono, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che egli alcuna donna che ’l suo consiglio che dir non dovesse che ella sopra la sua fé che quel bagno che egli che egli aveva a Catella che egli intendeva di che in ciò fosse che molto gli era tenuta, che a fare o a dire che lume rendesse che poté il migliore, nel che non le bisognava, che era usato di fare. che ella vedendo, entrò che ella non era, seco che piú? Venuta la nona, che gli dovete venire a che cercando andava che ella non avrebbe che ella non era, che ciascuna delle parti che scorger si potesse la che dell’altra stettero. che a Catella parve tempo che la mia vita amato, e Or con cui che tu se’! che tu se’: ascolta se tu che noi siamo al lume, Oimè, che tu se’. che, credendosi in che che qui stata son con lui che in tutto l’altro Tu che stata son sua. che a casa ti suogli che il tuo campo, non che stanotte tu non mi ti che io mi tengo, che io che io non ti ficco le che tu non credevi. che mai le faceva le che ella, seguendo il suo che tu se’, e che io non te ne vitupero Che ha colei piú di me? che tu hai troppo fatto che oggi mai, poscia che che tu conosci chi io che tu ciò che tu facessi Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 65 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA CORNICE CORNICE EMILIA III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 7 7 7 41 41 41 41 41 41 42 42 42 43 43 43 43 44 44 44 44 44 44 44 44 44 44 44 45 45 46 46 46 46 46 46 46 47 47 47 47 48 48 48 48 48 49 49 49 50 1 1 5 chi io sono, che tu ciò patir voglia; e non so a non so a che io mi tengo Ricciardo, il qual piú e mai non poté vantarsi pure una volta; e non so fine Ricciardo, pensando e presala bene sí non vi turbate; quello vostro Ricciardo. Il non può oggimai essere essere che quello in alcuna maniera farete L’una fia, di non poco vi dee calere, fama fia guasta, per ciò per ciò che, come come che voi diciate fatta venire, io dirò per denari e per doni li quali per ciò ne fate: e voi sapete a credere il male men tosto creduto a me sí andare la cosa lui, come egli me; di ma per soverchio amore servidore. E come come che sia gran tempo io e le mie cose e ciò servigio, io intendo quinci innanzi sien piú cose, e cosí son certo Catella, mentre piagneva forte, e come parole di Ricciardo, ad avvenire ciò mi si concederà la ’ngiuria e lo ’nganno di questo vivi sicuro, mi veggio vendica di ciò piú: tu hai avuto ciò priego. Ricciardo, pace non riavesse: per pregò e tanto scongiurò, i baci dello amante marito di lei da morte, che lui gli era provato s’oppose; per ciò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che tu facessi faresti a che io mi tengo che io che io non mando per che sé m’ha amata e mai che io il guatassi pure che male si fosse a farlo che, se andar ne la che che partire non si poteva che io semplicemente che Catella udendo e che quello che è stato che è stato non sia pure che questo si senta mai che non poco vi dee che il vostro onore e la che, come che voi diciate che che voi diciate che io che io qui ad inganno che non sia vero, anzi vi che io v’abbia promessi, che cosí compiutamente che la gente è piú che il bene; e per ciò Appresso che a voi. che io ucciderei altressí che mai voi non dovreste che io vi porto e son che sia gran tempo che io che io e le mie cose e che io posso e vaglio che da quinci innanzi che mai. Ora, voi siete che sarete in questa. che Ricciardo diceva che molto turbata fosse e che ella cognobbe esser che Ricciardo diceva, e che io possa comportare che fatto m’hai. Non che io non sarò mai lieta che fatto m’hai; e per che disiderato hai, e che conosceva l’animo suo che, cominciando con che che ella, vinta, con lui che quegli del marito, che lui gli era provato che aveva ucciso, e co’ che, qual che la cagion che Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 66 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 5 5 5 6 6 6 6 7 7 7 7 8 8 8 8 8 9 9 10 10 10 10 10 10 10 11 11 11 11 11 11 11 11 12 12 12 12 13 13 14 14 14 15 15 15 15 15 15 16 per ciò che, qual in alcuna maniera; di questo suo amor celato, di racquistare l’amore per non far lieta colei E presi quegli denari amico o a parente, fuor sí al mercatante, con tanta sollicitudine, quali faccende, ancora fu di tanta constanzia battaglia. Ma avvenne nella quale l’amore ella a lui e il piacer non dover potere essere, di rivederla s’accese, in forma di peregrino di due fratelli andò in altra parte e ogni cosa serrata; di di che egli dubitò forte di quindi mutatasi. Per di nero vestiti, di e di persona da quello soleva quando si partí, di nero vestiti, per ciò sono ancora quindici dí dí che un lor fratello, tempo non c’era stato, e parmi intendere provato alla corte alla corte che uno l’uccidesse, per ciò forte Tedaldo in tanto il simigliasse, dolfe. E avendo sentito tornò all’albergo, e poi sí per li molti pensieri addormentare: per su venire un lume. Per cominciò a guardare lei venir tre uomini star sicuri, per ciò noi sappiamo fermamente tacere, per ciò che, se mai si risapesse a quel medesimo pericolo detto con la donna, quali fossero gli errori Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che la cagion si fosse, che egli entrò in fiera che della sua malinconia che senza sua colpa gli che del suo male era che aver poté, che ad un suo compagno il che non solamente buon che esso in pochi anni che spesso della sua che sette anni vinse che, udendo egli un dí in che che alla sua donna che di lei aveva si che ella dimenticato che, piú non potendo che che dal Sepolcro venisse, che vicino era alla casa che davanti alla casa di che egli dubitò forte che che morta non fosse o di che, forte pensoso, verso che che egli si maravigliò che esser soleva quando che di leggieri non che e’ non sono ancora che un lor fratello, che che di gran tempo non che avea nome Tedaldo fu che egli abbiano provato che uno che ha nome che ha nome Aldobrandino che egli voleva bene che alcuno in tanto il che fosse creduto lui; e che la donna era viva e che cenato ebbe insieme che lo stimolavano e sí che, essendo desto, gli che che, chetamente alla che che ciò volesse dire, e che del tetto quivi eran che noi sappiamo che la morte di Tedaldo che, se mai si risapesse che che noi fossimo stati, che è Aldobrandino. E che forte di ciò si che potevano cadere nelle Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 67 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 16 16 17 18 21 21 21 21 22 22 22 23 23 23 24 24 25 25 25 25 26 26 26 27 28 28 28 28 28 29 29 29 29 29 30 30 30 31 31 32 32 33 33 33 33 34 34 34 35 pensando a’ fratelli volse, e seco ciò in una saletta terrena un peregrin forestiere; de’ fatti suoi; di per Dio pregandolo era venuto, s’avacciasse, per ciò attendete bene a quello non dirlo. Per quello noia, e vuole del tutto so qual Domenedio piú un che un altro si voglia e io ne farò ciò meglio, ma per ciò Ditemi, ricordavi egli forte, non credendo quantunque di que’ dí, ucciso era stato colui dal compagno di Tedaldo e rispose: "Io veggio i miei. Egli il è vero dolent’è a me; per ciò "Lo sventurato giovane rispose: "Certo no, mi confessai; per ciò e la dimestichezza fece un romore in capo mi spaventa, dicendomi nel fuoco pennace. Di sí fatta paura m’entrò, piú volli ricevere; come (come, per quello sarebbe piegato, per ciò è sol quel peccato Io so fermamente gli mostraste E se cosí fu, E se cosí fu, che so diveniste voi sua. il voler tor voi a lui, Or voi dovete sapere piace di parlarne, acciò meglio li conosciate per addietro non pare uomini, ma quegli è di frate, per ciò e pontificale, in tanto maggior sollicitudine Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che uno strano avevano che a fare avesse compose che ivi era, ed era tutta che sai tu di pace o di che la donna si che, se per la salute che che egli s’avacciasse, che il tempo era brieve. che io vi dirò, e che Iddio mi riveli, la che per voi s’ammendi; se che un altro si voglia ch che io m’ammendi; e per che io potrò per che voi medesima che voi mai aveste alcuno che mai alcuna persona che ucciso era stato che per Tedaldo fu che ciò sapea, e rispose: che Idio vi dimostra che nella mia giovanezza che, quantunque io rigida che che fu morto non amaste che egli non mi offese che, quando io gli dissi che che io aveva seco, mi che ancor mi spaventa, che, se io non me ne che che sí fatta paura che io del tutto mi che io credo, se piú che io presumma, egli se che niun disidero al che ora vi tribola. Io so che Tedaldo non vi fece che, se egli prima che che so che fu, qual che fu, qual cagion vi Che egli non fosse vostro che sua eravate, questa che io son frate, e per che per innanzi meglio li che per addietro non pare che abbiate fatto. che oggi frati si che, dove dagl’inventori che che paoneggiar con esse che d’altro esercizio. E Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 68 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 36 36 36 37 37 37 37 38 38 38 39 39 39 39 39 39 39 40 40 40 40 41 43 43 44 44 44 44 45 45 46 46 46 46 46 46 46 46 47 47 47 47 47 47 47 49 51 51 51 sciocchi e in mostrare e colle messe, acciò messe, acciò che a loro, E certo egli è il vero i peccati; ma se coloro il gitterieno. E per ciò altrui da quello a la lussuria, acciò malvagi guadagni, acciò maggiori, di ciò cose e di molte altre risposto: Fate quello noi diciamo e non quello noi facciamo estimano costanti e di ferro fanno cotal risposta, la intendono per lo modo gli odierni frati che voi facciate quello quello che dicono, cioè essi possano fare quello potranno. Chi non sa e pur di quegli Chi ’l fa, fa quel Ma, posto pur sia da concedere ciò ciò che il frate vi sgridò vi disse, cioè di mente procede. togliendoli voi, Appresso dico voi l’uccideste, per ciò ogn’ora piú crudele, mani; e la legge vuole la legge vuole che colui che è cagione del male in quella medesima colpa medesima colpa che colui che colui che ’l fa. E non si può negare. Sí queste tre cose dette, Ma veggiamo: forse l’avete; senza l’avete; senza che io so che io so che egli piú valoroso in quelle cose a lui? Io non so esse, pensando a quello di compiacergli, acciò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che con limosine i che a loro, che per viltà che per viltà, non per che le elimosine e le che le fanno vedessero a che essi conoscono, che esso di rimaner solo che, rimovendosene gli che che, fatti restitutori di che che mostrato hanno dover che sconce fanno ripresi che noi diciamo e non che noi facciamo estimano che sia degno che a’ pastori. E quanti che non la intendono per che essi la dicono, gran che voi facciate quello che dicono, cioè che voi che voi empiate loro le che, se i secolari che che senza denari la che maggior romor fanno che vuole, ma Idio sa se che in questo sia da che il frate che vi che vi sgridò vi disse, che gravissima colpa sia Che voi rubaste Tedaldo che sua di vostra che, in quanto in voi fu, che che per voi non rimase, che egli non s’uccidesse che colui che è cagione che è cagione del male che si fa sia in quella E che colui che ’l fa. E che voi che ’l fa. che voi del suo essilio e che molto maggiore che nella sua che Tedaldo meritò queste che io so che egli piú che egli piú che sé v’ama Niuna che sé v’ama. che a’ giovani che errore s’è quello che elle sono e quanta e che da amarla non si Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 69 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 52 53 54 54 54 55 55 56 56 56 56 57 58 58 59 59 59 59 60 60 61 61 62 62 62 62 66 66 67 68 68 68 68 68 69 70 70 71 71 71 71 71 71 71 72 72 73 73 74 rimovesse giammai. Il adunque è quello, esser volete, quello è questo: se mai avviene nel quale era avanti finite, quando la donna, le raccoglieva, per ciò stato grande in ciò nella maniera morto; e per ciò quello non so perché bisogni punto morto, per quello la donna: "Guardate parlare quel cotanto il peregrino: "Madonna, peregrino: "Madonna, che vi diciate, io v’accerto attenere, io spero cosa potrebbe avvenire simile letizia mi fosse, e disse: "Madonna, acciò il quale guarderete presa della santità nel peregrino le pareva le pareva che fosse; per donato l’ultima notte né mori’ né fui morto, mori’ né fui morto, che e seco affermando io voglio andare a fare della qual cosa spero cosa spero che avanti sera voi udirete novelle contarlevi per piú agio morte pensoso di lui un picciol dono senza alcun fallo avanti "Valente uomo, poi se’ sollicito, come per lo quale uom dice me, ogni gran cosa, non farei volentieri, non e però quello fallo, ov’egli avvenga allora disse: "Quello niun’altra cosa è se non ma tuttavia, acciò quella maniera terrò sommamente il pregò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che come voi faceste, la divina giustizia, a voi conviene Tedaldo dal suo lungo voi scioccamente attentissimamente le verissime le parevan contro a Tedaldo detta avete; ma non si dee poter fare io il vi prometta. Iddio mi dimostri, ma voi diciate; io il parlato se n’è che voi vi diciate, voi vi diciate, io Tedaldo è vivo; e, voi il vedrete tosto. simile letizia mi sarebbe il vedere il io vi consoli del per la vita vostra nel peregrino le fosse; per che Tedaldo, tratto fuori con lei era stato, e che voi e i miei voi e i miei fratelli per certo egli era Aldobrandino vi sia avanti che doman sia doman sia sera voi vi piaceranno; sí al presente non posso di speranza di futura io ti domanderò doman sia sera, dove tu della mia salute io non ti conosca né io debbo essere a una picciola, farei io promettessi; e ti piace addomanda, io scampi, io lo io voglio niun’altra tu perdoni a’ quattro Idio alla mia salute a grado ti fia. di buon cuore stesse, Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 70 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 74 74 75 75 75 75 75 75 75 76 76 76 77 77 78 78 80 80 81 83 83 83 84 85 85 85 87 88 89 90 90 90 91 91 92 92 92 92 92 92 92 93 93 94 94 94 94 95 95 stesse, ché per certo che, che avanti che il per certo che, avanti che il seguente giorno segreto ad un cavaliere che quella tenea disse faticarsi in far che la verità delle cose e massimamente coloro che tengono il luogo che che tengono il luogo che voi tenete, acciò che che voi tenete, acciò che coloro non portino le non portino le pene che non hanno il peccato La qual cosa acciò che avvenga, in onor di lui essere stato quello che Tedaldo Elisei uccise per condannarlo; il che è certissimamente sí come io credo avanti che mezza notte sia, sé essere stati coloro che Tedaldo Elisei ucciso cagione, dissero per ciò che egli alla moglie andato a dormire, trovò che l’aspettava, piú intera credenza, ciò che fatto avea pienamente alla donna mostrato ciò che fare intendeva e da e da capo pregatola che occultissimo fosse, e spezialmente la donna, che sapeva a cui farlosi. nel quale gli disse che voleva che egli co’ gli disse che voleva che egli co’ suoi parenti lor donne, aggiugnendo che esso medesimo loro assai delle parole che intorno a tal materia a casa Aldobrandino, che gli attendeva; e davanti a tutti coloro che a fare lor compagnia domandando di ciò che contro a lui avevano quello cosa alcuna altro che laudevole, se non una Tedaldo; il quale, poi che avendolo avuto fu lungamente, avanti che alcun s’arrischiasse ch’el fosse desso. Il che Tedaldo vedendo, accidenti raccontò. Per che i fratelli e gli come le parenti, fuor che monna Ermellina. monna Ermellina. Il che Aldobrandin veggendo veggendo disse: "Che Che è questo, Ermellina? rispose: "Niuna ce n’è che piú volentieri gli fatto festa o faccia, che farei io, sí come farei io, sí come colei che piú gli è tenuta che che piú gli è tenuta che alcuna altra, altra, considerato che per le sue opere io parole dette ne’ dí che noi piagnemmo colui che noi piagnemmo colui che noi credevam Tedaldo, disse: "Va via, credi tu che io creda agli stato falso, senza che io mai nol credetti; La donna, che altro non desiderava, ubbidire il marito; per che che, levatasi, come a ciascuno uomo e donna che quivi era; e ogni era; e ogni rugginuzza, che fosse nata nelle e alle cognate; e volle che quivi altri venire; li quali poi che rivestiti furono, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 71 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 95 96 99 99 99 99 99 99 99 100 100 100 1 1 2 2 3 3 3 3 4 4 4 4 5 5 6 6 6 7 8 8 8 8 9 9 9 10 10 10 10 11 11 11 12 12 12 12 13 la qual cosa il convito, caso avvenuto non fosse dicendo: "In verità voi risomigliate, piú piú che uomo Faziuolo da Pontremoli, mai potemmo poi sapere si fosse. Bene è vero dello abito, per ciò innanzi e domandò di come costor dicevano; di riconosciuto fu colui per morto; e dall’abate, e fattogli credere ma da tutti tenuto in essa raccontati; per raccontare una verità che ha, troppo piú troppo piú che di quello per santo adorato cosa era santissimo fuor sí cautamente fare che quasi niuno, non ma né suspicava, per ogni cosa. Ora avvenne ferventemente s’innamorò dí né notte. Ma udendo recò a tanto Ferondo, loro, tanto a sedere, anzi d’entrare nel cammino che ragionato n’avete misura geloso di me, io, per questo, altro Per la qual cosa, prima umilmente vi priego alcun consiglio, per ciò dello abate, e parvegli "Figliuola mia, io credo l’avere un geloso; per l’altro, agevolmente ciò né rimedio veggo fuor fuor che uno, il quale è di segreto temere ciò non dubitate, per ciò lascierei innanzi morire cosa dicessi ad altrui che voi mi diceste "Se noi vogliamo Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che tacito principio che lor chiarò chi fosse che voi risomigliate, piú che uomo che noi che noi vedessimo mai che venne, forse quindici che di lui si fosse. Bene che noi ci maravigliavamo che esso era, sí come noi che fosse stato vestito che, tra per questi e per che che era stato ucciso che la moglie di lui si che egli è in purgatoro; che brievemente narrata che la reina, alla che ha, troppo piú che di che di quello che ella fu che ella fu, di menzogna che come colpevole ne che nell’opera delle che quasi niuno, non che che il sapesse, ma né che santissimo e giusto che, essendosi molto che che ad altro non pensava che, quantunque Ferondo che che egli insieme colla che alla donna venne che adire altro venisse, che ragionato n’avete che che mena altrui a vita che io, per questo, altro che in tribulazione e in che io ad altra che sopra questo vi che, se quinci non che che la fortuna gli avesse che gran noia sia ad una che, avendo voi e l’uno e che che della vostra che uno, il quale è che che Ferondo di questa che io vi ragionerò. che io mi lascierei che io cosa dicessi ad che voi mi diceste che io che io non dicessi; ma che egli guarisca, di Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 72 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 13 15 15 17 17 17 18 18 19 20 20 20 21 21 21 21 21 24 24 24 24 25 25 25 25 25 25 25 25 25 26 26 26 26 26 27 27 27 27 27 27 28 28 28 28 28 29 29 31 di necessità convien tanta pena avrà sofferta orazioni pregheremo Idio molto ben guardare rimaritare, per ciò e sarebbe piú geloso La donna disse: "Pur mala ventura guarisca, "E io il farò; ma mio, disse la donna "ciò purché io possa; ma che puote una mia pari, non meno adoperar per me per me che sia quello a far per voi; per ciò mi dispongo a far quello voi potete far quello "Ohimè, padre mio, padre mio, che è ciò domandate? Io mi credeva di richieder le donne, diventa minore, per ciò nell’anima e quello è peccato del corpo. Ma, del corpo. Ma, che la vostra vaga bellezza, a cosí fare. E dicovi vostra bellezza piú vi potete, pensando ella piaccia a’ santi, E oltre a questo, come disiderare, per ciò per ciò che, mentre quella consolazion di me quello, e piú, Non rifiutate la grazia ché assai sono di quelle che quello disiderano li quali io non intendo d’altra persona sieno mia, per me quello le pareva far bene: per continuandosi, avanti l’ebbe nel capo messo fosse ben fatto; per ma prima non potere disse: "E noi faremo farete pure Paradiso o trarlone, e Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che egli vada in Purgator che egli di questa sua che in questa vita il che voi ad altrui non vi che Idio l’avrebbe per La donna che mai. che egli di questa mala che egli non mi convenga che guiderdon debbo io che vi piace, purché io che puote una mia pari, che ad un cosí fatto uomo che sia quello che io mi che io mi metto a far per che, sí come io mi che che vostro bene e vostra che fia salute e scampo che è ciò che voi che voi domandate? Io mi che voi foste un santo; che a lor vanno per che ella dimora che io vi domando è che che si sia, tanta che si sia, tanta forza che amore mi costrigne a che voi della vostra che altra donna gloriar che ella piaccia a’ santi che sono usi di vedere che io sia abate, io sono che, mentre che Ferondo che che Ferondo starà in che vi dovrebbe dare egli che voi poco avante ne che Idio vi manda, ché che quello disiderano che che voi potete avere, e che d’altra persona sieno che vostri. Fate adunque, che io fo per voi che l’abate, veggendola che egli ristesse l’ebbe che questo fosse ben che essa vergognosamente che Ferondo andato fosse che egli v’andrà che domane o l’altro dí che ella, piú e men data, Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 73 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 31 31 31 32 32 33 33 33 34 34 34 35 35 35 35 35 36 36 37 37 37 37 37 39 42 43 44 44 44 44 44 45 45 45 47 48 48 49 50 51 51 51 52 52 52 52 55 57 57 piú e men dormire colui colui che la prendeva, di questa tanta presane Il quale non durò guari fiero nella testa, tale di stomaco o d’altro l’abate e’ monaci ch’e’ fosse morto: per da un piccol fanciullin che di lui aveva disse e la ricchezza, molto si confidava e lume non si vedea e per prigione de’ monaci informato di quello cominciò ad attender bello anello, disse e con lui compose notte v’andasse. Per scontrato, fu creduto che fosse Ferondo e alla moglie ancora, che ben sapeva ciò non faceva altro il monaco: "Mai sí; per mangiare e da bere. Il il monaco: "Sí; e questo che io ti reco è ciò reco è ciò che la donna, per l’anima tua, il il che Domenedio vuole ben gran bene anzi che io morissi, tanto e non faceva altro il muro. Ma poi il monaco: "Per ciò ha comandato Domenedio ti sia fatto. "E per avendo la miglior donna ella era piú melata ma io non sapeva avesse per male e se egli avviene che tu mai vi torni, fa abbi sí a mente quello quello che io fo ora, se non del vino io la lascerò fare ciò Ma dimmi chi se’ tu Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che la prendeva, che, che, mentre la sua vertú che che a fare dormir tre che, lavorando la polvere che che stando ancora in piè che occupato l’avesse gli che per tutto questo egli che, mandatolo a dire che che di lui aveva disse che non intendeva che stata era di Ferondo, che quel dí quivi da che per prigione de’ che fallissero era stata che avesse a fare, senza che Ferondo si risentisse che era apparecchiata; e che la seguente notte che, venuta la notte, che che fosse Ferondo che che andasse per quella che ben sapeva ciò che che era, piú volte fu che domandare: "Dove sono che Ferondo se stesso e che veggendo Ferondo, che io ti reco è ciò che che la donna, che fu tua, che fu tua, mandò stamane che Domenedio vuole che che qui rappresentato ti che io morissi, tanto che che io me la teneva tutta che baciarla e anche che mangiato ebbe, il che cosí ha comandato che ogni dí due volte ti che cagione? disse che fosse nelle tue che ’l confetto, ma io che Domenedio avesse per che l’uomo fosse geloso, che tu mai vi torni, fa che tu abbi sí a mente che io fo ora, che tu non che tu non sii mai piú che ella ci ha mandato che ella vorrà. Ma dimmi che questo mi fai? Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 74 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA CORNICE CORNICE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 58 58 59 63 64 64 64 64 65 65 65 67 67 68 68 68 68 68 69 70 70 70 70 71 71 74 74 74 75 75 76 76 76 76 1 2 3 3 3 3 3 3 4 5 5 7 7 7 7 da Dio a questa pena, infino a tanto Non c’è egli piú persona Ferondo "e per quel il disse all’abate; per che ad amenduni parve rivocato a vita e ed ella di lui dicesse ché a Dio piace donna, il quale farai Benedetto, per ciò fattogli dare nel vino di quella polvere tanta avea ben dieci mesi: per dello avello sí forte, che ismossolo, per ciò via; quando i monaci, uscir fuori; di venite, e veggiamo ciò pallido, come colui vostre orazioni, secondo e tornato in vita, di di che io priego Iddio figliuolo, poscia la qual sempre, poi di lui paura. Ma poi con lui e videro Braghiello avanti e per ventura venne degli sciocchi credendo quasi ogn’uomo dello abate. E Ferondo, non fu per innanzi: di si visse, sí veramente due figliuoli; per con ciò fosse cosa Chi dirà novella omai Certo vantaggio ne fu piaciute, e cosí spero che avverrà di quelle Ma pure, chente che ella si sia, quella il quale, per ciò andare a Parigi; di molto guardata, per ciò Ora avvenne amor di Beltramo piú piú che mai, per ciò per una nascenza Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che io ti debba dare che Idio dilibererà altro Disse il che noi due? che mi paia, noi dovremmo che ad amenduni parve che che senza indugio Ferondo che a lei si tornasse, ed che gravida fosse. che tu torni al mondo; che tu nomini Benedetto, che per gli prieghi del che egli gli mandava di che forse quattro ora il che, parendogli esser che che ismossolo, per ciò che poca ismovitura avea, che detto avean matutino, che, spaventati tutti per che che la potenzia di Dio ne che tanto tempo era stato che revelato mi fu, e che io priego Iddio che che vi dea il buono anno che Iddio t’ha qui che tu di questa vita che la gente alquanto si che egli era vivo, Per che risuscitasse. che a convenevole tempo, che credono la femina che risuscitato fosse, che per la sua gelosia che la donna contenta, che, quando acconciamente che che egli poi, avutola che già finita fosse la che bella paia, avendo che ella non fu la che avverrà di quelle che che per questa giornata che ella si sia, quella che alla proposta materia che poco sano era, sempre che la giovinetta che ricca e sola era che, ardendo ella dello che che mai, per ciò che che bellissimo giovane che avuta avea nel petto Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 75 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 7 7 8 8 8 8 8 9 9 11 11 12 13 13 13 14 16 17 19 19 22 22 23 23 24 25 25 25 25 26 26 27 27 27 28 29 29 30 30 31 31 33 33 33 33 33 33 33 34 trovar medico, come fossero esperimentati, consiglio né aiuto. Di quella infermità fosse Laonde, sí come colei utili a quella infermità infermità che avvisava Né prima altro fece venuta, di grazia chiese costei dicendo: Quello buona volontà e rispose sono; ma io vi ricordo perché non pruovo io ciò il nostro proponimento, che volete voi ma se io vi guerisco, veramente mi piace condotto a sanità; di dare; ma, poi e fornito. Noi vogliamo non esser di legnaggio Già a Dio non piaccia "Dunque volete voi donammo alla damigella, questo vi rendo sicuro disse il re "per ciò savia e amavi molto; per molto; per che speriamo vita con lei avrete re la damigella sposò, damigella sposò, che piú questo fatto, come colui già pensato avea quello che far dovesse, dicendo in Toscana. E saputo ella, per lo lungo tempo rimise in ordine; di il significò, pregandolo allora ad esser con lei per alcuna virtú cose; e veggendo fatto. Dove, acciò riavesse e avendo quello parole raccontò ciò conte, e mostrò quello e ultimamente disse sua intenzion non era sua; e pregogli lei porti molti prieghi Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che molti se ne fossero che di ciò l’avesse che la giovane fu che ella credeva, che già dal padre aveva che avvisava che fosse, che fosse, montò a che ella s’ingegnò di che la sua infermità gli che i maggiori medici del che proposto avea seco di che io non medico colla che ella sa fare, poi che volete voi che ve ne che ve ne segua? che merito me ne seguirà? che voi mi maritiate, ma che il re, guerito che promesso l’avea, non che voi torniate a che alla sua nobiltà bene che io sí fatta femina che noi vegniamo meno di che voi in guiderdon di che mai io non sarò di che la damigella è bella che speriamo che molto che molto piú lieta vita che con una donna di piú che piú che sé l’amava. E che sé l’amava. che seco già pensato avea che far dovesse, dicendo che al suo contado tornar che i fiorentini che senza conte stato che i subgetti si che, se per lei stesse di che che ella questo anello che stato gli era dato ad che per loro parole dal che per conseguente il che far dovesse avvisato, che già fatto avea per che di ciò seguiva: e che sua intenzion non era che per la sua dimora che la guardia e il che le piacesse di mutar Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 76 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 35 36 36 38 38 39 41 42 42 42 42 42 42 42 43 43 44 44 44 44 44 44 44 45 45 46 46 46 46 46 48 48 48 49 50 50 50 50 51 51 51 51 52 52 53 53 53 53 54 signore. Avvenne adunque ma è povera. Vero è ella già fatto di quello donna, levatasi, disse "Madonna, e’ mi pare La donna rispose gentil donna "ogni cosa chi ell’era e ciò per sí fatta maniera, parole, sí come quella sieno quelle due cose altra persona conosco voi, se quello è vero che io intendo, cioè ne fa gran sembianti; ma ciò in questo adoperare vi voglio mostrar quello quello che io voglio da marito, e per quello in casa. Io intendo in merito del servigio miei denari quella dote onorevolmente stimerete "Madonna, ditemi quello appresso farete quello contessa: "A me bisogna al conte mio marito dire ella possa esser certa l’ami come dimostra; il egli porta in mano e ma pur pensando cosa era il dare opera riavesse il suo marito e segretamente operando, e la vostra, io ho ciò e per ciò tempo è per me si faccia quello che v’aggraderà, acciò La gentil donna le disse che, se ella aveva cosa cosa che l’aggradisse, che le piaceva; ma di donarvi quello far bene, ché mi pare belli e cari gioielli, altrettanto; di la gentil donna vie piú contenta, quelle grazie a casa sua, udendo Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che il seguente dí ella che onestissima giovane è che a questo conte fosse che apparecchiata era d’u che voi siate delle che niuna cosa disiderava che vi piace mi dite, ché che intervenuto l’era che la gentil donna, che già in parte udite che aver mi convien, se che far me le possa aver, che io intendo, cioè che che ’l conte mio marito che poss’io per ciò in che voi disiderate? che io voglio che ve ne che ve ne segua, dove voi che io abbia inteso e che, in merito del che che mi farete, di darle che voi medesima a che sia convenevole. che io posso per voi Disse che vi piacerà. che voi, per alcuna che vostra figliuola sia che egli cosí l’ami come che ella non crederà mai, che ella ha udito ch’egli che onesta cosa era il che la buona donna che essa ad onesto fine a che mai parola non se ne che io disiderava, e per che per me si faccia che v’aggraderà, acciò che io poi me ne vada. che, se ella aveva cosa che che l’aggradisse, che le che le piaceva; ma che che ciò ella non avea che voi mi domanderete che si debba cosí fare. che valevano per che la gentil donna vie che contenta, quelle che maggiori poté alla che la contessa s’era Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 77 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE CORNICE CORNICE CORNICE DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 55 58 58 58 60 60 60 60 60 61 2 2 2 3 3 3 3 4 5 5 5 5 5 6 6 7 8 8 9 10 10 10 10 11 11 11 12 12 12 13 13 13 13 14 14 15 15 16 17 tanto in Firenze dimorò Io ti richeggio per Dio per li due cavalieri anello. Tempo è adunque e di tutti gli altri erano, ordinatamente ciò e per servar quello uomini e alle donne, che tutti pregavano gli altri suoi vassalli di Neerbale. Dioneo, ascoltata avea, sentendo che finita era e guari dallo effetto potrete anche conoscere camere piú volentieri non è egli per ciò venendo al fatto, dico udendo a molti cristiani dí ne domandò alcuno in Il quale le rispose meglio a Dio servivano come coloro facevano n’erano. La giovane, la domandò quello La quale rispose, uomo, il quale di ciò è molto migliore maestro quella dimanda gli fece oltre a questo a pensar a pensar che via e con lei tenere, acciò pervenire a quello semplice come parea; per le diede ad intendere che quel servigio e perciò farai quello quegli pochi vestimenti ginocchione a guisa essendo Rustico piú disse: "Rustico, quella quella che cosa è cosa è che io ti veggio "questo è il diavolo di molestia, tanta sia Iddio, ché io veggio veggio che io sto meglio ma tu hai un’altra cosa Disse Alibech: "O Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che ’l tempo del parto che le condizioni postemi che io ti mandai, tu le che io debba da te, sí che presenti erano, che stato era, e come, che promesso avea e per che tutti pregavano che che lei come sua che ciò sentirono, fece che diligentemente la che finita era e che a che a lui solo restava il che voi tutto questo dí che, quantunque Amore i che che le povere capanne che alcuna volta esso che nella città di Capsa che nella città erano che maniera e con meno che coloro meglio a Dio che piú delle cose del che nelle solitudini de’ che semplicissima era e che ella andasse cercando che, spirata da Dio che che tu vai cercando è che io non sono; a lui te che agli altri aveva che via e che modo egli che modo egli dovesse con che essa non s’accorgesse che egli di lei che s’avvisò come, sotto che quel servigio che piú che piú si poteva far che a me far vedrai; e che aveva, e rimase tutto che adorar volesse e di che mai nel suo disidero che cosa è che io ti che io ti veggio che cosí che cosí si pigne in che io t’ho parlato. E che io appena la posso che io sto meglio che non che non stai tu, ché io che non la ho io, e haila che? A cui Rustico che Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 78 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO CORNICE III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 CONCL 18 18 18 18 18 19 20 22 22 22 24 24 24 24 25 25 25 25 25 25 25 28 28 28 28 29 29 29 29 30 30 30 30 30 30 30 30 31 31 32 33 33 33 34 34 35 35 35 1 il ninferno; e dicoti e dicoti che io mi credo della anima mia, per ciò tanta pietà e sofferire queste parti venuta se’, "O padre mio, poscia e rimettiamlovi sí da Dio. La giovane, un poco di noia, per ancora al ninferno, non cosí. E per fare da sei volte, anzi ve ’l rimisero, tanto sí la superbia del capo, si disponesse, avvenne a Rustico: "Ben veggio valentuomini in Capsa, certo io non mi ricordo alcuna altra ne facessi ogn’altra persona, persona, che ad altro tratta gli avea, a tal ora sentiva freddo a dire alla giovane l’abbiamo sí isgannato, La qual, poi La qual, poi che vide non lascia stare; per per che tu farai bene diavolo. Rustico, alle poste; e dissele il ninferno attutare, ma che egli ne farebbe ciò ma sí era di rado, rado, che altro non era in bocca al leone; di voleva, mormorava anzi che no. Ma, mentre quistione, avvenne e ritrovatala avanti domandata dalle donne di con lei, rispose il diavolo in inferno, e atti, il mostrò loro. Di esse fecero sí gran risa in volgar motto il piú piacevol servigio in inferno, per ciò le sue parole; per Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che io mi credo che Iddio che Iddio t’abbia qui che se questo diavolo pur che io in inferno il La che tu di’. che io ho il ninferno, che egli poscia mi lasci che mai piú non aveva in che ella disse a Rustico: che altrui, duole quando che questo non avvenisse, che di su il letticel si che per quella volta gli che egli si stette che il giuoco le cominciò che il ver dicevano que’ che il servire a Dio era che mai alcuna altra ne che di tanto diletto e che ad altro che a che a servire a Dio che egli a tal ora che un altro sarebbe che il diavolo non era da che egli priega Idio di che vide che Rustico piú che Rustico piú non la che tu farai bene che tu che tu col tuo diavolo che di radici d’erba e che troppi diavoli che egli ne farebbe ciò che per lui si potesse; e che altro non era che che gittare una fava in che la giovane, non Ma, mentre che no. che tra il diavolo di che un fuoco s’apprese in che la corte i beni stati che nel diserto servisse che il serviva di che Neerbale aveva fatto che esse fecero sí gran che ancor ridono, e che il piú piacevol che a Dio si facesse era che egli è forte a grado che, venuto egli al che Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 79 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III III CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL 1 1 2 2 3 4 4 4 4 4 4 5 5 5 5 6 6 6 6 6 7 7 7 7 8 9 9 9 9 10 12 13 13 14 16 16 17 17 17 17 17 17 18 18 18 19 19 19 19 conoscendo la reina meglio guidar le pecore, in inferno, non peggio siete; tuttavia, secondo la favella a tale ora Filostrato, conoscendo si trovavan non meno siniscalco chiamare, a oltre a questo, secondo secondo che avvisò avvisò che bene stesse e mia disaventura, poscia né il seguirlo in ciò costumi, m’è valuto, andato; e cosí credo materia domane mi piace ragioni se non di quella infelice fine, per ciò voi mi chiamate, da tale da tale che seppe ben e sí dilettevole, che alcuno non vi fu e gli altri animali che erano per quello e sopravvenne: per cammin tenuto da quelle le tavole, cosí comandò alcuna n’ho alla mente se voi di quelle potrebbe essere altro dolersi ha quant’io, / innamorata. / Colui segno di quella / biltà, s’accese; / e ’l tempo, vita dura, / vie men / morta foss’io avanti / del qual prima fui / piú che altra contenta, / se’ davanti a Colui / pietoso diventa / di me, posso: fa ch’io senta / fiamma spenta / non sia, e ebbevi di quegli vollono alla melanese, meglio un buon porco piú altre cantare infin stella a cader cominciò cominciò che salia; per da dormire, comandò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che il termine della sua che le pecore abbiano i che Rustico facesse ad che conceduto mi fia, io che l’ossa senza maestro che falci si trovavan non che egli avesse strali, che punto le cose fossero che avvisò che bene che bene stesse e che che dovesse sodisfare che io ben da mal conobbi che per me s’è conosciuto che io prima per altro che io andrò di qui alla che si ragioni se non di che a’ miei fatti è piú che io a lungo andar che seppe ben che si dire che si dire mi fu imposto che alcuno non vi fu che che eleggesse di quello che erano per quello e che a lor sedenti forse che, messe le tavole che che reine avanti a lui che la Lauretta una danza che sia assai convenevole che io ho volete, io ne che bella e piacevole; e che ’nvan sospiro, lassa! che muove il cielo e ogni che sempre a lui sta nel che leggieri / sen vola, che prima reputata onesta che io t’avessi in tal che altra contenta, / che che or nel ciel se’ che ne creò, deh pietoso che per altrui / te che quella fiamma spenta che per me t’arse, / e che intender vollono alla che fosse meglio un buon che una bella tosa; altri che già ogni stella a che salia; per che, ora che, ora parendogli da che che con la buona notte Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 80 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO 2 3 3 4 4 4 4 5 5 5 5 6 6 6 7 7 7 7 7 10 10 10 10 11 11 11 11 11 12 13 13 15 15 15 15 17 17 17 18 18 18 19 19 20 20 23 24 24 24 e lette, estimava io ingannato. Per ciò ingegnato d’andare. Il scrollato, anzi presso ho potuto cessare. Per quel lo esser vero sogliono i savi dire, donne, stati alcuni leggendo, hanno detto voi mi piacete troppo e e che onesta cosa non è voler dire, hanno detto fama mostrandosi, dicono con le Muse in Parnaso E son di quegli ancora che, piú dispettosamente parlando, hanno detto dovessi aver del pane le cose da me raccontate senza indugio. Per ciò presummono, io avviso io avviso che avanti avuta alcuna repulsa, vostre. Ma avanti novella intera (acciò (acciò che non paia qual fu quella ma parte d’una, acciò favellando, dico come di tutti avviene, di sé a Filippo lasciò piccol figliuolo. Per alcuna vedere, acciò ragionava, nulla altro né alcuna altra cosa tornava. Ora avvenne volta a Firenze, acciò di Dio e vostri, io valente uomo, pensando al servigio di Dio Costui dice bene; per si vede, sí come colui molte domandava il padre giovani donne e ornate, cosí domandò il padre disiderio men cosa a udire! Colui danari né d’altra cosa "Padre mio, io vi priego Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che lo ’mpetuoso vento e che, fuggendo io e sempre che che assai manifesto può che diradicato e tutto che assai manifestamente che sogliono i savi dire, che sola la miseria è che, queste novellette che che voi mi piacete troppo che onesta cosa non è che che io tanto diletto che alla mia età non sta che io farei piú che con queste ciance che, piú dispettosamente che che saviamente parlando, che io farei piú che dietro a queste che come io le vi porgo, che, se già, non essendo che che avanti che io che io pervenissi alla che con ogni piccola lor che io venga a far la che non paia che io che io voglia le mie che dimostrata v’ho, che il suo difetto stesso che nella nostra città, che la buona donna passò che un solo figliuolo di che, data ogni sua cosa che che esse da cosí fatto che sante orazioni che sé dimostrandogli. che, essendo già il che che, faccendomi che che son giovane e posso che già questo suo che malagevolmente le che, avendovi ad andare, che che mai piú per che fossero e come si che da un paio di nozze che cosa quelle fossero. che utile, non le volle che mai piú alcuna veduta che veduta avesse, che voi facciate che io Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 81 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO 24 28 28 28 28 29 30 30 30 31 31 31 31 31 32 32 32 33 33 33 33 33 34 34 35 35 35 35 35 35 35 36 36 37 37 37 37 37 37 38 38 38 38 38 39 39 39 39 39 priego che voi facciate allora disse: "Io non so sono. Elle son piú belle che gli agnoli dipinti se vi cal di me, fate aver di forza la natura presente novella voglio de’ miei riprensori di piacervi, e confesso, cioè che voi mi piacete e dilettevoli onestà, quando colui senza altra compagnia e spezialmente guardando guardando che voi prima amato, sí come persona me ne curo. E quegli vanno, mostra mal mostra mal che conoscano abbia il capo bianco, de’ lati, rispondo loro. E se non fosse alle donne: il e sí l’apparino. mi debbia stare, affermo noi; se quando avviene dilettarsi di veder cosa e benché le donne quello di quelle; sí dovrebber piacere. Senza onore della simiglianza donne hanno a esse; per s’avisano. Ma che direm noi a coloro hanno tanta compassione che mi consigliano Certo io non so; se non ne dimandassi, m’avviso lor favole i poeti, cercar d’aver piú pane loro, perirono acerbi. io ne domando loro; non a niun caglia piú di me me che a me. Quegli dicono, avrei molto caro li quali, se a quel m’ingegnerei; ma infino ma infino che altro Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che io abbia una di che voi vi dite, né che gli agnoli dipinti che voi m’avete piú volte che noi ce ne meniamo una che il suo ingegno; e che mi basti, e a coloro che io fo male, o giovani che voi troppo piacete a che voi mi piacete e che che io m’ingegno di che di voi, dolcissime che nutrito, allevato, ac che del padre, come vi che voi prima che altro che altro piaceste ad un che i piaceri né la virtú che contro alla mia età che conoscano che, perché che, perché il porro che che la coda sia verde. A’ che io mai a me vergogna che uscir sarebbe del che se essi non sanno, Che io con le Muse in che è buon consiglio, ma che l’uomo da lor si che le somigli, questo che le Muse vagliono non che, quando per altro non che che le donne già mi fur che le donne hanno a esse che, queste cose tessendo che che direm noi a coloro che della mia fame hanno che mi consigliano che io che io procuri del pane? che, volendo meco pensare che che direbbono: "Va che molti ricchi tra’ lor che bisogno non era loro, Che piú? Caccinmi via che, la Dio mercé, ancora che Quegli che che a me. che queste cose cosí non che essi recassero gli che io scrivo discordanti che altro che parole non che parole non apparisce, Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 82 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 39 40 40 40 40 40 40 41 41 41 41 41 42 42 42 42 43 45 45 2 2 2 2 2 3 5 5 5 6 6 6 7 8 8 9 9 10 10 10 10 11 11 11 11 12 12 14 18 18 di loro dicendo quello aver risposto, dico soffiare; per ciò ciò che io non veggio me altro possa avvenire, avvenire, che quello piú giú andar non può mi disposi, ora piú mi vi disporrò; per ciò per ciò che io conosco con ragione, se non non che gli altri e io, quali forze io confesso ad altrui le presterrei per me l’adoperassi. Per mio, questa brieve vita da ritornare è, per ciò alla Fiammetta comandò senza piú aspettare nostro re data, pensando dir non si possono, passati l’ha fatto: ma l’ha fatto: ma che se l’abbia mosso, poi della sua vita non ebbe e gagliarda e savia piú dilicatezze, e veggendo che il padre, per l’amor per costumi nobile, piú nel cuore ricevuta, da ogni altra cosa quasi lettera, e in quella ciò e ben compreso ciò il piú contento uom fu monte, il quale, per ciò si poteva andare, come questa scala, per ciò davanti usata non s’era, s’era, che quasi niuno niuna cosa è sí segreta donna. La quale, acciò ingegni penato avea anzi Guiscardo mandato a dire disegnata l’altezza e sé vestito d’un cuoio fune a un forte bronco alli loro amori acciò egli, Ghismonda, senza accorgersi Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che essi di me dicono. che dallo aiuto di Dio e che io non veggio che di che di me altro possa che quello che della che della minuta polvere che il luogo onde levata che mai mi vi disporrò; che io conosco che altra che altra cosa dir non che gli altri e io, che che vi amiamo, che io non l’ho né che io per me che tacciansi i morditori che posta n’è, lascino che assai vagati siamo, o che principio desse alle che detto le fosse, che, dove per rallegrarci che che chi le dice e chi che che se l’abbia mosso, che se l’abbia mosso, poi che a me non si conviene che una figliuola, e piú che a donna per avventura che il padre, per l’amor che egli le portava, poca che altro le piacque, e che da ogni altra cosa che da amar lei aveva la che a fare il dí seguente che a fare avea, il piú che fosse già mai e che abbandonata era la che da uno fortissimo che di grandissimi tempi che quasi niuno che ella che ella vi fosse si che non pervenga, l’aveva che niuno di ciò accorger che venir fatto le che di venire che da quello infino in che da’ pruni il che nella bocca dello che segreti fossero, che per isventura quel dí che alcuna persona vi Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 83 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 18 18 18 19 21 23 24 26 26 26 26 27 27 27 27 27 27 28 28 28 29 29 29 29 29 30 31 31 31 32 32 33 33 33 33 34 35 35 36 36 38 38 38 38 38 38 40 40 40 l’uscio a Guiscardo e sollazzandosi, avvenne e sentí e vide ciò sua vergogna quello quale Tancredi, ancora "Amor può troppo piú Comandò adunque Tancredi non l’avessi veduto, non fosse, avessi, non ma pur pensato; di di rimanente di vita E or volesse Idio or volesse Idio che, poi avessi preso uomo stato; ma tra tanti a questo dí allevato; di m’hai, non sappiendo io già meco preso partito ma di te sallo Idio sallo Idio che io non so t’ho sempre piú portato follia: quegli vuole perdoni e questi vuole incrudelisca: ma prima disidero d’udire quello fermò, e seco, avanti suo Guiscardo. Per son disposta, per ciò né l’altro voglio mio. Egli è il vero e quanto io viverò, chenti e quali e con della giovanezza: e come di meno conoscere quello possano ne’ vecchi non carne, e sí poco vivuta, a seguir quello a a te né a me di quello a perveniva: e questo, chi l’abbia mostrato o come sono del mio disio. Di aver peccato, piú la volgare oppinione avessi a questo eletto, mi son posta. In In che non t’accorgi vertú primieramente noi, ne distinse; e quegli costumi; e per ciò colui Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che l’attendeva e che Tancredi si svegliò e che Guiscardo e la che già gli era caduto che vecchio fosse, da una che né voi né io possiamo che egli chetamente in che tu di sottoporti a che fatto, ma pur pensato che io in questo poco di che la mia vecchiezza mi che, poi che a tanta che che a tanta disonestà che alla tua nobiltà che nella mia corte che tu in grandissimo che partito di te mi che farne; ma di te sallo che io non so che farmi. Dall’una che farmi. che alcun padre portasse che io ti perdoni e che contro a mia natura che io partito prenda, che tu a questo dei dire. che a dovere alcun priego che, non come dolente che che né l’un mi varrebbe che mi vaglia; e oltre a che io ho amato e amo che sarà poco, l’amerò; e che forza vengano le che tu, uomo, in parte che gli ozii e le Sono che ne’ giovani. che ancor son giovane, e che elle mi tiravano, sí che natural peccato mi che ti se l’abbia che tu il sappi, io nol che egli pare, oltre che tu, piú la volgare che la verità seguitando, che io con uomo di bassa che non t’accorgi che non che non il mio peccato ma che tutti nascemmo e che di lei maggior parte che virtuosamente adopera Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 84 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 40 40 41 42 42 42 43 43 44 44 44 44 44 44 45 46 46 46 46 47 47 47 48 48 49 49 50 51 52 53 53 53 53 53 54 54 54 54 55 55 56 56 56 57 58 59 59 59 59 il chiama, non colui che è chiamato ma colui d’alcuna altra persona quelle cose laudevoli laude da te data gli fu e piú mirabilmente Dirai dunque e molti di quegli sonne. L’ultimo dubbio che tu movevi, cioè vecchiezza a far quello se peccato è; per ciò per ciò che io t’acerto io t’acerto che quello e me, se cosí ti par disposta a quello come diceva; per amore, e comandò a’ due che Guiscardo guardavano figliuola e imposegli di quella cosa hai lui consolato di ciò e radici velenose, poi averla se quello di cuor di Guiscardo; per sepoltura men degna l’amore, ma ora piú sia la crudeltà di colui quella sepoltura hai amasti; le quali acciò al mio dispietato padre e io le ti darò, come alcuno indugio farò quella, adoperandol tu, a’ luoghi non conosciuti con lei? Io son certa e de’ miei e, come colei che ancora son certa detto, non altramenti a versar tante lagrime, Le sue damigelle, che dattorno le stavano, cuore questo si fosse o La qual poi nel quale era l’acqua e vedute e udite, come che esse non sapessero qual, temendo di quello giunse in quella ora Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che è chiamato ma colui che chiama commette che a quello delle tue che valoroso uomo dee che io lui operarla, e che le tue parole non che io con uomo di bassa che la terra zappano e che tu movevi, cioè che che di me far ti dovessi, che giovane non usasti, che io t’acerto che che quello che di che di Guiscardo fatto che meritato abbiamo, che le parole sue che, da lei partitosi e che che Guiscardo guardavano che senza alcun romore che quando gliele desse che tu piú ami, come tu che egli piú amava. che partito fu il padre, che elle temeva avvenisse che, levato il viso verso che che d’oro a cosí fatto che già mai; e per ciò che con gli occhi della che il tuo valore ha che tu l’avessi, pose che a me ti mandasse, e che di morire con gli che la mia anima si che tu già cotanto cara che con lei? Io son certa che ella è ancora che ancora son certa che che m’ama, aspetta la mia che se una fonte d’acqua che mirabile cosa furono che dattorno le stavano, che cuore questo si fosse che volesson dire le che quanto le parve ebbe che il dí davanti aveva che esse non sapessero che acqua quella fosse la che sopravenne, presto che essa sopra il suo Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 85 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1 2 2 3 4 4 4 5 6 6 6 7 7 7 8 8 8 8 9 10 11 11 11 12 12 12 12 13 14 14 14 14 14 14 14 14 15 15 15 15 meno disiderata fortuna questa, né a me le dare, vide mai alcuno altro te, piagnere di quello niente di quello amore ultimo don mi concedi poi a grado non ti fu con Guiscardo vivessi, mio corpo col suo, dove dà a vedere ad una donna metà diletto di quello alcuna, con ciò sia cosa termini stare, voglio l’animo delle compagne alquanto recrear loro loro che a dovere, fuori ampia materia a ciò a ciò, non come uomini danti a ciaschedun credono, e poscia coloro a molti semplici quello ora fosse piacer di Dio giovane, ma di quelli a tanto il recarono, il recarono, che, non chi gli credesse: per suo malvagio adoperare vino, quando no’ n’avea appena avveduto alcuno, li viniziani adescare, quasi d’ogni testamento parti troppo maggiore Ascesi. Ora avvenne donna bamba e sciocca, d’un gran mercatante a’ piedi, sí come colei di questa sua bellezza, conobbe incontanente riprendere e a dirle e altre sue novelle; per che la donna gli disse egli era una bestia e e che egli non conosceva fosse piú una bellezza che un’altra. Per io vi priego per Dio voi mi perdoniate di ciò vi dissi, per ciò gastigato ne fui, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che questa, né a me le che non le disidero. Chi che te, piagnere di che egli ha voluto? Ma che già mi portasti che, poi a grado non ti che che io tacitamente e di che ’l mio corpo col suo, che tu te l’abbi fatto che l’Agnolo Gabriello è che con Guiscardo ebbe che io, vivendo, ogni ora che ne’ fieri che quello del re per le che a dovere, fuori che che del comandamento solo che m’è stato proposto mi che il Paradiso abbiano a che muore, secondo la che in ciò alle loro che nelle lor cappe che cosí delle loro bugie che de’ maggior cassesi che, non che la bugia, ma che che la bugia, ma la che, accorgendosi quivi che che fatto non aveva in Né se che gli piacesse. che di ladrone, di che egli quasi d’ogni che vi si faceva era che mai non fu di san che una giovane donna che chiamata fu madonna che era andato con le che viniziana era, e essi che fu un fastidio a che costei sentia dello che questa era vanagloria che la donna gli disse che egli era una bestia e che egli non conosceva che si fosse piú una che un’altra. Per che che frate Alberto, non che voi mi perdoniate di che io domenica, che sí fieramente la che mai poscia da giacere Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 86 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 17 17 17 18 19 19 19 19 19 19 20 20 20 20 20 21 21 21 21 21 21 22 22 22 23 23 23 23 23 23 23 23 24 24 24 24 25 25 25 25 25 25 26 26 26 26 26 27 27 pote’ volgere per veder per veder che ciò fosse, a’ piè, tante mi diè ed egli rispose: Per ciò voi? A cui egli rispose diss’io "io vi priego per tal convenente, e darottene tante, per tutto il tempo tu ci viverai. Quello vento, la quale era anzi bene, frate Alberto, e in fino a ora, acciò vi perdono, sí veramente che voi mi diciate ciò disse: "Madonna, poi ma una cosa vi ricordo, vi ricordo, che cosa dire a alcuna persona guastare i fatti vostri, la piú avventurata donna agnol Gabriello mi disse disse che io vi dicessi voi gli piacete tanto, egli dicendo per me pezza con voi; e per ciò potreste toccare, dice d’uomo, e per ciò dice a dire quando volete cui, e egli ci verrà: di verrà: di che voi, piú voi, piú che altra donna Baderla allora disse l’amava; per ciò ben lui, né era mai dipinto il vedeva; e ma con questo patto, per la Vergine Maria, Maria, che l’era detto ché in ogni luogo e oltre a questo, qual forma volesse, pure ben con lui quello e la grazia è questa, questa, che voi vogliate mie corpo. E udite in voi mi farete grazia: "Ben mi piace; io voglio vi diede a mie cagioni, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che ciò fosse, che io mi che io mi vidi sopra un Il che tutto mi ruppe. che tu presummesti oggi che era l’agnol Gabriello che voi mi perdoniate. E che tu a lei vadi come tu che io ti farò tristo per che tu ci viverai. Quello che egli poi mi dicesse, che no un poco dolce di che le mie bellezze eran che piú non vi sia fatto che voi mi diciate ciò che l’angelo poi vi disse che perdonato m’avete, io che cosa che io vi dica che io vi dica voi vi che sia nel mondo, se voi che siete la piú che oggi sia al mondo. che io vi dicessi che voi che voi gli piacete tanto che piú volte a starsi che a voi vuol venire una che egli è agnolo e che per diletto di voi che voi gli mandiate a che egli venga, e in che voi, piú che altra che altra donna che viva, che viva, tener vi potete che molto le piaceva se che ella amava ben lui, che una candela d’un che, qualora egli volesse che che egli non dovesse che l’era detto che egli che egli le voleva molto che ella il vedeva, le che a lui stesse di che ella non avesse paura che voi mi dite. Ma voi che voi vogliate che egli che egli venga con questo che voi mi farete grazia: che egli mi trarrà che, in luogo delle busse che che voi abbiate questa Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 87 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 28 28 28 29 29 29 30 30 30 31 31 32 32 32 33 34 35 35 35 35 36 37 37 39 39 40 41 41 41 41 42 43 43 43 43 43 44 45 45 45 45 45 46 46 46 46 46 47 47 Alberto: "Or farete vostra casa per modo possa entrarci, per ciò La donna rispose sí gran galloria, mille anni parendole Frate Alberto, pensando a confortare, acciò entrato, con sue frasche in piè e fecele segno a letto s’andasse; il Lisetta trovandosi, giacitura faccendole notte volò senza ali, di suo, al quale, acciò Gabriello e ciò con lui; so io bene fiori e tra tante rose, piú dilettevoli luoghi a matutino: quello bacio all’agnolo, tale "Ben farò oggi una cosa già è gran tempo piú, Pure avvenne un giorno ogn’altra, sí come colei d’udire, sí come colei Allora la donna, Gabriello, il quale piú bella donna, per quello quello che egli mi dica, cosí; ma io non credeva Dio, egli il fa meglio che mio marido, e dicemi colassú; ma, per ciò io gli paio piú bella paio piú bella che niuna le parve mille anni in posta. Avvenne appena spogliato s’era, che i cognati di lei, camera per aprirlo. Il sentendo, e avvisato ciò sapeva ben notare, sí del canale, in una casa pregando un buono uomo uomo che dentro v’era il mise, e dissegli nella camera trovarono se n’era volato: di Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che questa notte egli che egli possa entrarci, che vegnendo in corpo che fatto sarebbe. Frate che non le toccava il cul che l’agnolo Gabriello a che cavaliere, non agnolo che di leggiere non fosse che portate aveva, in che a letto s’andasse; il che ella, volenterosa che era fresca e morbida, che il marito, molte che ella forte si chiamò che paura non avesse che da lui udito avea che stanotte, vegnendo che mai non se ne videro che fosse mai infino a che il mio corpo si che egli vi si parrà il che io non feci già è che io mi spoglierò per che, essendo madonna che che poco sale aveva in che ben la conoscea, che piccola levatura avea che sé m’ama, sí come la che egli mi dica, che sia che sia nel mondo o in che gli agnoli facesson che mio marido, e dicemi che egli si fa anche che io gli paio piú bella che niuna che ne sia in che ne sia in cielo, s’è che ella fosse in parte che di questo fatto che i cognati di lei, che che veduto l’avevan che frate Alberto che era, levatosi né che male alcun non si che aperta v’era che dentro v’era che per che per l’amor di Dio gli che quivi infino alla sua che l’agnolo Gabriello, che quasi scornati Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 88 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA CORNICE CORNICE CORNICE LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 48 48 48 48 48 49 50 50 50 50 50 51 51 52 52 52 53 53 53 53 53 54 55 55 55 55 56 57 57 58 2 2 2 4 4 4 4 5 5 5 6 6 6 6 7 8 8 8 9 nel canale, né si sapeva che divenuto se ne fosse: se ne fosse: per che prestamente s’avisò s’avisò colui che in casa avea esser con lui trovò modo che, che s’egli non volesse che, s’egli non volesse che a’ cognati di lei il poi ciascun va, con quel che menato ha, dove gli Se voi volete, anzi che spiar si possa che anzi che spiar si possa che voi siate qui, che io possa che voi siate qui, che io in alcun di questi come uscirci possiate che conosciuto non siate: della donna, avvisando che voi in alcun luogo per avervi. Come che duro paresse a frate guisa, pur per la paura che aveva de’ parenti due gran cani, che dal Macello avea mandò uno al Rialto, che bandisse che chi al Rialto, che bandisse che chi volesse veder gran romore di molti, che tutti diceano: "Che che tutti diceano: "Che Che s’è quel? che s’è diceano: "Che s’è quel? che s’è quel?, il Piazza, dove, tra quegli che venuti gli eran dietro e quegli ancora che che, udito il bando, da e’ tafani, per ciò che di mele era unto, noia. Ma poi che costui vide la Piazza dicendo: "Signori, poi che il porco non viene e non si fa, acciò che voi non siate venuti venuti invano, io voglio che voi veggiate l’agnolo e la maggior villania che mai a alcun ghiotton spazio il tennero, tanto che che, per ventura la misera vita si crede che egli morisse. Cosí piaccia a Dio che a tutti gli altri lei: "Un poco di buono e che mi piacque fu nella a quella da ridere, il che avrei voluto che il che avrei voluto che stato non vi fosse; noia tornar di colui che l’usa e molte volte E tra gli altri che con piú abandonate ne trasporta, mi pare che l’ira sia quello; la quale niuna altra cosa è che un movimento subito e l’anima nostra. E come che questo sovente negli avvenga, e piú in uno che in un altro, donne veduto, per ciò che piú leggiermente in q ciò maraviglia, per ciò che che, se raguardar vorremo vorremo, vedremo che il fuoco di sua morbide cose s’apprende che nelle dure e piú a male) piú dilicate che essi non sono e molto e di pericolo, acciò che da quella con piú mercatanti piú copiosa che oggi non si vede; eran di tempo maggiori che gli altri che maschi maggiori che gli altri che maschi erano. Delle parenti a maritarle, che la tornata di Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 89 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 10 10 10 12 12 12 12 12 12 13 14 14 14 14 14 15 15 15 15 15 16 16 16 16 16 16 16 16 17 17 17 18 18 18 19 19 20 20 21 21 21 22 22 22 22 22 22 23 23 gentile uomo, avvegna avevan saputo adoperare, n’erano, quando avvenne certi quanto sia l’amore che io vi porto, e voi adopererei quello adoperassi; e per ciò io molto v’amo, quello partito ne prenderemo e per quello ancora giovani, quello quelle e diliberare in mi dà il cuor di fare li piú contenti uomini uomini che altri Li due giovani, modo ardevano, udendo questo seguir dovesse, andar poteva; e poi con lei fu dimorato, ciò gli fu, per ciò senza sospetto: per liberamente rispostogli che le piaceva e questo, quello farebbono essa volesse, gli disse li quali molto a ciò disse loro parte la Ninetta, questo fatto l’accese, credevano tanto vivere pervenissero. Per Per che, venuta la notte dato, li lor tre amanti E rinfrescatisi di ciò porto in un altro, anzi tutto il giorno avvenire copia rincrescono, cortesie e feste: di di lui in tanta gelosia, poteva andare un passo accrescevano. E come di tempo s’avenisse, o o no, la Ninetta, chi l’ebbe per fermo: di tanto furor trascorse, di Restagnone l’onta a Restagnon riscaldato e di quella fu tale Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che povero fosse, che, senza saperlo alcuna che che due giovani compagni, che io vi porto, e che io che io per voi adopererei che io per me medesimo che io molto v’amo, che nell’animo caduto mi che vi parrà il migliore. che ne’ vostri atti e di che non sono io: dove voi che parte del mondo noi che le tre sorelle, con che altri che al mondo che al mondo sieno. A voi che oltre modo ardevano, che le lor giovani che essi erano che alquanto con lei fu che co’ giovani detto che essa molto piú di lui che essa liberamente che le piaceva e che le che le sorelle, e che essa volesse, gli che ogni cosa oportuna che ragionato avea loro che dalla parte delle lor che del disiderio delle che esse non credevano che a ciò pervenissero. che, venuta la notte che che che salire sopra la che l’aspettavan che avean bisogno, che l’ottavo dí fosse, che quantunque le cose che a Restagnone, il qual che la Ninetta che egli non poteva che ella nol risapesse e che in processo di tempo che Restagnone l’amistà che gliele rapportasse, che ella in tanta che, rivoltato l’amore il che che ricever l’era paruta che di ciò non si che, avanti che il che Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 90 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA CORNICE CORNICE ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 23 23 24 24 24 24 24 25 25 25 25 25 26 26 26 26 27 28 28 28 29 29 29 29 30 31 31 31 32 32 32 32 33 1 2 3 3 3 4 5 5 5 6 6 7 8 8 8 8 fu tale che, avanti lor donne, senza saper molti giorni avvenne fu presa la vecchia pienamente mostrando ciò avvenuto ne fosse; di prestissimamente ciò la Ninetta fosse, il studio ponevano in far al quale avvisavano sarebbe, sí come colei pareva niente, per ciò mai aver voluta far cosa gli piacesse, imaginando seguire: la prima, dovesse riavere; l’altra vi s’accordò e disse dipartirsi pregandola oltre a questo le ’mpose colpevole donna, acciò pur s’accorse Folco Folco che ella v’era: di già avendo sentito questo esser potesse mostrare, poco da lui, è da tua sorella che io ti meni, acciò Folco poté por mani, uccisa, furono alcuni che per invidia e odio la qual cosa il duca, e la sua donna; e loro, grande ingegno coloro quale uccisa da quegli viso e a Elissa fé segno donne, assai son coloro coloro schernendo che tener vogliono Il quale Ruggieri, anzi Tunisi, la qual, secondo secondo che ciascun delle piú belle creature e sí le piacevano, e piú volentieri tocchi: anzi, non meno qual cosa infino a tanto a ogni suo amico che là andava imponeva facesse, per quel modo Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che il matutino venisse, di veleno fosse morto per altra malvagia alla Ninetta l’acqua per quello avvenuto il duca di Creti, udir volle ebbe della forte dispiacque loro dal fuoco la Ninetta giudicata sarebbe, sí molto ben guadagnato il duca pur fermo a gli piacesse, piacendogli potrebbe ella la sua sorella questa cosa fosse era presto. Fatto quella notte, la qual via ne mandasse la a lui non fosse ella v’era: di che egli si maravigliò il duca aveva la la Ninetta quivi malizioso era, io ti meni, acciò che piú non venghi alle furon pochi; e alla per invidia e odio a Ughetto portavano, molto la Magdalena di queste cose niente gli guardavano sú v’erano, loro appresso dicesse; la credono Amor tener vogliono che alcun per udita si il padre morendo, ciascun che veduta veduta l’avea mai dalla natura essa, seco stessa d’altro di lui di lui la giovane con onesta cagione là andava imponeva a suo potere il suo migliore gli paresse, Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 91 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 9 10 10 10 10 10 10 11 12 12 12 12 13 13 13 13 13 14 14 14 15 15 16 16 16 17 17 17 17 18 18 18 18 18 19 19 20 20 21 21 21 23 23 23 24 24 24 25 26 ricevette: e rispostogli e un poco piú lunghe il Gerbino, avvenne al re di Granata: di oltre modo, pensando amante s’allontanava ma volentieri, acciò per forza, se avvenisse venendo il tempo mandò significando ciò che fare intendeva, e e che, sicurato da lui Il re Guiglielmo, non immaginandosi guanto. Il quale, poi e fornirla di ciò né altro aspettava La giovane donna, a Palermo e imposegli andarne in Granata; per udendo e sappiendo re di Tunisi, non sapeva al suo avviso; per ciò pochi dí quivi fu stato, o sentire amore credo presente fatica; e ciò che io amo nella nave insieme con quella cosa vittoria io non cerco parole bisogno, per ciò per ciò che i messinesi erano a far quello di con le parole; per fine del suo parlare pervennero. Coloro pervenuto, fé comandare certificati chi erano e vinti, arrendersi o cosa troppo piú bella assai estimava, infiammato piú del guanto rispose fare, preso un legnetto accostò alla nave. Il figliola del re venire, montato, non altramenti la sua ira sazia marinari trarre quello e a casa piú doloroso dogliendosi della fede Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che ella di pari amore che bisognato non sarebbe che il re di Tunisi la che ella fu crucciosa che non solamente per che quasi del tutto che questo avvenuto non che per mare a marito che mandare ne la dovea, che fare intendeva, e che che, sicurato da lui che che che né dal Gerbino né da che vecchio signore era che per questo adomandata che la sicurtà ricevuta che bisogno aveva a chi La giovane che tempo. che tutto questo sapeva e che il bel Gerbino da sua che ora si parrebbe se che il re Guiglielmo suo che farsi: ma pur da amor che pochi dí quivi fu che la nave con poco che sia, senza il quale, che io amo nella nave che che qui davanti ne vedete che io piú disidero, è che in parte mi venga se che i messinesi che con che con lui erano, vaghi che il Gerbino gli che, fatto un grandissimo che che cosí fosse, le trombe che sopra la nave erano, che i padroni di quella che domandassero, dissero che sopra la nave fosse che egli seco non che prima al mostrar del che quivi non avea che di Sardigna menato che veggendo i saracini e che sotto coverta piagnea che un leon famelico che la fame, con una che si poté per che altro uomo si tornò. che gli era stata male Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 92 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia ELISSA ELISSA ELISSA CORNICE FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV 4 4 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 26 26 26 2 4 4 5 5 5 5 5 5 6 6 6 7 7 7 7 8 8 8 9 9 10 10 10 10 10 11 11 11 12 12 12 13 13 13 13 13 14 15 15 15 15 16 16 16 16 raccontarono il come. Di che il re Guiglielmo alcun de’ baron suoi che con prieghi da ciò si senza nepote rimanere che esser tenuto re senza a Filomena fu imposto che ragionasse: la quale, e costumata, la quale, che che se ne fosse costumata, la quale, che che se ne fosse cagione, pisano chiamato Lorenzo, che tutti i lor fatti guatato, avvenne che egli le incominciò a piacere. Di che Lorenzo accortosi e e sí andò la bisogna che, che piacendo l’uno non passò gran tempo che, che assicuratisi, fecero fecero di quello che piú disiderava sí segretamente fare che una notte, andando là dove Lorenzo dormiva, che il maggior de’ Il quale, per ciò che savio giovane era, a’ suoi fratelli ciò che veduto aveva la di questa cosa, acciò che né a loro né alla o saputa infino a tanto che tempo venisse nel questa vergogna, avanti che piú andasse innanzi, come usati erano avvenne che, che sembianti faccendo il destro, Lorenzo, che di ciò niuna guardia e sotterrarono in guisa che niuna persona se in alcun luogo; il che leggiermente creduto creduto fu, per ciò che spesse volte eran di avvenne un giorno che, che domandandone ella molto instantemente, che l’uno de’ fratelli le de’ fratelli le disse: "Che Che vuol dir questo? che "Che vuol dir questo? che hai tu a far di faremo quella risposta che ti si conviene. Per ti si conviene. Per che la giovane dolente e temendo e non sappiendo che che, senza piú domandarne il chiamava e pregava che ne venisse; e alcuna Avvenne una notte che che, avendo costei molto molto pianto Lorenzo che non tornava ed e fracidi: e parvele che egli dicesse: "O tu non mi fai altro che chiamare e della mia accusi; e per ciò sappi che io non posso piú piú ritornarci, per ciò che l’ultimo dí che tu mi per ciò che l’ultimo dí che tu mi vedesti i tuoi l’aveano, le disse che piú nol chiamasse né vedere se ciò fosse vero che nel sonno l’era in compagnia d’una che altra volta con loro tolte via foglie secche che nel luogo erano, dove né ebbe guari cavato, che ella trovò il corpo guasto né corrotto; per che manifestamente la sua visione. Di che piú che altra femina visione. Di che piú che altra femina dolorosa dolorosa, conoscendo che quivi non era da sepoltura; ma, veggendo che ciò esser non poteva, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 93 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 16 17 17 18 18 18 19 20 21 21 21 22 22 23 24 25 1 2 2 2 2 3 3 3 4 4 4 5 5 5 5 6 6 7 7 9 9 10 10 10 11 11 11 11 11 12 12 12 13 un coltello il meglio amaramente pianse, tanto da niuna altra acqua sí come quello teneva nascoso: e poi per lungo spazio, tanto dalla testa corrotta guasta bellezza e di ciò "Noi ci siamo accorti, la cotal maniera. Il infermò, né altro e per ciò vollero vedere non ancor sí consumata quella di Lorenzo. Di a molti, fu alcuno fu lo malo cristiano, / sue braccia; mentre Quella novella, donne carissima, per ciò si fosse la cagione per udita, a Panfilo impose li quali di cosa finiti di dire da coloro che veduti gli aveano, donne, voi dovete sapere passione è di ciascuno quantunque a colui e s’allegrano secondo contrario son di quegli ne credono se non poi commendo, per ciò né ogni volta falsi. noi aver conosciuto; e di dimostrarlo. Per Per che giudico operò tanto la giovane, fu menato. E acciò continuando, avvenne sue braccia; e mentre conoscere, e parevale l’uno né l’altro. Di si destò; e desta, come che lieta fosse veggendo poté s’ingegnò di fare suo voler vedendo, acciò vermiglie colte, per ciò fontana e chiara, fosse la cagione per se ne rise, e disse Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che Che che che che che che che che che che che che che che che che che che poté gli spiccò dallo tutta con le sue o rosata o di fior il suo Lorenzo teneva molto vagheggiato tutto il basilico dentro v’era, divenne gli occhi le parevano ella ogni dí tiene la udendo i fratelli e il testo suo nella dentro vi fosse; e essi alla capellatura essi si compuose quel la mi furò la grasta, et ella con una sua Filomena aveva detta, assai volte avevano fosse stata fatta. Ma allo ordine andasse a venire era, come veduti gli aveano, l’effetto seguí general passione è di vive il veder varie dorme, dormendo, per quegli o temono o niuno ne credono se nel premostrato né sempre son veri né essi non sien tutti essi tutti non sien giudico che nel nel virtuosamente Gabriotto non niuna cagione mai, se alla giovane una cosí dimoravan, le questa cosa assai dolore e lieta fosse veggendo non cosí era come la sera non vi egli d’altro non la stagione era, con nel giardino era, a la venuta gli avea il grande sciocchezza Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 94 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 13 14 14 14 14 14 15 15 16 16 16 16 16 16 17 17 17 17 18 18 18 20 20 22 22 22 22 22 23 23 23 23 23 24 24 24 24 25 25 26 26 26 27 28 28 29 31 31 32 alcuna fede, per ciò lo tuo quanto per uno ne feci, il qual fu, giammai; e pareami che ella fosse piú sí mia dimestica, me pareva averla sí cara sí cara che, acciò questo mi pareva seno, uscisse non so di mi parea fare; per per che egli mi pareva e quello tanto rodesse il quale pareva per portarsel via. Di sentiva sí fatto dolore feci beffe di me stesso che cercato v’avea. Ma paura nascose. E come e non sappiendo e non sappiendo che, piú del pratello. Il "O signor mio dolce, o e noioso alla giovane, alla giovane, che piú vano il chiamò; ma poi freddo, non sappiendo non sappiendo che far né le dimostrò. E poi giovane alla fante: "Poi stare in vita; ma prima mi venga, vorre’ io amor tra noi stato, e uccidere, per ciò il perderesti, per ciò là dove io son certa non è andata per ciò in questo giardino, il saprà giammai, per ciò "Già Dio non voglia e mio marito, io sofferi per l’animo mi va quello dattorno delle rose non andrà guari di tempo e sarà ricolto; e come sollicitata, per ciò per caso avvenne famiglia del podestà, piú di morte Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che o per soperchio di che io altressí questa che a me pareva essere in che ella fosse piú che la che la neve bianca, e in che punto da me non si che, acciò che da me non che che da me non si partisse che, riposandosi questa che che parte una veltra che egli mi pareva che che ella mi mettesse il che al cuor perveniva, il che ella mi strappasse che io sentiva sí fatto che il mio sonno si ruppe che cercato v’avea. Ma che vuol questo per ciò che con lui, che, piú che l’usato che che l’usato spesse volte che veggendo la giovane e che ti senti tu? che piú che sé l’amava, che sé l’amava, ciascuna che pur s’accorse lui del che far né che dirsi, che dirsi, cosí lagrimosa che miseramente insieme che Iddio m’ha tolto che io ad uccider mi che noi prendessimo modo che il corpo, del quale che, se tu l’hai qui che che tu n’andresti in che la sua anima non è che buon giovane fu; ma che niuna persona saprà che niun sa ch’egli mai che cosí caro giovane e che a guisa d’un cane sia che noi abbiamo in ciò a che colte avevano che giorno fia, e sarà che questo a’ suoi niuna che il giorno se ne che dalla famiglia del che per caso andava a che di vita disiderosa, Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 95 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO CORNICE CORNICE CORNICE EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 32 32 32 33 33 33 34 36 37 37 37 37 37 38 38 38 38 40 40 40 41 41 41 42 42 43 2 2 2 3 4 5 5 6 6 6 7 7 7 7 8 8 8 9 9 9 9 9 9 chi voi siete e so davanti alla signoria e essere accusato. Per camera avendo, di ciò affermarono del no; ma cuore gli s’era rotta, di donarle quello dolendosi domandò egli della forza che fare l’avea voluta quella venne a dire ciò e, dove a grado a lui, a lei fosse, non ostante In questo tempo "Padre mio, io non credo io non credo che bisogni racconti, ché son certa piedi. Messer Negro, avrei avuto molto caro prima aver perduto saputo. Ma pur, poi poi che cosí è, quello parenti, comandò loro le parenti del giovane, nella città n’erano. Per il podestà quello Emilia, sembianti le fé fé che a grado li fosse fosse che essa a coloro alla sua simile, se non le sue forze dimostra, si fa temere. Il temere. Il che, ancora proprie braccia il pan ciò di sí povero animo non maggior peso di lei, aspetto del giovane passo di lana filata sospiri piú cocenti di colui ricordandosi molto sollecito divenuto quasi quella sola compiere, piú spesso era sollecitata. Per sollecitata, avvenne piú d’ardir prendendo della vergogna cacciando e all’altra aggradirono, aggradirono, che, non Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che il volermi fuggire che ciò sia di che, senza essere da che che intervenuto era che alcuna posta vicina Il che affogato l’avea. che vender non le poteva, che la figliuola gli che fare l’avea voluta che egli da lei accusato che fatto avea; per la che suo padre era, e a che marito avesse avuto che costoro cosí che bisogni che io la che io la istoria del mio che udita l’avete e che antico era oramai e che tu avessi avuto tal che io l’abbia saputo. che cosí è, quello che io che io per contentarti, che le esequie che saputa avevano la che, posto nel mezzo che che addomandato avea, che a grado li fosse che che essa a coloro che che detto aveano dicendo che, come l’Andreuola nel che che come potentissimo che, ancora che non in che che non in tutto, in gran che mangiar volea che ella non ardisse a che dando andava per un che l’amava, il cui nome che al fuso avvolgeva che fuoco gittava, di che a filar gliele aveva che ben si filasse la che la Simona filava, e che l’altre era che, l’un sollecitando e che che l’un piú d’ardir che aver non solea, e che d’avere era usata, che, non che l’uno che che l’uno dall’altro Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 96 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA CORNICE CORNICE EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 10 10 10 10 11 11 11 12 12 12 13 13 13 15 15 15 15 16 16 18 18 18 18 20 20 21 21 21 21 22 22 3 4 4 4 4 4 4 4 4 4 5 6 6 6 7 8 8 8 accendendosi, avvenne disse alla Simona del tutto egli voleva menar la voleva, acciò La Simona disse domenica dopo mangiare, con un suo compagno, ragionato d’una merenda e le gengie, dicendo gli nettava d’ogni cosa l’aver mangiato. E poi perseguí ragionando, non stette guari grande, fu da molti e accusar la Simona del subito accidente fu reputato da tutti compagni di Pasquino raccontatogli, per ciò Le quali cose mentre lor domandandosi se non punitore, la cattivella, medesimo accidente cadde è al nostro giudicio non patí la fortuna n’erano, non sappiendo rivenuto, disse: "Mostra salvia sia velenosa, il suole avvenire. Ma acciò La qual cosa colui il gran cesto in terra, sono, li quali piú giammai. E per ciò naturali cose quella la cui natura è tale medesimo consumar si può donna la quale, mentre cercò d’esser piú savia lei non si apparteneva e e che non era e ancora non sosteneva la cosa in nostra città, secondo altri suoi vicini, piú amore tanto e sí fiero, ella non amava men lui ne dolfe; e come colei sarto nostro vicino, ha nome la Salvestra, un giorno, senza Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che Pasquino disse alla che del tutto egli voleva che ella trovasse modo di che quivi piú a agio e che le piaceva; e, dato a che andar voleva alla che Puccino avea nome, ma che in quello orto a che la salvia molto ben che sopr’essi rimasa che cosí alquanto fregati che egli s’incominciò che egli perdé la vista e che vicini al giardino che con inganno che il suo amante tolto che cosí fosse come lo che sopravenuti erano, un che per le parole di lei che per lo Stramba e per che il fuoco fosse di che dal dolore del che prima caduto era che vivi dietro a lei che sotto la che dirsi, lungamente che questa salvia sia che della salvia non che ella alcuno altro che del giardino era che la cagione della che l’altre genti si che tra l’altre naturali che meno riceve consiglio che piú tosto per sé che per avvedimento che ella cercò d’esser che a lei non si che non era e ancora che che non sosteneva la cosa che studiava mostrare il che gli antichi che con alcuno altro che Girolamo non sentiva che da lui amata fosse. che si credeva per la che ha nome la Salvestra, che, se noi dinanzi non che che alcuno il sappia, per Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 97 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 9 9 10 10 11 11 11 11 11 11 12 13 13 13 14 14 14 15 15 16 16 17 17 17 17 18 19 19 19 20 20 20 20 22 22 22 22 22 25 25 25 25 25 25 25 26 26 26 27 e per ciò mi parrebbe del fondaco; per ciò I tutori dissero la donna parlava bene e egli è ben fatto de’ fatti tuoi; per ci contenteremmo molto come si traffica, senza e piú da bene là e que’ gentili uomini volerne fare, per ciò e a pregare dolcemente piacere di far quello e tanto gli seppe dire Donde piú innamorato ad un buon giovane faceva le trabacche, di Ma pur, veggendo davanti a lei, credendo il contrario. Di ogni cosa faceva di lei stesse, una sera a teli di trabacche nascose, e tanto aspettò n’andò dove veduto aveva ancora? La giovane, il tuo Girolamo. Il è passato quel tempo ad altro uomo che al mio marito. Per ti priego per solo Iddio ti sentisse, pogniamo sí ne seguirebbe cosa ottenne. Per ultimamente la pregò amore ella sofferisse lei si coricasse, tanto promettendole essere addormentato; per oltre la mano acciò come ghiaccio freddo, di con piú forza e sentendo piú ritoccarlo cognobbe che egli era morto; di gran pezza senza saper persona tentar quello e destatolo, quello se a lei avvenisse, Il buono uomo rispose Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che, che per fuggir questo, che, dilungandosi da che che la donna parlava bene che essi ciò farebbero al che tu incominci tu che noi ci contenteremmo che tu andassi a stare a che tu diventerai molto che qui non faresti, che vi sono assai e de’ che egli credeva cosí che gli dovesse piacere che volevano i suoi che egli acconsentí di che mai tornatosene, che faceva le trabacche, che egli fu oltre misura che altro esser non che ella non avesse lui che in assai piccolo che poteva, per che a vegghiare erano che tesi v’erano si che, tornati costoro e che che la Salvestra coricata che non dormiva, volle che udendo costei, tutta che alla nostra Per che al mio marito. che io ti priego per solo che tu te ne vada; ché se che altro male non ne che mai in pace né in che, disideroso di morire che che in merito di tanto che egli allato a lei si che alquanto riscaldar si che né le direbbe alcuna che, stesa oltre la mano che che si svegliasse, il che ella si maravigliò che egli non si movea, che egli era morto; di che oltre modo dolente, Alla fine che farsi. che il marito dicesse da che presenzialmente a lei che consiglio ne che a lui parrebbe che Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 98 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE CORNICE FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 27 27 28 30 30 31 31 32 32 32 32 33 33 33 33 33 34 34 34 1 3 3 3 3 3 4 4 5 6 6 6 6 7 7 7 7 7 8 8 8 8 9 9 9 9 9 11 13 13 che a lui parrebbe a lui parrebbe che colui il morto giovane. Di e ascolterai quello tra gli uomini, acciò dicesse. Alla giovane, piacque, sí come a colei ella il viso morto vide, non ristette prima molte lagrime, per ciò ciò che prima nol toccò a costei tolse. Ma poi le donne e dicendole ancora, e poi e morta conobbero. Di Di che tutte le donne del marito di lei, E poi ad assai di quegli morte di ciascuno, il lui e amato da lei; il novella alla qual, poi di compassione avere alla passata, per ciò coloro a’ quali ciò con piú fiero accidente Dovete adunque sapere sapere che, secondo E per ciò d’una assisa. E come miglia, pure avvenne l’amistà e la compagnia e or con uno altro fece, amore a lui, in tanto tanto che niuna cosa piú né altro attendeva lui esser richiesta: il il che non guari stette insieme usando, avvenne ne sdegnò, in tanto che il grande amore il seppe tener nascoso tutto d’ucciderlo. Per disposizione, sopravenne si bandí in Francia, il e mandogli a dire lietissimo rispose disarmati, sí come colui un de’ suoi famigliari a ciascun comandato Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che colui che morto fosse che morto fosse si che egli tutto smarrito che di questo fatto si che noi sentiamo se che tardi era divenuta che morto disiderava di che sotto ’l mantel che al corpo fu pervenuta che prima nol toccò che, che, come al giovane il che che, riconfortandola le che che su si levasse che ella non si levava, che tutte le donne che che quivi erano, vinte da che tra loro era, senza che v’erano raccontata la che a tutti dolfe. che ella sappiendo, poi che cosí degli che alla passata, per ciò che da piú furono coloro che io dirò avvenne, e che quegli de’ quali è che, secondo che che che raccontano i che l’uno e l’altro era che ciascun dimorasse in che, avendo messer che che era tra loro, che la donna se n’accorse che niuna cosa piú che che lui disiderava o che da lui esser che non guari stette che che adivenne, e insieme che il marito se che il grande amore che che al Guardastagno che i due amanti non che, essendo il che che un gran torneamento che il Rossiglione che, se a lui piacesse, che che senza fallo il dí che di niente da lui si che nel portasse; e che niun fosse tanto Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 99 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 13 14 14 15 15 16 16 17 18 20 20 21 21 22 22 22 22 23 23 23 24 25 25 3 3 3 3 3 3 4 4 4 4 4 4 5 5 6 7 7 7 7 7 8 8 9 9 9 9 niun fosse tanto ardito ne tornò. La donna, "E come è cosí, messer, io ho avuto da lui essere di qui domane, di cuor di cinghiare e fa dilettevole a mangiar molto. la donna, il cavaliere ebbe veduto morto v’è piaciuto ciò ciò che vivo piú poi disse: "Come? "Come? che cosa è questa rispose: "Quello e sappiate di certo è stato desso, per ciò strappai, poco avanti di colui cui ella piú "Voi faceste quello unque a Dio non piaccia molto alta da terra, per cosa era stata: per chi fosser quegli amori raccontate, non occhi e ’l petto, per sommamente disiderato ho Ora, lodato sia Iddio, fare una mala giunta, di indizio dando a ciò bellissime giovani, ancora non è gran tempo gioie e tutto ciò donna può piacere meglio teneva fornita; vero è sí come colei costui a costei mostrava dí, e simili ciance; di e tutto il ben suo. Di stato, in tanto né amico lasciato s’avea che ben gli volesse o era infamato, di sua fante tanto ordinò insieme furono. E poi vita e a pregarlo discretamente, avvenne disse a’ suoi parenti potrebbe guerire, ma ma che egli altro Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che di questo facesse che udito aveva il che il Guardastagno non è che egli non ci può che la donna un poco che tu ne facci una che tu sai; e quando a che svogliata non era, ne che la donna tutto che vivo piú che altra che altra cosa vi piacque che cosa è questa che voi che voi m’avete fatta che voi avete mangiato è che egli è stato desso, che io con queste mani che io tornassi, del che altra cosa amava, se che disleale e malvagio che sopra a cosí nobil che, come la donna cadde, che che da quegli del che dentro sepolti che a voi, donne, ma a me che io sommamente che a capo se ne venisse. che finite sono (salvo se che Idio mi guardi), che nella seguente che ancora non è gran che in Salerno fu un che a una donna può che altra della città che ella il piú del tempo che nel letto era male che il giacere con una che ella viveva che il giovane accortosi, che parente né amico che ben gli volesse o che che il volesse vedere; e che la donna poco curò, E che insieme furono. che alquanto diletto che, per amor di lei, di che che al medico fu messo che, dove un osso fracido che che egli altro che per che per morto nol Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 100 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 9 10 10 11 11 11 11 12 13 13 14 14 15 15 16 16 16 16 16 17 17 17 18 18 19 19 19 19 20 20 20 21 22 23 24 24 24 25 25 25 25 26 26 27 27 27 29 29 30 morto nol prenderebbe; a che accordatisi coloro a’ Il medico, avvisando che l’infermo senza senza dire a alcuno ciò che si fosse. Venuta amici d’Amalfi che egli non dovesse lasciar per cosa alcuna che incontanente là non là non andasse, per ciò che una gran zuffa stata zuffa stata v’era, di che molti v’erano stati vi serrò in fino a tanto che certe altre persone durata o per cibo salato che mangiato avesse o la bevé: né stette guari che un gran sonno il a dire con sommessa voce che sú si levasse; ma né si movea punto; per che la donna alquanto d’alcun sentimento fece che avrebbe fatto un fatto un corpo morto; di che la donna, alquanto legato l’asino. Per che la donna cominciò a ma niente era; per che ella, che medica non era; per che ella, che medica non era come che medica non era come che medico fosse il esser morto; per che, che amandolo sopra ogni danno vergogna, pensò che senza alcuno indugio vedendolo, quel disse che la donna dicea, cioè esser morto, e consigliò che da metterlo fuori di il potrem noi porre, che egli non si suspichi quando veduto sarà, che di qua entro sia a’ fatti nostri, per ciò che dentro vel potrem perché piú di qua entro che d’altronde vi sel anzi si crederà, per ciò che malvagio giovane è giovane è stato, che, che andando a fare alcun della fante, fuor che di dargli alcuna alcuna fedita, dicendo che non le potrebbe per di sí. La fante adunque, che giovane e gagliarda veduta e insieme posto che, che se la notte vi prestamente, ancora che lor gravetta paresse, matutin si destò: e come che rotto fosse il sonno e a dir seco: "Che Che è questo? dove sono desto? Io pur mi ricordo che questa sera io venni in una arca. Questo che vuol dire? Sarebbe il stando anzi a disagio che no nell’arca che era disagio che no nell’arca che era piccola e sí destramente il fece, che che, dato delle reni per lo quale le femine che ivi allato dormivano avvenisse, esserne fuori che starvi dentro. E tra che starvi dentro. E tra che egli non sapeva dove sentendo le femine che deste erano, boce non rispondea: per che le femine li quali, per ciò che molto vegghiato rettor menatolo, per ciò che malvagissimo era da imbolare entrato; per che il rettore pensò di per tutto Salerno che Ruggieri era stato Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 101 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 30 30 30 30 30 31 31 31 32 32 33 33 34 34 35 35 35 35 35 36 36 36 37 37 38 39 39 39 41 43 44 44 44 44 44 44 44 45 45 45 45 45 45 45 46 46 46 47 47 casa de’ prestatori; il che la donna e la sua e di sí nuova fur piene, che quasi eran vicine di credere a se medesime che quello che fatto a se medesime che quello che fatto avevan la notte sentiva sí fatto dolore, che quasi n’era per da Amalfi domandò che la sua acqua gli fosse recata, per ciò che medicare voleva il fece un gran romore che niuna cosa in casa in istato. La donna, che da altro dolore adirata dicendo: "Che Che direste voi, maestro, disse: "Donna, tu avvisi che quella fosse acqua dormire, e contolle per che cagion fatta l’avea. udito, cosí s’avisò che Ruggieri quella Il maestro, veggendo che altro esser non Poco appresso la fante, che per comandamento andata a saper quello che di Ruggier si dicesse male, né, per quello che io abbia potuto né parente alcuno è che per aiutarlo levato e credesi per fermo che domane lo straticò il vo’ dire una nuova cosa, che egli mi pare aver con uno, di cui mostra che quella arca fosse, e il maestro rispondeva che egli non aveva casa loro la vidi allora che fu preso Ruggieri. A "Essi mentono, per ciò che mai io non la vendei vedere, io comprendo che in cotal guisa disse alla fante ciò che dal medico udito udito aveva e pregolla che allo scampo di aiuto, sí come colei che che, volendo, a un’ora avendo avvisato ciò che da fare era, Disse il maestro: "E di che che? E la fante, non "Messer, voi sapete che giovane Ruggieri e sappiendo egli iersera che voi non c’eravate, tanto mi lusingò, che io in casa vostra o per vino, non volendo che la vostra donna, la mi vedesse, ricordandomi che nella vostra camera donde levata l’aveva; di che io truovo che voi in di che io truovo che voi in casa un gran E certo io confesso che io feci male; ma chi male; ma chi è colui che alcuna volta mal non per questo e per quello che poi ne seguí, perdere la persona, per che io quanto piú posso piú posso vi priego che voi mi perdoniate e e mi diate licenzia che io vada a aiutare, in a aiutare, in quello che per me si potrà, udendo costei, con tutto che ira avesse, tu stessa, per ciò che che, dove tu credesti notte un giovane avere che molto bene il il prigionier lusingò che egli lasciò a Ruggier favellare; la quale, poi che informato l’ebbe di Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 102 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV V 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL INTRO 47 47 48 48 49 50 50 51 51 51 53 53 53 53 53 1 2 2 3 4 5 5 5 5 7 9 9 9 9 9 9 10 12 12 12 14 14 14 14 15 15 16 17 17 17 18 18 18 1 informato l’ebbe di ciò volesse, tanto fece Il quale, prima la volesse, per ciò e appresso questo, ciò Lo stradicò, veggendo dell’acqua, e trovò albergato fosse, rispose ma ben si ricordava gran sete ch’avea, ma condannati i prestatori liberò Ruggieri; il e con la cara fante, di bene in meglio: il in meglio: il che vorrei aver l’uncino attaccato Ma veggendo il re donne si scusò di ciò giornata di oggi, con due occhi in testa volentieri; e acciò t’avveggi di quello da ora voglio e comando domane ragionare di ciò e parte verso le mulina fatto, cosí intendo una canzone; e per ciò per ciò che io son certa le tue novelle, acciò acciò che piú giorni tuoi infortuni, vogliamo Filostrato rispose Amore. / Amore, allora mostrasti di virtute, / reputava ogni martiro, / un pianto doloroso, / il giorno e l’ora / biltate ornato / e piú va bestemmiando l’anima voce: / e dicoti tanto e sí mi cuoce, / conforto / mi resta piú io non men curo, per ciò sola ti vo’ dare: / appien, pregandol avesser nascoso. Ma poi ne furono infino a tanto dormire sopravenne; per si ragiona di ciò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che risponder dovesse che allo stradicò andò che ascoltare la volesse, che fresca e gagliarda che tra ’l maestro che leggier cosa era a che cosí era stato: e che dove albergato si che andato era a che poi di lui stato si che imbolata avevan che quanto a lui fosse che dare gli aveva voluto che vorrei che cosí a me che cosí a me avvenisse che essi si poterono che il sole cominciava a che fatto avea, cioè che alcuna altra, con che parevano d’un falcon che meglio t’avveggi di che fatto hai, infino da che ciascun s’apparecchi che ad alcuno amante, che fuor di quel che per lo mio che io son certa che tali che tali sono le tue che piú giorni che questo che questo non sieno che una ne dichi qual piú che volentieri; e senza che primieramente / che lieve reputava ogni che per te nella mente, / che ancor vi dimora: / e che pria m’apparve il suo che mai ’nfiammato! / La Quanto ’l che more. / che tanto e sí mi cuoce, che per minor martir la che morte alla mia doglia che nessuno, / com’io, ti che tu ritruovi Amore, e che ’n migliore / porto che egli ebbe a quella che l’ora dell’andare a che, comandandolo la che che ad alcuno amante, Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 103 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 3 3 3 5 2 2 2 2 2 3 4 4 4 4 5 5 5 6 6 7 8 8 10 10 10 10 10 11 11 11 12 13 13 13 15 15 15 16 17 17 20 20 20 20 21 21 22 23 erbe, infino a tanto s’andò. Ma sentendo apparecchiata, poi lietamente, secondo sorridendo a lui impose me ne piace, per ciò quali molti, senza saper a gran torto: il se io non erro, per ciò ciò che innamorate credo fatto dolente, piú E questo era era Galeso; ma, per ciò piú convenienti a bestia era chiamato Cimone, il suo dolore, gli comandò fu carissima, per ciò gli eran piú a grado essercitandosi, avvenne bellissimo, e, per ciò indosso tanto sottile, vide, non altramenti essere la piú bella cosa oltre modo piú bella di sentimento avea, di piú reverenza degne si riteneva, aspettando si svegliasse; e come Avvenne adunque nome era Efigenia, prima forte e disse: "Cimone, seco stesso parendogli lui non provato. Il rusticità a alcuna cosa le potesse tornare: per nol poté infino a tanto voler ritornare: il qual cagion fosse quella i suoi e ciascuno altro richiese il padre di lui andavano: il E in brieve, acciò primiero innamoramento, piú particulari virtú che altro giovane alcuno fosse di Cipri. niuna altra cosa se non apertamente mostrando di Aristippo, considerando Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che alquanto il sol fu che già i solar raggi si che alcuna stampita e una che alla reina piacque, che principio desse alle che per quella potrete che si dicano, dannano e che, se io non erro, per che che innamorate credo che che siate, molto vi dovrà che altro si potea che egli, tra gli altri che mai né per fatica di che ad uomo, quasi per che nella lor lingua che alla villa n’andasse che i costumi e l’usanza che le cittadine. che un giorno, passato che del mese di maggio che quasi niente delle che se mai piú forma di che già mai per alcun che l’altre femine per che egli giudicava le che le mondane, e per che da se medesima si che lo ’ndugio gli che dopo lungo spazio la che alcun de’ suoi si che vai tu a questa ora che da quegli una soavità che la giovane veggendo, che vergogna le potesse che, chiamate le sue che che egli non l’ebbe che quantunque grave che fatto gli avesse Egli che il conoscea. che il facesse andare di che il padre che io non vada ogni che egli riuscí il piú che altro giovane alcuno che nell’isola fosse di Che dunque, piacevoli che l’alte vertú dal che luogo tragga gli che amor l’avesse di Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 104 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 24 24 24 25 26 27 28 28 29 30 31 32 33 33 35 35 35 37 37 37 38 38 39 40 40 41 42 42 42 42 43 43 45 46 50 50 50 50 51 51 52 52 53 53 53 54 54 54 55 confortava. Ma Cimone, rifiutava, ricordandosi Cipseo, padre d’Efigenia divenire piú glorioso nobili giovani richiesti ’n su la proda a quegli s’apparecchiavano: per la poppa de’ rodiani, gli abbattea. Il di preda né odio mano assalire. Quel io d’esserle quello li quali piú forza meglio meritata d’avere, Cimone adunque, piú di cosí cara preda, poi Cipri al presente: per quattro ore compiute poi Cimone piú piacevole né poteva alcun veder dimandare. Egli pareva il suo disio acciò gl’iddii non volevano maggiori, non sappiendo né conoscendo per ciò di Rodi afferrato non gli avvenisse quello che gli avvenne, comandò trasportasse, per ciò in alcuna parte peggio in contrario, in tanto in tanto che, non al mare; e Cimone, senza altro averle tolto egli potesse fare menasse moglie per con loro diliberarono che quello medesimo dí gli dispiacque, per ciò la quale portava e cominciò a pensare in maniera potesse impedire disonesto il reputava e prese per partito, e prese per partito, che pensando della compagnia avere e dell’ordine fido dover potere avere in questa cosa. Per Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che d’esser chiamato che cosí da Efigenia era che lei per moglie gli che alcuno idio: e per che suoi amici erano, e che sopra il legno che Cimone, dopo le che via andavan forte, che vedendo i rodiani, che io abbia contra di che mi mosse è a me che esserle dovea il che liberalità costrignea che Pasimunda per che altro uomo contento che alquanto di tempo che, di pari diliberazion che che Cimone li rodiani che alcuna altra sentita che si fare o dove che gl’iddii gli avessero che piú noia gli fosse il che colui, il quale lei che farsi i marinari, che Rodi si fosse quella, che, surgendo l’aurora e che che gli avvenne, comandò che ogni forza si che in alcuna parte che quivi esser non che, non che essi del che che essi del picciol seno che già co’ suoi disceso che alcun bascio. che Ormisda similmente che co’ parenti di che quello medesimo dí che Pasimunda menasse che si vedeva della sua che, se Ormisda non la che che maniera potesse che ciò non avesse che se l’uficio non che che avvenir ne che avvenir ne dovesse, che a far questo dovesse che tener dovesse, si che Cimone in questa cosa che la seguente notte Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 105 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO CORNICE CORNICE CORNICE EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 56 56 56 57 57 57 58 59 59 60 60 60 64 64 65 68 69 70 1 2 2 3 3 3 4 4 5 6 7 7 8 8 10 12 12 13 13 13 13 14 14 16 16 16 16 16 19 19 19 piú certa esperienza esperienza che quella tuo si muta da quello se quello medesimo è quanto è quella donarti: la quale, acciò tua Efigenia, acciò due nostre donne; per libertà, la qual credo quello me ne dee seguire e per ciò quello ciò quello che a te pare mandò al porto, acciò lasciò alla porta, acciò messala, comandarono ucciso, e alcuni altri pien di gente armata costoro, trovaron modo Gomito, la quale, udendo di Panfilo, poscia l’ebbe, a Emilia impose seguitare: e per ciò merita piú tosto diletto ubidirò la reina, dilicate donne, sapere della quale un giovane lui similmente s’accese, rubando ciascuno ricchissimi, mentre cercavano avvenne persone, la novella novella che tutti quegli la quale, per ciò di necessità avvenire o e rompesse, di altramenti adivenne non avea: per ciò che, essendo quel vento seguente dí alla notte d’esser piú in terra sentiva, sí come colei in terra; e pensando e niuna altra persona vide; la quale essalei e all’abito conosciutala la dimandò come fosse Susa in Barberia. Il la giovane, dolente vergogna e non sappiendo Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che quella che per te si che per te si fosse che era quando poco tempo che già fu, niuna cosa che al presente che tu l’usate forze che in quelle goda della che, se la tua, non vo’ che che poco senza la tua che tu ragioni; e per che a te pare che per me che per me s’abbia a fare che niun potesse impedire che alcun dentro non gli che alla nave apprestata che appressar si vollero che alla riscossa delle che dopo alcuno essilio che morto era, per che molto commendata che una dicendone che amare merita piú che afflizione a lungo che della precedente non che vicin di Cicilia è che dell’isola era, che mai ben non sentiva che meno poteva di lui: che di trasricchire che da certi legni di che tutti quegli che con che con Martuccio erano che pure allora smontati che il vento barca senza che ella, eziandio se che ella avvisato non che, essendo quel vento che che traeva tramontana e che sú montata v’era, in che in mare niente che mai per alcuno che in quella i pescatori che questa giovane vi che forte dormiva chiamò che cristiana era, che ella quivi in quella che udito, la giovane, che Idio non le aveva che farsi, a piè della Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 106 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 20 20 20 20 21 21 22 22 22 22 22 24 24 26 27 27 27 28 28 29 29 30 30 30 30 30 32 32 32 32 32 33 33 33 33 33 34 34 34 36 37 37 39 39 40 41 42 42 43 pietà e tanto la pregò, quivi tanto la lusingò, arrivata fosse; per e tanto la pregò, fosse la buona femina a cui ella disse sappiendo ella stessa a sperar senza saper la buona femina della sua giovanezza e ella potesse fuggire il piú e certissima sono sua insino a tanto donna e dell’altre, e per morta, avvenne essendo re di Tunisi uno era in Granata, dicendo il barbaresco, e udendo al re, e’ mi dà il cuore qual cosa il re comandò e domandato da lui ho bene in altro tempo, battaglie, mi pare pare che piú con arcieri ove si trovasse modo io avviso archi de’ vostri arcieri arcieri che quelle e questo convien sí segretamente fatto, nol sappia, per ciò modo. E la cagione per questo è questa: poi i nostri il suo, sapete sapete che di quello durando la battaglia, per le picciole cocche de’ nemici, per ciò ottimamente la saetta morto aveva creduto; per d’andare a Tunisi, acciò occhi saziasse di ciò mandò a sentire quello di volere esser colei un tuo servidore il vide, presso fu viva? Egli è buon tempo buon tempo che io intesi suo accidente, e l’onore Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che in una sua capannetta che ella le disse come che, sentendola la buona che che ella mangiò un poco. che cosí latin parlava; a che da Trapani era e che ragione a ciò la si che e alquanto a cessare che per l’amor di Dio che alcun consiglio le che villania fatta non le che ella ti riceverà che Idio ti mandi miglior che fu maravigliosa cosa; che, essendo re di Tunisi che che si chiamava che a lui il reame di che il re di Tunisi che io gli darei un che Martuccio gli fosse che consiglio il suo che io in queste vostre che piú con arcieri che che con altro quelle che agli arcieri del che la vostra battaglia che quelle che per tutti che per tutti che sia sí segretamente che il vostro avversario che egli ci troverebbe che io dico questo è che gli arcieri del che di quello che i che i vostri saettato che i vostri nemici che non riceveranno le che la sottil corda che avrà larga cocca: e che l’amor di lui, già che gli occhi saziasse di che gli orecchi con le che di Martuccio trovar che a Martuccio che vien da Lipari, e che di letizia non morí, che io intesi che tu che tu perduta eri, né a che ricevuto avea dalla Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 107 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA CORNICE CORNICE ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V 2 2 2 2 2 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 44 45 46 47 47 2 2 3 5 5 6 6 6 6 6 8 8 9 10 10 11 12 12 12 12 12 13 13 14 14 15 15 15 16 17 17 18 19 19 19 20 20 20 21 21 21 22 23 25 giovane, aggiugnendo venire e da lei udendo di fare intra sé quello e ringraziatala di ciò fu sí grande la festa, Niuno ne fu tra tutti finita, volta a Elissa, avuta; ma, per ciò tanto seppe operare, non meno a amar lui sofferir l’aspra pena pena che il disiderio e biasimarogli forte ciò dire a Gigliuozzo Saullo di Pietro, per ciò giovane piacesse, di far persona sentito di far nozze per ciò Ora avvenne di due miglia cavalcati la giovane gli vide, per la portava. Pietro, di lei andava guardando tosto come lei de’ fanti venieno avveduto, mentre amici de’ nimici nostri: a Pietro comandato male indovino, avvenne ma veggendosi molti meno via donde aveva veduto conoscendovi, poscia delle mani di coloro giovane, piú doloroso parte delle fiere ora tornando indietro digiuno, era sí vinto, non sappiendo per non cadere, come il dolore né i pensieri l’avrebber lasciato, per mise tanto fralla selva, quella entrata era: per per che, non altramenti Alla fine, veggendo il ronzino, poi molto con una sua moglie dissero: "O figliuola, piagnendo rispose in luogo niun sí presso, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che con sua licenzia che cosí era come che piú fosse a grado a che in servigio di lei che dir non si potrebbe che la novella d’Emilia che ella continuasse le che a essa seguitarono che la giovane cominciò che egli amasse lei. che il disiderio che avea che avea di costei gli che egli voleva fare; e che a niun partito che, se ’l facesse, mai che che questa cosa avrebbe e che a grado l’era, con che temevano d’esser che, non essendo a Pietro che che essi si videro vicini che gridando disse: che piú al viso di lei che al cammino, non che venieno avveduto, che egli senza vedergli che ne dobbiam fare altro che si spogliasse; il che un guato di ben che gli assalitori, che la giovane era che a lui parve esser che preso l’aveano e che altro uomo cominciò a che nelle selve sogliono che egli si credeva che piú avanti non poteva che altro consiglio che, perché pure agio che che della sua giovane che egli, sospirando e che ella non poteva che, non altramenti che che che avesse fatto Pietro, che Pietro non venia, che piú di due miglia fu che similmente era che vai tu a quest’ora che aveva la sua che tu di giorno vi Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 108 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 26 27 27 28 29 29 29 30 30 30 31 31 32 32 33 33 33 34 35 35 35 35 37 37 37 37 38 39 39 39 39 39 39 39 40 40 42 42 42 42 42 44 45 46 46 46 46 47 48 "Piacerebbevi egli, poi che altrove andar non uomo rispose: "Giovane, che tu con noi ti rimanga ti vogliam ricordare che per queste contrade e aver detto, acciò che tu poi, se questo La giovane, veggendo che l’ora era tarda, l’ora era tarda, ancora che le parole del vecchio dagli uomini straziata che sbranata per li con essoloro di quello che avevano poveramente del quale non sapea che si dovesse sperare si dovesse sperare altro che male, non rifinò. in una gran corte, che la piccola casetta di a nascondere, acciò che, che se quella gente compiuta s’era, che coloro, che una gran s’era, che coloro, che una gran brigata di Niuna persona ci è altro che noi: ma questo ma questo ronzino, a cui che fuggito si sia, ci mettemmo in casa acciò che i lupi nol egli buon per noi, poi che altro signore non ha. e lor tavolacci, avvenne che uno di loro, non non sappiendo altro che farsi, gittò la sua a palesarsi, per ciò che la lancia le venne sinistra poppa, tanto che col ferro le stracciò a domandar la moglie: "Che Che fu della nostra fu della nostra giovane che iersera ci capitò, che iersera ci capitò, che io veduta non la ci veduta non la ci ho poi che noi ci levammo? La buona femina rispose che non sapea e andonne uscí del fieno: di che il buono uomo forte uomo forte contento, poi che vide che alle mani di contento, poi che vide che alle mani di coloro già dí, le disse: "Omai che il dí ne viene, se ti infino a un castello che è presso di qui venire a piè, per ciò che questa mala gente che che questa mala gente che ora di qui si parte ciò, gli pregò per Dio che al castello la la menassero; per che entrati in via in su contò tutto. La donna, che conoscea similmente fosse preso, s’avisò che morto fosse stato. alla giovane: "Poi che cosí è che Pietro tu giovane: "Poi che cosí è che Pietro tu non sai, tu qui meco infino a tanto che fatto mi verrà di senza altro lasciarvi che l’ossa, il divorarono e andar via. Di che Pietro, al qual freddo, sí come quegli che sempre da torno grandissimo fuoco; per che che, come fatto fu il dí si dirizzò e tanto andò, che a quello pervenne; al quale trovò pastori che mangiavano e davansi fu raccolto. E poi che egli mangiato ebbe e I pastori dissero che ivi forse a tre Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 109 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA CORNICE FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 48 48 48 49 51 51 51 51 51 51 54 2 3 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 12 13 15 16 17 19 20 20 21 21 23 23 23 24 24 25 25 25 27 27 28 30 30 33 33 33 era la donna sua; di che Pietro contentissimo contentissimo gli pregò che alcuno di loro infino l’accompagnasse, il che due di loro fecero cercando di trovar modo che la giovane fosse per e avendo da lui ciò che intervenuto gli era il riprese molto di ciò che contro al piacer de’ far voleva; ma veggendo che egli era pure a pure a questo disposto e che alla giovane aggradiva, disse: "In che m’affatico io? Costor è onesto e credo che egli piaccia a Dio, parenti di Pietro di ciò che fatto aveva, con loro la reina a Filostrato che alcuna ne dicesse farvi piagner v’imposi, che a me pare, a volere amore, non da altra noia che di sospiri e d’una gran tempo passato che in Romagna fu un e piacevole; e per ciò che sola era al padre e la sua donna prendevano, che fatto avrebbon d’un cominciò ad amare; di che Ricciardo fu forte "Caterina, io ti priego che tu non mi facci subito: "Volesse Idio che tu non facessi piú me non istarà mai cosa che a grado ti sia, ma a ma, se tu sai veder cosa che io possa senza mia venire in su ’l verone che è presso al giardino dove se io sapessi che tu di notte fossi, io mi credo ben far sí che fatto mi verrà di alla madre a ramaricarsi che la passata notte per la madre: "O figliuola, che caldo fu egli? Anzi piú calde le fanciulle che le donne attempate. non suole essere usanza che, che andando verso la "Dunque, disse la donna "che che vuoi tu che si faccia la donna "che vuoi tu che si faccia? in su ’l verone che è allato alla sua molto meglio starei che nella vostra camera dalla sua donna, per ciò che vecchio era e da poco ritrosetto, disse: "Che Che rusignuolo è questo a rusignuolo è questo a che ella vuol dormire? Io delle cicale. Il che la Caterina sappiendo piú per isdegno che per caldo, non caldo dolendosi; il che avendo la madre cara questa giovane. Che vi fa egli perché cantar l’usignuolo, che è una fanciullina? I dormire, tanto attese che ella vide Ricciardo, lo quale egli intese ciò che far si dovea. letto, serrato uno uscio che della sua camera già al giorno vicino (il che essi non credevano), presolo per quella cosa che voi tra gli uomini e vieni a vedere, che tua figliuola è stata sí vaga dell’usignuolo che ella è stata tanto è stata tanto alla posta che ella l’ha preso e Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 110 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 37 37 37 38 38 39 39 40 40 42 42 42 42 43 43 43 43 44 44 44 44 45 45 46 47 48 48 2 2 2 2 3 4 5 5 6 6 6 7 7 8 8 8 9 9 10 10 10 10 d’udir cantare. Di le disse: "Donna, guarda ché in verità, poscia aver di lui altro partire, e’ gli converrà e non nell’altrui. Di fatto, e considerando queste parole stettero, si svegliò; e veggendo Ricciardo li vide, parve ciò fate di me quello priego io, se esser può, della mia vita mercé e aveva in te; ma pur, poi la giovanezza, acciò a me la vergogna, prima la Caterina, acciò e a pregare il padre parte pregava Ricciardo che quel facesse Lizio volea, acciò prieghi bisogno: per ciò apparecchiato a far ciò Lizio piaceva. Per maggior bisogno n’avete e non essendo piú la notte, altre due anzi ascoltando, tanto riso, tenere. Ma pur, poi oggi tanto dileticate, rivolte, le ’mpose a parlare: Poi Dico adunque di cui piú si fidasse di dieci anni, e ciò Avvenne in questi tempi ritornò, e fu a ciascun la qual cosa Giacomino, quanto alcuna altra amore, in tanto d’età di quindici anni, stato sofferto; per doverla, in quella guisa attempata e un fante discoperse, pregandolo altro adoperare se non dove ella fosse, per ciò poi, se tu sai, quello sai, quello che tu creda Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che la donna, tenendosi che per quanto tu hai che ella l’ha preso, egli che buon parentado: se che primieramente la che la donna racconsolata che la figliuola aveva che Ricciardo si svegliò; che il giorno era chiaro, che gli fosse il cuor del che piú vi piace: ben vi che voi abbiate della mia A che io non muoia." che cosí è e a tanto che tu tolga a te la che tu ti muova, sposa che, come ella è stata che che a Ricciardo che quel facesse che che messer Lizio volea, che con sicurtà e lungo che d’una parte la che a messer Lizio che messer Lizio, fattosi che di levarvi. che sei miglia camminati che si levassero ne che ancora, quantunque che alquanto ebber riso, che niuna meritamente che novellasse; la quale che Filostrato ragionando che già nella città di che di Giacomin facea, che egli al mondo avea, che la città di Faenza, che ritornar vi volesse che altra volta dimorato che allora fosse nella che per gelosia insieme che volentieri non che, veggendolasi per che che meglio potesse, avere che Crivello aveva nome, che a dovere il suo che quando Giacomino che, volendole io dir che che tu creda che bene che bene stea. Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 111 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 11 12 12 13 13 14 14 14 16 17 19 20 20 21 21 22 22 23 23 23 23 23 23 23 24 25 25 25 25 26 27 28 28 28 29 29 30 30 30 31 31 32 32 33 33 33 33 33 34 stea. Giannole disse che piú non volea, e in con lei tanto adoperato che ella avea piú volte con lei, come avvenisse che Giacomino per alcuna appresso queste parole, che, che per opera di compose con lui che, che quando un certo fece sentire a Minghino che Giacomino non vi vi cenava, e gli disse che presso della casa della casa dimorasse sí, che quando vedesse un vai tu a dormire oramai? Che ti vai tu pure non vai per signorto? Che aspetti tu oramai qui venuta, disse seco: "Che Che curo io di costei? Se la fante similmente; il che sentendo Minghino, la cosa non andrà cosí: che forza è questa?; e ad aiutar Minghino; per che che, dopo lunga contesa, si partí la mischia che i sergenti del stato fosse e trovato che in niuna cosa la proponendo seco, acciò che piú simil caso non e conoscendo il male che a’ presi giovani ne quello adoperare che ragionevolmente parole il pregarono che alla ingiuria la quale credevano che egli a loro che il che egli a loro che il pregavano portasse se medesimi e i giovani che il male avevan fatto fatto ad ogni ammenda che a lui piacesse di io sí vostro amico, che né di questo né avete offeso, per ciò che questa giovane, forse anzi è faentina, come che io né ella né colui si fosse figliuola; per che che; di quello che per che; di quello che pregate tanto sarà risposta, il pregarono che gli piacesse di dover venendo a morte mi disse che quando questa città e quivi morendo, con ciò che egli avea costei mi mi lasciò, imponendomi che che, quando tempo fosse, io la maritassi e quello che stato fosse suo le poterla dare a persona che mi piaccia; fare’l fare’l volentieri, anzi che altro caso simile a da Medicina, che con Guidotto era casa stata fosse quella che Guidotto avea rubata; "Bernabuccio, odi tu ciò che Giacomin dice? per ciò ch’io mi ricordo che in quegli di quella età che Giacomin dice. A avesse. fatta, e conobbi che la tua casa era stata tu troverrai fermamente che ella è tua figliuola. è tua figliuola. Per che che, pensando Bernabuccio stata d’una nascenza che fatta gli avea poco accidente tagliare; per che che, senza alcuno indugio accostatosi a Giacomino che ancora era quivi, il era quivi, il pregò che in casa sua il viso della madre di lei, che ancora bella donna Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 112 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE CORNICE PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 34 34 35 35 36 36 36 39 39 39 2 4 4 5 6 6 6 7 8 9 9 9 10 10 10 11 11 12 12 13 13 14 14 15 16 16 17 18 18 18 19 20 21 22 22 22 22 23 23 disse a Giacomino la sinistra orecchia; di accostatosi a lei e ad abbracciarla, come la mia casa fu quella a qui creduto abbiamo che costei, nella casa il capitano della città, uomo era, e conoscendo Crivello e gli altri la reina a Pampinea gentile uom dell’isola, la quale un giovanetto, lui. Il quale, non cosí fervente avvenne d’acqua freddissima certi giovani ciciliani, veduta bellissima e ciaschedun la volea; per l’ebbe cara; ma, per ciò persona, infino a tanto piú forte fosse, comandò Ischia grande, e quello che piú lor gravava era si fossero stati coloro Ma Gianni, al quale piú sentire, sappiendo verso molto cercare, trovato ogni speranza perdé non la fregata, veggendo ed ella vide lui; di E veggendo Gianni informato della maniera e aggrappatosi per parti persona piú degnamente lasciata aperta, acciò dentro e alla giovane, La quale, prima questa piacergli, e in ordine il metterebbe, amor prestare: e poi della persona, ancora camera nella qual sapeva vide dormire. Di senza dire alcuna cosa, che a poco si tenne quivi con un coltello uom si fosse, non volto ad un sol compagno Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che di grazia voleva da che Giacomino fu contento che vergognosamente stava che ella si contendesse. che fu da Guidotto rubata che costei, nella casa che mi fu quel dí stesso che valoroso uomo era, e che Giannole, cui preso che impacciati v’erano che a doverne alcuna dire che Marin Bolgaro avea che d’una isoletta ad che il giorno da Procida che, essendo la giovane che che v’era, s’erano certi che da Napoli venivano, che ancora lor non vedea, che, non trovandosi che che cagionevole era che piú forte fosse, che ella fosse messa in che piú lor gravava era che essi non potevan che rapita l’avevano. che ad alcuno altro ne che parte n’era la che la giovane era stata che di doverla mai che da niun conosciuto che ciascun fu contento che il luogo era solingo, che a tenere avesse se che non vi si sarebbono che a costui potersi che egli prestamente che non dormiva, allato che ad altro venissero, che senza alcun fallo, che la prima volta ch’el che quello ebbero piú che fosse al dí vicino che dormiva la giovane, che egli di subito si che a poco si tenne che che quivi con un coltello che allato avea, amenduni che ad un re, due ignudi che seco aveva disse: Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 113 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 23 23 23 24 25 25 26 28 32 34 34 34 34 34 35 35 36 36 36 36 37 38 38 39 40 40 41 41 41 41 41 42 42 3 4 4 5 5 5 5 5 7 7 7 7 7 9 9 9 che seco aveva disse: "Che Che ti par di questa rea se il giovane conoscesse che tanto d’ardire aveva d’ardire aveva avuto, che venuto gli era in dispiacere. Quegli che domandato era rispose della camera e comandò che i due amanti, cosí di terza tenuti, acciò che da tutti potessero presero e legarono; il che veggendo i due lodavano, cosí le donne, che a riguardare il allora l’ammiraglio che cosa a quello Gianni disse: "Io veggio che io debbo, e voglio adunque di grazia che che, come io sono con la quale io ho piú che la mia vita amata ed voltato ed ella a me, che noi siamo co’ visi all’altro rivolti, acciò che morendo io e vedendo volentieri: "Io farò sí che tu la vedrai ancor la vedrai ancor tanto, che ti rincrescerà. E mandare ad essecuzione, che senza altro piú avanti fare che fatto fosse; e senza suo, e dissegli: "Re, di che t’hanno offeso i due piazza hai comandato che arsi sieno? Il re sieno li quali tu vuogli che s’ardano? Il re Ruggieri: "E io voglio che tu gli conosca, acciò tu gli conosca, acciò che tu vegghi quanto la cui potenza fa oggi che la tua signoria non a questo, son giovani che lungamente si sono peccato dir si dee quel che per amor fanno i e rendendosi certo che Ruggieri il ver dicesse, non solamente che egli a peggio dovere procedesse ma di ciò che fatto avea avea gl’increbbe: per che incontanente mandò che incontanente mandò che i due giovani fossero conosciuta, pensò che con onore e con doni rivestire, sentendo che di pari consentimento donne, al tempo che il buon re Guiglielmo assai ben fornito. Per che che, avendo di servidori e di migliore aspetto che alcun altro pareva, quale, crescendo, come che egli a guisa di servo piú alla natura di lui che all’accidente, bella maniera, intanto che egli piaceva sí a sí a messere Amerigo, che egli il fece franco; fece franco; e credendo che turchio fosse, il fé fatica le tolse, per ciò che che, avendo Pietro piú s’era di lei innamorato, che bene alcun non parendogli far men che bene; di che la far men che bene; di che la giovane, che bene; di che la giovane, che volentier lui vedeva, Ma, mentre che essi cosí parimente avesse questo voler che fosse, loro trovò via la temorosa paura che gl’impediva. Aveva Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 114 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 11 11 11 12 12 12 12 13 14 16 16 17 17 17 17 19 19 20 21 22 22 23 24 24 24 24 25 25 25 26 28 28 28 28 28 29 29 30 30 31 32 32 33 34 34 34 36 37 39 dove essendo un giorno, di state avvenire, la sua compagnia, acciò potevano. Ma Pietro, meno da amor sospinti alla donna e agli altri si vedevano, avvenne sotto un poco di tetto, a dire: "Or volesse Idio tuttavia; e acciò non si racconciò prima all’entrar della città, e sí andò la bisogna la giovane ingravidò, il e all’altro discaro; per A cui Pietro, Come vuoi tu, donna mia, saprà bene, ma sii certo allora disse: "Poi La giovane, veggendo, per lo crescer cosa. La giovane, acciò la madre di lei quivi messer Amerigo, dovesse venire, avvenne entrò dentro e domandò dolente levatasi, ciò men presto a creder non dovere esser vero il marito a quello fatta a Pietro, ciò era tutto aperse; il si ritenne; ma poi ma poi che quello e ad uno messer Currado, dal capitano condannato per la gola, acciò e sí le dí da mia parte o del ferro se non, famigliare, piú a male passò, sí come a color cose per un passaggio sentendo passare coloro de’ tre ambasciadori, pelle infissa, a guisa a guisa che quelle sono l’età del cattivello ricordare. Per Li sergenti Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che era il caldo grande, che subitamente il cielo che il malvagio tempo non che giovane era, e la che da paura di tempo; ed che appena si vedevano, che dopo molti tuoni che ancora rimaso v’era, che mai, dovendo io stare che io ogni particella che essi, l’ultime che vicina era, aspettata che la giovane ingravidò, che molto fu e all’uno e che ella molte arti usò che molto l’amava, disse: che io qui dimori? La tua che il tuo, se tu nol che tu cosí mi prometti, che quanto piú potuto che ’l corpo facea, piú che a Pietro non fosse che quivi messer Amerigo, che quasi mai usato non che, tornando egli da che La che questo fosse. che alla figliuola era che la donna non era che ella non sapesse di che ella aveva detto, ma che tra lui e lei stato che udendo il cavaliere e che quello che l’ira gli che l’ira gli che per lo re v’era che per la terra frustato che una medesima ora che prestamente prenda che io nel cospetto di che a ben disposto, andò che la brigata guidavano che far si dovea, quivi che Pietro menavano, che uomo antico era e di che quelle sono che le che le donne qua chiamano che frustato era, avvisò, che, come gli fu vicino, che che il menavano, per Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 115 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 39 39 39 40 40 40 40 40 40 40 40 41 41 42 42 42 43 44 44 44 45 45 46 46 47 49 49 49 50 50 50 50 50 52 52 3 3 3 5 6 6 6 7 8 8 9 9 9 10 uomo, il fermarono, sí figliuolo d’uno trasportato da non so non so che gente. Il lui essere il figliuolo che perduto avea: per d’un ricchissimo drappo avea, pregò colui che a guastare il menava d’attender tanto quivi, Colui rispose saputa la cagione per portata per tutto; per colei la qual si dice indugiare la essecuzione vuol per marito, acciò quello esser vero disse. Messer Amerigo, uom del mondo di ciò la figliuola era, acciò non si facesse. Colui messer Amerigo mandato, come stava l’opera. Di seppe il meglio di ciò e rispose: "Io intendo Teodoro, udendo tanta fu la sua letizia, in Paradiso, e disse la quale, udendo ciò dove piú dolorosa si rallegrò e rispose lieta le poteva avvenire tuttavia farebbe quello tempo ritornò piú bella reverenza gli fece crudeltà vendicata: il vendicata: il che acciò meno di compassion piena troppo piú nobile giovavano, anzi pareva e disdegnosa divenuta, che né egli né cosa gravosa a comportare, prendeva, per ciò per ciò che pareva suoi amici e parenti e consigliarono a dimorare; per ciò forse tre miglia, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che Pietro rispose: "Io che ebbe nome Fineo, qua Il che che gente. che Fineo udendo, che perduto avea: per che che, piagnendo co’ suoi che che indosso avea, pregò che a guastare il menava che gli piacesse che di doverlo rimenare che l’attenderebbe che costui era menato a che prestamente co’ suoi che della sua virginità che saper si possa se che contro alla legge, che diceva Fineo, che già credeva la che fatto avea, che, se fatto non fosse che che andò, trovò il che, avendole il coltello che che messer Amerigo che intervenuto era si che mio figliuolo la che la Violante, dove che d’Inferno gli parve che questo gli sarebbe che di Teodoro era che altra femina la morte che, se ella il suo che che d’essere moglie di che il padre le che mai; e levata del che a padre: ed egli, che acciò che io vi che io vi dimostri e In che dilettevole. che esso non era, che gli nocessero, tanto che né egli né cosa che che gli piacesse le che per dolore piú volte che pareva che quanto piú che quanto piú la che egli sé e ’l suo che si dovesse di Ravenna che, cosí faccendo, che che si chiama Chiassi; Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 116 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 11 11 11 12 13 13 14 14 14 19 19 20 20 21 21 22 22 23 25 26 26 26 27 28 28 31 31 32 32 33 33 33 33 34 35 36 37 37 37 37 39 39 39 40 40 40 40 40 40 disse a coloro accompagnato l’aveano che starsi volea e vita e la piú magnifica s’era. Ora avvenne a tutta la sua famiglia già passata presso messi da una donna; per alzò il capo per veder Ma il cavaliere a’ cani e a me quello Io non so chi tu ti se’, ma tanto ti dico piú innamorato di costei andò sí la mia sciagura, stette poi guari tempo pentendosene, come colei fuggirmi davanti e a me, Né sta poi grande spazio seguitarla. E avviene e qui ne fo lo strazio gli altri dí non creder volere opporre a quello non avendo pelo addosso ad aspettare quello Né stette guari dileguarono in maniera molto poter valere, poi venerdí avvenia; per lungo tempo stimolato la quale è questa: è questa: che venerdí viene voi facciate sí meco. Quello per Nastagio voleva, e come a tavola, sí ordinò, cominciato a udire. Di ciascuno e domandando diritti e riguardando e’ cani; né guari stette e faccendo quello (ché ve ne aveva assai e del cavaliere e cavaliere, mise costoro Ma tra gli altri e udita e conosciuto conosciuto che a sé piú piú che a altra persona verso Nastagio; per Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che accompagnato l’aveano che starsi volea e che che essi a Ravenna se ne che mai si facesse or che, venendo quasi che che solo il lasciassero che la quinta ora del che, rotto il suo dolce che che fosse e maravigliossi che questo vide gli gridò che questa malvagia che me cosí cognosci ma che gran viltà è d’un che tu ora non se’ di che io un dí con questo che costei, la qual della che non credeva in ciò che già cotanto l’amai, che ella, sí come la che ogni venerdí in su che vederai; e gli altri che noi riposiamo, ma che tu non potresti che arricciato non fosse, che facesse il cavaliere; che la giovane, quasi che piú Nastagio non gli che ogni venerdí avvenia; che, segnato il luogo, a’ che che io d’amare questa mia che venerdí che viene voi che viene voi facciate sí che messer Paolo che io questo voglia, voi che dura cosa fosse il che appunto la giovane che maravigliandosi forte che ciò fosse e niuno che ciò potesse essere, che essi tutti furon che altra volta aveva che parenti erano state e che si ricordavano che ciò veduto aveano in che piú di spavento che a sé piú che a altra che a altra persona che che vi fosse queste cose che già le parea fuggire Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 117 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA CORNICE FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 41 41 41 41 41 41 42 42 43 43 43 43 43 43 43 44 44 2 3 4 4 4 5 6 6 6 6 7 8 8 9 9 9 11 11 12 12 12 12 13 14 14 14 14 14 14 14 15 15 E tanta fu la paura che di questo le nacque, le nacque, che, acciò sera prestato le fu, da parte di lei il pregò presta di far tutto ciò Nastagio fece rispondere era a grado molto, ma giovane, la qual sapeva sapeva che da altrui da lei rimaso non era gli fece risponder che le piacea. Per padre e alla madre disse sposa di Nastagio, di paurose ne divennero, degli uomini furono la reina, avendo veduto non acciò solamente Dovete adunque sapere e per vertú molto piú memoria e ornato parlare l’altre sue belle cose, e delle piú leggiadre Firenze fossero; e acciò ma ella, non meno onesta né di colui si curava povero, senza altra cosa miglior del mondo. Per Per che, amando piú Ora avvenne un dí divenuto allo stremo, lei, se avvenisse di Federigo. Per Per che avvenne stando la cosa, avvenne garzoncello infermò: di molto, come colei gliele dicesse, "Madre mia, se voi fate cominciò a pensar quello far dovesse. Ella sapeva aveva avuta, per questo falcone falcone che è, per quel che io oda, il migliore sarò io sí sconoscente, impacciata, come domandasse, senza sapere Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che di questo le nacque, che, acciò che questo a che che questo a lei non che ella, avendo l’odio che gli dovesse piacer che fosse piacer di lui. che questo gli era a che, dove le piacesse, che che da altrui che da lei che da lei rimaso non era che moglie di Nastagio che le piacea. Per che, che, essendo ella che che era contenta d’essere che essi furon contenti che sempre poi troppo piú che prima state non erano che piú niuno a dover che conosciate quanto la che Coppo di Borghese che per nobiltà di sangue che altro uomo seppe fare che in Firenze fu già un che in Firenze fossero; e che egli l’amor di lei che bella, niente di che le faceva. che un suo poderetto che, amando piú che mai che che mai né parendogli piú che, essendo cosí che che il marito di monna che il figliuolo senza che avvenne che questo che questo garzoncello che il garzoncello che la madre dolorosa che piú no’ n’avea e lui che per certo, se che io abbia il falcone che far dovesse. Ella che Federigo lungamente che ella diceva: "Come che è, per quel che io che io oda, il migliore che mai volasse e oltre a che a un gentile uomo al che ella fosse certissima che dover dire, non Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 118 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 16 16 16 16 16 17 19 19 20 20 21 21 22 22 23 23 24 24 24 25 25 25 25 26 27 28 29 29 29 29 30 30 30 31 31 31 31 32 32 32 32 33 33 33 33 33 33 33 34 l’amor del figliuolo, dispose, per contentarlo per contentarlo che ché io ti prometto che la prima cosa e sí il ti recherò. Di Egli, per ciò il quale, udendo per me amandomi piú e il ristoro è cotale per voi ma tanto di bene valore e per l’amore m’è troppo piú cara ho già speso, come disse: "Madonna, poi vi terrà compagnia tanto Egli, con tutto quanto bisogno gli facea niuna cosa trovandosi di sua fortuna, come uomo donna e non volendo, non sopra la stanga; per per che, non avendo a giardino e il desinare, a tavola e, senza saper tempo di dire quello per io non dubito punto sentendo quello per quanta forza sia l’amor mi parrebbe esser certa per iscusata. Ma come che tu no’ n’abbia, io un dono il quale io so e è ragione, per ciò è sí forte invaghito, gliene porto, io temo infermità la quale ha, priego, non per l’amore cortesia s’è maggiore alcuno altro mostrata, di donarlomi, acciò Federigo, udendo ciò adomandava e sentendo non ne la potea per ciò di lei a piagnere anzi la donna prima credette falcone divenisse piú e quasi fu per dire disse: "Madonna poscia Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che ella seco dispose, che che esser ne dovesse, che esser ne dovesse, di che la prima cosa che io che io farò domattina, io che il fanciullo lieto il che non era tempo, né era che monna Giovanna il che stato non ti sarebbe che io intendo con questa che, se io mai alcuna che che portato v’ho adivenne che non sarebbe se da che a povero oste siate che altri non c’è, questa che io vada a far metter che la sua povertà fosse che egli avesse fuor che potere onorar la che fuor di sé fosse or che altrui, ma il che, non avendo a che che che altro ricorrere, che per lui far si potea, che si mangiassero, che andata era, cosí che tu non ti debbi che principalmente qui che lor si porta, mi che in parte m’avresti che tu no’ n’abbia, io che n’ho uno, non posso che sommamente t’è caro: che niuno altro diletto, che, se io non gliene che che egli non aggravi che poi ne segua cosa per che tu mi porti, al quale che in alcuno altro che ti debba piacere di che io per questo dono che la donna adomandava e che servir non ne la che mangiar gliele avea che alcuna parola che da dolore di dover da che d’altro, e quasi fu che nol volesse; ma pur che a Dio piacque che io Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 119 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA CORNICE CORNICE CORNICE DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 34 34 34 34 34 34 35 35 35 35 36 36 36 36 36 38 38 38 39 39 40 41 41 41 42 42 42 42 1 2 2 3 3 4 4 4 5 5 5 6 6 7 7 7 7 8 8 8 10 poscia che a Dio piacque a rispetto di quello mi fa al presente, di aver non debbo, pensando siete, dove, mentre e ella abbia sí fatto, Come io udi’ degna e convenevole cosa io vi dovessi onorare, onorare, che con quelle persone s’usano: per ricordandomi del falcon avea; ma vedendo ora m’è sí gran duolo servire non ve ne posso, quale, o per malinconia potea o per la ’nfermità trapassar molti giorni passò. La quale, poi La quale, come ma se a voi pur piace lei, dissero: "Sciocca, "Sciocca, che è ciò tu di’? come vuoi tu lui miei, io so bene ma io voglio avanti uomo bisogno di ricchezza ricchezza che ricchezza in su le dita di colui lodato da tutti Idio Federigo, quando Dioneo, Io non so se io mi dica tosto delle cattive cose pertengono. E per ciò sia in parte men men che onesta, però quello ne fate ne’ giardini entrate, le spine stare: il da tutti i perugini, che per vaghezza appetito in questo modo, due mariti piú tosto ella s’avvenne a uno che molto piú a altro avea disposto. Il mala vita; poi, veggendo consumamento piú tosto e buona dota sappiendo Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che io in voi ponessi il che ella mi fa al che io mai pace con lei che voi qui alla mia che ricca fu, venir non che io donar nol vi possa che voi, la vostra mercé, che con piú cara vivanda che con quelle che che generalmente per che, ricordandomi del che che mi domandate e della che in altra maniera il che servire non ve ne che mai pace non me ne che il falcone aver non che pure a ciò il dovesse che egli con grandissimo che piena di lagrime e che voluto non avesse, che io marito prenda, per che è ciò che tu di’? che tu di’? come vuoi tu che non ha cosa del mondo che cosí è come voi dite, che abbia bisogno di che ricchezza che abbia che abbia bisogno d’uomo. che era sotto la cesta, che degnamente avea che mai comandamento non che sia accidental vizio che delle buone opere, e che la fatica, la quale che onesta, però che che diletto può porgere, che usate siete di fare che, distesa la dilicata che che farete lasciando il che per vaghezza che egli che egli n’avesse, prese che la moglie la quale che uno avrebbe voluti, che molto piú a altro che che a lei l’animo avea che ella in processo di che questo, suo che ammendamento della che egli era uomo e Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 120 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 11 11 12 14 14 14 15 15 15 15 16 16 16 16 16 17 17 17 17 17 17 17 18 18 19 19 19 19 19 19 20 20 21 22 22 22 22 22 22 22 23 23 23 23 23 24 24 24 credendol vago di quello mai preso. Egli preso. Egli che sapeva dilettare di quello con una vecchia pur santa Verdiana né mai d’altro mia, sallo Idio, che sa tutte le cose, giovanezza, per ciò a chi conoscimento ha, il tempo perduto. E da diavol siam noi poi, da io sono una di quelle: una di quelle: che ora, e senza pro, il tempo andar lasciai: e bene tutto, ché non vorrei vorrei che tu credessi io pur non feci ciò io avrei potuto fare, di fatta come tu mi vedi, a cencio, Dio il sa sono da molto piú vecchi a niuna altra cosa tu avvedere a questo, apparecchiate a ciò, stancare. E per ciò nate, da capo ti dico tuo pan per focaccia, sí non abbia in vecchiezza il tempo quando l’hanno che agli uomini, per ciò le scodelle; e peggio, ancora dicono. E acciò ti dico infino ad ora scoprire l’animo tuo ti fosse di me, per ciò non ardisca di dire ciò né sí duro o zotico, bene e rechilo a ciò che io vorrò. Fa pure ricordo, figliuola mia, sia raccomandata per ciò e io voglio infino a ora io dico, acciò con la vecchia, tutti i segni le disse, che ella sapesse quello Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che sono e deono esser sapeva che io era io era femina, perché egli si diletta. Il pareva pur santa dà beccare alle serpi della vita de’ Santi sa tutte le cose, che tu molto ben fai; e niun dolore è pari a è a avere il tempo diavol siam noi poi, noi siam vecchie, se ora, che vecchia sono vecchia sono, non andar lasciai: e io nol perdessi tutto tu credessi che io io fossi stata una io avrei potuto fare, quand’io mi ricordo, non troverei chi mi dolore io sento. giovani; ma le femine a far questo e noi siam sempre degli uomini non a questo siam nate, tu farai molto bene a l’anima tua non abbia rimproverare alle agli uomini, per ciò tu puoi vedere, noi siamo messe in io non ti tenga piú tu non potevi a piú utile ti fosse di egli non è alcun sí bisogna, né sí duro o io non ammorbidisca io vorrò. Fa pure tu mi mostri qual ti io ti sia io son povera persona tu sii partefice di Idio gli faccia lume se veduto le venisse ella sapesse quello avesse a fare: e Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 121 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 25 25 26 26 26 27 28 28 32 32 33 33 33 34 34 34 34 35 36 36 37 37 37 37 38 38 39 39 40 40 40 40 40 41 42 42 43 43 44 44 44 44 44 44 46 46 46 46 47 tempo un altro, secondo la quale in cosa far tratto. Avvenne impose alla vecchia venire a lei un garzone, Pietro chiamò all’uscio una cesta da polli, pannaccio d’un saccone di noi starnutire, di ce ne curammo; ma quegli fece maravigliare; di di che Ercolano, con la moglie per ciò furia disse: "Questo vuol dire? Chi è questi come tutto dí veggiamo che fanno far coloro E parendogli la donna: "Egli è sotto quella scala, sí ancora ne viene. E poi strignendolo: e come sí il petto serrato, che poco a stare avea donna, quello per ma non abbia io mai cosa io non te ne pago! Il donna udendo, e vedendo non accorgendosi piú volte disse a colui a colui che starnutiva fuori; ma quegli, piú non poteva, per cosa difendendolo fui cagione queste cose, conobbe difesa; ma per ciò ecco buona e santa donna mi parea! e peggio, essemplo alle giovani! Che maladetta sia l’ora venne ed ella altressí e rea femina di questo mondo, lui, onorevole cittadino e cominciò a pregar Pietro al letto, per ciò che tempo n’era. Pietro, voglia aveva di mangiare tu non ci se’! Sí, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che alla giovane donna ne che far potesse intorno a che, dovendo una sera che che facesse venire a lei che era de’ piú belli e che aperto gli fosse. che v’era il fece che aveva fatto il dí che noi né la prima volta che starnutito aveva che Ercolano, che che alquanto turbato con che gran pezza ci avea che vuol dire? Chi è che cosí starnutisce?; e che fanno far coloro che che le lor case che di quindi venisse il che dianzi io imbiancai E che ancora ne viene. che Ercolano aperto ebbe che egli starnutisse, gli che poco a stare avea che che né starnutito né che poco avanti, quando che mi piaccia se io non che la donna udendo, e che ’l suo peccato era che la moglie si fuggia, che starnutiva che egli che egli uscisse fuori; che già piú non poteva, che Ercolano dicesse non che quivi de’ vicini che egli erano dell’altre che col biasimare il che costei dee essere! che essendo ella oggimai Che maladetta sia l’ora che ella nel mondo venne che viver si lascia, che ella dee essere, che è cosí fatto uomo e che cosí bene la trattava che s’andasse al letto, che tempo n’era. Pietro, che maggior voglia aveva che di dormire, domandava che io sono la moglie Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 122 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 48 48 49 49 49 50 50 51 51 52 53 54 54 54 54 54 54 54 55 55 55 55 55 55 55 56 56 56 57 57 57 58 58 58 58 59 59 59 59 59 60 61 61 61 63 63 64 64 64 meglio! Avvenne che, che essendo la sera era, l’un degli asini, che grandissima sete avea Il quale avendo, per ciò che carpone gli convenia sua ventura, o sciagura che vogliam dire, che che vogliam dire, che questo asino ve gli dentro alla casa; per che, che uscito della camera, tutto di paura tremava che Pietro alcun male non da lui domandato "Che Che fai tu qui?, niente a gli rispose ma pregollo che per l’amor di Dio non "Leva sú, non dubitare che io alcun mal ti lieto d’averlo trovato che la sua donna dolente, d’Ercolano e dicevi che arder si vorrebbe e che arder si vorrebbe e che ella era vergogna di quel medesimo aver fatto che ella fatto avea? vi t’induceva se non che voi siete tutte cosí i vostri falli: che venir possa fuoco da possa fuoco da cielo che tutte v’arda, generazion pessima che voi siete! La La donna, veggendo che egli nella prima prima giunta altro male che di parole fatto non tutto gongolare per ciò che per man tenea un cosí "Io ne son molto certa che tu vorresti che fuoco certa che tu vorresti che fuoco venisse da fuoco venisse da cielo che tutte ci ardesse, sí ardesse, sí come colui che se’ cosí vago di noi esso teco per sapere di che tu ti ramarichi: e ce e ha da lui ciò che ella vuole, e tienla si dee tener moglie, il che a me non avviene. avviene. Ché, posto che io sia da te ben e quanto tempo egli ha che tu non giacesti con da te nel letto, che aver tutte queste sanamente, Pietro, che io son femina come e ho voglia di quel che l’altre; sí che, di quel che l’altre; sí che che, perché io me ne fo io cotanto d’onore, che io non mi pongo né Pietro s’avvide che le parole non erano meno in tutta notte; per che che, come colui che poco per che, come colui che poco di lei si curava tu gran cortesia di fare che noi abbiamo da cena cosa, ché mi pare che questo garzone Certo no disse la donna "che che egli non ha ancor dunque, disse Pietro "fa che noi ceniamo, e di questa cosa in guisa che tu non t’avrai che guisa che tu non t’avrai che ramaricare. La Dopo la cena quello che Pietro si divisasse a so io ben cotanto, che la mattina vegnente accompagnato. Per che cosí vi vo’ dire, dire, donne mie care, che chi te la fa, tienloti a mente fin che tu possa, acciò che Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 123 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia DIONEO CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI 10 CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO 64 1 1 2 3 3 3 5 7 8 8 9 9 16 17 18 18 18 18 19 19 20 21 21 2 2 3 3 4 4 4 5 5 6 7 7 7 8 8 8 9 9 9 9 9 10 10 11 11 fin che tu possa, acciò dalle donne risa e la reina conoscendo ordine a ciò già molte volte udito cacciar via; e per ciò può essere utile, voglio usato, ciascuno a quello a Dioneo fu comandato novelle vi reco. Di la quale gli comandò è l’erba; o voleste voi Piacerebbevi: Esci fuor Amor, la vaga luce, occhi lo splendore / / l’alto disio intera fede / da costei / sí la mia mente, non torrei / pace fuor dolce signor mio, / a lei, come tu dei, / verrei. / Da poi di Dioneo. Ma poi della notte, comandò le risa, infino a tanto verso casa tornare: per fiori seminata, avanti festa fornito, avanti novella, avvenne cosa non v’era, cioè fu un gran romore udito la cagione, rispose non sapea, sí come colui quale la reina comandò rispondere, la Licisca, era e anzi superba "Vedi bestia d’uom mi vuol dare a vedere che la notte prima di sangue; e io dico è ben sí bestia costui, si crede troppo bene sieno sí sciocche, padre e de’ fratelli, tre o quatro anni piú ché debbo sapere quello giuro: io non ho vicina le donne sí gran risa, mai infino a tanto Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che quale asin dà in che per poco diletto, e che il fine del suo che bisogno facea per lo che con be’ motti e con che la materia è bella e che domane con l’aiuto di che piú diletto gli era che cantasse una canzone. che tutte le donne che quella lasciasse e che io dicessi: L’onda che sie tagliato, Com’un che move da’ begli occhi che pria la fiamma tua che messo m’hai nel petto che possiede / sí la mia che io non torrei / pace che da essa, né vorrei. / che gliel dimostri e che teco a farlo che Dioneo, tacendo, che alquanto della notte che ciascuno infino al dí che, già piú alzandosi il che che, voltati i passi, là che che il caldo surgesse piú che altro facessero, che ancora adivenuta non che per la reina e per che per le fanti e’ che il romore era tra che pure allora giugnea che incontanente quivi che attempatetta era e che no e in sul gridar che ardisce, là dove io che la notte prima che che Sicofante giacque con che non è vero, anzi che egli si crede troppo che le giovani sieno sí che elle stieno a perdere che delle sette volte le che non debbono a che io mi dico quando io che pulcella ne sia che tutti i denti si che ella ebbe detto ciò Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 124 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA CORNICE CORNICE PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 11 12 12 13 13 14 15 15 15 16 16 1 2 2 2 3 3 4 5 5 7 9 9 9 10 10 10 11 11 12 12 2 2 3 4 5 5 5 6 7 7 8 8 8 9 9 10 11 11 che ella ebbe detto ciò ella volle. Ma poi fieno le nostre novelle, udirne altro: e dico ha ragione, e credo tu saper piú di me tu, no; e, se non fosse silenzio e comandolle in tutto quel giorno a lei. Li quali poi reina impose a Filomena è da lei pregato motti; li quali, per ciò stanno meglio alle donne quanto piú alle donne si disdice. È il vero o inimicizia singulare tutte noi. Ma per ciò egli non è ancora guari il cui valore non meritò gran parte della via meglio la spada allato la guastava: senza delle persone e gli atti profereva. Di la qual cosa poi non poté, conoscendo troppo duro trotto, per per che io vi priego migliore intenditor altre novelle e quella la reina a Pampinea che seguitasse; per so da me medesima vedere aver mille occhi, come Le quali io avviso avvedute, fanno quello piú sicuramente servate reputate piú vili, acciò il loro splendore. Il madonna Oretta contata, Dico adunque Papa trattando, avvenne trattando, avvenne che, gli era stata benigna, vini bianchi e vermigli il caldo grande, s’avisò quali piú tosto mugnaio ogni mattina in su l’ora Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che ella volle. Ma che fatto ebbe alle che tu sopr’essa dei che la Licisca ha ragione che cosí sia come ella che non hai ancora che la reina con un mal che piú parola né romor Li che attendere a lei. che partiti furono, la che alle novelle desse che a piè la ponga. che brievi sono, tanto che agli uomini quanto che agli uomini il molto che, qual si sia la che che a’ nostri secoli sia che già sopra questa che nella nostra città fu che il suo nome si taccia che a andare abbiamo, a che ’l novellar nella che egli pessimamente, che accadevano, profereva che a madonna Oretta, che piú sofferir non poté che il cavaliere era che io vi priego che vi che vi piaccia di pormi a che novellatore, inteso che cominciata aveva e che seguitasse; per che che ella cosí cominciò: che piú in questo si che gli sciocchi lei che, sí come molto che che i mortali spesse che la bella camera non che di quelle alle che quanto in poca cosa che sua moglie fu, m’ha che, avendo Bonifazio che che, che se ne fosse che che se ne fosse cagione, che egli n’era che in Firenze si che gran cortesia sarebbe che fornaio il che egli avvisava che Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 125 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA CORNICE CORNICE CORNICE LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 11 11 12 12 15 15 15 15 15 16 16 16 17 17 19 21 21 26 26 27 28 28 28 28 28 29 30 1 2 2 3 3 3 3 4 5 5 6 6 7 7 7 7 7 8 8 9 10 10 l’ora che egli avvisava bianco e due bicchieri passavano, e egli, poi questo suo vino, la qualità o affanno piú forse il saporito bere, "Signori, egli è buono valente uomo: forse forse che è egli tale, dal forno, gli pregò e alli lor famigliari, so non meno ben mescere vino parve il migliore davanti bevuto; per uno de’ suoi famigliari ti manda a me. Il disse: "Tornavi e digli Cisti: "A Arno. Il "Lasciami vedere disse: "Ora so io bene "Messere, io non vorrei vorrei che voi credeste ma, parendomi uscito di mente ciò v’ho dimostrato, cioè Ora, per ciò quelle grazie gli rendé presta risposta al meno novella ebbe finita, poi piacque alla reina motti; alla qual per ciò bisogna, oltre a quello natura de’ motti cotale, come ’l cane: per ciò di Cisti. È il vero minor morso ricevette che ’l desse: il bellissimo e vie piú vagheggiatore, avvenne E avendo sentito lasciasse giacere; per popolini d’ariento, con la moglie, come fosse, gliele diede. Il niente sentire. Per e ’l maliscalco, avvenne disse: "Nonna, Alla Nonna parve negli animi di coloro, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che messer Geri con gli che parevano d’ariento, che una volta o due che egli n’avrebbe fatta che l’usato avuto o forse che a Cisti vedeva fare, che noi assaggiamo del che è egli tale, che noi che noi non ce ne che sedessero; e alli lor che già per lavare i che io sappia infornare; che essi avessero gran che, commendatol molto, che che per un fiasco andasse che raffermando piú volte che sí fo: e se egli piú che rapportando il che fiasco tu vi porti; e che egli ti manda a me, e che voi credeste che il che il gran fiasco che vi fosse uscito di che io a questi dí co’ che questo non sia vin da che io non intendo che a ciò credette si che onesto motteggiare che da tutti e la che Lauretta dicesse che tornar non bisogna, che de’ motti è stato che essi, come la pecora che, se come il cane che che, se per risposta si che che ’l desse: il che io che io in una piccola che grande vagheggiatore, che fra l’altre donne che il marito di lei, che, fatti dorare che che allora si spendevano, che contro al piacer di che poi sappiendosi per che, usando molto insieme che che il dí di San Giovanni che ti par di costui? che quelle parole che molti v’erano, che Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 126 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia LAURETTA LAURETTA CORNICE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI 3 3 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 10 10 2 3 3 5 7 7 7 9 9 10 11 11 13 13 13 13 13 13 13 13 14 15 15 15 15 15 16 16 16 16 16 17 17 17 17 19 3 4 4 4 5 5 5 5 5 5 6 che molti v’erano, che l’udirono; per che, che l’udirono; per che, che non intendendo a reina a Neifile impose che seguitasse; la qual di quelle pone che mai a animo riposato sapute trovare: il che io per la mia novella e sí gli mandò dicendo che a cena l’arrostisse e quale essendo già presso che cotta grandissimo odor venendone, avvenne che una feminetta della caramente Chichibio che ne le desse una non l’avrí da mi. Di che donna Brunetta non avrai mai da me cosa che ti piaccia, e in Chichibio e domandollo che fosse divenuta "Come diavol non hanno che una coscia e una non vid’io mai piú gru che questa? Chichibio per amor dei forestieri che seco aveva non volle andare, ma disse: "Poi che tu di’ di farmelo vedere ne’ vivi, cosa che io mai piú non vidi piú non vidi né udi’ dir che fosse, e io il voglio in sul corpo di Cristo che, che se altramenti sarà, che, se altramenti sarà, che io ti farò conciare conciare in maniera, che tu con tuo danno ti ti ricorderai, sempre che tu ci viverai, del si levò e comandò che i cavalli gli fosser Chichibio, veggendo che ancora durava l’ira l’ira di Currado e che far gli convenia si riguardava, e ciò che vedeva credeva che e ciò che vedeva credeva che gru fossero che credeva che gru fossero che stessero in due piè. gli venner prima che a alcun vedute sopra soglion fare; per che egli, prestamente potete, messer, vedere che iersera vi dissi il vi dissi il vero, che le gru non hanno se voi riguardate a quelle che colà stanno. disse: "Aspettati, che io ti mosterrò che che io ti mosterrò che elle n’hanno due, e a Chichibio disse: "Che Che ti par, ghiottone? ti par, ghiottone? parti che elle n’abbian due? tanto questa risposta, che tutta la sua ira si egli avviene spesso che che, sí come la fortuna di ragionarvi; per ciò che l’uno, il quale viso piatto e ricagnato che a qualunque de’ sentimento nelle leggi, che da molti valenti di tanta eccellenzia, che niuna cosa dà la girar de’ cieli, che egli con lo stile e sí simile a quella, che non simile, anzi piú dessa paresse, in tanto che molte volte nelle da lui fatte si truova che il visivo senso degli credendo esser vero che era dipinto. E per arte ritornata in luce, che molti secoli sotto Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 127 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 7 8 9 10 11 12 12 14 14 14 14 15 15 15 16 4 5 5 6 6 6 6 6 7 7 8 8 9 10 10 11 11 11 11 11 12 12 12 13 13 13 14 14 14 14 14 14 gli error d’alcuni, che piú a dilettar gli gli occhi degl’ignoranti che a compiacere allo disidero da quegli che men sapevan di lui o in niuna cosa piú bello che fosse messer Forese. in quegli tempi di state che le ferie si celebran state veggiamo avvenire, che una subita piova gli vecchiezza, per ciò che migliori non v’erano, e per gli schizzi che i ronzini fanno co’ alquanto il tempo, essi, che lungamente erano e disse: "Giotto, a che ora venendo di qua di noi un forestiere che mai veduto non non t’avesse, credi tu che egli credesse che tu tu che egli credesse che tu fossi il miglior rispose: "Messere, credo che egli il crederebbe il crederebbe allora che, che guardando voi, egli voi, egli crederebbe che voi sapeste l’abicí. sapeste l’abicí. Il che messer Forese udendo guari di tempo passato che nella nostra città Ora avvenne un giorno che, che essendo egli con e chi un altro, secondo che nell’animo gli capea. via, andate, goccioloni che voi siete, voi non voi non sapete ciò che voi vi dite: i piú e i piú antichi, non che di Firenze ma di i fisofoli e ogni uom che gli conosce come fo come fo io: e acciò che voi non intendeste Quando i giovani, che aspettavano che egli giovani, che aspettavano che egli dovesse dire e se egli ce n’è niuno che voglia metter sú una e ancora vi farò piú, che io ne starò alla Tra’ quali disse uno, che si chiamava Neri raccontarono. Piero, che discreto giovane era, potrai mostrare questo che tu affermi? Disse Disse lo Scalza: "Che Che? i’ ’l mostrerò per Che per sí fatta ragione, che non che tu ma costui, fatta ragione, che non che tu ma costui, che il non che tu ma costui, che il niega, dirà che io che il niega, dirà che io dica il vero. il vero. Voi sapete che che, quanto gli uomini Baronci son piú antichi che niuno altro uomo, sí che niuno altro uomo, sí che son piú gentili; e Voi dovete sapere che i Baronci furon fatti da Domenedio al tempo che Egli aveva cominciato furon fatti poscia che Domenedio seppe seppe dipignere. E che io dica di questo il rivolto e con mascelloni che paiono d’asino; e d’asino; e èvvi tale che ha l’uno occhio piú l’uno occhio piú grosso che l’altro, e ancora chi chi ha l’un piú giú che l’altro, sí come sogliono essere i visi che fanno da prima i Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 128 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA CORNICE FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 14 15 15 15 15 16 16 16 16 16 16 16 17 2 3 3 4 4 4 4 5 6 7 9 9 9 9 10 11 12 12 12 12 12 12 12 13 13 13 13 14 14 15 15 15 16 16 16 17 da prima i fanciulli a disegnare. Per dissi, assai bene appare apparava a dipignere, sí che essi son piú antichi Della qual cosa e Piero era il giudice e Neri a ridere e affermare aveva la ragione e aveva vinta la cena e uomini e i piú antichi antichi che fossero, non Forese mostrare, disse ingiunse a Filostrato il richiede; Il intendo di ragionarvi, vero non men biasimevole distinzion far comandava fosse arsa quella donna adulterio, come quella questo statuto avvenne ritenne: e, se non fosse dello statuto pratese richiedere. La donna, esser soglion quelle son da dovero, ancora con forte animo morire, e con salda voce quello molto e, secondo di domandarla di quello voi, la quale egli dice e per ciò domanda domanda che io, secondo secondo che uno statuto ciò guardate bene quello se vero è quello di "Messere, egli è vero Rinaldo è mio marito, e e per perfetto amore ma come io son certa le quali molto meglio e oltre a questo, non a voi sta; ma, avanti procediate, vi prego grazia mi facciate, cioè intera copia o no. A Rinaldo, senza aspettare prestamente rispose di me preso quello Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che apparano a disegnare. che, come già dissi, che che Domenedio gli fece che essi son piú antichi che gli altri e cosí piú che era il giudice e Neri che aveva messa la cena e che lo Scalza aveva la che egli aveva vinta la che per certo i Baronci che fossero, non che in che in Firenze ma nel che stato sarebbe sozzo che novellasse; ed egli a che sí ben seppe fare una che non solamente festa e che aspro, il quale senza che cosí fosse arsa che dal marito fosse con che per denari con che una gentil donna e che di se medesimo che a lui non era licito che di gran cuore era, sí che innamorate son da che sconsigliata da molti che, vilmente fuggendo, che che egli a lei domandasse che le sue parole che apposto l’era, le che ha con altro uomo che io, secondo che uno che uno statuto che ci è che ci è vuole, che voi rispondete, e che vostro marito che Rinaldo è mio marito, che egli questa notte che io gli porto, molte che voi sapete, le leggi che gli uomini potrebbero che alcuna donna, quando che a alcuna cosa che una piccola grazia mi che voi il mio marito che Rinaldo, senza che il podestà il che senza alcun dubbio la che gli è bisognato e Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 129 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI 7 7 7 7 7 7 7 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 17 17 17 17 17 18 18 1 3 3 3 4 4 4 5 5 5 5 5 5 5 5 6 6 7 7 7 7 8 8 8 8 8 8 10 10 10 2 2 2 2 3 4 4 5 5 8 8 8 bisognato e piaciuto, io fare o debbo di quel servirne un gentile uomo un gentile uomo che piú che piú che sé m’ama, e dire bene: e prima statuto e lasciarono conforta la nepote ascoltarono. Ma poi ad Emilia voltatasi, la quale, non altrimenti Vaghe giovani, per ciò con molto minor novella da tanto stata fosse Uno adunque, Cesca: la quale, ancora però di quegli angelici e sí nobile reputava, e donne e ciascuna cosa sazievole e stizzosa che alcuna altra, questo, era altiera, le veniva del cencio, del cencio, che altro avvenne un giorno sedere, altro non facea le disse: "Cesca, che vuol dir questo rispose: "Egli è il vero venuta tosto, per ciò per ciò che io non credo non ne passa per via uno ventura; e io non credo il vedere gli spiacevoli Ma ella, piú Salamone, non altramenti di Fresco, anzi disse Sentendo la reina s’era diliberata e altri non restava a dir a lei, se non a colui un sí fatto motto, Dovete adunque sapere mercé della avarizia quali n’era una cotale, di mettervi tali senza cagione: per ciò ciò che, oltre a quello fu un de’ migliori loici Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che doveva fare o debbo che gli avanza? debbolo che piú che sé m’ama, che che sé m’ama, che che lasciarlo perdere o che di quivi si che egli s’intendesse che non si specchi, se che esso alla fine ne fu che ella seguitasse le che se da dormir si che un lungo pensiero che fatto non avrei, se che inteso l’avesse. che si chiamò Fresco da che bella persona avesse che già molte volte che per costume aveva che ella vedeva, senza che alcuna altra, che a che a sua guisa niuna che se stata fosse de’ che altro che torcere il che torcere il muso non che, essendosi ella in che che soffiare; laonde che vuol dir questo che, che, essendo oggi festa, che che io me ne sono venuta che io non credo che mai che mai in questa terra che non mi spiaccia come che sia al mondo femina a che è a me, e per non che una canna vana e a che un montone avrebbe che ella si voleva che Emilia della sua che ad altri non restava che a lei, se non a colui che per privilegio aveva che forse non ci se n’è che ne’ tempi passati che in quella con le che in diversi luoghi per che comportar potessono che, oltre a quello che che che egli fu un de’ che avesse il mondo e Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 130 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA CORNICE CORNICE CORNICE DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 8 8 8 9 9 9 9 9 10 10 10 10 11 11 11 12 12 12 13 13 13 13 13 13 14 14 14 14 14 15 1 2 2 3 3 6 6 6 7 9 10 10 11 13 13 14 14 14 15 uom molto e ogni cosa pertenente seppe meglio nell’animo gli capeva egli co’ suoi compagni ciò avvenisse per ciò divenia; e per ciò tralla gente volgare se trovar si potesse Ora avvenne un giorno arche grandi di marmo, colonne del porfido porta di San Giovanni, gli furono, quasi prima quando tu avrai trovato che Iddio non sia, dire a casa vostra ciò una di quelle arche, erano, sí come colui e cominciarono a dire egli era uno smemorato e smemorato e che quello con ciò fosse cosa avevano essi a far piú cittadini, né Guido meno del mondo, per ciò case de’ morti, per ciò le quali egli dice casa, a dimostrarci scienziati, peggio ciascuno intese quello dice esser di quegli riuscito, conobbe Dioneo silenzio a quegli di poter di quel fuggisse uno scorno nel quale, per ciò non meno per lo nome con ciò sia cosa parlatore e pronto era, e la divozion sua, acciò e spezialmente quegli sono, quel poco debito e oltre a ciò, per ciò Pizzini, li quali, poi di frate Cipolla, ancora beffa. E avendo saputo con questo proponimento, di questa penna, chente quale era tanto cattivo, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che far volle e a gentile che altro uom fare; e con Ma a che il valesse. che ciò avvenisse per ciò che Guido alcuna volta che egli alquanto tenea che queste sue che Iddio non fosse. che, essendo Guido che che oggi sono in Santa che vi sono e quelle che serrata era, messer che egli se ne avvedesse, che Iddio non sia, che A’ che avrai fatto? che vi piace; e posta la che grandi erano, sí come che leggerissimo era, che egli era uno che quello che egli aveva che egli aveva risposto che quivi dove erano non che tutti gli altri che alcun di loro. che, se voi riguarderete che che in esse si pongono e che sono nostra casa, a che noi e gli altri che uomini morti, e per che Guido aveva voluto che arrostirono san che a lui toccava il che il sentito motto di che piú mi piace parlare, che da due giovani che buona pastura vi che per altra divozione che quel terreno produca che chi conosciuto non che il beato santo che alla nostra compagnia che ogni anno si paga una che divotissimi tutti vi che alquanto tra sé che molto fossero suoi che frate Cipolla la che Biagio dovesse tenere che ella si fosse, e che egli non è vero che Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 131 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 15 16 16 17 17 18 18 18 18 19 19 19 19 19 19 20 20 20 21 21 21 21 22 22 22 22 22 22 22 22 22 23 23 23 25 25 26 27 28 28 29 30 30 30 31 32 32 33 33 che egli non è vero ha in sé nove cose tali santità. Pensate adunque e scostumato; senza teccherelle con queste, lo migliore. E quel rider de’ fatti suoi è esser bello e piacevole, che egli s’avisa la coreggia. È il vero grande aiuto, per ciò vuol sí segreto parlare, udire; e se avviene ha sí gran paura non sappia rispondere, frate Cipolla comandato che ben guardasse le sue bisacce, per ciò vago di stare in cucina con un paio di poppe da letame e con un viso non altramenti là si calò. E ancora cominciò con costei, in parole e dirle uomo per procuratore e senza quegli aveva a dare altrui, che erano anzi piú anzi piú che meno, e tante cose fare e dire, quale era tanto untume, macchie e di piú colori il siri di Castiglione, cosa contenti, per ciò entrati, la prima cosa dovere esser quella far credere, per ciò son trapassate: e dove degli antichi, non a aspettare quello e le femine semplici chiesa erano, udendo concorsono nel castello, mandò a Guccio Imbratta bisacce. Il quale, poi ansando giunto, per ciò a sonare. Dove, poi senza essersi avveduto Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che mai Lippo Topo ne che, se qualunque è l’una che che uom dee essere egli, che egli ha alcune altre che si taccion per lo che sommamente è da rider che egli in ogni luogo che egli s’avisa che che quante femine il che egli m’è d’un grande che mai niun non mi vuol che egli non voglia la che io d’alcuna cosa sia che io non sappia che prestamente risponde che ben guardasse che che alcuna persona non che in quelle erano le che sopra i verdi rami che parean due ceston da che parea de’ Baronci, che si gitti l’avoltoio che d’agosto fosse, che Nuta aveva nome, a che egli era gentile uomo che egli aveva de’ che egli aveva a dare che erano anzi piú che che meno, e che egli che egli sapeva tante che domine pure unquanche che avrebbe condito il che mai drappi fossero che rivestir la voleva e che mezza la lor fatica che venne lor presa per che egli promessa avea di che ancora non erano le che elle poco conosciute che veduti avessero che frate Cipolla, in che nella chiesa erano, che veder dovevano la che appena vi capeano, che la sú con le che con fatica dalla che il ber dell’acqua gli che tutto il popolo fu che niuna sua cosa fosse Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 132 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 35 35 35 35 35 36 37 37 37 37 37 39 41 42 42 42 42 43 43 44 44 44 45 45 46 48 48 48 48 48 49 49 49 49 50 50 50 50 51 51 51 52 52 52 52 53 53 53 53 vide, non sospicò non sospicò che ciò avesse fatto, per ciò del male aver guardato tacitamente sé, mani al cielo, disse sí donne, voi dovete sapere espresso comandamento che io cercassi tanto li quali, ancora piú utili sono a altrui altra moneta spendendo poco piú là trovai gente tanto andai adentro, io vi giuro, per l’abito che io porto addosso mercante io trovai là, Ma non potendo quello cercando trovare, perciò reverenzia dell’abito santo Antonio, volle sé aveva; e furon tante ciuffetto del serafino de’ raggi della stella e altre. E per ciò holle tutte. È il vero non ha mai sofferto mostrate infino a tanto desse sono o no; ma ora m’ha conceduta licenzia meco. Vera cosa è Gabriello, acciò l’una all’altra, m’è avvenuto; per ciò Il quale io non reputo anzi mi pare esser certo sia stata di Dio e ricordandom’io pur testé E per ciò, volendo Idio anime la divozione dovete, non la penna Ma prima voglio voglio che voi sappiate anno può viver sicuro che fuoco nol cocerà non si senta. E poi i carboni; li quali poi migliori offerte dando che usati non erano, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che ciò che Guccio Balena che Guccio Balena gli che nol conosceva da che altri ciò non facesse che a lui la guardia che da tutti fu udito: "O che, essendo io ancora che che io cercassi tanto che che io trovassi i che a bollar niente Per la qual che a noi. che senza conio per quei che portano il pan nelle che io pervenni mei che io porto addosso che che io vidi volare i che schiacciava noci e che io andava cercando che da indi in là si va che io ho sempre portato che io vedessi tutte le che, se io ve le volessi che che apparve a san che apparve a’ tre Magi che io liberamente gli che il mio maggiore non che io l’abbia mostrate che certificato non s’è che per certi miracoli che io le mostri; ma io, che io porto la penna che non si guasti, in una che spesse volte mi vien che, credendomi io qui che che stato sia errore, che volontà sia stata di che Egli stesso la che la festa di san che io, col mostrarvi i che in lui aver dovete, che io voleva, ma i che voi sappiate che che chiunque da questi che fuoco nol cocerà che E che non si senta. che cosí detto ebbe, che alquanto la stolta che usati non erano, che che con essi gli dovesse Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 133 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI 10 10 10 10 10 10 10 10 CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL 54 54 55 55 55 56 56 56 2 2 2 3 3 4 4 4 5 5 5 6 6 6 6 7 7 8 8 8 8 8 9 10 10 11 11 12 12 12 13 13 14 14 15 16 16 17 17 18 18 a fare le maggior croci vi capevano, affermando rimanere scherniti, fatto si fosse e con avevan tanto riso smascellare. E poi festa del mondo ciò gli valse non meno "Tempo è, Dioneo, che tu alquanto pruovi sí fattamente ne reggi, scacchi, troppo piú cari goder di quello senza il il siniscalco, ciò varii ragionato tanto, di domane, io dubito come voi udiste, disse che vicina non avea a marito e sogiunse stare la prima parte, fanciullesca, reputo e perciò voglio che domane si dica, poi a alcuna delle donne convenisse, e pregavanlo "Donne, io conosco ciò io ho imposto non meno mi poté istorre quello mostrare, pensando che il tempo è tale Or non sapete voi a ciascuno? Per a altrui, non veggio con onestissima, per cosa ci si sia non mi pare Appresso, chi è colui onestà? La quale non della morte non credo il vero, chi sapesse forse suspicherebbe non ne voleste. Senza e di quello non dire atta a’ cattivi animi udito questo, dissero come gli piacesse: per sole molto alto, per ciò era stato brieve: per una parte, disse: "Poi luogo, dove io non credo Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che vi capevano, che tanto quanto essi che lui, togliendogli la che parole, avevan tanto che eran creduti che partito si fu il che fatto avevan gli che quel giorno gli che tu alquanto pruovi che carico sia l’aver che del tuo reggimento che io non sono; e per che per certo niuna che a fare avesse quanto che, se donna Licisca non che che io non avessi gran che vicina non avea che che pulcella ne fosse che ben sapeva quante e che è opera fanciullesca, che la seconda debbia che domane si dica, poi che donna Licisca data ce che male a lor si che mutasse la proposta che io ho imposto non che facciate voi, e da che voi mi volete che il tempo è tale che, che, guardandosi e gli che che, per la perversità di che che, se alquanto che che argomento da che detta ci si sia non che in atto alcuno si sia che non conosca la vostra che i ragionamenti E che potesse smagare. che voi vi cessaste da che voi in ciò non foste che voi mi fareste un che io avessi imposto. che a’ nostri, e con la che cosí fosse come gli che il re per infino a che il ragionamento era che, essendosi Dioneo con che che noi fummo qui, ho io che mai alcuna fosse di Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 134 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VII VII VII VII CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL INTRO INTRO INTRO INTRO 18 19 19 19 20 20 20 24 24 25 25 25 25 26 27 27 28 29 30 30 32 32 34 35 36 37 37 37 37 38 38 39 40 41 42 44 44 44 45 46 47 47 47 48 48 2 4 5 6 io non dubito punto Le donne risposono miglio furono andate, in quel tempo divisare. E secondo mi ridisse, il piano, e era di giro poco piú senza aver piú entrate sole o niente, allora E oltre a questo, quel che non meno di diletto quale d’una delle valli, da lungi ariento vivo lor giardini i cittadini non piú profondo in là andar discorrendo, da altra ripa era chiuso le giovani donne, poi comandato alla lor fante corpi candidi nascondeva mani pigliare. E poi piú commendare il luogo prima a far de’ fatti di quivi distante e ciò la cena: la qual poi mondo lodarono. E poi e rivestiti, per ciò dove trovarono le donne una carola a un verso siniscalco, gli comandò mattina là facesse riconfortatisi, comandò e per ciò una fa sorridendo rispose / appena creder posso / tue catene, / a quel cruda la sua signoria, / / sospir né pianto alcun né ne vuole udire, / per io ti priego, signor, e di vermigli. / Poi canzon fatta fine, ancor niuno per ciò ve n’ebbe cagione. Ma il re, Tindaro, gli comandò noi chiamiamo Lucifero, piú ricevuti, parve loro parve loro piú bella quella conforme. E poi Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che quando vi sarete non erano apparecchiate; alla Valle delle era il caldo grande, alcuna di loro poi nella valle era, cosí un mezzo miglio, quella donde le donne egli era alto, non meno di diletto altro porgeva, era un due di quelle d’alcuna cosa premuta di ciò hanno destro. sia una statura oltre al diletto era dal suolo del prato, per tutto riguardato sopra la via per la farebbe una vermiglia in cosí fatta festa, commendato l’avessero a dir delle parole? fatto avevano. Il con assai piacer di bagnati si furono e troppo tardi si facevano una carola a facea la Fiammetta; e la seguente mattina fosse apparecchiato e ogn’uomo fosse in sul ne dichi qual piú ti volentieri, e con alcun altro uncin mai nacque per la morte giammai non l’ha m’asottigli. / Li ognora cresce il mio tu vogli; / ché, se con un sospiro assai tutti si potesse avvisare chi in buona tempera era, fuori traesse la sua ancor luceva nella essi della lor venuta il dí passato, quanto col buon vino e con Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 135 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 6 6 7 7 8 8 10 10 1 2 2 2 2 2 3 3 3 3 3 3 4 4 4 4 5 6 6 8 8 9 9 9 10 10 10 12 12 12 12 12 13 13 14 14 14 14 14 14 15 il digiun rotto acciò medesime canzoni dicendo aggiugnevano. Ma poi grandissime schiere; il di ragionare. Ma poi ancora piú lieti Ma, venuta già l’ora comandò il re ad Emilia ed ella gli fa accredere fosse piacere a voi, a voi, che altra persona come è quella di cominciamento; ma poi poi che egli v’aggrada donne, di dir cosa nell’avvenire, per ciò (la quale sallo Iddio Iddio che io non so né ancora alcuna trovai che ’l sapesse, come nella sua arte in altre cose, per ciò aveva assai sovente, di ciò gli avveniva per ciò Li quali, per ciò ordinò con una sua fante a un luogo molto bello suoi. Federigo, preso tempo, un dí Ma non intendendo essa Federigo altressí, acciò volta non convenisse insieme a questo modo: tornasse da un suo luogo non vi venisse per ciò volte una avvenne grossi capponi, avvenne avvenne che Gianni, molto tardi vi venne: di un poco di carne salata alcuna volta, e dissele che a piè d’un pesco E tanto fu il cruccio cruccio che ella ebbe, di dire alla fante che tanto aspettasse venisse e dicessegli che Gianni v’era e prendesse. Per Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che di canto non fossero che essi dicevano; alle che l’ora del mangiar fu che, come di riguardare, che che venuta fu la fine del che prima, cominciarono a che tutti levati erano e che cominciasse. La qual che egli è la fantasima; che altra persona che io che io avesse a cosí che parlar dobbiamo, dato che egli v’aggrada che che io tutte l’altre che vi possa essere utile che, se cosí son l’altre che che io non so che cosa si che cosa si sia né ancora che ’l sapesse, come che che tutte ne temiamo che savio in altre cose, che, tenendo egli del che che egli da molto piú si che egli molto spesso, sí che qual calze e qual che Federigo le venisse a che il detto Gianni aveva che ciò senza modo che imposto gli fu, in che questa fossi cosí che ogni volta non che la fante avesse ad che egli ognindí, quando che alquanto piú suso era che Gianni vi sarebbe. che, dovendo Federigo che che Gianni, che venire che venire non vi doveva, che la donna fu molto che da parte aveva fatta che a piè d’un pesco che che era allato ad un che ella ebbe, che ella che ella non si ricordò che tanto aspettasse che che Federigo venisse e che Gianni v’era e che che egli quelle cose che, andatisi ella e che Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 136 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA CORNICE CORNICE CORNICE FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 15 15 15 16 16 17 18 19 19 20 21 21 21 23 23 23 23 24 24 24 25 27 28 28 29 30 31 31 32 32 32 33 33 33 33 33 33 1 1 2 3 3 3 3 3 3 4 4 4 fante, non stette guari vicina alla camera era, altressí; ma, acciò la seconda volta: di tu quel ch’io? E’ pare sia tocco. La donna, disse Gianni "ch’e’ pare notti la maggior paura che mai s’avesse, tale e dello Spirito Sancto, La donna, acciò e di fargli sentire la ’ncantiamo, poscia una di quelle romite, pur la piú santa cosa e buona orazione e disse l’avea piú volte avanti Ma sallo Iddio sola a provarla; ma ora che tu ci se’, io voi Gianni disse Fantasima, fantasima sputò. E Federigo, gran voglia di ridere, "I denti. La donna, poi marito. Federigo, essolei. Vera cosa è cosa è che alcuni dicono v’era venuto; e vols’io, ma altri fu, qui con Gianni mio; per molto vecchia, mi dice l’altra fu vera, secondo fanciulla, saputo; ma era avvenuto, ma ad uno chiamò Gianni di Nello, sofficiente lavaceci venduto, ella dice che venduto l’ha a uno il re a Filostrato elle son tante le beffe e spezialmente i mariti, alcuna volta avviene solamente esser contente dicendo per tutto, acciò gli uomini si conosca parte anche sanno: il sanno: il che altro non vi può, per ciò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che Federigo venne e che Gianni incontanente che Gianni nulla suspicar che Gianni che l’uscio nostro sia che molto meglio di lui che l’uscio nostro sia che mai s’avesse, tale che, come io sentita l’ho che che temere non ci bisogna che Federigo per che Gianni v’era; e disse Disse che tu ci se’. che è, Gianni mio, pur la che Iddio tel dica per me che provata l’avea piú che romita fosse, e che io non avrei mai che tu ci se’, io voi che che noi andiamo ad che molto gli piacea; e che di notte vai, a coda che di fuori era e questo che scoppiava e che in questa guisa ebbe che con lei di cenar che alcuni dicono che la che la donna aveva ben che la donna aveva fatta che tristo il faccia che, andatosene, senza che che l’una e l’altra fu che ella aveva, essendo che l’ultimo non a Gianni che si chiamò Gianni di che stava in Porta San che fosse Gianni che venduto l’ha a uno che dentro v’è a vedere che seguitasse; il quale che gli uomini vi fanno, che, quando alcuna volta che che donna niuna alcuna al che ciò fosse avvenuto o che per gli uomini si che, se essi sanno, e le che che altro che utile esser che utile esser non vi che, quando alcun sa che che Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 137 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 4 5 5 5 6 7 7 8 8 9 9 9 9 9 10 11 11 12 12 12 12 13 13 13 14 14 14 14 14 14 14 14 14 14 15 15 15 16 16 16 17 18 18 18 19 19 20 20 20 ciò che, quando alcun sa Chi dubita dunque dubita dunque che ciò al beffarvi, conoscendo intenzion di dirvi ciò Egli non è ancora guari e esso con l’arte sua, il meglio. Avvenne uno altro la sollicitò, tra sé questo ordine: che, con ciò fosse cosa o a trovar lavorio, giovane fosse in parte e essendo la contrada, avvenne una mattina come io ci usci’, acciò entrar non ci potesse ché ecco il marito mio, tristo il faccia Iddio, che ci tornò: e non so piú a questa otta: forse per l’amore di Dio, come entra in cotesto doglio e veggiamo quello viso disse: "Ora questa questa che novella è, casa stamane? Per quello e se tu fai cosí, di noi del pane? Credi tu Credi tu che io sofferi altri miei pannicelli, il dí e la notte altro altro che filare, tanto almeno aver tanto olio, egli non ci ha vicina non se ne maravigli e fatica quanta è quella lassa me, dolente me, in che mal’ora nacqui, in per venire a costui e non ce n’ha niuna sanamente, marito mio, ci son de’ ben leggiadri il cuore, per ciò per Dio! egli è il vero lavorare, ma egli mostra proveduto e trovato modo io ho venduto a costui, doglio, il qual tu sai Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che altri sappia, egli che ciò che oggi intorno che oggi intorno a questa che voi similmente, che una giovinetta, che in Napoli un povero che era muratore, ed ella che un giovane de’ che con essolei si che, con ciò fosse cosa che che il marito di lei si che il giovane fosse in che uscir lo vedesse che Avorio si chiama, che, essendo il buono che che alcuna persona entrar che noia le desse. che tristo il faccia che ci tornò: e non so che questo si voglia dire che ti vide egli quando che il fatto sia, entra che tu vedi costí, e io che questo vuol dire di che novella è, che tu che tu cosí tosto torni a che mi paia vedere, tu che viverem noi? onde che io sofferi che tu che tu m’impegni la che non fo il dí e la not che filare, tanto che la che la carne mi s’è che n’arda la nostra che non se ne maravigli e che non facci beffe di me che io duro: e tu mi che mal’ora nacqui, in che mal punto ci venni! che non pensa cui egli che non abbia chi due e che se io volessi far che m’amano e voglionmi che io non fui figliuola che io andai per lavorare che tu nol sappi, come io che noi avremo del pane che tu vedi qui con meco, che già è cotanto ha Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 138 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 21 21 21 22 22 22 22 24 26 26 29 29 29 32 32 33 33 34 34 35 36 36 1 2 2 2 3 4 4 4 5 6 6 6 6 7 7 7 8 8 10 10 10 10 10 12 12 12 13 è del dolor mio: tu il quale io feminella veggendo lo ’mpaccio udí questo, fu piú contento e disse a colui con Dio, ché tu odi tu non me ne davi altro "Vien sú tu, poscia Al quale il marito, veniva, disse: "Eccomi, saldo, ma egli mi pare impastricciato di non so so che cosa sí secca, quasi veder volesse ciò per la bocca del doglio, micolino. E mentre marito venne, veggendo e a lei accostatosi, e in quella guisa uscitone fuori. Per guardatovi dentro, disse disse che stava bene e lei, e fannogli credere delle cavalle partice, di rider d’altro. Ma poi finita, ad Elissa impose come fu quella, per ciò Voi dovete sapere aver da lei ogni cosa di lei, per quel modo parole le fece conoscere Addivenne non guari poi, non guari poi, che che si fosse la ragione, si rendé frate, e chente in quello. E avvegna alquanto, di que’ tempi de’ lati posto l’amore a queste simili. Ma Quali son quegli pettoruti procedono: e traboccanti, in tanto essi non si vergognano gottosi, e credonsi non conosca e sappia E credonsi e afflitti rendere, e all’anime de’ semplici con piú instanzia Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che se’ uomo e vai non fu’ mai appena in casa ci dava, l’ho contento e disse a venuto era per esso: mia mogliere l’ha cinque. Il buono tu ci se’, e vedi con già veniva, disse: domandi tu? Disse voi ci abbiate tenuta cosa sí secca, che io io non ne posso levar facesse, messo il molto grande non era, cosí stava e al come volea non potea, tutta chiusa teneva negli ampi campi gli Peronella disse a stava bene e che egli egli era contento; e egli incantava l’avedute donne non il re conobbe la sua ragionasse; la quale, altra alla nostra in Siena fu già un egli disiderasse, non piú onesto gli parve ella molto davanti che si fosse la si fosse la ragione, Rinaldo si rendé egli trovasse la egli alquanto, di frate si fece, avesse alla sua comar dico io di frate cosí non facciano? è peggio (lasciamo non celle di frati ma altri sappia loro altri non conosca e i digiuni assai, le altri non conosca, né san Domenico né gli nutricano fa prima non faceva la Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 139 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 13 14 14 14 14 15 16 16 17 17 17 21 21 22 22 23 23 23 23 24 27 27 27 28 28 30 30 30 30 30 30 31 32 32 32 32 32 33 34 35 37 38 38 39 39 39 40 40 41 a sollicitare a quello Rinaldo forse piú bello a quello ricorse che fanno tutte quelle di concedere quello cappa fuor di dosso, io ho molte volte udito non fosse, io farei ciò lasciate. Io non dico vostro figliuolo, o io o vostro marito disse il frate "e io, di vostro figliuolo marito. La donna, o fece vista di credere tra l’altre una avvenne persona essere altri egli colla donna, un lettuccio da sedere, guisa dimorando, avvenne Or vi vestite; e vestito e ascolterete bene ciò ciò che io gli dirò, sí ristato di picchiare, "Marito mio, ben ti dico subito uno sfinimento, morto e non sapeva né sapeva né che mi far né né che mi dire, se non questi son vermini morir tutti, e innanzi vedeste mai. E per ciò n’entrammo. E per ciò E per ciò che altri in braccio, e credom’io egli non aspetti se non e sarebbe fatto, per ciò del figliuol lo strinse, ché tu guasteresti ciò Frate Rinaldo, io credetti, ora fu, non altramenti grazie al suo compare di frate Rinaldo, e vedere e udire ciò quelle quattro orazioni venne, no’ n’aveva dette mia ci ha fatta grazia e al compagno di ciò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che egli di lei che non pareva, essendo che fanno tutte quelle che voglia hanno di che è addimandato, e che me la traggo molto che egli è troppo gran A che voi voleste. che non sia peccato, ma che il tenni a battesimo La che il generò? che son men parente di che non è vostro marito, che loica non sapeva e di che il frate dicesse vero che, essendo frate che che una fanticella della che il fanciullin suo che in quella era, che il compar tornò e, che voi siete, recatevi che io gli dirò, sí che che le vostre parole poi che la moglie rispose "Io che frate Rinaldo nostro che io mi credetti ch’e’ che mi far né che mi dire che mi dire, se non che che frate Rinaldo nostro che egli ha in corpo, gli che io mi parta di qui che tu ci bisognavi per che altri che la madre che la madre del che egli non aspetti se che il compagno suo abbia che il fanciullo è già che egli non pose l’animo che s’è fatto; aspettati, che ogni cosa udito avea che voi nol vedeste vivo che della fossa il che guerito gliele avea. che non un paternostro ma che vi si facesse poteva; che m’imponeste, io l’ho che due, ma Domenedio tra che il fanciullo è che essi avevano maggior Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 140 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia ELISSA CORNICE CORNICE CORNICE LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII 3 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 41 2 2 2 3 4 4 5 6 6 6 8 8 8 9 9 9 9 10 10 10 10 11 11 11 12 12 12 12 12 12 13 13 13 13 13 14 14 15 16 16 16 16 16 16 16 16 16 17 avevano maggior bisogno rivolto le dimostrò dimostrò che gli piacea che ella dicesse; per quegli dimostramenti donna adoperata l’avesse potuta mostrare divenne geloso, di E essendosi avveduta tanto le cose innanzi, cose innanzi, che altro tanto ciò prese per uso, che quasi ogni volta costui ebbrezza prese, continuando, avvenne si venne accorgendo per ciò essa mai; di fosse come era, cioè nel parlare e ne’ modi, modi, che fosse mai, il credendo né estimando E fatto ciò, secondo alle finestre, acciò e le facesse manifesto sue; e tanto stette l’uscio aprire. Il aprire. Il che poi fatichi invano, per ciò stata: e abbi per certo mai infino a tanto fatto quello onore pregar per l’amor di Dio d’aprirle, per ciò una sua vicina, per ciò alcuna cosa, per ciò pur disposto a volere La donna, veggendo farò il piú tristo uom A cui Tofano rispose: "E rispose: "Innanzi sofferire la vergogna gitterò in questo pozzo niuna persona sarà persona sarà che creda sarà che creda che altri fuggire e perder ciò in bando, o converrà sí come a micidial di me riporre questa mia rocca Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che d’altro; poi, con gli piacea che ella ella dicesse; per che essa, senza stare, fai tu subitamente a io non so chi altri Amore. Fu adunque la donna avvedendosi un giovane, secondo altro che dare dare effetto con quasi ogni volta che a grado l’era infino non solamente avea il doloroso marito si ella, nel confortare egli prese sospetto la donna lui fosse mai, il che la la donna credendo né piú bere gli alcuna volta era tornare vedesse la egli si fosse accorto la donna tornò, la poi che Tofano Tofano alquanto ebbe qua entro non potrai tu non ci tornerai io di questa cosa, in ti si conviene. piacer gli dovesse ella non veniva donde le notti eran grandi quella bestia era pur tutti gli aretin il pregar non le viva. A cui mi puoi tu fare? io voglia sofferire tu mi vuoi fare qui è vicino: nel creda che altri che altri che tu per tu per ebrezza mi tu hai e essere in ti sia tagliata la tu veramente sarai io lascio qui; e Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 141 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 18 18 19 19 20 21 22 22 23 23 24 26 26 26 26 26 26 26 26 27 27 27 28 28 29 30 30 30 30 30 1 1 1 1 2 3 3 3 3 3 3 4 5 5 5 6 6 7 7 la notte tanto obscura, una grandissima pietra udí credette fermamente gittata vi si fosse; per al pozzo. La donna, le cominciò a dire tuoi modi: egli convien ogn’uomo chi tu se’ e a villania e a gridare; di finestre e domandarono torna a questa otta; di diceva: "Or vedete vedete che uomo egli è! sono io? In fé di Dio fé di Dio che io dubito che voi non credeste suo! Egli dice a punto che io ho fatto ciò fatto ciò che io credo col gittare non so ma or volesse Iddio da dovero e affogato, sí a dirgli villania di ciò di vicino in vicino, e diedergli tante busse, veggendosi mal parato e condotto, sí come quegli e tanto procacciò, a ciò le diè licenzia ma sí saviamente, quale ella dà a vedere vedere che ama un prete a lei ogni notte; di notte; di che mentre commendata la donna d’un geloso, estimando estimando che ciò leggi guardata, giudico pena aver constituta constituirono a colui sé difendendo: per ciò corti, come fé Idio anzi quegli dí miseri e piú dolenti: il quelle sole il sanno l’hanno provato. Per che conchiudendo, ciò a questo avea, se non la teneva e conosceva Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che appena si sarebbe che a piè del pozzo era, che essa gittata vi si che, presa la secchia con che che presso all’uscio Ella che gli aprisse. che io faccia vedere a che ora tu torni la notte che i vicini sentendo il La che ciò fosse. che io avendo lungamente che uomo egli è! Che Che direste voi se io che io dubito che voi non che voi non credeste che che egli dicesse il vero: che io ho fatto ciò che che io credo che egli che egli abbia fatto egli che nel pozzo, ma or che egli vi si fosse che egli il vino, il che contro alla donna che egli pervenne infino che tutto il ruppono; poi che la sua gelosia che tutto ’l suo bene che egli con buona pace che ogni suo piacer che egli non se ne che ama un prete che che viene a lei ogni che mentre che il geloso che il geloso che ella bene avesse che ciò che si fa loro che si fa loro dalla lor che in questo essi che essi constituirono a che alcuno offende sé che i gelosi sono che il dí settimo da che a tutte l’altre son che quanto e qual che l’hanno provato. che conchiudendo, ciò che che una donna fa a un che, come egli molto che che ella con tutto il suo Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 142 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 7 7 7 8 8 8 9 10 10 11 11 11 11 11 12 13 13 13 14 14 14 14 15 16 16 16 17 17 17 18 18 18 19 19 19 19 19 19 19 20 20 21 21 21 22 22 22 22 23 piacergli, cosí estimava che ogn’uomo l’amasse e paresse bella e ancora e sí stretta la tenea, assai son di quegli pena son dannati, La donna, lasciamo stare sentiva nocente. Per trovare, di far sí fosse fatto. E per ciò dello amore d’alcuno passando, sappiendo alcun fosse nel muro tante volte guatare, vita infino a tanto esser aperto; per per quella, ancora parte, pur s’avide ne fece spiare, e trovò dormiva tutto solo; per fuscellini, tanto fece, fece, che, per veder chiamò, e egli, suo gli aprí. Di contento assai, sí fece, in guisa faccendo la donna disse al marito il geloso disse: "E peccati ha’ tu fatti, donna: "Come? credi tu rinchiusa? ben sai come l’altre persone pensossi di voler saper fatto; e rispose che era contento ma ma che non volea andasse a altra chiesa loro o da qualche prete senza altro dire rispose di là entro composto ciò a gote come noi veggiamo e udendo dalla donna si volea, disse che non potea udirla ma vegnendo, ancora si seppe sí occultare, "Lodato sia Iddio ché io gli darò quello petruzze in bocca, acciò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che ogn’uomo l’amasse e che ella a tutti paresse che ella s’ingegnasse che forse assai son di che a capital pena son che non sono da’ che a nozze o a festa o a che, veggendosi a torto che che a ragione le fosse che a finestra far non si che atteso l’avesse per che nella casa la quale che la sua casa divideva che ella vedrebbe il che il fistolo uscisse da che, riguardando per che che assai male discerner che quivi era una camera che veramente il giovane che, visitando la fessura che che, per veder che ciò che che ciò fosse, il giovane che la sua voce conobbe, che il giovane contento che dal suo lato il che alcuno avvedere non che, se gli piacesse, che che peccati ha’ tu fatti, che tu ti vuoi confessare che io sia santa perché che io fo de’ peccati che ci vivono; ma io non che peccati costei avesse che era contento ma che che non volea che ella che ella andasse a altra che alla cappella loro, e che il cappellan le desse che sí farebbe. che far voleva, messasi che i preti portano, che confessar si volea, che non potea udirla ma che le manderebbe un suo che egli non fosse molto che egli non fosse che costui di geloso è che egli va cercando. che esse alquanto la Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 143 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 23 23 24 24 25 25 28 28 28 28 30 34 34 34 34 35 37 37 37 40 40 40 40 40 42 44 44 45 45 45 45 45 46 46 46 46 46 46 47 47 47 48 48 49 50 50 52 53 53 gl’impedissero, sí tutto esser divisato, tra l’altre cose come maritata era, si fu udí questo, e’ gli parve cuore: e se non fosse donna "il prete con casa uscio sí serrato, s’apra; e dicemi egli della camera mia, anzi mai poter fare per ciò cotesto non fate voi egli è sí forte geloso, del capo tutto il mondo il mondo che per altro io terrò sí fatto modo, bene nel viso al marito di nasconder ciò ciò che fatto avea e quale la donna disse ciò avea la mattina e quello poi disse: "Io son certa e per ciò truova modo stanotte di qua, sí da mezza scala acciò un garzonetto, a guisa il cherico del prete vi fosse. La donna, il messo, rispose non v’era quella notte e e che, se cosí facesse, ella non volesse mente l’uscisse. Ora Alla fine il geloso, domandò la moglie ciò prete detto la mattina s’era. La donna rispose voleva dire, per ciò dispetto di te io so ciò e convien del tutto tanto se’ innamorata e veni. La donna disse disse che non era vero cosí e cosí al prete La donna disse: "Non stato presente; mai sí da quella ora in qua Credi tu, marito mio, conobbi chi fu il prete Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che egli a quella dalla che esser da lei che la donna gli disse, che ella era innamorata che gli fosse dato d’un che volontà lo strinse di che arte il si faccia non che, come egli il tocca, che che, quando egli è venuto che che egli l’apra, egli che io l’amo troppo. che voi mi mandiate che non gli trarrebbe del che per altro che per che per male vi si che voi non ne sentirete che ella gli aveva data che fatto avea e che che saper gli parea. che fatto avea la mattina che il marito appresso che egli non uscirà di che su per lo tetto tu che noi siamo insieme. che il geloso sú non che stato fosse il che confessata l’avea, la che molto bene conobbe il che venuto non v’era che, se cosí facesse, che che che egli le potrebbe che di mente l’uscisse. che vi debbo dire? Il che piú sofferir non che ella avesse al prete che confessata s’era. La che non gliele voleva che ella non era onesta che tu gli dicesti, e che io sappia chi è il che teco per suoi che non era vero che ella che ella fosse innamorata La che ti confessò? che egli te l’abbia che io gliele dissi. che tu ti lasciasti nel che io sia cieca degli che mi confessò, e so che Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 144 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA CORNICE CORNICE CORNICE PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 53 53 54 55 55 56 56 56 57 57 57 58 58 59 2 2 2 3 5 5 5 5 6 6 7 7 7 9 10 10 11 11 11 12 13 14 14 14 15 15 15 16 16 16 17 17 19 20 20 che mi confessò, e so che tu fosti desso tu; ma in cuore di darti quello che tu andavi cercando, e saresti avveduto di ciò che ella ti confessava peccato. Io ti dissi che io amava un prete: e fatto prete? Dissiti che niuno uscio della mia voluto venire? Dissiti che il prete si giaceva con meco: e quando fu che tu meco non giacessi? fosti, ti mandai a dire che il prete meco stato Quale smemorato altri che tu, che alla gelosia smemorato altri che tu, che alla gelosia tua credi aver dato a vedere che tu altrove andato sii questo solenne guardar che tu fai; ché io giuro i piacer miei in guisa che tu non te ne se l’aveva vestita. Per che la savia donna, quasi donna aver fatto e quel che si convenia al al bestiale uomo. Ma poi che finita fu, il re a il re a Pampinea impose che seguitasse; la quale parlando, dicono che Amore trae altrui del E come spesso avviene che sempre non può l’uomo e costumato, come che di gran nazion non lei: e come voi sapete che rade volte è senza è senza effetto quello che vuole ciascuna delle Ora avvenne che, che essendo costei bella il quale ella, per ciò che spiacevole uomo e E essendosene la donna, che madonna Isabella avea stare alcun giorno, che ella mandò per ella mandò per Lionetto che si venisse a star con incontanente a lei, che in camera era con forte, pregò Leonetto che grave non gli fosse del letto infino a tanto che messer Lambertuccio n’andasse. Leonetto, che non minor paura di minor paura di lui avea che avesse la donna, vi ella comandò alla fante che andasse a aprire a e domandollo quello che egli andasse faccendo "Anima mia, io intesi che vostro marito non della donna avvenne che il marito di lei "Madonna, ecco messer che torna: io credo che che torna: io credo che egli sia già giú in casa (e conosceva che il cavaliere non si per lo suo pallafreno che nella corte era), si campare, farete quello che io vi dirò. Voi vi "Io fo boto a Dio che io il coglierò non dite altro che quello che detto v’ho dite altro che quello che detto v’ho, e montato Lambertuccio disse che volentieri; e tirato viso di lui e disse: "Che Che è questo, messere? alla quale egli disse: "Che Che cosa è questa? cui va verso la camera acciò che Leonetto l’udisse, quale io non conosco e che messer Lambertuccio Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 145 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA CORNICE FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 21 21 21 21 22 25 25 26 27 27 27 27 27 28 29 2 4 4 6 6 6 6 7 7 7 7 8 8 9 9 9 10 10 10 10 11 11 12 12 13 13 13 13 15 15 16 18 18 18 domandare chi fosse e che avesse, e ecco messer in tanto fu cortese, che, che come vide che non mi cortese, che, come vide che non mi piaceva che vide che non mi piaceva che egli qua entro a seguitar persona che qua entro fuggita Leonetto, che ogni cosa udita avea, pauroso, come colui che paura aveva avuta da allora il cavaliere: "Che Che hai tu a fare con "Messere, niuna cosa che sia in questo mondo, ciò io credo fermamente che egli non sia in buon non sia in buon senno, o che egli m’abbia colto in in iscambio: per ciò che che, come poco lontano da mi posi a domandare per che ragione ma quanto sappi far cercar quello che con lui hai a fare. e sí con lui ordinò, che che, quantunque poi molte il re imposto aveva che secondasse, disse: Voi dovete sapere che in Parigi fu già un della mercatantia, che egli n’era fatto quivi dimorando, avvenne che certi cavalieri li l’un di loro a dir che per certo di quanto non avea di bellezza: a che tutti i compagni suoi tutti i compagni suoi, che con lui insieme in ascoltando Lodovico, che d’alcuna ancora di doverla vedere, che a altro non poteva fece veduta al padre che al Sepolcro voleva voleva andare: il che con gran bella gli parve assai che stimato non avea: per stimato non avea: per che che, inamoratosi E seco divisando che via dovesse a ciò lasciando stare, avvisò che che, se divenir potesse venir fatto quel che egli disiderava. acconcia in guisa che stava bene, avendo avendo lor comandato che sembiante facessero l’oste suo, gli disse che volentier per uomo di questa terra che ha nome Egano, il cosí fece; e avanti che da Egano si partisse, acconcio Anichino; il che che, quanto piú poté a servire Egano, che egli gli pose tanto gli pose tanto amore, che senza lui niuna cosa Avvenne un giorno che che, essendo andato Egano madonna Beatrice, che dello amore di lui a scacchi; e Anichino, che di piacerle si lasciava vincere, di che la donna faceva donna guardatolo disse: "Che Che avesti, Anichino? Anichino? Duolti cosí che io ti vinco? "troppo maggior cosa che questa non è fu fuori un troppo maggiore che non era stato il era stato il primo; per che la donna ancor da ancor da capo il ripregò che gli piacesse di dirle Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 146 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 18 18 19 19 20 20 20 20 20 20 22 23 23 24 24 24 24 25 25 25 25 26 28 29 29 30 30 30 31 31 32 33 33 33 33 33 33 34 34 34 38 38 38 38 38 39 39 40 41 "Madonna, io temo forte che egli non vi sia noia dico; e appresso dubito che voi a altra persona sicuro di questo, che cosa che tu mi dica, di questo, che cosa che tu mi dica, se non disse Anichino: "Poi che voi mi promettete disse chi egli era, quel che di lei aveva udito e esser potesse, la pregò che le dovesse piacere di compiacergli; e che, che dove questo far non questo far non volesse, che ella, lasciandolo si stava, fosse contenta che egli l’amasse. O suo amore nella mente, che essa altressí l’animo mio tanto che io alcuno n’amassi; troppo piú tua divenire che io non son mia. Io son mia. Io giudico che tu ottimamente abbi dono, e sí ti prometto che io te ne farò godente ne farò godente avanti che questa notte che avanti che questa notte che viene tutta trapassi. trapassi. E acciò che questo abbia effetto, abbia effetto, farai che in su la mezza notte dormissi tanto mi tocca che io mi svegli, e io ti come avuto hai. E acciò che tu questo creda, io letizia del mondo che la notte Al quale, all’ora che detta gli era stata, per lo letto tanto fece, che Egano che dormiva tanto fece, che Egano che dormiva destò; al dir cosa niuna, per ciò che tu mi parevi stanco; e piú leale e per colui che piú t’ami, di quegli che piú t’ami, di quegli che tu in casa hai? hai? Rispose Egano: "Che Che è ciò, donna, di che "Che è ciò, donna, di che tu mi domandi? nol sí tenuto e teneva, che egli non s’era potuto ti dirò. Io mi credeva che fosse ciò che tu di’ mi credeva che fosse ciò che tu di’ e che egli piú fosse ciò che tu di’ e che egli piú fede che di’ e che egli piú fede che alcuno altro ti egli sgannata, per ciò che che, quando tu andasti vergognò di richiedermi che io dovessi a’ suoi e io, acciò che questa cosa non mi e vedere, risposi che io era contenta e che che io era contenta e che stanotte, passata quale la maggior paura che avesse mai avuta avea avesse mai avuta avea e che quanto potuto avea lei e il suo amore e sé, che fidato se n’era, avea maladetto, sentendo ciò che alla fine aveva fatto fu il piú contento uomo che fosse mai; e essendo non parendo alla donna che Anichino dovesse piú col bastone, per ciò che di questo ne seguirà se’ venuta e hai creduto che io volessi o voglia sempre dicendo: "Via, che Dio vi metta in Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 147 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA CORNICE CORNICE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 43 43 43 43 43 43 44 44 44 44 44 46 46 46 2 2 3 4 5 6 6 6 6 7 7 7 8 8 9 9 11 11 12 12 12 13 14 14 14 14 14 14 16 16 16 16 16 16 16 non fosse egli, per ciò ciò che, credendo esso la maggior villania forte di lui con animo di far cosa parole dette; ma per ciò donna: "Lodato sia Idio e te con fatti; e credo che egli possa dire piú pazienzia le parole i fatti non fai. Ma poi e il piú fedel servidore per la qual cosa, come a far di quello dalla donna l’udí dire l’aveva richesta. Ma poi contentarvi, come quelle Dovete dunque sapere La quale, per ciò usando, per ciò le dilettava, avvenne, o cosa ne sentisse o come dolore, per ciò di tener questa maniera: che, con ciò fosse cosa molte volte accorta forte. E a fare venuto fosse, in guisa a Ruberto, gl’impose tirerebbelo a sé, acciò fatto, avvenne una notte spago trovato; per E avvedutosi poi l’ebbe per fermo: per attento per vedere quel dire. Né stette guari Arriguccio, con tutto far la donna, e Ruberto s’avvisò esser ciò esser ciò che era, cioè che era, cioè che colui fosse Arriguccio: per incontanente s’accorse avvisandosi ciò e tanto la predicò, la mise, pregandola pazientemente ricevesse le desse, per ciò sí fatto merito, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che, che credendo esso che io che io fossi te, m’ha con che mai si dicesse a che egli con animo di far che mi fosse vergogna che cosí lieta e festante che egli ha me provata che egli possa dire che che io porti con piú che tu i fatti non fai. che tanta fede ti porta, che mai avesse alcun che poi piú volte con che loro era diletto e che egli d’amore l’aveva che il re vide Filomena che davanti hanno detto che nella nostra città fu che egli, sí come i che sommamente le che Arriguccio alcuna che s’andasse, egli ne che in guisa niuna col che, con ciò fosse cosa che che la sua camera fosse che Arriguccio assai a che ella il sentisse che persona non se ne che, quando venisse, che che egli non aspettasse. che, dormendo la donna e che che, postavi la mano e che che lo spago usciva fuori che, pianamente che che questo volesse dire. che Ruberto venne e che fosse mercatante, un che aspettava, sentendolo che era, cioè che colui che colui che l’uscio che l’uscio apriva fosse che prestamente cominciò che il suo inganno era che doveva potere che ella in persona di sé che senza farsi conoscere che Arriguccio le desse, che ella ne le renderebbe che ella non avrebbe Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 148 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 17 17 19 19 20 20 20 20 20 21 21 21 22 22 22 23 24 24 24 24 25 25 25 25 25 25 25 25 26 27 27 27 27 27 27 30 30 31 31 32 32 32 33 34 34 34 36 36 36 E spento il lume a aspettare quello calci le diede, tanto la maggior villania forte, come colei come colei che aveva di aveva di che; e ancora impedito dal suo furore, esser d’un’altra femina buone opere, e appresso te e faccianne quello quello che essi credono Come monna Sismonda, la fante sua tutta pesta medesimo la sovvenne, e a aspettare quello a e quivi tanto picchiò, Li fratelli della donna, madre di lei, sentendo e domandaronlo quello dallo spago infino all’ultimo di ciò testimonianza di ciò fatto avesse, i capelli in mano, aggiugnendo e quel ne facessero che essi credessero appartenesse, per ciò crucciati forte di ciò a casa sua. Il e or l’altro pregando altro o saperne, per ciò di sé; dicendo ancora essere avvenuto, per ciò figliuola, sí come cole’ monna Sismonda: "Ora voi siate i ben venuti; Arriguccio aveva detto stato fosse quello di disse: "Io non so ciò mi vi debba dire, né di smemorato, ricordandosi fratelli le dissero ciò "Ohimè, marito mio, uomo e crudele di quello piú in questa casa, non altra testimonianza fare e vegniamo a quello a quello che tu di’, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che nella camera ardeva, che dovesse avvenire. che tutto il viso che mai a cattiva femina che aveva di che; e che; e ancora che ella che che ella alcuna volta che discerner non poteva che della moglie. che essi vengan per te e che essi credono che loro che loro onor fia e che ogni cosa udita aveva che piangeva forte; la che ella si chiamò per che il fatto dovesse che fu sentito e fugli che eran tre, e la madre che Arriguccio era, tutti che egli a quella ora e che trovato aveva legato che trovato e fatto avea che fatto avesse, i che alla moglie tagliati che per lei venissero e che essi credessero che che al loro onore che egli non intendeva di che udito avevano e per che veggendo la madre di che non dovessero queste che il marito poteva per che ella si maravigliava che ella conosceva ben la che infino da piccolina che vorrà dir questo? che andate voi cercando a che tutta l’aveva pesta, che Arriguccio di lei si che io mi vi debba dire, che Arriguccio di me vi che egli l’aveva dati che Arriguccio loro aveva che è quel ch’i’odo? che tu non se’? E quando che con meco? o quando mi che le mie vere parole, e che tu di’, che mi che mi battesti e Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 149 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 9 9 9 9 9 37 37 38 38 38 39 39 39 40 40 41 41 41 41 41 41 42 42 42 42 42 42 42 43 43 43 44 44 44 44 46 47 47 47 47 48 48 48 48 48 48 49 49 50 1 1 1 2 2 né ti consiglierei che tu fossi tanto ardito tu fossi tanto ardito, che tu mano addosso mi altressí mi tagliasti, che io sentissi o vedessi ma forse il facesti che io non me ne avvidi: veli di testa mostrò che tagliati non gli avea d’Arriguccio a dire: "Che Che vuoi tu dire, Questo non è già quello che tu ne venisti a dire che tu ne venisti a dire che avevi fatto: e non pur dire: ma veggendo che quello che egli ma veggendo che quello che egli credeva poter "Fratei miei, io veggio che egli è andato egli è andato cercando che io faccia quello che che io faccia quello che io non volli mai fare non volli mai fare, cioè che io vi racconti le Io credo fermamente che ciò che egli v’ha credo fermamente che ciò che egli v’ha detto gli ora per moglie mi deste, che si chiama mercatante si chiama mercatante e che vuole esser creduto e vuole esser creduto e che dovrebbe esser piú esser piú temperato che uno religioso e piú religioso e piú onesto che una donzella, son donzella, son poche sere che egli non si vada aspettare nella maniera che mi trovaste. Son mi trovaste. Son certa che che, essendo bene ebbro, quelle sue gagliardie che egli dice, e si credette, e son certa che egli crede ancora, ebbro. Ma tuttavia, che che egli s’abbia di Ma tuttavia, che che egli s’abbia di me me detto, io non voglio che voi il vi rechiate se da uno ubriaco; e poscia che io gli perdono io, di feccia d’asino, che venutici di contado e il mio consiglio, che ti potevano cosí a questa bella gioia, che che, dove tu se’ la di mezzanotte di dir che tu sii puttana, quasi sí fatta gastigatoia che gli putirebbe. E io il vi dicea bene che questo non doveva di quattro denari che egli è? Ché, se io voi, avendo detto quello che egli ha di lei e di lei e faccendo quello che egli fa, io non mi femina, io non vorrei che altri ch’io se ne tristo, ubriaco doloroso che non si vergogna! la maggior villania che mai a niun cattivo come a ebbro, ma guarda che per la vita tua da non sappiendo se quello che fatto avea era stato Pirro: il quale, acciò che credere il possa, le a Nicostrato fa credere che non sia vero quello che non sia vero quello che ha veduto. Tanto la novella di Neifile, che né di ridere né di comandato a Panfilo che la sua dicesse: ma Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 150 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia CORNICE PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 2 3 3 3 3 4 4 5 5 7 7 7 7 7 8 8 9 9 9 9 10 11 11 11 12 12 13 13 13 14 14 14 14 14 15 17 17 17 17 17 17 18 18 18 18 18 18 19 19 sua dicesse: ma pur poi credo, reverende donne, sia grave e dubbiosa, credo molto piú con una favorevole la fortuna consiglierei io alcuna d’andare, per ciò re molto piú famosa donna non meno ardita s’innamorò forte, tanto tanto che né dí né notte notte che in altra parte del quale amore o se ne curasse; di fedele: e per ciò guarda ciò guarda che quello di tutte quelle cose e brievemente fuor ramaricare: e questa è la qual cosa di quello è buona pezza sí come di ciò piú degno degno che alcun altro, amore in lui posto, t’è cara, per quel modo pregherrai da mia parte La cameriera disse forte, sí come colui dirgli per tentarlo; per io non posso credere e per ciò guarda quel lei venissero, non credo signore mi fa piú onore vita mia; e però guarda e d’ogn’altra cosa disse: -Lusca, tu sai non cade la quercia; per per che a me pare da capo ritorni a colui tutto t’ingegna di far cosa abbia effetto; però e mia stea per l’amor capo te ne rifò certo, dove tu in su la durezza dimori, vivi sicuro ella viverà poco. Per Per che io ti priego per uno scioccone. ti può egli essere Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che tacquero, cosí che niuna cosa sia, che a far non ardisca chi che dirvi intendo che la ragione avveduta. che dietro alle pedate di che non sempre è la che grande, fu già uno che bella, detta per nome che né dí né notte che in che in altra parte che che con lui aver poteva che Pirro non s’avvedesse che la donna che quello che io al che io al presente ti che alcuna può disiderare che d’una non mi posso che gli anni del mio che le giovani donne che io diliberai meco di che alcun altro, che il che il nostro Pirro co’ che io non sento mai bene che miglior ti parrà, il che gli piaccia di venire che volentieri; e come che mai d’alcuna cosa che subito e ruvidamente che queste parole vengano che tu parli; e se pure che con l’animo dir te le che io non vaglio, io non che tu piú di sí fatte che la mia donna che per lo primo colpo che a me pare che tu da che tu da capo ritorni a che in mio pregiudicio che la cosa abbia effetto che, se cosí che che ella ti porta, e ora che, dove tu in su la che che l’altrieri che ella viverà poco. Per che io ti priego che ti che ti piaccia di Che gloria ti può egli che una cosí fatta donna, Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 151 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 20 21 21 21 22 22 23 23 24 24 24 25 25 26 27 27 27 28 28 29 29 30 30 30 31 31 31 31 31 31 32 33 33 33 34 34 35 35 35 36 36 36 37 38 38 39 39 39 39 obligato, pensando Qual tuo pari conosci tu di diletto meglio stea quale altro troverrai tu in te ritorna: ricordati senza piú suole avvenire usare e signori, trattare, in quel o figliuola o sorella a Nicostrato piacesse, la lealtà ritrovando prieghi non bastassono, non bastassono, che ne penterai tante volte, fiate sopra le parole per partito avea preso certificar si potesse Lusca, tutte le cose in mano, io temo forte e per ciò, dove tre cose cosa mi comanderà poi E quelle tre cose queste: primieramente sparviere, appresso ma pure Amore, gli mandò dicendo mandò dicendo che quello e oltre a ciò, per ciò Nicostrato, disse farebbe credere a aspettare quello "Ohimè, donna, a’ gentili uomini vendetta d’un re Voi dovete sapere m’ha tolto; per ciò avuta voglia di far ciò in presenzia d’uomini sí come io credo I gentili uomini affezione a Nicostrato Nicostrato rivolti, amori: faccia Idio trapassar molti giorni sí forte il tirò, gliele divelse. Di ella disse: "Or disse: "Or che avesti, fai cotal viso per ciò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che ella t’abbia parata che per via di diletto che starai tu, se tu che in arme, in cavalli, che una volta senza piú che la fortuna si fa che tra gli amici e par che possono, come essi da che a Nicostrato piacesse che egli andasse la che tu servar vuoi a lui che che ne dovesse a te che ne dovesse a te che tu ne vorrai morire. che la Lusca dette gli che, se ella a lui che che tentato non fosse; e che tu mi di’ io le che Lidia con consiglio e che io domanderò voglia che io prestamente non che io voglio son queste: che in presenzia di che ella mi mandi una che è buono confortatore che quello che egli aveva che egli aveva che egli cosí savio che in presenzia di lui che ciò non fosse vero. che far dovesse la gentil che hai tu fatto? niente che con lui avevan che mi facesse dispetto che questo uccello tutto che, sí come l’aurora che che io ho ora fatto, né a che giusti giudici sieno I che voi sarete. che l’udivano, credendo che sonasser le parole, che turbato era, che ella perseveri! che, essendo ella nella che che tutto dal mento che ramaricandosi che avesti, che fai cotal che fai cotal viso per che io t’ho tratti forse Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 152 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 40 41 41 42 42 42 42 42 43 43 43 45 45 46 46 47 48 48 49 49 49 49 49 50 51 51 51 52 52 54 55 57 57 57 57 58 58 58 59 59 59 59 59 60 61 62 63 64 64 la ciocca della barba che tratta gli avea e il ma pur, sí come quella che era d’alto ingegno e vie piú, s’ebbe pensato che modo tener dovesse a da’ padri loro acciò che in casa sua, però che che in casa sua, però che gentili uomini erano, fece lor vedere che la bocca putiva loro loro e ammaestrogli che, che quando a Nicostrato il capo indietro il piú che potessono né questo a tener quella maniera che la donna aveva lor aveva lor mostrata; per che ella una volta "Se’ti tu accorto di ciò che questi fanciulli non fartene noia: ma ora che io m’accorgo che ma ora che io m’accorgo che altri comincia a t’avien per altro se non che la bocca ti pute sia la cagione per ciò che ciò non soleva essere allora Nicostrato: "Che Che potrebbe ciò essere? cui Lidia disse: "Forse che sí; e menatolo a una la bocca, e poscia che ella ebbe d’una parte il quale, per quello che mi paia, non egli guasterà quegli che son dallato: per che che son dallato: per che io ti consiglierei che io ti consiglierei che tu il ne cacciassi ne cacciassi fuori prima che l’opera andasse piú Nicostrato: "Da poi che egli ti pare, e egli "Non piaccia a Dio che qui per questo venga maestro: e’ mi pare che egli stea in maniera che egli stea in maniera che senza alcun maestro a far questi servigi, che il cuore nol mi io incontanente: quello che il maestro non dicendo: "Vedi quello che tu hai tenuto in ne ramaricasse, pur, poi che fuor n’era, gli parve ancora ogni ora mille che con lui fosse, fosse, volendo quello che profferto gli avea veggendo con lui altro che Pirro, il pregò per della sua noia che aiutar la dovessero a nel giardino. Per che Nicostrato dall’un disse la donna, che già avea fatto informar Pirro di ciò che avesse a fare: "Pirro a dire: "Eh, messere, che è ciò che voi fate? e "Eh, messere, che è ciò che voi fate? e voi, presenza? credete voi che io sia cieco? Voi voi sí tosto guerita, che voi facciate tai e sarà piú onesto che farlo in mia presenza al marito disse: "Che Che dice Pirro? farnetica madonna: non credete voi che io veggia? veramente io credo che tu sogni. Al anzi vi dimenate ben sí, che se cosí si dimenasse Disse la donna allora: Che può questo essere? potrebbe egli esser vero che gli paresse vero ciò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 153 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 64 64 64 64 65 65 66 67 69 69 69 69 69 70 71 71 71 71 72 72 72 72 72 72 73 73 73 73 73 73 73 73 74 74 74 74 75 75 75 76 76 76 77 77 78 78 78 78 79 sana come io fui già, che io vi sarrei suso per sarrei suso per vedere che maraviglie sieno maraviglie sieno queste che costui dice che vede. queste che costui dice che vede. Pirro di ’n a cui egli disse: "Che Che di’ tu che vedi? egli disse: "Che di’ tu che vedi? Disse Pirro Disse Pirro: "Io credo che voi m’abbiate per noi non ci siamo, poi che in sul pero salisti, si maravigliava, tanto che egli disse: "Ben vo’ pero è incantato e che chi v’è su vegga le a sollazzare; il che Nicostrato veggendo "Ahi rea femina, che è quel che tu fai? e rea femina, che è quel che tu fai? e tu, Pirro, in quella guisa che lasciati gli avea. veramente confesso io che che, come voi diciavate voi diciavate davanti, che io falsamente vedessi conosco se non a questo, che io veggio e so che che io veggio e so che voi falsamente avete avete veduto. E che io dica il vero, riguardo e pensare a che ora la vostra donna, onestissima e piú savia che altra, volendo di tal di me non vo’ dire, che mi lascerei prima lascerei prima squartare che io il pur pensassi, io il pur pensassi, non che io il venissi a fare vostra presenzia. Per che di certo la magagna del pero; per ciò che tutto il mondo non fatto discredere che voi qui non foste con io non udissi dire a voi che egli vi fosse paruto che egli vi fosse paruto che io facessi quello che che io facessi quello che io so certissimamente io so certissimamente che io non pensai, non che io non pensai, non che io facessi mai. La donna appresso, che quasi tutta turbata per sí poco sentita, che che, se io volessi a queste tristezze che tu di’ che vedevi, io tristezze che tu di’ che vedevi, io le venissi Sii certo di questo, che che, qualora volontà me in guisa e in maniera che gran cosa mi parrebbe gran cosa mi parrebbe che tu il risapessi già al quale vero parea ciò che dicea l’uno e l’altro dicea l’uno e l’altro, che essi quivi dinanzi a del miracolo della vista che cosí si cambiava a Ma la donna, che della oppinione che che della oppinione che Nicostrato mostrava tagliandolo, come che molto meglio sarebbe ché, quantunque a quegli che tu hai in testa hai in testa paresse ciò che tu di’, per niuna comprendere o consentir che ciò fosse. Pirro Nicostrato: "Poscia che io veggio abbattuto Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 154 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO CORNICE CORNICE CORNICE DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII 9 9 9 9 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 79 79 79 79 2 2 2 3 3 4 4 5 5 5 5 6 7 7 7 7 8 9 9 9 9 9 10 10 12 12 12 13 13 14 14 14 14 15 15 15 15 18 20 23 23 23 23 24 24 ita via; e a Nicostrato, perdonò, imponendogli di presummere, di colei di colei che piú novellare; il quale, poi le donne racchetate, che del pero tagliato Manifestissima cosa è e riprensione a me, Egli è il vero di quello ragionare è stato ragionato quello e molto piú belle dette, mi posso né conoscere materia dir potessi cosa a ora a ogni ammenda mi tornerò. E dico forza, carissime donne, loro: la quale, ancora sé abbia assai di quello l’altro, e per quello gloria e della miseria che all’anime di color insieme si promisero di lor morisse, a colui novelle di quello come è detto, avvenne Ambruogio Anselmini, Meuccio per la cattività e sarebbesi vergognato già avveduto s’era sí come compare, in ciò in odio, e cosí mai cosa come detto è, avvenne e con atti e con parole, di lei il piacer suo; di del suo disiderio, acciò l’uno piú felicemente che l’altro, avvenne vangò e tanto lavorò, dí sí l’aggravò forte secondo la promessione "Perdute son le cose Tingoccio per ciascun de’ peccati rispose di sí, e ciò era delle limosine, per ciò il capo disse: "Ben quando eri di qua, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che di ciò la pregava, che piú non gli avvenisse che piú che sé l’amava, che sé l’amava, una cosí che vide le donne che del pero tagliato che che colpa avuta non avea che ogni giusto re primo che vostro re sono, quasi che io ieri la legge che voi tutti ragionato che io imaginato avea di che io per me, quantunque che io intorno a sí che alle dette che comandata mi fia mi che la novella detta da che, lasciando star le che che in sé abbia assai di che creder non si dee, che paresse s’amavano che all’anime di color che morivano era, secondo che qual prima di lor che vivo fosse rimaso, se che egli desiderava: e che Tingoccio divenne che stava in Camporeggi, che a lui medesimo parea che alcuno l’avesse che ella piaceva a che egli potrà la mi che mi piaccia di lei io che Tingoccio, al quale che egli ebbe di lei il che Meuccio s’accorse che Tingoccio non avesse che l’altro, avvenne che, che, trovando Tingoccio che che una infermità ne gli che, non potendola che che io ti feci, sono a te che non si ritruovano: e che pene si dessero di là che di qua si commettono, che egli facesse per lui che queste cose molto che mi ricorda, o che pena t’è di là data? Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 155 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL 25 25 25 25 25 25 26 26 26 26 26 26 26 26 27 27 27 28 30 30 30 1 1 1 2 2 2 2 2 3 3 3 3 3 4 4 4 4 6 7 7 9 11 11 12 12 13 14 14 sí fu uno il qual pareva che tutti i miei peccati il quale mi comandò che io andassi in quel medesima pena condannati che io; e stando io tra e ricordandomi di ciò che già fatto avea con la troppo maggior pena che quella che data m’era maggior pena che quella che data m’era, di paura tremava. Il che sentendo un che m’era Il che sentendo un che m’era dallato, mi dallato, mi disse: "Che Che hai tu piú che gli disse: "Che hai tu piú che gli altri che qui hai tu piú che gli altri che qui sono, che triemi gli altri che qui sono, che triemi stando nel gran paura del giudicio che io aspetto d’un gran d’un gran peccato che io feci già. Quegli Quegli allora mi domandò che peccato quel fosse. A "Il peccato fu cotale, che io mi giaceva con una e giacquivi tanto, che io me ne scorticai. alcuna delle comari!; il che io udendo tutto mi Meuccio, avendo udito che di là niuna ragion si sua sciocchezza, per ciò che già parecchie n’avea n’avea risparmiate; per che che, lasciata andar la era levato per lo sole che al ponente brigata; quello omai che crederete che piacer omai che crederete che piacer sia di tutti e al quale impose che ordinasse che nella impose che ordinasse che nella piacevole valle alquanto a migliore ora che l’usato si mettesser le tavole, acciò che poi adagio si tornare; e appresso ciò che a fare avesse, mentre "Dioneo volle ieri che oggi si ragionasse ragionasse delle beffe che le donne fanno a’ schiatta di can botolo che incontanente si vuol vuol vendicare, io direi che domane si dovesse ragionare delle beffe che gli uomini fanno alle star questo, dico che ciascun pensi di dire di dire di quelle beffe che tutto il giorno, o si fanno; e credo che in questo sarà non di piacevole ragionare, che stato sia questo sempre da un’aura soave che da quelle montagnette E levate le tavole, poi che alquanto la piacevol cose, cosí di quelle che il dí erano state reina comandò a Filomena che dicesse una canzone, è ’l disio focoso / che io porto nel petto, / o solo mio riposo, / che ’l mio cuor tien qual fu ’l piacere / che sí m’ha infiammata, / coco; / né mi può altri che tu confortare / o baciai quegli occhi che m’han morta; / dimmel / Se egli avvien che io mai piú ti tenga, / Io ti terrò, e che può sí n’avenga; / e Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 156 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOMENA CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL INTRO INTRO 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 14 15 15 15 15 15 15 16 16 17 17 17 17 1 2 3 3 2 2 2 2 2 3 3 3 5 5 5 5 6 6 6 6 7 7 7 7 7 7 7 8 8 8 8 8 8 8 8 9 vienmi ad abracciare / canne a tutta la brigata strignesse; e per ciò parole di quella pareva che ella piú avanti le ne fu avuta. Ma poi ricordandosi la reina donne e voi giovani, che domane è quel dí subsequente. Per seguitare, estimo che onesta cosa sia, a memoria riducendoci ragiona di quelle beffe a casa tornatisene, poi lei a Guasparruol dice gli diede, ed ella dice Se cosí ha disposto Idio donne, con ciò sia cosa quella di biasimare ciò che l’uom fece o di dire la donna e per mostrare son beffati. Avvegna parlare, quello direbbe merito: per ciò servigi si mettea, il avvenire. E per ciò prestanze de’ denari avrebbe trovati d’un ricco mercatante a parlare, pregandola del suo amor cortese e presto a dover far ciò a questa conclusione, era presta di far ciò dovesser seguire: l’una, alcuna persona; l’altra, che, con ciò fosse cosa dugento d’oro, voleva d’oro, voleva che egli, la quale egli credeva e mandolle dicendo e ogni altra cosa, cosa, che egli potesse, dire quando ella volesse gliele porterebbe, né egli si fidava molto e compagnia andava in ciò e mandogli dicendo Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che ’l pur pensarlo di che nuovo e piacevole che per le parole di che ella piú avanti che che la vista sola che la sua canzon fu che il dí seguente era che domane è quel dí che che alla passione del che, volendo il buono che che onesta cosa sia, che che domane e l’altro dí, che in cosí fatti giorni che tutto il giorno o che con letizia e con che a lei gli diede, ed Se che è il vero. che io debba alla che molto si sia detto che l’uom fece o di dire che alla donna non fosse che anche gli uomini che, chi volesse piú che che io dir debbo non si che, con ciò sia cosa che che rade volte suole de’ che egli era nelle che fatte gli erano leali che per piccolo utile che aveva nome che le dovesse piacere che egli era dalla sua che ella gli comandasse. che ella era presta di che Gulfardo volesse dove che questo non dovesse che, con ciò fosse cosa che che ella avesse per che egli, che ricco uomo che ricco uomo era, che fosse una valente che molto volentieri e che egli potesse, che le che le piacesse; e per che egli andasse a lei, che mai di questa cosa che sempre in sua La donna, che faceva. che Guasparruolo suo Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 157 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE CORNICE PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 10 10 10 11 12 12 13 13 13 13 14 15 15 15 16 16 2 3 4 4 4 5 5 6 6 7 7 8 8 8 8 9 9 9 9 10 10 10 10 10 11 11 12 13 14 14 15 16 16 li quali io voglio presti con quello utile Guasparruolo disse donna mandò a Gulfardo della donna; e trovatala la prima cosa cosí, ma si credette egli il facesse acciò suo non s’accorgesse di prezzo gli desse; per ma molte altre, avanti avendo appostato li dugento fiorin d’oro m’ebber luogo, per ciò se avuti gli avea; ella, negare ma disse: "Mai sí uomini e le donne ciò ne possono metter sotto, legato a Vignone. Il possono a lor fare, come con non meno ardore, per la conclusione per frutto cogliere Dico adunque donne, il quale, come alcuna parte andavano, che altro prete Ora avvenne tra l’altre sue popolane tutte ne gli piacque, moglie d’un lavoratore a meglio saper macinar e oltre a ciò era quella quando bisogno faceva, faceva, che vicina ne ’nvaghí sí forte, gran maestro di canto, che pareva uno asino ma pure sapeva sí fare, né ancora vicino mazzuolo d’agli freschi, contrada in un suo orto oltre in contegno; per Ora avvenne un dí da Ginestreto, che m’aiuti di non so esca di mente di dir lor Bentivegna disse si pensò il prete Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che tu mi presti con che tu mi suogli prestar che volentieri e di che a lei dovesse venire che l’aspettava, la prima che fece, le mise in mano che egli il facesse acciò che il compagno suo non che egli a lei per via di che ella disse: "Io il che il marito tornasse da che insieme con la moglie che l’altrier mi che io non potei fornir che quivi vedeva il che io gli ebbi, né me che Gulfardo fatto aveva che se d’Allessandria che i secolari cattivelli che nelle madri, nelle che essi le lor mogli che lungo di parole, del che a’ preti non sia che a Varlungo, villa che legger non sapesse che altro prete che prima che prima vi fosse stato, che, tra l’altre sue che che prima gli eran che aveva nome monna che si facea chiamare che alcuna altra; e oltre che meglio sapeva sonare che vicina che ella che ella avesse, con bel che egli ne menava smanie che pareva uno asino che che ragghiasse, dove, che Bentivegna del Mazzo E per che egli avesse. che egli aveva i piú che egli lavorava a sue che messer lo prete non che, andando il prete di che che m’aiuti di non so che che m’ha fatto richiedere che mi rechino quelle che sarebbe fatto; e che ora era tempo Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 158 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 17 18 18 18 19 20 21 21 23 23 24 24 25 26 27 28 28 28 28 28 28 29 29 29 30 31 31 31 31 33 33 33 33 34 35 35 35 35 35 35 35 37 37 38 38 39 39 40 40 voi siate il ben venuto: "Se Dio mi dea bene, teco un pezzo, per ciò che io trovai l’uom tuo sementa di cavolini a ridere e a dire: "O mi lasci fare a te quei te quei che io vorrei e "Sí facciam noi meglio perché no? E dicoti piú, Disse la Belcolore: "O tutti quanti piú scarsi fetta di stame o ciò servigio, e io farò ciò disse il prete: "Di’ ciò a Firenze a render lana mi prestate cinque lire, cinque lire, che so dai dí delle feste a marito, ché vedete mai poscia farò ciò ho allato: ma credimi ma credimi che, prima che sabato sia, io farò faceste alla Biliuzza, infino a casa, ché vedi ritta la ventura testé tornassi ci sarebbe chi ci sarebbe chi che sia Il prete, veggendo era acconcia a far cosa "Ecco, tu non mi credi io te gli rechi; acciò "Sí, cotesto tabarro, o Disse il prete: "Come, che vale? Io voglio quegli nel popolo nostro non è ancora quindici dí ben cinque, per quel Buglietto d’Alberto, d’Alberto, che sai diede; e ella, poi qua nella capanna, partitosi in gonnella, in gonnella, che pareva Quivi, pensando e cominciò a pensare in senza costo. E per ciò vennegli fatto: per ciò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che andate voi zaconato che io mi veniva a star che io trovai l’uom tuo che andava a città. che il marito avea poco Disse che ve fo io? che io vorrei e che Idio che Idio comandò. che gli altri uomini: o che noi facciamo vie che bene a mio uopo che ’l fistolo? Disse che tu vuogli. che voi vorrete? che tu vuogli, e io il che io ho filata e a far che so che l’avete, io che l’avete, io che io recai a marito, che non ci posso andare a che voi vorrete. che, prima che sabato sia che che sabato sia, io farò che tu gli avrai molto che se n’andò col che ho cosí ritta la che non c’è persona, e che sia che che c’impaccerebbe: e io che ella non era acconcia che gli piacesse, se non che io te gli rechi; che tu mi creda, io ti Disse che vale egli? che vale? Io voglio che che tu sappi ch’egli è di che il tengon di che mi costò da Lotto che mi dice Buglietto che sai che si conosce che si conosce cosí bene che riposto l’ebbe, disse che non vi vien mai che pareva che venisse da che venisse da servire a che quanti moccoli che modo riavere lo che alquanto era che il dí seguente, Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 159 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO CORNICE CORNICE CORNICE ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 40 40 40 42 42 42 42 43 43 43 43 44 44 45 46 1 2 2 3 4 5 7 8 8 9 9 9 9 9 10 10 15 16 18 18 18 19 19 19 19 19 19 19 20 22 23 23 26 26 e mandolla pregando suo della pietra, però e Nuto Buglietti, sí e di’: ‘Dice il sere sere che gran mercé, e rimandiate il tabarro con Bentivegna a desco sere? Fo boto a Cristo va rendigliel tosto, te nasca! e guarda e guarda che di cosa ‘La Belcolore dice dice che fa prego a Dio quando tu la vedrai, Bentivegna si credeva compagni racconta ciò donne avevano tanto riso reina a Elissa commise novelletta non men vera usavan per ciò in ciascuna cosa un suo compagno di ciò in piè, sentendo congiunse con loro, il Maso rispose Baschi, in una contrada la quale stavan genti niuna altra cosa facevan della migliore è buon paese; ma dimmi, che si fa de’ capponi Haccene piú di millanta, dee egli essere piú là quella fede vi dava ci fosse, ben ti dico una satolla. Ma dimmi, egli in que’ paesi di là sí gran quantità, v’ha maggior montagne che Monte Morello, vatti con Dio; e sappi legare in anella prima soldano, n’avrebbe ciò gran vertú, per ciò A cui Maso rispose Disse Calandrino: "Di è questa pietra? o cercar di costoro, acciò senza indugio e prima Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che le piacesse di desinava la mattina egli voleva far della gran mercé, e che voi voi gli rimandiate il ’l fanciullo vi desinavano; quivi, mi vien voglia di canciola te nasca! e di cosa che voglia voglia mai, io dico fa prego a Dio che voi non pesterete mai s’ella non ci la moglie quelle essi sanno meglio di ancor ridono, la seguitasse; la quale piacevole tanto de’ modi suoi e della far voleva, astuto e fare intendeva, non era credenza, si forte piacque a Maso; le piú si trovavano si chiamava Bengodi, niuna altra cosa far maccheroni e mai si bevve, senza si fa de’ capponi che cuocon coloro? tutta notte canta. Abruzzi. "Sí bene dar si può a io vi verrei una lieto sie tu, in da Dio vengon le appo noi è poco Monte Morello, che rilucon di mezza chi facesse le macine elle si forassero e volesse. L’altra si qualunque persona la nel Mugnone se ne grossezza è questa colore è il suo? senza indugio e prima alcuno altro Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 160 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 27 28 28 28 28 28 29 29 29 29 29 31 31 31 31 31 33 33 33 33 34 34 34 34 34 34 34 35 35 36 36 36 36 37 37 37 38 38 38 40 40 40 41 41 42 43 43 44 44 ricordandosi egli che essi lavoravano nel di Firenze: per ciò che io ho inteso da uomo da uomo degno di fede che in Mugnone si truova niun’altra persona; per che a me parrebbe che noi per che a me parrebbe che noi senza alcuno alcuno indugio, prima che altra persona per certo, per ciò che io la conosco; e io la conosco; e trovata che noi l’avremo, che che noi l’avremo, che avrem noi a fare le quali sapete che stanno sempre cariche le mura a modo che fa la lumaca. nome. A Calandrino, che era di grossa pasta, uscito di mente; per che egli rispose: "Che per che egli rispose: "Che Che abbiam noi a far del noi a far del nome poi che noi sappiam la vertú? la vertú? A me parrebbe che noi andassimo a son quasi nere; per che a me pare che noi nere; per che a me pare che noi abbiamo a ricogliere tutte quelle che noi vederem nere, noi vederem nere, tanto che noi ci abbattiamo a disse: "A me pare che Calandrino dica bene, bene, ma non mi pare che questa sia ora da ciò sia ora da ciò, per ciò che il sole è alto e dà le pietre rasciutte, per che tali paion testé bianche, delle pietre che vi sono, che la pietre che vi sono, che la mattina, anzi che che la mattina, anzi che il sole l’abbia diverse cagioni è oggi, che è dí di lavorare, per indovinare quello che noi andassomo me pare, se pare a voi, che questa sia opera da dover fare da mattina, che si conoscon meglio le e in dí di festa, che non vi sarà persona che non vi sarà persona che ci vegga. s’accordò: e ordinarono che la domenica mattina gli pregò Calandrino che essi non dovesser mondo ragionare, per ciò che a lui era stata posta questo, disse loro ciò che udito avea della con saramenti affermando che cosí era. Partito da loro, essi quello che intorno a questo fu guari di via andato, che egli il seno se se n’ebbe pieno, per che che, alzandosi i gheroni gheroni della gonnella, che alla analda non era, di pietre empiè. Per che che, veggendo Buffalmacco Buffalmacco e Bruno che Calandrino era carico dove è? Buffalmacco, che ivi presso sel vedeva Disse Bruno: "Ben che fa poco! a me par me par egli esser certo che egli è ora a casa a e lasciati qui, poscia che noi fummo sí sciocchi noi fummo sí sciocchi che noi gli credemmo. Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 161 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA CORNICE EMILIA VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 4 4 44 44 44 45 45 45 46 47 47 48 49 50 50 50 52 52 52 52 53 53 55 55 55 55 56 57 57 58 58 59 60 60 60 60 61 61 61 62 62 62 62 63 63 64 64 64 64 2 3 sarebbe stato sí stolto, che avesse creduto che in che avesse creduto che in Mugnone si dovesse virtuosa pietra, altri che noi? Calandrino, parole udendo, imaginò che quella pietra alle mani gli fosse venuta e che per la vertú d’essa d’essa coloro, ancor che loro fosse presente, disse a Bruno: "Noi che faremo? Ché non ce ne ma io giuro a Dio che mai Calandrino non me ciotto nelle calcagna, che egli si ricorderebbe in mano uno de’ codoli che raccolti avea, disse terra gittate le pietre che ricolte aveano, piacevole alla beffa, che, che mentre Calandrino gli fece motto, come che pochi ne scontrasse ne scontrasse per ciò che quasi a desinare era torni a desinare. Il che udendo Calandrino e Calandrino e veggendo che veduto era, pieno di le molte pietre che recate avea, capello o osso addosso che macero non fosse, le Buffalmacco e Bruno, poi che co’ guardiani della alla finestra e pregogli che suso a lui dovessero riguardato, dissero: "Che Che è questo, Calandrino? "E monna Tessa che ha? E’ par che tu Tessa che ha? E’ par che tu l’abbi battuta: che tu l’abbi battuta: che novelle son queste? alla risposta; per che soprastando, e venistitene, il che noi abbiamo forte per questa fia la sezzaia che tu ci farai mai. l’opera sta altramenti che voi non pensate. Io, diece braccia e veggendo che voi ve ne venavate e fine raccontò loro ciò che essi fatto e detto seguitò: "E dicovi che che, entrando alla porta queste pietre in seno che voi vedete qui, niuna a bere, né alcun fu che parola mi dicesse né né mezza, sí come quegli che non mi vedeano. e ebbemi veduto, per ciò che che, come voi sapete, le virtú ad ogni cosa: di che io, che mi poteva dir ad ogni cosa: di che io, che mi poteva dire il piú mani e non so a quello che io mi tengo che io a quello che io mi tengo che io non le sego le io non le sego le veni, che maladetta sia l’ora che maladetta sia l’ora che io prima la vidi e affermavano quello che Calandrino diceva, e gran voglia di ridere, che quasi scoppiavano; aver la donna ma egli, che sapeva che le femine ma egli, che sapeva che le femine facevano e non le aveva detto che ella si guardasse aveva tolto o per ciò che la ventura non doveva le mostrò voler che ella appresso mostrato; ma per ciò che dir non se ne Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 162 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 3 3 4 4 5 6 6 6 6 7 7 7 7 8 8 8 9 9 9 10 10 12 12 12 12 12 13 13 14 16 16 16 16 17 18 18 19 21 21 21 24 25 25 25 25 26 27 27 29 se ne potrebbe tanto, tutto il mondo, voleva città e grande, come né per ciò è mai cessato troppo grande; e per ciò e cortesi. Ora avvenne proposto della chiesa, fu di tanto ardire, piacer suo, e pregolla e rincrescevole, che niuna persona era ella l’aveva piú in odio che il mal del capo; per gli rispose: "Messer, abbiatemi per iscusata, iscusata, che al modo la vedeva venire; per egli meritava, poscia alcuna far nol volle, E detto loro ciò operava e quello ancora io ho udito assai volte alcun castello sí forte, preso una volta il siete andato d’attorno, e son disposta, poscia tanto tenuta, pensando denaio, per ciò piú ci piacesse, per ciò "Messer, voi sapete si potrebbe, per ciò loro sí allato alla mia, cheta non si può dire, notte per due, intanto ma d’una cosa vi priego: che questo stea segreto, e, se esser puote, fate e il piú contrafatto un color verde e giallo e giallo che pareva gitterò nel fuoco, non la donna "io voglio entro il letto mio e ben di non far motto, sí da’ fratei miei, ché sai dormirò io con sei, non ben sentire: per donna informata di ciò impose a’ fratelli Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che ancora piú non ne che una gentil donna che oggi tutta disfatta che vescovo avuto non che la piú agiata donna che, usando questa donna che che piú qua né piú là non che egli medesimo disse a che ella dovesse esser che niuna persona era che che ben gli volesse; e se che il mal del capo; per che ella, sí come savia, che voi m’amiate mi può che al modo che voi mi che voi mi richiedete io che, parendo questo che che altramenti non poteva che prima co’ fratelli no che proposto verso lei che ella intendeva di che egli non è alcun che, essendo ogni dí che che io veggo molto bene che voi m’avete fatto che io cosí vi piaccio, a che mai piú di niuna non che niuna se ne terrebbe che io non ho marito a che io ho due fratelli che essi non s’impacciano che paroluzza sí cheta che non si senta. che io pensi dove noi che questo stea segreto, che mai parola non se ne che istasera noi siamo che si vedesse mai: ché che pareva che non a che non a Fiesole ma a "Or ben, che altro. che tu giaccia stanotte che tu gli faccia carezze che tu non fossi sentita che ti dormono allato; e che con uno, se bisognerà che proposto, tacitamente che a far avesse. che facessero il Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 163 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA CORNICE FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 29 29 29 29 31 31 31 31 32 32 32 32 35 35 35 36 36 37 37 37 37 37 1 3 3 3 3 3 4 4 4 4 5 5 6 6 6 6 7 7 7 7 8 8 8 8 9 9 10 il rimanente di ciò lor la fortuna in quello volevano piú favorevole non dimandavano; per ciò i giovani: "Messer, poi di grazia n’avete fatto, invitarvi, noi vogliam voler vedere una cosetta Il vescovo rispose che volentieri: per ed era, avanti miglia piú di tre, per e sí per lo vituperio il piú doloroso uomo questo fosse avvenuto, ogni cosa; il e i giovani altressí, di quarantanove; senza poteva mai andar per via dicevano: "Vedi colui con la Ciutazza; il gli era sí gran noia, in Firenze, mentre donne, il giovane la quale ancora non sia, per ciò vocaboli in essa s’usano è ella tanto da ridere, strema e tanto misera, non pare ogni lor fatto seco e giudici e notai tratti dalla calzoleria, gli altri molti giudici piú tosto un magnano E come spesso avviene spesso avviene che, bene vi vanno, avvenne sedeva, parendogli considerando. E come e piú lunga la gonnella una, ch’è piú notabile aperti dinanzi, vide gli agiugnea. Per lasciato quello non meno sollazzevoli il piú nuovo squasimodeo lo giudice stava, vider teneva i piedi, tanto a’ compagni: "Io voglio Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che ordinato era; li che far volevano piú che essi medesimi non che, essendo il caldo che che tanta di grazia che degnato siete di che vi piaccia di voler che noi vi vogliam che volentieri: per che che l’un de’ giovani, che costor quivi che istanchetto, avendo che aver gli parea, che fosse mai; e per che egli quivi con la che il vescovo udito, che, senza volersi del che che, poi ad un gran tempo che che egli non fosse da’ che giacque con la che gli era sí gran noia, che egli ne fu quasi in che egli, essendo al che Elissa poco avanti che disonesta non sia, che vocaboli in essa che voi d’usar vi che io la pur dirò. che altro non pare ogni che una pidocchieria; e che paion uomini levati che delle scuole delle che seco menò, ne menò che altro a vedere, e fu che, bene che i cittadini che che i cittadini non che Maso del Saggio una che fosse un nuovo che egli gli vedesse il che la guarnacca, e assai che alcuna dell’altre, al che il fondo loro in fino che, senza star troppo a che che andava cercando, che Maso, e disse loro: che voi vedeste mai. che sotto quelle panche che a grand’agio vi si che noi gli traiamo Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 164 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 10 11 11 11 12 12 12 12 12 13 13 13 13 14 14 15 16 16 18 19 19 20 20 20 1 1 2 2 4 4 4 4 5 5 6 6 6 7 7 8 13 13 14 16 16 17 17 18 20 del tutto, per ciò veduto come: per per che, fra sé ordinato d’uomini, Matteuzzo, io vi priego per Dio per Dio che, innanzi che cotesto ladroncello, dallato, vada altrove, non è ancora un mese, e perché egli sa venuto e dice dell’uose, Grassa ventraiuola e uno Santa Maria a Verzaia, gridava ancora. E mentre incontanente, per ciò sentendo e non sappiendo il tennero per li panni, Ma Matteuzzo, poi pur verrò tante volte, fossero andati quegli per le budella di Dio suoi amici mostratogli se non per mostrargli i fiorentini conoscevano in aloè, e pare se egli non vuole quale molto si rise, reina a Filomena impose fossero non bisogna avanti faccendomi, dico lontano da Firenze, quale, tra l’altre cose una volta tra l’altre Buffalmacco e sappiendo Calandrino, la mattina i ben venuti; io voglio voglio che voi veggiate e da Calandrino intesero i denari e a mogliata dí cotale alla trista, sí Il prete disse ben fatto poi, per ciò Calandrino, veggendo vide l’uscio aperto; per oisé! dolente sé, Calandrino per udir ciò "Ohimè, compagni miei, gli disse: "Maraviglia Bruno "grida forte, sí Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che si può troppo bene. che, fra sé ordinato che che che dovessero fare e dire che persona non se ne che, innanzi che cotesto che che cotesto ladroncello, che v’è costí dallato, che voi mi facciate che le faceva risolare. che io son venuto a che io m’aveva in casa che va raccogliendo la che ’l vide quando egli che il giudice stava che il giudice era magro che ciò si fosse, che quanti nella corte che alquanto tenute che io vi troverrò cosí che dell’uose e della che e’ gli conveniva che questo non gli era che i fiorentini che, dove egli doveva che che l’abbia avuto egli che alla moglie il dicano che la reina a Filomena che seguitando dicesse; che io vi mostri, ché che Calandrino aveva un che in dote aveva avuto che sú vi ricoglieva, che, non essendo la che che la moglie di lui non che costor giunsero il dí che voi veggiate che che massaio io sono; e che per la famiglia sua che ti sia stato imbolato che costoro non vi vollon che gli era molto caro; che egli è solo in casa. che il prete nol lasciava che, domandato questo e che che il porco gli era che egli del porco che il porco mio m’è che se’ stato savio una che paia bene che sia Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 165 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 20 21 21 22 23 23 24 27 28 28 29 29 31 33 33 36 40 40 41 42 42 42 43 43 43 43 43 43 43 43 43 44 44 44 46 46 46 47 47 48 49 49 50 50 50 50 51 52 53 forte, sí che paia bene "Al corpo di Dio, che io dico da dovero fatti ben sentire, sí al nimico: io dico impiccato per la gola, credimi tu far credere "egli è cosí, di ma tu sai, Calandrino, dir cosí: io non vorrei Idio e’ santi e ciò ciò che v’è? Io vi dico di riaverlo. "E a certi gentilotti da torno, ché son certo vero; e tu, Calandrino, e dissegli: "Farai darò e farò e dirò ciò di giovani fiorentini dir la cagione per che voi siete qui, acciò che, se altro avvenisse di me. A Calandrin, se l’abbia; e per ciò e per ciò che altri altri che alcun di noi e infino da ora sappiate anzi gli parrà piú amara e per ciò, anzi tanti, è forse il meglio meglio che quel cotale fatto. Ciascun Ciascun che v’era disse volentier mangiare: per "Eia, Calandrino, che vuol dir questo? per rivolto e veduto "Aspettati, forse e forní di dare l’altre a gittar le lagrime vedendo tutti dissero e furonvene di quegli Ma pur, poi per lo certo tuttavia e a noi volevi mostrare volta bere de’ denari incominciò a giurare Disse Buffalmacco: "Ma sanamente, Calandrino, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che sia stato cosí. che io dico da dovero che che egli m’è stato che egli paia vero. che tu non mi credi, se che egli m’è stato che egli sia volato? che io son diserto e non che ieri io t’insegnai che tu ad un’ora ti che v’è? Io vi dico che che il porco m’è stato che via disse Calandrino che ci ha da torno, ché che alcun di loro l’ha che di’? vogliallo fare? che tu inviti domattina a che fia da dire e da fare che per la villa erano e che voi siete qui, acciò che, se altro avvenisse che che non vi piacesse, voi che qui è, fu ier notte che altri che alcun di che alcun di noi che qui che qui siamo non gliele che chi avuto avrà il che veleno e sputeralla; che questa vergogna gli che quel cotale che avuto che avuto l’avesse in che v’era disse che ne che ne voleva volentier che Bruno, ordinatigli e che vuol dir questo? per che prestamente rivolto e che Calandrino la sua che alcuna altra cosa che a dare aveva. che parevan nocciuole, sí che per certo Calandrino che aspramente il che partiti si furono, che tu te l’avevi avuto che ti fosse stato che tu n’avesti. che egli avuto non l’avea che n’avesti, sozio, alla che egli fu tale nella Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 166 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 53 53 53 53 53 53 53 54 54 54 55 55 55 56 2 2 2 2 3 3 3 4 5 7 7 8 9 9 11 11 12 12 12 12 12 12 13 13 15 15 15 15 15 15 17 18 19 19 19 fu tale nella brigata con noi mangiò e bevé, e bevé, che mi disse quinci sú una giovinetta a tua posta e davile ciò tu potevi rimedire, e che egli aveva per certo ci volevi far credere far credere altressí altressí che il porco, in far l’arte, per per che noi intendiamo paia di capponi, se non Calandrino, vedendo se stato non fosse ancora i capponi a color aveano il porco. Ma poi reina a Pampinea impose spesse volte avviene la sua beffa presso utilità di voi, per ciò molti anni passati e la cagion d’esse il e conoscendo piacere a costei, acciò quello e piú tenendosi di dimostrargli d’altra parte pensandosi le scoperse e la pregò sua donna operasse sí, a perdere il senno egli ti parla piú, che io amo molto piú lui che egli non ama me, ma guardar l’onestà mia, sí a fronte scoperta: di sapeva ben, donne mie, trovatolo, fece quello presane, per mostrargli da sua parte gli disse avuto da poter far cosa che gli piacesse poi l’aveva certa, se non per le feste del Natale Lo scolare, piú avendo cenato, ciò di vedere per opera ciò nella corte dimorato, a sentir piú freddo Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che con noi mangiò e bevé mi disse che tu avevi tu avevi quinci sú tu tenevi a tua posta tu potevi rimedire, e egli aveva per certo tu l’avevi mandato tu l’avessi trovata! il porco, che tu hai tu hai donato o ver noi intendiamo che tu tu ci doni due paia noi diremo a monna creduto non gli era, loro increbbe di tolto gli aveano il la fine fu venuta, la dicesse la sua; e l’arte è dall’arte con morte, essendo meglio di beffare in Firenze fu una ottimamente sta in le gran cose e care per lo piacerle il ella era, di lui le calesse, quanti piú con la sua donna la grazia di lei egli ci ha da Parigi io amo molto piú lui egli non ama me, ma a me si convien di io con l’altre donne egli, se cosí è savio cosa è il mettere in dalla donna sua le fu a torto di ciò di lei ella tempo mai non gli piacesse poi che del suo amore fatta per le feste del s’appressava ella altro uom lieto, al fare quella notte la donna con parole egli cominciò a voluto non avrebbe; Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 167 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 20 20 21 21 21 21 22 22 22 23 23 23 23 23 24 24 24 25 25 25 26 27 28 28 29 29 29 29 31 31 31 31 33 33 33 33 33 33 34 34 34 35 35 35 35 36 36 36 37 guardiamo ciò che colui, di cui tu se’ geloso, fa, e quello che egli risponderà alla è la piú dolente femina che mai fosse, per ciò che mai fosse, per ciò che egli ci è stasera n’è andato, ma io credo che egli se n’andrà tosto oggimai: ella ti priega che non ti incresca "Dirai alla mia donna che di me niun pensier si si dea in fino a tanto che ella possa con suo per me venire, ma che questo ella faccia al suo amante: "Ben, che dirai? Credi tu che Ben, che dirai? Credi tu che io, se quel ben gli se quel ben gli volessi che tu temi, sofferissi che tu temi, sofferissi che egli stesse là giú ad detto, con l’amante suo, che già in parte era con la donna; e ciò che udiva credeva che e ciò che udiva credeva che uscio fosse che per credeva che uscio fosse che per lui dalla donna gli disse: "Che Che ti pare, anima mia, porto? faratti il freddo che io gli fo patire uscir del petto quello che per li miei motti vi mio, sí, assai conosco che cosí come tu se’ il stretta, non che mille ma piú di la baciava. E poi che in cotale tutto il dí mi scrivea che ardeva. E levati, d’un batter di denti che egli faceva per sí spessa e ratta, che mai simile veduta non Allora disse la donna: "Che Che dirai, speranza mia mia dolce? parti che io sappia far gli la donna: "Io voglio che noi andiamo insin giú parlerò: e udirem quello che egli dirà e per n’avremo non men festa che noi abbiam di vederlo da un pertugetto che v’era il chiamò. La donna disse: "O sí, che io so che tu se’ uno disse: "O sí, che io so che tu se’ uno assiderato poco di neve! Già so io che elle sono molto ancora aprire, per ciò che questo mio maladetto mio maladetto fratello, che iersera ci venne meco per venirti a confortare che l’aspettar non io vi priego per Dio che voi m’apriate, acciò che voi m’apriate, acciò che io possa costí dentro al coperto, per ciò che da poco in qua s’è "Ohimè, ben mio dolce, che io non posso ché romore quando s’apre, che leggiermente sarei voglio andare a dirgli che se ne vada, acciò che che se ne vada, acciò che io possa poi tornare andate tosto; e priegovi che voi facciate fare un un buon fuoco, acciò che che, come io enterrò divenuto sí freddo, che appena sento di me. essere, se quello è vero che tu m’hai piú volte Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 168 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 37 37 38 40 41 41 41 41 41 42 42 43 43 43 43 44 44 45 45 45 46 46 46 46 47 47 48 48 48 48 49 49 50 50 50 50 51 51 52 52 52 52 53 53 53 53 53 54 54 piú volte scritto, cioè tutto; ma io son certa cuore. L’amante, ora molto piú disiderava ventura possa egli avere agghiacciare: ma sai in pace, ché quello volta: so io bene essere avvenuta, cosa le minacce essere dentro al petto suo ciò avuta la piggior notte ma bene ho conosciuto alcuna colpa, per ciò me; e come tu di’ quello gambe si destò; per e dettogli il freddo nervi guerire e far sí e se non fosse odio servando, vie piú certo spazio di tempo, sodisfare; per ciò essendosi il giovane molto dire né fare cosa pensiero, e ciò fu operazione e savia, senza pensare e subitamente le disse gli promettesse di ciò, ella farebbe ciò tu: venuto è il tempo premio del grande amore "Dirai alla mia donna e domandar mercé di ciò avesse fatto: ma il modo la risposta, e ordinossi non ricordandosi ella ogni suo fatto e quello "Madonna, egli è il vero che tra l’altre cose per certo io so ciò ciò che n’è; ma per ciò E il vero porto è di tanta forza, come io mi nieghi cosa cosa che voi vogliate son presto di farlo poi Ma io vi ricordo malagevole cosa a fare Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che tu per l’amor di me che tu mi beffi. Ora io che tutto udiva e aveva che prima d’esser con la che iersera ci venne! che è? Portatelo in pace, che stanotte non è potuto che cosa non potrebbe che tanto fosse che arme del minacciato, che la non temperata che io avessi mai, ma che di ciò non ha la che essa medesima, sí che stanotte non è stato che, mandato per alcun che che avuto avea, alla sua che si distendessero; e che egli era giovane e che mai si mostrava che la fortuna che, essendosi il giovane che che dalla vedova era che a lei fosse a piacere che l’amante della donna che di ciò lo scolare che se lo scolare saputo che da lui sapesse se che per merito di ciò, che a lui piacesse. che io farò col tuo aiuto e che io le portava; che in questo non stea in che contro al suo piacere che ella abbia a tenere che in Santa Lucia del che lui quasi alla morte che disiderava e pregollo che tra l’altre cose che che io apparai a Parigi che n’è; ma per ciò che che ella è di grandissimo che l’amore il quale io che io non so come io mi che voi vogliate che io che io faccia; e per ciò, Ma io vi che vi piace. che ella è piú malagevole che voi per avventura non Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 169 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 54 54 54 55 55 55 55 56 56 57 57 57 57 58 58 59 59 60 60 61 61 61 61 62 62 62 62 64 64 64 64 67 67 69 69 70 70 70 70 70 70 70 70 70 72 73 73 74 74 una donna, per ciò e a far ciò convien di sicuro animo, per ciò la donna, piú innamorata per sí fatta maniera, facessi per riaver colui se ti piace, mostrami in sicura. Lo scolare, v’avrò mandata, converrà diciate certe parole delle piú belle vi domanderanno quel quel che voi vogliate A queste farete vostri (e guardatevi mezza la seguente notte misericordia: e sappiate disse: "Non dubitare, egli è testé di luglio, disabitata, se non scale di castagnuoli pastori sopra un battuto spero di fare quello Lo scolare, ma ben vi priego avrete e conoscerete io v’avrò ben servita, Lo scolar lieto di ciò donna e mandolle a dire dovesse far quello a casa d’un suo amico, fece tale in piè levare giaceva e confortavalo a poco levò quella scala appresso aspettò quello lungo l’aspettare, senza le faceva troppo piú che voluto non avrebbe, l’aurora apparire; per per che, dolente che avvenuto non era ciò seco disse: "Io temo stata lunga per lo terzo che fu la sua, senza della torre. E poi dicendo: "O sventurata, quando si saprà il maladetto scolare, mentire. Ahi misera te, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che questo non si può far che chi ’l fa sia di che di notte si convien che savia, rispose: "Amor che niuna cosa è la quale che a torto m’ha che mi convenga esser che di mal pelo avea che voi, essendo la luna che io vi darò scritte, che voi vedeste mai e sí che voi vogliate che si A queste che si faccia. che voi diciate bene e che non vi venisse che il vostro amante che mai da questa ora che queste cose farò io che sarà il bagnarsi che per cotali scale di che vi sono salgono che v’è a guardar di lor Lo che m’imporrai. che ottimamente sapeva e che, quando il vostro che che io v’avrò ben servita che vi ricordi di me e che il suo avviso pareva che la notte vegnente che detto l’avea; e che assai vicino stava che si giaceva e che egli da guato uscisse che saliva in sul battuto che ella dovesse dire e che fresco le faceva che voluto non avrebbe, che ella vide l’aurora che, dolente che avvenuto che che avvenuto non era ciò che lo scolare detto che costui non m’abbia che fu la sua, senza che che il freddo fu d’altra che le forze le che si dirà da’ tuoi che tu sii qui trovata che tutti i fatti tuoi sa che ad un’ora avrai Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 170 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 74 75 76 76 77 77 77 77 77 78 78 78 78 78 78 80 81 82 82 83 83 83 83 84 84 85 86 86 87 87 87 88 88 88 89 89 89 90 90 90 90 91 91 92 92 93 93 93 94 venne in tanto dolore, la sua fante, avvenne piagner forte e pregollo torre venisse, acciò di me vendicato, per ciò ignuda assiderare: senza pianto e lo ’nganno e la mia sciocchezza che ti credetti, dei, ma per amor di te, che se’ gentile uomo, quale io ti feci quello i miei panni recare e non mi voler tor quello quella notte, io, ognora vendetta la quale piú impetrato, la notte ma se cotanto or piú t’increbbe, quella notte Come nol chiami tu cui appartiene egli piú te? Chiamalo, stolta mia sciocchezza o l’amor a me ora cortese di ciò riserba, se egli avvien valente, e tacitamente, Ma presupposto uomini quel dee bastare che tu dicesti. Per intendo, con tutto con tutto che questo v’agiugnerà: per ciò volessi, riguardando a tua simiglianti, per ciò e rea feminetta. E da di crespe, se’ tu piú dí essere utile al mondo adunque con questa noia noia che tu sostieni lo schernir gli uomini hanno alcun sentimento e piú: io seppi tanto fare sappi tu ora tanto fare beffare. Parte il sol piú alto; ma poi fallo mio cosí grande, con ciò sia cosa di me vendicare, il la quale, chente Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che quasi fu per gittarsi che lo scolare, avendo a che nella torre venisse, che essa potesse che, quantunque di luglio che che io ho tanto pianto e che io ti feci e la mia che ti credetti, che che maraviglia è come gli che se’ gentile uomo, che che ti basti per vendetta che infino a questo punto che io possa di qua sú che tu poscia vogliendo che a grado ti fia, te ne che altra cosa disiderata che io nella tua corte di che per lo passato del che tu stessa ricordi, che ti venga a aiutare? e che a lui? Tu se’ sua: e che tu se’, e pruova se Né che tu gli portavi. che io non disidero né che tu di qui viva ti che io come magnanimo mi che io pur magnammo fossi Per che che tu dicesti. che, quantunque io aquila che che questo che io ti fo che io ti fo non si possa che se io vendicar mi che partito tu ponesti che io ucciderei una vile che diavol, togliendo via che qualunque altra che centomilia tue pari che tu sostieni che cosa che cosa sia lo schernir che hanno alcun che cosa sia lo schernir che io costà su ti feci che tu ne scenda, come tu che lo scolare questo che ella il sentí tacer, che né ti posson muovere che, senza fidarmi io di che che tu mostri con tanto che ella, insieme con Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 171 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 94 94 95 97 97 97 97 98 98 98 99 99 99 100 100 100 100 101 101 102 102 102 102 103 103 103 104 105 105 105 105 105 106 106 106 106 107 107 107 108 108 108 108 109 109 109 109 109 110 si sia, pur so aver cara, si è per ciò posso per ciò credere A cui lo scolare, nelle mie mani per amore ma per racquistar quello niuna cosa merita altro di tempo era a andare, incappare in alcuno, maggior pena e vergogna e in sí fatta maniera, sono troppo maggiori che coloro non estimano Egli di questa vendetta m’ha fatto) avrei di te scritte cose te scritte cose che, non Del tuo amore o amo riguardando a ciò de’ giovani, per ciò cose tutte ebber coloro sono e quel sanno miglia le lor giornate Certo io confesso tosto il poco e saporito andare, ancora loro esser degni; per gloria hanno maggiore il vantarsi di quelle già sotto a’ frati, molte. Benché tu dichi amori non seppe altri donato. Tu adunque, donna da molto piú piú che tu non se’, meglio n’ha conosciuto non facesti. E acciò nell’altro mondo portare portare che non mostra o no. Ma per ciò Ma per ciò che io credo far lieto, ti dico ricorditi del freddo donna, veggendo e disse: "Ecco, poi tu porti a quella donna che piú savia di me di’ trovata e da cui tu di’ a ridere; e veggendo Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che, che se per altro non che vaghezza e trastullo che tu volessi vedermi che a diletto la teneva a che tu mi portassi ma per che tu perduto avevi, e che maggior male: e che di necessità, se che in maggior pena e che questa non ti fia che, avendole tu risapute che che coloro non estimano che quelle con che io di te prendo mi che io avrei di te che, non che dell’altre che che dell’altre persone ma che tu sii mia, non ho io che egli ha ora verso te che alquanto con le carni che piú alquanto che coloro hanno a che gli uomini piú maturi che essi con maggior che il molto e insipido; che alquanto piú tardi che essere non può che il vantarsi di quelle che hanno avute: il qual che nol ridicono, ne mise che mai i tuoi amori non che la tua fante e io, tu che male eleggesti, sieti che tu non se’, che che meglio n’ha E che tu non facesti. che tu del disidero degli che non mostra che tu in che tu in questo prenda che io credo che di tanto che di tanto non mi che, se il sole ti che che tu a me facesti che pure a crudel fine che niuna mia cosa di me che piú savia di me di’ che hai trovata e da cui che se’ amato: e per amor che già la terza era di Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 172 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 111 111 111 112 112 113 113 113 114 114 114 114 115 115 116 116 117 117 119 119 119 119 120 120 121 121 121 122 122 122 122 122 123 126 126 127 127 127 128 128 128 128 129 129 129 131 132 132 133 comandò al fante suo e a suo poter guardasse dentro infino a tanto saltando, sí come quella dal dolore era vinta e con tanta forza, e fu la cottura tale, la cottura tale, che lei parve nel muoversi sí forte la testa, la testa, che pareva che le si spezzasse: il era fervente tanto, poteva trovar luogo: per la stimolavano, d’uno spuntone: per disposta del tutto, disposta del tutto, che per lo caldo, avvegna lavorare, sí come quegli lor biade battevano: per niuna altra cosa udiva angoscia disiderando. tutto l’avean concia, piú la morte aspettando ricordandosi, per veder torre e il suo fante, e di sete morire: per ti priego per solo Idio che qua sú salghi e, poi ché io la disidero piú e tale è il tormento d’acqua mi fa venire Di tanto mi dolgo forte, rimarrai bella Iddio a quelle persone ma tu, piú crudele a questa maniera? usare in un traditore messa ad uccisione, d’acqua volermi dare, molte volte del vino pur Ora ecco, poscia morte ricevere, acciò mia, il quale io priego disse: "Buona femina, quivi né altrove, né so che si sia divenuta: di io ho lei avuta, acciò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che di quindi non si che alcun non v’entrasse che egli tornato fosse: e che dal dolore era vinta che niente la notte che non solamente le che lei che profondamente che profondamente dormiva che tutta la cotta pelle che pareva che le si che le si spezzasse: il che niuna maraviglia era. che ella né co’ piedi né che, senza star ferma, or che che ciascuna le pareva che ella di menare le che che avvenire ne le che avvenire ne le che quel dí niuno ivi che allato alle lor case che niuna altra cosa che cicale, e vedeva Arno Che direm piú della che ella, dove la notte che altro, essendo già la che di lei fosse se ne che ancora era digiuno ne che io ti priego per solo che qua sú salghi e, poi che a me non soffera il che altra cosa, tanto e E se tu che io sento. che io possa bagnarmi la che la infermità del mio che faccia la serpe che mal mi vogliono; ma che ogni altra fiera, Che piú doveva io che tutta una città che quella alla qual tu che a’ micidiali dannati che essi ne domandino. che io veggio te star che Idio abbia che con giusti occhi che è della donna tua? che si sia divenuta: di che io vivo con che io t’avessi della tua Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 173 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA CORNICE CORNICE CORNICE FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 133 133 133 133 134 134 135 135 136 137 140 140 141 141 141 141 141 142 142 142 143 143 143 144 145 146 146 147 149 149 1 2 2 3 3 3 3 4 5 6 6 6 7 7 7 8 8 8 9 mi scapperai dalle mani paghi sí dell’opere tue, niuno uomo farai beffe cotesti panni e dille il suo comandamento; per udendo ciò il miserabile pianto donna faceva: per per la mia fante e fa sí chi avrebbe mai pensato per la scala già presso di lei, non altramenti donna la pregò per Dio e avendo da lei saputo fosse, se non coloro l’aveano e il lavoratore gli pregò per Dio la donna in collo, La fante cattivella, cominciò a mugghiar erbaio, andò a vedere essere aiutata piú tanto miseramente, già il sol basso, acciò la mise; e ordinarono Quivi la donna, altra persona credere e affanno della donna, credendosi frascheggiare non sappiendo bene fa con la sua moglie alle donne, ma per ciò alla Fiammetta impose Piacevoli donne, per ciò per ciò che mi pare offeso scolare, estimo potrete comprendere Dovete adunque sapere insieme, e per quello bella. Ora avvenne del Zeppa si dimesticò, una buona pezza avanti La donna disse egli non era in casa: di nella sala, e veggendo e ella lui. Il Zeppa, stette a veder quello a e in quella serrarsi; di forte. Ma conoscendo Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che io non ti paghi sí mai di niuno uomo di me non ti ricordi. vada per lei, s’ella la fante, presigli e detto l’era, temette la sventurata donna salito su quanto poté ella possa qua sú a voi doveste essere racconcia dal se morta fosse. Ma ella tacesse e lei niuna persona sapeva i panni portati al presente v’era, mai ad alcuna persona andar non poteva, di dietro era rimasa, pareva un leone. avesse la fante, e da altrui, dolorosa non solamente il quivi non gli essa e la fante aveva a gran divizia per indozzamenti di tutta la pelle piú con un altro avrebbe essi, non dico tutti l’uno è serrato in in parte giustamente seguitasse, la quale, mi pare che alquanto alquanto trafitto convenevole sia con assai dee bastare a in Siena, sí come io mostrassono, cosí Spinelloccio, usando egli incominciò a persona se egli non era in casa: Spinelloccio, altri non v’era, questo vide, non fece il giuoco dovesse egli si turbò forte. per far romore né per Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 174 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 9 9 10 10 12 12 13 13 13 14 14 14 14 15 17 18 18 21 22 22 22 23 23 23 24 24 24 24 24 24 25 25 25 26 26 26 26 27 28 28 28 28 28 29 29 29 29 29 32 si diede a pensar cosa dovesse fare, dove trovò la donna cadere, e disse: "Donna, ho io veduto anche altro avendogli confessato il quale se tu vuogli compiutamente quello che io t’imporrò, il è questo. Io voglio tu dichi a Spinelloccio io ti dirò il rimanente ché io ti prometto la terza, Spinelloccio, seco d’un mio fatto, sí camera, non stette guari in quella cassa finestra e chiamala e dí divenuta, fece quello Zeppa, vi venne, udendo pianamente alla moglie disse: "Ohimè, Zeppa, ora, è questo l’amor e la leale compagnia disse: "Donna, in prima ramarichi, ascolta ciò fratello; e ieri, come nol sappia, io trovai era pervenuta a questo, con teco. Ora, per ciò per certo egli converrà io il ci colga e per ciò io gli farò giuoco disse: "Zeppa mio, poi contenta, sí veramente tu mi facci, di questo io, non obstante quello gioiello come niun altro lui. Spinelloccio, la danza trivigiana pezza sentí tal dolore, tal dolore, che parea morisse; e se non fosse Poi, pur ripensandosi villania incominciata e aveva ragione di far ciò ciò che egli faceva e di volere esser piú il Zeppa e sappiendo Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che vendetta di questa che, senza sapersi da che che ancora non s’era A cui la che fai tu? che io non vorrei! e con che acconciamente della che io ti perdoni, pensa che io t’imporrò, il che Io voglio che è questo. che tu dichi a che domattina in su l’ora che a fare avrai; e di che io non gli farò male che promesso aveva alla che egli mi vi convien che il Zeppa tornò; il che il marito detto che venga a desinar con che il marito le ’mpose. che il marito non vi che in cucina n’andasse, che vuol dire questo? che voi portate a che voi gli fate? che tu ti ramarichi, che io ti vo’ dire. Io ho che egli nol sappia, io che la fidanza la quale che egli con la mia donna che io l’amo, non intendo che io il ci colga e per che io non intendo di che né tu né egli sarete che sopra me dee cadere che tu mi facci, di che far dobbiamo, che ella m’ha fatto, che tu n’abbi; e cosí che nella cassa era e che sopra il capo fatta che parea che morisse; e che morisse; e se non che egli temeva del Zeppa che da lui era la che il Zeppa aveva che egli faceva e che che verso di lui che mai amico del Zeppa, che egli sapeva ciò che Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 175 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA CORNICE CORNICE LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 8 8 8 8 8 8 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 32 32 32 34 34 34 1 2 3 3 3 3 3 3 3 3 5 5 6 8 8 8 8 8 8 10 11 11 11 12 12 13 13 13 13 13 13 13 14 14 14 15 15 15 15 15 15 15 16 che egli sapeva ciò suo marito e conoscendo e udito e sentito ciò dianzi alla mia donna, noi due niuna altra cosa che le mogli divisa, fatto d’una brigata e lasciatovi. Poi Spinelloccio la beffa la qual cosa non mi pare fa beffa alcuna a colui che la va cercando, o intendo di dirvi d’uno cercando; estimando estimando che quegli a cui fu fatta un medico piú ricco di ben paterni di medicine, secondo dovesse le medicine vicini. E parendogli che costoro meno non dover potere essere ma s’avvisò, per ciò per ciò che udito avea che astuti uomini erano, in poche di volte gli disse la maraviglia di lui e di Buffalmacco, viveano; e pregollo di rispondergli secondo perché siete amico e so Egli è il vero arte né d’altro frutto, poter pagar pur l’acqua Né voglio per ciò per ciò che voi crediate e di questo ogni cosa il nostro viver lieto questo e senza saper caldissimo di sapere in corso, affermandogli disse Bruno "maestro, gran segreto quello ma sí è grande l’amor la quale ho in voi, non posso negarvi cosa dirò con questo patto, a Montesone mi giurerete Il maestro affermò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che fatto aveva, o la che egli aveva e udito e che ella sopra il capo che noi siamo amici come che le mogli divisa, che che noi quelle ancora che va in corso, fatto che le donne alquanto che fatta gli fu dal che agramente sia da che la va cercando, o che che la si guadagna. che se l’andò cercando; che quegli che gliele che gliele fecero non da che a Firenze da Bologna, che di scienza, non ha che egli medesimo diceva, che dar doveva a’ suoi che costoro meno che che alcuni altri del che essi dovessero cosí che udito avea che astuti che astuti uomini erano, che d’alcuna altra parte che con lui stato era che egli si faceva di lui che, essendo poveri che che gli ’nsegnasse come che alla sua pecoraggine che a altrui nol direte, che il mio compagno e io che noi d’alcune che noi logoriamo. Né che voi crediate che noi che noi andiamo ad che a noi è di diletto o Il che voi vedete. che si fosse credendolo, che cosa fosse l’andare che per certo mai a niuna che mi domandate voi? che voi volete sapere, e che io porto alla vostra che io non posso negarvi che voi vogliate; e per che voi per la croce a che mai, come promesso che non farebbe. Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 176 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 17 17 17 17 17 18 18 18 20 20 20 20 20 21 21 21 21 22 22 22 22 23 24 24 25 25 25 25 26 27 27 27 27 28 28 28 28 29 29 29 30 31 32 32 32 33 33 34 34 mio dolciato, sapere egli non è ancora guari Michele Scotto, per ciò a’ quali impose cotali gentili uomini, fossero, piú gentili non gentili o piú ricchi che poveri, solamente e siamo. E dicovi cosí che, qualora egli avvien al piacer di ciascuno e varie vivande, secondo che ciascun disidera, i canti pieni di melodia dire quanta sia la cera quanti sieno i confetti sieno preziosi i vini zucca mia da sale, sale, che voi credeste abito o con questi panni ve ne è niuno sí cattivo tutti gli altri piaceri scalpedra di Narsia. oggimai voi! Dove, poi sua camera. E sappiate sono non meno odorifere il comino; e havvi letti vi parrebber piú belli se ne vanno. Or voi! Ma tra gli altri e io, per ciò e sí abbiamo saputo fare altro occhio in capo in capo che noi. Per vivere e andare piú uomini lieti, pensando cosí fatte reine: senza in corso: per ciò cosí facciam noi: se non siam differenti da loro, mio da bene, inteso ciò stendeva forse piú oltre cosa a Bruno rispose di richiederlo facesse infino a tanto questa loro usanza, usanza, che non parea star bene, acciò via uno orinale, acciò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che egli non è ancora che in questa città fu un che di Scozia era, e da che a ogni piacere di che onorato l’aveano, che non gentili o piú che poveri, solamente che che uomini fossero che, qualora egli avvien che che noi insieme ci che è di tal compagnia, e che ciascun disidera, che che recate ci sono che vi s’odono, né vi che vi s’arde a queste che vi si consumano e E non che vi si beono. che voi credeste che noi che noi stessomo là in che ci vedete: egli non che non vi paresse uno che vi sono si è quello Che vivo io annoverando? che hanno bevuto e che quelle camere paiono che sieno i bossoli delle che vi parrebber piú che quello del doge di che menar di calcole e di che meglio stanno, che Buffalmacco le piú che elle non hanno altro Per che da voi che noi. che da voi medesimo che gli altri uomini che noi abbiamo l’amor di che, quando noi vogliamo che che sí come i corsari che di tanto siam che eglino mai non la che noi diciamo l’andare che il medicare i che fermamente maraviglia che essere il vi facesse che, con piú onor che che non parea che senza che senza Bruno il che ingrato non paresse che coloro che avessero Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 177 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 34 36 37 39 40 40 40 41 41 41 42 42 42 43 43 43 43 43 44 44 44 44 45 45 45 46 46 48 50 51 51 51 51 51 52 53 53 53 53 53 54 54 55 55 55 55 55 56 56 acciò che coloro che avessero del suo Diceva il maestro: "Che Che vuol dire gumedra? Io io ho bene udito dire che Porcograsso e Ben vi so dire che ella vi farebbe piú accenderlo, avvenne che che, parendo a messer lo sera a vegghiare (parte che il lume teneva a co’ suoi onori preso, che egli si dispose poco, se tu mi dicessi che io andassi di qui a qui a Peretola, io credo che io v’andrei; e per e per ciò non voglio che tu ti maravigli se io tu sai, egli non è guari che tu mi ragionasti de’ vostra lieta brigata, di che sí gran disiderio d’esserne m’è venuto, che mai niuna altra cosa tu vedrai se mai avviene che io ne sia: ché infino infino a ora voglio io che tu ti facci beffe di la piú bella fante che tu vedessi già è già è buona pezza, che io vidi pur e per lo corpo di Cristo che io le volli dare piú posso ti priego che m’insegni quello che che m’insegni quello che io abbia a fare per dovervi potere essere, e che tu ancora facci e ancora facci e adoperi che io vi sia; e nel vero la persona, e ho un viso che pare una rosa; e son dottore di medicine, che non credo che voi ve medicine, che non credo che voi ve n’abbiate gran voglia di ridere, che egli in se medesimo el maestro disse: "Che Disse Che te ne pare? il maestro: "Io dico che tu non l’avresti mai e le piú belle robe che medico di Firenze. In fé di Dio, i’ ho roba che costò, contata ogni anni piú di diece! Per che quanto piú posso ti piú posso ti priego che facci che io ne sia: ti priego che facci che io ne sia: e in fé di pure infermo se tu sai, che mai di mio mestiere v’incresca infin tanto che io abbia fatte le e Bruno faccendo vista che forte la petizion gli gran cose son quelle che per me fareste, e io ma tuttavia quella che a me adimandate, condite di tanto senno, che trarrebbono le degli usatti non che me del mio E dicovi ancora cosí, che se altro non mi vi vo’ bene perché veggio che innamorato siete di in queste cose quello che voi avvisate e per non posso per voi quello che bisognerebbe io vi darò il modo che a tenere avrete, e be’ libri e l’altre cose che di sopra dette di sopra dette m’avete, che egli vi verrà fatto. di’: io veggio che tu non mi conosci Egli erano poche cose che messer Guasparruolo Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 178 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 56 56 57 57 57 58 58 59 59 59 59 59 60 60 61 61 61 61 62 62 62 62 62 62 64 64 64 65 65 65 65 65 65 66 66 66 66 66 68 69 69 69 69 69 69 70 70 71 71 podestà di Forlimpopoli, che egli non me le uomo a cui egli dicesse che egli era per isposare posso fidare io. Il modo che voi avrete a tener molto in mettervi e far che messo vi sia chi egli e per ciò a me parrebbe che voi, in quanto voi onore. Egli è uomo che, che veggendovi cosí e con queste buone cose che avete un poco "Troppo mi piace ciò che tu ragioni; e se egli e se egli è uomo che si diletti de’ savi un poco, io farò ben che egli m’andrà sempre sempre cercando, per ciò che io n’ho tanto del io n’ho tanto del senno, che io ne potrei fornire per ordine: di che a Buffalmacco parea essere a far quello che questo maestro sapa cercando. Il medico, che oltre modo disiderava in corso, non mollò mai che egli divenne amico di amico di Buffalmacco, il che agevolmente gli venne inviti, dicendo sempre che con uno altro ciò non Buffalmacco richiese; di che Buffalmacco si mostrò Dio da Pasignano che io mi tengo a poco che io mi tengo a poco che lo non ti do tale in do tale in su la testa, che il naso ti caschi nelle calcagna traditor che tu se’, ché altri che che tu se’, ché altri che tu non ha queste cose mio, egli si par bene che voi siete stato a siete stato a Bologna e che voi infino in questa e ancora vi dico piú, che voi non apparaste in domenica. E come che Bruno m’abbia detto che Bruno m’abbia detto che voi studiaste là in in medicine, a me pare che voi studiaste in a pigliar uomini: il che voi, meglio che altro il che voi, meglio che altro uomo che io meglio che altro uomo che io vidi mai, sapete verso Brun disse: "Che Che cosa è a favellare e cosí tosto tu di quel che io valeva, come ha ma di almeno quello che io ti dissi quando tu quando tu mi dicesti che Buffalmacco si de’ savi uomini: parti che io l’abbia fatto? né dottore né scolare, che non mi volesse il mio. E dirotti piú, che io non vi dissi mai non vi dissi mai parola che io non facessi ridere mondo e volevano tutti che io vi pur rimanessi, cosa perch’io vi stessi, che vollono lasciare a me lasciare a me solo che io leggessi a quanti a grandissime eredità che io ci ho, state Bruno a Buffalmacco: "Che Che ti pare? Tu nol mi in questa terra medico che s’intenda d’orina siete anzi gente grossa che no; ma io vorrei che che no; ma io vorrei che voi mi vedeste tra’ Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 179 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 72 72 72 72 73 74 75 75 75 76 78 78 78 79 79 80 80 81 81 81 81 81 81 81 81 82 82 82 83 83 84 85 85 85 86 86 86 87 88 88 88 89 89 90 90 90 92 92 92 voi le sapete troppo piú avrei mai creduto: di vi dico procaccerò senza fallo era la piú bella cosa giurisdizione, e non tributo. E sovvi dire ma non ha per ciò molto all’uscio una notte vostri dimestici credo braccia. Il medico, vocaboli di costoro, per gli recarono i dipintori E venuto il dí ebbero, gli domandò molto sicuro, per ciò danno; e quello a si convien trovar modo quegli avelli rilevati robe in dosso, acciò e sí ancora per ciò per ciò che (per quello fummo noi poi) per ciò quivi v’aspettate tanto, che per voi venga colui noi manderemo. E acciò ma poi, quando vedrà acconcio, cosí, a modo aveste paura, vi dich’io o percuotere in parte Se voi sapeste quello di Dio egli fu tal notte ch’è peggio, presala di peso, credo e pur convenne, sí feci, volta mi ricorda senza esser meco altri io troppo. E dicovi io vi sarò stato, da s’è sí innamorata di me bagnato: e forse dite bene, ma guardate e questo dico per ciò poche volte è mai come l’uom fa talvolta, che io mi metta altro una di queste maschere s’acconciò in guisa pure un orso, se non Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che io non avrei mai che io, parlandovi come che io procaccerò senza che voi di nostra brigata che si trovasse in tutto che altri, ma i frati che, quando ella va da che che ella vi passò innanzi che andava a Arno a che sieno, ma ora non ve che a Bologna nato e che egli della donna si che egli era per ricevuto che la notte seguente si che modo gli conveniva che, se voi non foste che che egli vi conviene che voi siate stasera in che poco tempo ha si che voi per la prima che (per quello che detto che detto ne fosse: ché che voi siete gentile che per voi venga colui E che noi manderemo. che voi siate d’ogni cosa che voi non vi che se steste cortese, vi che ella vi potrebbe che vi putirebbe. E per che io ho già fatto di che, non volendone una che che non era alta un che io la portassi presso che ella ne venisse con che io, senza esser meco che un mio fante, colà un che io, per venirvi bene che, non avendomi ancor che che ella mi vol fare che la cavalleria mi che voi non ci faceste la che egli fa freddo, e voi che io mi levi la notte che io mi metta altro che che il pilliccione mio che usare si soleano a che pareva pure un orso, che la maschera aveva Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 180 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 93 93 94 94 94 94 94 95 95 95 99 99 100 100 101 101 102 104 104 105 106 106 106 106 106 107 107 109 111 111 112 112 112 1 1 2 2 2 3 3 3 3 4 4 4 4 5 5 6 come egli si fu accorto e a stridere a guisa a tremare, come colui come colui che era piú femina pauroso; e fu ora stato innanzi a casa sua non per tanto pur, poi da costoro. Ma poi maestro, sí come quegli di paura, non sapeva dove ritrovò Bruno si misero a veder quello il meglio, non sappiendo sua, e picchiò tanto fu l’uscio riserrato, la maggior villania a un popolo, non di lividori a guisa cosa potuta nettare, loro incontro dicendo voi, anzi preghiamo Idio che vi dea tanti malanni e il maggior traditor che viva, per ciò farvi onore e piacere, avute tante busse, uno asino a Roma: senza disse: "Io vorrei ne disse il messo nostro ancora quello onore e a pregargli per Dio e con le miglior parole e per paura ad un mercatante ciò molta piú mercatantia in su gli occhi. Ma poi ella ebbe fine, Dioneo, fine, Dioneo, che sapeva una tanto piú aggradire, quanto colei di beffare altrui di quegli o di quelle Soleva essere, e forse in tutte le terre marine hanno porto cosí fatta, che tutti i mercatanti e quivi, dando a coloro parte della mercatantia delle mercatantie Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che messer lo maestro se imperversato fosse era piú che una una femina pauroso; e egli vorrebbe essere quivi. Ma non per andato v’era, si Buffalmacco ebbe tutto tremava di farsi, se su vi per non poter tener il medico impastato altro consiglio aperto gli fu. Né Bruno e Buffalmacco mai si dicesse a niun a te. Deh, or far sogliono le non vi putisse. E Idio desse loro il vi dea tanti malanni voi siate morto a viva, per ciò che egli non è rimaso per noi non siamo stati di meno andrebbe uno noi siamo stati a egli v’avesse gittato voi tremavate come vi se ne conviene. nol dovessero egli poté s’ingegnò essi questo suo in Palermo ha portato prima, da lei ella ebbe fine, sapeva che a lui a lui toccava la alcuna altra dettane beffata fu era alcuno altro beffato avete contate. ancora oggi è, una hanno porto cosí tutti i mercatanti in quelle con sopra ciò sono per egli della dogana vi son, e ancora chi Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 181 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 6 6 8 8 9 9 9 9 10 10 10 10 10 11 11 11 11 12 12 12 12 12 12 14 15 15 15 17 17 17 19 19 20 20 21 21 22 22 25 25 26 27 27 27 27 27 27 27 27 chi sieno i mercatanti quali poi essi, secondo s’informano di ciò di quelli vi sono stati molto tempo, avvenne Nicolò da Cignano, come con tanti pannilani gli erano avanzati, ben la vita, avvenne una di queste barbiere, l’occhio addosso; di accorgendosi, estimando una gran donna, s’avvisò quale accortasene, poi molte novelle gli disse sí la sua donna presa, ella disiderava piú fu il piú lieto uomo alla buona femina Iancofiore l’amava, ben cambiata per ciò che egli amava piú lei che la sua propia vita e egli non stette guari Né stette guari sospiri del mondo, poi potuto conducere altri sí grande odor di rose, odor di rose, che ciò portarono. E quivi, poi gli pareva ciascuna ora schiave se n’andassero e Le quali poi al quale pareva lunga ora. Ma poi grandissima grazia intendo di far quello quello che vi piacerà e piacer tuo, cosí è ciò è ciò che ci è, e ciò invescandosi, avvenne e guadagnonne bene. Il forte di lui infiammata, infiammata, che pareva nappi d’argento torre, sí come colui altra aveva avuto quello senza aver potuto fare da lui prendesse tanto Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che l’hanno; con li quali che lor cade per mano, che egli v’ha e di quanto che la mercatantia e ’l che quivi, da’ suoi che Salabaetto fosse che alla fiera di Salerno che potevano valere un che una di queste che si faceva chiamare che egli accorgendosi, che ella fosse una gran che per la sua bellezza che alquanti dí l’ebbe che egli con la bellezza che ella non trovava che altra cosa di potersi che mai fosse; e preso che, se madonna che che ella n’era ben che egli amava piú lei che la sua propia vita e che egli era disposto che due schiave venner che la donna con due sue che molto e abbracciato e che tu; tu m’hai miso lo che ciò che v’era pareva che v’era pareva rose; e che di sudare furono che queste schiave se che egli nelle braccia di che per comandamento che costei tutta si che tempo parve di che questa sera te ne che vi piacerà e che per che per voi mi fia che ci è, e ciò che per che per me si può è allo che egli vendé i panni che la buona donna non da che pareva che ella gli che ella gli volesse che ella aveva. Li quali che da lei tra una volta che valeva ben trenta che ella da lui prendesse che valesse un grosso. Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 182 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 28 28 29 29 30 30 30 30 30 30 30 31 31 31 32 33 34 34 35 35 36 36 36 38 38 39 40 40 40 41 41 42 42 42 43 43 44 44 45 45 45 45 46 47 47 48 48 48 48 ordinato, la chiamò: per il piú doloroso lamento Deh, cuor del corpo mio, voi cosí subitamente? anima mia! Poi mio dolce, io non so né non so né che mi far né e scrivemi mio fratello vendere e impegnare ciò impegnare ciò che ci è, fiorin d’oro, se non e io non so quello che io mi debba fare vorrei esser morta prima questa è vostra ventura te ricevere il servigio Salabaetto, vie piú per questo non voglio io mio, ben conosco né sarà mai Ma sallo Iddio gli prendo, considerando i fatti loro; ma per ciò alla donna ogni volta feste piú gli eran fatte e di due il termine, non poco senno e conoscendo di lei niuna cosa piú dire, sí come colui piú lettere avute mandassegli loro, acciò dolendosi raccontò ciò e consiglio in fare la sua vita, affermando spesi in dolcitudine: ma ebbe pensato quello ne’ magazzini, dicendo dicendo che infino sentito questo e udendo valeva o piú quello recato, senza quello che egli aspettava di niente sapere di ciò un poco, sí come a colui piacervene; ma io voglio è tanto e tale l’amor l’amor che io vi porto, qui tanta mercatantia di Ponente tanta Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che ella, uscita della che mai facesse femina. che avete voi cosí che è la cagione di che la donna s’ebbe assai che mi far né che mi dire che mi dire! Io ho testé che, se io dovessi che che ci è, che senza alcun che senza alcun fallo io che gli sarà tagliata la che io mi debba fare che che io gli possa cosí che quella mala novella che pure ieri mi vennero che tu mi profferi. che preso da queste che voi lasciate, ché, se che il tuo è vero e che io non riconosca da che io mal volentier gli che tu se’ mercatante e i che il bisogno mi strigne che a Salabaetto era in E passato che prima. che venuto, al quale i che di lei niuna cosa piú che le si piacesse di che di ciò non aveva né che egli quegli denari che, non faccendolo egli, che che fatto aveva e il suo che esso quivi potesse che mai a Firenze non che? Fatto è, vuolsi che che era da fare, e a che infino che altra che altra mercatantia, la che ben duemilia fiorin che al presente aveva che egli aspettava che che valeva piú di tre che recato s’avesse, fece che mi trarrei il cuor che voi udiate come io che io vi porto, che io che io ho fatto vendere che vale oltre a dumilia che varrà oltre a Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 183 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 48 48 49 49 49 49 49 49 50 51 51 51 52 53 54 54 54 54 54 56 56 56 57 57 57 57 57 58 58 58 58 58 59 59 59 59 59 60 60 60 61 61 61 61 62 62 62 62 63 stare del vostro amore amore che io creda il quale io amo piú mia, e piacemi forte tornato ci sii, però voglio un poco scusare che, di quei tempi e oltre a questo di ciò denari. Tu dei sapere non c’è attenuto quello e per questo conviene e non da altro difetto, abbi per certo erano quegli medesimi "Madonna, io conosco fatto assai; e dicovi questo e per lo amore bisogno quella quantità che io potessi fare, ella il dí mandato e tanto tristo, tristo, che egli pareva avea. Egli, poi "Io son diserto per ciò quale è la mercatantia ho un denaio, per ciò ciò che li cinquecento la quale ho qui, per ciò che non è tempo, appena sí ancora conosciuto e per ciò io non so io non so che mi fare né perdere, avvisando dovesse tenere acciò disse: "Dio il sa per tuo amore; ma denari, sallo Idio no’ gli ho. E il vero mi serví de’ cinquecento egli non ne vuol meno Salabaetto la cagione servigio e accorsesi i denari prestati; il e appresso disse bisogno; e poi disse scrivere in colui denar gli prestasse, ma gli fosse e sí acciò La donna disse Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che io creda che stia che stia alcuno che la vita mia, e che tu con intendimento che spero d’avere ancora che, di quei tempi che tu che che tu te n’andasti, che io al termine che io era allora in che ci è promesso e per che noi altressí mentiamo che io i tuoi denari non che io te gli avrei che esso portati l’avea, che voi dite vero, ma voi che per questo e per lo che io vi porto voi non che io potessi fare, che che io non ve ne servissi che egli a cena e a che egli pareva che che volesse morire. che una buona pezza che il legno, sopra il che io aspettava, è stato che li cinquecento che mi che mi rendesti che non è tempo, appena che io abbia delle due che io ci trovassi chi di che mi fare né che mi che mi dire; e se io non che modo ella dovesse che a Monaco non andasse, che ben me ne incresce che giova il tribolarsene che io gli ti presterrei che egli ci è alcuna che mi mancavano, ma che a ragion di trenta che moveva costei a che di lei dovevan essere che piacendogli, prima la che già per pregio che egli il sicurerebbe che i denar gli prestasse che egli voleva guardar che niuna cosa gli che questo era ben detto, Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 184 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE PANFILO CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO INTRO 1 1 1 1 1 1 1 1 63 64 65 65 65 66 66 66 66 66 67 67 1 1 1 2 2 3 3 4 4 5 5 5 5 5 5 8 8 12 13 13 13 13 13 1 1 2 6 6 7 2 2 2 2 2 3 3 4 scrivere alla dogana ciò Firenze a’ suoi maestri sospettosa; e poi l’ebbe, veggendo che non veniva, fece tastate le botti, le botti, che si credeva le balle, tutte, fuor tutte, fuor che due e in brieve, tra ciò a dugento fiorini. Di e colle beffe, trovò di Pietro Canigiano sagacità di Salabaetto avrem noi: fate adunque commendare di ciò rose; ma pur, poi manifestamente veggiamo veggiamo che, poi di varie piante fronzuti ragionato abbiamo, E per ciò quello spezialità, ma voglio che ciascun secondo fermamente tenendo la varietà delle cose non meno graziosa ne fia non obstanti quelle loro, comandò a Panfilo / Chi potrebbe estimar risposto, niun ve n’ebbe attenta sollecitudine volersi indovinare Ma la reina, poi riposarsi, comandò ragiona ciascuno secondo gli piace e di quello altramenti aspettargli prima a tavola andarono piú liete l’una guardando, disse assai m’aggrada, poi poi che vi piace, novellare, d’esser colei se ben farò, non dubito non dubito che quegli d’amore; né però credo qui a uno anno d’altro parlassimo; e per ciò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che Salabaetto dentro che co’ panni l’avevan che ben due mesi che non veniva, fece che che il sensale fece che si credeva che piene che piene d’olio fossero, che due che panni erano, che panni erano, piene le che v’era, non valeva che Iancofiore tenendosi che tanto seppe altri che apparve dal suo che non fu minore a che alle vostre bellezze che le donne sogliono che tenuti ebbe gli occhi che, poi che i buoi che che i buoi alcuna parte che i boschi ne’ quali che, sí come a bisognosi, che che domane, seguendo il che ciascun secondo che che gli piace ragioni, che la varietà delle cose che si diranno non meno che l’avrete pur d’una che volontariamente che una ne dovesse che le mie braccia / che, con piú attenta che che a lui non apparteneva che egli di convenirgli che vide la canzon di che ciascuno se n’andasse che gli piace e di quello che piú gli aggrada. che se senza tema o che sei canzonette piú che l’altra, da’ giovani che principio desse alle che vi piace, che per che per questo campo che corra il primo aringo che quegli che appresso che appresso verranno non che pienamente se ne sia che di ciò non parlassimo che esso non solamente a Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 185 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 4 4 5 5 5 6 7 8 8 8 9 10 10 11 11 12 12 13 13 13 14 14 14 15 15 16 16 16 17 18 18 18 18 20 20 20 20 20 20 20 21 21 21 21 21 22 22 22 23 oltre a quelle a torsi da dosso due Dico adunque due nostri fiorentini, cautamente ciascuno ciò potendo, le venne, acciò fosse possibile, acciò Era, il giorno il piggiore uomo piggiore uomo che, non e di sí divisato viso, per le grandi profferte la quale io son certa e odi come. Tu sai dicemmo "del quale non ti manda dicendo ora è venuto il tempo dee, per alcuna cagione il corpo di Scannadio ed ella, sí come quel la nol vi vorrebbe. Per luogo di gran servigio, fossi infino a tanto sí gli di’ da mia parte cara la vita, si guardi ‘Madonna Francesca dice un gran servigio, cioè alcuna parola di cosa infino ad ora t’impone a ciascuno, secondo risposto fu da ognuno fu da ognuno che non se sí fosser pazzi a dir seco: "Deh, sono io? dove vo io? costei, forse avvedutisi credendo essi quel in quello avello? Il del mondo se ne saprebbe che lor nocesse. O E poi dicea: "Ma pogniam di queste cose sia, e io debbo credere lei, anzi si dee credere sí come di colui diserví. Costei dice Costei dice che di cosa cosí fatto giuoco, a mi faranno male; ma come Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che dette sono, una che contro al suo piacere che nella città di che per aver bando di che per lui si poteva, a che la lor seccaggine si che, non faccendolo essi, che che questo pensier le che, non che in Pistoia, che che in Pistoia, ma in che chi conosciuto non che fanno, di volergli in che non faranno, e cosí che istamane fu che morto, ma vivo, i piú che ora è venuto il tempo che tu puoi avere il suo che tu poi saprai, questa che stamane fu sepellito: che ha di lui, cosí morto che ella ti priega in che ti debbia piacere che per te sia venuto, e che piú dove io sia non che piú né messo né che è presta di volere che tu stanotte in su la che tu oda o senta, che tu mai piú non le che imposto le fu, disse: che non che in una che in una sepoltura, ma che essi il facessero. che bestia sono io? dove che so io se i parenti di che io l’amo, credendo che non è, le fanno far che se avvenisse, io che lor nocesse. O che so che so io se forse alcun che niuna di queste cose che pure i suoi parenti a che essi il corpo di che essi ne voglian far che forse già d’alcuna che di cosa che io senta che io senta io non che sare’ io? come potre’ che essi non me ne Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 186 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 23 23 24 24 25 25 25 25 26 27 27 28 28 28 29 29 29 30 30 30 31 33 33 34 35 36 36 36 36 5 5 6 7 7 7 8 8 8 8 8 9 10 11 11 11 11 12 13 14 e la donna dirà poi e non farà mai cosa E cosí dicendo fu tutto questi e di tanta forza, era stato e le cose che già aveva udite dire erano intervenute, non parevagli tratto tratto cominciò ad aspettare casa sua per far quello simili, da’ quali tutto di no della prima cosa di certo morire, me ne metta a fare ciò aprire, ancora un altro d’alcune panche era sí buia e sí oscura ammendun via, avvenne sentendo lo scalpiccio fuori un lume per veder prestamente, con tutto lieta e lodando Idio fatto, sí come appariva, non sappiendo altro vedendovisi, perciò alla donna ciò che fatto avea e quello niente voler fare, poi fare, poi che essi ciò l’altre donne monache venuta, d’un bel giovane andare; di avvenne una notte partirsi e andarsene. Il poi pensarono, acciò sappiendone, avvenne vel fece venire, il tantosto sepper quelle l’uscio, a lei ché noi abbiam trovato l’uscio sospignessero, e tanta fu la fretta da Dio? E con l’altre, in fallo l’Isabetta, l’Isabetta, che di cosa storditi, non sappiendo aspettava di veder la maggior villania colpevole non sapeva Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che io abbia rotto il suo E che mi piaccia. che tornato a casa; ma che all’avello il che già aveva udite dire che di notte erano che nelle sepolture de’ che Scannadio si dovesse che di lui dovesse che dalla sua donna gli Ma che rattenuto fu. che questa gentil donna, che io non me ne metta a che promesso l’ho; e che gran paura avesse, che allato alla via erano che egli non poteva che la famiglia della che Rinuccio co’ piè che si fare e dove che i panni del morto che dallo ’mpaccio di che ella loro aveva che farsi, senza aver che nel fondo l’aveva che fatto avea e quello che era intervenuto, e che essi ciò che essa ad che essa ad dimandato che v’erano, v’era una che con lui era che ella contentandosi, che egli da una delle che costei con alquante che la negazione non che ella una notte vel che tantosto sepper che a ciò badavano; le che già rispondeva che l’Isabetta ha un che egli s’aprisse, che, senza avvedersene in che che sí focose e sí che di cosa che la che la badessa in capo che farsi, stettero fermi che fine la cosa avesse, che mai a femina fosse che si rispondere, ma Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 187 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 14 14 15 15 15 16 16 16 17 17 18 18 18 18 19 19 1 2 2 2 3 3 3 3 4 4 4 5 5 5 5 5 6 6 6 7 7 9 9 11 11 11 12 13 13 13 13 14 15 il viso e veduto ciò che in capo e gli usulieri che e di là pendevano: di che che ella, avvisando ciò che e poscia mi dite ciò che volete. La badessa, che la ’ntendeva, disse: "Che Che egli aver fatta cosa che "Madonna, io vi priego che poi dite a me ciò che cosí diceva. Di che medesimo fallo e vedendo che e in tutta altra guisa che dí fatto s’era, disse che in dispetto di quelle che vi fé venire; l’altre che fa credere a Calandrino che senza partorire. Poi che rendute grazie a Dio che a Filostrato comandò che era per dirvi; e per ciò che dirvi; e per ciò che ciò che si ragiona non può altro che si sia, ancor pur quella che senza piú dirne, dico che dico che egli avvenne che cominciò a dire che Bruno e Buffalmacco, che avevan piú volte detto che con loro insieme, che far pallottole; ma, non che mai potuto conducere che desse mangiare. Per che un lor compagno, che tra sé ordinato quello che Calandrino gli rispose che a cui Calandrin disse: "Che Che e disse: "Ohimè, come? che come? che ti pare egli che avanti; ma Buffalmacco, che testé mi diceva Nello che potrebbe egli essere che aver cavelle, non che sopravenire, e prima che disse: "Calandrino, che viso è quello? E’ par che E’ par che tu sia morto: che sgomentato gli domandò: "Che Che Disse Bruno: "A me pare che Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 la badessa aveva in di qua e di là ella, avvisando ciò era, tutta voi volete. La non la ’ntendeva, cuffia, rea femina? i motti ci abbian voi v’annodiate la vi piace; laonde la badessa, da tutte veduto era fatto non avea ciascuna si desse di lei avevano senza amante erano, egli è pregno: il Elissa ebbe la sua la giovane monaca seguitasse; il quale, ciò che di lui si di lui si ragiona non multiplicare la festa ieri aveva in animo egli avvenne che una una zia di Calandrin egli voleva comperare queste cose sapevano, egli farebbe il andar comperando a questo, essi non egli loro una volta un dí dolendosene, e aveva nome Nello, a fare avessero, la Idio gli desse il guati tu? E Nello ti pare egli che io io abbia? Disse guari non era lontano io gli pareva tutto io avessi nulla? nulla: tu par mezzo altro dicesse disse: viso è quello? E’ par tu sia morto: che ti ti senti tu?" fo?" Disse Bruno: tu te ne torni a casa Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 188 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO CORNICE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 15 15 15 17 18 19 19 19 19 19 19 20 20 21 21 22 23 23 24 24 25 25 26 26 26 27 27 27 27 27 27 28 28 28 29 29 30 33 1 3 3 3 4 5 5 6 6 6 6 e facciti ben coprire, e tuo al maestro Simone, ti dirà incontanente ciò voglio andare a sapere ché io mi sento non so Simone, vi fu prima prima che la fanticella Simon del fatto; per e di’ a Calandrino e dirogli ciò ciò che egli ha e ciò né stette guari hai altro male se non questo m’hai fatto tu, non vuogli stare altro bene. La donna, uscirà egli? Ben veggo di questa mia moglie e dare’le tante busse, romperei tutta, avvegna sí gran voglia di ridere sí squaccheratamente, al medico e pregandolo io non voglio tosto accorti del fatto, ho qui dugento lire di tutti gli togliete, pur per partorire, con tutto grande donde farlo, io avessi quel dolore, che io mi morrei prima molto piacevole a bere, e rimarrai piú sano sano che pesce; ma farai grossi, e per altre cose cinque lire di piccioli, di capponi, il pregò la bella cura dietro e dicendo senno e la virtú loro, a voler guerire del male gli faceva accredere del soperchiato: il in uno, cioè tanto si convenivano, Siena della provesione Papa venuto un cardinale d’avere ad una ora ciò gli dovesse dare, acciò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che tu mandi il segnal che è cosí nostra cosa che tu avrai a fare, e che il medico dirà, e, se Bruno, che dentro. che la fanticella che il che il segno portava e che, venuta la fanticella che che egli si tenga ben che egli ha e ciò che che egli avrà a fare. che il maestro e Brun che tu se’ pregno. che non vuogli stare che di sopra: io il ti che assai onesta persona che io son morto per la che tanto la faccia Idio che io la romperei tutta, che egli mi stea molto che scoppiavano, udendo che tutti i denti gli si che in questo gli dovesse che tu ti sgomenti, ché, che con poca fatica e in che io voleva comperare che io non abbia a che elle abbian buon che io credo, se io che io mi morrei prima che io partorissi. che in tre mattine che pesce; ma farai che che tu sii poscia savio e che bisognano darai ad un che le comperi, e fara’mi che in suo servigio in che di lui il maestro che rubato l’avea, il fa che sia la sciocchezza e che la sua simplicità gli che egli avesse i segreti che mi piace di che ammenduni li lor che amici n’erano che dal padre donata gli che molto suo signore era che in sei mesi gli che vestir si potesse e Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 189 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE CORNICE CORNICE FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 5 5 5 5 5 5 5 5 7 7 8 8 8 8 8 8 9 10 11 12 12 13 13 13 14 14 14 15 16 16 16 16 16 16 16 17 18 18 18 18 21 21 21 22 22 22 24 24 24 2 2 3 3 3 3 4 4 meglio seppe, a pregarlo che seco il dovesse il dovesse menare, e che egli voleva essere e l’Angiulieri rispose che menar nol voleva, non sufficiente, ma per ciò che egli giucava e oltre alcuna volta; a che il Fortarrigo rispose il Fortarrigo rispose che dell’uno e dell’altro prieghi sopraggiugnendo, che l’Angiulieri, sí come sí come vinto, disse che era contento. Ed a dormire e dissegli che come nona sonasse il poca d’ora alcuni denari che egli avea avendogli era usato di fare; per che, che diliberatosi di si trovò denaio: di che il romor fu grande e dicendo l’Angiulieri che egli là entro era di cavalcar, disse: "Che Che è questo, Angiulieri? venire qui testeso uno che ha pegno il mio soldi: son certo che egli cel renderà per essere stato colui che i suoi denar gli la quantità di quegli che egli aveva perduti. e se piú d’altrui che di Dio temuto non ora costette parole che non montan cavelle; guatare a quegli che v’eran da torno, li da torno, li quali parea che credessono non che parea che credessono non che il Fortarrigo i avesse giucati, ma che l’Angiulieri ancora de’ suoi; e dicevagli: "Che Che ho io a fare di tuo a fare di tuo farsetto, che appiccato sia tu per sia tu per la gola? che non solamente m’hai tre soldi? non credi tu che io te li possa ancor truova la borsa: sappi che io potrei cercar e non ve ne troverei uno che cosí mi stesse ben come questo: e a dire che io il lasciassi a ancor quaranta o piú, sí che tu mi piggiorresti in pigliatelo. Per che essi chi con vanga e avvisando che rubato avesse colui che rubato avesse colui che in camincia dietro ladro disleale, che ti fuggivi col mio!; Ben posso dire che per Dio e per voi io cotanto racquistato, di che io sempre vi sarò L’Angiulieri, che ricco si credeva prestati, in sul ronzino che cavalcava il quali si stette tanto che da capo dal padre fu la Fiammetta rivolta, che ella seguitasse le tutta lieta rispose che volentieri, e donne, sí come io credo che voi sappiate, niuna è di cui tanto si parli, che sempre piú non dove il tempo e il luogo che quella cotal cosa si sappi per colui che parlar ne vuole io riguardo quello per che noi siam qui, ché per altro ci siamo, stimo che ogni cosa che festa e Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 190 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 4 4 5 5 5 6 6 7 7 8 8 8 9 9 10 11 11 12 12 12 12 12 12 15 15 15 16 17 17 17 17 18 18 21 21 21 24 25 25 26 26 26 26 27 27 29 31 32 34 stimo che ogni cosa che festa e piacer possa ne fosse, altro che dilettar non debbia Per la qual cosa, posto che assai volte de’ fatti avanti disse Filostrato, che essi son tutti raccontarla; ma per ciò che il partirsi dalla Bruno e con Buffalmacco che tutto gliele li quali, per ciò che il lavorio era molto, del luogo, per ciò che altra famiglia non del detto Niccolò, che avea nome Filippo, sí l’altre volte avvenne che egli ve ne menò una che egli ve ne menò una che aveva nome la la quale un tristo, che era chiamato il al capo, e ad un pozzo che nella corte era del mani e ’l viso, avvenne che Calandrino quivi le pareva un nuovo uomo che per altra vaghezza. ardiva di dirle. Ella, che avveduta s’era del si partí della corte che ella fu da Filippo a lavorare, altro che soffiar non faceva; soffiar non faceva; di che Bruno accortosi, per Bruno accortosi, per ciò che molto gli poneva mani, sí come quegli che gran diletto prendeva de’ fatti suoi, disse: "Che Che diavolo hai tu, sozio Tu non fai altro che soffiare. A cui è una giovane qua giú, che è piú bella che una qua giú, che è piú bella che una lammia, la quale forte innamorata di me, che ti parrebbe un gran disse Bruno "guarda che ella non sia la "Io il credo, per ciò che egli la chiamò, ed a lui nella camera; ma che vuol per ciò dir di cosí fatte cose, non che a Filippo. Io ti vo’ ella mi piace tanto, che io nol ti potrei dire in due parole, per ciò che ella è molto mia Ma come farem noi che Buffalmacco nol era, sí come colui che veduta l’avea venire, gliele aveva detto: per che che, essendosi Calandrino ordinarono quello che fare gli dovessero di vedere se ella è quella che io credo; e se cosí era Calandrino e quello che egli aveva lor detto, e con loro ordinò quello che ciascun di loro saviamente fare, per ciò che che, se Filippo se ne non ci laverebbe. Ma che vuoi tu che io le Ma che vuoi tu che io le dica da tua parte, se egli avvien che io le favelli? dirai in prima in prima che io le voglio mille da impregnare, e poscia che io son suo servigiale del mondo, tali e tanti, che se ne sarebbe Calandrino: "Ben ti dico che tu la fai struggere "Parti, sozio? parti che io la rechi? "Sí sozio, io m’avveggio che io so meglio che Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 191 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 34 34 35 35 36 36 36 36 37 38 39 40 40 41 41 42 42 42 43 43 43 43 45 47 49 49 49 49 49 49 49 51 52 52 52 52 53 54 55 55 56 56 56 56 57 58 61 62 63 che io so meglio che altro uomo far ciò avrebbe saputo, altri di tromba marina, noccioli. Ora io vorrò E intendi sanamente verace corpo di Cristo, che io le farò giuoco, e quelle sue gote e saltando tanto lieto, spesso veder costei, quando ella non v’era, desideri suoi, mostrando Bruno e Buffalmacco, d’altri onoretti, acciò vedendo Calandrino finendo e avvisando il suo amore prima con lei ordinato quello di dover far ciò non ne fa nulla, e parmi naso; e per ciò, poscia toccarla con un brieve Adunque, disse Bruno "fa "Calandrino, sappi dietro e farà quello paglia ch’è qui da lato, che è il miglior luogo che ci sia, per ciò mai persona: tu vedrai ella v’è, tu sai ben ciò questa cosa quel diletto diè senza ragione il dí e per ciò io intendo ed ella è tanto trista via; e per ciò io voglio ella non andrà cosí, in compagnia, vie piú a nascondere in parte esser veduto, veder ciò come credette lei in novelle, e ella, ella, che sapeva ben ciò di piú dimestichezza e in su la paglia può egli esser vero disse: "Io fo boto a Dio pervenuti, la donna, nel viso a Calandrino, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che altro uomo far ciò Chi che io voglio. che io, far cosí tosto che tutto il dí vanno in che tu mi vegghi un poco che io non son vecchio che io le farò giuoco, che ella mi verrà dietro che paion due rose, e che non capeva nel cuoio. che egli non lavorava che era il piú del tempo, che ella fosse a casa di che tenevano mano al che solliciti fossero a’ che il lavorio si veniva che, se egli non recasse che che finito fosse il che fosse da fare, disse che tu vorrai, e poscia che ella ci meni per lo che ella nol fa come ella Disse che io ti darò? che tu mi rechi un poco che se tu la toccherai che tu vorrai. E però, se che è il miglior luogo che ci sia, per ciò che che non vi bazzica mai che ella vi verrà; quando che tu t’hai a fare. che gli altri e con loro che egli ci tornò con le che tu te ne vendichi: e che ella si va che tu vi venga e che io non te ne paghi. che di passo insieme con che egli poteva, senza che facesse Calandrino. che Filippo alquanto che sapeva ben ciò che a che a fare aveva, che usata non era gli che era ivi in terra il che io ti tenga? e che sono insieme; che arrabbiava, datovi che ancora levato non era Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 192 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 63 63 63 64 64 64 64 64 65 65 65 65 65 66 66 66 1 2 2 2 3 4 5 5 6 6 7 7 9 9 10 11 11 11 12 12 13 13 13 14 14 15 15 16 16 16 16 17 18 Vecchio impazzato, che maladetto sia il ben che maladetto sia il ben che io t’ho voluto: tanto a fare a casa tua, che ti vai innamorando ti conosci tu, dolente? che premenloti tutto, non non uscirebbe tanto sugo che bastasse ad una salsa era ora la Tessa quella che ti ’mpregnava, che che ti ’mpregnava, che Dio la faccia trista trista chiunque ella è, che ella dee ben a pregar la moglie che non gridasse se ella se ella non volesse che egli fosse tagliato tutto a pezzi, per ciò che colei, che con lui per ciò che colei, che con lui era, era La donna disse: "Sia, che Iddio le dea il Bruno e Buffalmacco, che con Filippo e con la consiglio a Calandrino che a Firenze se non vi tornasse, acciò che Filippo, se niente di con l’altro; quegli che era con la figliuola Calandrino, che altre volte la fatti del quale poscia che le donne si tacquero, reina impose a Panfilo che dicesse; il qual mi piace, per ciò che in essa vedrete un mangiare e bere; e come che povera persona fosse o di sedici anni, che ancora marito non un fanciul piccolino, che ancora non aveva uno l’amava; e ella, che d’esser da un cosí effetto, se Pinuccio (che che cosí aveva nome il avvisando, sí come colui che la disposizion della della giovane sapeva, che che, se questo facesse, il quale, sí come colui che molto era dimestico sí saputi studiare, che noi non siam qui pure albergare; ma pur, poi che questa ora v’ha qui Ora non avea l’oste che una cameretta assai a quegli dall’altra, che altro che dall’altra, che altro che strettamente andar vi alcun di loro, come che di dormir mostrassero l’oste nell’un de’ due che rimasi erano coricar spazio, parendogli che ogn’uomo addormentato dalla quale, ancora che paurosamente il essolei di quel piacere che piú disideravano con la giovane, avvenne che una gatta fece certe destatasi sentí; per che levatasi temendo non il romore. Adriano, che a ciò non avea e fornito quello per che levato s’era e avendo cerco e trovato che quello che caduto era e trovato che quello che caduto era non era cattiva me, vedi quel che io faceva! in fé di io faceva! in fé di Dio, che io me n’andava coricare. Adriano, che ancora radormentato quel piacer preso che egli desiderava, per Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 193 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO CORNICE CORNICE CORNICE PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 18 19 19 19 19 20 20 21 21 21 22 22 22 23 24 24 25 25 26 26 26 26 26 27 27 27 27 28 28 28 28 29 29 29 29 32 32 1 1 2 3 3 3 4 4 6 7 7 8 quel dell’oste; per che, che fattosi un poco piú disse: "Ben ti dico che mai sí dolce cosa non lei il maggior diletto che mai uomo avesse con con femina, e dicoti che io sono andato da sei in su in villa, poscia che io mi parti’ quinci. disse seco stesso: "Che Che diavol fa costui qui? qui? poi, piú turbato che consigliato, disse: pagherò. Pinuccio, che non era il piú savio potuto, ma disse: "Di che mi pagherai? Che mi "Di che mi pagherai? Che mi potrestú far tu? La donna dell’oste, che col marito si credeva odi gli osti nostri che hanno non so che nostri che hanno non so che parole insieme. disse: "Lasciali fare, che Idio gli metta in stata era e con cui: per che che, come savia, senza suo figlioletto, come che punto lume nella il chiamò e domandollo che parole egli avesse odi tu ciò ch’e’ dice che ha fatto stanotte coricai io in quel punto che io non ho mai poscia e tu se’ una bestia che egli credi. Voi bevete tanto la sera, che poscia sognate la egli è gran peccato che voi non vi fiaccate vi fiaccate il collo! Ma che fa egli costí parte Adriano, veggendo che la donna saviamente l’ho detto cento volte che tu non va da attorno, e di dire le favole che tu sogni per vere ti mala ventura: torna qua, che Dio ti dea la mala L’oste, udendo quello che la donna diceva e la donna diceva e quello che diceva Adriano, a creder troppo bene che Pinuccio sognasse: Pinuccio sognasse: per che che, presolo per la avendo raccolto ciò che detto s’era, cominciò cominciò a guisa d’uom che sognasse ad entrare in altri farnetichi: di che l’oste faceva le "È egli ancora dí, che tu mi chiami? contenti del modo in che la cosa avvenuta era, la cosa avvenuta era, che dello effetto stesso Talano d’Imolese sogna che uno lupo squarcia viso alla moglie; dicele che se ne guardi; ella reina a Pampinea disse che dicesse la sua; la ragionato; e però, come che detto ne sia, non ne sia, non lascerò io che con una novelletta io non vi narri quello che ad una mia vicina, e ritrosa, in tanto che a senno di niuna far la poteva a suo. Il che quantunque gravissimo la vedeva, gli parve che d’una parte del bosco moglie: "Donna, ancora che la tua ritrosia non non abbia mai sofferto che io abbia potuto avere ma tu sogni di me quello che tu vorresti vedere; e Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 194 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA CORNICE CORNICE LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 9 9 9 10 10 10 10 11 12 12 13 13 13 14 2 2 3 3 3 4 4 4 4 5 5 6 7 8 9 9 10 11 12 13 14 14 14 17 17 17 17 17 18 18 21 21 23 23 23 Talano: "Io sapeva bene che tu dovevi dir cosí, tigna pettina; ma credi che ti piace: io per me da capo te ne consiglio che tu oggi ti stea in cattiva, e non vuol che io il vi truovi. Oh! fatto: e’ convien pur che io vegga, se io vi dovessi star tutto dí, che mercatantia debba debba esser questa che egli oggi far vuole. nella piú folta parte che v’era, si nascose, né poté ella, poi che veduto l’ebbe, appena dire "Domine, aiutami, che il lupo le si fu maniera aiutarsi; per che, che portandosenela il fu guarita, ma non sí che tutta la gola e una sí fatta maniera guasta, che, che dove prima era bella il non avere, in quello che niente le costava, al compagnia disse quel che Talano veduto avea la reina alla Lauretta che seguitasse; la qual soavissime donne, che oggi davanti a me raccontata da Pampinea, che fé lo scolare, a assai grave a colui che la sostenne, E per ciò dico che, che essendo in Firenze sostener le spese che la sua ghiottornia e a usare con coloro che ricchi erano e di desinare e a cena, ancor che chiamato non fosse molto e piú pulito che una mosca, con sua medesimo mestiere usava che Ciacco. Il quale a Biondello disse: "Che Che vuol dir questo? altre troppo piú belle che queste non sono e uno Rispose Ciacco: "Ben sai che io vi verrò. E con alcuni suoi vicini che ancora non era andato essendo da lui domandato che andasse faccendo, ’l ben venuto: e per ciò che egli è tempo, né passar molti dí che egli in lui si disse: "Avanti che otto giorni passino iracundo e bizzarro piú che altro, e dissegli: e mandavi pregando che vi piaccia e sta bene accorto che egli non ti ponesse le mani addosso, per ciò che egli ti darebbe il udito costui, come colui che piccola levatura avea levatura avea, avvisando che Biondello, il quale nel viso, dicendo: "Che Che "arrubinatemi" e che "Che "arrubinatemi" e che "zanzeri" son questi? "zanzeri" son questi? Che nel mal anno metta barattiere, come colui che attento stava, fu avea, e dissegli ciò che messer Filippo aveva Disse Ciacco: "Per ciò che io ti so dire che ciò che io ti so dire che messer Filippo ti fa trarre altro, se non che Biondello, a a instanzia di cui che sia, si facesse beffe di lui; e in questo: che egli cosí si rodeva, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 195 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 24 25 25 25 26 26 26 27 28 28 29 29 30 30 33 33 33 1 1 2 2 3 3 4 5 6 6 6 6 7 7 7 7 8 9 9 9 9 9 9 10 10 11 11 12 12 12 12 13 messer," disse Biondel "che che tu il vedrai bene ciò che bene ciò che questo è. Che è. Che "arrubinatemi" e che le pugna, le quali aveva che lasciò in capo capello che fatto si studiava, che "zanzeri", ma non sapeva che riprendendolo di ciò che messer Filippo e che si scusava e diceva che mandato per vino. Ma poi che di Ciacco. E poi che casa ad uscire, avvenne che avesti. Biondello, che Biondello, che conosceva che piú aver mala voglia che ritrosa; all’un risponde che che ami, all’altro che all’Oca. Niuno altro che novellare; la qual, poi che e però ciascuna, che all’essere onesta, il che e l’usanza o costume che questo si parte, estimo che considerazione, come che fa mi ricondusse ciò che quel gastigamento mandò che e aspro gastigamento che si partono. Per che a guerire quelle che male; il quale niuna che detto per lei, come che intendere, dico che la iniquità di quelle che si conviene il bastone che la virtú dell’altre, che si conviene il bastone che che le sostenga e che a quel venendo che ho nello animo, dico Che e tra gli altri che cavalcando, avvenne che medesimo cammin teneva che dove egli andasse e per che al quale Giosefo disse che aver consiglio da lui che con una sua moglie piú che e strana cosa a pensare che Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 è questo?" Messer questo è. Che "arrubinatemi" e che "zanzeri" mi mandi tu parevan di ferro, ben gli volesse, e pure una volta dalla ciò si volesse dire. mandato gli avea egli non era uomo da mai a messer Filippo un poco si fu rimesso dopo molti dí, Ciacco il trovò, e conosceva che contro contro a Ciacco egli opera, pregò Idio ami, all’altro che vada al Ponte all’Oca la reina, volendo il le donne ebbero assai quiete, consolazione è sommo e spezial vogliam dire, le cui degnissima sia non altra volta avuta Pampinea della il marito dare non dall’esser piacevoli, m’aggrada di cosí son fatte da di tal medicina degna gli uomini un cotal è da concedere. troppo fuori de’ le punisca; e a trascorrere non si le sostenga e che le le spaventi. Ma, di dire ho nello essendo già quasi per a ciò andavano, si uscendo d’Antiocia faceva esso, cavalcò il domandò; al quale a Salamone andava per via tener dovesse con altra femina ritrosa per tutto questo io Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 196 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA CORNICE CORNICE DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 10 10 10 10 10 10 10 10 10 13 13 15 15 15 16 16 16 17 19 19 19 20 20 22 22 22 22 22 23 23 24 24 25 26 26 26 26 26 29 29 30 30 30 31 32 34 34 34 34 1 2 3 4 4 4 4 5 6 non posso trovare uomo come addivenir possa Giosefo disse quello per "Va al Ponte all’Oca; il aspettava e dissegli ciò in cammino. E poi un bel ponte; e per ciò sofferir di passar tanto E essendo già quasi tutto era nulla. Per "Deh! cattivo, Egli verrà piú tosto e d’altra ne gli diè, il mulo passò avanti, sí il Ponte all’Oca. Il Or ti dico io, compagno, buono e vero, per ciò manifestamente conosco m’ha mostrato quello donna ricevuto, le disse il quale, poi vide contrario fece. Il "Non ti fu egli detto in orgoglio, disse: "Ora Donna, ancor se’ tu quel tu suogli; ma credimi per un giuoco quello che io farò. E acciò ricorditi della risposta minacciare; ma veggendo a chiedere mercé per Dio piú furia l’una volta né prima ristette dosso della buona donna, dissegli: "Doman vedrem domandar Giosefo quello a casa sua, ad alcun, uomo era, disse ciò ti potea dare. Tu sai gli fai non per amore compar Pietro dicendo a’ giovani; ma poi bellezza uno nero corvo, sento anzi dello scemo piú vi debbo esser caro da voi esser sostenuto fossi, quel dicendo cose imposte da coloro Barolo, il qual, per ciò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che ben mi voglia; e per io amato sia. v’era; al quale detto, similmente per risposta avea alquante giornate una gran carovana di quelle passate tutte passate, per Melisso e Giosefo, li farai? vuoil tu a bastonarlo come tu il mulo passò avanti, il mulattiere vinse come Giosefo ebbe il consiglio datomi assai manifestamente io non sapeva battere io abbia a fare. cosí facesse far da a Giosefo piaceva, in Giosefo vedendo, a maniera tu facessi vuol dir questo? deh! tu suogli; ma credimi io ti farò mutar modo io farò. E acciò che tu non m’impedischi, ci fece il mulattiere per tutto ciò Giosefo egli non l’uccidesse, l’altra, or per lo egli fu stanco; e in macerata non fosse. pruova avrà fatto il voleva si facesse da savio uomo era, disse da Salamone avuto tu non ami persona, e tu ad altrui porti, non vi voleva coda, ristate furono, non farebbe un no, faccendo la se con piú valore non dovrebbe se io io dirò. Dirovvi alcuna cosa per forza povera chiesa avea, Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 197 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL 7 7 8 9 9 10 10 10 11 13 13 13 13 13 13 14 14 14 14 15 15 15 15 15 15 16 17 17 17 18 19 20 20 20 23 23 24 1 1 2 2 2 3 4 4 4 4 5 5 dimestichezza con uno Pietro da Tresanti, riconoscimento dell’onor voleva, ma conveniva cavalla di donno Gianni, donna, sappiendo l’onor con una sua vicina, di Giudice Leo, acciò io sto, bene, per ciò sono. Compar Pietro, era anzi grossetto uom sollicitar donno Gianni disse: "Ecco, poi come si fa. È il vero fa. È il vero che quello a voi, e per ciò, poi io il farò: vero è far vi conviene quello vi dirò, se voi volete dissero di far ciò che egli dicesse: per ben come io farò, e non guastare ogni cosa, ogni cosa, che, per cosa sola; e priega Iddio preso il lume, disse piedi in terra a guisa similmente similmente che di cosa risvegliandosi tale Compar Pietro, "Ohimè, compar Pietro, fatto? non ti diss’io, facessi motto di cosa al marito: "Deh, bestia ma egli sarebbe ragione cavalla, per le parole dalle donne intesa voleva, colei sel pensi difetto e degli altri il luogo hanno tenuto l’ultimo, a emandare: di miei subditi farà sí, vi diè di ragionare quel che piú vi piacesse; per essendo, giudico usata, e per ciò voglio ché la vita nostra, vita nostra, che altro Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che si chiamava Pietro da che quello medesimo mesti che da lui in Barletta che, essendo in una sua che che egli allato a lei che il prete al marito che avea nome Zita che il prete col marito che quando mi piace io fo che era anzi grossetto che no, credette questo che questa cosa gli che voi pur volete, che quello che piú è che piú è malagevole in che vi pur piace, io il che far vi conviene che io vi dirò, se voi che venga fatto. che egli dicesse: per che che donno Gianni, preso che tu tenghi bene a men che, per cosa che tu oda che che tu oda o veggia, tu che la coda s’appicchi che ben lo farebbe. che stanno le cavalle, che di cosa che avvenisse che avvenisse motto non che non era chiamato e su che attentamente infino che hai tu fatto? non ti che tu non facessi motto che tu vedessi? La che tu se’, perché hai tu che tu fossi molto piú." che dette avea compar che Dioneo non voleva, che ancora ne riderà. che il luogo hanno tenuto che tu tieni, essendo tu che Idio ti presti grazia che io, come gli altri che piú vi piacesse; per che, già riposati essendo che che sia da ritornare alla che domane ciascuna di che altro che brieve che brieve esser non Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 198 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL INTRO 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 5 5 5 6 7 7 9 10 10 11 11 11 11 13 13 2 1 2 3 3 4 6 6 6 6 6 6 7 7 8 8 8 8 8 8 9 10 10 11 11 11 11 12 12 13 15 15 16 16 nella laudevole fama; il fama; il che ciascuno solamente, a guisa secondo quello a sollazzevoli di parole comandò il re a Neifile / al viso di colui quand’io ne truovo alcun / tututta gli apro e ciò / E quel piacer quel simil mel dona / la propia persona / suo dolce amore: / quel alla quale, per ciò n’era, comandò il re per li solari raggi esser guiderdonato, per donne, reputar mi debbo Dovete adunque sapere altri valorosi cavalieri grande animo e veggendo riguardando, gli parve chi nol valea; e per ciò e per ciò che a lui, che a lui, che da quello era donato, estimò la fama sua: per una delle miglior mule per lo lungo camino suo discreto famigliare che, per quella maniera messer Ruggieri in guisa re mandato e ogni cosa di lui raccogliesse sí appresso gli comandasse dandogli a vedere terza, disse: "Io credo credo che sia ben fatto tutte l’altre fuor la mula stallarono; per stallò nel fiume; il fatta come il signore parola ricolse, e come re dirne gli udí: per già il re saputo quello ma la vostra fortuna, ha peccato e non io. E ricevuto da voi, per ciò son presto di veder ciò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che ciascuno che al che al ventre solamente, che le bestie fanno, non che piú dal desidero era che di canto maestrevoli che una ne cantasse a suo che me amando / ha presa che sia, / al mio parer, che ’l cor disia: / che di natura il fiore / che s’io vedessi la che m’ha accesa del suo che mi faccia piú il suo che già molta notte che ciascuno per infino che molto loro che il re con esperienzia che il nostro re me a che, tra gli altri che che da gran tempo in qua che, considerata la che che esso ora a uno e ora che a lui, che da quello che da quello che egli che egli era si teneva, che molto ne diminuisse che di partirsi diliberò, che mai si cavalcasse e che a fare avea fu cara a che, per quella maniera che che miglior gli paresse, che egli non paresse dal che egli dicesse di lui che ridire gliele sapesse che egli indietro al re che esso veniva verso che sia ben fatto che noi che noi diamo stalla a che la mula stallarono; che cavalcando avanti, che veggendo messer Il che a me ti donò. che molte ne ricogliesse che la mattina seguente, che egli della mula aveva che lasciato non m’ha, in che io dica vero, io il che io nol desiderava per che vi piacerà, Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 199 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE CORNICE ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 17 17 18 18 18 18 18 18 19 19 19 19 20 2 3 3 3 3 4 4 4 4 6 7 8 8 8 8 10 11 12 13 13 13 13 14 14 14 15 15 15 16 17 17 19 19 19 19 21 e ogn’altra cara gioia adunque l’uno, e quello Messer Ruggieri, poscia il quale il re comandò e trovossi esser quello vedere, messer Ruggieri, che quello è vero il vostro valor merita alle sue forze. Io so città, ma quel forziere dispetto di lei voglio che sia vostro, acciò grazie rendute al re a Elissa impose usata verso colui l’avea non si può dire e gran cosa non sia: ma usata verso persona Certo non altro se non con ciò sia cosa avarissimi troppo piú piú focosamente da’ medici consigliato amorevolmente gli disse Ghino al castello. Il tutto furioso rispose niente, sí come quegli niente aveva a fare, ma circundato: per oste, vi manda pregando cagione. L’abate in medicina, e dice stomaco esser miglior esser miglior che quella della quale queste cose L’abate, che maggior fame aveva di motteggiare, ancora rispose, affermando partí, né prima vi tornò tenne piú giorni, tanto altro talento ho maggior dissegli: "Messere, poi lasciatolo, a far conoscere. Ma poi venire e in una corte a cui l’abate rispose stomaco ben guerito e voi dovete sapere Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che io ho: l’altro è che preso avrete si sia che vide cosí piacere al che fosse aperto, e che era pien di terra; che quello è vero che io che io vi dico della che io m’opponga alle sue che voi non avete animo che la fortuna vi tolse, che sia vostro, acciò che che nelle vostre contrade che a tanto dono si che seguitasse; la quale che servito l’avea non si che laudevole e gran cosa che direm noi se si che, se inimicato che che quella del re fosse che essi tutti avarissimi che le femine sieno, e che gli altri uomini a che egli andasse a’ bagni che gli dovesse piacere che l’abate udendo, tutto che egli non ne voleva che con Ghino niente che egli andrebbe avanti che l’abate, co’ suoi che vi piaccia di che, come savio, aveva che che apparò niuna medicina che quella che egli vi che egli vi farà, della che io vi reco sono il che maggior fame aveva che voglia di motteggiare che con isdegno il che, come Ghino piú tosto che che il seguente dí con che egli s’accorse che di mangiare, sí ben che voi ben vi sentite, che il convito fosse che l’abate alquanti dí che di sotto a quella era che forte era egli assai che starebbe bene qualora che l’esser gentile uomo Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 200 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA CORNICE CORNICE FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 22 22 22 22 24 25 25 25 25 25 27 27 28 28 28 28 28 28 29 29 30 30 31 2 2 3 3 4 4 5 5 5 5 6 7 7 8 9 10 10 11 11 11 11 11 12 12 12 13 di Roma. Ma per ciò delle sue cose mi farei paresse: ma io intendo vostre cose facciate Maravigliossi l’abate "Io giuro a Dio come omai io giudico troppo maggiore ingiuria ingiuria che quella infino a qui paruta m’è dello abate: e come e contogli il modo, di offerse di far ciò "Santo Padre, quello intendo di domandarvi è mio medico, per ciò valorosi e da molto peccato della fortuna io non dubito punto non ne paia a voi quello questo, sí come colui fosse come diceva, e appresso del Papa fu tutti avere udito, cioè il re a Filostrato cosa vi parrà l’udire usare a un altro e d’altri uomini contrade stati sono, passava ciascuno e liberale e disideroso e de’ piú ricchi palagi di tutte quelle cose questo laudevol costume, divenuto stanco, avvenne non meno ricco piú smisurate cortesie Ora avvenne un giorno ché per trentadue porti limosina, mai da lui, vecchia, come colui come colui che ciò gran cose di Natan, non la qual cosa, poscia senza alcuno indugio e a’ compagni imposto lui né di conoscerlo e si procacciassero infino è in questa contrada Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che voi mi parete valente che mi paresse: ma io che voi a me, il mio che voi medesimo volete. che in un rubator di che, per dover guadagnar che che tu sii, io sofferrei che quella che infino a che infino a qui paruta che tu m’abbi fatta. che molto gravata gli che il Papa rise: al che domandasse; allora che io intendo di che voi rendiate la che tra gli altri uomini che io accontai mai, egli la qual se voi che suo: che in poco di tempo non Il che a me ne pare. che di grande animo fu e che egli il facesse che egli il reputò che un cherico alcuna che procedesse; il quale che uno, per liberalità che il suo sangue, anzi che in quelle contrade che nelle parti del che di Ponente verso che fosse per opera che mai fosse stato che opportune erano a che già non solamente il che la sua fama agli che Natan fosse, divenuto che mai facesse alcuno che dimorando il giovane che ha il suo palagio, sí che egli mostrasse, che ciò che della fama di che della fama di Natan che io il trapassi come che la vecchiezza nol che io faccia con le mie che sembianti facessero che di stanzia si che da lui altro avessero che meglio di me cotesto Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 201 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 14 14 14 15 15 15 16 16 17 17 17 17 18 19 19 20 20 20 21 23 23 23 23 24 24 25 27 27 28 28 29 30 30 31 32 32 32 34 34 34 34 34 34 34 35 35 35 35 35 Il giovane disse sarebbe a grado assai ma cotesto ancora farò, poi Mitridanes con Natan, agli orecchi gl’impose della casa facesse cosí fu fatto. Ma poi vedeva, se non quegli Mitridanes, ancora né mai a altro mi vegghi mi trasse; per mi trasse; per che, come e il suo aiuto in ciò e chi egli era e per e per che venuto e da e molto la invidia porti commendo, per ciò fossero assai, il mondo, piú tosto util consiglio se tu uccidi, acciò venisti ma per quella bosco n’andrai, per ciò per ciò che, ancora a’ suoi compagni, il dí seguente. Ma poi e diliberato avanti lui esser colui consigliato; per al mio dover sollicito io stesso, a quel punto di me quella vendetta alla tua impresa, chente di dar perdono, per ciò sicuro, e abbi di certo famoso, né credere quasi con altra arte la fama loro: per io non voglio ti maravigli, per ciò per ciò che, poi a fare quello medesimo a fare impreso, niun fu a casa mia capitasse, a mio potere di ciò vago della mia vita, per domandare, acciò tu non fossi solo colui di donarlati, e acciò quel consiglio ti diedi Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che questo gli sarebbe a che, dove esser potesse, che che ti piace. che in piacevolissimi che egli prestamente con che niuno al giovane che nel palagio furono, che egli al suo servigio che in reverenzia come che tu mi vegghi mi che, come che ogni altro che che ogni altro uomo molto che per lui si potesse. che venuto e da che mosso che mosso interamente gli che alla virtú di Natan che, se di cosí fatte che che è miserissimo, tosto che grande aiuto posso che tu possa senza che tu vedi a sinistra che, ancora che un poco che che un poco piú salvatica che similmente là entro che il nuovo dí fu venuto che l’assalisse di che benignamente l’avea che di presente gli cadde che io stesso, a quel che maggior bisogno è che convenevole estimate che tu la vogli chiamare che non per odio la che niuno altro uom vive che io me ne maravigli. I che d’uccidere, non uno che, se tu per piú farti che che tu del mio consiglio che, poi che io nel mio che che io nel mio albitrio che tu hai a fare impreso che mai a casa mia che io nol contentasse a che da lui mi fu che, sentendolati che che tu non fossi solo che sanza la sua dimanda che tu l’avessi quel che io credetti che buon Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 202 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 35 35 35 36 36 36 36 37 37 37 37 38 38 38 39 39 39 40 40 43 43 43 43 44 2 2 2 2 3 3 4 4 4 6 6 6 7 7 8 8 8 8 8 10 12 12 13 15 15 ti diedi che io credetti ancora ti dico e priego che, s’ella ti piace, consolazioni usata: e so esser lasciata: per tesori donati e spesi, tanto volerla guardare, minor donarne sei o otto io te ne priego; per ciò niuno ho ancor trovato se tu non la prendi E se pure avvenisse alcun trovare, conosco sarà; e però, anzi disse: "Tolga Iddio la vostra vita è, non faceva; alla quale non fare verso di te quello delle tue cose pigliare, diliberazione quello m’offerete; ma per ciò pare esser molto certo in altrui quello ben fatto conoscere cosa parve a tutti trapassata. Ma poi riguardando, le dimostrò che egli desiderava raccontate, né mi pare parte restata sia a noi questo e sí per quello a per avventura minore se quello è vero essendosi, per ciò andata a stare, avvenne tale e di tanta forza, fu; e per ciò di tanto tempo gravida, il qual di ciò, ancora tu se’ morta: io, mentre te aver non potei: per non potei: per che, ora convien per certo non le tocco io, poi costei. Il quale, poi estimasse la vita: per donna, la qual, poscia la madre di lui pregò pregò che le dicesse in Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che buon ti fosse a aver che, s’ella ti piace, che che che tu la prenda e te che, seguendo il corso che che io iudico molto che tanto volerla che ella mi sia contro a che io a starci abbia? che, mentre vivuto ci che che disiderata l’abbia né E se che la dimandi. che io ne dovessi alcun che quanto piú la che ella divenga piú vile che cosí cara cosa come che io, da voi che io diminuissi gli che mai verso alcuno che mai dell’altrui non che m’offerete; ma per che egli mi pare esser che le mie opere sarebbon che in me io non so che mai di liberalità nol che alcuno del propio che assai e una cosa e che egli desiderava che che ella dicesse; per la che alcuna parte restata che abbiamo a dire, per che la nostra età ci dee che alcuna delle mostrate che i tesori si donino, che gravida era, andata a che subitamente un fiero che in lei spense ogni che le sue piú congiunte che perfetta potesse che della sua grazia che vivesti, mai un solo che, ora che difender non che che difender non ti che, cosí morta come tu che che io son qui, un poco che ogni paura ebbe che soavemente quanto piú che dal figliuolo ebbe che le dicesse in che che guisa ella quivi Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 203 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 16 16 16 16 16 17 17 17 17 18 19 19 19 19 19 20 20 21 21 22 22 22 22 23 23 24 24 24 24 24 24 25 25 25 25 28 29 29 29 29 29 29 30 30 30 31 31 31 32 contò ogni cosa. Di quelle grazie gli rendé e per cortesia di lui, lui non ricevesse cosa cosa che fosse meno "Madonna, chente né mai per innanzi (poi questa grazia conceduta, cagione l’amore e per ciò io voglio apparecchiata, solo voi esser morta, per voglio di grazia da voi mia madre infino a tanto che io da Modona torni, E la cagione per vi cheggio è per ciò al cavaliere obbligata e si dispuose a far quello sua risposta finite, esser venuto: per Messer Gentile ordinò tutte vi fossero e ordinò, quella mattina piú bella e piú sana alla donna detto quello con lei ordinato il modo usanza, la quale è o amica o figliuola o amica o figliuola o che ha piú cara, affermando la piú cara cosa che io abbia nel mondo o aver mai. Ma prima priego mi diciate quello Caccianimico, per ciò in questa opinione, nel suo servidore, poi ma gittato l’avea, e servidore divenuto, per gli altri tutti insieme sé tener quello di tal risposta e disse: Tempo è omai e mandolla pregando questa è quella cosa cara e intendo d’avere guardate se egli vi pare e al cavaliere affermato Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che ella dolendosi, dopo che ella poté, e appresso che in casa sua ella da che fosse meno che onor che onor di lei e del suo che il mio disiderio si che Idio m’ha questa che da morte a vita mi che io v’ho per adietro che voi non mi neghiate che ella potesse e onesta che niuna persona è la che vi debbia piacere di che io da Modona torni, E la che sarà tosto. che io questo vi cheggio che io intendo di voi, in che la domanda era onesta che messer Gentile che ella sentí il tempo che, teneramente dalla che che le cose oportune che cosí fosse servita che in Bologna entrar che mai e il suo che di fare intendeva e che dovesse tenere, cosí che, quando alcuno vuole che che che si sia, la quale che si sia, la quale egli che, se egli potesse, che che io abbia nel mondo o che io debbia aver mai. che io faccia questo, vi che sentite d’un dubbio che bello e ornato che il primo signore che in sí fatto caso non che per li benefici del che, tenendolo, niuna che che alle tavole erano, che da Niccoluccio era che Niccoluccio l’avesse che io secondo la che le dovesse piacere di che io ho piú cara e che alcun’altra: guardate che io abbia ragione. che cara la doveva avere, Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 204 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA CORNICE CORNICE EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 32 32 37 37 37 39 40 41 41 42 43 43 43 43 43 43 45 47 48 48 1 2 3 3 5 5 6 6 6 6 6 6 6 7 7 7 8 8 8 8 9 10 10 10 10 11 11 12 12 e assai ve n’eran che lei avrebbon detto cavaliere, sí come colui che ardeva di sapere chi farò io volentieri, sol che voi mi promettiate, mi promettiate, per cosa che io dica, niuno luogo suo fino a tanto che io non ho la mia l’ha fatta. Ma acciò che voi piú apertamente innamorarsi di lei, ciò che avvenuto era infino tutti attendevan quello che egli piú avanti e degli altri che v’erano e la donna di il qual son certo che fu da te generato e Gentile. E priegote che, che perch’ ella sia vicin di tre mesi stata, che ella non ti sia men giuro per quello Iddio che forse già di lei innamorar mi fece acciò che il mio amore fosse, cagion della sua salute, che ella mai o col padre onestamente non visse, che ella appresso di mia cavaliere; e gli altri, che tutti di compassion di quei della donna. Che adunque qui, benigne parendogli avere in ciò che la traccutaggine ma liberalmente quello che egli soleva con tutto dà; il marito le concede che ella faccia il il re impose a Emilia che seguisse; la qual ma il voler dire che piú non si possa, il a mostrarsi: il che io avviso in una mia e ogni cosa faccendo che per lui si poteva per cavaliere, e veggendo che, che per negare ella ogni E a una femina che a lei da parte di lui molte volte affermato che messere Ansaldo sopra li quali voglio che si rimangano a lui, rimangano a lui, per ciò che per quegli mai a amar io potessi esser certa che egli cotanto m’amasse amar lui e a far quello che egli volesse; e per far fede con quello che io domanderò, io Disse la buona femina: "Che Che è quello, madonna, "Che è quello, madonna, che voi disiderate che el che voi disiderate che el faccia? la donna: "Quello che io disidero è questo: del mese di gennaio che viene, appresso di non altrimenti fatto che se di maggio fosse; mandi mai piú, per ciò che che, se piú mi stimolasse in ciò alcun si trovasse che aiuto o consiglio gli di gennaio seguitava, che la mattina apparve, mattina apparve, secondo che color che ’l vedevan secondo che color che ’l vedevan un de’ piú be’ giardini che mai per alcun fosse e de’ piú be’ fior che v’erano, quegli da lei adomandato, acciò che per quel potesse lui commendatolo assai, piú che altra femina dolente tornò a quel pensando a che per quello era Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 205 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA CORNICE CORNICE FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 13 13 14 15 15 16 16 17 17 18 19 19 20 20 22 22 22 22 22 23 23 23 23 23 23 23 23 24 24 24 25 26 26 26 2 2 3 3 3 3 4 4 5 7 7 7 7 7 8 E fu il dolore tale, nascondere, convenne hanno maggior forza a pattovire; ma per ciò quello ti concederò dolenti. Voglio io puoi, t’ingegni di far negasse molto, piacque che cosí fosse: per gli disse: "Io voglio merita alcun guiderdone, la vera cagione Messere, né amor vostro disordinato amore Dio non piaccia, poscia cosí è come voi dite, piacerà, non altramenti partire, sí veramente quelle grazie renderete parole udendo, piú lieta a’ vostri costumi, seguir della mia venuta mia venuta che quello che quello che io veggio che voi ne fate; di e raccontogli ciò ciò che avvenuto era; di "Già Dio non voglia, poi e voi del vostro amore, a voi star bene, intendo o parte prendere; ma poi carità si rimase. piú ferventemente parrebbe a dover credere sarebbe lungo. Ma poi guardando, comandò fui sempre in opinione sí largamente ragionare, materia di disputare: il scuole tra gli studianti E per ciò io, d’un valoroso re, quello non si volle altrove cosa attendendo il suo giardino, avvenne udito di cui era, pensò era, pensò che, per ciò fare: e mandogli a dire nel suo giardino. Il Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che, che non potendol ben che di fuori apparendo il che molti non stimano, e che io conosco la purità che forse alcuno altro che tu a lui vada e, se che, servata la tua che che cosí fosse: per che, che, venuta la seguente che che tu vegghi quanto di che non vi sia noia che qui a cosí fatta ora che io vi porti né che al suo e mio onore, che cosí è come voi dite, che io sia guastatore che se mia sorella foste, che voi al vostro marito che convenevoli crederete che mai disse: "Niuna che altro mi dovesse che quello che io veggio che io veggio che voi ne che voi ne fate; di che che io vi sarò sempre che avvenuto era; di che che strettissima e leale che io ho veduto Gilberto che io similmente non sia Il che vostro sia. che in vano si faticava, Che direm qui, amorevoli che mai amando ancora e che quella liberalità a che il re alquanto che novellando traesse che nelle brigate, come che la troppa strettezza che molto piú si conviene che tra noi, le quali che in animo alcuna cosa che egli che sotto le braccia del che a fare ogni dí piú che il re Carlo, nel che, per ciò che di parte che che di parte avversa alla che con quattro compagni che a messer Neri fu Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 206 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 8 9 9 9 9 9 10 11 12 12 12 13 13 14 15 15 15 16 16 16 16 18 18 19 20 20 21 21 22 22 22 22 24 24 26 26 26 26 27 27 27 28 28 29 29 29 29 30 30 avendo ordinato ciò Il qual, poi conte Guido di Monforte, compagni era, comandò e a altri tre erano venuti comandò sentore e senza noia: il piú tosto agnoli parevan a’ piedi. E quella un baston lungo; l’altra e sospeso attese quello vivaio s’entrava, quella preso il baston cominciò a aspettare quelle parti dove sapeva piacere del re al famigliar gittatine, la mensa guizzavano, di cianciarono, tanto quello ebbe cotto piú per uno intramettere e ’l conte e gli altri, uscendo esse dell’acqua, lor due si fosse quella all’altra. Ma poi a maritarle: dal questo, niuna cosa fuor di vari frutti, secondo e sí piacevolmente, che al re, e ascoltava, pareva dal re, il quale, ancora né per grande affare panie s’invescò, Il quale, per ciò gran maraviglia di ciò e tanto ne l’ho maggiore costumi conosciuti sentendovi ora m’è sí nuovo e sí strano voi per amore amiate, io so bene ciò direi, avendo riguardo E oltre a questo, che è molto peggio, dite quanta sia la fede che egli ha in voi, e d’eterno supplicio, che saria questo, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che far si dovesse, come il giardin tutto e la l’un de’ compagni era dall’un de’ lati di con loro erano venuti servissero secondo il re commendò molto. altra cosa, tanto gli dinanzi veniva recava veniva appresso, questo volesse dire. la padella aveva, l’altra portava, e le giovani gli i pesci si ciò attentamente quasi vivi nella il re aveva il famigliare quello dato gli era stato; per molto cara o servivano, avevano chi allora l’avesse piú gli piacesse, sí alquanto fu sopra messer Neri, per piú le frutte restando a la stagion portava, e al re, che con con diletto le tutte le gerarcie la lor partita gli sopravvenisse potendo quasi a altro pensar valente uomo era, gli voi mi dite, e tanto un altro non avrebbe, alcun altro. E non già siete alla voi per amore amiate, quasi un miracol mi io ve ne direi, voi ancora siete con è molto peggio, dite diliberato avete egli ha in voi, e che esso fermamente creda saria questo, che voi voi a colui che Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 207 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA CORNICE PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 30 30 31 31 31 31 31 32 32 32 33 33 33 33 33 33 34 34 35 36 2 3 3 3 3 3 4 5 5 6 7 7 8 9 9 10 10 10 11 11 11 11 12 12 12 12 12 12 13 questo, che voi a colui e la sua consolazione? Voi forse estimate ‘Io il feci per ciò della giustizia del re, del re, che coloro in cotal forma, chi Io vi ricordo, re, vincere; e per ciò voi, cosí fatta macchia ciò vere le conoscea; per quantunque forte, estimo vostre parole spronato, che conviene, avanti giorni trapassino, faccia per opera vedere queste parole passarono possessor di quello il suo fiero appetito, Saranno forse di quei quantunque alcuna, donne, sarebbe che non dicesse ciò re Carlo, se non costei per altro; ma per ciò meno commendevole forse Nel tempo alla catalana, avvenne le piacque, e alto amore; e quello accorto né si curava: di che ella, oltre a quello Per la qual cosa avvenne e con medicine in ciò ma niente era, per ciò vivere. Ora avvenne suo proponimento, prima e per ciò un dí il pregò il quale Bernardo avvisò e sonare e cantare: per fattogliele dire, egli, a lei venne e, poi questo disse la giovane parole voleva dire; per sperando primieramente persona, se non a colui già mai, e appresso e appresso che in quello sapere, Minuccio mio, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che v’onora togliate il che si direbbe di voi se che sufficiente scusa che egli è ghibellino’. che coloro che nelle lor che nelle lor braccia che essi si sieno, in che grandissima gloria che avete gli altri a che gloriosamente che, dopo alcun caldo che che sia al bene che conviene, avanti che che troppi giorni che io vi faccia per che, come io so altrui che che tornato il re a che egli sommamente per che, spezzate e rotte che che diranno piccola cosa che quivi era ghibellina, che non dicesse ciò che che voi dite del buon re che gli vuol mal per che a me va per la che questa, fatta da un che i franceschi di che la figliuola di che una volta e altra poi che intorno a ciò piú che ella, oltre a quello che si potesse estimare, che, crescendo in lei che che si poteva l’atavano; che ella, sí come del suo che, offerendole il padre che che morisse, fare al re che egli le facesse che la Lisa volesse per che fattogliele dire, che piacevole uomo era, che alquanto con che a lui solo alquante che partitosi ciascun che tu quello a niuna che io ti dirò, debbi che in quello che per te che per te si possa tu mi che il giorno che il Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 208 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 13 13 13 13 13 14 14 14 14 16 16 16 16 17 18 20 21 21 21 21 22 22 22 23 24 24 25 26 27 27 27 29 29 30 30 30 31 32 32 33 33 33 34 35 35 36 37 38 38 mio, che il giorno sí forte punto veduto, un fuoco nell’anima al partito m’ha recata e non potendolo non e cosí farò. È il vero piú acconciamente la voglio e priegoti mel facci, acciò della quale vivi sicura ti vogli, sí adoperare, sí adoperare, che avanti ti credo recar novelle di confortarsi, disse a far la canzonetta là dove dimora. / Dí fagli assapere. / Poi ardir quanto temenza / in parvenza / a quegli m’è gravenza! / Forse stato sapere. / Poi dolce mio signore, / / innamorata sí, dal quale gli fu detto a cantar questo suono, e il re per poco piú donde questo venisse sono ancora tre giorni udita gli raccontò; di la giovane assa’ e disse confortasse e le dicesse lieta e tanto contenta, alcun della casa divenne ancora piú e quivi, fatto domandare domandò Bernardo forte malata: è il vero prestamente quello buona fé, danno sarebbe prese dicendo: "Madonna, Noi vi vogliam pregare confortarvi in maniera le cose amava, come maladisse la fortuna fatta figliuola; e poi piú bella diventò mai fosse. Ma poi giovane, il grande amor del quale noi vogliamo Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che il nostro signore re dello amor di lui mi al partito m’ha tu mi vedi; e cacciare ma diminuire io fieramente per te, a te non rifiuti di farlo; io consolata morendo mai ingannata non ti avanti che passi il passi il terzo giorno sommamente ti saran s’andasse con Dio. segue: Muoviti, sovente lui disio e di lui, Amor, fu’ io potessi sola una mi tien tanto non gli saria ’n piacere non ti fu, vadi a lui, e donagli ’l mio cor pere. / egli alcuna cosa quanti nella real gli altri. E avendo mai piú non gliele le parole si fecero e il re fece gran festa di sí valorosa senza fallo quel evidentemente senza ciò si fosse, non era pietoso; e in aperto gli fosse un fosse della figliuola da nona in qua ella è questo miglioramento ancora fosse tolta al vuol dir questo? voi vi piaccia per amor voi siate tosto ella alquanto si di tale uomo l’aveva alquanto fu con lei mai fosse. Ma poi guerita fu, avendo il portato n’avete v’ha per amor di noi siate Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 209 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA CORNICE CORNICE FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 38 38 38 38 38 39 39 39 39 39 40 40 42 42 42 42 43 44 45 46 46 47 48 48 48 48 48 1 1 2 3 3 4 4 5 7 7 7 8 8 9 9 10 11 11 12 13 13 13 e l’onore è questo, che, con ciò sia cosa marito siate, vogliamo prendiate per marito tanto amor voler da voi bascio. La giovane, mio, io son molto certa che, se egli si sapesse matta, credendo forse fossi uscita di mente e ma come Idio sa, vede, io nell’ora sempre. È il vero mio; e per ciò, non vi piacerà di donarmi, sarà, ma se voi diceste rispondo; né il bascio di madama la reina contenti di ciò a molte gioie e care dote della donna; quello noi prender quel frutto e liete nozze; e secondo il convenente, per ciò alcun fatto d’arme andò sopransegna portasse portasse che quella dice sé averlo morto; il morto; il che colui e piú la ghibellina possedendo, fa quello un altro si converria io non dubito punto o maggiori; per Nel tempo adunque loro esser conformi, ne nacque tra loro, mai poi da altro caso piacer di Cremete, che quasi l’un piú addiviene, addivenne di questa vita passò: di dopo alquanti mesi, Gisippo pregò un dí Tito già mai; ma poi pensier si stendea: di tua, Tito! Dove e in in quella reverenza reverenza che sorella? Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che, che con ciò sia cosa che che voi da marito siate, che colui prendiate per che noi vi daremo, La che un sol bascio. che di vergogna tutta era che, se egli si sapesse che che io di voi innamorata che io a me medesima che io la mia condizione che solo i cuori de’ che voi prima mi piaceste che, com’io a amore di che che io faccia questo di che mio onore e stato che io dimorassi nel che solo del mio amor che è qui, Idio per me vi che fare intendeva, si che egli e la reina alla che noi vorremo fare a te che noi del vostro amore che molti affermano, il che mentre visse sempre che egli altra che quella che dalla che dalla giovane mandata che colui che fatto che fatto l’avea vedendo che l’altre, incominciò. che a lui s’appartiene, che il facesse, a cui per che molto piú non vi che una laudevole opera e che Ottavian Cesare, non che una fratellanza e una che mai poi da altro caso che da morte non fu che quasi l’un piú che che l’altro non avea per che Cremete già vecchio che essi pari compassione che gli amici di Gisippo che con lui andasse a che alquanto con lei che accorgendosi, dopo che pon tu l’animo e che sorella? che dunque che dunque ami? dove ti Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 210 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 14 15 15 15 15 15 15 15 16 16 16 17 17 17 18 18 19 19 19 19 20 22 22 22 22 22 22 23 23 24 24 24 25 25 25 26 27 27 28 28 28 28 28 28 28 29 29 29 29 vinci te medesimo mentre Questo non si conviene non è onesto; questo a certo di giugnerlo, se quello riguardassi vera amistà richiede e richiede e che tu dei. se quello vorrai fare sono di maggior potenzia altre: elle rompono non Cose piú monstruose leggi: quello adunque amor piace a me convien volere se non quello e se io l’amo, di Gisippo, anzi l’amo Qui pecca la fortuna l’ha conceduta piú tosto Gisippo, risappiendolo, che io l’ami io ma piú altri, intanto piú a grado la morte il piú vivere, pensando m’abbi condotto in parte tosto quel merito la qual mi fia piú cara viltà, la quale, per ciò discoperse, affermando il voler morire, di stette, sí come quegli bella giovane, avvegna la vita dello amico piú passione nascosa. E come all’amico, per ciò presente e a quel verrò piú d’eccellenza la cosa tu ciò non esprimi, se d’altrui fosse stata l’avessi a render grazie a sé amata piú tosto piú tosto che a te, il e la cagione è questa, io non mi ricordo, poi poi che amici fummo, io alcuna cosa avessi fosse tua come mia. Il fosse la cosa avanti in sí fatti termini, e cosí farò, per ciò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che tu hai tempo. Quest che tu vuogli, questo non che tu seguir ti disponi, che non se’, tu il che la vera amistà che tu dei. Che dunque Che dunque farai, Tito? E poi, che si conviene. che alcune altre: elle che quelle della amistà che l’uno amico amar la che a amor piace a me che piaccia. L’oneste La che amor vuole. che giovane sono, chi me che l’amerei di chiunque che a Gisippo mio amico che a un altro; e se ella che io l’ami io che un E da che un altro. che, il cibo e ’l sonno che che il piú vivere, che la fortuna m’abbi che della mia virtú mi che mi si conviene, cioè che il vivere con che a te né posso né che, conoscendo egli che che tosto credeva venire che del piacere della che piú temperatamente, che Sofronia dovergli che onesto non ti paresse che chi amico è, come che di maggior bisogno E quanto che piaccia. che a me conceduta Ma, se tu se’ che mia. che d’averla a me che a te, il che di me, che di me, se cosí mi che io non mi ricordo, che amici fummo, che io che io alcuna cosa avessi che cosí non fosse tua che, se tanto fosse la che che altramenti esser non che di te solo la posso che io non so quello che Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 211 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 29 29 30 30 30 30 31 32 32 33 33 33 33 33 35 35 35 35 36 36 37 37 38 38 39 39 40 40 40 40 40 40 40 41 41 41 41 41 42 42 43 43 43 44 44 45 47 47 48 ciò che io non so quello cara, se io d’una cosa tuo. Egli è il vero Sofronia è mia sposa e aspettava; ma per ciò come ella è, vivi sicuro molto piú degno amore vergogna, mostrandogli maggiore; per chiaro mi mostra quello di fare. Tolga via Iddio degno ha a te donata, Se Egli avesse veduto tu né altri dee credere tanto di licenzia, questo fia quello in miei, con quella forza amico usar si dee farò le forze d’amore e so io veggio te sí presso, non t’amassi, m’è acciò ché di leggiere altra le mogli si trovasser in meglio) trasmutarla miei, io ti priego a pigliar quella letizia amata disidera. Come di consentire a questo, non so quale io mi dica il tuo, faccendo quello che tu pregando mi di’ tanto ti piace; e poi tua liberalità è tanta questo ti rendi certo, che io nol fo come uomo gl’iddii, se esser può, a grado mi sia ciò me, piú pietoso di me in questa cosa, a volere se io andassi ora a dire e’ miei parenti. Di partito la lasciassi, tu avrai perduto quello dove tu sii contento, che io con quello converrà per forza nell’altra andare: per andatosene gli disse l’andata; ma Gisippo, Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che la mia amistà ti che onestamente far si che Sofronia è mia sposa che io l’amava molto e che tu, sí come molto piú che non mia ma tua moglie che il mio non era. che quanto piú era di che, non ristando di che che alla mia s’appartenga che mai colei, la quale che io da te la riceva che a me si convenisse che mai a te conceduta che io a seguire un mio che io sommamente intendo che ne’ beni dello amico che Sofronia fia tua. che elle non una volta ma che tornare adietro né che io viva cara la vita che cosí ti piacesse non che si truovan gli amici: E per che perder te. che, di questa afflizion che che il tuo caldo amore che Tito di consentire a che Sofronia sua moglie che io faccia piú, o il che tu pregando mi di’ che tanto ti piace; e poi che la tua liberalità è che vince la mia debita che io nol fo come uomo che non conosca me da te che con onore e con ben che tu verso me, piú che io medesimo, adoperi. che effetto abbia, mi par che io per moglie non la che niente mi curerei se che i parenti suoi non la che io non avrò che io con quello che che cominciato ho seguiti che sien contenti. che, essendo Gisippo che che con la sua donna che con intero animo, Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 212 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 49 49 49 50 50 52 52 56 56 56 56 57 57 57 57 57 57 58 58 58 58 58 59 59 60 61 61 61 61 61 61 62 62 62 62 62 63 64 64 64 65 65 66 66 66 66 66 67 67 prese di lei, senza o altri mai s’accorgesse s’accorgesse che altri cosa a lui fu scritto diliberò con Gisippo; il chiara. La qual, poi ramaricando: e prima per molti filosofanti filosofanti che ciò esser di necessità ciò alcuni altri sieno apertamente si vedrà che il riprender cosa piú savio mostrar noi dobbiam credere e le nostre cose; per catene color meritino tutti, se quello è vero è vero che io intendo dite, per ciò dato, non riguardando ab eterno disposto fosse presente. Ma per ciò presupponendo o avvilire. Ma per ciò ramarichii, piú da furia dannano Gisippo per ciò col suo consiglio, data, là dove io estimo egli ha fatto quello ha piú saviamente fatto non avavate. Quello della amicizia vogliono ricordato di quelle, troppo piú stringa con ciò sia cosa amò piú la mia vita piú essere stato savio siete, con ciò sia cosa niente mi pare gli effetti. Dico ogni sua felicità e piú propia vita l’amava. E l’amava. E che quello vero e piú da commendare da commendare che quello a parte a parte. studiando. È il vero si disputerà, io dirò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che ella o altri mai che altri che Gisippo che Gisippo giacesse con che senza indugio a che, senza manifestarle che che l’uno e l’altro un che nella casa di Gisippo che ciò che s’adopera da’ che s’adopera da’ mortali che ci si fa o farà mai, che questa necessità che il riprender cosa che che frastornar non si che gl’iddii, li quali che con ragion perpetua e che, quanto le loro che che tanto in ciò si che io intendo che voi che voi dovete aver detto che mia moglie Sofronia è che ab eterno disposto che ella non di Gisippo che il parlare della che essi di niuno nostro che dal vero né nell’una che da ragione incitati, che colei m’ha data per che voi a lui col vostro che egli sia sommamente che amico dee fare; che voi non avavate. che le sante leggi della che l’uno amico per che il legame dell’amistà che quel del sangue o del che gli amici noi abbiamo che la vostra benivolenza che voi non siete, con che della providenzia che voi sentiate e molto che il vostro avvedimento che la propia vita che quello che io dico che io dico sia vero e che quello che voi fatto che voi fatto avavate, Che io giovane e filosofo che egli è ateniese e io che io sia di città Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 213 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 67 67 68 69 70 70 71 71 71 71 72 72 73 73 73 73 73 73 75 75 75 76 77 78 78 78 78 79 79 80 80 80 81 82 83 83 83 83 83 83 83 84 84 84 84 85 85 85 86 di tributaria; io dirò alla mia; io dirò marcita, anzi oggi piú nella mente avendo E assai conosco Roma caro, considerando consigli commenderà e amico di Gisippo: per ramarica, non fa quello che dee né sa quello Saranno forse alcuni non è miracolo, né cosa star volentieri quelle i mariti presi e quelle prima amiche sono state che mogli, e quelle i matrimonii palesati aggradire: quello effetti diterminati? il calzolaio piú tosto non è discreto, vi confidate, guardatevi Nondimeno dovete sapere come nemico la volli men se con quello ordine dire cercata l’avessi, amata da voi, per tema adunque l’arte occulta e feci Gisippo, a quello con verità testimoniare, me per marito volea: a da riprendere, ma ella, amico e da me amante, e insidiate. E non aspettava, cioè mio padre sia morto e a Roma tornare, per v’ho palesato quello v’avrei nascoso; il comporterete per ciò tolga Idio via questo, voi, per avventura piú piú che gl’iddii o forte a me noiose mostra nella quale, piú amici vi consigliare presi si lascino tutti e mi sia restituita, acciò sicuri di questo Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che io sia di città donna che io sia di città che mai fiorisce la che l’onesta povertà sia che egli v’era qui, e che di me là avrete che quegli del mio che chi di ciò si duole o che dee né sa quello che Saranno che egli si fa. che diranno non dolersi che di nuovo avvenga. che già contro a’ voleri che si sono con li loro che mogli, e quelle che che prima con le che con la lingua, e che di Sofronia non è Che ho io a curare se il che il filosofo avrà d’un che egli piú non ne possa che egli piú maritar non che io non cercai né con che onestamente avere, il che voi forse volete dire che, essendo ella molto che che io a Roma menata non che ora vi puote essere che egli di fare non era che io e con le debite che ella rispose di sí. che me non dimandò chi io che Sofronia occultamente che ne fareste voi piú, che mio padre sia morto e che a me conviene a Roma che, meco volendone che che io forse ancora che, se savi sarete, che che, se ingannare o che che in romano spirito che gl’iddii o che gli che gli altri uomini savi che voi danniate: l’una è che mi piaccia, alcuna che si pongan giuso gli che Sofronia mi sia che io lietamente vostro che, o piacciavi o non che Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 214 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA CORNICE X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 9 86 86 86 87 88 88 88 89 89 91 92 92 92 92 93 94 95 95 96 96 98 99 99 100 100 100 100 101 101 102 104 104 104 105 106 106 106 106 106 106 107 107 109 110 111 111 113 119 1 o non piacciavi quel io riavrò colei mia, mal grado conoscere. Poi s’uscí. Quegli Tito per parente, poi non aveva esser voluto, ritrovar Tito e dissero dissero che piaceva lor si mise a star tanto farglisi vedere, acciò il facesse chiamare; per Tito e a Gisippo parendo ricordandosi di ciò dove s’andasse, piú quistion venuti, l’uno, partirsi tanto stette i sergenti della corte, la qual cosa il pretore, era chiamato, comandò tu dannato hai, per ciò si maravigliò e dolfegli ritrarsi da far quello "Come fostú sí folle tu confessassi quello la vita? Tu dicevi e questi or viene e dice Gisippo guardò e vide già ricevuto da lui; per per ciò liberalo, e me, colpevole di quello tanta fu la tenerezza di questi due, colpevole di quello Io son veramente colui dí; e questo cattivello che qui è là vid’io che si dormiva mentre uccisi. Tito non bisogna di me quella pena piglia e tre venire, udir volle Ottaviano li due per ciò o volerti con ogni cosa da una parte l’essilio virtuosamente operare che in sé vorrebbe nel cuor sentire, suo pericolo piú temere a Pavia; e alle nozze Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che è fatto, se che è meritamente mia, che voi n’abbiate; e che Tito cosí ebbe detto, che là entro rimasono, in che Gisippo non aveva che aver Gisippo per che piaceva lor che che Sofronia fosse sua, e Al che Tito venne. che Tito ricognoscendolo che, passato oltre Tito e che che egli veduto l’avesse che già per lui fatto che d’altro di morir che era piú forte, uccise che i sergenti della che già il fatto aveva che Marco Varrone era che fosse fatto morire in che egli è innocente: io che tutto il pretorio che comandavan le leggi, che, senza alcuna pena che che tu non facesti che eri colui il quale che non tu ma egli l’ha che colui era Tito e che, di pietà piagnendo, che che l’ho meritato, che ciascun s’accusava, che nel cuor gli venne che, da grandissima che che ciascuno se medesimo che quello uomo uccisi che qui è là vid’io che che si dormiva mentre che che io i furti fatti che io scusi: la sua fama che le leggi m’impongono. che cagion movesse che erano innocenti e il che donata t’ho in Acaia che aveva della sua città che in sé vorrebbe che li che fosse operato; che egli per ciò la bella che sollecitudine aver di che della rimaritata sua Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 215 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 3 4 4 4 4 4 5 5 7 8 8 8 9 11 11 13 13 13 13 13 14 14 14 14 16 16 16 16 16 17 17 17 17 17 17 18 18 19 19 20 21 21 23 23 23 23 24 24 24 fallo Filomena, in ciò sue parole; ma per ciò del Saladino, acciò acciò che per le cose del servire, sperando sperando che quando Dico adunque adunque che, secondo oltre a’ monti, avvenne Torel vide, avvisò d’onorargli; per a Pavia pervenire a ora d’insegnarne, per ciò gl’impose quello del suo signore, senza era, s’avide cavaliere aveva dubitato avesse; per ciò, acciò stare del nostro cammino benivolenzia meritata disse: "Signori, questa me, a rispetto di quella converrebbe, per quello stati in luogo alcun sapevan latino, per pareva a ciascun di loro costumato uomo e quegli che meglio ragionasse che alcuno altro d’altra parte pareva uomini e da molto piú stimato non avea, per che seco stesso si dolea de’ suoi famigli di ciò volea, alla sua donna, Torello: "Piacesse a Dio uomini, chenti io veggio fu di cenar tempo: per tavole levate, stettero mettere in ordine ciò il Saladino d’alcuno "Io sarò desso, per ciò ben s’avisaron ciò questo non è ciò fatto e troppo piú noi non vagliamo, per "Signori, di ciò grado alla fortuna piú ora vi colse in cammino Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che del l’amistà dice, che altro è il nostro che per le cose che nella che nella mia novella che quando che sia di ciò che sia di ciò merito ci che, secondo che alcuni che che alcuni affermano, al che, andando da Melano a che che gentili uomini e che, domandando il che che dentro possiate che stranier siamo, dove che egli avesse a fare e che essi se che questo cavaliere che essi non avesser che negar non potessero che impedito alquanto che d’un sol saluto, a che voi ricevete da me, a che vi si converrebbe, che io ne’ vostri aspetti che buon fosse, e per ciò che molto bene che questo cavalier fosse che meglio ragionasse che che alcuno altro che che ancora n’avesser che costoro fossero che avanti stimato non che seco stesso si dolea che di compagnia e di piú che far volea, alla sua che savissima era e di che questa nostra che Cipri fa mercatanti! che a loro l’onorarsi che, avvisandosi messer che che dal marito l’era che a Pavia e al migliore che esser mi vi conviene. che era e dissono: che noi v’avam domandato: che noi non vagliamo, per che acconciamente ne che iersera vi fu fatto, che a voi, la quale a ora che bisogno vi fu di Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 216 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 24 25 26 27 27 28 29 30 30 30 30 31 31 31 31 33 33 33 35 35 35 35 36 37 37 37 37 38 39 40 42 42 42 42 42 42 42 43 43 44 44 44 45 46 46 46 46 47 47 questi gentili uomini furon serviti, in tanto il qual sapevano entratosene, acciò sua cara cosa rimanesse di due suoi figlioletti, figlioletti. Ma poi disse: "Adunque veggo e per ciò vi priego venire, ma considerando di chi dà riguardando cose, considerando fatto e quella di quel di quel che è a fare e e dilicati uomini, ancor prieghi impetrò da loro dimorasson con lui; per con lui; per che, poi disse: "Io giuro a Dio pure un, non andargliene, veggiam ; ma sappiendo l’andata, il pregò "Signori, io il farò poi siete, né di saperlo piú addomando; ma chi ma chi che voi vi siate, potrà ancora avvenire onore a messer Torello commendando. Ma poi nostro onore; e per ciò tornare, per mille casi certezza ho, voglio io tu mi facci una grazia: mi facci una grazia: che novella della mia vita, da questo dí mi parto". La donna, vivete e morite sicuro "Donna, certissimo sono che, quanto in te sarà, in te sarà, che questo qual cosa io non dubito disse: "Io farò ciò che io potrò di quello io v’ubidirò di questo Priego io Idio "Se egli avviene che io muoia prima Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che dintorno vi sono, a’ che, se lo ’mperadore che che era cittadino e non che niuna sua cara cosa che essi veduta non che parevan due agnoli, che con loro in piacevoli che il mio feminile che di spezial grazia mi che le donne secondo il che alla quantità del don che voi siate alle vostre che è a fare e che i che i mercatanti son che elle vaglian poco, vi che tutto quel dí che, poi che dormito che che dormito ebbero, che piú compiuto uomo né che tanti, per addosso che s’apparecchiano!; ma che il rinunziargli non che indietro se ne che vi piace, ma cosí vi che vi piaccia addomando; che voi vi siate, che voi che voi siate mercatanti che noi vi farem vedere che egli a lui fatto che tutto il Ponente non che io sono dell’andar che posson sopravenire, che tu mi facci una che che di me s’avegna, che di me s’avegna, ove che tu m’aspetti uno anno La che io mi parto". che forte piagneva, che io viverò e morrò che, quanto in te sarà, che che questo che tu mi che tu mi prometti che molti grandi e che io potrò di quello che detto v’ho; e quando che m’imponete certamente che a cosí fatti termini che io muoia prima che io che io vi rivega, Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 217 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 49 50 51 51 52 52 52 52 52 53 53 53 55 55 56 56 56 56 56 57 58 58 58 59 59 59 59 60 61 61 62 62 63 64 64 64 64 65 65 65 65 66 66 67 67 67 68 68 68 la qual durante, qual a conciare uccelli, di Messer Torello, che per altro nome era venuto fatto; per potesse tornerebbe e un degli ambasciadori, che conoscea, conoscea, che facesse avvenne un giorno e parvegli desso: per "Dimmi, cristiano, di quasi certo di quello queste robe n’è alcuna a guardare e vide quelle dover potere essere ne conosco; è ben vero due somiglian robe di già con tre mercatanti, partirmi da voi dissi oste, a vergognarsi "Messer Torello, poi mandato mi v’ha, pensate suo valor dette, comandò comandò che da ciascun, come la sua persona. Il fece ma molto piú e massimamente per ciò de’ cristiani, il dí di Dignes; e il caso, gl’ingannati; per furon de’ sí presuntuosi a loro, ma a ciascuno quale dopo alquanti mesi di maritarsi. Il le convenne far quello con questa condizione, eran vicini, avvenne montar sopra la galea a Genova ne venia; per chiamare, il domandò dove io rimasi; per ciò tramontana pericolosa e ricordandosi essere rimaritata; di in tanto dolor cadde, come il Saladin sentí, il biasimò molto e appresso il pregò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che si fosse l’arte o la che egli era grandissimo che per altro nome che il che il cristiano dal che esso, venuti certi che ella l’attendesse, e che conoscea, che facesse che facesse che quelle che quelle alle mani che, ragionando con lui che che, lasciato il primo che che paese se’ tu di che dubitava, fra sé che tu vedessi già mai. che al Saladino aveva la che desse fossero; ma che quelle due somiglian che io già con tre che a casa mia capitarono che potrebbe avvenire. che poveramente gliele che Idio qui mandato mi che non io oramai, ma voi che da ciascun, che la che la sua grazia avesse che da quindi innanzi che gli altri i due che sperava fermamente le che dal Saladin furon che sopravenne, della che molti italici che ardiron di dire sé che conosciuto l’avea. che con tribulazion che ella molte volte e che vollero i suoi che ella dovesse stare che messer Torello in che a Genova ne venia; che, fattolsi chiamare, che che viaggio avuto che, essendo ella vicina che che nelle secche di che il termine ivi a che egli in tanto dolor che, perdutone il che che sommamente l’amava, che avanti non gliele che si confortasse, Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 218 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 68 68 69 69 70 70 70 72 72 72 72 73 73 73 73 74 74 74 74 74 75 75 75 75 75 75 76 77 77 79 79 79 79 80 80 80 80 80 80 81 81 81 81 82 82 82 83 84 85 affermandogli egli adopererebbe sí, molte volte udito dire sollecitare il Saladino aveva, impose il nigromante rispose che ciò saria fatto, ma amate la donna vostra e dubitate, sallo Idio so riprendere, per ciò star la bellezza stato carissimo, poi qui v’aveva mandato, mandato, che quel tempo, nel governo del regno d’averlo saputo a tempo con quella compagnia porre a casa vostra; il casa vostra; il che poi io posso, nella forma fu meritata, e di ciò morrò certissimo; ma poi partito, io vi priego io vi priego che quello si faccia tosto, per ciò che domane è l’ultimo dí Il Saladino disse e questo fatto, comandò e la piú bella cosa "Messer Torello, l’ora s’appressa, e per ciò la qualità del cammino che a fare avete, sono. E per ciò, prima la quale è tra noi, e, se possibile è, anzi nostri tempi finiscano, veder mi vegniate, acciò quel diletto supplire commettere; e infino lettere e di quelle cose piú volentier per voi voi che per alcuno uom rispose impossibil di mente gli uscissero e e che senza fallo quello fosse prestato. Per e, fattogli vedere bere; né stette guari Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che, che dove questo facesse, che egli sarebbe in Pavia che ciò era possibile e che di ciò si diliberasse che egli vedesse via come che ciò saria fatto, ma che egli per ben di lui che ella d’altrui non che io in parte alcuna che di quante donne mi che è fior caduco, piú mi che la fortuna qui che quel tempo, che voi e che voi e io viver che io tengo parimente che io con quello onore, che la vostra vertú che poi che conceduto non che conceduto non è e voi che detto v’ho, ve ne che voi dite, eziandio che cosí preso ho per che quello che mi dite di che mi dite di fare si che domane è l’ultimo dí che io debbo essere che ciò senza fallo era che a messer Torello, il che mai fosse stata che da voi divider mi dee che io non posso né che a fare avete, che nol che nol sostiene, qui in che io a Dio vi comandi, che di me vi ricordi; e, che i nostri tempi che voi, avendo in ordine che io possa in quella, che ora per la vostra che questo avvenga non vi che vi piaceranno che per alcuno uom che che viva le farò che mai i suoi benefici e che senza fallo quello che egli gli comandava che il Saladino, che per fortificamento di che adormentato fu. E Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 219 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 85 86 87 87 89 90 90 90 92 92 92 93 93 94 95 96 96 96 96 96 96 96 97 97 97 99 99 99 99 100 100 100 101 102 102 102 103 103 103 104 104 104 104 105 106 107 107 107 107 valore e sí la segnò, tanto lucente, e al nigromante disse che si spedisse; per in questa chiesa nuovo, sopra quello il cavalier riguardavano, avvenne beveraggio consumata, domandato avea, di fu seco contento: per guardando ciò e a pregarlo non dubitasse, per ciò piú pauroso, come colui disse: "O padre mio, di L’abate, con tutto nostra paura, per ciò questa terra non ha uomo che non creda fermamente che tu morto sii, tanto tanto che io ti so dire marito, e le nozze e ciò festa, ognun pregò parlasse infino a tanto porre in salvo, ciò Torel disse: "Avanti io intendo di veder fatti conviti, io voglio amor di me voi ordiniate L’abate rispose al nuovo sposo dicendo il gentile uom rispose Torello in quello abito per riconoscenza alcuna e la ferma credenza ferma credenza che aveva toglievano. Ma poi in mano l’anello chiamare un giovinetto parte alla nuova sposa è, in segno d’aver caro di vino; con la qual poi ha bevuto quello davanti avea comandò messo in bocca, sí fece La quale presala, acciò riguardò: e riconosciuto che egli era quello in terra la tavola Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che apertamente fu poi che un torchio acceso che si spedisse; per che che incontanente in che tu cosí leggiermente che dormiva; e mentre che, essendo la vertú del che che messer Torel che forte fu seco che, a seder levatosi e che che da torno avea, che egli non dubitasse, che egli era Torel suo che per morto l’avea che dubitate voi? Io son che egli avesse la barba che in questa terra non che non creda fermamente che tu morto sii, tanto che io ti so dire che che madonna Adalieta tua che a festa bisogno fa è che di questa sua tornata che egli non avesse una che avvenuto gli fosse che di mia tornata si che contenenza fia quella che per amor di me voi che noi v’andiamo. che volentieri; e come che con un compagno che molto gli piacea. che era con l’abate se che ella n’avesse, ché la che aveva che egli fosse che egli fosse morto che tempo parve a messer che dalla donna nella sua che davanti a lei serviva che nelle mie contrade che egli venuto vi sia a che il forestiere ha che gli piace, che lavata fosse e che bevendo il lasciò che l’usanza da lui che egli era quello che che dato avea nel suo che davanti aveva, gridò: Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 220 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 108 108 108 108 108 109 109 109 109 110 110 111 111 112 112 113 113 113 113 113 113 1 2 2 2 3 3 3 3 3 3 4 4 5 5 5 6 6 7 7 7 8 8 8 8 8 8 9 9 a’ suoi drappi o a cosa o per fatto d’alcuno levare infino a tanto Torello non le fu detto sopra sé stesse, per ciò e in parte piú liete stette cheto; per infino a quel punto ciò narrò, conchiudendo e come amico rispose suo volere quel farne quivi lasciò e quello e tutti i cittadini, care gioie parte a colui piú cortesia usando molti si sforzan di fare che, benché abbian di sí mal far le sanno, fanno assai piú comperar che non vagliono, che fatte l’abbiano: per paziente, piú cara disse: "Il buono uomo denari di tutte le lode e appresso, sappiendo mie donne, per quel gente: e per ciò, acciò matta bestialità, come io non consiglio alcun alcun che segua, per ciò ciò che gran peccato fu il suo tempo spendeva alcun pensiero avea; di piú volte il pregaron moglie prendesse, acciò padre e madre discesa, mi strignete a quello vita sia quella di colui s’abbatte. E il dire di darlami tal con ciò sia cosa dissimili. Ma poi esser contento; e acciò da dolermi d’altrui trovatore, affermandovi affermandovi che, cui ch’eran contenti, sol d’una povera giovinetta bella assai estimò Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che sopra la tavola fosse che quivi fosse, levare che per messer Torello che alquanto sopra sé che tempo da abracciarlo che mai per lo racquisto che messer Torello dal dí che avvenuto gli era a che al gentile uomo, il che delle sue cose era La che piú le piacesse. che della coppa aveva che quasi per un miracolo che avute avea le spese Cotale che mai. che, benché abbian di che che che, sí mal far le sanno, che che prima le fanno assai che non vagliono, che che fatte l’abbiano: per che, se loro merito non che che mai in casa che aspettava la seguente che voi date a messer che a lui solo restava il che mi paia, questo dí che io troppo da voi non che ben ne gli seguisse che segua, per ciò che che gran peccato fu che a che a costui ben che in uccellare e in che egli era da reputar che moglie prendesse, che egli senza erede né che buona speranza se ne che io del tutto aveva che a donna non bene a sé che voi vi crediate a’ che mi piacerà, è una che io non sappia dove i che pure in queste catene che io non abbia da che di me, se mal venisse che, cui che io mi tolga, che che io mi tolga, se da che esso si recasse a che d’una villa vicina a che con costei dovesse Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 221 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 9 10 10 10 11 11 11 11 11 12 13 14 14 15 15 16 17 17 18 19 20 20 23 24 24 24 24 24 25 25 25 25 25 25 25 25 26 26 27 27 27 27 27 27 27 28 28 28 28 padre chiamare, con lui, v’è piaciuto e piace piú per compiacere a voi a voi che per disiderio Voi sapete quello qualunque quella fosse ciò venuto è il tempo a voi la promessa e promessa e che io voglio la possiate, acciò ciò piacer loro e della persona gli pareva bella corona e tutto ciò E venuto il dí e ciascuno altro fanciulla e lei trovata e comandato a ogni uom trovò il padre di lei, e di niuna cosa quegli vestimenti la quale io intendo e poi a lei rivolto, la festa non altramenti La giovane sposa parve e tanto costumata, nobile signore, di maravigliare ogn’uom marito e tanto servente, e tanto benigna, che niun ve ne era niun ve ne era che piú che sé non l’amasse e per moglie presa, e il piú avveduto uomo al mondo fosse, per ciò per ciò che niun altro ma per tutto, anzi seppe ella sí fare, con Gualtieri dimorata una fanciulla, di turbato e dicendo e spezialmente poi poi che vedevano e della figliuola era tristissimi altro mio, fa di me quello me quello che tu credi onore e consolazion sia, contenta, sí come colei Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che poverissimo era, si che io mi disponga a tor che per disiderio che io che io di moglie avessi. che voi mi prometteste, che io togliessi; e per che io sono per servare a che io voglio che voi a che voi a me la serviate. che io mi possa della che, fosse chi volesse, che che la giovinetta la che a novella sposa si che alle nozze predetto che a onorarlo era venuto che con acqua tornava che l’aspettasse, solo se che aveva nome Giannucole che egli dicesse o che fatti aveva fare, che mia moglie sia, dove che di se medesima che se presa avesse la che co’ vestimenti che non figliuola di che ella faceva che prima conosciuta che egli si teneva il piú che niun ve ne era che che piú che sé non che sé non l’amasse e che che non l’onorasse di che egli era il piú savio che al mondo fosse, per che niun altro che egli che egli avrebbe mai che gran tempo fosse che ella fece ragionare che ella ingravidò, e al che Gualtieri fece gran che i suoi uomini che vedevano che ella che ella portava che nata era tristissimi che mormorar non facevano che tu credi che piú tuo che piú tuo onore e che io sarò di tutto che conosco che io sono Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 222 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 28 28 29 30 30 30 31 31 31 31 32 32 33 33 34 34 34 35 35 35 35 35 36 37 38 38 38 38 39 39 39 39 40 40 40 40 40 40 40 40 40 42 43 43 43 43 43 44 45 come colei che conosco io sono da men di loro e superbia levata per onor detto alla moglie a me conviene far quello Egli m’ha comandato ricordandosi, comprese a costui fosse imposto egli l’uccidesse: per e benedetola, come fa compiutamente quello non la lasciar per modo a Gualtier sentire ciò sua parente, pregandola Sopravenne appresso un figliuol maschio, il non bastandogli quello disse: "Donna, poscia duramente si ramaricano rimaner lor signore: di ci vorrò esser cacciato, convenga fare di quello pensiere alcuno, per ciò quella medesima maniera né altre parole fece fatte avesse, di femina questo poter fare faceva; e se non fosse I subditi suoi, credendo altro non disse se non quello ne piaceva a lei a lei che a colui con molti de’ suoi disse per moglie Griselda e e che egli cognosceva procacciar col Papa che con lui dispensasse e lasciar Griselda; di fu molto ripreso; a altro rispose se non se non che conveniva e lasciar Griselda; per e lasciar te; e per ciò lavoratori, io intendo mia moglie non sia, ma te ne torni con la dote e io poi un’altra, non convenirsi, e quello Comandatemi Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che io sono da men di che io non era degna di che egli o altri fatto che i subditi non potevan che il mio signor mi che io prenda questa che a costui fosse che egli l’uccidesse: per che prestamente presala che gran noia nel cuor che il tuo e mio signore che le bestie e gli che detto aveva la donna, che, senza mai dire cui che che la donna da capo che carissimo fu a che fatto avea con che tu questo figliuol che un nepote di che io mi dotto, se io che non mi convenga fare che io altra volta feci e che niuna cosa m’è cara che mandato aveva per la che della fanciulla fatte che Gualtieri si che ella faceva; e se non che carnalissima de’ che egli uccidere avesse che quello ne piaceva a che a colui che generati che generati gli avea. che per niuna guisa piú che egli cognosceva che che male e giovenilmente che con lui dispensasse che un’altra donna che egli da assai buoni che nulla altro rispose che conveniva che cosí La che cosí fosse. che, fattalasi venir che che i miei passati sono che tu piú mia moglie non che tu a casa Giannucolo che tu mi recasti, e io che trovata n’ho che io stata son con voi che io quella dota me ne Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 223 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 45 45 45 45 45 45 45 46 46 47 47 47 47 48 48 48 48 48 49 49 50 50 50 50 50 50 50 51 51 51 52 53 53 54 54 54 54 55 55 56 56 56 56 56 56 57 58 58 58 quella dota me ne porti né somiere, per ciò di mente uscito non m’è se voi giudicate onesto della mia virginità recai e non ne la porto, la dota mia vi piaccia ne possa. Gualtieri, voglia di piagnere avea v’erano il pregavano non fosse veduta colei andarono i prieghi; di pianto di tutti coloro la videro. Giannucolo, potuto questo esser ver guardati l’aveva i panni s’avea quella mattina Gualtier la sposò; per cosí fece veduto a’ suoi mandò per la Griselda d’onorarla; e tu sai io non ho in casa donne né fare molte cose e per ciò tu, e per ciò tu, che meglio metti in ordine quello quelle donne fa invitar tua tornare. Come Griselda, come a colei potuto por giú l’amore le mani, né mai ristette giorno delle nozze, come donnesco tutte le donne Bologna alla sua parente anni la piú bella cosa al parente suo pregandol seco e di dire a tutti uomo, fatto secondo vicini da torno trovò la mia donna. Le donne, pregato Gualtieri Gualtieri che o facesse stesse in una camera o egli alcuna delle robe le prestasse, acciò e ciascun diceva sua donna, veggendo non avvenire, per ciò la quale estimava Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che che io ci recai: alla di mente uscito non ignuda m’aveste; e se quel corpo nel quale io ci recai e non ne almeno una sola io portar ne possa. maggior voglia di d’altro, stando pur egli una roba le sua moglie tredici la donna, in camiscia la videro. creder non avea mai Gualtieri la spogliati s’avea Gualtier la sposò; recatigliele e ella presa aveva una a lui venisse; alla io non ho in casa mi sappiano acconciar a cosí fatta festa si meglio che altra altra persona queste da far ci è, e quelle ti pare e ricevile queste parole fossero non aveva cosí potuto ella gli portava come ella ebbe tutto i panni avesse poveri a quelle vennero, e maritata era in casa mai si vedesse (e il gli piacesse di costei per sua il marchese il attendevan questa molto avevano, ma o facesse che la la Griselda si stesse egli alcuna delle sue erano state le cosí non andasse Gualtieri aveva fatto di niente la novità savia molto la ella sotto il forte Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 224 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL 58 58 59 59 59 59 59 59 60 60 61 61 61 61 61 61 62 62 62 62 62 63 63 63 63 64 66 67 68 68 68 68 68 69 69 1 2 3 4 4 5 6 6 6 6 7 7 7 7 nascosa tenesse; per che, che fattalasi venire, in sorridendo le disse: "Che Che ti par della nostra savia come ella è bella, che ’l credo, io non io non dubito punto che voi non dobbiate con quanto posso vi priego che quelle punture, le le quali all’altra, che vostra fu, già deste, a questa, ché appena che io creda che ella le ché appena che io creda che ella le potesse Gualtieri, veggendo che ella fermamente ciò in alcuna cosa men che ben parlava, la si Griselda, tempo è omai che tu senta frutto della tua lunga pazienzia, e che coloro li quali me e bestiale conoscano che ciò che io faceva a conoscano che ciò che io faceva a teco a vivere avessi: il che che, quando venni a moglie, gran paura ebbi che non m’intervenisse, e e trafissi. E però che io mai non mi sono mai non mi sono accorto che in parola né in fatto te quella consolazione che io disiderava, a te a un’ora ciò che io tra molte ti tolsi le punture ristorare che io ti diedi. E per animo prendi questa che tu mia sposa credi, e lungamente stimato avete che io crudelmente poter dar vanto che niuno altro sia che, che niuno altro sia che che, sí com’io, si possa lei e molti altri che quivi erano Gualtieri, come che troppo reputassero il pose in istato, che egli onoratamente e e consolato visse. Che si potrà dir qui? se si potrà dir qui? se non che anche nelle povere nelle reali di quegli che sarien piú degni di degni di guardar porci che d’avere sopra uomini Chi avrebbe, altri che Griselda, potuto col abbattuto a una che quando, fuor di casa, scuotere il pilliccione che riuscito ne fosse una il cielo, e vedendo che il sole era già basso donne, come io credo che voi conosciate, il città continuamente, poi che questo pistolenzioso uscimmo di Firenze; il che secondo il mio abbiam fatto; per ciò che che, se io ho saputo ben vedere e sentire; il che senza dubbio in onore E per ciò, acciò che per troppa lunga consuetudine alcuna cosa che in fastidio si la sua parte dell’onore che in me ancora dimora, piacer fosse di voi, che convenevole cosa ci partimmo. Senza che che, se voi ben potrebbe multiplicare che ogni nostra alla nostra partita, che intendo che sia partita, che intendo che sia domattina; ove Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 225 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia CORNICE CORNICE CORNICE FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE X X X X X X X X X X X X CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE 8 9 9 12 12 13 14 14 15 15 15 15 1 2 2 2 3 3 3 3 3 4 4 5 5 5 5 6 6 6 6 7 7 8 9 9 9 9 9 9 10 10 11 12 12 14 14 16 16 con lui del modo levatisi, non altramenti il re alla Fiammetta ciò ch’io m’aveggio / fura. / E cosí quel tanto se ne vede, / pur / donna pregata sia ché, se ne fia nessuna / finita, cosí Dioneo, a tutte, acciò la possessione, poi essendo la notte presso aver fornito riposo. Il quale prima dire (con ciò sia cosa spezial privilegio piú avventura alcune di voi di voi che diranno cosa io nego, per ciò niuna sí disonesta n’è, si disdica a alcuno: il Ma presuppognamo di piatir con voi, paroletta piú liberale piú d’apparer s’ingegnan che d’esser buone, dico d’averle scritte, cose. Sanza d’autorità conceduta giusta, lasciamo stare femina, e a Lui medesimo d’altramenti fatte, dove l’onestà non meno Le quali, chenti e assai altri, e a colui direm noi, per ciò nuoce a’ febricitanti, sia malvagio? Chi non sa direm noi, per ciò e le ville e le città, difendon di coloro di loro, ma di coloro non giovano, cosí quelle degne, piú reverende, sí sono egli stati assai negheranno, né sarà mai né sarà mai che altro similmente di quelle qui esserne alcune Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che a tenere avesse nella che usati si fossero, chi che dicesse una canzone, che altre donne savie son che m’è somma ventura / che sia chi inviti che non s’attenti / di che con parole o cenni o che allato l’era, ridendo che per ignoranza non vi che cosí ve ne dovete che mezza, come al re che io nel principio che io le conceda, che a me paia esser che l’altre cose, anzi che diranno che io abbia che io abbia nello che niuna sí disonesta che, con onesti vocaboli che che qui mi pare assai che cosí sia, ché non che mi vincereste, dico, che forse a spigolistra che d’esser buone, dico che piú non si dee a me che generalmente si che alla mia penna non che sia al pennello del che egli faccia a san che volle per la salute che le scritte da me, si che in altra par te è che elle si sieno, e che ha la febbre è nocivo che nuoce a’ febricitanti che sia malvagio? Chi non che il fuoco è utilissimo che egli arde le case e che sia malvagio? che pacificamente di che malvagiamente che tanto oneste non sono che quelle della divina che, quelle perversamente che che altro che utile e che utile e oneste sien che diranno qui esserne che, non essendoci, che Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 226 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CORNICE CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL CONCL AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE AUTORE 16 17 17 17 17 17 17 17 17 18 18 19 19 19 19 20 20 20 20 20 20 20 21 21 21 21 22 22 22 23 23 23 23 23 25 25 25 25 26 26 26 26 26 26 27 28 28 28 29 e per ciò esse pur presuppor si volesse e lo scrittore, che non fui, dico io non mi vergognerei non fossero per ciò truova, da Dio in fuori, e Carlo Magno, ne seppe tanti creare fu mai sí ben coltivato, l’erbe migliori. Senza parlare. Tuttavia lasci star quelle che pungono, e quelle portan segnato quello ancora, credo, sarà tal credo, sarà tal che dirà alle quali ancora dico, brievi fossero. E come tempo passato sia da poi infino a questa ora se ella quel fa per il tempo faticano, oltre a questo, per ciò parlar vi si conviene si conviene che a quegli Né dubito punto non sien di quelle ancor grazie e rendo, per ciò ciò, parlando a quelle non m’hanno, affermo anzi son io sí lieve e considerato e di scede, estimai E chi starà in pensiero ancor non si truovino si truovino che diranno e velenosa, per ciò de’ frati? A queste vuol perdonare, per ciò ciò che non è da credere è da credere che altra le muova, per ciò e nol ridicono; e se non mi disse una mia vicina novelle. E per ciò quelle cotali, voglio voglio che quello umilmente ringraziando Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 che le dissero le dovevan che io fossi stato di che non fui, dico che io che io non mi vergognerei che tutte belle non che maestro alcun non si che ogni cosa faccia bene che fu il primo facitor che esso di lor soli che in esso o ortica o che, a avere a favellare che che va tra queste che pungono, e quelle che che dilettano legga: elle che esse dentro dal loro che dirà che ce ne son di che ce ne son di troppo che chi ha altra cosa a che molto tempo passato che io a scriver che io al fine vengo Le che egli l’adopera. che a voi, donne, alle che né a Atene né a che a quegli che hanno che hanno negli studii che non sien di quelle che diranno le cose dette che da buon zelo che pesato non m’hanno, che io non son grave, che io sto a galla che le prediche fatte da’ che quegli medesimi non che di quelle ancor non che diranno che io abbia che io abbia mala lingua che in alcun luogo scrivo che cosí diranno si vuol che non è da credere che che altra che giusta che giusta cagione le che i frati son buone che di tutti un poco che io l’aveva la che animosamente ragionan che quello che è detto che è detto basti lor per che dopo sí lunga fatica Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 227 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia ché CORNICE CORNICE CORNICE PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO FILOSTRATO NEIFILE FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FIAMMETTA EMILIA EMILIA PANFILO ELISSA ELISSA ELISSA FILOMENA FILOMENA DIONEO DIONEO DIONEO CORNICE FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO PAMPINEA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA PANFILO ELISSA ELISSA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA I I I I I I I I I I I I II II II II II II II II II II II II II II II II II III III III III III III III III III III III III III III III III III III INTRO INTRO INTRO 1 1 1 1 1 1 1 1 7 1 2 2 2 2 5 6 6 7 8 8 8 9 9 10 10 10 INTRO 1 1 1 2 3 3 3 3 3 4 5 5 6 6 6 6 6 15 85 112 29 35 38 60 62 67 70 72 21 8 11 13 30 38 31 42 56 30 22 56 83 36 64 25 36 39 13 9 22 24 11 28 30 30 35 46 29 11 26 12 34 38 38 40 ancora ebbe di male: ché non solamente il già disposti a venire, ché veramente, come che io dico vi piaccia, ché disposta sono in ciò e lasciate fare a me, ché fermamente io acconce perché io infermo sia, ché io amo molto meglio disse: "Dí sicuramente, ché il vero dicendo né in "non dite leggier cosa, ché la domenica è troppo ser Ciappelletto "ché ché io, non avvedendomene "Oimè, messere, ché un peccato m’è rimaso "Dillo sicuramente, ché io ti prometto di Non piagner, confortati, ché fermamente, se tu del suo, se egli n’ha, ché del nostro non "Per questo non rimanga, ché di pervenire infino bisogno ti fia venuto, ché ché, se fallito non ci ti darà buono albergo, ché il nostro il darà al fuoco e si cenerà, ché so che cenato non ha. e di basciarmi, ché io abraccerò e disse: "Ahi lassa me, ché assai chiaro conosco e disse: "Ahi lasso me! ché passati sono omai piace mi fa affliggere, ché tanto quanto io amerò non con le parole, ché non si sapea fare forte: "Aiuto, aiuto! ché ’l conte d’Anguersa suo disidero l’aprisse, ché ella senza alcuno che Dio dea loro, ché essi fanno ritratto l’anima vostra a Dio, ché a voi, senza passar d’amante e di marito: ché l’amante a un’ora lei colta in iscambio, ché ché, quanto è io, non mi e vientene meco, ché mai ben non sentii e sforzatevi di vivere, ché mi pare anzi che no ancora accorti: ché essi videro il il diavolo in corpo, ché non si può far cosa "Di’ sicuramente, ché per certo io nol dirò del mondo da ciò costui; ché ché, perché egli pur sentire il suo amore, ché sapeva che in vano o e avvegnane che può; ché io ho molto piú caro dei tuoi il dicessi, ché gli ne potrebbe questo biasimo ti segua, ché io sarò sempre e malvagio uomo? Eccole, ché ella medesima guardi di piú noiarmi, ché io vi prometto di non mi fo; fate pur ben voi; ché io farò bene io, se membri, e ancor piú; ché ché, se di là come di qua no, rispose il Zima "ché ché voi mi prometteste di che io vi conterò; ché ché, quando vogliate, che noi siamo al lume, ché io ti possa giú, come ella doveva! Ché non rispondi, reo non rispondi, reo uomo? Ché non di’ qualche cosa? io cosí gentil donna? Ché non rispondi, sozzo Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 228 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia EMILIA EMILIA EMILIA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA NEIFILE NEIFILE NEIFILE DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA ELISSA FILOMENA PANFILO PANFILO NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE FILOSTRATO DIONEO DIONEO DIONEO ELISSA FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO NEIFILE FILOMENA FIAMMETTA DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO CORNICE III III III III III III III III III III III III III III III III III IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV IV V V V V V V V V V V V V V V 7 7 7 8 8 8 8 8 8 9 9 9 10 10 10 10 10 1 1 1 2 2 2 4 5 6 6 8 8 8 8 9 10 10 10 3 4 4 4 5 8 9 10 10 10 10 10 10 CONCL 71 74 78 25 27 46 51 65 72 3 41 52 15 15 22 27 34 42 43 61 13 24 25 26 10 19 38 18 20 22 24 23 14 36 46 11 37 40 47 32 39 16 17 43 47 57 59 60 2 che ti piace addomanda, ché senza fallo, ov’egli di buon cuore stesse, ché per certo che, avanti donna mia, rallegrati, ché per certo tu riavrai non vi maravigliate, ché per questo la santità che Idio vi manda, ché assai sono di quelle "Domine, falla trista, ché ella non diede al che l’uomo fosse geloso, ché io non sarei stato. "Ferondo, confortati, ché a Dio piace che tu lasciate far pur me, ché come io la troverò, ella non fu la primiera, ché poche poi dell’altre che vi piace mi dite, ché mai da me non vi ma per far bene, ché mi pare che si debba "Oh lodato sia Iddio, ché io veggio che io sto meglio che non stai tu, ché io non ho cotesto veramente nimico di Dio, ché ancora al ninferno, si fugga del ninferno; ché, ché s’egli vi stesse figliuola, no, ché egli si fa bene anche E certo non a torto: ché, ché se’ miei occhi non si potrebbe concedere, ché cosí hai saputo un "Rimanete con Dio, ché io mi parto. E velati sien fatte come le mie? ché sarei bella nel fosse il ben venuto, ché egli la troverebbe bene, e anche si pareva, ché in ogni luogo che lor giustizia negare, ché la dimandavano, fece hai tu a far di Lorenzo, ché tu ne domandi cosí anima mia, aiutami, ché io muoio, e cosí sciagura vi racconti, ché son certa che udita "Per Dio, non gridare, ché io sono il tuo Iddio che tu te ne vada; ché se mio marito ti riscaldar si potesse, ché era agghiacciato a dire: "Deh, Girolamo, ché non te ne vai tu? cavalier dee fare; ché se io, non "Leva sú, dormiglione, ché, ché se tu volevi dormire quistion del mondo, ché colui domandava i piú in casa non menarlo, ché io ti pagherei di "Pietro, campiamo, ché noi siamo assaliti!, tu non facci motto, ché in verità, poscia che anima mia, come faremo, ché il giorno è venuto e "Riposatevi oramai, ché forse maggior bisogno e fanne cercare, ché tu troverrai quante donne v’aveva (ché ché ve ne aveva assai che di guerire di forza, ché io ti prometto che la io nol perdessi tutto, ché non vorrei che tu fede d’onesta donna, ché mi sarei confessata moglie d’Ercolano! Deh ché non vai dormi per che a me non avviene. Ché, posto che io sia da Ché da cena qualche cosa, ché mi pare che questo non ha ancor cenato; ché quando tu nella tua fatto cosí fece ella: ché dato col siniscalco Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 229 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia CORNICE CORNICE DIONEO CORNICE PAMPINEA NEIFILE FILOSTRATO ELISSA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA FIAMMETTA PAMPINEA FILOMENA FILOMENA FILOMENA NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE NEIFILE PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO V V V VI VI VI VI VI VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII VII CONCL CONCL CONCL INTRO 2 4 7 CONCL 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 3 3 3 5 5 5 5 5 5 6 7 7 7 8 8 8 8 8 8 9 9 9 9 9 7 12 19 10 16 18 14 46 20 20 23 32 10 11 12 12 12 14 16 18 20 22 28 29 25 28 30 34 18 22 33 34 35 58 20 23 35 41 21 36 37 45 48 49 26 45 52 67 78 Aldruda, levate la coda, una bella, se tu vuogli, / in servigio di me, Alla fé di Cristo, servigio fare a me, ho’ a quella d’iersera; di questa non avvengono, signor, che tu vogli; / aver paura, se ciò è, temere non ci bisogna, "Ben la so io incantare, fatti con Dio, e Giannello Scrignario, lodato sia tu sempre, sentito il marito, mio, io son morta, questo si voglia dire, vuogli oggi far nulla, che mal punto ci venni! troverrei ben con cui, pane per piú d’un mese, uomo, vatti con Dio, "Fate sicuramente meco, tenuta entro feccia, disse: "Io son morta, e Iddio il ci mandò; ma non abbiate paura, la donna: "Non andare, non gli vo’ dire a te, ma pure lascia fare, di voi m’incresce, mandiate persona a casa, non dubitate di questo, guardar che tu fai; per Dio aiutatemi, né d’alcuno altro, se egli vi verrà, in malanno, rea femina, onor fia e menintene: stare di questo, mano addosso mi ponessi, e sconoscente, denari che egli è? noi non sentiamo piú, e lei vegnente ricevi, donna disse: "Non fare, voglio fare io medesima, tu in questo smemorato, occhi dello ’ntelletto: Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Ché buone novelle vi reco ché noi non voglian ché vedi ch’io / già mi ché debbo sapere quello ché io so non meno ben ché se cosí gridato ché essa solamente le ché, se tu ’l fai, ancor ché ché io dissi dianzi il Te ché ella non ci può, per ché l’altrieri, quando io ché la testa dell’asino ché cosí aveva nome il ché, benché tu m’abbi ché ché al modo del picchiare ché ecco il marito mio, ché egli non ci tornò mai ché io ti veggio tornare ché avrei potuto avere un ché egli ci son de’ ben ché io ho venduto a ché tu odi che mia ché io son suo marito. ché egli è tutto ché ecco il marito mio: ché per certo, se venuto ché io gl’incanterò e ché tu guasteresti ciò ché tu non se’ prete. ché io gli darò quello ché io vi veggio a questo ché, se il mio marito il ché ché per certo io terrò sí ché io giuro a Dio, se ché io non sia nelle ché sono stata e sono ché son certa del sí. ché io il dirò domattina ché per certo in questa ché non ne posso altra ché, alla croce di Dio, ché ché egli non ne fu degno Ché, se io fossi come voi Ché ché per certo, se piú ché per certo, se tu nol ché io il ti so dire io, ché almeno, se egli ti ché noi non ci siamo, poi ché, quantunque a quegli ché Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 230 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia DIONEO DIONEO DIONEO FILOMENA FILOMENA NEIFILE NEIFILE PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO PANFILO ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA ELISSA EMILIA EMILIA EMILIA EMILIA FILOSTRATO FILOSTRATO FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA PAMPINEA FIAMMETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA VII VII VII VII VII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII 10 10 10 CONCL CONCL 1 1 2 2 2 2 2 3 3 3 3 3 4 4 4 4 5 5 6 6 6 6 6 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 8 9 9 9 9 9 16 28 29 11 12 8 17 24 26 28 30 31 24 46 55 57 60 7 8 21 25 8 13 4 8 19 33 37 8 32 35 36 41 50 60 70 78 91 99 106 109 122 122 14 37 43 62 69 81 il terzo dí appresso, ché forse prima non aveva sciocco, non dubitare, ché di qua non si tiene "Meuccio, fatti con Dio, ché io non posso piú / deh dilmi tu, ché domandarne altrui / sí m’ha infiammata, / ché io non trovo dí né che egli andasse a lei, ché egli gliele andatevi pur con Dio, ché io acconcerò bene la potrebbe esser questo? ché siete tutti quanti mi volete cotanto bene, ché non mi fate voi un che io recai a marito, ché vedete che non ci fé di Dio non farete, ché ella n’è divenuta andare infino a casa, ché vedi che ho cosí è di varie grossezze, ché alcuna n’è piú, Bruno: "Noi che faremo? Ché non ce ne andiam noi? vuoi tu murare, ché noi veggiamo qui come fatto hai; ché, ché poi sodotti ci niuna cosa mi fu detta, ché sapete quanto esser questa donna era colei, ché non solamente non ne bene, e son vedova, ché sapete quanta onestà che si vedesse mai: ché ella aveva il naso sentita da’ fratei miei, ché sai che ti dormono meco infino a palagio, ché io vi voglio mostrare non gli credete, ché egli è un che io vi mostri, ché assai l’avete di casa: non v’impacciate, ché io nol farei mai. Le "Ohimè disse Calandrino "ché ché io dico da dovero. che ci ha da torno, ché son certo che alcun io per l’amor di Dio; ché ché, se io sapessi pur oggi venuta in vano, ché ché, se io non erro, io madonna: aprite per Dio, ché io muoio di freddo. dolce, che io non posso ché questo uscio fa sí io mi possa riscaldare, ché io son tutto divenuto è? Portatelo in pace, ché quello che stanotte non stea in pensiero, ché ché, se il suo amante destro da ciò del mondo, ché io ho un podere verso s’è saputo vendicare, ché questa non è stata cioè l’onor mio: ché ché, se io tolsi a te gran voglia di scendere, ché non te ne gitti tu in avendole tu risapute ché l’avresti, avresti il lascia stare a altrui, ché io ho trovata donna e i miei panni mi reca, ché io rivestir mi possa, oltre misura vendico, ché ché, se io feci te nella la morte, dallami tu, ché io la disidero piú non aver dottanza niuna, ché io ti prometto che io io non me ne maraviglio, ché io ho bene udito dire avviene che io ne sia: ché infino a ora voglio i traditor che tu se’, ché altri che tu non ha ma io non volli, ché io era pur disposto a che detto ne fosse: ché non vi fummo noi poi) Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 231 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA LAURETTA DIONEO DIONEO DIONEO DIONEO PANFILO FILOMENA ELISSA FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO FILOSTRATO NEIFILE FIAMMETTA FIAMMETTA PANFILO PANFILO PANFILO EMILIA DIONEO DIONEO DIONEO CORNICE NEIFILE FILOSTRATO FILOSTRATO LAURETTA LAURETTA PAMPINEA FILOMENA FILOMENA FILOMENA FILOMENA PANFILO PANFILO DIONEO DIONEO FIAMMETTA CORNICE VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII VIII IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX IX X X X X X X X X X X X X X X X CONCL AUTORE che’ (cf. che) che DIONEO I 9 9 9 9 9 10 10 10 10 CONCL 1 2 3 3 3 3 3 3 3 4 5 5 6 6 6 9 10 10 10 CONCL 1 3 3 4 4 7 8 8 8 8 9 9 10 10 CONCL 83 84 86 104 111 31 32 34 60 11 23 8 16 18 24 24 26 27 27 15 4 19 26 26 27 25 11 12 12 5 11 10 25 29 43 44 11 19 37 38 81 102 47 59 14 4 4 21 sicuro, non vi venite, voi guardate forse per questo non vi sfidate, ogni cosa putirvi, ve ne ricordate molto! cosí prestamente avere: venduti i panni miei, io che voi lasciate, grossa usura ne vuole, mel convien celare; / io non avrò fatto nulla, madonna, levatevi tosto, "Vieni e cuoprimi bene, come il fatto sta, sano come io non sono, egli mi stea molto bene, che tu ti sgomenti, non abbia a partorire, so come io mi facessi; ricogliendol testé, per che noi siam qui, ma guardianci di Nello, mente bene per la gola, non è egli giaciuto: tu non va da attorno, vuol dir questo? deh! non ti tribolar di me, è cosí tuo come tu di’, quello incantesimo, adoperare accenderà: ti faccia Dio, bestia, se’ tu maravigliosa! suo arco e la sua spada, che alle tavole erano, non ti sia men cara; renda e grazie e merito, lui andasse a vederla, ella dee essere amata, adunque Sofronia tua, (non vo’ dir perder lei, piaceranno richiedermi, che ella n’avesse, una roba le donasse, non diate a questa, in ciò oltraggio; / che cosí sia, ché voi fareste danno a ché io porto i guanti in ché sicuro e gagliardo ché ancora non s’era sí ché ne disse il messo ché, se io avessi spazio ché ché, se cosí non fosse, ché ché, se fosse cosí ché ché egli non ne vuol meno ché, s’el fosse sentito, ché ché essi non mi ché noi abbiam trovato ché io mi sento un gran ché io mi sento non so ché io mi leverei e ché io non la doveva mai ché, lodato sia Idio, noi ché ché io non so come io mi ché io odo fare alle ché, indugiandosi pure di ché ché per aver festa e buon ché egli è parente della ché con la Niccolosa non ché io mi ci coricai io ché questo tuo vizio del ché non ceni, se tu vuoi ché io sto, bene, per ciò ché non ti fai tu ché tu possa far cavalla ché la vita nostra, che ché tu se’ fatta come il ché per trentadue porti ché altra arme non avea, ché v’avea di valenti ché io ti giuro per ché io da render non l’ho ché veduta ancora non ché dee e meritamente per ché di leggiere altra che ché non la perderò ché piú volentier per voi ché la barba grande e lo ché non fosse veduta ché appena che io creda ché, se ne fia nessuna / ché ché non intendo di piatir non m’avavate monstrato che’ che monaci si debban far Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. Copyright © 2001 Edited by/Curata da Michael Papio Send questions, comments and corrections to: Per domande, commenti e correzioni scrivere a: [email protected] 232 DECAMERON WEB Concordance to the Decameron http://www.brown.edu/decameron Che – Cheggia NEIFILE NEIFILE ELISSA CORNICE cheggia CORNICE VII IX X CONCL AUTORE 8 CONCL 2 47 9 27 5 I INTRO 61 fecer cosí. Ben vorrei ch’altro non ha in disio io trovai piú vicino piú le parole pesan che’ che che’ che che’ che che’ che miei figliuoli suoi piaceri. / bagni un valente fatti e piú solo che l’appetito le cheggia, cheggia e soli e Based upon/Testo di riferimento: G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923. Data contained herein not to be republished in any form without prior written consent. 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