La cellula, la membrana citoplasmatica, i lipidi.
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La cellula, la membrana citoplasmatica, i lipidi.
La cellula, la membrana citoplasmatica, i lipidi. L’origine della vita Tutte le forme di vita condividono la gran parte dei meccanismi molecolari, poiché discendenti da un progenitore comune comparso sulla terra circa tre o quattro miliardi di anni fa, avete letto bene miliardi! Questo riferimento temporale ci tornerà utile quando affronteremo il discorso sull’alimentazione per comprendere che molti cibi, come ad esempio i cereali, il latte e i suoi derivati, comparsi all’incirca da 10-15.000 anni, le patate, il mais, i pomodori importati in Europa dopo la scoperta dell’America, fanno parte della nostra dieta da pochissimo tempo, un’inezia rispetto a quello dell’evoluzione umana. Figura 1.1- Albero evolutivo della vita. Si parte da un progenitore comune dal quale derivano tre gruppi evolutivi principali: batteri, Archea ed eucarioti. Batteri e Archea non hanno membrane interne che invece caratterizzano gli eucarioti. L’origine degli eucarioti non è ancora certa, anche se sappiamo che hanno ereditato geni sia dai batteri sia dagli archei, tanto è vero che un’ipotesi presa in considerazione è quella della fusione di un archeo con un batterio. Ci sono prove che supportano la teoria che la vita sia iniziata da polimeri di RNA autoreplicanti, racchiusi dentro vescicole lipidiche. In questo ipotetico primordiale stadio dell'evoluzione chiamato” mondo a 1 RNA”, la sintesi proteica era ancora Evoluzione divergente un processo lontano a venire. Alla formazione di queste vescicole Gli organismi contemporanei si sono diversificati dal progenitore lipidiche e dell’ RNA avrebbero contribuito sia i minerali argillosi, sia comune già in tempi lontani. Durante l'evoluzione il genoma si è i meteoriti come sorgente di materie diversificato attraverso tre processi : prime per la sintesi degli acidi nucleici. Quest’ultima, poi, potrebbe 1) Divergenza genetica essere stata facilitata dal congelamento dell’acqua che 2) Duplicazione genica e divergenza concentrando l’acido cianidrico in 3) Trasferimento laterale microscopiche gocce avrebbe creato un ambiente vantaggioso alle reazioni di sintesi degli acidi nucleici stessi. L'evoluzione ha fatto il resto. Sono comparsi prima i procarioti, con i quali ha avuto origine circa 3 miliardi di anni fa la fotosintesi clorofilliana; i cianobatteri, a loro volta, hanno liberato nell’atmosfera una quantità elevata di ossigeno, loro sottoprodotto, modificando radicalmente l'ambiente e rendendolo favorevole allo sviluppo di altre forme di vita. In seguito presero vita gli eucarioti, ma non se ne conosce né il periodo di comparsa, né il ciclo vitale, anche se dallo studio dei loro genomi sembra che siano presenti da più di 2 miliardi di anni. Riguardo alla loro origine, un'ipotesi suggestiva è quella che cellule di due domini di procarioti si siano unite in una relazione simbiotica. Il mitocondrio partecipe di questa relazione Il mitocondrio simbiontica entrò a far parte delle cellule eucariote Ha attivato i processi molecolari per la sintesi diventando per le stesse un vero e proprio nucleo dell’ATP mettendo a disposizione tutto ciò energetico, mantenendo anche diversi geni con che occorreva per la fosforilazione ossidativa. capacità di sintesi proteica. Per quanto concerne i perossisomi non è chiara la loro origine, poiché in essi non sono state trovate tracce di acidi nucleici. Per questo motivo è improbabile che derivino da procarioti simbionti, pertanto l’ipotesi più probabile è che essi siano una specializzazione del reticolo endoplasmatico. Circa 1 miliardo di anni fa gli eucarioti svilupparono strategie per aggregarsi e quindi formare nuovi organismi pluricellulari. In questa fase l’evoluzione delle piante e delle alghe seguì una strada diversa da quella di altri organismi da cui avrebbero successivamente preso origine i funghi e gli animali. Sono stati studiati fossili risalenti a più di 600 milioni di anni fa e si è notato che gli animali possedevano già corpi complessi e simmetria bilaterale. Circa 700 e 500 milioni di anni fa comparvero rispettivamente i Cnidari, vi appartengono coralli e meduse, e i primi animali pluricellulari microscopici; tutto quanto su descritto è stato possibile perché circa 3,5 miliardi di anni fa i progenitori comuni a tutti gli esseri viventi avevano immagazzinato le informazioni genetiche. Gli organuli cellulari La cellula che è l’unità fondamentale del nostro organismo, in condizioni adeguate, può essere considerata un organismo autonomo capace di vita propria, seppur con funzioni diverse ha uguali processi biochimici alla base. Tutte hanno, come caratteristica comune, la stessa composizione chimica fondamentale. L’acqua e la principale costituente. 2 La cellula è delimitata da una membrana che la circonda, al suo interno contiene gli organelli, che possono essere considerati suoi veri e propri organi; anche strutture interne della cellula, per esempio il nucleo, i mitocondri etc. sono rivestiti da membrane. Ulteriore importante funzione della membrana, come nei lisosomi, è Via di secrezione o dell’esocitosi di confinare al suo interno gli enzimi digestivi, che Coordina la produzione e la secrezione di altrimenti distruggerebbero tutto ciò con cui dovessero diverse molecole, dal reticolo endoplasmatico venire a contatto nella cellula e addirittura potrebbero alla membrana citoplasmatica e ai lisosomi. portarla a morte. Gli organuli sono integrati nelle loro Via dell’endocitosi funzioni con trasporto di “materiale” attraverso le Meccanismo con il quale la cellula assume membrane, trasportano sostanze anche per mezzo di sostanze dall’esterno attraverso la membrana. vescicole che si formano per gemmazione; questo Queste vie operando in maniera coordinata, meccanismo è detto traffico vescicolare. fanno si che ci sia la distribuzione e il ricambio E’ difficile stimare con esattezza quante cellule compongono il corpo umano, si parla di trilioni, ma varia in ogni soggetto. Per avere un’idea della dimensione di una cellula, basta sapere che una goccia di sangue contiene circa 5 milioni di globuli rossi, 7-8 mila globuli bianchi oltre alle piastrine, che però sono di dimensioni ridotte rispetto ai globuli. La dimensione varia da cellula a cellula, si può prendere come esempio per una dimensione media e tanto per avere un’idea di massima il globulo rosso che ha un diametro di circa sette micron, il globulo bianco, più variabile intorno ai 10-12 micron, una cellula nervosa che può raggiungere lunghezze notevoli. Esistono decine di tipi diversi di cellule, ciò dipende dalla loro funzione. Oggi la ricerca è impegnata a scoprire il funzionamento della cellula a livello molecolare. di proteine e lipidi (grassi) di membrana. Decine e decine di proteine sintetizzate nel citoplasma sono destinate ai mitocondri, ai perossisomi e ad altri organelli; il reticolo endoplasmatico provvede alla sintesi di proteine e ai lipidi di membrana di tutta la cellula. Anche i ribosomi attraverso “sequenze segnale” (particolari e specifiche sequenze di aminoacidi) si dirigono verso recettori presenti sulla membrana del reticolo endoplasmatico per sintetizzare proteine. Altre vescicole si muovono dal reticolo endoplasmatico verso l’apparato di Golgi, la membrana cellulare e i lisosomi. Sono da tener presenti anche le vescicole che tornano al reticolo endoplasmatico dall’apparato di Golgi. Le proteine transmembrana e luminali, sintetizzate ex novo, trasportate attraverso il sistema di secrezione sono detti cargo. Questo meccanismo mi fa pensare alla membrana come la torre di controllo della cellula, che smista il traffico locale e coordina quello a distanza. 3 Figura 1.2- Cellula in sezione Segue una descrizione sintetica degli organuli cellulari, un’attenzione particolare sarà riservata alla membrana cellulare, avremo modo di capire il suo ruolo fondamentale nella fisiologia cellulare. Nucleo Gli elementi più importanti all'interno del nucleo sono i cromosomi, contengono il DNA che a sua volta è costituito dai geni, che sono i costituenti più piccoli. E’ rivestito anch'esso da una membrana che lo separa dal citoplasma, tutti gli scambi tra il nucleo e la cellula sono possibili per la presenza di pori nucleari, canali che permettono il passaggio di diverse sostanze. Sono molte le sostanze che dal citoplasma entrano nel nucleo e viceversa, tra le più importanti le proteine ribosomiali, RNA messaggeri oltre a proteine trasportatrici. Il ciclo cellulare, cioè la moltiplicazione, avviene sotto una serie di controlli di qualità detti “punti di controllo”, che garantiscono il completamento di ogni fase del ciclo, il processo è quasi tutto interno al nucleo. Ribosoma Provvede alla sintesi delle proteine, lo fa mettendo insieme le giuste sequenze di aminoacidi. Reticolo endoplasmatico rugoso Agglomerato di sacche piatte, sulle loro membrane ci sono numerosi ribosomi che sintetizzano le proteine in stretta relazione con l'apparato di Golgi. Svolge un ruolo importante nella maturazione delle proteine e nella biosintesi lipidica. Anche quest'organello possiede una membrana che regola la concentrazione citoplasmatica di calcio (Ca2), i suoi enzimi entrano in gioco anche nella metabolizzazione dei farmaci. C’è anche un reticolo endoplasmatico liscio ma non presenta i ribosomi sulla superficie. Questi organelli sono presenti soprattutto a ridosso della membrana nucleare. Apparato di Golgi È costituito da una serie di pile di sacche membranose piatte, con associate numerose vescicole che provengono dal reticolo endoplasmatico. Ha il compito di modificare gli zuccheri contenuti delle proteine (glicoproteine) , che saranno poi utilizzate dalla cellula. Lisosomi Sono organelli contenenti enzimi degradativi, che sono le proteine deputate alla digestione/distruzione di varie sostanze, in genere altre proteine. 4 Microtubulo Polimero cilindrico di tubulina e ha un diametro di 25 nm. Costituisce il fuso mitotico, ha la funzione di binario sopra il quale si muovono gli elementi che partecipano alla divisione cellulare. Centriolo Piccolo agglomerato di nove triplette di microtubuli che si trova nel centro della cellula, centrosoma, vi si ancorano i microtubuli. Importante nella replicazione cellulare. Perossisoma Il mitocondrio usa l’ossigeno molecolare per completare l’ossidazione dei grassi, degli zuccheri e delle proteine con produzione finale di anidride carbonica (CO2) e acqua (H2O). Questo importantissimo organello lo troviamo vicino ai siti di utilizzo dell’ATP, come cellule muscolari, nervose… è presente in numero maggiore o minore in dipendenza del tipo di cellula. Nell’epatocita, la cellula del fegato è presente in notevole quantità, così come lo è in tutte le cellule che hanno una intensa attività metabolica. Nel globulo rosso non ve ne sono. Vescicola costituita da membrana impermeabile contenente enzimi. Mitocondrio Si pensa che abbia avuto origine circa 2 miliardi di anni fa, due sono le ipotesi, 1) dalla fusione di un batterio e una cellula di tipo Archaea, 2) per simbiosi con una cellula eucariote primordiale. Conserva resti di genomi procariotici, anche se ora dipende da geni trasferiti nel nucleo della cellula ospitante. Il genoma del mitocondrio umano ha poco più di 16.000 coppie di basi che servono per la sintesi di 13 proteine della sua membrana. Tutte le altre proteine mitocondriali, da 600 a 1.000, sono sintetizzate da geni localizzati nel nucleo. Costituito da una membrana esterna e da una interna ripiegata in creste. All’interno di quest’organulo avviene la produzione di energia, adenosina trifosfato (ATP), la” moneta energetica” dell’organismo, attraverso complessi processi biochimici. E’ importante anche nella difesa della cellula perché entra in gioco come risposta a stimoli tossici esterni come nel caso dei farmaci per es. in chemioterapia. Il DNA mitocondriale è ereditato solo dalla madre. Chi volesse approfondire e rendersi conto del funzionamento del mitocondrio, a livello biochimico, deve studiare il ciclo di krebs conosciuto anche come ciclo dell'acido citrico o ciclo degli acidi tricarbossilici. Membrana citoplasmatica e lipidi E’, a mio modo di vedere, l’elemento più importante per il buon funzionamento della cellula, ovviamente, ma di dell’organismo. La membrana delimita anche le strutture interne della cellula organuli. Da essa dipendono tutte le funzioni biochimiche che garantiscono l’omeostasi cellulare come: attività dei canali Ca++, K+ etc., trasporto di proteine, fino ad arrivare alle importantissime funzioni dei recettori e alle vie di trasmissione. Delimita il confine tra la cellula e l'ambiente Ernest Overton (1865 - 1933) 5 circostante, se sommiamo la superficie delle membrane, comprese quelle interne, di tutte le cellule è quella più vasta in senso assoluto, la potremmo definire un vero e proprio “organo” in quanto a funzioni svolte. Fu Ernest Overton il pioniere degli studi sulla membrana cellulare, già all’epoca propose un modello a doppio strato lipidico. I primi esperimenti su membrane di globuli rossi iniziarono negli anni 20 del secolo scorso, già da allora s’intuì che le sue proprietà non si spiegavano solo per il fatto di avere il doppio strato lipidico, ma doveva esserci altro. Si scoprì in seguito che erano le proteine a svolgere un ruolo importante. Nel 1926 un più moderno modello di membrana fu proposto da Gorder e Grendel; per parlare di proteine di superficie si dovette aspettare il 1943.Con l’avvento del microscopio elettronico, fu possibile comprendere che le proteine sono parte integrante della membrana. Le proteine che attraversano il doppio strato lipidico sono dette proteine integrali di membrana, quelle collocate sulle superfici proteine periferiche di membrana. Ha uno spessore che misura all’incirca 5-7 nanometri (nm), ricordo che 1 nm corrispondente a 10-9 metri, che equivale a 1 milionesimo di millimetro. Le membrane sono composte da due strati di "grassi" disposti uno sopra l'altro, ogni molecola è composta da una parte polare (solubile in acqua) da cui origina una coda apolare (insolubile in acqua). Le particolari proprietà chimico-fisiche obbligano queste molecole ad assumere configurazioni obbligate (figura 1.3, 1.4, 1.9). Attraverso essa, in entrambe le direzioni e in dipendenza della funzione, passano diverse sostanze come i trasportatori, che sono proteine simili agli enzimi deputate a far muovere attraverso la membrana diversi tipi di soluti, le pompe che servono a far muovere gli ioni (in genere cationi), i canali che sono pori della membrana che si aprono e chiudono con ritmo regolare, permettendo così il passaggio di ioni attraverso la membrana. L'uomo ha circa 400 geni che codificano per proteine canale, la nomenclatura si basa sugli ioni trasportati: sodio, calcio e potassio, solo per citare le più importanti. Prendiamo come esempio una delle pompe più importanti quella sodio-potassio. Ogni cellula possiede migliaia di questi canali incorporati nella membrana, ogni volta che si apre espelle atomi di sodio e contemporaneamente fa entrare atomi di potassio. Il passaggio di ambedue gli ioni avviene contro i rispettivi gradienti di concentrazione, l'energia necessaria proviene dalla scissione dell'adenosina trifosfato (ATP). Solitamente per ogni molecola di ATP che è utilizzata, sono espulsi 3 ioni sodio e contemporaneamente 2 ioni potassio entrano all'interno. Tutto questo meccanismo fa sì che la cellula abbia una carica negativa interna e una carica positiva esterna, rendendola simile a una “batteria autoricaricabile”. Sulla membrana cellulare ci sono altri tipi di proteine effettrici quali: proteine citoscheletriche, enzimi e loro sottoprodotti che vanno sotto il nome di Integral Membrane Proteins (IMP), che fungono da segnali per l'attivazione dei geni, contrariamente a quanto si pensava, i geni non controllano la loro stessa attività. Le proteine effettore rispondendo ai segnali dell'ambiente circostante raccolti dai recettori, controllano l'espressione genica (espressione genica è l’attività dei geni). In altre parole, possiamo dire che la cellula risponde agli stimoli dell'ambiente e non al suo codice genetico. Irv Konigsberg affermava che una cellula messa in coltura e sofferente, per scoprire la causa della sofferenza bisogna osservare, prima di ogni altra cosa, l'ambiente e non solo la cellula. Jean Baptiste de Lamarck formulò la sua teoria cinquant'anni prima di Darwin, affermava che l'evoluzione si basasse su un'interazione” istruttiva” e cooperativa tra gli organismi e il loro ambiente, tra l'interazione consente agli esseri viventi di sopravvivere e di evolvere in modo dinamico. Pensava, infatti, che gli esseri viventi acquisiscano e trasmettano gli adattamenti necessari alla sopravvivenza in un ambiente che muta. Darwin stesso ammise di non aver adeguatamente considerato il ruolo dell'ambiente, lo scrive a Moritz Wagner: “ a mio parere, il più grave errore che ho commesso è non aver dato sufficiente peso all'azione diretta dell'ambiente il clima, e così via, indipendentemente dalla selezione naturale… Quando scrissi l'Origine, e per molti anni a seguire, non trovai che scarsissime prove dell'azione diretta dell'ambiente; ora invece sono numerose”. 6 Figura 1.3- membrana cellulare al microscopio elettronico. Fosfogliceridi Figura 1.4-. Le teste (raffigurate come palline gialle) si attraggono, le code (colore azzurro) si respingono. Le prime sono idrofile, polari: richiamano l’acqua, le seconde idrofobiche, apolari: respingono l’acqua ma si attraggono tra loro), Questo spiega perché la membrana cellulare assume questa particolare caratteristica del doppio strato. L'unità fondamentale è il fosfogliceride, chiamato anche glicerolfosfosfolipide, spesso è chiamato fosfolipide impropriamente perché altri lipidi contengono fosfato. Ha una struttura testa-coda di natura anfipatica, che significa, essere contemporaneamente compatibile con l’ambiente polare e apolare (figura 1.4). La sintesi dei principali lipidi che sono fosfogliceridi, colesterolo e ceramide, si svolge nel reticolo endoplasmatico, per la precisione nel foglietto citoplasmatico del doppio strato lipidico. Oltre che dai fosfogliceridi le membrane sono formate per il 35% da colesterolo e un 10% di sfingolipidi. Le membrane sono influenzate, dal punto di vista chimico-fisico, dalla lunghezza degli acidi grassi e dal numero dei doppi legami, dalla temperatura. Ceramide composto di sfingosina e acido grasso, molto rappresentata nelle membrane cellulari, ha funzione di segnalatore riguardante la regolazione cellulare di: differenziazione, proliferazione e morte programmata perciò il nome di "messaggero di morte cellulare". 7 I grassi sono importantissimi per l'organismo umano, per questa ragione è necessario prestare attenzione all’alimentazione , poiché i grassi non sono tutti uguali, ma ci sono quelli utili e quelli dannosi. Importanti per l'uomo sono gli acidi grassi essenziali, cioè quelli che non riesce a sintetizzare e li deve assumere con gli alimenti, nel caso dovessero mancare le prime strutture a risentirne sarebbero proprio le membrane che a quel punto non funzionerebbero bene. Cerchiamo di fare chiarezza, un acido grasso non è altro che una lunga catena di atomi di carbonio (C) legati ad atomi d’idrogeno (H), lunghezza che può variare da 11 a 25 gruppi H-C-H (CH2). Quando l’acido grasso ha tutti gli atomi di carbonio (C) legati a due atomi d’idrogeno, (H) è un acido grasso saturo, che sta a significare per l’appunto la saturazione di tutti i legami (figura 1-5) Figura 1.5 - esempio di acido grasso saturo: acido stearico, CH3 (CH2)16COOH. Se un atomo di carbonio (C) non lega un atomo d’idrogeno, ma s’impegna nel legame con l’atomo di carbonio vicino, allora l’acido grasso sarà monoinsaturo (figura 1-6.). Il doppio legame crea una particolare configurazione geometrica, una curvatura permanente nella catena, che conferisce minor rigidità alla membrana. Se c’è più di un doppio legame, allora sarà un acido grasso polinsaturo. Sono queste le caratteristiche che fanno sì che i fosfogliceridi anfipatici formino i doppi strati, la cellula è capace di produrre oltre 100 tipi di fosfogliceridi principali, va rimarcato che il doppio o i doppi legami creando la curvatura nella catena conferiscono fluidità alla membrana. Figura 1.6 - esempio di acido grasso monoinsaturo: acido oleico, CH3 (CH2 )7 CH=CH (CH2 )7 COOH. Appartiene alla serie omega−9 (ω−9) o acidi polienoici che hanno in comune il primo doppio legame tra il nono e il decimo atomo di carbonio. L’acido oleico è contenuto nell’olio di oliva nella misura del 60-80%. 8 Il fosfogliceride prende il nome dal tipo di molecola che ne forma la testa: componente della testa formula carica Acido fosfatidico (PA) non ha gruppo di testa negativa Fosfatidiletanolammina (PE) etanolammina neutra Fosfatidilglicerolo (PG) glicerolo negativa Fosfatidilcolina (PC) colina neutra Fosfatidilinositolo (PI) inositolo negativa Fosfatidilserina (PS) serina negativa 9 10 A differenza degli acidi grassi omega-3 e omega-6, quelli appartenenti alla serie omega-9 non sono considerati essenziali, l'organismo li sintetizza da altri acidi grassi insaturi, di seguito è riportato un elenco di acidi grassi omega – 9 acido oleico 18:1 (omega−9) acido eicosenoico 20:1 (omega−9) acido erucico* 22:1 (omega−9) acido nervonico 24:1 (omega−9) acido eicosatrienoico 20:3 (omega−9) *acido grasso monoinsaturo omega−9 (ω−9) a 22 atomi di carbonio, contenuto nell’olio di colza, oggi oli più selezionati ne contengono sempre meno, è cardiotossico in quanto aumenta i depositi lipidici nelle arterie. 11 Ora passiamo a elencare gli acidi grassi: SATURI INSATURI 12 Possiamo usare anche una diversa notazione che è quella più comunemente usata, la descrizione fatta sopra è scolastica. Acido Acido Acido Acido Acido laurico 12:0 miristico 14:0 palmitico* 16.0 stearico 18:0 arachidico 20:0 Acido palmitoleico ** 16:1 Acido oleico*** 18:1 Acido linoleico 18:2 Acido linolenico 18:3 Acido arachidonico 20:4 *l’acido palmitico dei saturi è il grasso più rappresentato nelle membrane cellulari. **si ottiene per desaturazione per opera dell’enzima Stearoyl-CoA Desaturasi (SCD) che catalizza l’inserzione di un doppio legame in posizione cis-Δ9 dell’acido palmitico. *** l’acido oleico è il più diffuso dei monoinsaturi, l’organismo lo può produrre dall’acido stearico per opera dell’enzima Stearoyl-CoA Desaturasi (SCD), l’acido oleico conferisce alla membrana una notevole fluidità. Tabella 1-1. Il primo numero di seguito al nome dell’acido grasso indica il numero di atomi di carbonio (C) totali, il numero subito dopo i due punti indicano il numero di doppi legami, se equivale a 1, il grasso si dice monoinsaturo, se maggiore di uno, polinsaturo. Il primo atomo di carbonio che si deve conteggiare è quello del gruppo carbossilico (C-OH.) Una cosa che è subito evidente è il diverso punto di fusione, che va da 77°C a -49°C, questo già ci da un’idea del tipo di grasso. Ultima cosa da tener presente la configurazione geometrica del doppio legame, è diversa se cis o trans, uno sguardo alla figura 1.8 ci aiuterà a capire. Se dovessimo trovarci di fronte una “stringa” del tipo: 9cis,C18:1, non sarà un problema, perché sappiamo che è un acido grasso monoinsaturo con 18 atomi di carbonio con un doppio legame in posizione 9 e con configurazione geometrica cis. 13 Figura 1.8 – Configurazione geometrica dei legami cis e trans. Ora dovrebbe essere tutto più chiaro! La stragrande maggioranza degli acidi grassi insaturi delle cellule dell’organismo umano, hanno una configurazione cis, quella trans è innaturale, se presente, non è fisiologico. A questo punto dobbiamo rivolgere l’attenzione agli alimenti, fatti con oli manipolati, anche a parziale Composizione della membrana idrogenazione, per gli effetti deleteri che hanno sulla Generalmente le membrane hanno una salute, mi riferisco soprattutto alle malattie cardiovascolari. composizione mista, nel foglietto Quello dell’idrogenazione è un processo che consente di esterno i glicerofosfolipidi tendono a aggiungere atomi d’idrogeno all’acido grasso polinsaturo, separarsi dagli sfingolipidi e a saturandolo parzialmente o totalmente, il procedimento localizzarsi con il colesterolo in microdomini, denominati rafts, che consiste nell’innalzare la temperatura, in genere intorno ai sembra si formino per una carenza di 180°C, aggiungere idrogeno alla presenza di altri elementi doppi legami nelle catene degli come nichel ma a volte anche altri. Con questo sfingolipidi. Un ruolo importante è procedimento si ottiene un grasso che ha un punto di attribuito alle proteine ancorate agli fusione più elevato quindi solido a temperatura ambiente, acidi grassi, riuscire a stabilire il loro un esempio è la margarina. Nonostante il legislatore abbia grado di segregazione sarà cercato di normare questo specifico settore, l’industria fondamentale per comprendere le alimentare nei prodotti da forno, dolci, nelle famose funzioni della membrana soprattutto la merendine, etc. oltre ai grassi trans ci infila quantità funzione di segnalazione. rilevanti di acidi grassi saturi, i cosiddetti oli vegetali, senza che ci dicano di che tipo siano. Le industrie alimentari usano questo tipo di grasso perché non essendo soggetto a irrancidimento, allungano la vita dei prodotti. Circa il 5% di acidi grassi trans è prodotta durante il processo di raffinazione dell’olio di semi non spremuto a freddo, in pratica tutti o quasi. Gli effetti negativi sulla salute degli acidi grassi trans, possono essere riassunti in pochi, ma importanti, punti: altera il rapporto colesterolo HDL*, colesterolo LDL* e questo ci espone a una serie di patologie cardiovascolari, con questo termine ci si riferisce sia alla malattia coronarica, sia ai processi aterosclerotici*. * high density lipoprotein (HDL) è il colesterolo buono, low density lipoprotein (LDL) è il colesterolo cattivo. Gli acidi grassi trans abbassano il colesterolo HDL e fanno innalzare il colesterolo LDL. I “grassi” in senso generale creano problemi all’interno delle arterie piccole, come quelle del cervello e del cuore (coronarie), 14 questo tipo di problema consiste nel deposito di sostanze grasse che vanno incontro ad indurimento e creano una “incrostazione” sul pavimento dell’arteriola che a lungo andare innesca processi di infiammazione con successivo rigonfiamento della lesione ed infine ostruzione del lume con le conseguenze di infarto e accidenti cerebro-vascolari. Abbiamo più di un valido motivo per allontanare queste sostanze dalla nostra tavola e i prodotti che le contengono, come margarina, grassi, oli parzialmente idrogenati, prodotti dell’industria dolciaria: merendine, gelati, pasticceria. Quando la nostra cellula non trova gli acidi grassi cis per costruire le sue membrane utilizza i trans, con tutte le conseguenze negative, meglio non mangiarli! Fonte: " Trans Fatty Acid in Human Nutrition", J . L . Sébédio e W. W. C hris tie, T he oily press, 1 9 98. micella liposoma Figura 1.9 -I fosfogliceridi di membrana assumendo forma sferoidale formano le micelle, l’acqua funge da solvente e le code costituite da acidi grassi essendo idrofobe, fuggono dall’acqua e tendono a riunirsi assumendo cosi l’unica conformazione possibile, cosi come assumono conformazioni diverse il bilayer e un liposoma. La fluidità dipende dalla concentrazione di colesterolo, oltre che ad altri fattori, oltre a questo fa diminuire la fluidità della membrana. Fonte : Giorgio Sartor Lipidi e membrane ////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// Dopo aver descritto l’essenziale sui grassi, una trattazione più tecnica non è lo scopo di questo scritto, passiamo all’aspetto pratico, andiamo cioè a esaminare il fosfogliceride più comune: la lecitina con la sigla E 322. Principale elemento della lecitina (lekithos - λεκιθος, tuorlo d'uovo) è la fosfatidilcolina che è una mescolanza di fosfatidilcolina, acido fosforico, colina, glicerolo, trigliceridi e altri fosfogliceridi. Lecitina e fosfatidilcolina, generalmente, sono utilizzate come sinonimi. Sono i fosfogliceridi più importanti per le membrane cellulari che ne contengono circa il 75%, tutti ne abbiamo sentito parlare perché usata come additivo per fare dolci, maionese, cioccolato e tanti altri prodotti. È’ prescritta per le proprietà ipocolesterolemizzanti (cioè abbassa il colesterolo) La fosfatidilcolina o lecitina, come più comunemente chiamata, è un fosfogliceride che contiene colina è uno dei più importanti elementi delle membrane cellulari, maggiormente rappresentato sul foglietto esterno della membrana plasmatica. Si ritrova nel tuorlo dell'uovo, lekithos - λεκιθος, tuorlo d'uovo e nella soia.(figura 1.7) 15 Questo è quello che troverete scritto sulle confezioni di lecitina dei marchi più nobili in commercio, ingredienti: lecitina di soia, acetato di DL-alfa-tocoferile (vitamina E), cloridrato di piridossina (vitamina B6), anti agglomeranti biossido di silicio. La lecitina viene estratta dalla soia, è un procedimento chimico, si usa esano o eptano che estrae l’olio dal seme, frantumato in precedenza, successivamente portando la temperatura a 150°C circa il solvente evapora e si prende dal composto solo la lecitina dopo vari passaggi di raffinazione che contemplano vari” giochi “con le temperature. Oltre alla lecitina vengono estratte molte altre sostanze quali fosfatidilserina e altre lecitine modificate dall’azione degli enzimi usati nella lavorazione. Alla fine degli anni 80 fu verificato attraverso una review, quanto realmente fosse efficace la supplementazione con la lecitina, rilevarono che molti studi erano carenti per quanto concerne controllo e campione esaminato (erano poche le persone studiate e non erano adeguati i controlli che generalmente questo tipo di studio impone). Gli effetti ipocolesterolemizzanti osservati in questi studi erano dovuti più alla variazione del regime alimentare o alla presenza di acido linolenico presente nella lecitina Povere membrane! Senza addentrarci nei meandri oscuri della biochimica, è sufficiente sapere che l’organismo è in grado di sintetizzare tutti gli acidi grassi, esclusi quelli che vanno sotto il nome di essenziali, allungando le catene di carbonio. Per fare un esempio se si parte dall’acido palmitico la cui formula è C16:0, per azione di un enzima (elongasi) che aggiunge due atomi di carbonio, si ottiene l’acido stearico C18:0. E’ possibile un allungamento di due atomi di carbonio per volta, per tale ragione gli acidi grassi dei mammiferi hanno un numero pari di carbonio. Il sistema enzimatico Fatty Acid Synthase (SFA), è deputato all’assemblaggio degli acidi grassi saturi, di questo enzima conosciamo ancora poco, sappiamo però che è connesso a un aumento della proliferazione cellulare. La fonte principale di acidi grassi per l’organismo sono gli alimenti, che ci fornisce i mattoni costitutivi, la biochimica fa il resto. Vedi tabella 1-1 Solo per conoscenza riportiamo la rappresentazione di un trigliceride Sono composti da glicerolo e acidi grassi, non avendo un gruppo polare di testa non sono incorporati nel doppio strato della membrana. Si trovano soprattutto nelle cellule adipose bianche, che sono deputate al loro accumulo, sotto forma di grosse gocce oleose l’ideale per accumulare riserve energetiche. 16 Qualche indicazione per riconoscere rapidamente alcune caratteristiche dei grassi, generalmente quelli di origine animali sono solidi, mentre quelli vegetali sono oli. A differenza degli acidi grassi saturi, gli insaturi sono liquidi a temperatura ambiente e si trovano soprattutto nel regno vegetale, in particolare nei semi e nelle noci. Poiché i grassi polinsaturi sono soggetti a ossidazione se riscaldati, è meglio non usarli per friggere, da questo punto di vista l’ideale sono strutto , peccato che è ricco di acido arachidonico e burro perché acidi grassi saturi e non avendo doppi legami creano meno radicali liberi. Tutto ciò solo se non riusciamo a fare a meno della frittura e di tanto in tanto. Terminiamo con gli acidi grassi polinsaturi, che sono quelli che presentano più di un doppio legame, detti anche polyunsaturated fatty acids (PUFA) ulteriormente distinti in omega-3 e omega-6, di cui tutti noi abbiamo sentito parlare; sono gli acidi grassi essenziali essential fatty acids (EFA) essenziali perché il nostro organismo non li sintetizza come fanno le piante, ha quindi necessità di introdurli con il cibo. Stiamo parlando dell’acido linoleico (C 18:2) e dell’α-linolenico (C18:3) di provenienza dal mondo vegetale. Dobbiamo supplementare con omega-3 e omega-6 per non incorrere in una carenza, lo devono fare soprattutto i vegetariani poiché non mangiano pesce. L'acido alfa-linolenico è trasformato dall'organismo in DHA e EPA, se mangiamo pesce non è più così tanto necessario. Solo a titolo informativo riporto il contenuto di acidi grassi di due alimenti importanti quali il salmone fresco 0.89 EPA 1.19 DHA e lo sgombro 0.73 EPA 1.26 DHA. Molte malattie sono state messe in relazione con una carenza di omega 3, sono allergie, morbo di Alzheimer, aterosclerosi, alcune forme di tumori, eczema, ipertensione, psoriasi e malattie cardiovascolari. In gravidanza è preferibile non assumere cibi contenenti acidi grassi con configurazione geometrica trans perché possono interferire con il metabolismo degli EFA, ma favorire alimenti che contengono omega-6 ed omega-3, in rapporto adeguato, necessari per la sintesi di eicosanoidi e costituenti delle membrane cellulari, perché c’è una aumentata richiesta per “fabbricare” nuove membrane. Koletzko, B. Fatty acids and early human growth. Am. J. Clin. Nutr, 2001, 73: 671-672. Figura 1.11- I più importanti acidi grassi omega-3 e omega-6. Una volta assunti i precursori con gli alimenti, l’organismo con i meccanismi enzimatici fa il resto del lavoro. 17 Ora abbiamo conoscenze se pur limitate, ma non dobbiamo concorrere per il Nobel, sufficienti per non fare errori nella scelta dei nostri cibi, dobbiamo leggere le etichette, già non chiare e incomplete, mi riferisco per esempio alla famosa dicitura “ olio vegetale” che però non ci dice nulla sul vegetale; in genere si tratta di olio di palma o di cocco, in prevalenza grassi saturi che nulla hanno a che vedere con il nostro olio extravergine d’oliva che già da solo tutela l’integrità delle nostre membrane. Anche gli acidi grassi saturi sono i costituenti della membrana cellulare ma vanno rispettate le proporzioni, perché se si eccede con questo tipo di grasso aumenta il rischio di irrigidire la membrana, nel bilancio giornaliero dovremmo attestarci a un consumo massimo di 8- 10 grammi di questo tipo di grassi. Le membrane devono essere elastiche fluide per ottemperare alle loro funzioni, il globulo rosso è la cellula che ha tutte le componenti di acidi grassi bilanciate e quindi maggiore elasticità, infatti ha il difficile compito di infilarsi, deformandosi, nei meandri più angusti del corpo umano. Ci deve essere un preciso equilibrio tra omega-3 e omega-6 per non incorrere nel rischio di vedere aumentare l’acido arachidonico che è molto pericoloso. Il rapporto ottimale tra omega 3 e omega 6 deve essere 4 a 1. Riassumiamo i punti più importanti: Anisakis simplex Nematode parassita intestinale di mammiferi marini, ospite intermedio, di acciuga, merluzzo, tonno, salmone, sardina, nasello, sgombro. Una volta ingerita la larva si impianta sulla parete dell’intestino e tende a perforarne la parete. La sintomatologia è varia: dolore addominale, nausea, vomito già a poche ore dall’ingestione, fino alla cronicizzazione con sintomatologia che simula patologie infiammatorie croniche. L’aceto o il limone non hanno nessuna azione lesiva sul parassita, che muore se sottoposto a temperature maggiori di 60°C o per diverse ore in abbattitore. Se siete curiosi e volete vedere il parassita collegatevi a: Eliminare gli acidi grassi trans, che troviamo nella http://www.youtube.com/watch? margarina e negli alimenti contenenti grassi idrogenati. v=9OBkz30SVrs Cercare di avvicinarsi al rapporto ottimale di 4 parti di omega 3 su 1 di omega 6, nella dieta dei paesi occidentali questo rapporto è 17-25 a 1, quindi molto sbilanciato. Siccome abbiamo un fabbisogno giornaliero di pochi grammi, è sufficiente un cucchiaino di un olio extravergine d’oliva spremuto a freddo. L'acido alfa-linolenico è contenuto in semi di lino, di canapa e noci. I semi di canapa cominciano a essere usati sperimentalmente per alimentare i maiali perché, sembra, che il grasso dell’animale alimentato in questo modo, abbia una composizione eccellente dal punto di vista nutrizionale, sembrerebbe essere un grasso terapeutico. Le noci hanno un eccessivo contenuto di acido linoleico, vanno quindi mangiate con moderazione, i semi di lino hanno una quantità di acido linoleico esigua, è bene ricordarsi che generalmente l’olio di semi di lino è estratto con metodi che possono alterarne le caratteristiche. Si sconsiglia di friggere il pesce, preferibile cucinarlo a temperature non elevate, altrimenti si ossidano gli acidi grassi omega-3; l’ideale è la cottura a vapore. Evitate di mangiare pesci di grosse dimensioni come pescespada, tonno…poiché contengono mercurio (vedi capitolo dedicato ai metalli tossici) preferire quelli di piccola dimensione prestando attenzione a cuocere le acciughe (alici) perché possono essere infestate dal temibile anisakis simplex. Evitare di cuocerlo nella cosiddetta carta stagnola o vaschetta/ teglia d’alluminio perché è tossico. 18 Ognuno di noi e in dipendenza del tipo di alimentazione, stato metabolico ossidativo ed enzimatico, avrà una personalissima “ costituzione” di membrana, come dire se per fare un muro si hanno a disposizione mattoni, pietre e paglia il risultato dipenderà dalle quantità disponibili, il risultato sarà diverso in dipendenza della percentuale del tipo di materiale che si ha a disposizione. Per la cellula è importante avere, al momento della replicazione cellulare, a disposizione le percentuali adeguate di acidi grassi per la formazione delle membrane; solo così sarà garantita la creazione di una membrana esente da difetti e ne sarà garantita una buona struttura e funzionalità. Figura 1.12- Le cosidette piste omega-3 e omega-6 L’enzima delta-6 desaturasi è comune nella pista metabolica omega-3 e omega-6, per la prima l’acido grasso “capofila” è l’acido α-linolenico, per la seconda l’acido linoleico; questi vengono trasformati in altri acidi grassi polinsaturi in dipendenza delle necessità metaboliche dell’organismo. L’acido grasso precursore (“capofila”) deve essere introdotto con gli alimenti, sarà l’organismo a trasformarli e ricavarne tutto ciò di cui necessita attraverso opportuni processi enzimatici. La miglior fonte di omega-3 sono i pesci perché si nutrono di alghe, vegetali che ne hanno in quantità elevata e nessuno le considera alimento. Dobbiamo immaginare le piste omega-3 e omega-6, ognuna su un piatto della bilancia e dobbiamo mantenerle in equilibrio, abbiamo già accennato che l’optimum è un rapporto 4:1, contro un rapporto 15-20:1 che si riscontra nei paesi industrializzati. Per avere il controllo della bilancia dobbiamo innanzitutto sapere la quantità di acidi grassi “capifila” che introduciamo con gli alimenti, nel caso specifico quanto acido linoleico e acido linolenico, potete 19 farlo tranquillamente perché siete diventati bravi e sapete perfettamente come funziona. Mi rendo conto che comunque qualche difficoltà ci possa essere, c’è anche in campo scientifico perché la discussione è incentrata sulla relazione esistente tra il cibo e l’infiammazione. Questo problema non esisteva sicuramente nel Paleolitico prima dell’avvento dell’agricoltura, perché DAL RISCHIO ESTINZIONE A… Le alghe non ci poteva essere uno Circa 150.000 anni fa per l’uomo ci fu il rischio d’estinzione, infatti, sbilanciamento delle piste circa il 95% delle specie appartenenti ai primatile scomparvero dalla Le dovremmo considerare “verdure del mare”, in favore dell’omega-6. Il terra. Le poche migliaiaconosciute di ominidi sopravvissuti sulle rive dei laghi e apprezzate nel nord Europa,delin problema oggi è che centro Africa, impararono a mangiare alghe e molluschi e si salvarono Bretagna per esempio, ma il popolo che per abbiamo una quantità dall’estinzione. Meritotradizione degli acidi grassidi polinsaturi Omega-3, ne consuma più è quello giapponese enorme di alimenti a soprattutto l’acido docosaesaenoico (DHA), inizia a sviluppare le che addirittura le coltivano. Sono ricche di Sali disposizione, parlo dei abilità, inizia a pescare,minerali, il cervellovitamine subisce una modificazione, aumentadi e hanno la particolarità paesi industrializzat i, di volume, l’uomo comincia a lasciare i “segni”, le forme di pensiero. aiutare l’organismo a eliminare sostanze nocive purtroppo nei paesi Circa 15.000 anni fa impara a coltivare, ad allevare, si rompe un come quelle radioattive e i metalli tossici. sottosviluppati c’è ancora equilibrio, i carboidratiAlcalinizzano. entrano a far parte dell’alimentazione. lo spettro della Consideriamo tre fasi per la nostra alimentazione: malnutrizione, ma la Fase selvatica o della “dieta paleolitica”. qualità è pessima. La nostra genetica si è evoluta in tempi lunghissimi, in relazione ad Concludo questa parte con un’ampia disponibilità d’alimenti (biodiversità alimentare) e di qualità una raccomandazione: ora molto diversa dagli attuali. In questo periodo l’uomo compiva un’intensa che siete in grado di farlo, attività fisica. In questo modo, attraverso la selezione naturale, si era stilate un elenco degli costituito un buon equilibrio tra genetica, alimentazione e stile di vita. alimenti in base alla Fase agricola o della “dieta agricola. composizione di acidi Con l’invenzione dell’allevamento e dell’agricoltura, la qualità dei cibi grassi omega-3 e omega-6, cambiò e la biodiversità alimentare si ridusse progressivamente. Gli (ricordate, sono gli acidi alimenti nuovi o modificati dall’agricoltura furono però corretti da una grassi essenziali), così da serie di tecniche, comprese la cucina, che non a caso, è stata definita mantenere in equilibrio le “madre di tutte le tecniche”. La quasi totalità della popolazione umana piste metaboliche. Qualche mantenne una forte attività fisica, anche quando divenne sedentaria dato utile per avere un (lavoro agricolo, artigianale, casalingo ecc.) minimo di riferimento per Fase urbana o della “dieta industriale” . il contenuto di acidi grassi, Da una condizione di scarsità alimentare e da una vita molto attiva, si (percentuali per 100 gr di passa a un’abbondanza alimentare e a una quasi completa immobilità. prodotto) del condimento, La genetica non è però cambiata. La cucina da sistema di correzione più importante: l’olio dei cibi, insieme a un’eccessiva raffinazione degli alimenti e alla d’oliva, 70% di fortissima riduzione della loro biodiversità, è una nuova causa di monounsaturated fatty malnutrizione e di malattie alimentari. acyd (MUFA), il 12% di Si è rotto il delicato equilibrio tra genetica, alimenti e stili di vita. ac.palmitico, il 2-3% di ac. stearico, l’11% di omega-6 e solo l’1-2% di omega-3. Contenuto (gr./100) di omega-3 in alcuni pesci: salmone 1.8, alici 1.7, trota e sgombro 1.2 , tonno 0.8, sogliola, platessa e merluzzo da 0.2 a 0.4, calamari 0.6 (cotti a vapore, comunque non usare alte temperature, assolutamente non vanno fritti.) 20 Il rovescio della medaglia. Da più parti, in maniera allegra e disinvolta s’invita a integrare gli omega-3, qualche capsula e il problema è risolto, ma le cose non stanno così. Va sempre valutata la situazione da soggetto a soggetto per vedere se c’è squilibrio e se non ci fosse, per non crearne o non aggravare quelli esistenti. Diamo un occhiata a ciò che troviamo in giro; le determinazioni plasmatiche non sono affidabili perché non prendono in considerazione tutti i tipi di acidi grassi (generalmente sono gli esami a basso costo) prendono in considerazione solo acido arachidonico, EPA e DHA in rapporto tra loro, comunque essendo parte di trigliceridi circolanti, quindi valuta situazioni soggette a mutazioni relativamente rapide in rapporto con l’alimentazione. Va affermato con forza che solo il rapporto omega-6/ omega-3 delle membrane è quello utile, in particolare quelle dei globuli rossi perché tutti gli acidi grassi, in percentuale diversa, entrano nella composizione della membrana. La branca che oggi s’interessa di questo si chiama lipidomica, studia i lipidi non più dal punto di vista statico, come faceva la lipidologia a suo tempo, ma dal punto di vista dinamico. Oggi ci s’inizia a porre qualche interrogativo sulla validità del metodo in uso per la valutazione dello ”stato lipidico”, mi riferisco alla classica determinazione plasmatica di valori di colesterolo e trigliceridi in uso, che potrebbe rivelarsi un sistema non valido, perché i valori di colesterolo e trigliceridi plasmatici subiscono ampie oscillazioni in dipendenza dal tipo di alimentazione (come tutti sappiamo) e in breve tempo, quindi non ci da indicazioni del reale stato delle membrane cellulari. Sono in corso studi che evidenziano un collegamento tra sbilanciamento degli omega-3tre/ omega -6 e aumento delle patologie immunitarie, allergiche e dermatologiche, sempre valutando tale sbilanciamento è stato proposto il monitoraggio del rischio cardiovascolare attraverso il parametro omega-3 index, che altro non è che la somma dell’EPA e DHA (C.Ferreri, C.Chatgilialoglu- CNR bologna). Composizione in acidi grassi di alcune cellule 21 L’effetto della disponibilità degli acidi grassi durante lo sviluppo dei tessuti durante la vita dell'individuo, per esempio durante lo sviluppo fetale con la gravidanza, è un dato che meriterebbe più considerazione dal punto di vista medico, anche in senso preventivo Relazione tra Capacitanza, invecchiamento cellulare e intossicazione da metalli pesanti Il potenziale di membrana (E) prodotto da una data carica netta nella cellula (Q) dipende dalle proprietà fisiche della membrana cellulare, riassunte da una costante chiamata “capacitanza” ©; E = Q/C . La capacitanza dipende dall’area della membrana, dallo spessore e dalla K dielettrica. Una grande Capacitanza indica che è necessario muovere molte unità ioniche per modificare il potenziale di membrana. Per le membrane cellulari la C è circa 1µF/cm2. Durante gli ultimi anni della nostra attività abbiamo rilevato come “case report”, in pazienti affetti da malattie neurodegenerative croniche, una evidente alterazione della capacitanza di membrana. Il dato analizzato è secondo noi interpretabile come indice di alterazione della membrana cellulare, considerando anche il fatto che pianificando un buon trattamento di chelazione/disintossicazione il parametro rientra nella normalità. Il dato da noi osservato è altamente correlabile con la presenza di minerali tossici nell’organismo. Tale osservazione merita un’attenzione maggiore da parte degli esperti di neurotossicità. Introduzione Tutte le cellule sono rivestite una membrana cellulare costituita da una membrana a doppio strato, il cui peso è costituito per metà da diversi tipi di fosfogliceridi, mentre proteine o loro derivati costituiscono il restante 50%. La maggior parte delle reazioni metaboliche hanno luogo in questa sede. Gli organelli intracellulari (nucleo, mitocondri reticolo endoplasmatico etc.) sono a loro volta rivestiti da endomembrane per un peso totale di 10 volte superiore a quello della membrana plasmatica. Alterazioni o danni delle membrane possono essere causati da veleni lipofili, nonché da metalli pesanti, in grado di ossidare e alterare le numerose proteine di membrana. Le strutture membranose sono inoltre molto sensibili agli stress endocellulari ossidativi e soprattutto ad un eccesso di citochine pro infiammatorie. La massa cerebrale asciutta, ad esempio, è composta per il 60% da lipidi; è facile quindi comprendere come le cosiddette neurotossine possano attaccare proprio il cervello e i nervi. Tramite la l’Impedenza Bioelettrica è possibile, in ultima analisi, rilevare informazioni sullo stato fisico della membrana cellulare; questo dato è indice della presenza di danno lipoossidativo e della possibilità di essere riparato. Negli ultimi 4 anni, tramite l’utilizzo di questa metodica abbiamo correlato il valore di Na/K scambiabile, uno dei parametri ottenuti dalla Bioimpedenziometria, all’invecchiamento cellulare patologico non età correlato, quale alterazione della fluidità di membrana. Inoltre, in tutti i soggetti che contemporaneamente e volontariamente si sono sottoposti al test di misurazione dei metalli pesanti, si è riscontrato un overtrapping di tali sostanze. Lo stato fisiologico di membrana può essere ripristinato tramite opportune strategie, che prevedono: • una corretta alimentazione, con cicli ricorsivi di restrizione calorica; 22 • somministrazione di fosfogliceridi di reintegro, preferibilmente in forma non esterificata, ricchi in fosfatidilcolina che è il vettore più importante di ricostituzione delle membrane danneggiate; • mantenimento dell’equilibrio ossido riduttivo endocellulare; • Chelazione/Disintossicazione; Sebbene consapevoli del limite di tale osservazione e del fatto che siano necessari ulteriori studi, siamo certi che la metodica adottata, data la ripetibilità dell’esame e la sua semplicità d’uso, potrebbe rivoluzionare e ampliare la diagnosi e la prevenzione dell’invecchiamento cellulare patologico, concausa di tutte le più importanti patologie cronico degenerative moderne BIBLIOGRAFIA 1. PERRONE G ET AL. 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ZEYDA M ET AL, Int J Obes (Lond) 2007 Jun 26; Il sito internet dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN) è una preziosa risorsa per trovare la composizione degli alimenti, è di facile consultazione ed è di grande utilità: http://www.inran.it/646/tabelle_di_composizione_degli_alimenti.html?alimento=&nutriente=tutti&categoria =tutte&quant=100&submitted1=TRUE&sendbutton=Cerca Troverete tutti gli alimenti descritti in maniera minuziosa e dettagliata, ora che siete bravi ad interpretare un acido grasso dalla notazione grafica vi orienterete alla grande nella scelta degli alimenti migliori per voi. Faccio un esempio concreto se cliccate sulla voce agnello vi comparirà alla tabella della composizione degli acidi grassi C16:0 g/100g. di parte edibile 1.99; sappiamo che si tratta di acido palmitico e che è un grasso saturo (in questo siamo facilitati perché è posto sotto la voce “saturi totali”). In queste tabelle oltre alle percentuali di grassi, troverete molto di più e presto vi renderete conto che riuscirete a fare molto per tutelare la vostra salute e in piena consapevolezza. Prestiamo attenzione a non squilibrare la nostra alimentazione bilanciando l’apporto degli acidi grassi rispettando il rapporto 4:1 a voi già noto, prestando attenzione all’acido linoleico che nell’attuale alimentazione tende a essere in eccesso, preferendo alimenti che contengono alte percentuali di EPA e DHA. Oggi non c’è più bisogno di fare tabelle chilometriche con la descrizione di tutte le componenti di un alimento, con le risorse disponibili in rete tutto è a portata di click. 24