Le bulbose minori
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Le bulbose minori
Progetto miglioramento produzioni floricole Le bulbose minori Ricerca scientifica finalizzata all'ottimizzazione della produzione e commercializzazione del prodotto Si riportano alcune parti della relazione presentata dalla Dott.ssa M. A. Cocozza Talia1 al convegno naz.ionale di Sanremo del 6 giugno 1990: «progetto finalizzato di ricerca per il miglioramento delle produzioni floricole - sottoprogetto Bulbose minori» ed alcune ricerche sviluppate nell'ambito del sottoprogetto stesso dall'Istituto regionale per la Floricoltura, dall'Istituto di Patologia vegetale dell'Università di Bologna, dall'Istituto di Patologia vegetale dell'Università di Torino, dall'Istituto Sperimentale per la Floricoltura di Sanremo e riferite alla coltura del Ranuncolo che assume particolare interesse per la nostra regione (da «Agricoltura Ricerca» n. 1 10-giugno 1990). Introduzione Nella generale evoluzione del mercato floricolo, in particolare in quello da fiore reciso, in questi ultimi anni si è assistito in Italia e in tutti i Paesi della Cee, ad un progressivo interesse dei floricoltori per le «bulbose». Con tale termine si intende, sia pure impropriamente, un ampio gruppo di specie perenni da fiore, provviste di un organo sotterraneo estraibile dal terreno al termine di ciascun ciclo vegetativo e conservabile, allo stato di riposo, per un tempo anche notevolmente lungo. Nel sottoprogetto «Bulbose minori» sono state studiate tre specie: Gladiolo, Iris bulboso e Ranuncolo la cui importanza per la produzione di fiori recisi e di materiale propagativo in particolare, vede l'Olanda, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti ed il Giappone ai primi posti. In Italia soprattutto Gladiolo e Iris sono le bulbose più importanti come superficie coltivata, mentre minore è la superficie coltivata a ranuncolo. Nel 1988 la superficie interessata al Gladiolo in Italia era intorno a 1100 ha, l'Iris occupava 180 ha ed il Ranuncolo 52 ha. Il Gladiolo e l'Iris sono coltivati in tutte le zone floricole, particolarmente nell'Italia centrale e meridionale (compreso le isole), mentre il Ranuncolo è di grande interesse per la Liguria (Sanremo e Albenga) soprattutto con le nuove linee di origine nazionale. Il materiale «Tecolote» o «Californiano» di più vecchia utilizzazione è stato affiancato da materiale di provenienza francese (Inra) o italiana (cost. Brea). I.e qualità commerciali di questi ultimi due tipi di materiale sono sicuramente superiori in conseguenza di un più spinto livello di carattere «doppio» («extra doppio»). Sono stati introdotti ultimamente anche materiali per produzione di fiore reciso provenienti dal Giappone e Israele. Il Ranuncolo è anche interessante perché può concorrere a fornire un prodotto di mazzetteria che subisce una grossa richiesta di mercato in Germania, Svizzera, Austria, Inghilterra. La coltivazione delle bulbose riveste grande interesse per diversi motivi quali, essenzialmente: — la breve durata del ciclo colturale per cui con materiale «preparato», il tempo intercorrente tra la messa a dimora dell'organo di moltiplicazione e la raccolta è di pochi mesi; — la possibilità di effettuare la coltivazione in pien'aria o con modeste protezioni trattandosi di specie dotate di basse esigenze termiche, aspetto assai interessante a causa degli elevati costi di combustibile; 1 Istituto di Agronomia e Coltivazioni Erbacce dell'Università di BARI — la duttilità della coltivazione che consente di avere una produzione anticipata o ritardati impiegando bulbi sottoposi ad opportuni trattamenti messi a punto in seguito ad un’ accurata sperimentazione; — la notevole molteplicità di forme dai più diversi colori che prestano alle più svariate utilizzazioni; — la buona conservabilità del fiore reciso e la capacità di tollerare agevolmente il trasporto. La produzione di materiale propagativo non ha avuto in Italia una espansione uguale a quella dei fiori recisi. Si è, infatti, interamente debitori all'estero pel'acquisto dei bulbi, magari prodotti in Italia e rivenduti da ditte straniere. Nel 1988 abbiamo importato (secondo i dati Istat) bulbi in riposo vegetativo per un valore di 120 miliardi (con un incremento rispetto al 1984 d+79%) e bulbi di gladiolo per un valore di circa 7 miliardi con un incremento negli ultimi 5 anni dell'88%. E’ evidente che le produzioni floricole non possono sussistere in termini di validità economica, se non si svincolano dai rifornimenti esteri del materiale di riproduzione. Pertanto la possibilità di autoapprovvigionamento dei bulbi è attraente specie se si considera il continuo aumento dei prezzi del prodotto importato. La produzione di bulbi da fiore in Italia non presenta difficoltà tecniche insormontabili, almeno per alcune specie. Anzi, in alcuni casi, si possono produrre bulbi qualitativamente migliori e più 1.Cormo in «forzafiore» circondato da cralen di adatti a una fioritura più precoce poiché le calibro differente. particolari condizioni climatiche ci permettono di raccogliere bulbi anche due mesi prima che in Olanda. Mancava tuttavia, prima dell'attivazione di questo sottoprogetto, una visione generale del settore che consentisse quella programmazione organica che la produzione dei bulbi richiede. La complessa attività relativa alle bulbose da fiore, infatti, si può considerare divisa in due fasi: moltiplicazione, conservazione e preparazione a fioriture programmate (molto anticipate e molto ritardate rispetto all'epoca di fioritura normale). Di rilevante importanza e inoltre l'individuazione rapida della presenza di funghi e virus cosi come è di fondamentale importanza il controllo delle fitopatie durante la fase di conservazione dei bulbi e nelle varie fasi di coltivazione. Obiettivi del sottoprogetto Gli obiettivi del programma di ricerche «Bulbose minori» pertanto possono essere riuniti in 2 gruppi: 1 ° obiettivo Riduzione del deficit nel settore di approvvigionamento del materiale di propagazione. La risoluzione di tale problema può essere ottenuta: a) mediante la propagazione in vitro che consente l'ottenimento di nuove piante risanate da virus e la clonazione massale di genotipi selezionati e quindi la possibilità di avere materiale a disposizione di nuova costituzione in quantità sufficiente per sviluppare i successivi programmi di moltiplicazione in vivo di tecniche colturali; b) individuazione di zone idonee dal punto di vista pedoclimatico per l'ingrossamento del materiale di propagazione, nonché della messa a punto della densità di semina del materiale propagativo e del periodo di semina per ottenere bulbi in «forza da fiore» e più idonei alla forzatura per fioriture anticipate e posticipate; e) messa a punto di tecniche idonee per la individuazione rapida della presenza di funghi e virus sul materiale di propagazione introdotto dall'estero e su quello di nostra produzione per eliminare la trasmissione di patogeni mediante gli organi di propagazione. 2 ° obiettivo Interventi per definire e migliorare le tecniche di produzione. Molto importante, per le esigenze dei mercati, è la programmazione della fioritura e la produzione di fiori perfetti; la diversità di situazione tanto sul piano climatico che sul piano delle esigenze del mercato del fiore reciso, ha un ruolo determinante nella preparazione dei bulbi da una parte (con le basse e le alte temperature se si vogliono fioriture anticipate o posticipate) e dall'altra nella scelta degli ambienti di coltivazione (serra fredda, riscaldata, picn'aria, interventi sulla lunghezza del giorno e sulla intensità luminosa). Pertanto gli obiettivi essenziali di questa ricerca sono stati: a) messa a punto della tecnica di conservazione dei bulbi, loro preparazione, scelta degli ambienti di coltivazione, interventi sulla lunghezza del giorno e sull'intensità luminosa per ottenere produzioni programmate di fiori nei periodi di maggiore richiesta del mercato; b) individuazione delle cultivar più idonee alla coltivazione invernale nei diversi ambienti pedoclimatici italiani; e) controllo delle fitopatie nella fase di conservazione dei bulbi e nelle varie fasi di coltivazione. Specie studiate 1. Gladiolo. Occupa la maggio re superficie coltivata a bulbose da fiore in Italia, secondo i dati Istat nel 1988, 1100 ha di cui il 40% sotto serra. I.a sua coltivazione in tutte le zone floricole, con maggiore concentrazione nell'Italia centrale e meridionale. 2. Iris-Bulboso. Coltivato in tutte le zone floricole, nel 1988, 1 80 ha secondo i dati Istat di cui il 39% sotto serra. Specie interessante per la possibilità di ottenere fioriture anticipate e ritardate intervenendo sulla trasformazione della gemma da vegetativa a riproduttiva con basse ed alte temperature. 3. Ranuncolo. Di grande interesse particolarmente in Liguria (Sanremo e Albenga) soprattutto per i nuovi ibridi, nel 1988 ha occupato una superficie di 52 ha di cui il 62% sotto serra. Si riportano pertanto qui di seguito le acquisizioni di maggior interesse relative a quest'ultima bulbosa. Ranuncolo Per quanto riguarda la moltiplicazione in vivo delle zampe di Ranuncolo i risultati hanno evidenziato che gli ormoni (BAP e chinetina) somministrati a concentrazioni differenti e con trattamenti di durata diversa stimolano la moltiplicazione. Le prove effettuate con l'allungamento artificiale del giorno per annullare la tuberizzazione e permettere di effettuare due cicli annuali hanno evidenziato che l'allungamento del giorno induce un incremento del numero di «zampe» ma di dimensioni molto piccole (peso medio <0,5 g). Infine prove effettuate m provincia di Palermo hanno messo in evidenza che la specie tende a un fenomeno degenerativo probabilmente per l'accumulo di patogeni negli organi di moltiplicazione che riduce, con il passare degli anni, la capacità di germogliamento alterandone anche le dimensioni per una progressiva riduzione della lunghezza e dello spessore delle zampe per cui sembra inevitabile il ricorso periodico ad una moltiplicazione gamica. Per quanto riguarda la tracheofusariosi del ranuncolo causata da Fusarium oxysporum f. sp.ranunculi, malattia di recente comparsa in Italia, di cui all'inizio del progetto erano completamente sconosciuti alcuni aspetti epidemiologici, le ricerche effettuate nel quinquennio hanno evidenziato che il patogeno e in grado di sopravvivere nel terreno per oltre 2 anni e che può essere facilmente trasmesso mediante rizomi infetti, apparentemente sani. Appare chiaro, pertanto, da un lato, la necessità per il floricoltore di ricorrere alla disinfezione del terreno o ad ampie rotazioni, e dall'altro l'utilità della concia dei rizomi anche se apparentemente sani, trattamento comunque che fornisce migliori risultati quando viene effettuato prima del pregermogliamento mentre ha scarsa rilevanza se effettuato prima della conservazione; importante in ogni caso è il modo in cui vengono conservati i rizomi. E da tenere presente, comunque che l'effetto della concia e limitato poiché l'elevato potenziale di inoculo presente nel terreno prende il sopravvento prima della conclusione del ciclo vegetativo ed in particolare con l'aumento della temperatura ed i trattamenti fungicidi al terreno eseguiti a 1 e 3 mesi dal piantamento non hanno dato risultati significativi. Anche la termoterapia da sola, combinata alla concia, ha dato risultati insoddisfacenti cosi come ugualmente insoddisfacenti sono stati i risultati di prove di contenimento biologico del Fusarium oxysporum f.sp. utilizzando come antagonista Trichoderma pseudokoningii mentre il Tricoderma associato alla termoterapia ha dato risultati migliori. L'indagine sulle malattie da virus del Ranuncolo effettuata sia per individuare le malattie più diffuse nella coltura, sia per stabilire correlazioni fra virus presenti e manifestazioni sintomatologiche della pianta ha permesso di individuare quattro virus: il virus della necrosi del tabacco (TNV) associato a virus ingiallimenti nervali delle foglie il virus Y della patata (PVY-R sempre isolato da piante infetta tè anche da TNV per cui non si conosce il suo vero ruolo causa le; il virus del mosaico del cetriolo (CMV) isolato da ranuncolo con foglie mosaicate e bollose i da fiori screziati ed infine, il virus del mosaico del tabacco (TMV) trasmesso alle piante indicatrici da foglie depigmentate rugose e deformate, ma non trovato mediante microscopia elettronica nelle piante di Ranuncolo originali. 2. Ranuncolo cv Barbaroux: trattamenti ormonali con citochinme 3. Ranuncolo cv. Barbaroux: diversi tsaggi di 6 BAP a confronto con il testimone non trattalo. Somministrazione ormonale per immersione dei rizomi prima dell'impianto. . Pertanto è emerso che la grande variabilità dei sintomi è dovuta alla associazione di diverse entità virali che determina confusione nel quadro sintomatologico. Ricerche sui metodi di preparazione delle zampe di Ranuncolo hanno evidenziato che la stratificazione in torba inumidita in cassette, pur richiedendo maggiore cura nella preparazione, induce un maggiore sviluppo della gemma ed un orientamento delle nuove emissioni sulla corona del rizoma rispetto alla preparazione in sacchetti mentre non sono state osservate differenze rilevanti sull'anticipo di fioritura. In ogni caso i parametri termici e temporali individuati come i migliori, almeno per le costituzioni «Grazia», sono risultati 6-10°C per 4 settimane. I risultati di ricerche sulla programmazione della fioritura del Ranuncolo ibrido per fiore reciso e per vaso fiorito hanno evidenziato che per una produzione anticipata è consigliabile utilizzare rizomi «preparati» in piantamenti anticipati; che i rizomi «preparati» possono essere conservati a basse temperature per 15-20 giorni ed essere poi piantati in periodi più freschi diminuendo i rischi relativi allo sviluppo delle piante senza rinunciare al previsto anticipo di fioritura; nel caso di piantamenti molto anticipati è consigliabile il raffrescamento del substrato di coltivazione nelle prime fasi colturali ma non è utilizzabile comunque la tecnica dell'oscuramento; l'applicazione del trattamento a «giorno lungo» può essere adottato per ottenere l'anticipo di fioritura quando è necessario accorciare il ciclo produttivo nell'ambito della programmazione aziendale. Infine, nelle coltivazioni per vaso fiorito è possibile coprire i più interessanti periodi produttivi invernali e primaverili mediante l'utilizzazione di rizomi secchi, rizomi «preparati» e piantine da seme. Ricadute scientifiche ed operative In complesso l'attività svolta nel corso del primo quinquennio ha fornito molteplici risposte risolutorie subito proposte sul piano operativo e con esiti altamente favorevoli. Per quanto riguarda il Ranuncolo è necessario approfondire le ricerche: sulla moltiplicazione in vivo per l'ottenimento di grosse quantità di materiale di propagazione; sulle tecniche di preparazione del materiale per una migliore gestione dello stesso per la programmazione della fioritura; sulla valutazione della possibilità di utilizzare prodotti ad attività biologica per evitare l'accorciamento del ciclo colturale nelle condizioni «di giorno lungo» e sulla messa a punto di tecniche agronomiche per la produzione del vaso fiorito. Infine, per quanto riguarda gli aspetti patologici, appare necessario continuare le ricerche volte a mettere a punto l'azione combinata della termoterapia con i prodotti chimici nella lotta ai parassiti fungini delle bulbose con notevole implicazione di carattere pratico e per quanto riguarda i metodi di individuazione rapida dei virus presenti nelle bulbose del sottoprogetto, e necessario proseguire le ricerche per il Ranuncolo per la presenza contemporanea di diverse entità virali che inducono una grande variabilità di sintomi. Tecniche rapide di moltiplicazione in vivo del ranuncolo ibrido Unità operativa: Istituto regionale per la Floricoltura, Sanremo Responsabile della ricerca: M. Costami Attualmente due sono i metodi di propagazione del ranuncolo: la riproduzione sessuale per seme e quella vegetativa per mezzo di «zampe». Quest'ultima è interessante poiché fissa le caratteristiche agronomiche ed il valore estetico di piante selezionate tra popolazioni eterogenee. Inoltre tale omogeneità facilita la conoscenza delle esigenze colturali della pianta; vantaggio questo strettamente legato alla possibilità di impiego di nuove tecniche colturali. Tuttavia la moltiplicazione vegetativa presenta un grosso ostacolo: il rischio patologico. Il ranuncolo, infatti, è sensibile all'infezione di molti virus e funghi che possono essere trasmessi per mezzo delle «zampe». La propagazione per via vegetativa è quindi strettamente condizionata dal problema fitosanitario. Lo scopo che ci siamo prefissi con la nostra ricerca è quello di individuare le condizioni ambientali e fisiologiche della pianta, nonché le metodologie, che permettano una rapida moltiplicazione in campo di materiale selezionato. A tal fine sono state impostate alcune prove per valutare l'influenza delle citochinine sulla capacità moltiplicativa del rizoma di ranuncolo. I trattamenti ormonali sono stati eseguiti su rizomi della cultivar «Barbaroux» e su ibridi, agendo sia mediante irrorazione fogliare, che mediante immersione pre-impianto. Sono stati saggiati diversi dosaggi di chinetina e di 6 BAP (da 0,1 a 30 mg/1), con durate di immersione variabili da 1,5 a 15 ore, e con diverse epoche di impianto. Le somministrazioni di ormoni per via fogliare non hanno dato effetti apprezzabili. Per quanto riguarda la somministrazione per immersione del rizoma, si è notato un leggerissimo incremento del tasso di moltiplicazione della cultivar Barbaroux nel trattamento con 6 BAP alla dose di 3 mgz1 per 14 ore ed epoca di impianto più precoce (30z10). Tuttavia è da notare che questo lievissimo aumento è stato determinato da un maggior numero di rizomi di piccole dimensioni. Le dosi maggiori di 6 BAP hanno mostrato effetti di fitotossicità, con ritardi nel germogliamento e addirittura morte della pianta in alcuni casi. Dalla valutazione dei dati ottenuti da queste prove non emergono comunque risultati commercialmente apprezzabili sull'uso delle citochinine nella moltiplicazione in vivo del ranuncolo ibrido, in quanto l'aumento del tasso di moltiplicazione ottenuto non è stato statisticamente significativo. Parallelamente è stata effettuata una prova preliminare per valutare la risposta del ranuncolo ibrido al fotoperiodo. A tale scopo si è provveduto ad allungare il giorno con illuminazione artificiale ad incandescenza, ili coltivazione sotto serra riscaldata in periodo invernale, con il fine di accelerare la tuberizzazione del rizoma e quindi poter effettuare due cicli annuali di coltivazione a scopo moltiplicativo. I,'allungamento del giorno ha provocato una maggior produzione di «zampe» di piccole dimensioni. Se però si fa il confronto fra il tasso di moltiplicazione dei rizomi del testimone allevato a ciclo normale in pieno campo (impianto autunnale) con i rizomi ottenuti con due cicli (in serra prima ed in pien'aria dopo), il migliore risulta comunque essere il testimone a ciclo annuale normale, con un tasso medio di 8-9 rizomi/pianta. Definizione dei microrganismi fungini patogeni del ranuncolo ibrido e loro individuazione nei terreni di coltivazione e nel materiale di propagazione Unità operativa: Istituto di Patologia Vegetale, Bologna Responsabile della ricerca: M.G. Fantino In questi ultimi anni sono stati ripetutamente rilevati, sulle colture del ranuncolo, fenomeni patologici che hanno provocato il decadimento della coltura. Questi deperimenti che si ripercuotono sulla qualità del prodotto, influenzano il reddito, suscitando molte preoccupazioni tra gli agricoltori. Tutto ciò ha motivato una ricerca programmata per cercare di individuare gli agenti fungini responsabili di questi fenomeni. La ricerca e iniziata con accurati controlli fitosanirari nelle principali aree di coltivazione (in particolare in Liguria). Una prima indagine di laboratorio che riguardava l'isolamento dei patogeni (sia da materiale di riproduzione (rizomi) che da piante infette prelevate in campo), ha messo in evidenza che gli isolati miceliari ottenuti appartengono in gran parte a Fusanum oxysporuni f. sp. Ranuncoli (Garibaldi et al., 198.3; Fantino, Pasini, 1983). Successivamente sono state effettuate indagini sul materiale da riproduzione italiano ed estero (possibile fonte di diffusione di malattia), dato che i rizomi utilizzati sono in piccola parte prodotti in Italia e in gran parte importati dall'estero. Da questa indagine si è avuta conferma del ruolo svolto dai rizomi nei riguardi della diffusione di malattie dell'apparato radicale. In particolare, i ranuncoli tipo «Tecolotc» provenienti dagli Stari Uniti hanno presentato alti tassi di infezione da Fusarìum oxysporum. Questo potrebbe spiegare perché questa varietà a prescindere dalla suscettibilità varietale è la più colpita in campo. I rizomi di provenienza olandese e francese, pur mostrando un minor grado di infezione da Fusarium oxysporum mostravano, sia pure «in piccola percentuale», la presenza di Rhizoctonia sp. Queste verifiche pongono, in primo luogo, il problema dei controlli fitosanitari del materiale da riproduzione proveniente dall'estero. Poiché il problema dei rizomi infetti sussiste anche sul materiale di provenienza nazionale risultava importante ed urgente metterè a punto un metodo efficace per eliminare o quanto meno ridurre i miccti patogeni presenti nei rizomi (tab. 1 ). In seguito sono state impostate prove per valutare il modo di conservazione dei rizòmi durante la stagione estiva (sacchi di juta, cassette di polistirolo Tab. I - Classificazione dei miceli isolati da diverse porzioni dei forate e cassette di legno). Infatti, se i rizomi provengono rizomi per campione da terreni infetti, le modalità di conservazione influenzano la diffusione dei miceti sui rizomi conservati. Inoltre è stato effettuato un trattamento conciante prima e dopo il periodo di conservazione (Fantino, et al-, 1987). Prove di campo. Una serie di prove sono state condotte nell'Azienda dell'Istituto sperimentale di Sanremo impiegando diversi principi attivi quali: Carbendazim, Captato!, Bcnomyl e la miscela Carbendazim + Captafol. I.a concia prevedeva diverse dosi, diversi tempi di immersione e momenti diversi di trattamento. I rizomi provenivano da terreni naturalmente infetti. Dai primi risultati ottenuti è emerso che il trattamento di concia fornisce migliori risultati quando viene eseguito prima del pregcrmogliamento, mentre scarsa rilevanza ha il trattamento fatto prima della conservazione. Importante in ogni caso è il modo in cui vengono conservati i rizomi. Per quanto riguarda l'efficacia della concia, i risultati migliori si sono avuti con la miscela Carbcndaz.im + aptato!, anche se l'effetto protettivo della concia non si protrac più di due mesi. Si ha quindi un beneficio temporaneo utile per limitare la diffusione dei patogeni presenti nei rizomi quando gli stessi vengono piantati in terreni sani o con un basso potenziale di inoculo. Nel caso di terreni molto infetti l'effetto della concia è limitato poiché ['elevato potenziale di inoculo presente nel terreno prende il sopravvento prima della conclusione del ciclo vegetativo ed in particolare con l'aumento della temperatura. I trattamenti fungicidi al terreno, eseguiti a 1 e 3 mesi dalla piantagione non hanno dato risultati significativi. Anzi, sembra che le dosi maggiori abbiano, per alcuni prodotti, dato origine a risultati peggiori. (Fantino, et al., 1985). Negli anni successivi, sono state impostate prove in vitro ed in campo per valutare l'efficacia di alcuni prodotti e concianti in alternativa alla tradizionale miscela a base di Benomyl + Captafol visto che c|uest'ultimo fungicida non era più disponibile sul mercato. Inoltre sono state impostate prove di contenimento biologico del Fusanum f. sp. ranuncoli utilizzando come antagonista Trichoderma pseudokonmgii. Nelle prove in vitro abbiamo valutato IO principi attivi da soli e tré miscele per un totale di 12 mesi (fig. 1). Tra i principi attivi utilizzati, Prochloraz si è dimostrato il più efficace nell'inibire la crescita miceliare alla concentrazione di10 c 100 ppm, in miscela con Benomy] questa inibizione è evidente anche alla concentrazione di 1 ppm. Fig. I - Fusarium oxysporum f.sp. ranuncoli, accrescimento diametrale dopo sei giorni su substrato miscelato a fungicida Tab. 2 - Prova di concia, termoterapia e lotta biologica Tesi Trattamenti % Piante infette A Prochloraz l%r + Benomyl 1%o x 1 ora 20.82 a B Prochloraz 1%o 22.83 ab C Bcnomvt ì^f 27.51 ab D HWT 50"x30' +• (Prochloraz 1%, + Benomyl 40,49 bd HWr 50"x30' + Prochloraz \%c E 29.32 ac HWT 50"x30' + Benomyl 1%O F 31.13 ac G HWT 50"x30' 4K.40 ec H Trichoderma + HWT SO"x3U' 30.94 ac I Trichoderma 64,7] e L Testimone inoculato 53.00 de M Testimone non inoculato 40,09 bd Differenza significativa P = 0.05 secondo Test di Duncan HWT = Termoterapia in acqua calda. 4. Imbrunimenti vascolari nelle radio del rizoma causate da Fusanum oxisporum f.sp. ranuncoli 5. Diversi sviluppi delle plantule in base alle infezioni del rizoma Mediante la concia in campo sono stati pertanto utilizzati solo Prochloraz all'l e al 27%0 la miscela Prochloraz. + Benomyl alle stesse concentrazioni, Dodina al 4/o0, e l'HymcxazoI al 4 %0,. Dai risultati ottenuti a ciclo concluso, non si sono evidenziate differenze significative tra le tesi, pur restando tendenzialmente migliori la miscela Benomyl + Prochloraz e la Dodina. In ogni caso, la concia non ha ottenuto l'eliminazione dei miceti patogeni. Ciò, a nostro avviso, è senz'altro da imputare all'elevato grado di infezione del materiale in prova risultando difficile sradicare il patogeno con la concia (tab. 2). Per risanare il più possibile i rizomi, è stata abbinata la termoterapia alla concia e per questo sono state eseguite prove in vivo e in vitro. Dai risultati è emerso che le zampe secche sopportano temperature di 52°C per 60' o di 54°C per 30', le zampe pregonfiate di 50°C x 30'. Oltre queste temperature si verificano danni al rizoma con mancata o ridotta germogliazione. I risultati delle prove successive hanno confermato la parziale efficacia della miscela Prochloraz + Benomyl, inoltre non si sono notate differenze significative tra i prodotti Prochloraz e Benomyl da soli o in miscela. Per quanto riguarda la termoterapia, con immersione dei rizomi in acqua calda, la temperatura di 50°C per 30' o risultata insufficiente a ridurre l'infezione. Temperature superiori (sino a 65°C) sono sopportabili con la termoterapia con aria calda. Per quanto riguarda le prove di contenimento biologico, un ceppo di Trichoderma pseudokonmgii ha mostrato un antagonismo spiccato nei riguardi del Fusanuni oxvsporurn f. sp. Ranuncoli ma non confermato dalle successive prove in vitro. Bibliografia 1) FANTINO M.C;. - PASINI C., 1983. Deperimento del ranuncolo. Indagine nella riviera dei fiori. Inf.tore di Ortoflorofrutticoltura n. 10, 5-8. 2) FANTINO M.G. - PASINI C. CONTARINI M.R., 1985. Lotta contro la fusariosi vascolare del ranuncolo. Colture Protette n. 8- 9,63-66. 3) FANI INO M.G. – Gennai S. -PASINI C;., 1987. Osservazioni su alcune malattie del ranuncolo. Convegno su «La coltivazione delle bulbose da fiore», Scicli 8z5z87,155-166. 4) GARIBALDI A., GULLINO M.L., RAPETTI S.., 1983. Tracheofusariosi: una nuova malattia del ranuncolo. Colture Protette n. 12,23-24. Trattamenti fisici e chimici del materiale di moltiplicazione i gladiolo, iris e ranuncolo Unita operativa: Istituto di Patologia Vegetale Università di Torino Responsabile della ricerca: A. Garibaldi Scopo. Messa a punto di tecniche efficaci al fine di eliminare rischio di trasmissione di parassiti fungini mediante bulbi già infetti. Risultati.. La miscela Prodiraz + Benomyl (3 + 4 gr./litro) ha fornito ottimi risultati contro Fusariurn axysporum f. sp. gladioli (fig. 1) e iris (fig. 2) e soddisfacenti contro Penicillum carymbiferum su iris Fig. I - Efficacia della concia sulla gravita della fusariosi del gladiolo (cv Catalina) Fig. 2 - Efficacia della concia sulla gravita della fusariosi dell'iris (cvIdeai) Fig. 3 - Efficacia della concia con diversi fungicidi sulla gravita degli attacchi di Rhizoctonia solani su iris Nei confronti di Rhizoctonia solani alla miscela di prochloraz+benomyl, è opportuno aggiungere 45 gz1 di tolclofos-metile o di iprodione (fig. 3). Per quanto concernc la termoterapia la combinazione di temperature elevate (immersione per 30' in acqua a 47-52°C) con dosi ridotte (0,75-1 gz1) di benomyl + procloraz permette di ottenere risultati eccellenti nei confronti della fusariosi di iris (fig. 4) e gladiolo (fig. 5). Ricadute scientifiche. L'immersione in benomyl + procloraz di bulbi, bulbo-tuberi e bulbilli permette di fornire una soddisfacente protezione. L'impiego combinato di termoterapia e concia chimica fornisce risultati più completi e da buoni risultati anche contro parassiti secondari. Fig. 4 - Efficacia della concia, combinata o meno con la termoterapia, sulla gravita degli attacchi di Fusarium oxysporum f.sp. gladioli su iris (cv Ideai) Fig. 5 - Efficacia della concia con benomyl (4 g, p.a.) e procloraz (3 gz1), combinata o meno con ] termoterapia, sulla gravita degli attacchi di Fus; riunì oxysporum f.sp. gladioli su gladiolo (cv Traderhon) Preparazione delle «zampe» di ranuncolo ibrido e cambiamenti morfofisiologici indotti dalle tecniche utilizzate Unità operativa: Istituto sperimentale per la Floricoltura, Sanremo Responsabile della ricerca: C. Dalla Guda Obiettivi. Il ranuncolo risulta essere una specie particolarmente interessante dal punto di vista economico considerata la facilità di coltivazione e la capacità di proporsi come specie alternativa al garofano potendo usufruire delle stesse strutture aziendali utilizzate in dianticoltura. [.'obiettivo della ricerca è stato quello di definire i ritmi e le modalità di sviluppo delle gemme a seguito dei trattamenti di preparazione al fine di ottenere produzioni anticipate rispetto a quelle di un normale ciclo biologico. In una seconda fase l'interesse e stato volto alla ottimizzazione dei parametri della preparazione utile per ottenere nella pratica colturale i massimi effetti di anticipo di produzione. Sviluppo della ricerca e risultati. Tutta l'attività e stata svolta su materiale di costituzione italiana (ibridi Cìrazia) di particolare valore commerciale. Nel primo biennio di prove si è valutato l'effetto della preparazione a basse temperature dei rizomi stratificati entro contenitori con torba umida controllando la percentuale di germogliamento e lo sviluppo delle nuove emissioni. Dall'approfondimento delle prove eseguite, è stata definita una preparazione standard i cui parametri sono 4 settimane di permanenza dei rizomi a 1()°C a umidità costante stratificati in torba. Tale preparazione assicura il germogliamento dei rizomi stratificati nell'arco di 10 giorni ed uno sviluppo delle gemme emesse fino a dimensioni di 2-3 cm ne] tempo totale di preparazione. La formazione e lo sviluppo delle nuove gemme sul rizoma ne fase di preparazione è stata guita nel tempo. È stato possile evidenziare cosi che l'cm genza e lo sviluppo delle geme correlato alle temperature e la durata di applicazione d( stesse. In particolare all'alimitare delle temperature aumei sia la velocità di emissione di nuove gemme, sia la dimensit delle stesse nel tempo fino . temperatura soglia di 26°C i risulta sfavorevole allo svilup vegetativo. Nell'ambito delle prove in campo, è stato evidenziato che \parazioni di almeno 4 settima temperature comprese tra 10° C garantiscono un antic di fioritura relativamente al mo fiore quantificabile in 30 giorni. Altri tipi di prcparazi. forniscono materiale non ido a successive manipolazioninon inducono tempi medi di ritura più ridotti. In condiz'ottimali di temperatura del reno, inoltre, i rizomi sottop alla preparazione standard o alla stessa seguita Pig. 1 - Ranuncolo ibrido «Grazia» sci. bianco. Effetto della durata del trattamento e della temperatura di preparazione sul germogliamento delle «zampe» Fig. 2 - Tempi medi di fioritura del ranuncolo in relazione al tipo di preparazione da una permanenza per 20 giorni a 2° C, presentano emissioni con l'abbozzo fiorale già dopo 28 giorni dal trapianto mentre i rizomi piantati secchi raggiungono lo stesso stadio dopo 60 giorni. Diminuendo la lunghezza del periodo di preparazione la formazione del fiore avviene in tempi intermedi a questi due valori. In una ulteriore serie di prove in campo, è stato valutato l'effetto dell'applicazione di basse temperature su cormi di ranuncolo presentanti già nuovi germogli sulla corona ben sviluppati (ottenuti stratificando il materiale in torba umida per 4 giorni alla temperatura di 18°C) con lo scopo di ridurre il tempo necessario alla preparazione senza peraltro limitare la precocità di produzione. L'ipotesi era che la dimensione della gemma dopo la fase di preparazione fosse molto importante per l'anticipo di fioritura in campo. L'insieme di queste prove, ha messo in evidenza che la lunghezza del periodo di applicazione di freddo resta della massima importanza anche quando applicato a germogliamento avvenuto del rizoma. Al fine di semplificare e razionali zzare la tecnica di preparazione stessa gestendo al meglio nel contempo lo spazio disponibile all'interno delle attrezzature aziendali, si è voluta vcrificare la possibilità di utilizzare diversi tipi di contenitori per la preparazione del materiale produttivo. L'utilizzazione di sacchetti di PE o di cellophane sembra possibile come alternativa alla cassetta permettendo un maggiore sfruttamento dello spazio all'interno dei locali termostatati ed un netto risparmio sul quantitativo di torba e perlite che opportunamente deve essere miscelato ai cormi per garantire un livello di umidità tale da agevolare l'emissione di nuove gemme sulla corona. E da rimarcare tuttavia che la produzione anticipata calcolata nel periodo novembre-febbraio, molto importante dal punto di vista economico, risulta essere maggiore per il materiale preparato in cassetta. Un'ultima serie di prove è stata condotta sull'applicabilità di tecniche di stoccaggio a basse temperature del materiale sottoposto a preparazione standard, nel duplice scopo di incrementarne la produttività e di permettere una migliore gestione del materiale pronto sia da parte del fornitore che del coltivatore. Tali prove hanno evidenziato la possibilità di sottoporre il materiale preparato e stratificato in torba umida a stoccaggi fino a 20 giorni, alla temperatura di 2° C senza peraltro danneggiare le caratteristiche di precocità di fioritura indotte dalla tecnica di preparazione. Conclusioni. È possibile aumentare la produttività extra-stagionale dei ranuncoli «ibridi Grazia» mediante la tecnica di preparazione col freddo dei cormi. I parametri ottimali sono risultati qualificabili in 4 settimane di permanenza del materiale propagativo a 10°C stratificato in torba umida. Tale tecnica ha permesso un anticipo di fioritura relativamente ai primi tré fiori senza influire sulla produttività totale. Il materiale così preparato risulta di facile manipolazione per le operazioni necessarie al trasferimento in campo. Non è risultato possibile diminuire il tempo di applicazione di basse temperature ne variando le stesse, ne utilizzandole su materiale propagativo già germogliato senza compromettere l'anticipo di fioritura. Nelle prove di germogliamento temperature di 26° C ed oltre sono sfavorevoli per lo sviluppo delle gemme. Tale dato suggerisce una razionale gestione della tecnica di anticipo di piantagione sia del materiale secco che preparato in relazione alle temperature del terreno. Si sono rivelati idonei per la preparazione diversi tipi di contenitori consentendo una migliore gestione degli spazi aziendali. Inoltre, è risultato possibile dilazionare la data di piantagione del materiale già pronto mediante permanenza dello stesso a 2°C per periodi fino a 3 settimane. Programmazione della fioritura del ranuncolo ibrido Unità operativa: Istituto Sperimentale per la Floricoltura,Sanremo Responsabile della ricerca: E. Farina Obiettivi. Il ranuncolo ibrido presenta fioritura naturale nel tardo inverno-primavera ma può essere forzato a produrre fiori nel periodo invernale adottando semplici accorgimenti quali l'anticipo della data di piantagione dei rizomi oppure procurando il germogliamento a freddo degli stessi («preparazione»), L'obiettivo della ricerca è stato l'incremento mediante idonee tecniche ed un adeguato protocollo colturale della produttività invernale — più in generale extrastagionale — della pianta. Per la ricerca sono state utilizzate le costituzioni «Grazia» di origine nazionale Sviluppo della ricerca e risultati. Esperienze precedenti avevano permesso di definire che solo le condizioni abbinate di lunghezza del giorno ridotta (10 ore) e di temperature relativamente basse (9-16°C) permettevano alla pianta di rimanere in attività vegetativa senza formare rizomi con gemme dormienti. La prima fase della ricerca condotta entro fitotronc su piante in vaso in condizioni di elevata temperatura dimostrava che la formazione di rizomi con gemme dormienti veniva rallentata dalla riduzione di lunghezza del giorno (10 ore); risultava comunque palese che erano le condizioni termiche dell'aria e del suolo a giocare un ruolo primario nel mantenimento dell'attività vegetativa della pianta. Nelle condizioni termiche estive usuali l'utilizzazione di un impianto di raffrcscamento consentiva di ridurre la temperatura dei substrato di coltivazione in bancale di circa 2°C a livello dell'apparato radicale delle piante. Tale condizionamento determinava significativi incrementi (+50%) della produzione anticipata da piantagioni estive precoci di rizomi preparati. L'applicazione del «giorno corto» nelle prime fasi colturali sia su terreno normale che raffrescato induceva invece ritardo di fioritura pur garantendo un superiore sviluppo vegetativo delle piante stesse. Venivano Fig. 1 - Flussi di fioritura con differenti trattamenti valutati inoltre gli effetti sulla sul rizoma produttività indotti dalla imposizione delle condizioni di «giorno lungo» su piante in avanzata fase vegetativa. L'interruzione della notte o il prolungamento del giorno mediani» lampade ad incandescenza per periodi brevi (1 mese) o anche più prolungati (100 giorni) in duceva su piante da rizomi preparati o da rizomi secchi un aumento della produzione anticipata ( +40-50%). A tale risultato faceva riscontro tuttavia ui decremento nella produzione totale di fiori a seguito della riduzione temporale del ciclo pròduttivo conseguente all'arresto della crescita delle nuove gemme e tuberizzazione dell'apparato radicale nelle condizioni di «giorno lungo». Al momento la tecnica di «preparazione» dei rizomi è la più idonea per ottenere produzioni anticipate. I.e esperienze eseguite ponendo a confronto rizomi secchi e «preparati» a 6 o 10°C per 4 settimane hanno quantificato tali aspetti. Nella eventualità che a causa delle elevate temperature del terreno e dell'aria sia opportuno posporre la piantagione di rizomi già a fine preparazione (4 settimane di germogliamento a 10° C), è necessario disporre di opportune tecniche di stoccaggio del materiale. I controlli produttivi eseguiti su rizomi già preparati stoccati a 2°C per 1-3 settimane hanno evidenziato che esiste un effetto di anticipo di fioritura imputabile allo stoccaggio stesso, effetto additivo a quello della «preparazione». dei rizomi. Inoltre non si sono verificate manifestazioni di riduzione della quantità o della qualità dei fiori ottenuti ponendo in coltura il materiale stoccato. Negli ultimi due anni di attività al materiale per fiore reciso è stato affiancato anche il materiale per vaso fiorito. L'obiettivo relativo alla utilizzazione di tali sostituzioni è stato quello di individuare i parametri colturali più opportuni da utilizzarsi per coprire un arco produttivo più ampio possibile. Sono stati impiegati rizomi «preparati», secchi o piante da seme valutando alcuni aspetti colturali e produttivi. Conclusioni. 1 ) Ai fini dell'anticipo di produzione è consigliabile utilizzare rizomi «preparati» in piantagioni anticipate. 2) I rizomi «preparati» possono essere conservati a basse temperature per 15-20 giorni ed essere poi piantati in periodi più freschi diminuendo i rischi relativi allo sviluppo delle piante e senza rinunciare al previsto anticipo di fioritura. 3) Nel caso di impianti molto precoci è consigliabile nelle prime fasi colturali il raffrescamento del substrato di coltivazione. 4) L’applicazione del trattamento a «giorno lungo» può essere interessante per ottenere anticipo di fioritura quando risulti opportuno adottare un ciclo produttivo più corto nell'ambito di una particolare programmazione aziendale. Fig. 2 - Flussi di fioritura con differenti 5) Nel caso di coltivazione per vaso fiorito, trattamenti alla pianta mediante rizomi secchi o «preparati» e piantine da seme è possibile coprire i più interessanti periodi produttivi invernali e primaverili.