Referendum abrogativi sistema elettorale del 21

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Referendum abrogativi sistema elettorale del 21
Referendum abrogativi sistema elettorale del 21 giugno 2009: gli Ex-Voto siamo sempre noi!
(Per una piccola storia del sistema maggioritario, dalla scimmia ai nostri giorni).
"Il voto è diventato sostanzialmente aleatorio: quando la democrazia raggiunge uno stadio formalmente avanzato,
essa si distribuisce intorno a delle percentuali di voto uguali (50/50). Il voto rassomiglia al moto browniano delle
particelle o al calcolo delle probabilità, è come se tutti votassero a caso, è come se votassero delle scimmie."
(J. Baudrillard, Lo scambio simbolico e la morte, 1976)
"...Tuttavia, una volta stabilito il gran salto dal proporzionale al maggioritario, non si dovrebbe indulgere alla
tentazione di storpiare anche il maggioritario a servizio del vecchio sistema. Gli elettori del prossimo referendum, e gli
stessi pazienti lettori di questo articolo, non credo vadano pazzi per le cabale dei sistemi elettorali. Essi sanno soltanto
che il proporzionale è il sistema dei vecchi partiti, e ritengono che il maggioritario possa essere il sistema per
trasformarli.
Se si vuole il maggioritario per trasformare i partiti, occorre allora un maggioritario che imponga la trasformazione di
tutti i partiti a cominciare dai piú grandi, e non un maggioritario che imponga ad alcuni partiti di scomparire per
consentire ad altri di avvantaggiarsi; diversamente, il passaggio al maggioritario anziché aprire la strada alla novità,
diventerà il baluardo della conservazione."
(V. Zanone, Un maggioritario cosí "corretto" serve ai partiti per non cambiare, in Il Sole 24ore, 7 febbraio 1993)
Scusateci! Perché il PdA è il responsabile dell'introduzione, nel sistema legislativo che nel
1993 regolava le elezioni dei Deputati alla Camera, dello sbarramento al 4% (modifica tecnica
al sistema uninominale, già vigente nelle politiche del 1992, della cui redazione fu incaricato il
compagno Marco Pannella, che non chiese certo il parere dell'elettorato plebeo, sostenitore,
com'era, del passaggio dalla Partitocrazia al sistema referendario all'anglosassone, nel quale si
è poi suicidato il Partito Radicale subito dopo aver eliminato il PdA), sbarramento che
comparve per la prima volta in Italia per arginare l'assalto a Montecitorio delle piccole liste
dette "di protesta", di cui il PdA era unanimemente e a ragione considerato il pericoloso
portabandiera (vedi Ma quanto costano i clown della politica, articolo di prima pagina di
Ruggero Guarini su Il Messaggero del 9 aprile 1992).
Così passò in Italia - coperta dallo spettacolo della tele.esecuzione sommaria della
Partitocrazia detta "Processo Mani Pulite" (in cambio della quale il suo maggior Attore ha
ricevuto una collocazione stabile e contraddittoria nel quadro politico del bipolarismo
imperfetto, con il suo bell'8% alle Europee) e in nome di una "governabilità" che era stata
distrutta essenzialmente dai Governanti corrotti e consociativi - l'abolizione del sistema
elettorale proporzionale senza sbarramenti (comparso in Belgio nel 1900 e poi applicato
nel '900 come sistema il cui primo scopo era la migliore rappresentanza dell'Elettorato Sovrano
in Parlamento secondo la formula tanti voti, tanti seggi, a tutela di un'Italia che non poteva
essere fatta che dall'unione delle tante diversità piuttosto che dalla loro omologazione coatta
"come durante la dittatura fascista", come riteneva anche Pier Paolo Pasolini già nel 1973) a
favore di un maggioritario bloccato, il cui scopo ultimo era quello di rafforzare tutti i poteri forti
della Prima Repubblica, rendendoli intoccabili.
Questa del 1993 fu la vera dimostrazione che la politica nelle democrazie borghesi
successive al sistema monarchico assoluto è una simulazione che solo la rivoluzione sociale
(di destra o di sinistra) ha potuto interrompere per brevi periodi: infatti la risposta di una
classe politica, quella italiana, ad un oscuro periodo di intreccio tra stragismo e corruzione
pubblica non fu quella dell'agevolare un rinnovamento dal basso dello spirito repubblicano
bensì fu l'introduzione borbonica di un sistema elettorale più autoritario, come il
maggioritario, sistema che ha consentito un regolamento di conti all'interno dei poteri forti
(tipo l'oscura fine di Raul Gardini), preferendo il coinvolgimento della Magistratura a quello
delle parti meno forti e quindi meno corrotte dell'Elettorato: nei fatti, un'altra generazione di
italiani esclusa dal processo di rinnovamento in atto dal 1993 (e poi dicono che i giovani non
seguono la politica...).
Magari "concedendo" poi al Popolo Sovrano confusi referendum solo abrogativi su materie
legislative incomprensibili ai più e a tutto vantaggio dell'oligarchia (come nel caso dell'inutile
referendum del 21 prossimo, che "migliora" la legge "porcellum" in direzione maggioritaria).
Oligarchia che infatti oggi chiede di elevare il numero delle firme necessarie per indire un
referendum (così anche si cominciò nel 1993, quando alle Amministrative il PdA si trovò
raddoppiato rispetto al 1992 il numero delle firme autenticate necessarie per presentare la
propria lista alle elezioni del Sindaco, con relativo raddoppio dei costi dei notai e della raccolta
in generale), in maniera da spazzare via anche questo strumento di partecipazione popolare.
Poi si toglierà il Senato, che tanto sono tutti vecchi, e si dimezzeranno i Deputati alla Camera,
se proprio la vogliamo mantenere anche se non serve a un cazzo. Non è forse d'accordo il
Popolo Sovrano a togliere le auto blu, ad abbassare i costi della politica? E allora?
In questo quadro le Sinistre della "Bolognina" abiurarono, dopo il concetto di rivoluzione
sociale, anche il principio della rappresentanza popolare (che le aveva tenute per
quarant'anni all'opposizione consociativa, tipo "compromesso storico" di Enrico Berlinguer), in
cambio di quello dell'alternanza di governo (o piuttosto del "ribaltone", dato che alla prova
del consenso e del "leaderismo" implicito al maggioritario, la sinistra con le urne ha ottenuto e
realizzato poco o nulla in diciassette anni). Quanto all'elettorato, l'auspicata "proletarizzazione
del ceto medio" si è realizzata piuttosto come "imborghesimento del proletariato" a causa
dell'appoggio della sinistra alle politiche neo-liberali, agendo sul consenso delle sinistre come la
scristianizzazione delle famiglie italiane, avvenuta per lo stesso motivo, agì sul Grande Centro
della DC e motivando l'attuale fuga dei voti delle sinistre verso la Lega Nord (primo caso al
mondo di bipolarismo strabico e transessuale). Non c'è da augurarselo ma solo la crisi
occupazionale, nel caso saldasse operai, impiegati del privato e immigrati in una una massiccia
sottoproletarizzazione dei lavoratori a termine, potrebbe cambiare le cose (con quali forme
organizzative e in che tempi saranno l'Oriente e l'Occidente a dirlo, non certo l'area
euroasiatica o mediterranea).
Meglio non poteva andare invece per i fascisti.in.doppio.petto, da lunga data più a loro agio
nel darwinismo neo-liberal, com'è nel loro DNA repubblicano nonostante le acque termali di
Fiuggi, i quali hanno incassato volentieri il regalo del ritorno ad un sistema elettorale più antidemocratico e seicentesco qual'è il maggioritario (buono infatti dove ancora convivono
democrazia e monarchia, si veda ad esempio la "sorte maggioritaria" dei laburisti inglesi),
riscatto delle "maggioranze silenziose" che grazie al premio di maggioranza attualmente
tengono fuori dal Parlamento la rappresentanza di tre milioni di Italiani (trai quali gli odiati
vetero-comunisti insieme agli imbarazzanti camerati evoliani, anti-atlantisti e antisionisti della
Fiamma e dintorni).
E infatti il Pdl al referendum del 21 giugno invita a votare NO, ovvero a lasciare la legge
elettorale nelle attuali pietose condizioni restrittive, simili forse solo a quelle che nel 1921-22
erano motivate dalla necessità di un baluardo agli effetti in Italia della rivoluzione bolscevica
del 1919 in Russia (quel pericolo "comunista" tanto evocato dal 1994 in Italia, con la
trascurabile differenza che alle spalle oggi c'è la caduta del muro di Berlino del 1989 e la
mondializzazione del modello produttivo capitalista...) e vera ragione dell'affermazione iniziale
del Partito Fascista.
Nel complesso le grandi manovre e gli obiettivi minimi della classe politica italiana (evidenti
nella volontà di perfezionare il maggioritario per perfezionare il bipolarismo confusionale in
Italia, come ammesso candidamente dai sostenitori del SI al referendum del 21 giugno),
osservate dalla nostra posizione Ex.Centrica ed Ex-Voto, somigliano molto a quelle degli
Ateniesi vetero-democratici (imperiali, spietati ed edipici), che arrivarono ad offrire una
ricompensa in danaro al voto (la Pornocrazia perfetta!), non avendo più soluzioni repressive
che gli consentissero di ottenere l'ormai sfuggente Quorum (che è, per l'appunto, un concetto
opposto a quello del nostro Cuore o "Cuorum", introdotto in Italia dal Partito dell'Amore in
radicale alter.nativa a quello di "Share" elettorale).
Anche il voto in Italia si avvia a diventare, con l'arrivo del poker e delle cam erotiche on-line,
una pura simulazione tra le altre, un puro gioco virtuale di danaro, senza altra plus.valenza
progettuale che non sia quella dell'ottimizzazione del rapporto salario/consumo e della crescita
del PIL.
Sicuramente anche a causa delle conseguenze della brutta fine della democrazia grecocoloniale, Cristo dovette finire in croce (per il suo socialismo antitribale e antimercantile
dell'Agape, per il modello del Regno Millenario di Maria Maddalena contro quello della Grande
Prostituta romana) e il PdA, più modestamente, ha dovuto portare per primo la croce del
sistema elettorale neo-maggioritario italiano (insieme a tutte le formazioni topiche o utopiche
che oggi, diciassette anni dopo il nostro indimenticabile sacrificio alter.politico, stanno facendo
quella stessa fine, anche se a noi sembra meno dignitosa, eroica ed erotica della nostra perché
noi eravamo e siamo tutt'altro dalla fine della politica, tutt'altro dalla fine, tutt'altro dalla
scimmia di Zarathustra).
Mauro Biuzzi – Segretario Nazionale
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