La Nuova Ferrara, domenica 2 giugno 2013

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La Nuova Ferrara, domenica 2 giugno 2013
LA NUOVA DOMENICA 2 GIUGNO 2013
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RockaFe, trionfa il folk pop
dei Down The Rabbit Hole
La giovane band si è aggiudicata la vittoria del contest e il trofeo Paolo Lancetti
I componenti del gruppo: in soli tre mesi abbiamo composto e arrangiato i pezzi
Il sogno di Alice Pisano e dei
suoi compagni si è realizzato
come nella favola di “Alice in
Wonderland” di Lewis Carrol,
rincorrendo un coniglio attraverso un pozzo… “down the
rabbit hole”. Questo è infatti il
nome con cui si è presentato al
RockaFe di Malborgetto il
quartetto “sognatore”, che venerdì sera sera si è aggiudicato
la vittoria del contest e il trofeo
“Paolo Laccetti”, dopo essersi
confrontato con gli altri quattro gruppi selezionati durante
le precedenti serate di semifinali: We Are All to Blame (vincitori del premio “Sonika” per
la sezione under 21), Duck Juice e Ophiura. Davvero una
scelta difficile quella della giuria tecnica che ha dovuto operare una selezione fra quattro
gruppi con generi completamente diversi. Il melodic metal degli Ophiura ha chiuso
con il suo muro sonoro e con
Foto di gruppo per le band premiate nell’edizione 2013 di RockaFe
un’esplosione di energia la sfilata musicale iniziata con il noise dei WAATB, il folk pop dei
Down The Rabbit Hole e il
funky spumeggiante dei Duck
Juice. Una vittoria fermamente desiderata, ma certamente
non attesa quella dei “Conigli”
(oltre alla già citata Alice alla
voce, alla chitarra e alla testie-
ra, Mattia Bellettati alla voce e
alla chitarra, Giacomo Bazzani
alla batteria e Enrico Gamberoni al basso). «C’è davvero
tanta soddisfazione in questa
vittoria - confida Mattia - considerato il fatto che in soli circa
3 mesi abbiamo composto e
arrangiato i pezzi mettendoci
dentro tutte le esperienze di
la recensione
La felicità di perdersi del poeta Roberto Pazzi
◗ FERRARA
“Già
chiudi
gli
occhi/
regalmente…” e ti misuri con il
niente di un foglio spaginato:
con la disposizione d’animo racchiusa in questo distico, Roberto Pazzi pare approcciarsi alla
poiesi della sua ultima Felicità di
perdersi (Barbera 2013, pp. 96,
euro 13.90), sedimentata tra il
1998 e il 2012, ad inaugurare a
“nike”, la nuova collana di Barbera Editore. È raro leggere poeti all’altezza di concludere una lirica con un avverbio in “-mente”, sfidando una concezione
estetica del banale. Era proprio
dei grandi, quali Ariosto e Tasso
per rimare in chiusura di ottava,
se non avessi il timore che la tenzone lo schiacciasse, avendo egli
Roberto Pazzi
La copertina del libro
la sola colpa di essere ancora in
vita. Dunque regale è la condizione di chi ha vissuto la solitudine nietzscheana delle aquile,
cresciuta “fra le mura della città/
fra i visi amabili/di chi solo ieri ti
soppesava”. Lascia dichiarare ai
suoi versi: “Solo la paura della fine/riunisce i miei concittadini”
e si azzerano “età, titoli e potere”, con l'innalzamento improvviso del Po, che egli implora:
“fammi sognare di un largo abbraccio/che tutti ci unisca per
ognuno di noi. Puntiamo ad
arrangiamenti curati ma senza troppi fronzoli e diamo molta importanza ai testi cantati».
A fine serata Silvia Veronesi,
organizzatrice dell’evento, sale sul palco assieme a Nicola
Franceschini per premiare i
Sonic Arrows vincitori del premio “Rete Alfa” e i Duck Juice
che si aggiudicano il trofeo della Giuria Popolare. Questa sera i venti anni di RockaFe verranno celebrati con una chiusura di tutto rispetto: la Big Solidal Band con i suoi 13 elementi ripercorrerà la via maestra dettata dai Blues Brothers
con i più celebri brani della
pellicola del 1980. Ospite sul
palco il sindaco di Bondeno
Alan Fabbri e per, per concludere, un finale colorato e scrosciante con lo spettacolo pirotecnico che lo scorso anno era
stato sospeso.
Eleonora Poltronieri
sempre”. L’abbraccio di uno
scrittore che ha portato la bellezza di Ferrara nel mondo, grazie
alle 26 lingue in cui è tradotto,
senza mai abbandonarla. Gio
Ferri, critico milanese che stima
dai tempi di Calma di vento (Premio Montale 1987) la sua produzione, ha affermato quanto il poetare sia una questione
“formale”; quindi il significato
sia assolutizzato nella Forma, e
Pazzi lo rende attraverso gli oggetti quotidiani, i nomi propri, i
ricordi universali. Va a capo terribilmente a tempo e non si concede la felicità pascoliana dei
“ritrovamenti” in limine, si perde, invece, nei suoi contrari, ambisce all’altro da sé, poiché la la
memoria di essere stato completo una volta sciuperebbe qualsiasi altra gioia futura. Parte, insomma, privandosi di un ritorno, che, per chi vede lontano, è
come non partire mai.
Matteo Bianchi
Le immagini della variopinta Cina
nel documentario di Droghetti
gati al centro con passaggi
pensili al quartiere dello shopUn lungo viaggio nella Cina ping ritenuto il più costoso del
meno conosciuta tra Mongo- pianeta e tuttavia affollato di
lia interna e confini col Tibet, “umanità variopinta”.
tra estremo sud balneare e
Un percorso veloce e dettaconfini con la Siberia, è l'in- gliato, tra Victoria Park, gli editreccio del film che è stato pre- fici storici ed i negozi di élite fisentato ieri mattina attraverso no ad arrivare a Temple Street
la sua prima prodove i ristoranti
iezione pubblica
sono completanella sala polivamente sulla stralente del liceo
da senza soluzioscientifico Roiti.
ne continuità,
Patrocinato dal
ha intrattenuto
Centro Interculquindi il pubbliturale Italo-Cineco presente in sase di Ferrara,
la.
“Tre mesi in CiNel documenna”, il documentario,inoltre, sotario girato in al- Droghetti e Borgia
no state registrata definizione e
te le impressioprodotto da Stefano Droghet- nanti immagini di un tifone
ti, mediante contenuti e stru- che ha costretto l'equipe a
menti liberi, offre uno scena- mettersi al riparo in vista della
rio molto diverso e più profon- tappa a Cheung Chau, soprando rispetto a quello stereotipa- nominata “isola lunga” per la
to che può caratterizzare una forma particolare che unisce
prospettiva a livello turistico. due lembi di terra, una zona
Anticipata da un'esposizione che conta non piu' di trentamifotografica di Daniele Borgia la abitanti ed è famosa per le
costruita su orizzonti metropo- sue " misteriose unicità" tra
litani da una parte e mondo ru- cui le strade accessibili con
rale tra altipiani inaccessibili speciali mezzi di trasporto studall'altra, la pellicola si è svi- diati sulle dimensioni del terriluppata partendo da Hong torio.
Kong, dai suoi grattacieli colleValentina Bacilieri
◗ FERRARA
Antonioni, cinema e paesaggio
nel ciclo Détournement
◗ FERRARA
Il tema del rapporto tra cinema e paesaggio è un aspetto
fondamentale nella produzione antonioniana. Se n’è discusso venerdì pomeriggio nello
spazio Wunderkammer, in occasione del quarto incontro
del ciclo Détournement. L’appuntamento ha coinvolto studiosi ed esperti provenienti da
Oltralpe: lo storico del cinema
José Moure (Université Paris 1
Sorbonne-Panthéon) e Thierry Roche (Université de Picardie), antropologo, oltre al docente di Storia del Cinema Alberto Boschi e all’urbanista
Romeo Farinella, entrambi
dell’Unife. All’inizio della serata sono stati proiettati cinque
documentari: “Gente del Po”
(1948), “N.U. Nettezza Urbana” (1948), “Sette canne e un
vestito” (1949), “La villa dei
mostri” (1950), “La funivia di
Faloria/Vertigine” (1950).
Nel dibattito si è partiti, dunque, dalla produzione documentaristica di Michelangelo
Antonioni, per affrontare diverse tematiche come il rapporto tra movimento e fissità,
la relazione con l’altro e col paesaggio, il rapporto tra i documentari e i film fiction del regista ferrarese. Un altro documentario ben analizzato dai
relatori, appartenente ad un altro periodo rispetto agli altri
elencati, è stato “Chung Kuo,
Cina” del 1972.
Andrea Musacci
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