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Cap. IX
POTATURA DELLE ORNAMENTALI
Definizione e scopi
La potatura è l’insieme degli interventi cesori che vengono fatti alle piante ornamentali per controllarne lo
sviluppo vegetativo e favorire la produzione di fiori o di frutti decorativi.
Scopi della potatura
Favorire la longevità della pianta.
Mantenere la forma prescelta (naturale o obbligata).
Stimolare la produzione di fiori e di frutti.
Asportare parti secche o vecchie o malate.
Coadiuvare la profilassi fitosanitaria.
Minimizzare la rischiosità dell’albero verso i fruitori (causa schianti di branche, stabilità verticale….).
Eliminare quelle parti che ostacolano la visuale o la circolazione di mezzi e persone o che creano problemi
a impianti (es. rete elettrica o illuminazione pubblica) o a manufatti.
Migliorare il valore estetico - funzionale.
Evitare affastellamenti vegetativi per limitare ristagni di umidità all’interno della chioma molto pericolosi
per possibili danni dovuti al peso della neve, per l’insorgere di patologie funginee e consentire nel
contempo la penetrazione della luce solare.
Tipi di potatura
Formazione: viene fatta in vivaio per dare una certa forma alla pianta.
Trapianto: è eseguita al momento della messa a dimora e consiste nella “toilettatura” delle radici (Fig….)
e nell’eliminazione dei rami rotti o mal disposti o soprannumerari o concorrenziali come le doppie punte
al fine di assicurare la funzione di cima. La riduzione dei rami favorisce altresì il processo di
attecchimento specie nelle sempreverdi poiché viene diminuita la superficie traspirante.
Allevamento: è fatta per gli alberi giovani al fine di conferire una certa forma di allevamento.
Mantenimento: è fatta per mantenere le piante adulte nella forma di allevamento desiderata. Si
consigliano turni molto stretti per evitare grossi tagli che espongono la pianta alla carie. In ogni
intervento non si dovrebbe asportare più di 1/3 della chioma.
Ringiovanimento: è fatta per le piante senescenti allo scopo di favorire una ripresa dell’attività
vegetativa.
Riforma: è fatta per ricostituire la chioma distrutta da agenti meteorici (vento, neve…) o parassitari
(insetti xilofagi, carie, …).
Risanamento (dendrochirurgia): è fatto per le piante colpite da carie per risanarle.
Il taglio e la cicatrizzazione
La potatura rappresenta sempre una fonte di pericolo per le piante poiché crea delle ferite che consentono
l’ingresso di patogeni da ferita.
Quando si effettua l’eliminazione completa di rami o di branche il taglio va fatto sempre al di sopra del “collare”
(Fig….) poiché esso contiene tessuti cambiali che dovranno provvedere al processo di cicatrizzazione. Inoltre
tale taglio dovrà essere leggermente obliquo rispetto al tronco in modo che si formi un callo circolare. Se il
taglio è fatto rasente al tronco il callo si formerà solo sui lati della ferita e lascerà a nudo i tessuti del tronco e
stimolerà la produzione di molti succhioni. Se il taglio viene fatto troppo lontano dal tronco il callo non si
svilupperà sul bordo della ferita ma resterà un moncone di legno morto (Fig….) e nascerà un anello cicatriziale
alla base del tronco senza ricoprire il moncone.
La superficie di taglio deve essere ben netta (Fig….); la migliore è quella lasciata da cesorie ben affilate,
mentre i seghetti e le motoseghe lasciano spesso nella parte inferiore di questa delle sfilacciature. E’
consigliabile passando da una pianta all’altra, specie quando c’è il sospetto, di disinfettare gli attrezzi con
ipoclorito di sodio.
La superficie delle ferite, specie se questa è ampia, va sempre protetta con mastici disinfettanti e cicatrizzanti
(Fig….). Si tratta di prodotti che contengono un principio attivo ad azione fungistatica associato al prodotto
protettivo che forma una pellicola elastica che non si screpola sotto il sole o sotto la neve. Il mastice non deve
ovviamente essere caustico o contenere sostanze tossiche. Non applicare mai mastice su legno alterato,
specie se non contiene il fungistatico, poiché proteggerebbe i patogeni già insediati.
TIPI DI POTATURA
(in base all’epoca di esecuzione)
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SECCA O AL BRUNO O INVERNALE, se fatta dalla caduta delle foglie
alla ripresa vegetativa.
VERDE o PRIMAVERILE - ESTIVA, se compiuta durante la fase
vegetativa.
Epoche di potatura
1. Specie decidue: la potatura va fatta nel periodo autunno/vernino: orientativamente 15 novembre - 15
marzo.
2. Specie sempreverdi: la potatura va fatta solo nei periodi di riposo vegetativo: orientativamente 15
dicembre - 28 febbraio e 15 luglio - 15agosto. Per i Lecci si effettua da 1° aprile al 10 di giugno.
Operazioni di potatura
Raccorciamento (favorisce l’attività vegetativa): si distingue in:
Spuntatura o taglio lungo (Fig….), consiste nella eliminazione della porzione apicale di un ramo per
stimolare il germogliamento delle gemme poste nella parte inferiore. E’ indicata per le piante vigorose
che tenderanno a ridurre il loro vigore divendo più equilibrate. Sconsigliata per le piante deboli o
senescenti poiché dovendo distribuire la poca linfa su molte gemme tendono ad esaurirsi.
Speronatura o taglio corto (Fig….), consiste nell’asportare quasi tutto il ramo lasciando solo uno
sperone cioè una corta porzione portante gemme che daranno luogo a lunghe cacciate. La speronatura
è una operazione frequente nelle piante deboli per favorire un “rigoglio vegetativo”.
Diradamento dei rami (Fig….), consiste nell’asportare, soprattutto in piante vigorose, l’intero rametto per
migliorare la circolazione dell’aria e della luce all’interno della chioma e per favorire l’attività riproduttiva. Se il
diradamento riguarda i germogli si parla di scacchiatura.
Taglio di ritorno (Fig….), consiste nel recidere un ramo (o una branca) immediatamente al di sopra di un ramo (o
di una branca) di ordine inferiore a quello che si elimina. Questo ramo rimasto assumerà le funzioni di cima. Con
questo intervento di potatura si mantiene la pianta nella corretta forma di allevamento evitando che la
vegetazione “sfugga” verso l’esterno o verso l’alto.
Piegatura (Fig….), consiste nell’inclinare verso il basso un ramo fin dalla sua inserzione. Nelle piante acrotone
determina una inversione del gradiente vegetativo, mentre in quelle basitone accentua la basitonia.
Curvatura (Fig….), consiste nel piegare ad arco un ramo. L’effetto di tale operazione è il maggior sviluppo dei
germogli che nascono nel tratto di max curvatura rispetto posti tanto nel tratto ascendente che discendente il
punto di max curvatura.
Potatura a tutta cima (Fig….): consiste nel non raccorciare tanto i rami di prolungamento delle branche primarie
quanto la “freccia” (ove presente). In tal modo la dominanza apicale non viene interrotta. E’ applicabile a piante
vigorose allevate su terreni molto fertili per favorire il mantenimento di un armonico sviluppo vegetativo. Al posto
dei tagli di raccorciamento si eseguono tagli di ritorno.
Capitozzatura (Fig….): consiste nell’asportazione totale della chioma tagliando le branche primarie in prossimità
della loro inserzione sul tronco. E’ un intervento straordinario che può trovare una qualche giustificazione
soltanto in pochissimi casi (gravi traumi delle branche primarie dovuti ad avversità meteoriche,…) ma che in ogni
caso non risolve il problema ma tende a spostarlo e ad aggravarlo nel tempo. Le piante “mutilate” tendono a
sviluppare un apparato radicale poco espanso e profondo con gravi rischi di stabilità. Le piante capitozzate
tendono a emettere numerosi succhioni dalle gemme avventizie presenti nel moncone di branca (teste di salice)
(Fig….) al fine di ricostituire in fretta la chioma. Il risultato è invece un negativo affastellamento vegetativo
(Fig….). Inoltre le superfici di taglio espongono la pianta capitozzata all’azione dei raggi solari e soprattutto
all’attacco degli agenti cariogeni che compromettono la stabilità strutturale e la sopravvivenza del vegetale.
•
Cimatura verde (Fig….): consiste nella asportazione dell’apice dei germogli al fine di favorire (interrompendo la
dominanza apicale) lo sviluppo di getti laterali di ridurre l’eccessiva crescita in altezza (filatura) e in certe specie
come ad es. il Crisantemo l’esecuzione di tale intervento a maggio e a 5 - 6 coppie di foglie a partire dal basso,
favorisce lo sviluppo di getti laterali fioriferi che poi verranno opportunamente selezionati.
• Spollonatura (Fig….): consiste nell’asportare, dalla primavera in poi, i polloni che via via nascono mediante un
taglio nel punto di inserzione sulla radice e mai raso terra in quanto se ne svilupperebbero numerosi altri (es.
nocciolo…..). I polloni fatta eccezione per il caso in cui servono per ricostituire un fusto vecchio o malato, sono
getti “parassiti” che vanno sempre eliminati poiché sottraggono inutilmente nutrienti agli altri organi della pianta.
• Eliminazione dei succhioni (Fig….): i succhioni sono getti che si formano sul tronco o sui rami in posizioni non
desiderate e che pertanto vanno eliminati poiché sottraggono nutrienti agli altri organi vegetali e rovinano la
simmetria della pianta.
• Sbottonatura (Fig….): consiste nella eliminazione dei boccioli floreali posti intorno al bocciolo principale allo
scopo di avere un solo fiore di > dimensioni e bellezza (es. Rose, Crisantemo, Garofano…).
• Recisione dei fiori (Fig….): viene fatto per le specie coltivate per “fiori da recidere” e consiste nel recidere con un
taglio obliquo (per favorire una maggiore superficie di assorbimento quando il gambo viene immerso in acqua) lo
stelo dei fiori. Tale intervento va eseguito preferibilmente nelle prime ore del mattino, evitando assolutamente i
momenti più caldi della giornata, su piante che sono state abbondamente irrigate il giorno precedente per fare in
modo che le cellule raggiungano il max del turgore per agevolare il taglio. Una volta recisi, i gambi dei fiori vanno
immersi in acqua tiepida a 25 - 30 °C per evitare la cicatrizzazione della ferita e mantenere attivo l’assorbimento
di acqua. Qualora non si abbia a dispozione acqua tiepida è bene rinnovare il taglio al momento della
sistemazione in vaso. Per alcuni fiori come le Dalie, i Papaveri e le Stelle di Natale le estremità tagliate degli
steli vanno passate per un attimo sulla fiamma o immerse per 1 cm per 1 - 2 secondi in acqua bollente per
evitare il coagulo del latice che ostacolerebbe le possibilità di assorbimento delle soluzioni acquose. Lo stadio di
raccolta dei fiori varia da specie a specie:
vanno raccolte in bocciolo: Rose, Iris, Asfodelo, Papavero, Peonia, Tulipano.
vanno raccolte con fiori semiaperti: Garofani, Gigli, Calla, Amarillis.
vanno tagliati quando la corolla è aperta: Zinnia, Calendula, Tagete, Astro della Cina, Orchidee, Dalie.
• Eliminazione dei fiori appassiti: è utile eseguire tale intervento oltre che per un fatto estetico, anche per
prolungare la stagione di fioritura e per favorire la produzione di fiori nell’anno successivo. Una volte sfiorite,
infatti, le piante impegnano molte energie nella produzione dei semi e, durante la maturazione, questi producono
ormoni inibitori della fioritura. Per queste ragioni l’intervento va fatto appena i fiori appassiscono e prima della
maturazione dei semi. Il taglio viene condotto in posizioni diverse a seconda del tipo di pianta (es. nella Rosa il
taglio obliquo va eseguito lungo il fusto tra la 4 - 5 foglia partendo dal fiore; nel Geranio va reciso lo stelo floreale
afferrandolo con le dita e spezzandolo nel punto di inserzione con il germoglio, nella Surfinia o nella Petunia si
stacca con le dita l’intera infiorescenza; nel Ciclamino si asporta l’intero stelo fino dalla base della pianta,….).
Alcuni consigli per una corretta potatura
Il raccorciamento (spuntatura e speronatura) favorisce sempre l’attività vegetativa in quanto riducendo il
numero delle gemme, concentra in quelle rimaste una maggiore quantità di linfa. Per tale motivo non va
fatto su piante vigorose da fiore poiché favorisce l’esplosione vegetativa a scapito di quella riproduttiva. Il
raccorciamento (potatura corta) è utile invece nelle piante con rami deboli in modo da stimolare la
produzione di nuovi getti vigorosi.
Il diradamento, cioè l’asportazione totale di rami, tende invece a favorire l’attività riproduttiva.
I rami verticali tendono a svilupparsi di più di quelli orizzontali o curvati verso il basso ciò perché la linfa
tende ad andare verso l’alto.
Evitare grossi tagli (con diametro > di 8 - 10 cm) difficili da cicatrizzare per cui espongono la pianta ad
infezioni funginee (Fig….).
Eseguire i tagli di un ramo o di una branca esternamente al “collare” per favorire un rapido processo di
cicatrizzazione. Nel recidere una grossa branca evitare “scosciature” (Fig….) che comportano lacerazioni
di tessuti e predispongono la pianta agli attacchi di patogeni da ferita. In questi casi conviene asportare la
branca in più riprese. Inizialmente si esegue un taglio nella parte inferiore della branca a circa 30 cm
dall’inserzione sul tronco (questo taglio non deve essere troppo profondo poiché altrimenti il peso della
branca chiuderà la lama della motosega); quindi si pratica un altro taglio sulla parte superiore della
branca, circa 5 cm in direzione della parte distale rispetto al taglio sottostante: in tal modo si fa cadere la
branca; infine si asporta il moncone residuo con un taglio esterno al collare senza che si abbiano problemi
di scosciature (Fig….).
Eseguire tagli obliqui (l’inclinazione del taglio deve formare un angolo il più possibile prossimo a 45° con
l’asse del ramo) (Fig….) per favorire lo sgrondo dell’acqua piovana sulla superficie del taglio in direzione
opposta a quello della gemma sottostante (tutto ciò al fine di evitare ristagni sulla ferita che stimolerebbero
lo sviluppo di patogeni da ferita); inoltre tale taglio deve essere sempre effettuato leggermente al di sopra
dell’apice di una gemma.
Evitare la formazione di monconi (Fig….) in quanto la porzione di ramo tra la gemma e il taglio finisce per
seccare.
Usare attrezzi con lame ben affilate.
Disinfettare gli attrezzi passando da una pianta malata ad una sana per evitare contagi.
Disinfettare le ferite specie quelle più grosse con appositi mastici cicatrizzanti.
La potatura degli arbusti
Per eseguire una corretta potatura (epoca e tipo di intervento censorio) degli arbusti bisogna conoscere il loro
habitus vegetativo e riproduttivo.
ARBUSTI DA FIORE A FOGLIA CADUCA o SPOGLIANTI
1)SPECIE CHE FIORISCONO SUI RAMI (GERMOGLI) CHE SI SVILUPPANO NELLA PRIMAVERA
DELL’ANNO IN CUI AVVIENE L’ANTESI (si tratta di arbusti a fioritura estivo - autunnale): (Fig….)
Buddleia davidii (Buddleia)
La potatura al bruno va fatta a fine inverno
(nei climi continentali per evitare danni da
Rosa sp.
gelo) o anche in inverno (nei climi miti) in
Spirea (bumalda, shirobana, japonica, weitchii)
modo molto energico speronando a poche
Hibiscus syriacus (Ibisco)
gemme (3 - 5) i rami che hanno fiorito
Buganvillea sp
l’anno precedente (in modo che possano
Prunus japonica
fornire nuovi germogli che fioriranno) ed
Viburnum (opalus, carlesii)
eliminando quelli più deboli o in
Lagestroemia indica
soprannumero o secchi o malati.
Passiflora
Caryopteris
2) SPECIE CHE FIORISCONO SUI RAMI FORMATISI L’ANNO PRECEDENTE (arbusti a fioritura invernale primaverile) (Fig….)
Berberis (buxifolia, thumbergii)
La potatura verde va fatta subito dopo la
fioritura e precisamente a marzo per gli
Buddleia alternifolia
arbusti che fioriscono in inverno, e da aprile
Rhus typhina (Sommacco)
a maggio per quelli che fioriscono all’inizio
Syringa vulgaris (Lillà o Serenella)
della
primavera.
Deutzia scabra
Si raccorciano i rami che hanno fiorito
Forsythia vividissima
(almeno la metà o i 2/3 della loro
Spirea (arguta, lanceolata)
lunghezza) per rimuovere i fiori allegati ed
Weigela sp
evitare inutili sprechi energetici per i frutti e
Calycanthus praecox (Calicanto d’inverno)
i semi, e per stimolare l’emissione di nuovi
Chaenomeles (= Cydonia) japonica (Cotogno del Giappone)
getti; si eliminano inoltre i rami vecchi o
Jasminum nudiflorum (Gelsomino d’inverno)
deboli o malati.
Philadelphus verginalis (Fiore d’Angelo)
NB. Potare prima della fioritura queste
Kerria japonica (Kerria o Corcoro)
specie significa perdere gran parte dei fiori.
Poinciana (= Caesalpina) giliesii (Poinciana)
Weigela florida (Weigelia)
Cytisus scoparius (Ginestra)
Bignonia radicans
Tamarix gallica
3) ARBUSTI CHE FIORISCONO SU RAMI (LAMBURDE) DI ALMENO 2-3 ANNI DI ETA’ (Fig….)
Bignonia (Bignonia capreolata)
Durante l’estate si raccorciano i rami
laterali (o secondari) a 5 - 7 gemme; questi
Wistaria sinensis (Glicine)
durante l’inverno verranno speronati a 2
Cercis siliquastrum (Albero di Giuda)
gemme per favorire la formazione di
Melo da fiore (Malus x Purpurea cv lemoinei)
lamburde fiorifere
ARBUSTI NON DA FIORE MA DECORATIVI PER IL COLORE DELLA CORTECCIA DELLE LORO
RAMIFICAZIONI (soprattutto in inverno): es. Cornus e Salici (Fig….). Poiché sono i giovani rami di 1 anno
che presentano il colore più intenso, la potatura deve essere attuata a fine marzo prima della ripresa
vegetativa con lo scopo di asportare i rami vecchi e di stimolare la emissione di nuovi getti che coloreranno
l’area verde nell’inverno successivo.
ARBUSTI SEMPREVERDI
A) LATIFOGLIE (Fig….)
Buxus sempervirens (Bosso)
Eliminare a fine inverno i rami rotti, deformati o malati;
se necessario intervenire per riequilibrare la chiome.
Nerium oleander (Oleandro)
Se lo scopo ornamentale è quello di produrre fiori,
Eucaliptus gunnii (Eucalipto)
come nelle azalee e nei rododendri, è utile eliminare i
Prunus laurocerasus (Lauroceraso)
fiori appena appassiti in modo da impedire alla pianta
Lavandula angustifolia (Lavanda, Spigo)
di concentrare le energie per la produzione dei semi.
Pittosporum tobira (Pittosporo)
Azalea (Azalea = Rhododendron indica )
Rododendro (Rhododendron arboreum)
B) CONIFERE (Fig….)
La potatura va limitata al minimo indispensabile. Di
Taxus baccata (Tasso)
solito si esegue una cimatura della nuova
Juniperus sp
vegetazione.
Chamaecyparis sp
Thuya sp
La potatura della Rosa
L’epoca migliore per potare le rose è l’inverno (febbraio - marzo), quando sono cadute le foglie e le piante
sono in riposo vegetativo. Solo i rampicanti non rifiorenti vanno potati in agosto - settembre dopo la fioritura (in
quanto i tagli primaverili eliminerebbero i getti fioriferi) speronando a 2 - 3 occhi (10 - 15 cm) i getti laterali.
Con la potatura (Fig….) si eliminano i getti deboli o disseccati o malati o mal disposti, quindi si speronano a 3 5 occhi (15 - 20 cm di lunghezza) i getti più vigorosi (quelle meno vigorosi se lasciati vanno speronati a 2 - 3
gemme). Nei rosai rifiorenti la potatura invernale viene integrata con quella verde estiva avente la funzione di
eliminare i fiori sfiorite gli eventuali frutti per favorire la immediata rifiorenza delle piante. Se il rosaio è
innestato vanno eliminati tutti gli eventuali polloni basali prodotti dal selvatico sottraggono nutrimento
all’oggetto (Fig….).
La potatura delle siepi
Tipi di siepi
INFORMALE o LIBERA: quando le specie che la costituiscono vengono lasciate crescere
liberamente (es. siepi di: Biancospino, Prugnolo, Nocciolo, Rosa canina…) (Fig….)
FORMALE o OBBLIGATA: quando le specie vengono “costrette” con appositi interventi di arte
topiaria ad assumere forme e geometrie particolari. (Fig….)
a) SIEPI FORMALI O OBBLIGATE
Potatura d’impianto
Al momento dell’impianto di una siepe formale bisogna saper se la specie che la costituisce è pollonante o
meno. Nel primo caso (Ligustro, Bosso, Biancospino, Prugnolo…) effettueremo una potatura energica a 10 20 cm dal suolo per favorire l’emissione di polloni il cui sviluppo verrà controllato durante l’estate con cimature
verdi e raccorciamenti in rapporto alla forma assegnata alla siepe. Nell’ inverno si effettueranno dei
raccorciamenti mentre nell’estate successiva si eseguiranno tagli necessari a conservare la forma. Nel
secondo caso (Carpino, Acero, Evonimo, …..) faremo solo un semplice accorciamento di tutti i rami per
favorire la crescita delle radici. Durante l’estate non verranno effettuati interventi cesori. Nell’inverno
successivo si ripete in forma ancora più leggera la potatura dell’anno precedente, mentre nell’estate si
effettueranno cimature apicali e laterali per conservare la forma desiderata. Nel caso di Conifere il
raccorciamento dei rami deve escludere la cima fintantoché la pianta non ha raggiunto l’altezza prestabilita. I
tagli di raccorciamento devono essere fatti non oltre la fine della primavera per consentire la lignificazione dei
nuovi getti prima dell’inverno.
Potatura di mantenimento
Quando la siepe ha raggiunto l’altezza desiderata, ogni anno va spuntata superiormente e lateralmente dopo
la caduta dei fiori (se la siepe non produce fiori la potatura andrà eseguita a metà estate) per mantenere la
forma voluta. Il numero degli interventi dipende dal tipo di specie (le sempreverdi richiedono tagli più contenuti
rispetto alle caducifoglie; quest’ultime tendono infatti a spogliarsi alla base per cui richiedono potature più
frequenti e energiche per contenere i ricacci apicali e stimolare l’emissione basale di nuovi getti) e dalla sua
vigoria (per quelle molto vigorose possono essere richiesti anche 3 - 5 interventi). Gli interventi dovrebbero
essere fatti sempre su germogli erbacei poco lignificati. In passato quando la manodopera era più abbondante
e a basso costo tali interventi di potatura verde venivano fatti ad intervalli regolari molto ravvicinati (anche
settimanali) usando le forbici. Oggi le siepi sempreverdi vengono mantenute in forma con un unico intervento
annuale utilizzando prevalentemente attrezzi meccanici (tosatrici elettriche).
Quando si pota una siepe formale è consigliabile che la parte basale sia mantenuta più larga di quella apicale
(in sezione dovrebbe assumere una forma trapezoidale con la base minore verso l’alto) per favorire
l’illuminazione solare basale ed evitare che ci siano spogliamenti basali.
Nelle siepi spoglianti o a foglia caduca (es. di Acero) si eseguono di norma due interventi di potatura: uno in
primavera, prima del germogliamento, e uno nel mese di agosto.
b) SIEPI INFORMALI O IN FORMA LIBERA
Per esse si consiglia di limitare i tagli alla sola rimonda dei rami secchi o mal posizionati. I tagli di ritorno vanno
sempre fatti lasciando in posizione distale una gemma esterna rispetto all’asse dell’arbusto. Per l’esecuzione
degli interventi cesori si possono usare: le cesoie (sono le migliori ma richiedono molta manodopera), i
forbicioni e le tosasiepi elettriche (indicate soprattutto per specie a foglia piccola).
La potatura degli alberi
Angiosperme ornamentali adulte, caducifoglie o sempreverdi.
In generale il periodo migliore per eseguire la potatura secca è la fine dell’inverno, quando ormai il pericolo di
repentini abbassamenti di temperatura è terminato.
Per le latifoglie è bene evitare di potare nei loro due periodi critici che sono la emissione delle foglie (in cui
l’albero eroga grandi energie) e la loro abscissione autunnale (in quanto le ferite potrebbero essere infettate
da patogeni in fase di sporulazione). Per alcune specie (Acer, Carpinus, Juglans e soprattutto Betula) la
potatura non va fatta durante la loro ripresa vegetativa primaverile poiché dalle ferite si avrebbe abbondante
emissione di linfa (fino a 5 l al giorno per una Betulla) che ostacola la cicatrizzazione.
Per le latifoglie sempreverdi non esiste un periodo preciso di potatura invernale anche se conviene eseguirla
dopo il pericolo di forti e repentini abbassamenti termici(fine inverno - primavera).
Con la potatura invernale si deve alleggerire lo scheletro dei rami superflui o mal disposti o secchi o malati
attraverso diradamenti o tagli di ritorno.
Oltre alla potatura secca esiste quella verde o estiva che viene fatta durante i mesi estivi ed ha un effetto
deprimente sulla vegetazione per cui può essere particolarmente utile per le piante troppo vigorose. Durante
l’estate la cicatrizzazione delle ferite è molto più rapida che d’inverno per cui ci sono meno problemi
fitopatologici. Operando con piante “in succhio” bisogna essere prudenti durante l’esecuzione della potatura
poiché il minimo urto potrebbe causare ampie lacerazione alla corteccia. Gli alberi presenti nei parchi, lungo le
alberature stradali o nelle aree verdi adibite a parcheggi, per ragioni di costi non vengono potati tutti gli anni
ma di solito si interviene ogni 5 - 7 anni (salvo necessità immediate come ad es. presenza di rami pericolosi
per la circolazione stradale,…). Troppo spesso si assiste purtroppo ad interventi di capitozzatura in
particolare delle alberature stradali, motivata dalla sicurezza della circolazione stradale, per il timore di caduta
di branche o di rami. La capitozzatura è un drastico intervento di potatura che consiste nell’asportazione totale
della chioma che determina un forte squilibrio vegetativo che porta a morte una parte dell’apparato radicale.
Inoltre nella pianta si vengono a formare monconi di legno morto e i nuovi ricacci risultano spesso mal
ancorati alla base. Le grosse ferite favoriscono infine l’attacco dei patogeni da ferita (es. carie del legno).
Gimnosperme Conifere
Per le Conifere distinguiamo due casi:
1) Specie con branche inserite sul tronco in modo irregolare (non disposte in verticilli): es. Juniperus sp.,
Taxus sp., Tsuga sp., Thuja sp., Cupressus sp.,….. (Fig….) Tali piante tendono a sopportare bene i tagli per
cui la potatura non presenta grosse differenze da quella delle latifoglie.
Per il Cupressus sp. la potatura è rivolta a mantenere il tipico portamento colonnare. I rami che fuoriescono
dalla sagoma per il loro sviluppo eccessivo o a causa del vento o del peso della neve, vanno alleggeriti
raccorciandoli col taglio di ritorno, fino a quando il ramo torna ad assumere la posizione verticale. Le cime
soprannumerarie andranno eliminate o, se non è possibile, raccorciate in prossimità di un ramo laterale
debole. Qualora la pianta abbia la cima danneggiata possiamo ricostituirla portando in posizione verticale la
branca immediatamente sottostante e legandola per far mantenere tale posizione eretta. Con la potatura
dovremo pure asportare rami secchi o malati (in quanto colpiti da cancro della corteccia).
2) Specie con branche disposte in verticilli o palchi regolari: es. Abies sp., Picea sp., Pinus sp.,… (Fig….). Tali
specie hanno raramente gemme latenti sui rami più vecchi, per cui se effettuiamo un raccorciamento delle
branche fino alla zona di legno vecchio privo di aghi si verifica che tale porzione rimasta muore poiché non
riesce a ricacciare per mancanza di occhi dormienti. E’ necessario pertanto evitare questi tagli per non
mutilare la chioma o renderla disarmonica.
Riguardo all’epoca di potatura delle conifere va detto che questa varia secondo le specie, così il Cedrus
atlantica risponde meglio ad interventi fatti all’inizio della primavera, mentre per la Tuhja e il Cipresso è
preferibile intervenire d’estate.
NB: Per la potatura di specie arboree di notevole altezza si possono usare bracci elevatori muniti di cestello
oppure ricorrere a potatori specializzati in tree-climbing (Fig….) che, collegati mediante funi alla pianta in due
punti e dotati di imbracatura, riescono a entrare all’interno della chioma maestosa senza creare azioni
mutilanti delle piante.
La potatura dei rampicanti
Per gli arbusti rampicanti da fiore (Glicine, Bignonia, Passiflora,…) (Fig….) vale quanto detto in precedenza
(vedi potatura degli arbusti). Per le altre specie rampicanti la potatura è piuttosto semplice riducendosi
all’asportazione dei rami deboli, secchi o malati tagliandoli alla base o all’altezza di una gemma. Qualora le
piante si siano sviluppate più dello spazio a disposizione si possono fare degli interventi di contenimento.
I rampicanti sempreverdi (Edera, Gelsomino sempreverde o Rincospermo, Vite del Canadà…) vanno potati
nella tarda primavera per:
eliminare le parti danneggiate dal gelo;
accorciare i rami troppo lunghi;
diradare i rami delle piante troppo affastellate o quelli che tendono a invadere zone che devono
restare libere da vegetazione (es. finestre, porte,…)
La potatura delle specie annuali da fiore
Per tali specie (es. Tagete, Petunia,..) (Fig….) è importante la continua eliminazione dei fiori appassiti per
evitare che la pianta diriga verso i semi le energie nutritive anziché verso la produzione di nuovi fiori.
La potatura delle specie biennali e perenni
Per tali specie la potatura prevede, oltre la costante eliminazione dei fiori appassiti per stimolare la rifiorenza,
la pulizia invernale della vegetazione, eliminando le parti morte e marcescenti.
Alcune specie aventi una crescita lenta (es. Gaillardia, Artemisia,…) si avvantaggiano di una potatura vigorosa
dopo la fioritura.