Sviluppo di funzioni di amplificazione locale per studi di
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Sviluppo di funzioni di amplificazione locale per studi di
Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2006 - IARG 2006 Pisa, 26 – 28 giugno 2006 SVILUPPO DI FUNZIONI DI AMPLIFICAZIONE LOCALE PER STUDI DI MICROZONAZIONE SISMICA Fabrizio Pelli, Paolo Bazzurro e Mauro Mangini Geodeco S.p.A. [email protected] [email protected] [email protected] Sommario Lo scopo di questa nota è quello di descrivere, nelle sue linee essenziali, uno studio attualmente in corso per lo sviluppo di funzioni di amplificazione locale utilizzabili nell’ambito di analisi probabilistiche di pericolosità sismica su scala territoriale. L’approccio adottato, di tipo semplificato e applicabile a situazioni dove la conoscenza delle caratteristiche stratigrafiche e geotecniche dell’area è necessariamente limitata, permette tuttavia di considerare l’effetto dei principali fattori che controllano il fenomeno amplificativo su base locale, primo fra tutti il comportamento non lineare dei terreni. Lo studio si basa su un considerevole numero di analisi non lineari agli elementi finiti condotte per diverse condizioni stratigrafiche e geotecniche, utilizzando come input circa 50 diversi accelerogrammi registrati in roccia. Alcune funzioni preliminari sono già state sviluppate e applicate a casi reali. Metodo di Analisi La metodologia posta alla base dell’approccio semplificato descritto in questa nota combina analisi probabilistiche di pericolosità sismica (PSHA) di tipo convenzionale con i risultati di analisi dinamiche non lineari del sito sottoposto all’azione di accelerogrammi registrati su roccia. Le analisi sono condotte con una versione modificata del programma di calcolo agli elementi finiti SUMDES (Li et al., 1992), che rappresenta il sito come un mezzo costituito da strati orizzontali. La legge costitutiva utilizzata deriva dal modello proposto da Dafalias (1986) e da Wang e Dafalias (1990). Per quanto il programma consenta di applicare alla base della colonna di terreno due accelerogrammi orizzontali ed un accelerogramma verticale, ad oggi le nostre analisi sono state condotte applicando, per ogni stratigrafia e per ogni registrazione utilizzata, un’unica componente orizzontale. L’incertezza nelle caratteristiche dei terreni, che può essere considerata nelle analisi, è stata trascurata in questa fase di studio ma sarà considerata in una fase successiva. L’effetto del comportamento non lineare dei terreni è descritto dalla funzione di amplificazione AF(f), che dipende dalle caratteristiche stratigrafiche e geotecniche del sito, e che varia al variare della frequenza di oscillazione f e dell’intensità del moto sismico in roccia. AF(f) è definita come il rapporto tra l’accelerazione spettrale in superficie, S as ( f ) , e l’accelerazione spettrale in corrispondenza di un ipotetico affioramento roccioso, S ar ( f ) , calcolati alla stessa frequenza f (Bazzurro and Cornell, 2004a; 2004b): [ ] [ ] 2 AF ( f ) = S as ( f ) / S ar ( f ) = expa + b ln S ar ( f ) + c ln S ar ( f ) + ε ln AF ( f )σ ln AF ( f ) (1) dove a, b e c sono parametri di regressione, σ ln AF ( f ) è la deviazione standard e ε ln AF ( f ) è una Fabrizio Pelli, Paolo Bazzurro e Mauro Mangini Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2006 - IARG 2006 Pisa, 26 – 28 giugno 2006 variabile Gaussiana a media zero e deviazione standard unitaria. Un tipico esempio di relazione tra AF ( f ) e S ar ( f ) ottenuta per una frequenza di 3.5Hz è mostrata nella Figura 1, dove ciascun punto rappresenta uno dei 51 diversi accelerogrammi utilizzati nell’analisi. 10 AF (f) f=3.5Hz 1 0.1 0.01 0.1 1 10 Sra (f) [g] Figura 1. Esempio di funzione di amplificazione per una frequenza di 3.5Hz ottenuta per un sito composto prevalentemente da argilla sovraconsolidata applicando 51 diversi accelerogrammi registrati in roccia AF (f) 10 1 f=0.25 Hz f=2.0 Hz f=3.5 Hz f=7.5 Hz f=100.0 Hz 0.1 0.01 0.1 Sra (f) [g] 1 10 Figura 2. Esempio di funzioni di amplificazione ottenute, per diverse frequenze, per un sito composto prevalentemente da argilla sovraconsolidata, applicando 51 diversi accelerogrammi registrati in roccia Nella Figura 2 sono confrontate alcune funzioni di amplificazione calcolate, per la stessa colonna di terreno, a frequenze diverse. Si nota che la massima amplificazione per livelli accelerativi moderati si verifica in prossimità della frequenza fondamentale elastica del terreno, ma che lo stesso non avviene a livelli accelerativi elevati. Si osserva inoltre che l’effetto della non-linearità del terreno, con la caratteristica riduzione di AF(f) all’aumentare di S ar ( f ) , diventa evidente per frequenze prossime alla o maggiori della frequenza fondamentale elastica della colonna di terreno, ma non sono significativi a frequenze relativamente basse. La procedura descritta fornisce il valore mediano di AF(f) e la sua dispersione. Dato che in questo caso si è trascurata l’incertezza nei parametri del suolo, la dispersione in AF(f) è dovuta interamente alla variabilità associata all’accelerogramma applicato alla base. Questa informazione può essere combinata con la pericolosità ottenuta su roccia in modo probabilisticamente corretto, mediante una procedura di convoluzione, per ottenere la pericolosità in superficie. Fabrizio Pelli, Paolo Bazzurro e Mauro Mangini Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2006 - IARG 2006 Pisa, 26 – 28 giugno 2006 Funzioni Semplificate In anni recenti sono state proposte varie funzioni di amplificazione, basate su dati empirici (ad es., Choi e Stewart, 2005) o su dati analitici (ad es. Silva et al., 1999) o su ambedue (Walling e Abrahamson, 2006). Tipicamente tali funzioni, che per quanto riguarda la parte analitica si basano generalmente su metodi elastici equivalenti, sono riferite a caratteristiche stratigrafiche e geotecniche tipiche della California. Nello studio oggetto di questa nota le funzioni semplificate sono invece ottenute mediante analisi non lineari condotte su un elevato numero di colonne “pilota” di diverse caratteristiche. Alcune funzioni preliminari, in una prima fase basate sul principio delle superfici di risposta (Pelli et al., 2004) e successivamente derivate con il metodo descritto in questa nota (Pelli et al., 2006a, b) sono già state utilizzate per il calcolo dell’amplificazione locale in corrispondenza di alcuni siti reali. In particolare, i parametri investigati durante lo studio sono la tipologia dei terreni prevalenti, le velocità delle onde di taglio nella colonna di terreno (ed in particolare il valore medio nei primi 30m, VS 30 ), l’indice di plasticità e l’età dei terreni coesivi, la presenza di alternanze di terreni con caratteristiche geotecniche diverse, la profondità del substrato roccioso, la velocità delle onde di taglio nel substrato roccioso. L’approccio consiste nello stabilire funzioni che definiscono i valori medi dei parametri di regressione a, b, c (vedi Eq. 1) e la deviazione standard di AF(f) per ogni frequenza di oscillazione. Queste funzioni si basano sulla conoscenza (o sulla stima) di alcuni parametri fondamentali caratterizzanti il sito, quali la tipologia del terreno prevalente, le sue caratteristiche di plasticità (non plastico, bassa, media e alta plasticità), la frequenza fondamentale elastica della colonna di terreno, la velocità delle onde di taglio (e ove possibile la profondità) del substrato roccioso ( VSROCK compreso tra 800 e 2500m/s), la profondità del livello di falda e la tendenza del terreno saturo a generare sovrapressioni interstiziali sotto l’azione dei carichi ciclici. 0.4 0.4 0.2 0.3 0.2 0 f=3.5 HZ Parametro a 0.1 PGA -0.2 0 -0.4 -0.1 -0.6 -0.2 -0.8 -0.3 -1 -0.4 Vsrock=800m/s -0.5 -1.2 -0.6 -1.4 Vsrock=1500m/s 0 2 4 6 8 10 12 14 Frequenza Fondamentale 16 0 2 4 6 8 10 12 14 16 Frequenza Fondamentale Figura 3. Esempio di correlazioni tra la frequenza fondamentale elastica e il parametro di regressione a (vedi Eq. 1) relative ad un sito costituito prevalentemente da ghiaia densa, ottenute per due diverse frequenze di oscillazione e per due diversi valori di Vs del substrato roccioso applicando 51 diversi accelerogrammi registrati in roccia Nella Figura 3 sono presentate, a titolo di esempio, alcune correlazioni tra la frequenza fondamentale elastica di un sito composto prevalentemente di ghiaia densa e il parametro di regressione a (vedere Equazione 1). Tali correlazioni sono state ottenute per due diverse frequenze di oscillazione ( f = 3.5 − 100 Hz ) e per due diversi valori di velocità delle onde di taglio nel substrato roccioso ( VSROCK pari a 800 e 1500m/s, rispettivamente), applicando 51 diversi accelerogrammi registrati in roccia. La frequenza fondamentale elastica della colonna di terreno è stata selezionata in quanto è ben correlata all’amplificazione. D’altra parte la VS 30 , che è indipendente dalle caratteristiche dei terreni al di sotto dei 30m di profondità, non fornisce correlazioni univoche per le colonne Fabrizio Pelli, Paolo Bazzurro e Mauro Mangini Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2006 - IARG 2006 Pisa, 26 – 28 giugno 2006 profonde. Tuttavia una migliore correlazione con VS 30 può probabilmente essere ottenuta, ed è al momento in fase di studio, definendo una funzione che oltre a VS 30 contenga anche la profondità del substrato roccioso; questo comporta comunque la formulazione di una ipotesi sul comportamento dei terreni al di sotto dei 30m di profondità. Prossime Attività Al momento sono in fase di studio i risultati di migliaia di analisi condotte per colonne pilota con diverse caratteristiche stratigrafiche e geotecniche. Sono inoltre in corso alcune modifiche alla legge costitutiva utilizzata per migliorare la modellazione dei terreni sabbiosi, sopratutto se saturi e soggetti a fenomeni di mobilità ciclica. E’ in programma l’effettuazione di una analisi di regressione multipla e multivariata che tenga in considerazione la correlazione tra i parametri del modello regresso (ad oggi, i parametri sono stati oggetto di regressioni indipendenti). E’ infine oggetto di studio l’effetto dell’incertezza dei parametri dei terreni, che è ovviamente funzione del livello di indagine disponibile, sul valore della deviazione standard di AF(f) condizionata a S ar ( f ) , ossia σ ln AF ( f ) nell'Equazione 1. Si prevede di implementare a breve alcune delle funzioni preliminari sopra descritte sul sito www.eRiskZone.it dove è già accessibile, a solo scopo dimostrativo, un sistema semplificato per l’analisi di pericolosità e la stima del danno strutturale sul territorio nazionale italiano. Bibliografia Bazzurro, P., and C. A. Cornell (2004a). Ground-motion amplification in nonlinear soil sites with uncertain properties, Bull. Seism. Soc. Am. 94, no. 6, 2090–2109. Bazzurro, P., and C. A. Cornell (2004b). Nonlinear soil-site effects in probabilistic seismic-hazard analysis, Bull. Seism. Soc. Am. 96, 2110–2123. Choi Y., Stewart J.P. (2005). Nonlinear site amplification as function of 30m shear wave velocity, Earthquake Spectra, Vol. 21, pp.1-30. Dafalias Y. F. (1986). Bounding Surface Plasticity, I. Mathematical Foundation and the concept of Hypoplasticity, Journal of Engineering Mechanics, ASCE, Vol. 112, No, 9. Li X.S., Wang, Z.L. and Shen C.K. (1992). SUMDES - A nonlinear procedure for response analysis of horizontally-layered sites subjected to multi-directional earthquake loading, University of California at Davis. Pelli, F., P. Bazzurro, M. Mangini, and D. Spallarossa (2004). Probabilistic seismic hazard mapping with site amplification effects. 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Wang Z. and Dafalias Y. F. (1990). Bounding Surface Hypoplasticity model for sands, Journal of Engineering Mechanics, ASCE, Vol. 116, No, 5. Fabrizio Pelli, Paolo Bazzurro e Mauro Mangini