SUD Il Sud non ha bisogno di assistenzialismo, sprechi e spesa

Transcript

SUD Il Sud non ha bisogno di assistenzialismo, sprechi e spesa
SUD
Il Sud non ha bisogno di assistenzialismo, sprechi e spesa facile. Ha bisogno semmai (in
misura ancora maggiore) delle ricette modernizzatrici e liberali che proponiamo per tutto il
Paese. E’ possibile: meno tasse e meno spesa. Il SUD non ha bisogno di maggiori risorse
ma di spendere meglio è più velocemente quelle che già ha.
E’ possibile pensare anche a Zone economiche speciali. Dopo mesi e mesi di annunci
governativi sul fantomatico “masterplan”, si assiste alla totale mancanza di una visione, di
una proposta, di un’idea per il Mezzogiorno. A tutto questo si aggiunge anche il fatto che a
circa tre anni dall’avvio della nuova programmazione neanche un euro è stato ancora
speso e i fondi del masterplan sono ancora sulla carta poiché la delibera CIPE di agosto
2016 non è stata ancora registrata alla Corte dei Conti.
Tutti i dati confermano che proprio un ritorno del Sud alla crescita renderebbe più solidi i
dati complessivi del Paese: il Governo ne parla nei convegni, ma di concreto non c’è nulla
nemmeno stavolta. Una delle nostre proposte è quella di ragionare sull’opportunità di
creare delle “Zes”, cioè zone economiche speciali a cui accordare un regime di favor
fiscale e burocratico, specie ma non solo rispetto agli investimenti esteri.
L’esperimento delle “zone franche urbane” non ha funzionato perché era troppo limitato e
perché, nonostante le intenzioni, alla fine la burocrazia ha prevalso. Invece, il Sud (così
come altre realtà, ovviamente anche al Nord!) potrebbe essere il luogo naturale di
sperimentazione di un progetto più ambizioso, di “free zones” non basate sullo sperpero di
denaro pubblico, ma su meccanismi di defiscalizzazione e di sburocratizzazione.
Le esperienze europee e internazionali, in tal senso, hanno dimostrato che la creazione di
un ambiente favorevole allo sviluppo che contempla incentivi fiscali e riduzione degli
adempimenti amministrativi/autorizzatori attivano investimenti e generano migliaia di posti
di lavoro. L’esempio di Shenzhen in CINA dimostra che con l’istituzione della ZES un
villaggio di pescatori è diventato dopo oltre trenta anni l’hub internazionale
dell’innovazione.
E poi (ad esempio recuperando l’azione di Raffaele Fitto come Ministro per le Regioni) è
possibile pensare a una rivoluzione nella gestione dei Fondi Ue, non più con la logica di
microstanziamenti a pioggia, ma concentrandoli su pochi grandi progetti strategici. Il
decreto legislativo 88/2011 ha previsto stringenti misure per la programmazione ed
attuazione delle politiche di coesione con l’obiettivo di accelerare la realizzazione degli
interventi, migliorare la qualità della spesa pubblica. In tal senso la
norma prevedeva l’attivazione di uno strumento innovativo: il Contratto
Istituzionale di Sviluppo che individua per ogni intervento strategico le
responsabilità di ciascun soggetto e le eventuali sanzioni che può arrivare
sino all’attivazione del potere sostituivo in caso di ritardi o da parte
dei singoli soggetti attuatori. Pertanto anziché perdere tempo a definire e
firmare patti che non sono contemplati dalle norme e non hanno nessun
valore sarebbe stato più opportuno stipulare appositi Contratti
Istituzionali di Sviluppo con le singole regioni o con i soggetti
concessionari quali Anas e RFI.
Da ultimo occorre rafforzare la capacità amministrativa dei soggetti
attuatori. Gli enti territoriali e le amministrazioni centrali, infatti,
non hanno competenze a sufficienza per programmare attuare gli interventi a
causa del blocco del turn-over, della riduzione dei trasferimenti connessi
alla spending review e dei vincoli di finanza pubblica. Per superare queste
criticità è opportuno rafforzare e promuovere il ricorso alla
centralizzazione della committenza anche al fine di garantire trasparenza e
legalità nelle procedure. Anche in questo caso occorre ripristinare il
rathing dei soggetti attuatori, previsto dal Ministro Fitto e cancellato
dal Governo Renzi, che premia i soggetti attuatori efficienti mediante
l’assegnazione di maggiori risorse.
PROPOSTE DA VOTARE
1. Zone economiche speciali
2. Fondi Ue: concentrazione su grandi progetti strategici
3. Rafforzare la capacità amministrativa dei soggetti attuatori promuovendo
la trasparenza e la legalità