POLIDORO DA LANCIANO Polidoro da Lanciano

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POLIDORO DA LANCIANO Polidoro da Lanciano
PERSONAGGI ILLUSTRI IN TERRA D’ABRUZZO
POLIDORO DA LANCIANO
(1515 – 1565)
Pittore
Polidoro da Lanciano, anche Polidoro de Renzi, pittore attivo a Venezia nella
metà del XVI secolo, nacque a Lanciano (CH) nel 1515 da Paolo figlio di Renzo
famoso ceramista lancianese documentato nella città frentana sin dal 1509 e morto
nel 1536.
Non si hanno notizie relative alla giovinezza di Polidoro e alla sua formazione
artistica. Qualcuno ipotizzò un trasferimento di Renzo a Castelli (TE), chiamato
dalla famiglia Orsini, feudataria di quei luoghi, dove avrebbe fondato una scuola
dalla quale uscirono i famosi ceramisti Pompei, cioè Tito, Orazio il Vecchio e
Orazio il Giovane, quest’ultimo artista di gran valore, ma non si hanno riscontri
documentali in tal senso.
Polidoro emigrò giovanissimo nella lontana Venezia e nella città lagunare operò
dal 1530 fino alla morte avvenuta nel 1565.
Molto utili si sono rivelati alcuni documenti notarili, rinvenuti e pubblicati dallo
studioso tedesco Gustav Ludwig, per la ricostruzione della vita dell’artista
abruzzese.
Dal testamento dettato da Polidoro in articulo mortis, nella contrada san Pantaleone
a Venezia, si desume l’anno di nascita e la città di origine del pittore:
“Io Polijdoro da Lanzan depentor….de anni n.50 in circa amalato mesi 6 de fieber..”
Polidoro stesso dichiara di avere “all’incirca” 50 anni al momento della morte,
segno che nemmeno lui sapesse di preciso la data della sua nascita. Questa
motivazione, unita a considerazioni relative al suo stile pittorico, hanno fatto
propendere per alcuni, la data di nascita più vicina al 1510 che al 1515.
La tesi del 1510 trova
ulteriore credito se si
considera che la sua prima
iscrizione alla corporazione
dei pittori veneziani come,
figurer, risale all’anno 1530
quando l’artista avrebbe
avuto solo 15 anni. Per
quanto già da giovincello
avesse dato dimostrazione
della sua indiscussa valenza
artistica, tale riconoscimento
si
rivelerebbe
alquanto
improbabile per un ragazzo.
Polidoro da Lanciano (1515-1565) – Pittore
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Tuttavia gli storici, accettando quanto riportato nel documento ufficiale, per
convenzione sono concordi nel ritenere il 1515 l’anno di nascita dell’artista
frentano.
Da momento in cui Lanciano, nel Rinascimento, vivesse la sua epoca di maggior
splendore, famosa in Europa per le sue ricchezze, le sue attività culturali e
fieristiche, ci si chiede come mai Polidoro abbia scelto di trasferirsi a Venezia,
dove già operavano Tiziano, Tintoretto e Veronese. Probabilmente la risposta
andrebbe cercata nella fama delle fiere lancianesi che, come già accennato, in quel
periodo erano al vertice della loro importanza. Proprio per questo la città frentana
intratteneva rapporti continui e frequenti con Venezia non solo commerciali ma
anche e soprattutto culturali. Le fiere di Lanciano attiravano in città mercanti da
tutto il mondo per acquistare prodotti locali e per vendere manufatti dei luoghi di
provenienza. Venezia che per convenzione con il Regno di Napoli sorvegliava le
coste adriatiche dalle scorrerie turche, riversava in Abruzzo e in particolare a
Lanciano un gran numero di mercanti e di artisti per vendere stoffe, libri, dipinti e
cristalli delle loro botteghe. Si hanno fin dal Quattrocento prove della
penetrazione di artisti veneziani in terra d’Abruzzo e della migrazione di
maestranze frentane verso la Serenissima, tanto che nel 1530 è documentata
l’esistenza di una comunità lancianese a Venezia formata da famiglie di immigrati
abruzzesi. In questo clima di
reciproci scambi si inserisce la
vicenda di Polidoro che da Lanciano
si trasferisce a Venezia spinto dal
desiderio di vedere realizzate le sue
capacità artistiche.
Nella capitale lagunare sposa
Angelica, molto più anziana di lui,
dalla quale avrà il figlio Giampaolo e
quando nel 1532 resta vedovo,
sposerà in seconde nozze la
padovana Elena Buzzacarini, già
madre di un figlio, Vittorio, avuto
da un precedente matrimonio. Elena
gli darà il figlio Giovanni Antonio.
Polidoro oltre ad essere stato allievo
di Tiziano, fu anche compagno di
strada di Andrea Schiavone, di
Jacopo Bassano, di Lambert Sustris;
escluso da ogni evento artistico
pubblico, si dedicò all’abbellimento
dei soffitti delle case degli
aristocratici
veneziani,
come
testimoniano i due tondi conservati
Polidoro da Lanciano (1515-1565) – Pittore
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nel museo di Capodimonte a Napoli e raffiguranti “l’Olimpo” e il “Convito degli
Dei”.
Sempre dall’atto notarile del 1565, si evince come le sue condizioni economiche
non fossero felici a Venezia ma a Lanciano aveva ereditato dal padre un terreno e
nella città abruzzese, dopo la sua morte, si trasferì la vedova Elena con i due figli.
Il primo, Vittorio seguì le orme artistiche del suo patrigno mentre il secondo,
Giovanni Antonio figlio di Polidoro, fu avviato al sacerdozio.
Le tematiche verso le quali si indirizza Polidoro sin dall’inizio sono quelle del
quadro devozionale a carattere formativo e di forma orizzontale, in quegli anni al
centro degli studi di quasi tutti gli artisti operanti a Venezia.
Pur occupando un posto di rilievo nel panorama artistico rinascimentale
veneziano, non ebbe la stessa fama di artisti a lui contemporanei, ma già nel secolo
successivo riconosciuto nella sua giusta valenza. Infatti, nel primo testo di storia
dell’arte italiana “Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti” di Giorgio Vasari,
che aveva avuto due edizioni la prima nel 1550 e nel 1568 una seconda ampliata e
approfondita, non solo non si fa cenno all’artista abruzzese ma la sua opera più
pregiata “La Discesa dello Spirito Santo” del 1545, l’unica datata dal Polidoro,
viene attribuita prima a Bonifacio Veronese e poi addirittura a Tiziano. Solo dopo
un secolo la maestosa tela (276x195 cm) torna al suo effettivo autore grazie a
Carlo Ridolfi, storico dell’arte
e pittore e a Marco Boschini
anch’egli artista e scrittore.
Oggi il capolavoro del
Polidoro è ammirabile in tutto
il suo splendore presso la
Galleria dell’Accademia di
Venezia.
Ignorato dagli studiosi a lui
contemporanei, anche la critica
moderna ha rivelato scarso
interesse nei suoi riguardi,
complice
soprattutto
la
mancanza assoluta di opere
firmate e documentate fatta
eccezione per la già citata “Discesa dello Spirito Santo”. Solo nel 1894 Bernard
Berenson, storico dell’arte di origine lituana, definì un primo elenco delle opere di
Polidoro, elenco che poi nel 1932 venne ridimensionato nella sua seconda
edizione. In tempi recentissimi alcune nuove acquisizioni hanno finalmente
smosso una situazione lacunosa ed incerta che rischiava di condannare un grande
artista all’oblio eterno.
Sono numerosi nel mondo i musei che esibiscono opere di Polidoro da Lanciano:
negli Stati Uniti, all’Harvard University Fogg art Museum, Cambridge, si conserva
“La Madonna col bambino e S.Caterina”, mentre “La morte della Vergine”
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si trova nel Cleveland Museum of Art. Al Musée du Louvre, a Parigi, è esposta
una “Figura allegorica” e a Londra nella Spencer House, una “Sacra Famiglia
con S. Giovannino” e, nella Courtauld Gallery, la “Madonna col Bambino”. A
Budapest, nel Szépmuvészeti Muzéum, “La Sacra Famiglia” e “Cristo con
l’Adultera”.
In Abruzzo c’è una sola sua opera, la tela “Madonna con bambino tra san
Govanni e san Nicola”. Inizialmente il
prestigioso dipinto era conservato nella
quattrocentesca chiesa di San Nicola che
rappresenta uno degli edifici religiosi più
antichi di Lanciano situato nel quartiere
Sacca. Nel 1949 è stato trasferito, per
restauri, alla Soprintendenza dell’Aquila, e
qui è stato per molti decenni. Oggi è
finalmente possibile ammirarlo nel Museo
Diocesano
ospitato
nel
Palazzo
Arcivescovile di Lanciano. Pur essendo stato
restaurato nel 1952, sono ancora visibili le
lacune che impediscono una valida
considerazione dell’opera. Il colore ha
perduto quella tonalità calda, di derivazione
tizianesca, che originariamente doveva possedere e mostra oggi un colore
abbastanza piatto e uniforme.
Carlo Maria d’Este
(Centro reg.le Beni Culturali)
BIBLIOGRAFIA E FONTI:
Maria Rita Agnifili, Polidoro Di Renzo da Lanciano, in Gente d’Abruzzo Dizionario
Biografico, Castelli, Andromeda, 2006, vol.8
Modestino Romagnolo, Polidoro di mastro Renzo da Lanciano, in “Rivista
Abruzzese” a.51 1998, n.2
Franca Nocera, A sinistra della
www.terraecuore.net del 5.12.2012
Gioconda.
Polidoro
da
Lanciano,
in
Franco Fanci, Pulidoro da Lanzan depentor, in “Terra e Gente”, Lanciano a.XXXIV,
2014, n.1
Domenico Del Bello, Quarta Sala: la venerazione della vergine e dei santi, in
www.museodiocesanolanciano.it
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Aggiunto in Sulmona il 9 gennaio 2015
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