Comune di Sezze – Allegato “A” delib. c.c. n. 18 del 16.03.2012

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Comune di Sezze – Allegato “A” delib. c.c. n. 18 del 16.03.2012
Comune di Sezze – Allegato “A” delib. c.c. n. 18 del 16.03.2012
Il Segretario procede all’appello.
PRESIDENTE
Mi è stata recapitata una nota che mi dice il Dott. Zarra che oggi, per motivi personali, non può
essere presente a questo Consiglio Comunale.
La seduta è valida. Comunico subito alla platea che il Consiglio Comunale verrà convocato
anche in seconda convocazione lunedì prossimo alle ore 16 e in quell’occasione verranno
discusse sia le comunicazioni del Sindaco e del Presidente e gli altri due punti che abbiamo
messo all’ordine del giorno di oggi, che sono nuovi indirizzi per il funzionamento dei centri
sociali comunali e l’altro è richiesta all’Amministrazione Provinciale di Latina per la cessione
gratuita dell’immobile ex monastero di Santa Chiara e Piazzale antistante all’anfiteatro. Come
dicevo, fin da adesso sappiamo che andremo in seconda convocazione, sempre qui al Teatro
Costa, dove tratteremo gli altri punti che prima ho letto.
Questo è un Consiglio Comunale particolare, è un Consiglio Comunale storico per la nostra
Città. Siamo in attesa dei tecnici che stanno arrivando da Roma, quindi a minuti saranno qui. Nel
frattempo inizierei la discussione e darei la parola al Sindaco se vuole dire qualcosa.
SINDACO
Buonasera a tutti e benvenuti a questo Consiglio Comunale molto molto particolare, particolare
perché si svolge sostanzialmente a conclusione di questa consiliatura, particolare perché ha nel
suo ordine del giorno un tema particolarmente complesso, particolarmente importante per il
presente e per il futuro della nostra Città.
In via preliminare devo dire, anche per circoscrivere un po’ dal punto di vista ideale quali sono
stati gli ambiti del nostro lavoro, del nostro operato e anche per spiegare e comprendere poi
questo iter così complesso, così difficile, così lungo, che certamente ha conosciuto dei momenti
di stanca, ha conosciuto delle lungaggini che molte volte potevano essere evitate, ma che di
converso ha avuto e ha una particolare connotazione di elaborazione, di partecipazione e di
coinvolgimento, non soltanto delle forze organizzate di questa Città, ma anche e soprattutto, e
questo è un po’ il taglio che ritornerà in questa mia prolusione, dei cittadini, di quelle forze anche
non organizzate, ma che esprimono bisogni, esprimono esigenze, esprimono una domanda alla
quale la politica, l’Amministrazione Comunale, riappropriandosi del senso più profondo del suo
agire, perché viviamo in tempi nei quali - lo dico spesso e ce lo diciamo spesso - la politica non
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gode di grande credibilità e di grande fascino da parte dei cittadini, forse perché ha smesso, dai
livelli più alti a quelli più immediatamente vicini, di occuparsi della vita dei cittadini.
Questo i cittadini lo avvertono, avvertono un dibattito troppo spesso incentrato su sé stesso, su un
politicismo che non ha a che fare con i problemi che i cittadini ogni giorno e quotidianamente
vivono e lo sforzo in questo contesto che noi abbiamo voluto fare è stato quello di compenetrarci
nella vita dei nostri concittadini, tentare di capire oggi quali sono le loro esigenze, quali i loro
bisogni e in che modo uno strumento di pianificazione, non soltanto del territorio, ma delle vite
dei cittadini come il Piano regolatore generale, in che modo può dare risposte a questi bisogni e a
queste esigenze.
Quindi è un percorso lungo, nato con l’Amministrazione Comunale Siddera, e tra l’altro
ringrazio Giancarlo qui presente, l’ho invitato e ci tenevo che fosse presente, perché è nato con la
sua Amministrazione Comunale, con il lavoro dell’Assessore Antonio Spadini, che ci
raggiungerà, che in quella fase ha dato il suo contributo importante; è continuato con
l’Amministrazione Comunale Zarra e con l’Assessore Pino Ciarlo, anche lui l’ho invitato e lo
ringrazio per il lavoro e per la capacità, che comunque c’è stata, di portare innanzi la palla di un
lavoro difficile, complesso, articolato, che ci ha impegnato - poi saranno i tecnici a illustrare le
motivazioni di questa complessità - in uno sforzo di comprensione, elaborazione e
coinvolgimento.
Cosa si propone questo Piano? Nota metodologica, poi vengo alle finalità: fatto l’enorme lavoro
conoscitivo di indagine, di lettura e di comprensione dell’esistente, e è un lavoro che per le
particolarità del nostro territorio è stato un lavoro intenso dal punto di vista geologico, dal punto
di vista della presenza del tessuto urbanistico esistente, dal punto di vista naturalistico, insomma
tanti diversi punti di vista con i quali è stato studiato il territorio; avute queste risultanze, noi
avevamo due strade di fronte: una strada che sarebbe stata molto più semplice, molto più
probabilmente veloce, ci saremmo potuti sedere intorno a un tavolo, le forze politiche, gli
amministratori, maggioranza e opposizione - in genere funziona così - con la mappa del territorio
e avremmo potuto decidere “qui si costruisce, qui si destina a servizi, qui si salvaguarda il
territorio, qui si fa soltanto riqualificazione” e sarebbe stata una strada molto più semplice,
avremmo finito forse un paio di anni fa.
Abbiamo ritenuto che questa strada non fosse la migliore e ne abbiamo voluta percorrere
un’altra, una strada fatta di intanto elaborazione di un’idea e di un progetto per questa Città,
elaborazione che si è tradotta, che è stata tradotta in una deliberazione di indirizzo, approvata
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circa 2 anni fa, grazie a un dibattito nelle sedi consiliari, nelle sedi istituzionali, nella Città, tra i
cittadini, nelle borgate, nelle diverse istanze di questo territorio. È un’idea generale in base alla
quale, nella nostra Città, occorre da una parte salvaguardare, promuovere, riconoscere le enormi
e straordinarie ricchezze che ancora sono su questo territorio, ricchezze che sono di natura
naturalistica, di natura ambientale, di natura storica, di natura archeologica, di natura
paleontologica; troppo spesso queste ricchezze sono state sottovalutate, non riconosciute, non
valorizzate, lasciate a sé stesse. La prima idea è quella di costruire una idea per la valorizzazione
di queste ricchezze.
Altro tema importante e fondamentale è sotto gli occhi di tutti: il forte consumo di territorio di
questa Città, la antropizzazione non controllata, l’avere assecondato per troppi anni spinte
autonomiste da parte dei cittadini, che legittimamente avevano esigenze e bisogni e queste
esigenze e bisogni per troppo tempo sono state assecondate, cosa che ha determinato un tessuto,
un’innervazione di questo territorio senza un disegno. E qui, quindi, la necessità di recuperare,
riqualificare, completare, dotare di servizi, altro elemento.
Terzo elemento non secondario. Ricordo 5 anni fa: in questo stesso luogo presentai la mia
candidatura a sindaco e uno dei passaggi, delle idee forza di quella campagna elettorale e del
programma che presentavamo ai cittadini era quello di immaginare un percorso di sviluppo del
nostro territorio, di crescita sia urbanistica che demografica, ma che fosse una crescita ordinata,
orientata, programmata, governata, ecco il terzo elemento: abbiamo necessità di individuare,
costruire, offrire alle forze vive di questa società, di questo territorio, ai giovani soprattutto la
possibilità di insediarsi in nuove località, in nuove centralità dotate di servizi, dotate di standard
urbanistici e standard di servizi che siano di qualità. Terzo elemento, quindi, individuazione di
queste nuove centralità.
Tutto questo è maturato in questa riflessione, in questa individuazione di priorità. Come abbiamo
ritenuto di dovere tradurre questi principi e queste idee forza? Qui è venuta l’intuizione che è
stata certamente più faticosa rispetto alla prima opzione, quella per la quale le forze politiche si
sedevano intorno a un tavolo, avrebbero potuto sedersi intorno a un tavolo e decidere a tavolino;
abbiamo invece ritenuto di chiamare tutte le forze vive di questa Città, tutti i cittadini di questa
Città a rappresentarci le loro esigenze, così da fare incontrare, e qui dicevo la sfida metodologica
che abbiamo ritenuto di dovere affrontare: abbiamo cercato di fare integrare un approccio
deduttivo, perché proprio partiva da idee forza che la politica ha elaborato e ha inteso costruire,
ma farlo integrare con un metodo e un sistema induttivo, per cui dai cittadini, dal bisogno e
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dall’esigenza particolare abbiamo costruito un sistema e l’abbiamo fatto - altro elemento
metodologico - nella massima trasparenza e nella massima visibilità pubblica, perché se abbiamo
dovuto individuare delle aree da destinare all’edilizia agevolata ex zone cosiddette 167 avremmo
potuto - la Legge lo consente - individuare delle aree, conoscendo magari già chi fosse il
proprietario, perché in un’ottica di pianificazione è questo Consiglio Comunale che ha la potestà
di decidere in maniera legittima, avremmo potuto individuare delle aree, sapendo chi era il
proprietario, e trasformarle dal punto di vista urbanistico, facendo un grande favore ovviamente
al proprietario di quell’area.
Abbiamo ritenuto che, pure essendo legittimo quell’approccio, non fosse il caso di utilizzarlo e
anche qui ci siamo complicati la vita, ma abbiamo avuto l’ambizione di mettere tutti i cittadini di
Sezze allo stesso nastro di partenza di fronte a questa opportunità, per cui abbiamo pubblicato un
bando con il quale abbiamo chiesto ai cittadini di Sezze di offrirci, ovviamente attraverso dei
requisiti e attraverso dei parametri stabiliti nel bando stesso, i loro terreni perché, se fossero stati
rispondenti a quei requisiti, l’Amministrazione Comunale li avrebbe presi in considerazione per
operare una variante urbanistica e trasformarli da terreno agricolo a terreno edificabile, con
destinazione di edilizia agevolata.
Ma siccome abbiamo voluto ulteriormente agire nell’interesse pubblico, abbiamo anche detto a
questi cittadini che se avessero voluto sul loro terreno una variante di questo tipo, che immagino
- non sono un esperto - decuplichi almeno il valore di un terreno, avrebbero dovuto in cambio
offrire almeno il 50% di questo terreno all’Amministrazione Comunale.
Per cui, attraverso questa procedura, abbiamo ottenuto due risultati: abbiamo messo tutti i
cittadini di fronte alle stesse opportunità e al tempo stesso l’Amministrazione Comunale in
questo momento, avendo già operato la selezione di questi terreni e la variante urbanistica, è
diventata essa stessa proprietaria di 10 ettari di terreno da destinare all’edilizia economica
agevolata.
Altro ulteriore passaggio. Sapete che oggi, con l’adozione del Piano regolatore generale, scattano
le cosiddette norme di salvaguardia, per cui si entra in un regime transitorio per il quale il rischio
molto serio è che, laddove gli elementi di pianificazione del vecchio piano non coincidano con le
destinazioni urbanistiche del nuovo piano, il rischio è che si possa creare, fino a quando il piano
non verrà definitivamente approvato dalla Regione, una sorta di stallo delle possibilità
edificatorie per l’edilizia civile, ma il nostro cruccio era legato soprattutto, in questo momento di
particolare crisi, alle difficoltà economiche e di investimento che cronicamente vive il nostro
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territorio. E quindi, consapevoli di questa problematica, sempre in quella logica di trasparenza e
di tracciabilità delle scelte, abbiamo ritenuto di rendere pubblico un bando, rivolto a tutti i
cittadini di Sezze nessuno escluso, che desse la possibilità a chi volesse investire, creando una
nuova attività produttiva, ampliando un’attività produttiva già esistente, utilizzare un immobile
già esistente ma cambiandone la destinazione d’uso.
Abbiamo detto quindi agli imprenditori di Sezze, dato che c’è crisi e c’è necessità di smuovere
l’economia e di creare occupazione, “fateci le vostre proposte, perché l’Amministrazione
Comunale è pronta a accoglierle, fatti salvi ovviamente i criteri che erano già contenuti nella
deliberazione di indirizzo del Piano regolatore generale” e devo dire che c’è stata una risposta
straordinaria, una partecipazione molto ampia, addirittura più di 30 domande, più di 30 istanze
sono state presentate all’Amministrazione Comunale, che ha svolto un’istruttoria, le ha valutate,
ha ritenuto di doverne approvare 29, quindi 29 progetti di varianti urbanistiche con la tipologia
del cosiddetto accordo di programma sono state accolte dall’Amministrazione Comunale come
varianti puntuali e ovviamente inserite nella pianificazione più generale del Piano regolatore
generale. Trattasi di aziende agricole, trattasi di insediamenti produttivi, che creeranno
occupazione e creeranno ricchezza sul nostro territorio.
Terza leva che abbiamo utilizzato per conoscere concretamente quali fossero le esigenze reali dei
nostri concittadini. Abbiamo chiesto a tutti, avevamo dato un mese di tempo, il mese di febbraio
2011, ma in realtà questo mese si è dilatato, è passato un anno, durante il quale abbiamo chiesto
ai cittadini “stiamo facendo il Piano regolatore generale, quali sono le vostre esigenze? Quali
sono le vostre aspettative? Cosa chiedete all’Amministrazione Comunale per risolvere una vostra
problematica specifica?” e l’abbiamo chiesto non nelle sedi altre, nessuno ha dovuto avvicinare
il Sindaco o l’Assessore o il Presidente del Consiglio Comunale o qualche consigliere comunale
per patrocinare la sua esigenza. Non ne è stata accolta nessuna, ma nemmeno c’è stata a dire la
verità, perché abbiamo detto ai cittadini “la vostra proposta deve passare tramite il protocollo
dell’Amministrazione Comunale, deve essere riconoscibile, deve essere tracciabile, perché se
compatibile con la pianificazione generale, l’Amministrazione Comunale la accoglierà perché
esigenza che viene da un cittadino e quindi meritevole di essere accolta”.
Ebbene - lo diranno i tecnici appena arriveranno e appena vanno la possibilità di illustrare più in
generale questa variante generale, adesso vado a memoria - credo siano arrivate più di 300
istanze di questo tipo da parte di cittadini e famiglie di questa Città e credo circa l’80% di queste
istanze sono state accolte, recepite e inserite nel Piano regolatore generale nuovo. Il restante 20%
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probabilmente erano inaccoglibili, perché abbiamo un territorio, anche qui il grande lavoro, la
grande sfida, la grande capacità che abbiamo avuto di compenetrare tante esigenze e tanti bisogni
in un contesto territoriale, il nostro, particolarmente vincolato, particolarmente complesso, i cui
equilibri non possono certamente essere alterati. Quindi centinaia di persone e di famiglie di
questa Città hanno potuto, attraverso un canale ufficiale, rappresentare una loro esigenza che
abbiamo potuto accogliere.
Mi avvio alla conclusione per lasciare la parola, mi sto allungando un po’ perché devono arrivare
i progettisti, mezz’ora fa stavano a Aprilia, dovevano essere già qui, è la Pontinia che c’è sempre
traffico.
Chiudo con una considerazione di ordine generale. Il vecchio Piano regolatore generale è stato
adottato credo nel 1972, io nel 1972 ancora non ero nato e avere avuto la ventura oggi e la
fortuna di avere speso il mio tempo, insieme a tanti amici, amministratori, politici, compagni di
avventura, lo ritengo uno di quei privilegi veri… si parla tanto di privilegi della politica, credo
che nel ruolo di sindaco dei privilegi, quelli di cui si sente in televisione, non ce ne sia nessuno!
Vi assicuro che le incombenze li superano di gran lunga, però i privilegi veri sono quelli che in
queste circostanze la politica sa occuparsi e sa svolgere fino in fondo il suo ruolo vero, quello di
immaginare il futuro, dicevo per concludere che è stato un privilegio quello di condividere
insieme a tanti un percorso di questo tipo.
E guardate io voglio veramente fare un plauso ai Consiglieri comunali, agli Assessori, e l’Ass.
Maurizi lo citerò alla fine per il lavoro che ha svolto, perché stiamo parlando è vero di una
pianificazione e di una capacità che abbiamo avuto di immaginare il futuro e di tradurlo
attraverso scelte di lungo respiro, ma qui stiamo parlando anche di grandi interessi in gioco, è
inutile nasconderlo. La serenità, proprio per quell’impostazione che ci siamo dati di trasparenza,
di tracciabilità, di assoluta visibilità delle procedure di ogni scelta, la cosa che voglio sottolineare
- perché non è comune che accada, chi legge le cronache sia provinciali che nazionali quando si
parla di Piano regolatore generale le tensioni esplodono - è che ho avuto una maggioranza e un
Consiglio Comunale devo dire, quello presente, perché poi ci avviciniamo alle elezioni e mi
viene da ridere… adesso non voglio introdurre elementi di polemica politica, però che chi si
candida a governare questa Città sia stato totalmente assente nel dibattito di questa roba,
insomma stiamo a parlare delle vite dei nostri concittadini, del loro futuro, dei giovani, delle
nuove generazioni, candidarsi a governare una città e sottrarsi… non voglio esprimere giudizi, il
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Sindaco Zarra mio predecessore in una conferenza stampa si è lasciato andare a alcuni giudizi, io
evito di rispondere.
Però noto delle assenze e noto la compostezza, la serenità, la tranquillità di una classe dirigente
che oggi sta svolgendo il suo dovere, senza toni roboanti, senza autoincensarsi, ma con la
serenità e la consapevolezza che, attraverso il voto di oggi, si chiude una fase, se ne apre
un’altra, perché l’onestà mentale che ci caratterizza ci impone di dire che oggi, che domani non
ci sarà il Piano regolatore generale pronto, oggi noi lo adottiamo e inizierà un’altra procedura,
che sicuramente sarà la più celere possibile, perché siamo consapevoli di avere fatto un ottimo
lavoro, ma sarà una procedura ulteriormente impegnativa, che affronteremo insieme ai tecnici,
all’Arch. Di Gregorio e all’Arch. Barkas, che ringrazio perché in queste ultime settimane credo
le loro famiglie li abbiano dati per dispersi, perché mi dicono che hanno lavorato anche 20 ore al
giorno, proprio perché i tempi stringono, purtroppo le problematiche sono tante, sono state tante
e hanno dovuto rincorrere questa nostra scadenza.
Voglio ringraziare per ultimo l’Ass. Maurizi, perché pure qui io non sono molto avvezzo a fare
ringraziamenti, mi dicono che sono poco complimentoso, però in questa circostanza io credo che
è grazie all’ausilio e grazie al sostegno di tutti che hanno contribuito con grande serenità e con
grande consapevolezza della necessità di lasciare da parte gli interessi particolari per contribuire
a definire l’interesse generale, in questo contesto l’Ass. Maurizi ha saputo, grazie alla sua
esperienza e alla sua sagacia, portare avanti un lavoro quotidiano, impegnativo, intellettualmente
complesso.
Se oggi siamo qui, se questa sera ce ne andremo avendo adottato il nuovo Piano regolatore
generale della Città di Sezze, avremo secondo me intanto fatto il nostro dovere, ma soprattutto
aperto una nuova fase per il futuro di questa Città. Di questo siamo consapevoli, ne siamo
orgogliosi e guardiamo al futuro, guardiamo avanti con rinnovato impegno e con la straordinaria
voglia di continuare a metterci al servizio dei nostri concittadini.
APPLAUSI
PRESIDENTE
Credo che i tecnici siano arrivati, comunque prima di iniziare e di entrare nel tecnico facendo
parlare gli Architetti che hanno redatto questo Piano regolatore generale, vorrei fare parlare
l’Ass. Maurizi.
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ASS. MAURIZI
Mi vorrebbe da dire che rinuncio all’intervento per due semplici ragioni, la prima perché
purtroppo la mia voce si sente malissimo, ce ne ho veramente poca! La seconda perché nella
relazione del Sindaco, in maniera ampia e dettagliata, c’è stata tutta la filosofia che ha spinto
l’Amministrazione Comunale, sin dal lontano 1997, a ritenere che era giunto ormai il momento
per Sezze di avere un nuovo Piano regolatore generale, un Piano regolatore generale che io
ricordo già sin dalla prima metà degli anni 90 ne parlavamo, parlavamo di uno strumento che
cominciava a avere e presentare i propri limiti, tant’è che da lì a qualche anno nel 97 l’allora
Consiglio Comunale affidò l’incarico per la variante generale al piano all’Arch. Massimiliano
Fuksas.
Il Sindaco è stato molto ampio e dettagliato, io cercherò soltanto di fare qualche ulteriore e
semplice considerazione. I passaggi sono stati lunghi, sono passati 15 anni da quel lontano 1997,
come dicevo poc’anzi, e questa sera mi auguro, anzi ne ho la certezza che la Città di Sezze, che
la nostra comunità avrà un nuovo Piano regolatore generale, se non altro un nuovo Piano
regolatore generale adottato, perché come diceva il Sindaco precedentemente i passaggi, anche
se saranno molto ma molto più celeri, impegneranno altro tempo prima di vedere il Piano
regolatore generale approvato definitivamente dalla Regione Lazio.
Questo tempo che passa da oggi all’approvazione definitiva, vedete il nostro Paese Italia è
afflitto, affetto da una crisi che non è soltanto italiana, una crisi che stenta a essere superata e non
soltanto da noi, ma una crisi che dovrà pure essere superata e dovrà esserci una ripresa
economica, dovrà esserci una situazione nazionale tale che consenta gli investimenti. E allora
l’ultima frase del Sindaco che mi piace sottolineare è quella di avere detto “questo Piano
regolatore generale segnerà l’inizio di una nuova fase”: mi auguro che la crisi in termini generali
sia superata a breve, anche se è difficile che ciò possa avvenire, ma che nel momento in cui verrà
superata questa crisi il nostro Comune avrà avuto approvato il Piano regolatore generale, che
potrà veramente rappresentare un volano per l’economia.
È da auspicarsi che questo Piano regolatore generale indubbiamente presenterà nuove regole e e
è da auspicarsi che queste regole vengano rispettate dai cittadini, ma non soltanto perché c’è la
vigilanza pressante dell’Amministrazione Comunale o delle Forze dell’ordine in generale, perché
rispettare le regole di un Piano regolatore generale significa rispettare le regole del vivere civile e
significa avere una crescita a misura d’uomo, perché uno degli elementi che ha caratterizzato la
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deliberazione di indirizzo, e lo ricordava bene il Sindaco precedentemente, delibera di indirizzo
del Piano regolatore generale che io considero la svolta. Se oggi noi siamo qui a adottare il Piano
regolatore generale, è proprio perché 2 anni fa all’incirca il Consiglio Comunale ha adottato un
documento che conteneva le linee programmatiche del Piano regolatore generale, ciò che il
Consiglio Comunale e quindi la Città tutta in sostanza voleva che questo Piano regolatore
generale fosse.
Considero quel documento di indirizzo la grande svolta che ci ha portato questa sera a adottare il
Piano regolatore generale generale. In quella deliberazione di indirizzo si metteva al centro del
ragionamento l’uomo e quindi il Piano regolatore generale doveva e deve tendere, e sono
fiducioso già fin da adesso che i tecnici hanno fatto un buon lavoro, poi ce lo illustreranno,
dicevo con l’uomo al centro doveva tendere a migliorare la qualità della vita, una crescita sociale
e culturale, una crescita anche in termini di residenziale, una crescita generale, ma che avesse
sempre al centro della sua attenzione la necessità di avere sempre una migliore qualità della vita.
Dopo questo atto di indirizzo comunque non ci siamo fermati, siamo andati oltre con tutte quelle
iniziative, quei bandi pubblici che il Sindaco ben ricordava per l’individuazione dell’area Peep,
gli accordi di programma. Una cosa che forse al Sindaco è sfuggita è che recentemente in
Consiglio Comunale abbiamo approvato il nuovo Piano urbano dei parcheggi, che abbiamo già
trasmesso alla Regione Lazio e che dovrà esserci restituito con i relativi pareri prossimamente.
Ebbene il Piano parcheggi, gli accordi di programma, le aree Peep, le proposte, non è che il
Sindaco le ha ricordate quasi quasi a fare un rendiconto delle cose fatte: no, perché tutti questi
elementi li troviamo all’interno del piano, sono parte integrante e in alcuni casi anche sostanziali
del piano stesso. Queste sono state le linee guida comprese in quel documento.
In termini più specifici abbiamo parlato in quel documento del futuro del centro storico, che
dovrà essere riqualificato e salvaguardato, il nostro centro storico veramente necessita di
interventi radicali, io immagino come tutti voi immaginate che cosa rappresenta il traffico
urbano all’interno del centro storico, sarà giunto il momento - sicuramente sì - di pensare a
qualcosa di diverso che limiti la viabilità e quindi renda il centro storico più vivibile (penso un
attimo alle famose zone ZTL), quindi un centro storico dicevo che va salvaguardato, tutelato,
conservato e recuperato.
Poi abbiamo tutto quel tessuto nato sin dagli anni 50, all’intorno del nucleo abitativo del centro
storico, che possiamo chiamare “hinterland”, in cui chiedevamo ai tecnici di individuare questo
territorio come un territorio da completare, ricercando spazi ancora liberi per la creazione di
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servizi. Abbiamo fatto tutto un discorso sulla campagna di Suso, Suso che lo conosciamo tutti: è
cresciuto in maniera spaventosa in questi ultimi 40 anni. E allora la linea che noi abbiamo
tracciato è stata quella di avviare un lavoro di ricucitura tra l’edificato e il non edificato,
cercando di migliorare la viabilità e quindi il piano dovrà sicuramente contenere una nuova
viabilità e un potenziamento dell’esistente, perché è vero a Suso ci sono belle case, però delle
volte - capiterà a tutti quanti - non si riesce nemmeno a posizionare un cassonetto
dell’immondizia lungo la strada eh!... (intervento fuori microfono) e quelli posizionati - mi
dice il già Sindaco, che ringrazio per la presenza questa sera, vengono spostati perché adesso non
ci si passa con la macchina, domani non ci si passa con il camion etc..
Quindi un’azione di ricucitura all’interno del centro storico, dando la possibilità di nuova
edificazione e puntando anche qui come dicevo prima a nuova viabilità, zone a servizio, perché
secondo me uno dei motivi che hanno spinto l’allora Giunta Siddera a arrivare alla
determinazione di dare l’incarico per il nuovo Piano regolatore generale, è perché negli anni
c’era stato un certo numero di metri cubi realizzati in maniera abusiva. Anche qui però è bene
non fare di tutta l’erba un fascio, l’abusivismo che abbiamo registrato sulle nostre campagne, sul
nostro territorio è lontano anni luce dall’abusivismo dei palazzinari di Roma e di altre città
grandi e piccole, per non parlare poi di quello che è avvenuto lungo la costa.
I nostri concittadini, la famosa politica della casa mattone su mattone, troppo spesso fatta nei
ritagli del tempo libero, che poi il tempo libero era anche l’oretta in cui si lavorava la sera,
quando si tornava dal cantiere, però la conca di Suso, intesa dai Casali per arrivare a Foresta,
passando per Melogrosso, Colli etc., complessivamente intesa ha subito delle grandi
trasformazioni, e i servizi? Lì da una parte l’abusivismo, da una parte probabilmente la
mancanza di piani attuativi, sta di fatto che una situazione era compromessa nel 97, lo è ancora
oggi, anzi in termini generali io penso che oggi come oggi il nostro territorio veramente ha una
paralisi urbanistica, basta recarsi all’Ufficio tecnico dove i permessi a costruire che vengono
rilasciati sono o cose piccole, spicciole, piccoli ampliamenti o cos’altro, oppure demolizione e
ricostruzione. Questo è un ragionamento per flash per quanto riguarda Suso.
Un discorso molto interessante, invece, l’abbiamo fatto giù nella Piana, una piana su cui c’è il
vincolo del Ptpr, però sui vincoli mi preme sottolineare che non dobbiamo sempre e
necessariamente vivere il vincolo come una penalità per il cittadino, io rovescerei: il vincolo, se
rispettato, se compreso, spesso rappresenta una ricchezza per la comunità, perché è proprio
attraverso questi vincoli che riusciamo a mantenere il territorio integro, un territorio il nostro
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molto vasto, un territorio su cui vi sono numerose le presenze archeologiche, architettoniche etc.,
che va salvaguardato. Basti pensare a qualche idea di sviluppo, che potrebbe essere un parco
paleontologico da creare giù alla cava dove abbiamo le orme dei dinosauri, nella parte alta poi
con il riparo Roberto, le grotte etc..
Ebbene per la Piana cosa abbiamo detto sempre nel documento di indirizzo? Primo; in questi
anni sono nate microcentralità, per lo più spontanee, vedi Ceriara, Ponte Ferraiolo, Ponte
Corradini, e noi abbiamo detto che queste microcentralità nate spontaneamente, spesso non in
maniera razionale, andavano dotate di servizi, bisognava consentire uno sviluppo residenziale e
commerciale per rendere funzionale a chi vive queste realtà questa fetta di territorio, anche
perché si trova in due punti strategici, Ceriara e Ponte Ferraiolo al confine con Pontinia, con
Priverno, Ponte Corradini che è l’avamposto per Latina, a 2 passi dal Borgo Faiti. E su questi
territori, su queste centralità andava fatto tutto un ragionamento di prospettiva, ma
programmando il territorio.
Un aspetto importante è lo Scalo, lo Scalo inteso come città consolidata. Sappiamo tutti la storia
dello Scalo, che ha iniziato lo sviluppo all’indomani della fine della guerra, nell’immediato
dopoguerra, dagli anni 50 in poi, nato in maniera pressoché spontanea, con leggi urbanistiche
vecchie, non c’era il Piano regolatore generale, non c’era niente, c’era la famosa Legge che i
tecnici, che vedo numerosi questa sera qui e li ringrazio, conoscono molto meglio di me. Bastava
mettersi a un metro e mezzo dal confine e si costruiva, quindi un metro e mezzo lo lasciavo io,
un metro e mezzo il mio vicino di casa, restava un budello lì in mezzo, una strettoia di 3 metri
che probabilmente negli anni 50 e 60 era anche sufficiente; oggi come oggi, invece, quando in
ogni famiglia ci sono 2 o 3 macchine, il discorso cambia.
E occorre innanzitutto, pensando allo Scalo, perché individuo lo Scalo come lo sviluppo futuro
di questo paese, si guarda avanti, si guarda verso la Provincia, il Comune capoluogo, dello Scalo
pertanto abbiamo indicato la terapia e quindi riqualificazione del territorio, creazione di nuove
arterie e di spazi; guardando allo sviluppo, invece, dovevamo pensare di attraversare la
ferroviaria, di andare al di là della ferroviaria e questo è quanto è stato fatto e riportato nel piano.
Al di là della ferrovia, grazie all’avviso fatto recentemente per le aree per la 167, sono arrivate
due offerte di cittadini proprietari di terreni per un totale di 10 ettari, di cui il 50% come diceva il
Sindaco bisogna perfezionare gli atti, ma diventerà di nostra proprietà, e è proprio su una parte di
questo terreno, perché poi le cose si fanno e sembrano “beh che avete fatto?”, non più tardi di 15
giorni fa per esempio abbiamo approvato il progetto preliminare per la realizzazione della
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piscina a Sezze Scalo, e guarda caso dove va a ricadere questa piscina? Proprio all’interno di
queste aree che diventeranno proprietà del Comune nei prossimi mesi, all’interno del discorso
della 167 etc. come zone a servizi noi abbiamo localizzato la piscina.
Questa è stata un po’, per brevi flash, la filosofia e quanto detto da quel documento. È chiaro
che, per quanto riguarda per esempio la zona industriale, abbiamo detto che puntavamo alla
riqualificazione di vecchi stabilimenti come le ex Cirio, 1 e 2 della Cirio, la prima Cirio e la
seconda Cirio che da anni sono state abbandonate, abbiamo detto che si confermava la zona
industriale della Cavatella, dove abbiamo circa 90 ettari, e dico “confermare” perché già quel
terreno ha la sua destinazione urbanistica prevista… starei per dare dal vecchio Piano, ma è
ancora attuale il Piano, quindi dal Piano attuale.
Per quanto riguarda la zona industriale abbiamo detto questa questione, però lo sviluppo ripeto
non passa soltanto attraverso il residenziale, il commerciale, l’industriale etc., bisognava porre
grande attenzione al territorio come già accennavo in precedenza. So che questo è stato fatto
perché ho avuto modo di seguire più da vicino i lavori del nuovo Piano e vi garantisco che non è
stato un lavoro né semplice né facile, anzi molto ma molto complesso. Io, e mi avvio alle
conclusioni, penso che quanto fatto sia veramente un buon piano, un piano che - non sto qui a
ripetere ciò che ha detto il Sindaco - ha visto la partecipazione corale dell’intera Città oserei dire,
un piano che adesso, dopo la sua adozione, e vorrei augurarmi che almeno coloro che sono
presenti qui della minoranza - mi appello particolarmente a loro - votassero questo Piano, perché
non sarebbe niente male se questo Piano venisse adottato questa sera all’unanimità. Dicevo di un
piano che deve guardare al territorio, perché il territorio è una ricchezza, e so che questo è stato
fatto dai tecnici che hanno dedicato grande spazio anche nel tempo libero.
Ringrazio Fuksas, che non è presente qui questa sera, mi auguro che i suoi impegni gli
consentano di essere presente nel prossimo appuntamento che ci sarà e sarà l’appuntamento con
il nuovo Consiglio Comunale, quello che uscirà dalle prossime elezioni. Ringrazio i tecnici
comunali, l’Ufficio tecnico complessivamente per la collaborazione che è stata data nei confronti
dei tecnici che hanno prodotto questo piano. E un grazie particolare mi sento di doverlo fare
all’Arch. Barkas, che è arrivato da pochi minuti, e all’Arch. Gianfranco Di Gregorio, che ancora
non vedo, era rimasto imbottigliato sull’Appia o non so dove. Li ringrazio veramente per la loro
professionalità, di cui non c’erano dubbi, ma per la pazienza che hanno avuto nel sopportarmi,
poiché soprattutto in questi ultimi 6 mesi, oserei dire in quest’ultimo anno ma in questi ultimi 6
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mesi veramente ho fatto un pressing veramente asfissiante, soltanto la pazienza dei due tecnici
penso che mi ha risparmiato qualche… non so se mi spiego! Sono stato abbastanza esplicito.
Sto cercando di allungare il brodo, ragazzi, la voce non ce l’ho più! Però qui i tecnici non li
vedo. Grazie a tutti per la presenza, veramente la vostra presenza mi sembra che sia un ulteriore
segno tangibile dell’aspettativa che c’è tra i cittadini e dell’attenzione che è stata posta a questo
Piano regolatore generale, grazie nuovamente.
Entra in aula il cons. Polidoro Enzo
PRESIDENTE
Vogliamo sapere a che punto sono i tecnici. Stiamo cercando di capire a che punto sono i tecnici,
però nell’attesa prendiamo 5 minuti di sospensione e dopo ci risentiamo, nel frattempo abbiamo
modo di capire dove sono i tecnici soprattutto, perché non li troviamo.
Il Consiglio Comunale viene sospeso.
Il Consiglio Comunale riprende.
PRESIDENTE
Un po’ di silenzio, i tecnici sono pronti, iniziamo. Ricordo ai tecnici che hanno a disposizione tre
quarti d’ora da questo momento, quindi alle 6.30 saremmo lieti se avessero finito
nell’illustrazione, così da iniziare la discussione e dare modo a tutti i Consiglieri di dare il loro
contributo.
ARCH. DI GREGORIO
Buonasera, scusate il ritardo, ma le cose più attese sono quelle che arrivano più tardi! E siccome
questo giorno, almeno noi come studio Fuksas, io personalmente, l’Arch. Barkas e i tanti
collaboratori che negli anni hanno lavorato a questo progetto, pensavamo che forse non arrivasse
mai, sarà stata scaramanzia o cosa ma io personalmente sembrava che non riuscissi a arrivare
oggi qui.
Oggi presentiamo la versione definitiva, il progetto definitivo del nuovo Piano urbanistico
comunale di Sezze. È una cosa che l’ultima volta che è avvenuta era il 1977, quindi qualche anno
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fa. È uno strumento molto innovativo, studiato con molta attenzione, che adesso andremo un
attimo a illustrarvi.
Qualcuno di voi avrà già visto nel tempo altre presentazioni, infatti questa tavola, che è la prima
tavola del progetto definitivo parte dal numero 8, perché prima di questa erano state fatte altre
consegne e il progetto preliminare arrivava alla serie di tavole N. 7. Questa tavola che vediamo è
la tavola dei vincoli e delle criticità emerse dallo studio del territorio setino, la tavola è quella
riferita alla parte alta del Comune, del territorio comunale, quindi la parte che va dallo Scalo
verso Suso, fino ai confini a nord, e porta con varie tipologie di retini e di colori sia i vincoli
sovracomunali, che sono in alto a destra, sia le vulnerabilità emerse dallo studio idrogeologico
fatto nel 2002 e integrato con tutta una serie di riflessioni fatte da uno studio, che attualmente è
in corso di realizzazione, per la microzonizzazione sismica del territorio di Sezze. Tra l’altro
approfitto qui per salutare il Dott. Rosella, che è il geologo che sta effettuandolo.
Tutto ciò che ha una macchia colorata sopra ha qualche tipo di vulnerabilità o di inidoneità o di
rischio o addirittura alto rischio per quanto riguarda l’edificazione. Se nella parte a monte i rischi
sono soprattutto di tipo geomorfologico (frane, cedimenti del terreno di varia natura) o
idrogeologico, quindi legate al carattere torrentizio di alcuni fiumi che si intravedono, scendendo
a valle vediamo che nel ?canyon nel Brivolco, in corrispondenza di Casali, sotto Casali
scendendo verso lo Scalo, si addensano più livelli di rischio, alcuni sempre di carattere idraulico,
geomorfologico e qui cominciano a apparire anche delle aree di inidoneità dal punto di vista di
qualità del terreno, quindi di cosa troviamo sotto quando andiamo a collocare dei manufatti,
degli edifici etc.. A seconda del tipo di rischio rilevato, abbiamo fatto una scala di inidoneità o di
vulnerabilità, che sono diventate quelle parti del territorio di Sezze dove non dovevamo andare a
insistere in alcun modo, in un modo lieve, in un modo controllato, in alcuni casi addirittura
dovevamo andare via per quanto era rischiosa la situazione.
Daiana Paoletti è uno dei nostri collaboratori di studio, saluto l’Arch. Rinaldi che si è nascosta
nella folla per non farsi riconoscere, perché frequenta molto la Città. Se vedete, nel campo verde
si vedono delle specie di tondi colore giallo rosa e, essendo quel versante a rischio di frana,
quegli elementi segnati sono i tralicci della linea elettrica, che sono degli elementi che in caso di
frana potrebbero essere travolti e creare un rischio anche per chi è a valle. In basso lo stesso tipo
di retino va a insistere sulle singole abitazioni; su queste abitazioni quel simbolo tratteggiato è un
simbolo che il Pai, che è lo strumento di tutela dei rischi catastrofici, perché capita ogni tanto al
televisore di vedere paesi portati via, lasciamo stare i terremoti, ma parlo di bombe d’acqua dove
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parti del territorio non ci sono più, con tutte le persone e chi le viveva: questo è uno di quei
punti. Quelle case, per quanto riguarda il Pai, sono case che non dovrebbero esistere
fondamentalmente, però esistono e in questi casi abbiamo cercato di trovare delle soluzioni.
Adesso lascio la parola all’Arch. Barkas che con me ha seguito l’iter da tanti anni, ci daremo un
po’ il cambio.
ARCH. BARKAS
Questo è l’elaborato dei rischi che l’Arch. Di Gregorio ha illustrato nel modo migliore, è uno dei
primi elaborati che in qualche modo hanno cominciato a creare la griglia e questa è stata la
griglia che ha condizionato la progettazione. Tutto questo che era un vincolo o era un problema,
era un’area non da evitare, ma comunque da studiare e da cercare di affrontarla nei modi migliori
possibili, quindi inserire le attività che potevano andare su quest’area senza andare a creare dei
rischi ulteriori.
Quando andiamo alla pianura del territorio, qua i problemi sono diversi: ci sono tutte le distanze
dai fossi e dai canali, che comunque sono vincolati, problemi di inondazione che penso molti di
voi conoscano, perché c’è lì la grande macchia dopo lo Scalo, dove c’è adesso la nuova 156, che
comunque è una zona apparentemente molto idonea a vista, però sostanzialmente gli strumenti
sovracomunali di pianificazione la indicano come un’area a rischio, come tante altre aree che
stanno nella pianura, che condizionano molto la progettazione. Determinate zone come la parte
rosa sono un’area che si vede che non è stata mai o poco edificata, perché non ci sono nemmeno
le case, e a prima vista uno che guarda il territorio anche dalla foto aerea si rende conto che sono
delle zone che non sono state edificate, quindi zone che già dall’antichità c’erano delle situazioni
che non erano edificate.
Il secondo strumento di vincolo è il Ptp, il Piano paesistico regionale, anche questo adottato dalla
Regione negli ultimi anni, perché negli ultimi anni la Regione Lazio ha avuto una grande
accelerazione nel campo della progettazione. È un elaborato che indica molti vincoli nel
territorio di Sezze, tra cui anche i vincoli boschivi. Sul vincolo del bosco, pure riconoscendo la
sua validità, abbiamo cercato, perché quando di solito un’amministrazione fa un Piano regolatore
generale si apre anche un tavolo di confronto con le amministrazioni come la Regione e la
Provincia, in questo momento la Provincia di Latina non ha il suo piano, quindi l’interlocutore è
la Regione, e aprendosi quel tavolo di discussione con loro c’è la possibilità di affrontare
problemi o vincoli che forse non sono esattamente nella posizione giusta.
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Abbiamo pensato e abbiamo prodotto un elaborato e su questo elaborato abbiamo indicato i
boschi del Ptp, i boschi che risultano effettivamente nel territorio e abbiamo inserito anche i
boschi, anzi le aree boschive da rimettere i boschi perché erano bruciati. Questo elaborato è lo
strumento che ci indica le difficoltà nel territorio e i vincoli, ma è anche uno strumento che
vogliamo in qualche modo usare nei confronti della Regione a cercare di mettere i vincoli giusti,
se non altro nell’area dei boschi, perché abbiamo riscontrato su molte zone che effettivamente il
bosco non c’è.
Probabilmente, quando è stato disegnato il Piano, con gli strumenti di solito che si fanno hanno
preso delle ombre o delle situazioni che non erano esattamente bosco e sono state rilucidate.
Questo l’abbiamo anche verificato con l’Arch. Di Gregorio, perché abbiamo le foto aeree in
bianco e nero prima del 2005, quindi effettivamente su molte aree che risulta il bosco regionale
c’è un’ombra un po’ anomala, quindi poteva avere messo in inganno chi ha elaborato il
documento.
Su questo vediamo che c’è la parte bassa dove c’è la famosa area gialla, e chi è tecnico l’ha
affrontata perché ha terreni nella pianura, dove comunque per costruire bisogna prendere dei
permessi o chiedere dei nullaosta, non è un’edificazione diretta, c’è l’area libera che sta davanti
allo Scalo e ci sono una serie di altri vincoli come il vincolo di posizione, il vincolo di 150 metri
dal centro storico e tutta una serie di altri elementi che stanno nel territorio. L’elaborato è molto
complicato e noi, per fare vedere questa sovrapposizione, l’abbiamo a posta stampato anche una
copia su una foto aerea, per potere fare vedere quel passaggio. Lì non si vede benissimo, ma
comunque è separato il retino del bosco o non bosco e dell’area da riboscare.
Questi sono elaborati di analisi, questa è la parte bassa del territorio: sostanzialmente, al di là dei
vincoli che c’erano imposti dal Ptp, che sono le distanze dai fiumi, la Legge Galasso, sulla parte
bassa abbiamo indicato - perché fa parte della nostra idea di progettazione del territorio - una
serie di altri elementi, quindi abbiamo inserito delle aree di attenzione, non direi precisamente i
vincoli, ma comunque aree di attenzione che rafforzano molto il progetto, perché sono aree che
non erano mai toccate dall’edificazione, se non da qualche sporadico edificio, una era la parte
della fonte del Diavolo, dove comunque abbiamo pensato di ricreare un habitat molto comune
qualche anno fa qua nel territorio, quindi creare non dico un allagamento ma rafforzare l’area dei
laghi, e l’altra parte è di cercare, nel costone che sta dalla parte bassa alla parte alta, di creare
un’area non edificabile, perché effettivamente era difficile edificare, nessuno ha mai edificato,
che comunque protegge anche i versanti.
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Era già protetta dal Ptp, noi l’abbiamo rafforzata questa cosa e si vede da quella linea arancione,
dove dentro c’è un retino verde, che non è un bosco questo, è un rafforzamento di un vincolo per
dire che lì è meglio non edificare. Naturalmente questo mi diventa il negativo sulle tavole
successive della pianificazione, perché lì diventa un’agricoltura diversa da un’agricoltura, anche
perché non c’è l’agricoltura lì, quindi queste due nuove aree di attenzione - non userei la parola
“vincolo”, ma aree di attenzione perché possono diventare opportunità come i laghetti - le
abbiamo inserite noi per proteggere un po’ più le aree critiche del territorio.
Questo è un elaborato che ho sentito prima avevano affrontato anche il Sindaco e l’Assessore
all’urbanistica. Questo è un elaborato che dall’inizio io e l’Arch. Di Gregorio abbiamo voluto a
tutti i costi, perché ci fosse una trasparenza, una comunicazione con le persone che vivono il
territorio, che dovevano dire cosa volevano da un nuovo Piano regolatore generale, perché il
Piano regolatore generale è un modo per ridistribuire non dico risorse, ma comunque rimettere in
moto un movimento di economia, un movimento anche di cambiamento. Questo è l’elaborato
fatto su scala catastale, abbiamo unito tutti i catastali del 2000, abbiamo ricreato il territorio e su
questo abbiamo posizionato tutte le richieste che sono state fatte dai semplici cittadini,
addirittura avevamo preparato una domanda che si poteva fare anche tramite Internet.
Naturalmente non ha funzionato molto il sistema tramite Internet, nemmeno la stessa domanda
se era molto semplice, ma è stata fatta però manualmente, protocollata dal Comune. E noi in
qualche modo su questo elaborato abbiamo indicato, posizionate su fogli catastali, le richieste dei
cittadini: cosa chiedevano? C’è pure il database con tutte le richieste loro, chiedevano gli accordi
di programma e sono stati fatti su un bando, sempre proposto dall’Amministrazione Comunale,
con numero di protocollo e numero di accordo. Queste cose, anche se per la privacy non si
dovrebbero vedere, queste liste sono praticamente gli accordi di programma approvati e recepiti
perché andavano incontro al bando che aveva preparato l’Amministrazione Comunale e sono
tutti accordi di programma con le persone che l’hanno sottoscritto.
Ci sono pure le aree Peep, e se facciamo un avvicinamento alla tavola riusciamo a vedere da più
vicino, sono tavole un po’ più complicate e quindi ci mette anche tanto a rigenerarle il sistema;
se ci avviciniamo, vediamo che praticamente quelle aree, quelle macchie che vediamo sono
esattamente le particelle catastali della proposta e c’è anche il numero di protocollo, quindi
facilmente si può trovare chi l’ha fatta. Dopo queste proposte non le abbiamo messe
sull’elaborato, ma ci sono su tutti gli altri elaborati, su una pianificazione dove queste proposte
andavano negli indirizzi di pianificazione che erano espressi dal Consiglio Comunale e anche
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dalla nostra idea di piano, sono state recepite e tutte. Sostanzialmente le proposte che non sono
state recepite o stavano sotto vincolo, o erano in area che comunque era impossibile andare a
creare una nuova pianificazione.
Lo stesso pure gli accordi di programma, che seguono un altro percorso. Gli accordi di
programma, se stanno sulle aree di piano, va bene, ma se non stanno sulle aree di piano è un
contratto che fanno con l’Amministrazione Comunale, quindi è un rapporto che hanno tra di loro
e devono trovare la loro collocazione. Comunque anche molte di queste proposte stanno vicino
alle aree strategiche, sostanzialmente fanno parte della pianificazione finale.
Lo stesso pure i bandi Peep, che hanno aiutato, perché i bandi Peep sì hanno avuto chi ha
proposto l’area, la sua cubatura per potere realizzare delle case, ma la metà di questa cubatura
che ha avuto la deve cedere all’Amministrazione Comunale che questo è servito molto, perché
questo piano forse sarà uno dei pochi piani che potrà avere delle gambe, perché non abbiamo
messo nessuna area da espropriare, tutte le aree che vanno prese per servizi vengono tutte
compensate, se vedete gli elaborati, tranne quelli che sono stati presi per la perimetrazione di
nuclei abusivi e quindi aree completamente abusive che sono passate nella zona B, tutte le altre
aree che stavano in zone o ex G o zone che comunque avevano una valenza urbanistica, non
sono state prese, sono state perequate e quindi la persona che ha perso mille metri per un
parcheggio o 2 mila metri per una piazza, la stessa area la prenderà su una delle aree Peep, dove
comunque potrà realizzare la stessa cubatura.
Questo non è da poco, perché permette l’Amministrazione Comunale di non spendere soldi,
perché non ci sono i soldi, nessuna amministrazione avrà la possibilità di espropriare un terreno
con le nuove leggi che i terreni espropriati arrivano ai prezzi di mercato, quindi è un modo per
attuare il piano senza perdere molto tempo.
Sulla parte bassa abbiamo avuto molte più richieste di attività produttive, invece sulla parte alta
più richieste per edificazione: è questa la distinzione che si potrebbe fare sulle domande. Spesso
il vecchio Piano indicava determinate aree come aree commerciali, quindi quasi tutti chiedevano
le aree F o le aree H, che sostanzialmente sono servizi, e lì abbiamo detto “va beh forse non
hanno capito bene, perché se uno mi chiede un servizio e io gli dico va bene, dopo trovo un
parcheggio forse non sarei contento” e quindi abbiamo capito il passaggio alla quindicesima
domanda e abbiamo cambiato un po’ il tiro della richiesta.
Qua è la parte bassa del territorio dove ci sono tantissime domande di edificazione e si devono
adesso i tre colori diversi: praticamente il magenta sono le domande di cittadini, l’arancione sono
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le domande del Peep per l’edilizia economica popolare, il blu sono gli accordi di programma.
Questo è anche su un sistema informatico, che possiamo in qualsiasi momento trovarlo, non
cercare le cose cartacee, anche se c’è pure la cosa cartacea, grande lavoro anche da parte
dell’Ufficio tecnico che ci mandava in continuazione il fax con queste domande dei cittadini,
perché sono arrivate fino a una settimana fa, le ultime domande sono arrivate i primi di marzo di
persone che in qualche modo volevano dire la propria sul Piano regolatore generale.
Per creare uno strumento urbanistico, al di là di una serie di analisi, serviva anche il vecchio
strumento urbanistico. Questo è il Piano regolatore generale attuale che vige a Sezze, quindi
abbiamo portato il Piano regolatore generale, anche se non era graficizzato al computer, era
soltanto disegnato a mano, l’abbiamo portato sempre su base catastale per avere più precisazione
sui contorni, anche se piani così vecchi, elaborati fatti a mano, la precisazione delle aree è molto
relativa. È effettivamente difficile dire che un’area sta dentro o sta fuori dalla pianificazione.
Questo è l’elaborato del vecchio Piano regolatore generale con la posizione di una serie di altre
informazioni, che comunque affronteremo più avanti, perché su questo piano, su questa
posizione vedo anche le aree dei nuclei abusivi. Per fare un Piano regolatore generale,
l’Amministrazione Comunale deve in qualche modo affrontare anche l’abusivismo che è già nel
proprio territorio e creare un elaborato dove indica non soltanto la posizione di edifici abusivi,
ma vedere se nell’interno del territorio ci sono dei nuclei che possono avere la funzione della
zona O. È una Legge, la 28/80, fatta tanto tempo fa, ma comunque ultimamente ha preso tanti
condoni, non per caso sono stati fatti un po’ di condoni di fila.
Il Comune, l’Ufficio tecnico, l’Amministrazione Comunale aveva incaricato una serie di tecnici
del posto, coordinati dall’Arch. ?Pio Tacconi?, e avevano fatto il primo lavoro di ricognizione
sui condoni, sulle domande di condono che stavano all’Ufficio tecnico, quindi ci siamo trovati a
avere una serie di schede, di elementi, dove era indicato il tipo del condono, la sua consistenza a
livello urbanistico e queste schede indicavano anche la loro posizione sul territorio. Lì noi siamo
andati a posizionarli sui vari fogli catastali, a indicare lì dove vedete le macchiette verdi e blu,
praticamente è l’iter che hanno avuto le domande. Paradossalmente nel Comune di Sezze non c’è
una domanda respinta, ci sono tutte domande o in iter o concesse.
Il primo lavoro che abbiamo fatto era posizionarle sul catastale, da lì in poi abbiamo visto se
c’era la possibilità di creare dei nuclei. La Legge dice che, se c’è la possibilità di creare dei
nuclei, all’interno di questi nuclei i lotti che superano i 1500 metri devono dare una quota del
loro terreno per fare degli standard, i lotti inferiori costruiscono una volta che è stata attuata la
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zona e quindi noi abbiamo cercato di graficizzare - si vedrà anche sulle tavole successive questa distinzione tra i 1500, superiori o inferiori di 1500, abbiamo cercato di prendere una parte
di questi lotti per attuarle queste aree, perché così anche chi non ha costruito tutto questo tempo,
o magari perché non aveva necessità o magari perché aveva paura di fare un abuso edilizio,
almeno adesso ha la possibilità di potere in qualche modo edificare.
Molti di questi abusi non è che sono sparatissimi su aree sperdute, la maggior parte sono o sulla
zona ex G, che aveva un indice molto basso, anche perché era una zona molto ibrida, o sono
variazioni di destinazione d’uso, si parte con una casa in zona agricola, un annesso agricolo e si
trasforma in casa, con tutti i problemi che crea dopo questa trasformazione, amministrativi ma
anche pratici, perché una casa costruita in un annesso agricolo è fatta un po’ così e dopo diventa
difficile pure gestirla. Questo è stato il nostro tipo di lavoro.
Ci sono dei punti, tutti questi quadratini etc. sono un condono, per ognuno di questi è stato fatto
un condono, una domanda di condono, altri condonati e altri no, i blu sono quelli che hanno
avuto il condono e i verdi sono quelli che sono in iter. Molti di questi non è che sono in iter
perché non hanno la possibilità di avere il condono, sono in iter o per piccole stupidaggini come
marche da bollo etc., o perché non hanno pagato i contributi del condono, quindi sostanzialmente
sono ancora in iter per questa cosa, ecco perché si vede che il verde è prevalente, abbiamo usato
proprio il verde per sembrare che è finita la cosa. Lì quelle altre macchie che vedete, che sono
macchie tratteggiate, abbiamo cercato in qualche modo, se vedete sotto c’è pure la vecchia zona
G, abbiamo cercato di collegare, creare nuclei su già zone esistenti per non appesantire molto
anche le aree con nuovi servizi, quindi andare a agganciarsi su zone già esistenti per creare di
rafforzare la pianificazione. Questo è stato il principio di questi collegamenti, di questi nuclei,
più che comunque avevano una buona quantità di domande al loro interno.
Questi sono tutti elaborati che fanno parte del Piano perché sono questi che in qualche modo ti
permettono di arrivare alla tavola finale, che è la tavola del Piano.
ARCH. DI GREGORIO
L’urbanistica è una cosa abbastanza pragmatica, poi alla fine a uno gli interessa l’indice di
fabbricazione del terreno di famiglia! Chi invece fa l’urbanista vive in un mondo di sogni, in cui
pensa che attraverso una materia ibrida tra la scienza, la tecnica o la poesia, sia veramente
possibile gestire il futuro di un territorio, indirizzarlo. Non ho mai pensato all’urbanistica come
uno strumento di tipo direttivo, di tipo impositivo, ho sempre pensato all’urbanistica un po’
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come al marinaio che tende un po’ il filo della vela, al seguire la corrente e riuscire a andare
verso la propria direzione, magari andando un po’ di bolina, e con questo criterio abbiamo
gestito il nostro approccio con il Piano regolatore generale di Sezze.
Noi abbiamo un territorio che è tra i più belli dei comuni del Lazio sicuramente, partiamo da una
quota meno, sotto il livello del mare la Piana e arriviamo a alcuni dei monti più alti
dell’Appennino centrale laziale e sono messi in fila come se fosse… c’era un libro “il monte
analogo”, che è un racconto che porta verso Dio, boh non lo so, comunque veramente in alto,
dove le risposte sono ultimali e c’è questa storia di questo gruppo che arriva quasi su. È un po’
così anche il territorio di Sezze, se uno parte dal basso, e una ricchezza del genere non può
rimanere fuori da un’idea di Piano regolatore generale.
La nostra prima idea è stata quella di ricollegare - quella che vedete qui è la planimetria delle reti
infrastrutturali e dei servizi - attraverso proprio le linee di comunicazione, sfruttando i corridoi
verdi che ancora esistono anche a ridosso dei corsi d’acqua, tutto il tessuto naturale creando una
sorta di secondo livello di interconnessione. Quando è che noi abbiamo un nodo? Quando due
corde si legano, se noi riusciamo a connettere la rete della macchina alla rete dei bidoni, la rete
del verde alla rete del costruito, cominciamo a avere tanti nodi e quindi una rete. La rete permette
molte più capacità di rapporti che non la linea.
Questa è stata la prima idea, la prima esigenza: c’era una ragnatela di case, e tutto Suso è una
ragnatela se uno guarda dall’alto, rilegarla insieme, riconnetterla, rimettere la legalità tra gli
obiettivi di potersi vendere la casa, per esempio, poterla dare in dotazione a un figlio, cosa che
non tutti ora possono fare, di potere fare il Piano casa, perché se la casa non è in ordine non puoi
fare l’aumento di cubatura, insieme a un’idea di sviluppo, di dare un buon motivo a uno che a
Sezze non c’è nato di venirci a vivere, perché le case costano magari la metà d’affitto rispetto a
Roma e la linea ferroviaria gli permette facilmente una connessione, da Napoli a Roma Sezze si
trova comoda.
Vai verso Sezze Scalo e Sezze Centro, proprio la parte più urbana di Sezze, i due ambiti
principali, il centro storico classico e il porto di Sezze, lo Scalo, proprio come il porto di mare,
che in realtà il mare non c’è più, ma c’è sicuramente una rete di connessione, c’è la 156 nuova e
qui c’è l’ex Presidente dell’Astral, purtroppo ex ma sempre presidente è per noi, che l’ha portata
fin dentro casa la strada. Questa strada porta le persone, queste persone portano il commercio,
queste persone portano la possibilità di pensare anche di viverci qui.
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Cosa posso fare io per fare vivere qualcuno qui, per fare una concorrenza territoriale a città che
50 anni fa non c’erano? Sfruttando una serie di caratteristiche, hanno catturato prima intorno e
adesso stanno allargando il loro range risorse umane, quindi anche tasse e tutto quello che
comporta intorno. Come si fa a crescere però senza distruggere, senza massacrare? Prendi lo
Scalo, la Cava, il Centro, la prima idea è quella di: se il porto è il punto dove arrivo, il porto non
può essere la casba, perché poi io non ci vado! Tutti i porti sono un po’ pittoreschi, però lo Scalo
ha delle zone che non sono pittoresche ma impossibili da attraversare, un certo disordine edilizio
ha creato qualche difficoltà.
La prima idea è rendere la porta, l’ingresso, il punto dove mi approccio a Sezze un attimo più
fruibile per chi ci vive innanzitutto, ma anche per chi ci passa. Sono stati creati una serie di
percorsi verdi, e se vedete qui c’è una linea verde che è parallela a Via Sicilia, l’unico motivo per
cui è rimasta verde è perché c’è sopra la linea a alta tensione, non è che c’era un motivo altro,
però visto che c’è la linea alta tensione e c’è ancora questo corridoio, questo è un percorso che
diventerà un percorso ciclo-pedonale parallelo e alternativo alla macchina, perché è anche
difficile parcheggiare in zone così complicate, che permette nei 500 metri della funzione Sezze
Scalo di muoversi senza macchina, che sarà una bestemmia vista da uno che vive allo Scalo, ma
può essere una cosa, invece, estremamente interessante per uno che vive a Roma magari nella
periferia estrema, pagando 1.500 o 1.200 Euro al mese di affitto o di mutuo, per comprare una
casa e venire a vivere qui, portare il suo Pil personale dentro Sezze attraverso la residenza e fare
crescere, con i suoi consumi, con la sua vita qui, anche se magari lavora altrove, la vostra
comunità, il vostro territorio, le vostre attività, le possibilità per i vostri figli di avere un futuro
qui e non chissà dove.
Questo significa sicuramente andare a rimettere ordine. Ci sono delle linee gialle che sono parte
di viabilità esistente - la chiamo “viabilità” ma in realtà non è viabilità, sono dei cunicoli in cui
una macchina passa, la seconda no! - e noi cercheremo, prendimi vicino alle scuole: quelle
azzurre sono le scuole e la posta, quello verde più scuro è quella specie di piazzetta parco
esistente, qui in fondo queste tre strade andranno a uscire e a potere tornare indietro senza
attraversare, troveranno dei parcheggi per lasciare la macchina, attraversare il piccolo parco e
portare il figlio a scuola o andare alla posta, tornare indietro, prendere la macchina e tornare
dall’altro lato. Se poi viene da fuori, magari è talmente matto che ci va in bicicletta a portare il
figlio a scuola e neanche occupa il parcheggio là vicino!
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Verbale del Consiglio Comunale di data 16 marzo 2012
Comune di Sezze – Allegato “A” delib. c.c. n. 18 del 16.03.2012
È un’idea un po’ poetica, che deve dare la possibilità a tutti, quello che ci vuole andare in
macchina andare in macchina, quello che ci vuole andare a piedi andare a piedi, ma fare un piano
di recupero sullo scalo non è un tema semplice, perché è veramente compromesso il tessuto
urbano. Se uno pensa che 40 anni fa lo Scalo non c’era, si rende conto che ha giocato male non
delle carte politiche, ognuno ha fatto il suo pezzettino e si è dimenticato di dirlo a quello a
fianco, oppure se se l’è ricordato si sono messi d’accordo metà per uno e abbiamo risolto il
problema perfettamente, però tra quello e quell’altro non si passava più. Qui noi abbiamo trovato
un modo per risolverlo questo problema, perché chi me lo dà quel pezzetto di strada?
Qui vengono i bandi per il Peep. I bandi per il Peep dicono che io ho un po’ di terreno lì allo
Scalo dall’altra parte della ferrovia e faccio una proposta pubblica, attraverso un bando, cercando
di vincerlo, al Comune per avere diritto a costruire e quindi ho un guadagno, però questo
guadagno lo pago, o perlomeno in parte lo perequo. Se l’urbanistica di qualche anno fa si
presentava e diceva “questo è bianco e questo è nero, il nero abbozza e il bianco ride”, questo
piano ognuno che ha avuto qualcosa ha dovuto cedere qualcos’altro.
La regola del bando era semplice: minimo il 50% delle cubature e dei terreni che tu vai a
coinvolgere in questa operazione diventano del Comune, e a cosa servono al Comune questi
terreni e questa cubatura? A compensare tutte quelle persone che dovranno cedere un pezzetto di
terra per ricucire questo disegno, qualcuno si troverà in giardino 3 metri di meno, perché quei 3
metri servono per potere passare dall’altra parte. È vero che quei 3 metri a lui gli fanno comodo,
ma è vero che quel passare dall’altra parte fa comodo a tutti.
Servono delle risorse e le risorse le andiamo a trovare in questo modo: compensiamo, attraverso
un’urbanistica perequata, parola terribile, cioè prima uno si arricchiva a gratis e adesso si
arricchisce di meno e ridistribuisce agli altri, è più equa, è un modo meno imposto e più
trasparente - perché è pubblico - di distribuire il plusvalore generato dalla nuova edificabilità del
terreno. Ho fatto l’esempio dello Scalo, potevamo fare altri esempi. Ho preso lo Scalo non per
altro: perché l’ho fatto personalmente e ci ho perso delle ore, più di un’ora a cercare una
soluzione.
Vado avanti, passiamo alle tavole 9.1, poi facciamo per finire le 10.1. Adesso vediamo un po’
più in generale il respiro, finora non vi ho fatto vedere le altre tavole dove si fanno le case, vi ho
fatto vedere dove non si fanno le case ma si fanno le piazze. L’altra linea di sviluppo che è quella
che abbiamo cercato - Barkas, io, Fuksas da lontano, più noi, lui da più in alto - di portare dentro
il Piano regolatore generale è un’idea anche di natura e ambiente, abbiamo visto quante fragilità
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Verbale del Consiglio Comunale di data 16 marzo 2012
Comune di Sezze – Allegato “A” delib. c.c. n. 18 del 16.03.2012
ci sono nel territorio: un territorio così movimentato è anche un territorio che si muove, tante
montagne, tanti canali, tanti punti di scorrimento dell’acqua sono tante situazioni “di criticità” e
noi dobbiamo sapere dove va a finire l’acqua, perché uno dei problemi più seri è quello:
permettere il deflusso in maniera naturale, non violento, perché se noi fermiamo l’acqua, ad un
certo punto lei ci supera.
Quindi noi abbiamo cercato di riaprire - si fa per dire, e da questa tavola si vede bene - quella che
prima era la macchia della zona G, che era un po’ marrone, l’avete vista l’altra tavola che ho
illustrato prima, dove c’è il torrente che tra l’altro non ci si è costruito per 50 anni perché non ci
va a costruire nessuno in un fosso, quasi nessuno, abbiamo cercato di dire: è inutile mettere
dentro ettari di una zona G per fare le case a 0,03, mettiamocene la metà e facciamole a 0,5. Uno
che ha poco terreno comunque la casa la costruisce, più grande pure di prima, il resto viene
salvato da qualcuno che poi fa il matto e siccome lì è G pure sul pozzo la metto la casa, con i
problemi che dobbiamo risolvere dopo, perché i problemi vengono dopo.
In questi corridoi naturali che già ci sono, abbiamo cercato di creare quei percorsi che vi dicevo
prima laterali, per cui attualmente Suso sono tanti fili che vanno verso il centro a ragnatela, che
tra Colli e Zoccolanti si aggancia un po’ tutta questa raggera; cercare di fare qualche percorso
anche un po’ più su, che permetteva di non scendere e risalire, poteva essere un modo per
semplificare il sistema del traffico, per cui abbiamo ipotizzato delle strade nuove, o il
potenziamento di altre strade.
Fai vedere la parte viola, questa la dico perché ci tengo particolarmente: quella tra Casali e lo
Scalo è una strada che connette due realtà importanti, è una strada difficile perché è ripida e
infatti ha tanti tornanti, questa è una, ma più importanti ancora sono scendendo, abbiamo parlato
prima della banchina del sistema Scalo come primo punto di arrivo, per venire dallo Scalo a
Sezze attualmente c’è una possibilità che è quella che conosciamo tutti e noi abbiamo provato a
inserire un’ipotesi, che è un’ipotesi che avrà bisogno di un bel progetto di fundrasing, che è
quello di sfruttare l’attuale cava in fase di dismissione o quasi completamente dismessa che sta
vicino allo Scalo, dove tra l’altro esistono dei ritrovamenti di orme di dinosauri, fossili etc.,
quell’area azzurra per creare un rifacimento della morfologia della montagna come era, quindi
andarla a riempire come un involucro, un involucro di pannelli solari.
Dietro questi pannelli c’è tanta montagna vuota, un sistema misto di direzionale, centri
commerciali, parcheggi, ristorazione, che è il punto da dove parte un treno automatico a
cremagliera a tunnel, che va dalla cava al monumento, con una o due fermate lungo il percorso
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Verbale del Consiglio Comunale di data 16 marzo 2012
Comune di Sezze – Allegato “A” delib. c.c. n. 18 del 16.03.2012
all’altezza di Porta Romana e della Piazza del Comune. Sembra più complicata di quello che in
realtà è, è costoso e sicuramente ci sarà bisogno di un investitore che ha tempi non brevi di
rientro, ma un polo misto di funzioni di questo tipo potrebbe pagarlo l’investimento, bisogna
costruirci su un progetto ben pensato.
Noi la possibilità di farlo l’abbiamo messa nel Piano, l’idea del percorso ipogeo l’abbiamo messa
nel Piano, se dovesse trovarsi questa persona e se l’Amministrazione Comunale riuscisse a
coinvolgerla, non ci sarà il problema che il Piano non lo prevede e questo è un andare avanti, è
tirare la vela laddove vorrei che vadano, dare delle opportunità, avere delle risorse, saperle
sfruttare, aprire delle finestre di opportunità, il Piano delle risorse e delle opportunità Sezze
2012.
Se volete passo la parola all’Arch. Barkas per illustrarvi un minimo le residenze e qualche
numero se volete ve lo do: il Piano regolatore generale di Sezze prevede un incremento di circa 4
mila abitanti teorici in 10 anni, con una cubatura massima realizzabile, che noi non andiamo a
sfruttare perché l’abbiamo messa di meno, di quasi 1,9 milioni di metri cubi; di questo tesoretto
ne abbiamo sfruttato soltanto 1,3, lasciando una riserva per il futuro e anche se non si dovesse
realizzare questa ipotesi dei più 4 mila, anche se Sezze negli ultimi anni è cresciuta in maniera
significativa, ha avuto aumenti medi anche a 2 cifre di popolazione in alcuni anni. Ne abbiamo
usati 588 mila per il recupero dell’abusivismo edilizio: le case sorte abusivamente si sono
mangiate quasi il 50% delle nuove abitazioni che ci saranno a Sezze, che è un dato importante, il
47,5% circa delle nuove cubature è stato usato per sanare l’abusivo.
Un altro quasi 430 mila metri cubi è per zone C di nuova espansione e di questi 430 mila metri
cubi in realtà 130 mila sono relativi a dei piani attuativi già in fase da lunghi anni, alcuni quasi
finiti, tipo Monte Pilorci etc., per cui rimangono circa 340 mila metri cubi di nuove zone C
completamente ex novo. Le nuove zone C sono legate un po’ al discorso che abbiamo fatto
prima dei bandi e soprattutto legate a quelle realtà che hanno una maggiore capacità di crescita
nei prossimi anni: abbiamo pensato allo Scalo, Ceriara, delle zone di completamento su verso
Piagge Marina, l’area più vicina alla zona delle Zoccolanti, più o meno è questo.
ARCH. BARKAS
Sarò abbastanza breve, perché questo è l’ultimo elaborato, naturalmente non è così una tavola, è
un elaborato disegnato a 5000, anche se possiamo dire che noi l’abbiamo fatto al catastale e
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l’abbiamo portato a 5000 anche per ragioni contrattuali. Questa tavola è più di un elaborato,
perché prende tutto il territorio comunale.
Abbiamo cercato di dare una chiarezza di regole, nel senso che se vedete ci sono, sulle varie
zone urbanizzate, c’è un codice. In realtà abbiamo diviso il territorio in ambiti e questo codice
indica qual è l’ambito dove si trova la zona, c’è un codice progressivo sotto dove indica la zona e
su questa zona noi sappiamo la superficie territoriale, abbiamo gli indici che spesso sono quasi
tutti simili, però possono essere degli indici anche diversi per motivazione perché magari si
trovano delle case più alte o delle case più grandi, quindi cercare di uniformare un aspetto, non
andare a cambiare completamente; su queste zone abbiamo la volumetria esistente, tutti gli
standard che devono lasciare queste zone nell’area, perché il Comune ha tante aree come
standard, perché ci sono dei parchi, ci sono delle grandi aree, abbiamo messo anche noi delle
aree che possono compensare lo standard, ma lo standard nelle specifiche zone, come diceva
prima l’Assessore per mettere un secchio dell’immondizia o una fermata dell’autobus, era
difficile da reperire e quindi abbiamo detto che ognuna di queste aree ci deve dare i propri
standard, stanno nella zona, li abbiamo perimetrati con la striscia rossa, sembrano piccole ma
comunque quella perimetrazione con la linea rossa dentro al blu è una perimetrazione che
permette quasi un lotto da un’altra parte, quel discorso che facevamo di perequazione.
Quindi cercare di attuarlo, sistemare le cose, ognuna di queste zone ha chiarissime le indicazioni
per costruire, è disegnata sul catastale, non è che può dire “sto fuori dal mio confine, ho preso un
metro di quell’altro”, sì le proprietà non è che puoi capirle dal catastale, però è molto chiara la
pianificazione. Noi abbiamo cercato di dare poche regole ma molto chiare, così ognuno questo
che rispetta da fare lo può fare. Ci sono dopo le tabelle dove vengono indicati tutta una serie di
elementi che indicano queste zone, vedete su queste tabelle che stanno indicando sono le varie
zone C, dove si vede il codice di zona, il numero progressivo che sta sotto quel pallino rosso che
avete visto, la superficie territoriale, la densità territoriale, il volume che uno può fare, il volume
che ci sta dentro, ma immaginate che le zone C sono zone che hanno sotto il 12% di copertura
territoriale, quindi volume residuo.
In questo caso non è stato messo, perché non era significativo, da lì in poi i vari standard che
devono dare, immaginate le C come zone hanno uno standard che sta sui 18 metri quadrati,
addirittura 24 e quindi è tutto chiarissimo quanto deve dare per attrezzature, per interesse
generale, anche per la viabilità. Se tu, Daiana, vai avanti sulla tabella in realtà la zona C indica
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Comune di Sezze – Allegato “A” delib. c.c. n. 18 del 16.03.2012
esattamente anche la viabilità che devono dare questi lotti, quindi è abbastanza chiaro, poche
regole chiarissime, bisogna solo attuarle!
Ci sono le tabelle per tutte le zone, era un esempio questo. Ho finito, questo era il Piano, adesso
per permettervi di continuare la seduta, anche perché abbiamo cominciato tardi, ci sono
disegnate tutte le zone che sono nella pianificazione.
SINDACO
Voglio dire, prima di ricominciare, che ovviamente nei prossimi giorni tutte le tavole e gli
elaborati verranno esposti in Comune e credo anche pubblicati sul sito, perché li abbiamo anche
in formato digitale, quindi tutti i cittadini puntualmente potranno verificare nel dettaglio tutti gli
elementi che sono stati in via generale esposti.
Proseguiamo con la seduta.
PRESIDENTE
Riprendiamo i lavori. Prima di dare la parola ai Consiglieri, vorrei rifare l’appello.
Presenti n. 17 – Assenti n. 4 (Ricci, Zarra, Ceccano, Piccolo)
PRESIDENTE
Ricapitolando gli assenti sono, Segretario Generale: Ricci, Zarra, Ceccano e Piccolo. Iniziamo
con gli interventi.
CONS. DI PALMA
Voglio fare un intervento soprattutto in merito a quello che ha detto il Sindaco, perché per
quanto riguarda il Piano regolatore generale i tecnici hanno spiegato quello che sarà il Piano
regolatore generale. In questo momento così difficile, difficile in campo nazionale, oggi a Sezze
facciamo un passo importantissimo. Io sono andato a ritrovare la deliberazione del 1972, e sono
esattamente 40 anni che non c’era il Piano regolatore generale; era uno degli argomenti più
dibattuti per quanto riguarda le campagne elettorali, per quanto riguarda la politica a Sezze e io
che frequento il Palazzo da una ventina di anni arrivare alla fine di una campagna elettorale,
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arrivare con il Piano regolatore generale da votare qui mi riempie di orgoglio e mi riempie di
orgoglio soprattutto perché, proprio in questo momento così difficile, a Sezze la buona politica
c’è. La buona politica per me è quando chiunque fa l’amministratore e vede che è giunto il
momento di abbandonare quei pregiudizi, quella politica che forse non porta da nessuna parte,
ma proprio il senso istituzionale, il senso dell’amministratore sa che è il momento di guardarci
tutti in faccia. E noi oggi che ci guardiamo in faccia saremmo come questa deliberazione di
Consiglio Comunale, fatta nel 1972, quindi anche noi Consiglieri che andremo a votare avremo
fatto una cosa importante per questa Città.
Ma quello che tengo a precisare, che non è tanto realizzare il Piano regolatore generale, quanto
avere tracciato quelle, per me come amministratore abbiamo fatto una cosa importantissima,
quella di andare oltre la ferrovia e l’ha detto l’Arch. Di Gregorio. Oggi andare oltre la ferrovia
rappresenta il futuro di questa Città, oggi andare oltre la ferrovia rappresenta che Sezze vuole
prendere quel ruolo importante, strategico che ha sul territorio. Abbiamo parlato della nuova
156, ringraziamo Titta Presidente dell’Astral, abbiamo quindi la nuova 156 e la ferrovia
metropolitana che è nata e che è lì pronta a dare sviluppo, la 156 quello che dobbiamo fare noi e
quello che devono fare i politici, i veri politici di questo territorio è non lasciarla così. C’è il
tratto più importante, quello che da Latina si va a congiungere a Sezze, è l’ultimo tratto quello
che da Prossedi va a Frosinone, ecco oggi se questo Piano regolatore generale si va a incastrare
con queste opere, con queste infrastrutture importanti che sono ormai nate, che sono esistenti, la
Città è pronta a prendere quel ruolo che gli compete.
Devo ringraziare il Sindaco Campoli. Il Sindaco Campoli in questa legislatura, e non lo
nascondo, ero un avversario di Campoli, ero un candidato sindaco dall’altra parte, però proprio
in questi momenti così difficili ho visto in Campoli un giovane, io che ho qualche anno, anzi
parecchi anni più di Campoli, ho detto in questo momento che devo mettere tutta la mia
esperienza al servizio del Sindaco Campoli, io e non solo io, ma anche altri Consiglieri comunali
abbiamo fatto questo e in questi ultimi 2 anni sembra poco per qualcuno, noi abbiamo fatto cose
importantissime, perché la Dondi, croce e delizia di questa Città, noi abbiamo fatto il nostro
dovere, abbiamo approvato quella famosa deliberazione di Consiglio Comunale dove abbiamo
detto “la Dondi a casa”, abbiamo approvato l’altro giorno la piscina, che era 40 anni pure che si
parlava della piscina, e adesso andiamo a approvare questo atto così importante.
Erano 30 Consiglieri che nel 1972 hanno votato a favore del Piano regolatore generale, 30
Consiglieri, 16 voti favorevoli, 9 contrari, un assente e un astenuto. Mi sembra che i conti sono
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giusti, quello che non ho condiviso, quello che io penso che fa male alla politica è il non dibattito
che tutte le forze politiche devono portare a uno strumento così importante come il Piano
regolatore generale, quindi l’assenza di qualcuno che anche con la propria esperienza doveva
dare quel contributo c’è stata e questo mi lascia addolorato, perché tutti i Consiglieri comunali,
pure votando poi contro, devono dare il loro contributo. Chi non dà il contributo in un atto così
importante, penso che riproporsi diventa una cosa difficile.
CONS. LEGGERI
Sembrava che il Piano regolatore generale fosse una meteora messa da tutte le amministrazioni
nel programma di mandato, ma non si era mai adottato fino a oggi. Oggi con questo Consiglio
Comunale ci stiamo riuscendo, finalmente il Piano regolatore generale per questa Città
sicuramente è una realtà.
Piano regolatore generale significa molto per una città, sicuramente è una tappa fondamentale
per il percorso di crescita della Città e noi in questi 5 anni siamo stati molto attenti al contenuto,
a quello che dovevamo mettere dentro questo Piano regolatore generale. L’ha detto il Sindaco,
l’ha detto l’Assessore, hanno spiegato i tecnici le particolarità del Piano.
Se vogliamo dare una definizione puntuale a quello che è un Piano regolatore generale, possiamo
dire che un Piano regolatore generale è il principale strumento di pianificazione del territorio,
mediante il quale l’Amministrazione Comunale determina le direttive per lo sviluppo urbanistico
e edilizio, individua le zone edificabili, la loro specifica destinazione, se deve essere residenziale,
produttiva, agricola, artigianale etc., la densità edilizia e quanto altro debba applicarsi
all’edificazione. Determina anche le aree inedificabili, quelle aree che servono a soddisfare i
bisogni della collettività (le strade, i parcheggi, il verde, i servizi etc.), in sintesi un Piano
regolatore generale detta le regole per lo sviluppo di una città.
L’adozione di questo Piano regolatore generale è un evento storico molto importante per la
nostra Città, l’attuale era stato adottato circa 40 anni fa, nel lontano 1972, il Sindaco non era
ancora nato all’epoca. In questi 40 anni il paese è cresciuto un po’ urbanisticamente in maniera
disordinata, in qualche passaggio lo ricordava l’Assessore c’è stato un abusivismo di necessità,
non un abusivismo di speculazione e specialmente nella conca di Suso, c’è stata un’altra città, la
nostra seconda città che è Sezze Scalo che è nata spontaneamente, senza una definizione
urbanistica precisa, quindi queste sono tutte cose che noi in questo Piano regolatore generale ci
siamo trovati e in qualche modo abbiamo dovuto fare i conti.
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Nel 1997 la Giunta Comunale Siddera, e ringrazio per la presenza Giancarlo, ha dato l’incarico
all’illustre Arch. Fuksas, da allora sono passati 15 anni e sono tanti. Le successive
amministrazioni che si sono succedute, la seconda Giunta Comunale Siddera e Zarra, con gli
assessori di competenza che erano l’Ing. Spadini e il Dott. Ciarlo, hanno provveduto comunque a
analizzare la parte preliminare di studi per la redazione del Piano. Per questa Amministrazione
Comunale l’adozione del Piano regolatore generale è stato un punto fondamentale del proprio
programma, un punto in cui abbiamo sempre creduto, nonostante le difficoltà incontrate per
strada.
In questi 5 anni sono state diverse le azioni messe in campo da questa Amministrazione
Comunale, finalizzate all’adozione del Piano, e questa è una variante generale al Piano
regolatore generale, partecipata e condivisa dall’intera collettività, eravamo consci che per
effettuare le opportune trasformazioni era necessario un dialogo continuo tra le istituzioni
pubbliche, i cittadini, gli operatori privati e le figure professionali.
L’iter procedurale si è svolto nella massima trasparenza e partecipazione, sono state fatte
assemblee pubbliche, sono stati promossi anche incontri con le diverse realtà sociali. All’inizio
del 2010 è stata approvata, da questo Consiglio Comunale, la deliberazione di indirizzo, il primo
vero atto sostanziale del Piano, la deliberazione che dava tutti gli indirizzi politici, dava uno
strumento in mano ai tecnici per l’effettiva redazione del Piano. Questa deliberazione, oltre a
illustrare il lavoro propedeutico che era stato fatto fino a allora dai tecnici, studi e vari, ha aperto
un confronto con la Città, ha permesso a tutti i cittadini di fare le loro proposte.
Successivamente sono stati fatti dei bandi, sempre sulla base della massima trasparenza, quindi
per l’individuazione delle aree ex 167, l’area dell’edilizia economica e popolare, gli accordi di
programma e è stato adottato il nuovo Piano di parcheggio urbano. Tutti questi elementi, le
proposte, il reperimento delle aree, gli accordi di programma, il Piano abbandono sono tutti
contenuti nel Piano e ne fanno comunque parte integrante e sostanziale. L’obiettivo che noi
abbiamo sempre avuto in mente è di cercare di migliorare la qualità della vita dei nostri cittadini,
cercando di guardare al futuro, mantenendo però nel contempo legami profondi con la nostra
storia, la nostra cultura e le nostre esperienze passate.
Un altro elemento fondamentale del Piano è stata la salvaguardia del territorio. Esso rappresenta
con i suoi elementi architettonici, storici, archeologici e ambientali un grande patrimonio per
l’intera collettività che va sempre più valorizzato, questo Piano con le sue regole, i suoi vincoli e
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le sue prescrizioni lo va a difendere e lo spiegava bene l’Ass. Maurizi, che il vincolo spesso è
costruttivo, non lo dobbiamo mai vedere come una cosa restrittiva.
Gli elementi caratterizzanti della deliberazione di indirizzo sono stati tutti accolti dai tecnici e
riportati all’interno del piano, in maniera precisa e puntuale. In questo Piano, in sintesi, si è
tenuto conto almeno di 4 diverse realtà tra di loro: centro storico, l’interland setino, la conca di
Suso e Sezze Scalo. Nel Piano si è tenuto conto dei cambiamenti avvenuti nel tempo e
conseguentemente delle cure necessarie da apportare per completamente la loro riqualificazione,
il mantenimento, lo sviluppo dello stesso, aree come illustrate dall’Assessore e dai tecnici.
Per concludere, voglio fare un ringraziamento innanzitutto all’Arch. Fuksas che andrà a firmare
questo piano, una firma molto illustre, un architetto conosciuto a livello internazionale, ma in
particolar modo voglio ringraziare i tecnici, l’Arch. Di Gregorio e l’Arch. Barkas, che hanno
svolto un lavoro immane, hanno dedicato molto tempo a questo piano, ma li ringrazio soprattutto
per la loro disponibilità che è grande e la loro pazienza, la pazienza che hanno dimostrato fino
all’ultimo momento. E datemi retta non ero molto facile!
Ringrazio tutti i tecnici del paese che in qualche modo sono stati coinvolti nella redazione del
Piano, ancorché i tecnici dell’Ufficio tecnico comunale per la loro collaborazione. Un
ringraziamento particolare naturalmente al mio amico fraterno, l’Assessore all’urbanistica
Antonio Maurizi: se oggi approviamo questo atto lo dobbiamo soprattutto a lui! Antonio Maurizi
non ha titoli accademici né lauree, come i suoi precedenti assessori, ma i titoli lui li ha
conquistati sul campo, la sua esperienza unitamente alla sua pazienza è stata determinante. In
questi 5 anni, passo dopo anno, senza mai arretrare ci ha portato in questo Consiglio Comunale
per l’adozione di questo Piano, che pone le basi per lo sviluppo futuro della nostra Città.
Naturalmente anticipo il mio voto favorevole al Piano, vi ringrazio tutti.
CONS. LOMBARDI
Vedo che purtroppo già qualcuno sta andando via, quindi io coincisa, al contrario del Consigliere
che mi ha preceduta, inizio dai saluti così cerco di dare spazio anche agli altri. Prima di
addentrarmi a esporre il mio intervento relativo al punto all’ordine del giorno, vorrei ringraziare i
tecnici che vedo qui presenti, che hanno elaborato il nuovo Piano, il Sindaco Andrea Campoli, il
Presidente del Consiglio Comunale, i Consiglieri comunali, nonché la Giunta Comunale,
l’Ufficio tecnico, e vedo anche presente Filippo Giorgi, e tutti i cittadini presenti in aula.
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Verbale del Consiglio Comunale di data 16 marzo 2012
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Non vi è dubbio che la variante al Piano regolatore generale era una delle questioni urgenti per la
modernizzazione del paese, tant’è vero che abbiamo ereditato un Piano regolatore generale
approvato nel maggio 75 e pensato alla fine degli anni 60, mentre la realtà ha subito da allora
sostanziali mutamenti. Pensate che la variante generale al Piano regolatore generale era stata
affidata all’Arch. Massimiliano Fuksas già dal 1997.
Siamo arrivati oggi all’adozione del nuovo strumento urbanistico, un impegno questo che
avevamo preso con tutta la Città con il programma amministrativo del giugno 2007. Un piano
atteso da anni, che sicuramente riuscirà a rilanciare l’economia e lo sviluppo di questo paese e a
dotarlo di quei servizi necessari alla qualità urbana. Il nuovo Piano è stato partorito con la
partecipazione e di tutti i cittadini, che con le loro domande hanno avuto un ruolo attivo con gli
imprenditori che hanno partecipato ai bandi pubblici del Comune, come gli accordi di
programma che sono stati fatti per le attività produttive e successivamente con il bando per
recepire nuove aree di espansione residenziale, le famose zone 167.
Sicuramente dobbiamo studiare le carte che oggi approviamo per potere modificare, se
necessario, situazioni non risolte e questo attraverso lo strumento delle osservazioni durante il
periodo di pubblicazione del nuovo Piano regolatore generale. Personalmente ho preso visione
del Piano nell’incontro avuto in Commissione del territorio, dove io secondo me necessito
apportare correzioni nella fascia della campagna sottoposta a tutela del Piano territoriale
paesaggistico regionale, in riferimento alle aree atropizzate - così dicono i tecnici -, per me e i
non addetti ai lavori sono le costruzioni esistenti lungo le strade.
Sono soddisfatta comunque del lavoro portato a termine e per le soluzioni trovate sia per quanto
riguarda la tutela e la salvaguardia delle aree boscate di Suso, sia per le nuove arterie di
collegamento da zona Casali a Sezze Scalo e all’attenzione dedicata al recupero dei centri urbani
di Sezze, Consa di Suso e Sezze Scalo. I nuclei abitati nelle zone agricole urbanizzate, come
Ceriara, Ponte Ferraiolo, Migliara 47 e Ponte Corradini, aree queste limitrofe a altri comuni
come Latina, Pontinia e Priverno, saranno dotati di tutti i servizi e infrastrutture e concorreranno
al miglioramento della qualità della vita sicuramente.
Con il bando pubblico relativo alle aree 167, il Comune diventerà proprietario di terreni Suso,
Sezze Scalo e Ceriara, con relativa cubatura per circa 150 mila metri cubi, senza ricorrere agli
espropri e relative spese per l’ente, quindi si evita questo. Questo ci consentirà di procedere alle
perequazioni con i privati, per dotare i centri edificati, come lo Scalo e non solo, di aree a
servizio e quindi parcheggi, aree a verde pubblico e servizi per la collettività.
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Verbale del Consiglio Comunale di data 16 marzo 2012
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Di importanza fondamentale sono le norme tecniche di attuazione, che meglio regolano l’attività
dell’intero territorio comunale e chiariscono tutti gli elementi necessari che danno certezza al
cittadino e trasparenza degli atti amministrativi.
Questo piano è sicuramente il piano delle risorse e delle opportunità, come dice il manifesto di
convocazione di questa assise comunale, deputata a esprimere il parere di adozione che io
esprimo favorevole, un piano partecipato e trasparente nella sua lunga gestazione, che oggi ci dà
la possibilità e dà a me l’onore di essere tra i Consiglieri comunali di dotare questa Città di un
nuovo strumento urbanistico per i prossimi anni.
CONS. REGINALDI
Non mi porto il foglio perché sono abituato a andare a braccio. Visto che si è svuotato
notevolmente questo teatro, dispiace perché avrei voluto che magari i cittadini rimanessero più a
lungo per ascoltare anche la relazione dei tecnici, che è un po’ più complessa, è difficile
certamente, è difficile anche per noi e non lo neghiamo, non è che siamo tutti architetti, tutti
ingegneri, quindi ci affidiamo, però pian piano, stando sempre a contatto e sempre guardando
queste attività, poi abbiamo cominciato a apprendere qualcosa. Ovviamente per le persone che
sono intervenute questa sera, che è la prima volta che sentono di questo Piano regolatore
generale, è più difficile.
Cos’è successo oggi o cosa sta per succedere perché ancora dobbiamo votarlo? Stiamo per votare
il nuovo Piano regolatore generale di Sezze, o meglio la prima fase di questo Piano regolatore
generale, che non è come pensa qualcuno che domani, perché qua fuori una persona o un ragazzo
mi ha detto “Reginaldi, posso cominciare a chiamare l’impresa?” assolutamente no, non si può
fare questo! Dobbiamo aspettare, ci dovrà essere il responso, il materiale ovviamente lo
comprerà da me, ma è ovvio, è normale, altrimenti cosa lo faccio a fare il politico?! Questa è una
stupidaggine, era una battuta.
Non è così, è una prima fase, una fase che attendevamo e si attendeva da 40 anni per molti di voi,
io ho cominciato a attenderla da una quindicina di anni, 20 anni, perché non è che sono proprio
così grande di età. C’è stato un ottimo lavoro e questo lavoro è stato iniziato, come dai
ringraziamenti proprio del nostro Sindaco Campoli nei confronti del già Sindaco Giancarlo
Siddera. Voglio anche ricordare che all’epoca c’era anche un altro importante politico di Sezze
Scalo, che era proprio Di Palma Serafino, che ha lottato per questo nuovo Piano regolatore
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generale. Io che seguivo proprio il Cons. Di Palma, lo sentivo spesso parlare di questo nuovo
Piano regolatore generale, che poi mai veniva realizzato.
Abbiamo perso del tempo, è stato perso del tempo e soprattutto nella fase prima di Campoli: lì è
stato perso molto tempo e questo è dispiaciuto non solo alla politica di oggi, ma alla cittadinanza
tutta, soprattutto alla cittadinanza tutta, però quello che voglio ricordare a tutti quanti è che noi,
prima di essere consiglieri, comunque siamo cittadini e comunque come tutti abbiamo i diritti e i
e anche noi, quindi, godiamo dei diritti.
Prima l’Arch. Barkas ha parlato degli accordi di programma, ebbene io lo dico schiettamente e
palesemente: anch’io sono uno di quelli che è ricorso all’accordo di programma, perché la Legge
me lo consentiva e non perché io, essendo consigliere comunale, sia stato in qualche modo
agevolato, assolutamente no! Tra l’altro chi mi conosce sa dove ho il magazzino edile, ho un
terreno frontale e qui abbiamo fatto una richiesta, seguendo i requisiti proprio che ponevano
nell’accordo di programma, quindi lì cercare di sviluppare qualcosa sempre per l’attività, cercare
di creare qualcosa di più grande, qualcosa comunque che porta economia per il paese. Lo voglio
dire proprio per dare anche quel senso alle parole che ha detto il Sindaco, dice che nessuno è
passato sotto un percorso agevolato, perché magari è amico di tizio o amico dell’altro, ce ne
voglia Dio di questa cosa, assolutamente no!
E quali sono stati quegli atti che ci dimostrano questa trasparenza? Proprio il fatto che sono stati
fatti dei bandi dove hanno potuto partecipare tutti i cittadini, compreso io e altri. Io debbo
ringraziare anche il lavoro metodico dell’Assessore Antonio Maurizi, che ha portato avanti
questa fase, che ci ha portato oggi a potere dare l’inizio di questo nuovo Piano regolatore
generale. E perché c’è stata questa scelta da parte di alcuni Consiglieri di minoranza di
abbracciare questo percorso di Campoli? Proprio per questo: abbiamo visto e abbiamo
riconosciuto in Campoli la volontà di volere fare qualcosa di buono per questo paese, ecco
perché molte persone, va detto anche perché dei passaggi in politica, io l’ho detto anche ieri sera
in corso di una trasmissione, dove ero ospite a questa stazione televisiva e ho detto che non
bisogna più, a livello territoriale, guardare l’appartenenza politica, ma bisogna guardare quello
che riesce a fare la persona, o meglio quello che ha in testa questa persona e quello che vuole
fare per il benessere della Città e Campoli l’ha dimostrato.
Voglio ringraziare tutti gli architetti, i professionisti che sono qui come Massimo, Rita e tanti
altri che sono qui, ma anche gli imprenditori come l’amico Fernando, che è qui perché ha
interesse di questo Piano regolatore generale. E un ringraziamento va anche a quella parte della
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minoranza che responsabilmente si è posta, è venuta e è stata presente ascoltando e seguendo il
Consiglio Comunale: questo è senso di responsabilità.
Mentre l’assenza di altri questo preoccupa, ma l’assenza, caro Sindaco, di queste persone non è
che viene registrata solo oggi, è registrata da parecchio tempo, è latitante e io mi sarei veramente
aspettato un qualcosa da parte loro, cioè venire qui e controbattere, o magari cercare di farmi
capire dov’è, se io o Di Palma o Vitelli abbiamo fatto lo sbaglio, l’errore, ma con la loro assenza
dimostrano che noi stiamo nella ragione. E per taluni che magari sono assenti per motivi
personali, altri sono assenti magari perché stanno in questo momento per accingersi a qualche
cena che hanno organizzato, nonostante che oggi fosse proprio destinato, invece, a votare un
nuovo ordine del giorno, che è quello che tutti i cittadini di Sezze si aspettavano.
Abbiamo fatto dei passi da gigante, questo - il Sindaco ce ne deve dare atto - grazie anche alla
responsabilità di molti Consiglieri che hanno saputo guardare e porre fiducia fino all’estremo.
Continueremo a farlo, tant’è vero che molti di noi che si ripresenteranno alla candidatura delle
prossime elezioni appoggeranno il Sindaco Andrea Campoli, proprio per dare una continuità a
quella fase che con il tempo e non con le arti convincitorie, invece con veri atti amministrativi ci
ha dato la possibilità di potere scegliere.
Non è che parlerò di cos’è il Piano regolatore generale, ho voluto solo fare l’intervento per dirvi
qual è la posizione di Api in questo momento, che appoggia questa tesi, che voterà
favorevolmente in favore a questo ordine del giorno, sperando proprio che questo sia veramente
la fase iniziale per portarci a un percorso nuovo, a un nuovo inizio come questa sera è stata
spesso molte volte citata questa parola e che sia finalmente l’alba di una nuova ripresa
economica per Sezze, perché in questo momento non solo Sezze, ma tutta l’Italia sta aspettando
proprio la ripresa economica. Senza ripresa economica, non ci può essere vita e continuità
neanche negli assetti politici.
CONS. CASALINI
Il mio sarà un intervento breve, anche perché c’è poco da aggiungere a chi mi ha preceduto. Non
starò qui a fare la cronistoria del Piano regolatore generale, perché l’ha fatto sapientemente il
Sindaco e l’Assessore Maurizi, poi i tecnici l’hanno illustrato così in un modo eccellente.
Oggi è una grande giornata per Sezze, perché si adotta questo Piano regolatore generale dopo
svariati anni, questa è una giornata importante per Sezze e per tutti i cittadini, per l’economia. Io
mi auguro e auspico che, dopo tutto l’iter procedurale che sarà quello che interesserà il nostro
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Comune, quando va in Regione i tempi siano brevi e che possa ritornare subito a Sezze con una
celerità e con una positività.
Come ho detto prima non ho altro da aggiungere, il mio sarà un voto favorevole, quindi non
posso fare altro che augurare tutta la positività a questo Piano, a Sezze e a tutti i cittadini di
Sezze.
CONS. VITELLI
Calcolando che questo probabilmente sarà l’ultimo Consiglio Comunale che ha una valenza
politica per questa esperienza, mi scuso per la voce che mi accomuna a molti che sento tossire,
perché siamo un po’ tutti raffreddati da questo clima di difficile lettura, quasi un clima da Piano
regolatore generale! Il titolo dell’intervento sarebbe di numeri e di fondamenta, perché vorrei
dare delle chiavi di lettura diverse da tutti quelli che mi hanno preceduto, che sono stati di
impostazione urbanistica, che hanno dato a ognuno, con le difficoltà che la cosa comporta, la
possibilità di potere capire quello che dovrà essere Sezze.
Suso è un giardino e deve cercare di essere valorizzato per quello che è, con percorsi ciclabili,
con riqualificazioni, il verde deve restare quello che è e non deve sparire più. Sezze centro, il
centro urbano deve essere valorizzato per i servizi di carattere socioculturale, e mi riferisco
soprattutto alla possibilità che andremo al prossimo Consiglio Comunale di acquisire al
patrimonio il monastero delle Clarisse, per trasformarlo se ci riusciranno in sede universitaria e
quindi cercare anche di dare una svolta economica positiva per questa Città, oltre che culturale,
mentre lo Scalo diventa un’opportunità per mettere a posto i danni del passato, perché
obiettivamente io faccio campagna elettorale da 15 anni e ogni contrada dove vado mi dicono
“questa è l’ultima contrada”. Va beh, Sezze sarà il paese delle 10 ultime contrade! Sezze Scalo
obiettivamente è stata pensata male, e i motivi ce li hanno detti, senza una piazza, senza un
qualcosa, senza i servizi necessari, quindi senza un progetto base su cui operare e creare un
tessuto urbano a misura d’uomo. Questo Piano regolatore generale prevede da una parte la
riqualificazione di Sezze Scalo, dall’altra l’individuazione di una zona per lo sviluppo di servizi
e delle attività a carattere economico.
E qua mi voglio fermare, perché i numeri? Perché voglio fare capire l’importanza del Piano
regolatore generale, che non si verificherà, non si toccherà da domani, magari ci vorranno 3, 4 o
5 anni, ma arriverà! Il fatto che sono state presentate 300 domande di cittadini, accolte all’80%,
sono 240 grande accolte di persone che vogliono o ampliare la propria abitazione, oppure farne
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una nuova rispetto alle normative nazionali e regionali del Piano casa, quindi da qui a 5 o 10 anni
240 cittadini sicuramente - perché se hanno presentato la richiesta lo faranno - investiranno delle
risorse finanziarie per fare questo.
Se negli accordi di programma abbiamo approvato 29 domande di imprese che vogliono
aumentare le loro dotazioni strumentali e le infrastrutture, vorrà dire che da adesso a 10 anni si
creeranno le opportunità per creare 59 posti di lavoro. Se a questo ci mettete che in questa
consiliatura abbiamo approvato più di 20 Pua, che sono i piani di utilizzo aziendale, che hanno
permesso alle aziende di ampliare, questo insieme alle questioni dei Peep, delle aree dell’edilizia
residenziale, dove verrà data possibilità di un’edilizia a giovani coppie, quindi la costruzione di
nuove unità abitative e quindi i magazzini che lavorano e quindi imprese edili che lavorano, si
capisce subito che questo, insieme ai progetti comunali come la piscina e come tante altre cose
che sono in itinere, mette sul piatto della bilancia da adesso a 10 anni qualcosa come minimo
minimo 50 milioni di Euro di investimenti, siamo a parlare di 300 o 400 posti di lavoro, siamo a
parlare di un’economia che riparte, siamo a parlare di una possibilità che diamo alla nostra
comunità di ripartire dal punto di vista economico e anche culturale e civile e tutto quello che
comporta uno sviluppo di questa natura.
Se ne sono andate tante persone, ma rispetto alle poche frequenze che abbiamo ai Consigli
Comunali per me è sempre una questione di profondo rispetto parlare davanti a tante persone e il
fatto che all’inizio di questa riunione ho contato quasi 20 tra ingegneri, architetti, geometri fa
capire di quanto sia stato partecipato questo Piano, o perlomeno di quanto interesse intorno a
questo piano si muove e muove un Piano regolatore generale.
Ora sarà questo che ci consentirà di svoltare? Speriamo, sicuramente noi diamo un’opportunità
alla classe politica che ci succederà, diamo un’opportunità agli imprenditori, diamo
un’opportunità agli operatori culturali, economici che stanno a Sezze di potersi giocare le loro
carte nel migliore dei modi, per cercare di riqualificare quello che è riqualificabile, di fare delle
scelte positive, di cercare di eliminare delle storture che possono avere 50 o 60 anni, come nel
senso della cava che secondo me rappresenta la più grande offesa urbanistica ambientale fatta a
questa Città, per finire con l’ecomostro che sta qua vicino, che molti chiamano “ecomostro”, che
è un investimento fatto che se rimane così sono soldi buttati al vento, se si porta a compimento e
si mette a servizio della Città magari può diventare anche esso uno strumento di sviluppo
economico e culturale per la nostra collettività.
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Tuttavia le fondamenta di questi numeri sono nel progetto politico che ha realizzato questo Piano
regolatore generale, progetto politico che 5 anni fa, alla fine di un quinquennio di guerra tribale
che a Sezze abbiamo vissuto, ha portato Campoli e la sua maggioranza, con tutti gli elementi che
hanno fatto parte, a vincere, un periodo dove c’erano a Sezze 23 liste, 400 candidati, le famiglie
erano divise, si sono rotti rapporti, relazioni umane per delle campagne elettorali assurde e oggi
ci troviamo con questa classe dirigente che ha saputo assumere a sé l’onere di un governo
illuminato, fare delle scelte importanti, lavorare. Tante cose vanno ancora fatte e ci sono da fare,
però si sono tutti concentrati nel loro compito, da Maurizi che è quello che ha assunto l’onere chi se non lui che è stato sindaco può avere anche l’ambizione di fare una cosa così grande e
portarla a termine? - a tutti gli Assessori, dal Presidente del Consiglio Comunale a tutti i
Consiglieri che hanno garantito la stabilità di questa Amministrazione Comunale.
Le fondamenta del progetto politico erano quelle di Campoli nel 2007, a cui vanno dati tutti i
meriti di Campoli e questa maggioranza che ha cambiato e modificato un po’ le regole dei
risultati raggiunti con questo Piano regolatore generale. Come ho detto in altre questioni e in altri
ambiti, io e il Cons. Di Palma rivendichiamo il nostro unico merito: quello di avere dovuto
scegliere tra il benessere di Sezze e una falsa ideologia, una falsa cosa di bandiera, che oggi non
esiste perché oggi le bandiere a livello locale, tutti i candidati hanno cambiato minimo 4 o 5
partiti, per cui i programmi sono i nomi e i cognomi delle persone e la credibilità che hanno.
Noi abbiamo scelto di dare stabilità a un progetto politico scelto dagli elettori, che noi non
avevamo appoggiato; questa stabilità ha permesso a una buona classe politica di portare a
realizzazione tutto quello che con oggi ci presenteremo al giudizio della gente, poco o tanto lo
decideranno gli elettori. Vi dico che già per me, fatta la deliberazione per cacciare la Dondi, la
piscina comunale e il Piano regolatore generale, rappresentano il più grande onore della mia
esperienza politica amministrativa, che per me qualifica in modo positivo tutta la mia esperienza
politica da 15 anni a questa parte.
CONS. CIOCCA
Loro parlavano della velocità dell’iter etc., io penso che sicuramente questo Piano regolatore
generale, quando verrà presentato alla Regione, sarà molto veloce per il semplice motivo che gli
architetti, i tecnici sono stati veramente molto abili, hanno controllato tutte i possibili e
immaginabili problemi e penso che con questo Piano regolatore generale hanno fatto un risultato
egregio, egregio veramente.
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Ho colto dei punti penso importanti con la spiegazione di Di Gregorio e Barkas, penso che da
loro due si evince che il nostro territorio è per sua naturale conformazione proiettato verso uno
sviluppo dell’industria agricola, perché è agricola logicamente, ma dell’industria turistica. Tutto
questo si può se noi ci rendiamo conto della grande possibilità e ne approfittiamo, lavorando
insieme a uno sviluppo sostenibile e a una sicura industria turistica, che certamente porterà
investimenti, posti di lavoro e sviluppo economico per tutti.
Nel Piano vi sono due punti cruciali, il primo come dicevo è lo sviluppo del turismo, il secondo è
verso lo sviluppo di nuovi insediamenti, sia di nuove costruzioni e ampliamenti, il tutto dove
logicamente non vi sono quei vincoli insormontabili che abbiamo e dobbiamo sicuramente non
continuare come si è fatto adesso a rovinare il nostro territorio. Il centro storico deve essere
recuperato, riqualificato come parlava l’Assessore e questo, con il nuovo Piano dei parcheggi,
sicuramente abbiamo dato una risposta molto importante. Nella parte di Suso migliorare la
viabilità, la viabilità molte volte su con Via Melogrosso etc. bisogna tornare giù per andare
magari a Crocemoschitto, bisogna tornare giù e passare per Zoccolanti etc., mentre collegare le
strade in un certo modo, come diceva l’Architetto, sicuramente si fa molto presto e si spende
molto meno, anche perché la viabilità poi ne viene migliorata.
Poi si accorciano gli spostamenti delle auto e poi dobbiamo ampliare sicuramente le strade
esistenti, come diceva anche l’Ass. Maurizi che non possiamo mettere nemmeno i cassonetti,
comunque questi ampliamenti si possono costruire riscoprendo vecchi percorsi pedonali. Per
esempio a Sezze Scalo si possono collegare strade e piccole piazze esistenti, però bisogna
costruire questi piccoli passaggi pedonali e si possono fare soltanto con piccole aperture, piccoli
metri e possiamo logicamente entrare in piazze e piazzette, per esempio dalle stradine, come
diceva Via Macerata etc., basta che puoi entrare subito, magari andare a scuola o alle Poste.
Con questo Piano regolatore generale, in conclusione, si guarda da una parte allo sviluppo della
parte edilizia economica dove possibile, ma la cosa più importante è nel migliorare la vivibilità
per i nostri figli, cioè lasciare ai posteri un territorio che resti a portata di uomo. Non è che
guarda solo oggi, ma penso che guarda molto al futuro.
Volevo ringraziare tutti gli Assessori, i Consiglieri, i tecnici e il Sindaco, che veramente mi dà la
possibilità di approvare questa opera importante. Il mio voto a questo piano sarà favorevole
sicuramente, un piccolo punto ringrazio un’altra volta gli Architetti Di Gregorio e Barkas, però
mi raccomando… questi ingorghi di queste macchine e ogni volta arriviamo in ritardo, come
mai?!
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Si allontana dall’aula il Presidente Dr. Giovanni Zeppieri e presiede la seduta
il cons. anziano Giorgi Giov. Battista
CONS. BERNASCONI
Io penso che gli argomenti per quanto riguarda il Piano regolatore generale sono stati
approfonditi dal punto di vista tecnico, sia dai miei colleghi, ma soprattutto anche dagli architetti
che l’hanno esplicitato penso in maniera abbastanza chiara. Il mio intervento sarà su due punti
fondamentalmente, il primo è la scommessa che è stata fatta in campagna elettorale 5 anni fa, in
cui si parlava di Piano regolatore generale “dobbiamo fare il Piano regolatore generale perché è
un’esigenza ormai irrinunciabile, in quanto il paese ha dei tempi, la vita delle persone ha dei
tempi che per fortuna va al di là di quelli che sono i tempi della politica”, quindi c’era un
bisogno di rivedere effettivamente la struttura di Sezze, sia in termini abitativi ma in termini
sociali e di sviluppo, che ormai non potevamo più fare finta che questa esigenza non ci fosse.
Si è cercato di lavorare al Piano regolatore generale, si è cercato soprattutto in questi ultimi due
anni di lavorare in maniera intensiva con riunioni, con interventi da parte dei tecnici che ci hanno
coadiuvato anche nel capire quelli che erano i percorsi che si stavano attuando, perché penso che
al di là delle persone che ci lavorano in quest’ambito, penso che la fatica più grande non è stato
tanto redigere il Piano regolatore generale, ma fare capire a noi quello che si stava facendo. Di
questo ringrazio per la disponibilità e per la pazienza che hanno avuto.
Io penso che questa Amministrazione Comunale, con l’adozione del Piano regolatore generale,
fissa due elementi importanti, il primo elemento è il modo di gestire la cosa pubblica. Abbiamo
detto che il Piano regolatore generale è la scelta più importante di pianificazione che viene fatta
da una amministrazione e è la scelta più importante perché viene fatta e tocca interessi economici
penso più grandi e possibili che possono scaturire dalla gestione della cosa pubblica in un ambito
comunale, perché si pianifica, perché ci sono degli elementi che possono arricchire, degli
elementi che possono sacrificare anche dei cittadini su delle scelte e questo deve essere fatto
nell’interesse pubblico.
Penso che questa Amministrazione Comunale, con il percorso propedeutico che ha portato
all’adozione del Piano regolatore generale, l’abbia fatto nel migliore dei modi, perché
innanzitutto l’ha fatto con un tempo abbastanza breve. Di solito le frizioni politiche tra le varie
forze nascono e diventano cruenti anche per elementi più piccoli, figuriamoci per un Piano
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Verbale del Consiglio Comunale di data 16 marzo 2012
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regolatore generale! E si è scelta la strada della trasparenza, infatti tutti gli atti che hanno portato
alla redazione del Piano regolatore generale non sono stati fatti perché si conosce tizio o perché
si conosce caio, oppure perché ci si può arrivare in questo senso: no!
I cittadini, tramite bandi pubblici, tramite singole iniziative, tramite anche accordi di programma
etc., hanno dato la loro esigenza all’Amministrazione Comunale che l’ha fatta sua su un piano
strategico programmatico più ampio. Questa non è una cosa scontata e penso che è l’elemento
che contraddistingue il modo di amministrare che ha avuto questa Amministrazione Comunale e
la possibilità di questa Amministrazione Comunale di ripresentarsi alle prossime elezioni come
un’amministrazione che lavora per l’interesse dei cittadini e che riesce a mantenere anche le
promesse che vengono fatte in campagna elettorale.
L’altro elemento è il senso del Piano regolatore generale. Quando si fa un Piano regolatore
generale si cerca di capire perché si dovrebbe abitare in un posto e perché altre persone
dovrebbero venire a abitare in questo posto. Sezze è un paese che, tra le sue difficoltà, tra le sue
peculiarità, è pieno di risorse: abbiamo risorse ambientali (la collina, la nostra Semprevisa, i
passaggi delle aree verdi che possono essere sfruttate), ha delle risorse archeologiche, ha delle
risorse anche di posizione strategica (la ferrovia, quindi possibilità di persone che possono venire
a abitare a Sezze e essere con mezz’ora a Roma).
Tutto questo è stato il senso che ha creato il Piano regolatore generale e cioè valorizzare quelle
che sono le nostre ricchezze, mi immagino Sezze tra 20 anni in cui Suso diventa un giardino
ciclabile e pedonabile da parte dei cittadini che vogliono fare la scampagnata e possono venire
anche a Sezze per fare una gita fuori porta a 40 minuti da Roma, quella che può essere la
rivalutazione del centro storico e anche lo sviluppo culturale e sociale che può avere l’elemento
che stiamo portando avanti, che è quello dell’acquisizione del monastero delle Clarisse con
l’Università, quello che può essere lo sviluppo commerciale che può avere lo Scalo e quindi non
concentrare lo sviluppo abitativo a Sezze, ma lo Scalo come - l’esempio è calzante quello che
hanno fatto i tecnici - porto, come punto sia di partenza ma anche di arrivo di quello che può
essere lo sviluppo commerciale.
Questo è il senso del Piano regolatore generale che noi stiamo approvando e tutto questo in un
momento di estrema difficoltà economica. Alcuni altri Consiglieri l’hanno precisato prima di me,
fare il Piano regolatore generale è dare la possibilità di sviluppo a un paese che, come tutta
l’Italia, si trova in una fase di difficoltà e quindi questo è compito dell’Amministrazione
Comunale non creare le condizioni per lo sviluppo, perché oggi la cosa pubblica non può
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Verbale del Consiglio Comunale di data 16 marzo 2012
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assicurare lo sviluppo personale di nessuno, può assicurare lo sviluppo di una collettività e
quindi dare risposte in questo senso e permettere, dal punto di vista anche economico, di avere
Sezze non come uno sviluppo che può essere l’industria, perché ormai le industrie sono nelle
difficoltà che sono, ma come sviluppo del settore terziario e delle peculiarità che ogni paese può
avere. Questo è il lavoro che dobbiamo fare noi, cioè fare emergere queste ricchezze e penso che
il Piano regolatore generale vada in questo senso.
Ringrazio sinceramente i tecnici, perché nelle riunioni ci hanno dimostrato una pazienza direi
assurda, ringrazio personalmente l’Ass. Maurizi per la sua caparbietà, per la sua calma, per la sua
testardaggine in alcuni momenti, e l’ultima discussione l’abbiamo avuta in questi giorni, che si è
dedicato anima e corpo nello sviluppo del Piano regolatore generale. Mi sento orgoglioso di
avere fatto parte, di fare parte di questa Amministrazione Comunale che oggi segna un punto
importante per la storia di questo paese. Grazie a tutti.
Entra in aula il Presidente Dr. Giovanni Zeppieri e riprende la presidenza
Entra in aula il cons. Ricci Sonia
CONS. CASADEI
Sapete che stavo in maggioranza, sono entrato mi sembra nel 2010 in maggioranza e sono andato
all’opposizione per una questione mia di carattere forse, non so, però mi sembra che ho votato
anche dei punti all’ordine del giorno molto importanti, il discorso della Dondi, il discorso della
piscina e tante altre cose, perché non è detto che uno che sta all’opposizione non deve votare
quello che si pensa che va bene per la collettività.
Voto anche il Piano regolatore generale, senza allungarmi tanto, perché altrimenti facciamo
mezzanotte qui! Certo è vera una cosa, che oggi sto vedendo che è un anno e mezzo o 2 anni che
faccio politica in Consiglio Comunale attiva e mi dispiace dirle certe cose, però purtroppo è più
forte di me: partiti che sul giornale pubblicità, “Andrea Campoli ti devi dimettere” etc. etc., oggi
siamo alla vigilia della campagna elettorale, si fanno degli acquisti, è vero che la politica è
malata, è malata a livello nazionale, a livello provinciale, dappertutto e oggi ognuno cerca di
trovarsi una sua casa, forse sul carro dei vincitori, perché penso che Andrea sarà il prossimo
candidato sindaco e comunque io sarò una alternativa a Andrea Campoli. Purtroppo io sono
troppo fedele ai progetti politici che sono nati 3 anni fa con determinate persone, degli amici,
quello che succederà succederà.
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Il mio voto è favorevole perché è un voto per l’opinione pubblica, mi dispiace una cosa: che
l’opposizione, i Consiglieri comunali di opposizione e di maggioranza devono essere presenti e
comunque si devono prendere la responsabilità stando in maggioranza e stando all’opposizione,
perché all’opposizione, da quello che ho visto in questi 2 anni, io sono stato sempre quasi solo!
CONS. USCIMENTI
Inizio il mio intervento esprimendo il mio voto favorevole a questo punto all’ordine del giorno.
Siamo a conclusione di questa legislatura e in questi 5 anni sono stati convocati circa 50 Consigli
Comunali, devo dire ogni Consiglio Comunale importante con argomenti validi, ma voglio
ricordare 3 punti all’ordine del giorno che ho votato e mi sono assunto le mie responsabilità da
consigliere comunale: voglio ricordare quello legato alla Dondi, quello della piscina e quello di
oggi. Ritengo che questo punto di oggi, quello legato al Piano regolatore generale, sia uno
sviluppo, dà la possibilità e un mezzo di sviluppo per la nostra Città. Noi sappiamo tutti come
sono nati, come sono cresciuti i quartieri di Sezze, la Città di Sezze, e sì sono cresciuti senza
delle regole, perché considerando che il Piano regolatore generale, approvato nel 1972, aveva
delle esigenze diverse da quelle che sono tutt’oggi le esigenze con una vita moderna della nostra
Città.
In questi giorni ho pensato molto a questi 5 anni e tanti argomenti che abbiamo trattato non
pensavo sinceramente, avevo fiducia di approvare questo punto all’ordine del giorno, però quello
che mi dispiaceva era di concludere una nuova legislatura, com’è stato fatto in questi anni, senza
portare all’approvazione del nuovo Piano regolatore generale. Ebbene noi ci siamo riusciti,
perché è stato uno dei punti importanti di questa maggioranza e l’abbiamo portato anche con
grande difficoltà, perché ritengo che non è stato facile seguire questo lavoro, questo percorso che
ci ha portato a approvare questo nuovo Piano regolatore generale, però l’abbiamo fatto in modo
trasparente, abbiamo coinvolto tutti i cittadini, abbiamo coinvolto le associazioni, gli
imprenditori e soprattutto i tecnici. Con molto piacere ho visto oggi tanti tecnici qui presenti e
questo è un significato forte, che rappresenta un’esigenza che questa Città non poteva più fare a
meno.
In questi giorni do un significato chiaro allo spot del Sindaco Andrea Campoli, quando nel 2007
si è presentato come sindaco in questa Città, quando diceva “governiamo insieme il futuro”:
ebbene il futuro per me è questo, il nuovo Piano regolatore generale che diamo la possibilità ai
cittadini di Sezze, agli imprenditori di investire nel nostro territorio. Siamo stati criticati in questi
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anni che numerosi imprenditori del nostro territorio andavano a investire fuori del territorio di
Sezze, ebbene con questa possibilità diamo a tutte quelle persone imprenditori di investire nel
nostro territorio, perché come dicevano prima i tecnici dello studio di Fuksas il nostro territorio è
ricco di cultura e in modo particolare nella zona bassa di Sezze, quindi parliamo dello Scalo.
Proprio qualche giorno fa abbiamo approvato la nuova piscina, che sarà una piscina non di Sezze
Scalo, è la piscina di tutto il territorio di Sezze. Abbiamo deciso di investire giù a Sezze Scalo
perché riteniamo che Sezze Scalo è un punto strategico, collegato con la nuova 156, quindi
diamo la possibilità a tutti di investire giù a Sezze Scalo, ma anche nel resto del territorio di
Sezze.
Dicevo dei quartieri che sono nati in questi anni, sono cresciuti e sono aumentati i problemi,
quindi le esigenze sono diverse. In questo nuovo Piano regolatore generale abbiamo individuato
nuove infrastrutture e voglio ricordare su tutto alcune strade che sono previste da questo nuovo
Piano regolatore generale: la strada che collega il quartiere popoloso di Quarto La Macchia con
le Fontanelle, perché dobbiamo dare un’alternativa a una sola strada che purtroppo c’è in quella
zona di Casali molto popolosa, e un’altra strada che collega la parte alta della zona del ristorante
Faraone con Sezze Scalo con Via Sicilia. Questo diamo la possibilità di inserirlo all’interno di
questo Piano regolatore generale e sono dei progetti ambiziosi, ma sicuramente ci saranno le
condizioni nei prossimi anni di dare la possibilità di realizzare queste opere che la nostra Città
non può più fare a meno.
Una cosa che veramente mi dispiace, sia come cittadino che come politico, è che in questi anni
non c’è stato assolutamente un confronto con le opposizioni, assolutamente assenti! Tra 2 mesi
andiamo in campagna elettorale, ebbene quei politici che sono stati votati dai cittadini e
dovevano rappresentare questi cittadini non sono stati mai presenti in Consiglio Comunale per un
confronto, magari forse qualche volta critico, ma arricchito di proposte, forse tante volte non
condivise, ma che ci aiutavano a ragionare. Questo assolutamente non c’è stato, quindi invito i
cittadini, la Città di Sezze di scegliere veramente i candidati, quindi il Sindaco Campoli che
sicuramente darà le risposte maggiori per quanto riguarda la cittadinanza di Sezze.
Ringrazio i tecnici del Comune che hanno lavorato per la stesura di questo nuovo Piano
regolatore generale, ma soprattutto ringrazio l’Ass. Maurizi, che con grande impegno in questi
anni ha portato avanti il nuovo Piano regolatore generale. Grazie a tutti, ma soprattutto voglio
ringraziare un amico, il Sindaco Andrea Campoli, che in questi 5 anni ha dimostrato veramente
di potere fare il sindaco a tempo pieno, perché ha messo da parte la propria professione e si
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dedica 365 giorni all’anno a disposizione di tutti i cittadini, la porta del suo studio è sempre
aperta a tutti. Grazie, rinnovo il mio voto favorevole a questo punto all’ordine del giorno.
CONS. GIORGI
Avevo preparato un intervento, ma ritengo che sia inutile, lo metto agli atti, anche perché sono
state dette tutte le cose che potevano essere dette, quindi ripetere i ringraziamenti, io non dico
“ringraziamenti” perché hanno fatto il loro dovere i tecnici, comunque grazie per tutto quello che
avete fatto. Quando uno lavora è professionale e deve rispondere alle esigenze di chi governa e
questo è stato.
Dalle diapositive che qui poc’anzi ha esposto sia Barkas che Di Gregorio abbiamo potuto
constatare che le richieste che sono state fatte dai cittadini sono state inserite in quelle
diapositive, che è importante, quando si parla di trasparenza, quando si parla di partecipazione,
questo è partecipazione e trasparenza. È un Piano regolatore generale fatto insieme con la gente.
Ricordo, caro Giancarlo, quando demmo l’incarico a Fuksas nel 1997: venne in Consiglio
Comunale un architetto di questa portata, che si tuffava a redigere un Piano regolatore generale
di un piccolo comune come il nostro, lui disse che era sì un comune così ma era un grande
lavoro, perché andava riorganizzato, rimodulato, quindi ci si tuffava perché era una sfida anche
per lui. Questo fu il ragionamento e noi facemmo quella scelta per restare al di fuori delle
situazioni paesane e lo voglio precisare, perché altrimenti non si capisce perché abbiamo dato
l’incarico a Fuksas, ma fu dato quell’incarico anche con il consenso dei tecnici locali e questo va
detto, nel senso dice “è bene fare così”.
È un piano partecipato a 360 gradi e il risultato di oggi è un percorso che viene da lontano,
perché guardate bene sì nel 72 l’approvazione del Piano regolatore generale dell’allora Sindaco
Di Trapano, poi nel 76 lo ricevemmo noi che eravamo giovani consiglieri comunali e assessori,
quando la Regione rimandò indietro tutti gli elaborati per l’approvazione definitiva da parte del
Consiglio Comunale, come succederà pure in questa situazione, perché oggi noi approviamo non
il Piano regolatore generale, approviamo la carta urbanistica che è importante. Questo è stato
fatto, questo è il lavoro e questo portiamo in Consiglio Comunale, però è un frutto di discussione
che è stato negli anni, sia da parte delle vecchie amministrazioni sia da parte di questa
Amministrazione consiliatura, che in diverse circostanze in Consiglio Comunale abbiamo
discusso, insieme anche con i tecnici, insieme con i cittadini. Abbiamo fatto degli incontri allo
Scalo, al Centro sociale, quindi c’è stata una partecipazione corale e quella di oggi non è una
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cosa di poco conto, l’abbiamo voluto fare a posta qua all’auditorium per permettere a tutti quanti
di partecipare.
Oggi siamo chiamati a approvare questo ragionamento, però lasciatemelo dire con Fuksas
facemmo degli incontri e un convegno lo facemmo pure al Faraone, con l’Assessore
all’urbanistica all’epoca Salvatore Buonadonna, con l’On. Carella che era presente alla
Commissione urbanistica e ambiente della Regione Lazio, dove ad un certo punto Fuksas disse
molto apertamente quello che è stato fatto da questa Amministrazione Comunale, “portate le
richieste, portate quello che ad un certo punto avete intenzione di fare, che se possono essere
accolte vengono accolte”, com’è stato fatto del resto, l’ha portato avanti Barkas e l’ha portato
avanti Di Gregorio, insieme con un lavoro certosino fatto da Antonio Maurizi, che ha fatto la
staffetta tra Sezze e Roma e Roma e Sezze, una volta andava lui e una volta no, più volte è
andato Antonio e devo ringraziare i tanti tecnici, compreso l’Arch. Rosella, perché va detto chi
ha lavorato per il bene della Città, va detto, che ci ha dato una grande spinta per potere arrivare
alla giornata di oggi.
E che significa tutto quanto questo? Significa che negli anni non è che non ci siamo posti il
problema o non l’abbiamo approvata perché chi sa che ci stava sotto, non ci sono state
condizioni politiche per potere approvare questo discorso, però il lavoro negli anni è stato fatto,
tant’è vero che Barkas e Di Gregorio non è che sono partiti da zero in questa consiliatura, sono
partiti da lontano e quindi tutto il lavoro che è stato fatto prima è stato utile oggi e dobbiamo
ringraziare l’Amministrazione Comunale che è stata tenace, con Andrea Campoli, tutti quanti
noi, questo Consiglio Comunale, che ad un certo punto alla fine del mandato non è che era
scontato essere riusciti a venire in Consiglio Comunale, sono cose che fanno tremare i polsi!
Questa sera mi fa un piacere più forte vedere che in Consiglio Comunale dei presenti si sono
espressi tutti quanti, quindi sarà un Piano regolatore generale approvato all’unanimità dei
presenti e questa è una cosa storica, è una cosa grande. Per quanto riguarda il Pdl non ho parole,
una forza politica che si propone oggi un’altra volta alternativa al Centro-sinistra, a Campoli, che
ad un certo punto non partecipa a un atto così importante, ma non è che non partecipa oggi, non
ha partecipato nemmeno alle discussioni che ci sono state in Consiglio Comunale e nei vari
convegni che sono stati fatti, nei vari incontri, anzi quando si parlava di questa problematica
uscivano fuori!
Non hanno scusanti politiche, perché non ce l’hanno insomma, santa madonna è una cosa
importante questa, poi possono essere d’accordo o non d’accordo, possono votare contro,
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possono astenersi, possono fare quello che vogliono, ma dovevano essere presenti, era un dovere
loro anche per quella gente che li ha votati, perché non è detto che uno sta in minoranza non
partecipa alle discussioni, ai progetti del paese, dello sviluppo, di tutte queste cose. Questi hanno
dato, ancora una volta, la dimostrazione che non hanno un interesse per il paese. E perché la
gente oggi dovrebbe votarli? Lasciatemelo dire, per continuare a non essere presenti in Consiglio
Comunale? Questo va detto a chiare note.
Io non mi voglio prolungare, perché avevo preparato un intervento e sta scritto là sopra, le cose
che volevo dire sono state in gran parte dette, lo sviluppo del territorio e queste cose, però è un
ragionamento che parte da lontano, Giancarlo. Nel 1956/1957 - va fatta un po’ di cronistoria già si pensava allo sviluppo di questo paese, che era subito il dopoguerra, c’era una speranza, una
rivalsa di vita e l’allora Sindaco Berti in un convegno a Villa Montesi in via Bassiano si
discuteva del Piano regolatore generale, dello sviluppo del Piano regolatore generale, la
progettazione del Piano regolatore generale, la Città giardino - mi ricordo pure queste parole, io
ero ragazzo - e poi è stata ripresa dopo anche con l’Arch. Melotti, che fu lui l’autore, l’architetto
che redasse il Piano regolatore generale con la Giunta Di Trapano. L’incarico fu dato all’Arch.
Cerocchi, ci sono le carte in Comune, io ho un biglietto ancora di invito che fu fatto alla
cittadinanza, alle forze politiche, dove ad un certo punto le invitavano a partecipare alla
discussione. Poi le cose in politica si realizzano o non si realizzano per tanti motivi.
In questo paese le giunte che si sono succedute hanno sempre tenuto un punto fermo per quanto
riguarda lo sviluppo del territorio e del paese. Mi fa maggiormente piacere oggi che abbiamo
realizzato la 156, abbiamo realizzato la Monti Lepini, che è stata messa nel contesto del Piano
regolatore generale stesso, è stato elaborato, fatto, quindi se magari l’avessimo fatto qualche
anno prima, poi avremmo dovuto fare un’altra variante o roba del genere, quindi tutti i mali non
vengono per nuocere. Oggi troviamo una viabilità forte per quanto riguarda questo territorio,
giustamente Serafino diceva il pezzo lì, dal cavalcavia verso Latina, ma non dipende certamente
da noi. L’avremmo fatto, come Astral avevamo dato incarico a Betti e a Di Biagio, insieme con
l’Assessore Greco, che il giorno venne all’inaugurazione, che adesso è in Regione, ma non si è
fatto niente e non per colpa nostra, per colpa dell’Amministrazione Comunale di Latina, per
colpa del Comune di Latina.
Per quanto riguarda l’altro pezzo che è rimasto, è tutto a posto, la valorizzazione sotto le
Sardellane, che quanto prima verrà messa a regime, ma questo discorso della 156 non è che l’ho
realizzato io come presidente dell’Astral, l’ho realizzato io perché mi sono trovato a fare il
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presidente dell’Astral, ma parte da lontano. Ti ricordi i dibattiti in Consiglio Comunale, caro
Giancarlo, quando si parlava con la Camera di Commercio e altre cose ancora? Le cose
camminano con le gambe degli uomini e io oggi mi devo associare a ringraziare tutti quelli che
hanno partecipato.
Non vedo il motivo poi, oggi ho fatto un articolo sulla stampa di Zarra, Ciarlo che era
l’Assessore all’urbanistica, il convegno che fecero a Sant’Angelo all’auditorium, sembrava che
dovessero spaccare il mondo! Noi partecipammo, anche se eravamo in minoranza, venne Renzo
Carella che era il Presidente del Consiglio Regionale e questa cosa è rimasta libro morto, però
pure loro hanno dato un contributo all’epoca di riportare e ravvivare questo ragionamento del
Piano regolatore generale, perciò maggiormente oggi non capisco questo atteggiamento di non
partecipare e di ragionare.
Viva Dio la popolazione deve sapere: di fronte a un discorso del genere, loro non sono stati
presenti e non hanno dato un minimo di contributo, non questa sera, ma i discorsi che sono stati
fatti durante questi anni, nei dibattiti consiliari, nelle commissioni consiliari.
PRESIDENTE
Non ci sono altri interventi. Prima di dare la parola al Sindaco per le conclusioni, volevo dire due
cose anch’io. Non entro nel tecnico perché non sono io la persona che può dare giudizi tecnici,
anche perché dopo c’è chi precedentemente ha fatto un’analisi anche tecnica di quello che è
questo nuovo Piano regolatore generale, però volevo dare una lettura del momento politico che
Sezze sta vivendo e che ha prodotto questo Piano regolatore generale.
Il momento politico, per come lo vedo io, è che intorno a Campoli si è creato un progetto politico
trasparente, innovativo, e non dimentichiamo quello che succede quotidianamente a livello
nazionale, provinciale, se leggiamo la stampa, quello che la politica produce e quanto quello che
produce è visto in modo negativo dai cittadini italiani, invece qui a Sezze mi sembra un’isola
felice e ne è testimonianza il fatto che anche chi è presente della minoranza vota questo Piano
regolatore generale. Secondo me chi vota non vota in un modo così senza riflettere ma vota
perché ha avuto modo di constatare, durante questi anni, che quello che dicevamo che il Comune
con Campoli e chi l’ha sostenuto doveva essere una sfera di cristallo, quindi trasparente il più
possibile: questo si è verificato e nessuno ha potuto dire diversamente. Forse le assenze che oggi
rimarchiamo da parte di alcuni della minoranza sono proprio questo, perché non hanno avuto
modo di dire che sono stati prodotti degli atti che non producevano gli interessi dei cittadini di
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Sezze. È un peccato, perché hanno perso l’occasione come consiglieri comunali di sugellare un
momento importante della storia politica e amministrativa della nostra Città.
Ho letto prima la deliberazione di quando è stato adottato un altro Piano regolatore generale,
Andrea, e ho notato che erano presenti 30 consiglieri e in quell’occasione ci sono stati molti
consiglieri che hanno votato contro, 9 consiglieri hanno votato contro; oggi questo non è
successo, quindi io ringrazio tutti i Consiglieri che hanno dato il loro apporto non solo oggi, ma
in questa ultima fase politica e amministrativa della nostra Città, perché è stato prodotto molto.
Personalmente, se questo Piano regolatore generale non fosse stato trasparente, visto che il ruolo
del presidente è quello a garanzia, di garantire gli atti, siccome con Andrea in diverse occasioni
non sempre c’è stata una visione unitaria delle cose, questo penso che appartiene a una dialettica
tra persone che hanno una loro capacità di vedere le cose, vedere la vita, non sempre c’è stata
unanimità, in alcune occasioni c’è stato un confronto serrato, sempre nell’interesse della Città di
Sezze, tra persone che si rispettano. I problemi sono stati affrontati, sono stati risolti e oggi
questo Piano regolatore generale è il frutto della trasparenza che dicevo prima, viene approvato e
dà un segnale importante ai nostri cittadini.
Vi ringrazio tutti per quello che avete fatto e spero che nella prossima legislatura ci sia, sempre
nell’interesse della Città, questa trasparenza e questa volontà di fare il bene della Città. Vi
ringrazio nuovamente, grazie a tutti.
SINDACO
Più che fare le conclusioni, volevo soltanto chiosare un po’, intanto ringraziare tutti voi per la
pazienza che avete usato restando qui fino alla fine, ascoltando delle relazioni e un dibattito su
un tema dicevo all’inizio fortemente complesso, complesso perché ha a che fare con la vita
quotidiana dei cittadini. Parlare di Piano regolatore generale significa parlare di viabilità,
significa parlare di spazi comuni, significa parlare di luoghi di socializzazione, significa parlare
della possibilità delle famiglie e dei giovani di costruirsi una vita su questo territorio, significa
avere la possibilità di vivere una vita qualitativamente elevata. Parlare di tutto questo
inevitabilmente significa aprire un mondo di opzioni, di opportunità, di rischi, di errori da non
commettere, di scelte da compiere.
Inevitabilmente sia la relazione nostra dei tecnici, ma il dibattito non può essere esaustivo del
lavoro che è stato fatto, quindi ci rendiamo conto che i messaggi che siamo riusciti oggi a
estrapolare dalla complessità dell’elaborazione che c’è stata non siano esaustivi. Sicuramente, e
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la campagna elettorale forse sarà un banco di prova, ma sicuramente anche dopo questo Piano
regolatore generale, che certamente è fatto di tavole, di cartografie, di destinazioni urbanistiche,
di individuazione di nuova viabilità, di percorsi ciclo-pedonali, è fatto di questa roba, dovrà
essere sviscerato ulteriormente, approfondito, compreso, condiviso dai cittadini.
L’idea che abbiamo voluto dare oggi e che andremo a sostanziare votando quelle planimetrie è
che questa Città vuole ridisegnare sé stessa, diventando più accogliente, con maggiori
opportunità per i suoi figli, con maggiori servizi per quelle realtà periferiche soprattutto, che oggi
di servizi non ne hanno, e dare un’idea di sviluppo soprattutto di una città che si apre. Anche qui
un elemento che è sotteso rispetto alla visione dello sviluppo di Sezze Scalo, pure su questo
abbiamo ragionato, forse non è stato debitamente sviluppato nel discorso di oggi, una cosa nella
quale io credo molto.
Noi abbiamo vissuto storicamente la nostra collocazione sui Monti Lepini come senso di
appartenenza a una comunità, con tutte le implicazioni che questo comporta, le tradizioni, il
riconoscersi intorno a dialetti, intorno a connotazioni sia sociali che antropologiche, questo per
tanti decenni è stato un punto di forza, perché ci ha consentito, caratterizzandoci, di interloquire
con le altre realtà di questa Provincia anche da un punto di forza. Comincio a avvertire, e questo
è un ragionamento più culturale che credo debba essere masticato ancora, che questa
appartenenza, questo abbarbicarsi un po’ ai monti stia diventando un punto di debolezza, quasi
una sorta di autoisolamento rispetto a un mondo che obiettivamente, inevitabilmente si sviluppa
verso la pianura e verso la costa.
Uno degli altri elementi di forza di questo Piano regolatore generale è che rilancia la nostra Città,
che torna a lanciare un’Opa - così la voglio banalizzare - sulla pianura, su quel mondo che ferve,
anche dando un segno a questa Provincia, la cui economia stagna, la cui situazione
socioeconomica è quella che è. E questa voglia di rimettersi in gioco di una comunità, che esce
fuori dai propri confini e vuole abbassare i ponti levatoi, credo sia una sfida che sta dentro questo
Piano regolatore generale e che può ridare slancio, vigore, forza, speranza a una comunità che,
investendo su sé stessa, investe sui propri giovani, sulle proprie competenze, sui propri talenti,
perché ne ha da vendere. L’Arch. Di Gregorio citava il geologo Luigi Rosella, bravissimo
ragazzo che abbiamo di Sezze, sul quale abbiamo puntato e ha fatto un lavoro straordinario sulla
ricognizione sismica del nostro territorio, ecco piccoli segni che però denotano una voglia di
riscoprire noi stessi.
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Verbale del Consiglio Comunale di data 16 marzo 2012
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Questo Piano regolatore generale, nella sua pragmaticità, vuole dire tutto questo. Di questo
siamo orgogliosi, oggi - senza tanta retorica, senza toni roboanti, ma è un fatto oggettivo segniamo un punto storico per questa Città. Dovremo continuare a operare affinché questo punto
storico si sostanzi, diventi operativo, riesca a sviluppare le potenzialità che ha in sé. Questa è
l’ambizione, la sfida che a tutti lanciamo e per la quale - lo dico anche in questa sede
istituzionale, ma credo non sia vietato, chiederemo ai nostri cittadini il 06 maggio di votarci,
perché abbiamo ancora un lavoro da portare avanti.
Questo è l’esito di questa sera, il commiato lo farò lunedì, dato che questo Consiglio Comunale
si aggiornerà a lunedì prossimo, però dopo 5 anni di lavoro diuturno, indefesso, e mi veniva in
mente prima, quando parlava Di Gregorio, so che in queste ultime settimane ormai dormivano
nello studio, abbiamo chiamato tutti a uno sforzo collettivo, mi veniva in mente lo studio matto e
disperatissimo di Leopardi. Nel lavoro di tutti noi, e soprattutto di queste ultime settimane, di
questi ultimi mesi, c’è un po’ questa follia, però ne siamo contenti e stiamo qui a servire i nostri
cittadini.
PRESIDENTE
Abbiamo finito gli interventi, c’è qualcuno che vuole fare la dichiarazione di voto?
CONS. GIORGI
Per la maggioranza mi ha delegato Di Pastina e Lino Cerrone che non può parlare. Voto
favorevole a questa adozione del Piano regolatore generale, in un modo incondizionato, proprio
quasi quasi che uno si è levato una liberazione per quanto riguarda questa faccenda del Piano
regolatore generale sì Piano regolatore generale no, passano le consiliature e le amministrazioni,
quindi dopo tanti anni dall’incarico di Massimiliano Fuksas nel 1997 oggi diamo la completezza
all’adozione, guardate bene all’adozione, non all’approvazione definitiva, perché poi si saranno
60 giorni per potere fare delle osservazioni che possono essere accolte o meno, dopodiché vanno
alla Regione e dopo la Regione torna in Comune per l’approvazione definitiva.
Ci vuole ancora molto tempo, bene ha fatto Andrea il Sindaco di dare fiducia ancora a questo
Consiglio Comunale, a questa maggioranza, a questa gente, per potere continuare e completare
questo ragionamento, guardate che si può pure bloccare standoci un’altra maggioranza!
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PRESIDENTE
Passiamo alla votazione, però prima di passare alla votazione una nota organizzativa per lunedì:
il Consiglio Comunale lo terremo nuovamente qui e i presenti sono autoconvocati, quindi non
c’è bisogno della notifica e quant’altro, lunedì alle ore 16.
Passiamo alla votazione.
Il Presidente procede alla votazione per appello nominale.
PRESIDENTE
Esito della votazione: 18 favorevoli, 3 assenti nelle persone di Zarra Lidano, Ceccano Rinaldo e
Piccolo Antonio.
Approvato, stessa votazione per l’immediata eseguibilità. Grazie, la seduta è tolta, buonasera a
tutti.
La seduta è tolta.
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