report commissione itre
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TITOLO LUOGO E DATA ORGANIZZATORE Riunione della Commissione ITRE 23-24 Maggio 2016 Parlamento Europeo Rue Wiertz, 60 - 1000 Bruxelles Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia. RELAZIONE Nei giorni 23 e 24 maggio 2016 si è riunita la Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia del Parlamento Europeo. Nella presente relazione è stato analizzato il punto 5 all’ordine del giorno. 5. Scambio di opinioni con Andrus Ansip, vicepresidente per il Mercato unico digitale, nel quadro del dialogo strutturato. Mr. Ansip, Vicepresidente della Commissione Europea per il Mercato Unico digitale, ha iniziato il suo intervento sottolineando che nel maggio scorso è stata lanciata la strategia per il mercato digitale, mentre a dicembre sono state presentate due proposte: una per quanto riguarda l’autorizzazione alla portabilità del contenuto digitale; l’altra per ottenere regole contrattuali più armonizzate. Rimane per ora la proposta di 1600 MHz. La Presidenza olandese ha fatto un ottimo lavoro con l’avviamento ai 700 MHz, che si è deciso di dividere in due parti: da 694 fino a 790, destinati ai fornitori e ai servizi delle telecomunicazioni; da 470 a 694 MHz per il digitale terrestre, l’utilizzo di microfoni senza fili, etc. E’ molto importante che ci sia assoluta chiarezza nel settore per permettere previsioni e investimenti. L’obiettivo è quindi quello di dare certezza ai fornitori di servizi di telecomunicazioni per quanto riguarda il 5G, l’internet of things, le automobili connesse, e così via. La decisone sarà molto utile anche per le emittenti, perché così sapranno per quanto tempo potranno utilizzare quelle frequenze. Al Consiglio alcuni Paesi hanno chiesto tempi più lunghi rispetto all’applicazione della direttiva, quindi non il 2020, ma il 2022. Si sa per esempio che in Corea del Sud e in Giappone si inizieranno ad utilizzare molti elementi del pacchetto 5G già durante le olimpiadi del 2018-2020. L’obiettivo per l’UE è quello di avere lo standard 5G entro il 2020 e, stando alla Ericsson, almeno due città, Stoccolma e Tallinn, inizieranno ad utilizzare molti elementi di tale standard a partire dal 2018. Occorre spingere verso questa direzione per posizionare l’Europa tra i leader del settore, pur considerando l’eterogeneità di cui è composta. In Finlandia, per esempio, non viene utilizzata la banda sub 700 MHz per la televisione, mentre in altri Paesi, come in Italia per esempio, questa parte del digitale terrestre in questa banda di frequenza è più diffusa. Il compito è quindi quello di analizzare le situazioni, le difficoltà che insorgono ed infine le complicazioni relative alla banda di 700 MHz. In linea generale, gli Stati membri ed in particolare la presidenza olandese stessa hanno fatto un ottimo lavoro e c’è una convergenza di pensiero che sfocerà in un’impostazione generale comune che verrà pubblicata dal 25 maggio. Il mese scorso è stato inoltre lanciato il pacchetto “digitalizzazione industriale” che riguarda la cloud communication. Ogni anno vengono investiti i contributi europei per la ricerca e la scienza, i risultati si trovano tuttavia in cloud diverse, che non permettono la piena fruibilità dei dati, mancando di interoperabilità. Si vuole proporre quindi una open size cloud. Gli standard prioritari su cui si vuole lavorare sono cinque: 5G, cloud, internet of things, data e cyber sicurezza. Ha chiarito inoltre che la standardizzazione dev’essere un processo basato sul carattere volontario, pur rimanendo fermo che nei settori prioritari l’UE e la Commissione dovranno poter mantenere una certa capacità di indirizzo e gestione dei contributi pubblici. Per lanciare determinate tendenze occorre però coordinare la politica europea soprattutto per quanto riguarda gli standard. Per esempio in Europa abbiamo già 600 standard diversi per quanto riguarda l’intenet of things, che risultano essere troppi soprattutto per le PMI. Pensiamo alla produzione di frigoriferi: per un utilizzo efficiente dell’energia, occorre inserire un chip del prezzo di 50 euro, che con uno standard comune scenderebbe ad 1 euro. E ciò non si ripercuote solamente sul portafoglio del consumatore, ma diventa anche una questione di competitività. Quando Mr. Ansip ha incontrato il presidente dell’IBM, Mrs. Rometty, quest’ultima ha proposto una cooperazione tra Europa e Stati Uniti per la creazione di un open standard comune per l’IoT. Il pacchetto per la digitalizzazione dell’industria s’inserisce anche nel nuovo piano d’azione e-government, dove si vuole introdurre il principio “once only” per le nostre aziende e le nostre attività, dove attualmente esistono diversi registri commerciali che non comunicano affatto tra loro. Si fa inoltre ancora troppo affidamento alla carta, mentre occorre studiare un sistema sicuro di trasferimento delle informazioni. Mercoledì verrà presentata la proposta sul commercio elettronico riguardo all’abolizione del geo-blocking non giustificato. Una recente inchiesta ha evidenziato che nell’ambito degli acquisti on-line dall’estero: il 2% delle persone non è riuscito ad avere accesso al sito web; il 27% di coloro che hanno portato a buon fine l’accesso, non si sono potuti registrare; il 32% di coloro che non hanno avuto problemi di registrazione, hanno avuto difficoltà alla consegna; infine tra coloro che hanno portato a buon fine l’iter, un 26% non è riuscito a pagare. In EU abbiamo il SEPA (Single Euro Payments Area), ma solamente il 36,6% di coloro che hanno tentato di acquistare beni o servizi da un altro paese europeo è riuscito a farlo e ciò non è rappresentativo di un reale mercato unico. Si propone a riguardo di applicare il diritto delle vendite, con una trasparenza maggiore e senza intervenire sulla questione delle tariffe per la consegna. Il pacchetto sul commercio elettronico riguarderà anche la direttiva sui servizi degli audiovisivi e le regole per le piattaforme, per le quali si è deciso di non optare per l’approccio orizzontale. I problemi sono molti nel settore: mancanza di trasparenza nei motori di ricerca, gap nella protezione dei consumatori e in diversi settori (taxi). A giugno verrà avanzata una proposta sulla cyber sicurezza, mentre a settembre una seconda per la riforma delle regole per le telecomunicazioni, al cui centro vi sarà lo spettro e un suo maggiore coordinamento a livello di Stati membri. Coordinamento che è necessario anche rispetto a: timing per la distribuzione delle aste dell’attribuzione dello spettro; durata delle licenze, optando per periodi più lunghi; copertura di quelle frequenze. Attualmente il quadro è molto eterogeneo nell’UE, ma considerando l’obiettivo dei veicoli connessi e dello spectrum sharing, vengono coinvolti anche gli investimenti e le aree rurali europee. Per l’ultimo trimestre di questa legislatura c’è una proposta sul libero flusso di dati, sull’eprivacy, i regimi IVA e sull’applicazione della direttiva sul diritto di proprietà intellettuale. A giugno ci sarà una revisione sulla vendita all’ingrosso per la quale sono necessarie soluzioni rapide, e dal 15 giugno 2017 sarà definitivamente completata l’abolizione dei sovra-costi per il roaming. L’On. Boni (PPE) ha chiesto come creare un buon equilibrio tra gli standard proposti dall’industria in EU e il processo di standardizzazione che si vuole ottenere con open standard. Ha inoltre sottolineato l’importanza di non applicare una hard regulation e valutare caso per caso la soluzione migliore. Ultimo, ha osservato che per quanto riguarda le nuove soluzioni per le piattaforme sia fondamentale non creare troppi oneri per l’industria e gli utenti. L’On. Blanco López (S&D) ha sottolineato che non si è fatto abbastanza per quanto riguarda la protezione dei lavoratori e molte proposte della commissione mancano di solidità, per esempio il recente pacchetto sulla sicurezza. L’On. Del Castillo Vera (PPE) ha evidenziato la necessità di posizionare il mercato digitale europeo come una delle proposte faro principali. Entro la fine di questa legislatura è necessario realizzare tutte quelle proposte della Commissione accettate dal PE. L’On. Griffin (S&D) ha chiesto quali misure verranno adottate per far sì che le esigenze e i diritti dei consumatori vengano veramente tenuti in considerazione. L’On. Rübig (PPE) ha chiesto se si ha un nuovo programma per la Connecting Europe Facility. Ha suggerito di invitare i ministri nazionali delle finanze per far sì che questi soldi vengano considerati come capitale proprio e vengano versati nella BEI, che assieme al FEI potrebbe promuovere nuove proposte d’investimento. L’On. Zorrinho (S&D) ha sottolineato l’importanza di una comunicazione integrata, non solamente tecnica, da fornire ai cittadini. L’On Krehl (S&D) ha chiesto circa la politica delle frequenze per una loro armonizzazione. L’On. Sander (PPE) ha introdotto il problema della desertificazione delle zone rurali, che potrebbe essere risolta installando l’alta velocità su tutto il suolo europeo ed in particola modo nelle zone rurali, per aiutare nuove forme di lavoro a distanza. Ha chiesto a riguardo, quali le soluzioni per andare più rapidamente e quali tipologie di finanziamento. Rispetto all’internet of things, ha sottolineato la necessità d’informare i cittadini. Mr. Ansip ha aggiunto che l’utilizzo del FEIS è una buona idea per rendere attraenti questi progetti anche per l’investimento privato, e può essere utile anche per ricercare investimenti per il settore agricolo. Centrale è la coordinazione delle nostre attività, la negoziazione con i nostri vicini rispetto ai 700 MHz, che in alcuni casi sono per esempio utilizzati per fini militari. Per venire incontro ai fornitori di servizi e ai consumatori sono state fatte molte proposte: una che vedrà piena realizzazione con l’anno prossimo è il roaming free europe, mentre altro tema centrale per l’Europa intera è l’information security directive. Rispetto alla velocità nell’adozione delle pratiche, occorre mantenere un aspetto di democraticità, bilanciando un giusto equilibrio per raggiungere un punto d’incontro tra una standardizzazione imposta dall’industria e le esigenze della comunità europea nel suo complesso. E-ideas e e-privacy directive sono due aspetti estremamente importanti e lì si cercherà di accelerare maggiormente. Per quanto riguarda invece la cornice regolamentare si inizierà a discuterne non appena sarà pronta la revisione delle regole TELECOM. Considerando il timing delle riforme e delle proposte, occorre essere ambiziosi sì, ma al contempo fare molta attenzione a non proporre progetti irrealizzabili. Rimane centrale poter sopperire alle esigenze di quelle attività lavorative che necessitano del digitale, che sono circa il 90% in Europa, aiutando le persone e i lavoratori ad accedervi in maniera facile. Questa è senz’altro una sfida per l’UE, considerando l’importante differenza che si riscontra non solo all’interno degli Stati stessi (campagna/città), ma anche tra questi ultimi tra loro. Per quanto riguarda le zone rurali occorre trovare una soluzione su misura, che sviluppi concorrenza e competitività e attiri gli investimenti. Negli ultimi 20 anni è stato riscontrato un aumento notevole nella produzione anche del settore agricolo e dell’allevamento e l’Estonia ne è un esempio, dal momento che grazie alla robotica e ad internet si è passati dalla produzione di 3,5 ton. di latte per vacca agli 8,2 ton. di oggi. Inoltre, per quanto riguarda le aree rurali, si sta pensando a nuovi modelli di concessioni e all’introduzione dell’alta velocità per tutelare gli investimenti e coloro che si assumono questi rischi per la prima volta. Concludendo, ha ricordato che il tetto di 700 MHz per le telecomunicazioni genera circa 11 miliardi all’anno, di cui gli Stati membri possono a loro discrezione disporre. Link utili: - file:///C:/Documents%20and%20Settings/bruxelles9/Documenti/Downloads/s2014_2019-plmrep-COMMITTEES-ITRE-OJ-2016-05-23-1094857IT.pdf - http://www.europarl.europa.eu/news/en/news-room/20160519IPR28112/Committeeon-Industry-Research-and-Energy-meeting-23052016-(PM) Eseguito da Rachele Fraccaroli UNIONCAMERE DEL VENETO Delegazione di Bruxelles Av. de Tervueren 67 - B-1040 Bruxelles Tel. +32 2 5510491 Fax +32 2 5510499 E-mails [email protected]