Attualità Elettrotecnica (06.11)

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Attualità Elettrotecnica (06.11)
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n° 5 Giugno 2011
Evoluzioni e tendenze
del mer cato
Un’esigenza tecnologica relativa alla comunicazione ormai essenziale si
declina oggi in una vasta gamma di soluzioni. Superate le proposte degli
anni ’80, oggi oltre alla tecnologia bifilare, recepita a pieno titolo a tutti
i livelli, si affaccia la tecnologia IP, grazie alla flessibilità che offre.
Fabio Pasa*
a videocitofonia intesa come gamma
di prodotti riconosciuta quale esigenza tecnologica di prima grandezza
in un impianto, soprattutto di civile abitazione, risale probabilmente ad una decina di anni fa. Fino ad allora, infatti, la
videocitofonia rappresentava una nicchia di prodotto. Sicuramente sono cambiati i tempi, certamente il processo economico e la spinta consumistica hanno
portato ad un incremento considerevole
dell’installazione dell’impianto videocitofonico, visto dapprima come “status
symbol” e poi, soprattutto oggi, come
impianto di sicurezza. Infatti è così che
viene considerato ai giorni nostri, in
particolar modo nei Paesi dell’Europa
Centrale, dove non è raro vedere utilizzati impianti videocitofonici anche per il
controllo di telecamere esterne o per
apertura in sicurezza di cancelli e porte.
In periodi come quelli attuali, in cui la
contrazione di domanda di nuovi immobili ha generato maggiore competitività
fra imprese di costruzione, non è da trascurare ovviamente anche la rinnovata
sensibilità e propensione dei costruttori
a dare maggiore tecnologia e comodità
all’abitazione, per sostenerne la percezione economica.
L
Gli anni ‘80
La genesi della videocitofonia è quella di
un prodotto in cui viene abbinato il video
ad un impianto tradizionale di citofono.
Negli anni ’80, infatti, le tecniche di realizzazione degli impianti videocitofonici utilizzavano un numero di conduttori in appartamento variabile da 6 a 7 più il cavo
coassiale, oppure da 5 a 8 nel caso di trasmissione video differenziale. In colonna
montante e nel lato strada, verso la pulsantiera, il numero di fili aumentava ulteriormente, un filo in più per ogni appartamento, nel caso in cui la chiamata fosse
di tipo “analogico”. Con questa infrastruttura gli impianti risultavano piuttosto
complessi da realizzare, anche perché oltre alla difficoltà di dover passare cavi di
sezioni considerevoli e difficilmente derivabili lungo i cavidotti, si univano le difficoltà legate alla probabilità di effettuare
errori di collegamento con conseguenti
perdite di tempo. Ciò tenuto conto che le
funzioni richieste e offerte erano comunque basiche: rispondere ad una chiamata in arrivo, vedere e parlare con l’interlocutore ed aprire la porta.
I sistemi a due fili
Dopo essere passati attraverso i sistemi
a chiamata digitale, da un punto di vista
tecnico la spinta ad un aumento vertiginoso della domanda è dovuta sicuramente ai nuovi sistemi a 2 fili.
Ormai tutti i costruttori italiani li propongono a gran forza e, dopo qualche nor-
male e lecita titubanza iniziale, l’intera filiera del mercato elettrico, dalla distribuzione all’installazione, li ha recepiti a
pieno titolo. L’Italia è stato uno dei primi
Paesi, se non il primo, ad utilizzare questa nuova tecnologia. Il mercato, nonostante il periodo non fosse dei più positivi sotto l’aspetto economico, è diventato più ricettivo e disponibile, i produttori
hanno dato un forte contribuito con
massicce campagne pubblicitarie esaltandone i pregi, sottolineando i vantaggi
per l’installatore e soprattutto evidenziando le maggiori potenzialità del sistema a 2 fili. Ma questa facilitazione, già di
per sé sensazionale, non è tutto: i due fili, infatti, non sono polarizzati e possono
essere collegati senza il rischio di invertirli per errore, garantendo sempre il
corretto funzionamento. Queste caratteristiche riducono notevolmente il tempo
d’installazione e la facilità d’esecuzione
non richiede manodopera specializzata
per il cablaggio. Pertanto, a fronte di una
differenza economica minima a livello di
costi dei prodotti, si ha per contro una
forte riduzione di manodopera e materiali: si pensi infatti alla maggior velocità di
infilaggio di 2 conduttori al posto dei precedenti 7/8 conduttori, con conseguente
riduzione delle dimensioni di tubi e scatole di derivazione, e alla possibilità di derivazione anche in più punti dell’abitazione normalmente poco accessibili.
La tecnologia
Un sistema a 2 fili utilizza un bus di trasmissione che sostituisce ai classici
conduttori funzione un codice che i vari
dispositivi dell’impianto interpretano
ognuno per proprio conto, consentendo
di usufruire di un “pacchetto base” di
funzioni già presente; d’altronde economicamente non sarebbe rilevante ometterle per aggiungerle in seconda battuta
e ciò a vantaggio di una maggiore flessibilità e scalabilità del sistema.
L’abilità dei produttori di sistemi videocitofonici è stata quella di fare coesistere un insieme di segnali su una coppia
di fili dove vengono trasmessi l’alimentazione, che deve dare potenza a tutti i
dispositivi che sono installati sulla linea,
i dati, che identificano la chiamata o
eventuali servizi ausiliari, il segnale di
fonia, ed infine, ma indubbiamente la
parte più importante, il segnale video. Le
prestazioni aggiunte sono tante, possono differire da sistema a sistema e vanno dalla chiamata dal pianerottolo direttamente al posto interno, citofono o videocitofono, senza l’aggiunta di suonerie esterne, alla scelta delle melodie di
chiamata e alla possibilità di esclusione
della chiamata (funzione privacy) o della fonia in fase di chiamata (funzione
mute). L’avvento dei monitor LCD a colo-
ri, così come quello
delle nuove telecamere e sensori a
colori, hanno poi permesso di poter offrire a costi contenuti l’immagine con
qualità superiore ed ovviamente con
una maggiore percezione estetica per i
clienti. In particolare i posti esterni sono
ormai quasi esclusivamente dotati di telecamere/sensori a colori, vuoi perché
ormai più economiche di quelli in b/n,
tra l’altro quasi introvabili sul mercato,
sia per la migliore resa visiva e la dotazione di funzioni di regolazione e adattamento legate alle varie condizioni di utilizzo e illuminazione.
La tendenza
Oggi, in effetti, si sta assistendo ad un’evidente inversione di tendenza: fino a
pochi anni fa solo un impianto su 10 era
predisposto con videocitofoni a colori,
mentre oggi la videocitofonia a colori è
predominante, con una quota sicuramente prossima al 60% del totale.
Viviamo in un mondo in cui le tecnologie che si utilizzano quotidianamente
per svago e soprattutto per lavoro generano una richiesta predominante del colore da parte di qualsiasi cliente, mentre
l’utilizzo della ormai obsoleta tecnologia
in b/n rimane come dotazione di serie
solo per impianti di ristrutturazione e
per ambiti abitativi economici. Dato che
i pannelli LCD costruttivamente vengono utilizzati con misure variabili da un
minimo di 3” fino a quasi 9”, anche l’offerta in termini estetico funzionale si è
ampliata, permettendo di affiancare ai
tradizionali monitor a cornetta i nuovi
monitor viva-voce, decisamente più moderni ed esteticamente più in linea con
le attuali tendenze d’arredamento dell’abitazione. Questo ha portato negli ultimi
anni ad un forte spostamento della domanda verso monitor hands-free a scapito dei tradizionali monitor a cornetta.
Le funzioni in uso
Tra le funzioni più in uso, legate alle mutate esigenze di sicurezza dell’abitazione, si è inserita l’integrazione nel videocitofono delle immagini provenienti da
telecamere di video controllo disposte
in aree a rischio di furti o effrazioni, così
come l’integrazione con gli impianti domotici e con la segreteria audio video.
L’integrazione con la domotica ha consentito di utilizzare anche dispositivi in
mobilità, in particolare gli smartphone,
per poter accedere da remoto ai servizi
video integrati di videocitofonia e videocontrollo, anche se tali applicazioni, seppur in sensibile aumento, non rappresentano ancora una diffusione di massa. In sintesi, a fronte di un prezzo contenuto e comunque percepito relativa-
mente basso rispetto al costo di un’abitazione, le due componenti fondamentali che hanno dato la spinta alla creazione di nuove opportunità nel mondo della videocitofonia sono state l’arrivo dei
sistemi bus a 2 fili e la riduzione del
prezzo dei monitor LCD, che hanno fatto
propendere la richiesta verso nuove soluzioni.
La tec nologia IP
E nel breve? Nelle aree metropolitane a
più alta densità abitativa, oppure laddove si vada incontro alla riconversione
delle ex aree industriali dismesse con la
realizzazione di complessi abitativi su
vasta scala, la tecnologia videocitofonica strizza l’occhio alla già consolidata
tecnologia IP, con gli evidenti benefici in
termini di prestazioni. Infatti, mentre l’unico evidente limite della tecnologia 2
fili, ma comunque in generale delle tecnologie tradizionali, è la creazione di un
solo canale audio/video alla volta fra
posto esterno e derivato interno, con la
tecnologia IP ciò può essere superato, a
beneficio di una flessibilità funzionale e
un utilizzo di più linee di comunicazione, ovviamente in ragione della modalità progettuale che sottende all’impianto. In particolare, la tecnologia IP consentirà di far dialogare maggiormente i
derivati interni con la colonna montante, permettendo un ulteriore ampliamento delle funzioni disponibili, sempre
nel rispetto dei canoni di sicurezza previsti, in direzione della Building Automation. Ma ciò potrà diventare di utilizzo generale e cambiare le abitudini installative solo quando anche a livello
istituzionale si darà maggior peso alla
creazione di dorsali a cablaggio per tutti gli edifici, che giocoforza permetteranno un maggior livello di integrazione
fra le varie tecnologie e parallelamente
una maggiore facilità per il cliente finale a scegliere, soprattutto fra i servizi legati all’IT, oggi ancora troppo legati al
classico doppino di origine telefonica
cablato fra centrale telefonica e singola
unità abitativa. Le istituzioni faranno bene a guardare lontano, in quanto un
buon utilizzo delle aree condominiali
permetterà di ridurre gli sprechi e di limitare i consumi, proprio nella stessa
direzione in cui stanno andando le tecnologie della Domotica, non più costose
o limitate ad un utilizzo “voluttuario” ma
concretamente ancorate al bisogno di
sicurezza e risparmio energetico che
vengono dall’utente finale.
*Fabio Pasa, Area Manager Italia
Bpt S.p.A.