Centonove numero 33-2014 in pdf
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ANNO XXI Numero 33 5 SETTEMBRE 2014 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA EURO 1,50 STRAPPI I ribelli NIna Lo Presti e Gino Sturniolo IL COMUNE DI MESSINA VOTA IL PIANO DECENNALE DI RIENTRO. MA SULLE POLITICHE DI AUSTERITA’ SI SPACCA IL MOVIMENTO NATO PER IL SINDACO ACCORINTI 5 Settembre 2014 il punto EDITORIALE Tra la falce e l’incudine E ALLA FINE la giunta Crocetta è arrivata al Capolinea. Se a sostenere il governatore oggi c’è il Prs di Picciolo e Cardinale e Articolo 4 di Lino Leanza, a smontarlo c’è il partito dei “renziani”, quello dei “Cuperliani” e quello dei moderati del Pd: tre partiti in uno, una falce, un martello e una incudine visto che il Megafono ora non si sa più se sta con il presidente oppure dentro un’altra sigla, a metà tra il Socialismo e il territorio. Del resto non è il solo movimento “bisex”: anche per partiti cattolici, come l’Udc, che esprime il presidente dell’assemblea Giovanni Ardizzone, si può dire che quella data a Crocetta è un’adesione a metà, dimezzata come l’identità spezzata dello stesso partito, diviso come un pollo: l’ala orientale di D’Alia e quella occidentale di Nino Dina: il petto se lo è sbranato Mario Monti. In questa situazione parlare di nuove squadre, di nuovi assessori alla Cataldo Salerno in quota Crisafulli, rischia di fare saltare ulteriormente il banco: il governo Crocetta in un anno e mezzo non è stato in grado di fare neppure un bando per i tirocinanti. Una cosa, però, sa fare bene: sfasciare. La formazione professionale, il mercato del lavoro. Altra stella al merito: la denuncia facile. La chiamata di correo politica è pronta per i prossimi dieci anni. Ma oggi sfasciata del tutto la Sicilia, dobbiamo decidere se è il caso di provare a governarla. O di farla esplodere. Come una bombola a gas, sembra la seconda ipotesi quella che prende piede. Parola d’ordine: ridistribuire La grande crisi che attraversa il Paese rende ricole le dispute sul rinnovo del contratto agli statali che comunque non perderanno lo stipendio e potranno continuare a far progetti. Mentre tanti giovani non sanno più perchè alzarsi la mattina DI DOMENICO BARRILÀ NON CI SONO SOLDI PER gli statali, annuncia il governo. Spiace, ma non fino al punto da abbandonarsi a crisi di pianto. C’è di peggio, molto di peggio, non se ne abbiano a male gli statali. Il sindacato incassa l’annuncio ed emette la sua risposta standard. Siamo pronti alla mobilitazione. Ci mancherebbe, ma si poteva anche evitare, tanto lo sapevamo. Il risultato sarà la ripetizione di un film già visto, ma privo di colonna sonora. Inutile, trattandosi di dialogo tra sordi. Forse le prime riforme cui mettere mano riguardano la revisione del gioco delle parti, quello attuale è diventato datato e nocivo, più della stessa crisi economica. Nessuno, tra quelli che dovrebbero, perché ne avrebbero il dovere, sembra davvero capire che cosa sta accadendo all’Italia, quindi continua a usare arnesi fuori corso. A pochi in questo momento importa se sarà rinnovato il contratto degli unici lavoratori garantiti, in un Paese in cui di garantito c’è solo l’incertezza. Quindi, detto col massimo del rispetto, non saranno in molti a sbracciarsi se in questo momento i soldi andranno da un’altra parte, anzi si spera ci vadano e siano impiegati per creare opportunità per quei milioni di giovani che da tempo non sanno più per quale preciso motivo si debbono alzare la mattina. Gli osservatori più attenti ricordano che il miracolo economico tedesco, al quale guardiamo con una certa invidia, sia stato reso possibile dall’evoluzione culturale del sindacato. Non è detto che quella luna di miele duri in eterno, intanto, se vogliamo stare ai fatti, lasciando perdere parole d’ordine e prese di posizione preventive, non possiamo non rimarcare che la pace sindacale sia stata da quelle parti motore di una lunghissima fase di prosperità. L’economista Pierluigi Ciocca, per un decennio vicedirettore generale della Banca d’Italia e almeno un paio di volte tra i papabili alla poltrona di governatore della stessa, scrive: “L’economia della Germania è tra le più produttive, e la modernizzazione sindacale contribuisce alla competitività dei Caporedattore: Graziella Lombardo Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via San Camillo, 8 Messina. Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430210 P. IVA 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11-92 del 4 maggio 1992. Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229. Stampa: Sts - Società tipografica siciliana spa Strada 5 n. 35 Zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti: via San Camillo, 8 - 98122 (ME), CCP n. 90443839 Copie arretrate: euro 3,00. Progetto grafico: Davide Lopopolo per Psychodesign www.psychodesign.it. Internet: http://www.centonove.it email: [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile Enzo Basso Garante del lettore: Attilio Raimondi centonove pagina 2 suoi manufatti”. Più chiaro di così. Da qualche settimana la figlia diciannovenne di una mia paziente e il suo fidanzato, si sono trasferiti in terra tedesca. Il ragazzo si è sistemato in breve come magazziniere, mentre la ragazza, che per un anno studierà il tedesco, in pochi giorni si è assicurata un minilavoro, due/tre ore al giorno, che le renderà circa cinquecento euro al mese, presto arriverà il resto. I nostri giovani possono solo sognare scenari del genere in patria e, a differenza dei loro coetanei tedeschi, consumano gli anni migliori della loro vita nell’attesa dei tartari, che purtroppo non appaiono ancora all’orizzonte. Inoltre, se i giovani delle regioni del Nord qualche piccola breccia nella disperazione possono ancora aprirsela, magari servendo pizze o consegnando pacchi per uno dei tanti corrieri che solcano le strade tutti i giorni, quelli del Sud corrono il rischio di passare alla storia come una generazione fantasma. Un vero dramma nazionale che rende ridicole le dispute sul rinnovo del contratto a centinaia di migliaia di lavoratori, che comunque non perderanno lo stipendio e potranno ancora fare progetti, chiedere mutui, pensare al futuro. C’è un bisogno quasi struggente di ridistribuzione, occorrono quindi governi capaci di violare i santuari di certi diritti esagerati, concessi quando il rigore non era di moda e forse nemmeno necessario, santuari in cui sono asserragliati anche i politici con i non più giustificabili stipendi, che fanno orecchie da mercante e difendono i loro privilegi con insopportabile ostinazione, parlando d’altro. In questo processo di redistribuzione, il sindacato non può limitarsi a dare lezioni e a minacciare mobilitazioni, ma deve trovare il coraggio di mettersi alla testa di un sovvertimento concettuale, senza il quale non ci sarà più lavoro, non ci saranno tessere e neppure sindacati, ma solo moltiplicazione di egoismi e di risentimento sociale. La rivoluzione dei comportamenti non possono cominciarla sempre gli altri. Distribuzione: Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso 9/11 - 98124 Messina telefono 090 692508. Distributore regionale: Eagleservices via M. Rapisardi, 62 - 95021 Acicastello (CT). Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430211. Tariffe pubblicitarie (1 modulo cm. 3,5 x 4,5); Manchette prima pagina euro 206,58; Finestrella prima pagina euro 438,99; commerciali a mod. euro 41,32; Finanziaria/Appalti/Gare a mod euro 129,11; Legali/Aste/Sentenze a mod. euro 129,11; redazionali euro 77,47; una pagina interna euro 1.446,08; ultima pagina euro 1.807,6 Posizione di rigore + 20%. Colore + euro 387,34. Certificato Ads n. 7367 del 14/12/2011 Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana 5 Settembre 2014 riservato TOP SECRET RIFIUTI. “Abbancamenti alti come un palazzo da dieci piani”. Ecco perchè la discarica dovrà chiudere entro settembre. E finirà in Procura Mazzarrà, chiusura con disastro MESSINA. Il destino dei rifiuti di Messina si conoscerà il 29 settembre, data in cui il dirigente regionale Marco Lupo ha convocato la “conferenza decisoria” che sancirà la chiusura della discarica di Mazzarrà sant’Andrea. Una settimana prima della scadenza, TirrenoAmbiente, società che gestisce l’impianto, dovrà presentare “un progetto di chiusura della discarica conforme alle prescrizioni già impartite con diffida del 19 agosto”. Questo perchè, si legge nel verbale della conferenza dei servizi del 2 settembre, “le cotrodeduzioni presentate dalla ditta non sono tali da superare le criticità evidenziate”. Di che criticità si parla? Strutturali, come l’impermeabilizzazione del primo fondo e delle successive sopraelevazioni, e i fenomeni di instabilità del lato sud della discarica. Gestionali, vedi “la mancata esecuzione delle verifiche sulla stabilità del corpo rifiuti dell’insieme terreno/corpo rifiuti”, come si legge nel verbale. E infine, recita il documento, “sono emerse ulteriori gravissime difformità dell’impianto realizzato rispetto a quello autorizzato. Pertanto - conclude perentoriamente la commissione che ha partecipato alla conferenza dei servizi - MESSINA. Contro la Ata di Attanasio Amam, diffida sull’incarico per la lettura dei contatori MESSINA. Un controllo incrociato all’Agenzia delle Entrate di Catania per dimostrare che la Ata, ditta individuale di Giuseppe Atanasio che si è aggiudicata la gara di appalto per la lettura quadrimestrale dei contatori idrici dell’Amam di Messina, non possedeva il requisito principale, un fatturato per servizi simili di 750mila euro in tre anni. E’ l’oggetto della diffida firmata dall’avvocato Marco Vonella, nell’interesse della Gsc di Messina, capofila di un gruppo di coop di servizio, arrivata terza nel bandi di gara, indirizzata al presidente dell’Amam, Alessandro Anastasi. La nota del legale Vonella chiude, chiedendo la rescissione del contratto in autotutela, il risarcimento dei danni patiti e ponendo poi un quesito irrisolto: “Come ha fatto a vincere una azienda che non aveva mai fatto lettura di contatori?” La discarica di Mazzarrà non si ritiene vi siano i requisiti per il rilascio del rinnovo dell’autorizzazione. Un guaio, per Messina, che non scaricherà più a mazzarrà sant’Andrea, e non può farlo nemmeno a Motta sant’Anastasia, discarica catanese gestita dalla Oikos e chiusa per lo stesso motivo. I problemi, però, non li avrà solo Messina. Perchè, dall’analisi dello stato di fatto dell’impianto, è venuto fuori che, come ha rilevato il sindaco di Furnari (comune che confina con Mazzarrà) Mario Foti, “sono stati abbancati circa ventisette metri in più in altezza rispetto al consentito”: praticamente un palazzo da dieci piani. Non solo: nel verbale si legge di incongruene tra i volumi di abbancamento forniti dalla ditta, quelli ricavati dal progetto e quelli rilevati dall’Arpa, l’agenzia regionale di protezione dell’ambiente. E non di qualche centrimetro, dato che, si legge nel documento, “sono state abbondantemente superate le quote massime di riferimento /145 metri sul livello del mare invece dei 118 previsti in progetto), raddoppiando di fatto l’altezza raggiunta”. E anche la morfologia è diversa da quella di progetto, tanto da far scrivere nel verbale che “è stato approvato un progetto che non aveva i requisiti per poter essere realizzato, ed è stata realizzata un’opera ovviamente difforme dal progetto approvato”. Il comune di Furnari ha già preannunciato “ogni più ampia azione nei confronti di chiunque abbia posto in essere violazioni di legge anche con azioni omissive”. Quindi non solo i controllati, ma anche i controllori. Che non hanno controllato. (A.C.) SOMMARIO PRIMO PIANO 6. Accorinti, come finisce un amore Si sgretola il movimento Cambiamo Messina dal basso POLITICA 11. Messina, gli orfani di Genovese Il leader del Pd fuori gioco 12. Flop Day, risarcimento cercasi Il Codacons annuncia un’azione a favore delle migliaia di giovani rimasti “gabbati” 13. Mutui fantasma, c’è il bis Le pratiche alla cassa depositi e prestiti per opere mai realizzate al comune di Brolo salgono a sei 14. Espropri nel Calderone A San Pier Niceto case popolari al posto di un palazzo ottocentesco SICILIA 15. Rivoluzione Multiservizi Inserita nel piano di riequilibrio la costituzione della società che raggrupperà le attuali partecipate 16. Cas, si stringe il cerchio A un giro di boa i controlli della magistratura 17. Querele? Siamo vigili Sempre più acceso lo scontro alla Polizia Municipale di Patti 18. In fuga dalla provincia Da S.Stefano di Camastra a Mistretta tutti pronti a sposare il libero consorzio di Enna 20. Corse clandestine, Giostra continua Un video registrato all’alba del 31 agosto squarcia il veto che copre il business 22. Sicily made in Australia Il patrimonio archeologico dell’isola oggetto di studio all’Istituto Italiano di Sidney ECONOMIA 23. Irfis, misteri in procura Il braccio di ferro sull’istituto della Regione 24. Porti, 90 giorni per decidere Il governo blocca la riforma inserita nello “Sblocca Italia”, rimettendo tutto in discussione 25. E l’Authority divide Milazzo Gli operatori chiedono l’autonomia del porto POSTER 27. Recitazione, lavori in...corso Si moltiplicano a Messina i laboratori per chi ha voglia di calcare la scena RUBRICHE 4-5. Settegiorni 26. Consumatori / Consulenti/ Qui Europa 30-31. Libri/La Classifica/Lacerti di Letture 32. Storie 33. Mostre 38-39. Lettere & Commenti 38. Qui Scuola / Heritage / Ecologia 39. Eliodoro / 150 Parole da Palermo 39. Antibuddaci 39. Animal House centonove pagina 3 UDC IN FRANTUMI La Rocca Ruvolo pronta a passare con Articolo4 MESSINA. Sempre più in frantumi l’Udc in Sicilia: dopo le dimissioni del capogruppo Calogero Firetto, che intende candidarsi alla guida di Agrigento, potrebbe arrivare il passaggio di Margherita la Rocca Ruvolo ad Articolo 4, il movimento “centrifugo” di Lino Leanza. Un incontro è previsto settimana prossima tra Leanza e Nino Dina, presidente della commissione Bilancio, sempre più critico sulla gestione del partito in Sicilia. IMMIGRATI Scabbia al centro di Fondachelli Fantina BARCELLONA. Il servizio di analisi e diagnosi delle malattie degli immigrati funziona: il centro di accoglienza di Fondachelli Fantina, ha riscontrato la presenza di un caso di scabbia che ha colpito un giovane somalo. L'immigrato è stato subito prelevato e portato in isolamento al reparto malattie infettive di Barcellona, dove si trova ora sotto osservazione. MESSINAMBIENTE Per il liquidatore Ciacci un assessorato a Viareggio MESSINA. Il futuro dell’attuale commissario liquidatore di Messinambiente potrebbe essere il ritorno in politica. Ciacci, infatti, è stato indicato da Sel quale assessore nella giunta del comune di Viareggio guidata dal sindaco Leonardo Betti. Ciacci è stato già assessore nel comune di capannori, ed era stato indicato quale candidato nelle elezioni di maggio, optando invece per il ruolo a Messinambiente. 5 Settembre 2014 settegiorni CHI SALE SOCIETÀ ANNUNCI CHOC. Parla il missionario dei poveri Valentina Zafarana MESSINA. Le stelle sono Cinque... e quella di Valentina, deputata Grillina all'Ars targata Messina, varrà la carica di capogruppo fino a febbraio. Poi, come è nella staffetta interna, altro giro. Altra corsa. Intanto, però, Zafarana non ha perso tempo e, nelle sue nuove vesti, ha chiesto la sfiducia dell’assessore alla Formazione Nelli Scilabra dopo il flop del click day. Rosario Duca MESSINA. Il presidente dell’Arcigay di Messina è stato riconfermato alla guida del sodalizio. A Duca è stato riconosciuto il lavoro svolto negli ultimi anni che ha dato maggiore visibilità all’associazione che tutela i diritti di omosessuali, lesbiche e transgender, a cominciare dall’approvazione in alcuni comuni messinesi del Registro delle unioni civili. Turi Leonardi MESSINA. "Bisogna intervenire subito, c'è il pericolo che qualcuno si faccia male..." L'ex sindaco di Messina Turi Leonardi è un cittadino modello: appena scoperto che il Ponte di legno che porta alla spiaggia di Capo Peloro ha molte doghe saltate, ha telefonato alla Provincia, che ha la tutela del luogo, per chiedere un immediato intervento. Pasquale Andrea Calapso MESSINA. Il giovane ed effervescente responsabile del Movimento Aut dà vita al mercatino del libro usato a Piazza Municipio, dal 5 al 9 settembre. È la prima volta per il movimento che si accinge a anche a costituire la sezione messinese dell’associazione Peppino Impastato che debutterà l’11 settembre con una presentazione a Palazzo dei Leoni ed è già in azione per il prossimo rinnovo della Consulta studentesca. Filippo Romano VENEZIA. Il commissario della Provincia di Messina si è presentato alla Mostra d'arte cinematografica internazionale di Venezia nella sua duplice veste di rappresentante di Palazzo dei Leoni, provincia che ingobla il Comune di Taormina, e di componente di Taoarte... a corto di celluloiode. Biagio Conte lascia Palermo: «Sono stufo di lottare» PALERMO. Dice di essere "stanco di lottare contro i mulini a vento, l'eccessiva burocrazia e l'indifferenza", “mi rendo conto adesso che non si può fare niente di buono in questa terra”. Ed è per queste ragioni che il missionario laico Biagio Conte annuncia di volere lasciare Palermo e abbandonare al suo destino la Missione Speranza e Carità, da lui fondata, dopo 25 anni di attività. Si ritirerà "sulle montagne e nella madre terra, sicuramente più generosa". E' duro il suo atto di accusa verso le istituzioni: "Avete lasciato soli i poveri, i più deboli, e adesso afferma come riportato da alcuni quotidiani locali - in particolare mi sento lasciato solo dai titolari delle tre strutture; Regione, Comune, Demanio". Il sindaco Leoluca Orlando ha chiesto al prefetto Francesca Cannizzo un incontro per esaminare la situazione. "Decido a malincuore di restituire le tre strutture, tutte nella Biagio Conte zona della Stazione Centrale di Palermo, l'ex disinfettatoio, l'ex istituto Santa Caterina e l'ex caserma aeronautica dove sono alloggiati gli accolti", afferma Conte. "Autorità, riprendetevele - aggiunge - e vi prego anche tutti gli accolti; purtroppo non riesco più a garantire loro la luce, il gas, l'acqua, i viveri, le medicine e i tantissimi bisogni, per poter portare avanti le comunità". Le confessioni di Luciano Moggi a Villa Piccolo CAPO d’ORLANDO. Un tempo si andava a Villa Piccolo per respirare l’atmosfera dei gattopardi. Ora si va per ascoltare le confessioni di un ex “patron” del calcio italiano, lo juventino Luciano Moggi. Che è arrivato nella sede di Calanovella per “Polically Incorrect”, l’iniziativa un po’ fuori dai binari della Fondazione, per la presentazione del libro “Il pallone sono io”, la descrizione del mondo rutilante del calcio, scritta da Luciano Moggi in collaborazione con Andrea Ligabue. Moggi approfitta dell’occasione per dire che lui non c’entra nulla con la compravendita dei calciatori…tanto il tempo è passato, la sentenza è andata in giudicato e nel pallone gol e autogol fanno sempre meno differenza. Cassazione: cartella esattoriale nulla se la notifica è omessa PALERMO. Cartelle esattoriali e avvisi di mora nulli se l'accertamento fiscale è stato omesso o è stato notificato in modo irregolare. E il contribuente che vuole contestare la pretesa tributaria, può farlo chiamando in causa anche solo uno tra Ufficio delle Entrate e agente della riscossione. Lo ha sancito la sesta sezione civile della Corte di Cassazione con l'ordinanza 18651/14 depositata ieri - spiega oggi Il Sole24Ore - che ha respinto il ricorso presentato da Riscossione Sicilia contro la sentenza 235/12 della Commissione tributaria provinciale di Siracusa. Policlinico Messina, Volo nuovo direttore sanitario MESSINA. Giovanna Volo, 59 anni, è il nuovo direttore sanitario del policlinico universitario di Messina. Si insedierà lunedì prossimo. Dopo la direzione ricoperta nel 97 presso l'Irccs Oasi Maria SS di Troina, Volo è stata direttore sanitario del policlinico Paolo Giaccone di Palermo dove è rimasta per quattro anni. SIRACUSA Revoca del soprintendente, SiciliAntica dice no SIRACUSA. Polemica a Siracusa dopo la notizia sulla possibile rimozione dall’incarico di Soprintendente ai Beni culturali di Beatrice Basile. Secondo SiciliAntica il provvedimento,«rappresenterebbe una gravissima minaccia al patrimonio culturale della città aretusea, sopratutto in vista delle importanti decisioni che, a breve, andranno prese su aspetti urbanistici e ambientalistici determinanti per il futuro della città di Archimede». «Dopo avere superato indenne il ricorso del suo predecessore - spiegano in una nota - , adesso deve subire, immeritatamente, l'avvio dell'iter di revoca della sua nomina». SiciliAntica auspica che il presidente della Regione Rosario Crocetta intervenga per scongiurare il provvedimento. MILAZZO. Il comune individua la nuova sede, ma poi blocca tutto. Non vuole pagare l’Iva Ufficio collocamento, scontro sull’affitto dei locali La ditta Chillemi Maria ha adeguato i locali con 150 mila euro. Ma il contratto non è mai stato firmato Milazzo. Gli uffici della Sezione circoscrizionale per l’impiego di Milazzo presto lasceranno i locali di fortuna del Paladiana. Dopo lo sfratto dalla sede storica di contrada Grazia, l’ex ufficio collocamento a cui fanno riferimento anche i comuni della Valle del Mela, dovrebbe trovare una sistemazione definitiva in via Tremonti, nei locali che oggi ospitano gli uffici del Giudice di Pace. Un trasferimento che potrebbe costare caro al Comune di Milazzo visto che all’orizzonte si intravede una causa di risarcimento danni. Tramite un avviso di evidenza pubblica, Il 4^ settore “Lavori pubblici” aveva individuato locali idonei in via San Giovanni. Dopo la comunicazione del Comune sull’avvenuta scelta, la ditta Chillemi Maria, proprietaria del’immobile, si è impegnata ad adeguare i locali. Un investimento da 150 mila euro (cablaggio, servizi per i disabili, climatizzazione). Ma la stipula del contratto non è mai giunta. Le parti, infatti, hanno diversità di vedute sul pagamento dell’iva: la ditta ritiene che al canone di 8,40 eur per metro quadrato bisogna applicare l’imposta; il dirigente del 4^ settore “Lavori pubblici”, ingegnere Natalia Famà, al contrario, in una nota, Paladiana, sede dell’ufficio collocamento centonove pagina 4 non prevede l’applicazione dell’iva «poiché….rappresenta un costo ulteriore». Sulla vicenda c’è una fitta corrispondenza. «Essendo una questione tecnica riguarda gli uffici – precisa l’assessore comunale al Patrimonio Pippo Midili – ma posso dire che il trasferimento in via San Giovanni non rientra più nei piani, la Sezione circoscrizionale per l’impiego di Milazzo si trasferirà negli uffici del giudice di Pace di via Tremonti». Sul piede di guerra Rossella Venuto, delegata della ditta. «Ci siamo accollati una spesa enorme per adeguare i locali in base alle indicazioni dei tecnici del centro per l’impiego – sostiene – rischiano di mettere in ginocchio la ditta. Su questa vicenda andremo fino in fondo». Gianfranco Cusumano settegiorni 5 Settembre 2014 CHI SCENDE Antonio Le Donne INIZIATIVE. Mix di gusto, tradizioni e spettacolo in piazza Mercato a Santa Teresa di Riva Emozioni rurali doc Esaltazione delle prelibatezze e percorsi culturali in cinque serate. E sabato 6 arrivano Toti e Totino Santa Teresa di Riva. Lo start del 3 settembre ha inaugurato cinque giorni intensi che fino al 7 settembre in piazza Mercato regaleranno “Emozioni rurali”, una manifestazione che esalta le prelibatezze gastronomiche locali, con percorsi tra gusto, natura, cultura e tradizione dei Peloritani. Insieme a diversi spettacoli serali che nella piazza dell’evento sabato 6, vedrà protagonista sul palco il duo comico “Toti e Totino”, e nelle serate precedenti ha catturato l’attenzione con i gruppi Sikilia, Charlie’S Angels e “Io mammeta e ttu”, Stile Italiano con Mirko Casadei, mentre domenica 7 il gruppo “I beddi” concluderà la kermesse. Il progetto “Emozioni rurali” nasce da un’iniziativa di valorizzazione e sviluppo, di cui l’Associazione “Amiamo Santa Teresa” si pone come promotore. Con il prezioso contributo del “GAL Peloritani – Terre dei miti e della bellezza”, l’Associazione, costituitasi nel giugno 2012, ha modellato un prodotto volto al miglioramento dello sviluppo economico, sociale e culturale locale. Il punto di partenza del progetto è favorire la fruizione e la valorizzazione dell’immenso patrimonio di risorse che caratterizzano il territorio, prestando particolare attenzione ad alcune perle rare affacciate sul Mar Jonio. Lo sguardo sulla riviera viene proiettato a Pagliara, Fiumedinisi, Antillo e Mandanici. Attraverso le risorse specifiche locali, in Pasquale Amato L’esibizione del gruppo “Sikilia” particolar modo delle zone rurali, si è cercato di garantire una valida partecipazione degli attori territoriali, promuovendo dei percorsi che favoriscano l’importanza del totale coinvolgimento del visitatore, condividendo esperienze culturali significative. L’ideazione di specifici itinerari tematici ha come scopo quello di far conoscere la bellezza ed il fascino di paesaggi unici, ricolmi di cultura, tradizioni, usi e costumi rurali, prodotti tipici locali di alta qualità, bellezze artistiche, forte sentimento religioso e architettura di pregio. “Emozioni rurali” si pone come un’attività a sostegno del turismo e dello sviluppo sostenibile, a favore del potenziamento delle diverse attività produttive e agroalimentari. ROSA E NERO Vincenzo Spadaro e Serena Crinò sposi ALLUME. Vincenzo Spadaro e Serena Crinò convoleranno a nozze sabato sei settembre alle 17 nella chiesa di Letojanni. Il ricevimento si terrà al Borgo San Rocco di Savoca in compagia di parenti ed amici. Ai genitori dello sposo, Angelo e Grazia e a quelli della sposa e a tutta la famiglia allargata del "Conte d'Antares" gli auguri della redazione di Centonove. Nicosia, i cento anni di nonno Vito Lo Castro MESSINA Istituto Jaci, premiata fucina d’eccellenze MESSINA. All'Istituto "A. M. Jaci" il Presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone e il Dirigente Scolastico Rosario Abbate hanno premiato gli studenti che hanno conseguito la votazione di 100 e 100 e lode agli esami di stato nell’anno scolastico 2013/2014. Premiati gli studenti Mauro Giorgianni, Lilla Maria La Fauci, Tamara Lo Paro, Marialuisa Oliveri, Antonino Vinci (100/100) e Antonino Palano (100 e lode). Nell'ambito della stessa iniziativa è stata presentata la pubblicazione degli Atti del "Premio Jaci 2014" e del "Concorso Internazionale di poesia Premio Jaci-Salvatore Quasimodo", ed è stata apposta una targa commemorativa nell'atrio d'ingresso della scuola in ricordo di alunni, genitori, docenti e presidi che nei 152 anni hanno operato nell'istituzione scolastica. Salutati i docenti Antonino Arcidiaco, Pietro Grasso, Celestina Martino e Agata Midiri, che sono andati in pensione. Tra di essi il collaboratore vicario del dirigente,il prof. Arcidiaco che ha prestato servizio allo Jaci per trentasei anni. MESSINA. Il tour de force compiuto da palazzo Zanca per l’approvazione del piano di riequilibrio non ha giovato alla lucidità del direttore generale. Alle tre di mattina, al termine della seduta, Le Donne è rimasto impietrito di fronte ad una giornalista che aveva domandato “Adesso possiamo coricarci?”. Così la risposta del confuso Le Donne? “Si, ma... separati”. NICOSIA. A Nicosia i 100 anni di nonno Vito Lo Casto. La festa, con torta e rinfresco al termine della messa nella piazza antistante la chiesa di San Michele insieme alla sua bella e numerosa famiglia e gli abitanti del quartiere San Michele. Nato il 2 settembre del 1914 Vito Lo Casto 3 anni fa ha perso la moglie Francesca dopo 73 anni di matrimonio coronato dai 4 figli, 10 nipoti, 15 pronipoti e perfino il "tris nipote". Vito Lo Casto, che non ha frequentato la scuola, si è preso cura della sua fattoria a Musa. Primo sì tra due uomini a Taormina TAORMINA. Nei locali del Palazzo dei Duchi di Santo Stefano di Taormina, primo matrimonio tra due uomini. L’iscrizione al "registro delle unioni civili" per la coppia di due giovanissimi ragazzi, Mattia ed Antonio, che risiedono nel Messinese, a cui è stato consegnato - dal consigliere Pina Raneri - proprio lo speciale attestato di "unione civile basata sui vincoli affettivi". Dalla Chiesa, commemorazione a Palermo PALERMO. La deposizione di corone in via Isidoro Carini, luogo in cui 32 anni fa vennero assassinati, a Palermo, il generale Carlo Albero Dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e il poliziotto di scorta Domenico Russo, ha ricordato l'eccidio. Erano presenti, anche il presidente del senato Piero Grasso, il presidente della commissione antimafia Rosi Bindi, il cardinale di Palermo Paolo Romeo, il sindaco Leoluca Orlando e il figlio del generale, Nando. centonove pagina 5 MESSINA. Il dirigente dei Lavori Pubblici del Comune di Messina sperava in un po’ di tolleranza da parte della Prefettura. La commissione di Vigilanza, dopo una ispezione allo Stadio San Filippo, si è accorta che Palazzo Zanca non aveva ottemperato alle prescrizioni, decretando che Messina-Lupa Roma, si giocherà a porte chiuse. Armando Di Maria MESSINA. Ha preso troppo alla lettera la necessità di dimagrimento di Messinambiente, di cui è stato amministratore ed oggi è consulente esterno. In tempi di tagli, infatti, Di Maria non utilizza più l’auto di servizio, ma sfreccia pericolosamente per le vie del centro su una bicicletta da passeggio. Ezechia Reale PALERMO. Incurante del flop del Piano Giovani, l’assessore alle Politiche Agricole, inaugurando il corso di formazione politica della Libera Università della Politica, ha detto agli studenti, citando Don Milani: «Alla fine della vita ha le mani veramente pulite solo chi le ha tenute sempre in tasca. La Sicilia ha bisogno che i suoi giovani migliori si sporchino le mani di lavoro...”. Vito Signorello MARSALA. L’imprenditore alberghiero di Mazara del Vallo, stato condannato a due anni dper bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale. L'imputato ha patteggiato la pena che è stata sospesa. A fine giugno scorso, aveva subito una misura cautelare, decidendo di scontarla sul proprio yacht, ormeggiato nel porticciolo turistico di Marsala. Signorello è il legale rappresentante della "Oasi Mare srl", dichiarata fallita dal Tribunale di Marsala a marzo 2012. Il buco economico è stato stimato in oltre sette milioni di euro. 5 Settembre 2014 primopiano Gino Sturniolo e Nina Lo Presti PALAZZO ZANCA. Nina Lo Presti e Gino Sturniolo escono da Cambiamo Messina dal basso Accorinti, come finisce un amore Un “idillio” durato un anno. Alla vigilia del voto sul piano di riequilibrio, il partito che sostiene il sindaco si divide a metà. Su austerità, “tecnocrazia”, mancata partecipazione, ideali traditi. Ma non solo DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Il piglio è quello solito, barricadero, da intifada, come si è spesso immaginata a combattere in aula, ma nonostante la voce ferma e gli argomenti ferrei, l’addio di Nina Lo Presti non è stato di quelli facili. E non lo è stato nemmeno quello di Gino Sturniolo, il più accomodante e riflessivo dei due consiglieri accorintiani che hanno deciso di abbandonare Cambiamo Messina dal basso, in un’aula gremita e silenziosissima, davanti a stampa, colleghi consiglieri e militanti di Cmdb quasi increduli. Non è stato facile perchè, se Sturniolo con Renato Accorinti ha diviso megafoni, proteste e anni di lotte comuni, al matrimonio di Nina Lo Presti con l’ex consigliere comunale Nino Urso, anni fa il sindaco di Messina ha apposto il sigillo. Da testimone di nozze. LA FINE DI UN SOGNO. L’illusione di poter scuotere Messina dalle fondamenta, da basso, è durata due estati. La prima, quella dell’idillio, un mese dopo l’incoronazione di Accorinti a sindaco di Messina. La seconda, quella delle decisioni irrevocabili, dei voti da dare in aula con i mal di pancia, dei fraintendimenti tra movimento ed amministratori, fino allo strappo finale, quello sul piano di riequilibrio. Il piano che vincola Messina al rientro dall’immane mole di debiti in dieci anni, ed in cambio esige sudore, lacrime e sangue: lo stesso che Winston Churchill chiese agli inglesi per sopportare la guerra contro la Germania nazista. Quello che nè Nina Lo Presti nè Gino Sturniolo si sono sentiti di poter chiedere ai loro concittadini. CHI PAGA IL CONTO. “Pagheranno sempre i soliti, i poveri, gli onesti”, ha tuonato all’una di notte del tre settembre Nina Lo Presti dal suo banco, per l’ultima volta colorato d’arcobaleno come da logo di Cmbd prima di passare al grigio del gruppo misto. Lo ha gridato all’indirizzo dell’assessore del Bilancio Guido Signorino, col quale i rapporti sono stati tesi sin dall’inizio, da quella delibera sui debiti Ato alla quale la consigliera aveva subito apposto uno stigma, un anno fa. Talmente tesi che i due, oggi, se si incrociano nei corridoi di palazzo Zanca fanno finta di guardare il cellulare per evitare l’imbarazzo di un saluto. PERCHE’ HO DETTO NO. “Non si tratta, come ha detto Renato, di pagare meno per pagare tutti, ma di pagare tutti secondo le proprie possibilità. Invece vedo che in questo piano sono stati caricati debiti che pagherà anche chi non ne ha possibilità o responsabilità”. Nina Lo Presti è un fiume in piena quando spiega così, “tecnicamente”, il suo no al piano di riequilibrio. Che non sia solo una questione politica è chiaro immediatamente dopo, quando imputa ad Accorinti di “aver tradito il mandato. La gente gli ha consegnato una fiammella di speranza e lui la sta spegnendo. Non si può “bunkerizzare” l’attività amministrativa consegnandola a Signorino e Antonio Le Donne (il direttore generale che ha affiancato Signorino nella redazione del piano, ndr), restando da solo a portare “il verbo”. Quello sul piano di riequilibrio aggiunge - lo vedevamo tutti come un voto contro la vecchia classe dirigente e tutte le sue malefatte. E invece è stato sostenuto proprio dalla vecchia classe dirigente”. Alla fine, in sei parole, il motivo dell’uscita da cambiamo Messina dal basso di Nina Lo Presti. “Pagheranno i poveri e gli onesti”. Anche se. SOTTO ACCUSA Con la testa, non col cuore GUIDO SIGNORINO, L’ASSESSORE AL BILANCIO. SUL BANCO DEGLI IMPUTATI PER AVER FATTO QUADRARE I NUMERI. TRADENDO “LO SPIRITO DEGLI INIZI” Guido Signorino MESSINA. Sul banco degli imputati, da parte di Cambiamo Messina dal Basso, oggi c’è lui, Guido Signorino, assessore al Bilancio, tecnico di numeri e “teorico” dell’opportunità di evitare il dissesto ad ogni costo. E’ lui che ha messo in fila, una dietro l’altra, per quattordici mesi, le 365 pagine del piano di riequilibrio, sperando che in qualche modo coincidessero e riuscissero a convincere Ministero e Corte dei Conti. “In tutta onestà, dopo aver letto i primi numeri, non sono sicuro che riusciremo ad evitare il centonove pagina 6 dissesto”, aveva spiegato Signorino un anno fa, un mese dopo l’insediamento. Però ci ha provato. Maldestramente, secondo metà del movimento. Inevitabilmente, secondo l’altra metà. Per giustificare il piano, Signorino ha parlato, piegando l’italiano al burocratese, di “efficientamento ed efficientizzazione” della macchina burocratica. Con gli stessi dirigenti che hanno portato palazzo Zanca sull’orlo del collasso. Ma come si potrà rendere efficiente una macchina messa ancora nelle mani di chi l’ha affossata? (A.C.) primopiano 5 Settembre 2014 RI...EQUILIBRISMI POVERI. OPPURE ONESTI. “Gli onesti”, in realtà, è un’aggiunta apocrifa. Perchè, in principio, erano solo i poveri. Che però, a Messina, sono responsabili dello sfascio tanto quanto i ricchi. “Responsabile dello sfascio chi ha venduto anima e voti per un’assunzione in una delle cento cooperative che hanno sbranato la carcassa di palazzo Zanca, chi ha usurpato un posto in una partecipata senza concorso, rubandolo a chi ne avrebbe avuto competenze e capacità, chi per anni non ha pagato una lira di acqua e spazzatura e oggi protesta per l’arrivo a casa di una cartella esattoriale. Una su venti anni di morosità. E quindi restano gli onesti”. LA CALMA DEI FORTI. Gino Sturniolo, di andare allo scontro diretto non ne avrebbe avuto voglia. Ma quel piano di riequilibrio che il consigliere è riuscito a leggere solo quando lo ha letto un qualsiasi collega del Pd, o dell’Udc, o dei Dr o di qualunque altro partito, stride troppo con il concetto di partecipazione nei processi decisionali, nell’agenda politica, nella costruzione di comunità che era alla base del programma da sindaco di Accorinti. “Sono mancati i principi di democrazia e partecipazione”, ha spiegato con fare quieto, come da suo costume e carattere, il consigliere. Che già da tempo aveva mostrato insofferenza verso la “tecnocrazia” che andava sempre più connotando l’azione amministrativa della giunta Accorinti. E per Sturniolo, il più ideologizzato dei due dissidenti, quello più legato all’ala movimentista (Nina Lo Presti ha più vicinanze con gli ex Pci e col tessuto produttivo), il tradimento degli ideali non poteva essere ignorato. E andava risolto solo in un modo: con un passo indietro. Una decisione che Gino Sturniolo, e lo sottolinea sempre, non ha preso da solo, rimettendola nelle mani del “movimento” all’interno del Movimento. IN BUONA COMPAGNIA. L’esilio volontario da cambiamo Messina dal basso dei due consiglieri è stato il tappo che ha fatto saltare la diga. Ad offrire supporto è stata subito l’Orsa, sindacato di base che dall’inizio ha mostrato insofferenza verso le decisioni della giunta. A strettissimo giro di posta si è accodata Clelia Marano, esperta del sindaco in materia di gestione dei migranti e assistenza sociale, da tempo inviperita verso l’inerzia della giunta su temi nei quali, invece, avrebbe dovuto fare la differenza. Solidarietà anche da Maurizio Rella, primo dei non eletti della lista Cambiamo Messina dal basso, che ha sposato la volontà dei due. Nonostante questo, chi ha invece chiesto a Sturniolo di non gettare la spugna, pur nel rispetto per la sua posizione, sono stati parecchi di più. Cinquanta sottoscrittori di un documento, tra i quali Antonio Mazzeo, candidato alle Europee con la lista L’Altra Europa e amico fraterno di Sturniolo, ma anche Daniele David, dirigente nazionale Cgil, Carmelo Picciotto, ex segretario del circolo Peppino Impastato Prc Messina ed avvocato che ha difeso da sempre gli anarchici messinesi nei processi che li vedono imputati, ma anche gli stessi Rella e Marano. IL FUTURO. Nel frattempo, Sturniolo e Lo Presti andranno a fare compagnia ad Antonella Russo nel gruppo misto. Non per molto, però. Perchè i due stanno prendendo in considerazione l’ipotesi di far entrare in consiglio comunale messinese la lista L’altra Europa di Alexis Tsipras: gruppo parlamentare che non è presente nè alla Regione nè in parlamento, ma che siede a Strasburgo. L’operazione, comunque, non è immediata. Indietro, però, non si torna. L’idillio è terminato. “Si, ma...”: via libera al “male minore” CHI HA VOTATO FAVOREVOLMENTE AL DOCUMENTO. E PERCHÈ Come se facesse alcuna differenza per i funzionari ministeriali che saranno chiamati ad esaminarlo ed approvarlo, il piano di riequilibrio è stato approvato a quattordici secondi dalla sua scadenza, alle 23.59 e 46 secondi di martedi 2 settembre. A votarlo, tutta una serie di consiglieri che fino a ieri l’altro hanno massacrato quasi tutti i provvedimenti proposti dalla giunta, costretti ad ingoiare una pillola amarissima e fare le facce dubbiose mentre l’assessore al Bilancio Guido Signorino spiegava di aver redatto un piano “equo, sostenibile e soprattutto solido”, e Renato Accorinti si affannava a spiegare che il dissesto avrebbe affossato l’autonomia dell’ente, non solo in materia finanziaria. Alla fine hanno votato a favore Udc, Ncd, Forza Italia, Dr e metà Megafono, si è astenuto quasi tutto il Pd, e soli quattro voti contrari: Gino Sturniolo e Nina Lo Presti, poi le Pd Simona Contestabile ed Antonella Russo, unica ad aver argomentato le perplessità sul piano e aver votato poi di conseguenza rispetto a chi, Piero Adamo Antonella Russo praticamente tutti quelli che hanno dato via libera, ne hanno prima detto peste e corna prima di votare “sì”. I Dr, per mano del deputato regionale Giuseppe Picciolo hanno diramato un comunicato in cui, dopo due pagine di cazziatoni all’amministrazione, tendevano la mano “per l’ultima volta” (e tra meno di un mese ci sarà la seconda mano tesa in occasione del previsionale). Piero Adamo, di Fratelli d’Italia, ha convocato una conferenza, il giorno dopo il voto, per spiegare il “si, ma...”. “Spero che adesso l’amministrazione apra i cassetti e individui i responsabili ai quali va addebitato il disastro”, ha dichiarato. Pippo Trischitta di Forza Italia, che non perde occasione per massacrare Accorinti, ha votato favorevole. Giuseppe Santalco, i cui toni in aula facevano presagire chissà quale sconquasso, si è astenuto. Ad uscire dal gioco delle parti, invece, sono stati i sei quartieri, chiamati ad esprimere parere obbligatorio ma non vincolante. “Non siamo mai stati interpellati prima, sbrigatevela voi”. (A.C.) Pippo Trischitta RESA DEI CONTI Movimento in fermento FERVE IL DIBATTITO INTERNO. ECCO LE POSIZIONI. DI CHI RESTA, DI CHI VA, E DI CHI È DIVISA TRA DUE FUOCHI. E IN AULA... MESSINA. E ora? Cosa rimane di cambiamo Messina dal basso? Aveva ragione, un anno fa, Alfredo Crupi. Che, da segretario di Rifondazione comunista (ed ex assessore della giunta di Francantonio Genovese) aveva intuito l’esigenza di dare una struttura ad un soggetto troppo eterogeneo quale Cmdb. Anche solo per porsi come soggetto politico col quale interloquire. E invece no, ha prevalso l’idea fluida di un’agorà permanente. I quattro incontri precedenti al piano di riequilibrio (Nina Lo Presti e Gino Sturniolo da una parte, Guido Signorino e Renato Accorinti dall’altra, come in un ring) ne sono testimonianza, con la polarizzazione sulle posizioni del sì al piano contrapposte a quelle del default. Ideologicamente, senza scendere nello specifico del perchè e percome una soluzione fosse preferibile all’altra. E perchè? Per “punire i colpevoli”, come se il dissesto ponesse automaticamente fine alle carriere politiche di chi l’ha provocato, e non ci volesse invece cause di anni per provare “dolo o colpa grave”. Perchè l’ordinamento giuridico italiano, purtroppo, non sanziona l’imperizia, l’incapacità o anche solo la stupidità. Quello dovrebbe essere compito degli elettori. In un mondo ideale. Sturniolo, in questo, è stato profetico: “il movimento resti movimento, l’amministrazione faccia l’amministrazione”. Le strade, oggi, sembrano dividersi sull’agenda politica in cui l’ala movimentista avrebbe voluto mettere in primo piano la lotta al Muos di Niscemi, la solidarietà all’ex Colorificio di Pisa, occupazione ed autogestione degli spazi comuni, mentre l’amministrazione tenta di far quadrare i conti. E gli altri due consiglieri di Cmdb? Ivana Risitano è presa tra due fuochi. La madre, Teresa Frisone, è nel “direttivo” del Movimento ed ha sposato la causa dei dissidenti Sturniolo e Lo Presti, il fratello Claudio Risitano è legatissimo a Gino Sturniolo col quale da anni condivide megafoni e battaglie. Resta Lucy Fenech. La sua è una posizione “laica”: disaccordo politico ma rapporti intatti. In attesa di vedere “come andrà a finire”. (A.C.) centonove pagina 7 Alfredo Crupi Giuseppe Santalco 5 Settembre 2014 politica TOP TEN Risarcimenti e grandi opere: chi pretende. E quanto INCHIESTA. Euro dopo euro, dipartimento per dipartimento, ecco il “rosso” del Comune di Messina In un mare di debiti Centonove milioni “fuori bilancio”, ma a far venire i brividi è il mezzo miliardo “potenziale”. Chi sono i creditori a sei zeri, e perchè stadio san Filippo, svincoli e Regione Sicilia rischiano di far saltare il banco DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Un mare. Nel quale palazzo Zanca potrebbe definitivamente affogare. Sommano mezzo miliardo, infatti, i debiti fuori bilancio a carico del comune di Messina. La buona notizia è che quelli certi sono “solo” poco più di cento. La pessima è che il mezzo miliardo “potenziale” spesso di potenziale ha solo la speranza. Eccoli, nel dettaglio, dipartimento per dipartimento, milione per milione. SERVIZI SOCIALI. Due milioni e 226mila euro di debiti riconosciuti, frutto perlopiù di fatture e creditori dell’ex Istituzione, cancellata con delibera di consiglio comunale un paio d’anni fa. Spiccano i 383mila euro da pagare ancora alla coop. Nuova Presenza per fatture del 2007, ed i 241mila che un’altra coop, Azione Sociale, attende come esito di un ricorso favorevole. Micidiali, invece, i sei milioni che potrebbero dover essere pagati dagli oltre 150 “debiti potenziali”. Alcuni dei quali di potenziale non hanno ormai più nulla, tipo gli oltre seicentomila euro da corrispondere alla casa d’accoglienza Collereale che ha inoltrato decreto ingiuntivo (con opposizione pendente). Identica situazione per le richieste avanzate dal Don Orione (624mila euro) dalla coop Azione sociale, che in totale “avanza” oltre un milione e dall’Aias (mezzo milione di euro). AVVOCATURA. Pochi debiti, ma salatissimi, quelli in capo all’Avvocatura: oltre ventidue milioni, che arrivano dai sette milioni e rotti spesi per gli avvocati esterni (quando quelli “interni” sono costati appena 36mila euro), da quasi quindici milioni per sentenze di condanna e da mezzo milione di patrocini legali per dipendenti ed amministratori del Comune. Non scherzano nemmeno quelli potenziali: dieci milioni, sette dei quali derivano da giudizi passivi pendenti, e tre da fatture per l’arbitrato con l’impresa Torno mai saldati ai legali Aldo Tigano (249mila euro), Bonni Candido (379mila) e Gregorio Falzea (645mila euro). Potenziale, ma per modo di dire, è anche il debito da oltre 15 milioni che il comune di Messina si vedrà costretto a pagare nella lite tra Ato3 e Messinambiente: essendo azionista al 80 milioni MondoMessina Service, per l’annullamento della delibera di sfruttamento degli stadi san Filippo e celeste 60 milioni Fc Messina per mancato sfruttamento commerciale degli stadi 39,5 milioni Alfonso Schipani srl, somme da contratto per la manutenzione della pubblica illuminazione 24 milioni Gepco Salc, riserve e obblighi contrattuali per lavori agli svincoli di Giostra 15,3 milioni Adroma impianti, risarcimento danni per mancata realizzazione di un centro commerciale alle cave di sabbia 14,1 milioni Torno Internazionale Spa Lodo arbitrale per lavori agli svincoli di Giostra 12,4 milioni Ente Acquedotti siciliani, costo erogazione idrica dal 1979 al 1998 10,4 milioni Agriverde, risarcimento danni per mancata o ritardata percezione di utile per un complesso edilizio non realizzato 5,5 milioni Tirrenoambiente, discarica Tripi 2002/03 5,4 milioni Astaldi Spa lodo arbitrale per lavori di costruzione dello stadio san Filippo 100% di entrambe le partecipate, chiunque soccomba (o vinca), a pagare sarà palazzo Zanca. DEMANIO E PATRIMONIO. Sei milioni di debiti certificati, il più grosso dei quali è quello da tre milioni che il Comune deve all Edilsud per la costruzione della palestra di Gravitelli. Lo sterminato elenco che fa lievitare i debiti potenziali del dipartimento fino alle soglie dei 13 milioni, invece, si CURIOSITÀ Toc Toc, chi batte cassa DA TAORMINA ARTE AI CONSIGLIERI DI QUARTIERE FINO ALLA FONDAZIONE ANTIUSURA “NINO PUGLISI” (SIC), I CASI PIÙ PARTICOLARI MESSINA. Taormina Arte? Chiede al Comune quasi tre milioni e mezzo di euro, attualmente fermi per un’ordinanza della Corte d’Appello di Messina che ha bloccato l’esecutività della sentenza. Battono cassa anche i consiglieri di quartiere, che col Comune hanno intrapreso da anni un contenzioso per maggiori somme che ritengono gli spettino secondo una norma regionale: centottantamila euro, che a palazzo Zanca considerano “debito potenziale al 50%”. E le spese di giudizio a seguito di sentenze emesse dal giudice di Pace su ricorsi contro multe elevate dalla Polizia Municipale? Valgono quasi quattro milioni certi. Quelli “potenziali”, invece, sono i cinque milioni che chiede la centonove pagina 8 Vecar, ditta che ha installato per conto dei Vigili urbani i dispositivi photored, praticamente mai entrati in funzione (e quando funzionanti oggetto di centinaia di ricorsi, sempre persi dal Comune). Oltre mezzo milione di euro di debiti potenziali, poi, potrebbe essere il salatissimo conto che due cittadini hanno presentato a palazzo Zanca per demilizione di immobili di loro proprietà che il Comune ha buttato giù senza evidentemente averne titolo. Ad iscrivere crediti nei confronti del Comune, (debito ancora potenziale), c’è anche la fondazione antiusura “Padre Nino Puglisi” (sic) per le attività dello sportello antiracket del 2009. E a “coltivare la serpe in seno”, nessuno batte il Comune: sono due milioni e centomila euro, infatti, che un centinaio di dipendenti chiedono a palazzo Zanca per i più svariati motivi: da straordinari non pagati a salti di categoria negati, da salario accessorio mai percepito (e risalente al 2004), da liquidazioni di buoni pasto a ferie non godute, fino a mansioni superiori non riconosciute. (A.C.) 5 Settembre 2014 politica LA REPLICA compone di cittadini, condomini e costruttori. Particolarmente “accanito” è il gruppo immobiliare 2r, che al Comune chiede oltre tre milioni. POLITICHE CULTURALI. Con la cultura non si mangia? Improbabile, dato che palazzo Zanca è esposto per oltre 145 milioni di debiti potenziali provenienti dai dipartimenti sport e cultura. A far saltare il banco sono le cifre richieste da MondoMessina service e Fc Messina, epoca presidenza di Pietro Franza: ottanta milioni per l’annullamento della delibera che concedeva alla società gli stadi san Filippo e Celeste per il progetto di centro sportivo bipolare da parte della MondoMessina Service, sessanta non meglio specificati da parte della società di calcio. Fc Messina che per lavori tra Celeste, san Filippo e ripristino del manto erboso dopo il concerto di Vasco Rossi, chiede inoltre al Comune la bellezza di due milioni. Tutti debiti potenziali, parte dei quali però corredati da decreto ingiuntivo (opposto). Batte cassa anche il Credito sportivo: tre milioni e 220mila euro per una fideiussione prestata dal Comune a favore di un mutuo da erogare alla Pallanuoto Messina. PARTECIPATE. Vero e proprio buco nero del Comune: diciannove milioni di debiti certi (quasi tutti dovuti all’Ato3), ben 33 milioni “potenziali”. Dodici dei quali per acqua erogata dall’Ente Acquedotti Siciliani dal 1979 al 1998 che palazzo Zanca non ha mai pagato. LAVORI PUBBLICI. Se i due milioni e mezzo di debiti certi sono tutto sommato nella norma, a far venire i capogiri sono i 111 milioni di debiti potenziali: dagli oltre due milioni e mezzo chiesti dalla famiglia Carità come risarcimento per la morti dell’alluvione del 1997, al mare di milioni “avanzati” da chi a vario titolo ha lavorato per gli svincoli (mostruosi i ventiquattro chiesti dalla Gepco Salc), ai cinque e mezzo che la Astaldi pretende per un lodo arbitrale seguiti alla costruzione dello stadio san Filippo (alla quale si è accodata la Demoter: un milione e rotti per lo stesso lodo). Davvero “rapace” la Regione: l’Eas chiede 12 milioni e mezzo, l’assessorato ai lavori pubblici ne vuole due: sono i fondi che l’Europa richiede indietro per la mancata pedonalizzazione del villaggio di faro, finanziata e mai realizzata. L’impresa dell’attuale presidente di Confindustria messina, Alfonso Schipani, per trent’anni ha avuto il monopolio dell’illuminazione pubblica a Messina. Al termine dell’appalto, nel 2010, ha presentato un conto da brividi: quasi quaranta milioni. POLITICHE DEL TERRITORIO. Imperano le richieste di risarcimento per mancata realizzazione: la Adroma Impianti non riesce a mandar giù la bocciatura del centro commerciale alle cave di sabbia e chiede 15 milioni, poco più in là il diniego alla Agriverde per un complesso sulle colline potrebbe costare più di dieci milioni. Leonardi: «Così bocciai le alchimie finanziarie» MESSINA. La Dexia continua ad accreditare al Comune i “flussi differenziali positivi” Follie Derivati Uno dei due gruppi bancari con i quali Palazzo Zanca ha sottoscritto contratti swap aggiorna sulle operazioni annullate quattro anni fa. Con questi rischi MESSINA. Quattro anni di follie, advisor che poi piazzavano i prodotti finanziari, sette contratti, 24 milioni da pagare che, se tutto va male, potrebbero diventare 190. I numeri dell’avventura di palazzo Zanca nel campo minato della finanza derivata è riassumibile in poche righe. E non accenna a fermarsi. Perchè nonostante tutto quell’enorme, scivolosissima buccia di banana della finanza derivata, sulla quale il comune di Messina (e praticamente tutti gli enti locali italiani) è maldestramente inciampato, tentando oggi di capire come, continua oggi a riservare sorprese. Perchè Dexia, uno dei due gruppi bancari con i quali palazzo Zanca ha sottoscritto contratti swap, continua come se niente fosse. COME SE NIENTE FOSSE. La banca franco-belga, infatti, continua a comunicare sia il valore mensile del “mark to market” (l’adeguamento in funzione dei prezzi di mercato), che i flussi differenziali su operazioni finanziarie che il comune di Messina ha provveduto sin dal 2011 ad annullare. E infatti, come se in tre anni e rotti non fosse successo nulla, a luglio del 2013 Dexia Crediop ha accreditato nelle casse di palazzo Zanca 1623 euro quale flusso differenziale positivo per il periodo di giugno 2013: mese in cui le alchimie finanziarie hanno evidentemente sorriso all’operazione di swap da oltre quattordici milioni sottoscritta nel 2007 ed annullata dal comune di Messina in autotutela nel 2011. Stessa solfa un anno dopo: a luglio, due mesi fa, sui conti del comune di Messina sono apparsi poco più di mille e cinquecento euro: sempre Dexia, sempre per lo stesso swap. Che si fa? Restituiamoli, dice l’avvocatura. QUEI SOLDI CHE SCOTTANO. Il primo a lanciare l’allarme è stato Nino Parisi, avvocato incaricato di seguire palazzo Zanca nell’intricatissima vicenda dall’allora assessore al Bilancio Orazio Miloro. Legale che, riposta il dirigente all’avvocatura Calogero Ferlisi, “evidenzia la non opportunità di trattenere i flussi differenziali positivi versati dalla società Dexia Crediop”. Perchè? “E’ di tutta evidenza - scrive Parisi - che controparte (Dexia, ndr), non ritenendo annullato il contratto come da determina emessa dal comune MESSINA. “Nessun contratto, clausola o che altro è stato mai sottoscritto dalla mia amministrazione in fatto di finanza derivata…”. Tirato in ballo da alcuni organi di stampa, l’ex sindaco Turi Leonardi, che ha ricoperto l’incarico dal 28 maggio 1998 al maggio 2003,mette i puntini sulle “i”. “Nel 2001 - rileva -i tagli dei trasferimenti dello Stato verso gli enti locali si sono fatti più consistenti. E alcuni Comuni che avevano ottenuto finanziamenti dalla Cassa Depositi e Prestiti, come Messina che aveva sottoscritto un mutuo da 40 miliardi per il tram non coperto da finanziamento comunitario, si sono trovate ad avere difficoltà di bilancio, esposte come erano a pagare interessi passivi. Fu in quella circostanza, come accadeva in molte altre città italiane, che si decise di chiedere alla banca che curava la tesoreria, la Bnl, e alla consociata Dexia Crediop, uno studio sulla possibilità di fare ricorso a strumenti di investimento, tagliati su misura per gli enti locali. L’incarico, è bene precisarlo, fu affidato “a titolo gratuito”. Ma in sede di valutazione, mi resi contorileva ancora Turi Leonardi-che non esistevano all’interno dell’amministrazione le professionalità utili a gestire meccanismi complessi, quale i derivati. Così si decise in giunta di non farne nulla…”. di Messina, lo esegua nei termini stabiliti e di conseguenza. Qualora ciò venisse attuato anche dal comune di Messina, controparte potrebbe sostenere in giudizio che il contratto sia ancora valido, con le ovvie conseguenze che ne deriverebbero”. ELDORADO MANCATO. Allʼinizio, lʼaffare sembrava di quelli dʼoro. I primi due contratti derivati, infatti, avevano fatto guadagnare al comune di Messina quattro milioni e mezzo nei primi anni, e una ventina in totale. Poi sono arrivate cedole e differenziali negativi, sui quali la Corte dei Conti ha puntato i fari, fornendo a palazzo Zanca, come promemoria, una tabella da “memento mori”. Ma cosa è il Mark to Market? In sostanza, è il metodo di valutazione in base al quale il valore di un contratto finanziario è aggiornato in funzione dei prezzi correnti di mercato. Per il comune di Messina, nel biennio 2010-2011, lʼaggiustamento ai valori di mercato è stato negativo per un totale di oltre quaranta milioni di euro. Il rischio, molto concreto, se non intervengono novità giudiziarie, è di dover sborsare 190 milioni di euro fino al 2032, anno della scadenza dei contratti. (A.C.) i risultati (negativi) dei derivati secondo la Corte dei Conti centonove pagina 9 5 Settembre 2014 primopiano LA TESTIMONIANZA. Alleanze, libertà e visioni messianiche di un sindaco tra le macerie LATI OSCURI Personale, fondi Tares e partecipate... ECCO LE CRITICITÀ CHE NON RENDONO CREDIBILE IL PIANO DI STABILITÀ MESSINA. Ma quali sono le criticità che non rendono credibile il piano di stabilità e rientro votato dal consiglio comunale? Ad una rapida analisi di tecnici e revisori dei conti a rendere “poco attendibile” il Piano sono tre elementi. a) L’esodo del personale negli anni viene stimato con un possibile risparmio di 50 milioni di euro. Un elemento enormemente sovrastimato che non tiene in alcun conto la dinamica di turn-over del personale, svolta attraverso i report di analisi: alcuni corpi, come quello dei vigili urbani, sono già sottodimensionati. Per i prossimi dieci anni non si intende fare nessun assunzione, o anche per questo servizi ci si vuole rivolgere alla holding della multi servizi allo studio del segretario generale? b) I fondi della Tares, la tassa sui rifiuti. Già portata alla massima pressione, si prevede un gettito che supera i quaranta milioni annui, senza tenere conto del “disastro” strutturale della società Messinambiente. Già sovrastrutturata di personale dipendente, oggi è in liquidazione, ma per mantenere i servizi chiede ancora investimenti, in cassonetti o beni strumentali. Secondo ottimistiche previsioni, prima di fare decollare il porta a porta, la selezione ponderata dei rifiuti e la gestione oculata di una discarica in loco, i prossimi dieci anni saranno impegnati solo a recuperare il tempo perduto. c) Cifre sballate sulle partecipate: se per l’Atm, società speciale non ancora cancellata come prevede la legge per essere trasformata in spa, si prevede addirittura una gestione in utile tra dieci anni, per altre società meno critiche, come l’Amam, l’azienda che gestisce i servizi idrici, l’analisi dei numeri cozza clamorosamente: si prevede una gestione in utile che giri dividendi per 35 milioni di euro al Comune “esentasse”, come se gli utili per il Comune di Messina non vanno tassati. Peccato che la stessa cifra nei bilanci della società risulti da una parte come crediti incagliati verso utenti morosi e che sulla stessa società gravi il peso di contenziosi aperti con l’Eas, Siciliacque, Eni. Governare a Hiroshima DI GIANFRANCO FERRARO IL GIORNO DOPO la sua elezione Renato Accorinti usò una metafora chiave: sarebbe stato il "sindaco di Hiroshima". Vi è in questo una idea messianica della politica di cui gli storici del futuro dovranno tenere conto. Così, la partecipazione, ovvero l'appello alle sue forze vive, sono stati i leit motiv di questo sussulto quasi disperato di una città fino ad allora ripiegata in se stessa: il governo diventava il governo dei superstiti. Ma se a Hiroshima, per dire, non c'è niente davvero, dove c'è ancora qualcosa il rischio incombente è di non cogliere il bisogno di una nuova mappa, di nuove direzioni, di un futuro molteplice, multipolare. Il patto Accorinti-Signorino-rete No Ponte, cuore della vittoria elettorale, e incerto ancora nel gennaio 2013, avrebbe potuto trovare nello slogan con cui fu presentato il Segretario e Direttore Generale Le Donne, "Governare il cambiamento", il perno intorno al quale far ruotare la trasformazione di una esperienza elettorale in una esperienza politica matura. Intorno al quale, per esempio, in un deserto politico inimmaginabile pochi mesi prima, il sindaco avrebbe potuto rinforzare e strutturare il proprio movimento oppure, in maniera altrettanto legittima, riconoscere la piena autonomia politica della Giunta. Cambiamo Messina del basso non è stato in grado di conquistarsi fin qui una presenza e una voce autonoma, e la Giunta, di fronte alle convulsioni del movimento da cui è stata sostenuta, ma di cui non si sente in fondo espressione, si è rintanata come in una sorta di camera stagna, terrorizzata all'idea di condividere le scelte con i propri stessi consiglieri comunali, o di poter contare, per dare forza e legittimità pubblica alle proprie decisioni, solo sulla partecipazione Renato Accorinti popolare. Salvo poi chiamare a sé la propria parte di città ogni qual volta ci fossero delle scelte da difendere. Perché indietro non si torna, a Hiroshima. Abbandonata l'idea di un "governo dei superstiti", Accorinti assume presto quella di un "governo dei migliori". Ma un governo di questa natura non può che tradursi oggi in una forma di supplenza democratica, in una dittatura dolce dei tecnocrati, degli esperti, dei "professionisti". Cacciola, Le Donne, Ciacci, Foti, sono forse i migliori tecnici che la città di Messina abbia avuto al proprio servizio: ma con una burocrazia comunale abituata a vivacchiare, se non peggio, siamo sicuri che bastino i migliori, per fare politica? Con l'idea di essere il sindaco di una città completamente annientata, Accorinti ha ritenuto sufficiente una delega in bianco ai più competenti. Max Weber parlava invece di "etica della responsabilità" come di una delle caratteristiche principali della vocazione e della professione del "politico". L'etica che ci permette di valutare, nel cuore delle azioni, nostre e degli altri, tutte le possibili conseguenze. Tutti possiamo fare politica, insomma, ma bisogna sapere che la politica ha le sue leggi e la sua specifica formazione. In particolar modo, in una città in cui a pagare la distruzione del patrimonio produttivo sono solo alcuni ceti, e in cui c'è chi continua a resistere al cambiamento al solo fine di poter continuare a fare i propri comodi, in una città in cui nonostante tutto si combatte una battaglia all'ultimo sangue, i "migliori" non possono certo vivere sottovetro. L'utopia di una politica senza politica, l'utopia di un bene comune senza conflitto, non conduce da nessuna parte. Apparentemente oltre il suo default, Messina vive in uno stato di eccezione permanente, gravata com'è adesso da un piano di riequilibrio i cui discutibilissimi metodi di approvazione lo hanno trasformato nell'ennesima fabbrica di alibi: hanno tutti ragione, a Hiroshima. Il Comune perde in ogni caso la propria sovranità, come anche in altre città sta avvenendo, per un complessivo processo di commissariamento dell'autonomia economica delle democrazie locali. Ma Accorinti e il suo movimento, così come i consiglieri comunali, non sono riusciti, in un anno, a discutere con i messinesi su come e perché andasse difesa la libertà dell'Ente. Contro chi e rischiando cosa. Incontrando alcuni esponenti dell'attuale "maggioranza" all'inizio di quest'anno, Salvatore Settis disse che il fallimento, così come il successo, dell'esperienza messinese avrebbe avuto ricadute anche al di là dello Stretto. A Messina si potevano sperimentare nuovi meccanismi di costruzione delle scelte: stava tutta qui, per l'intellettuale calabrese, la possibilità di un'alternativa. Forse perché la libertà non si difende da soli. Ma non c'è libertà, a Hiroshima. SUL SOCIAL Smarrimento in rete Nel gruppo ufficiale su Facebook, “Cambiamo Messina dal Basso”, la notizia della fuoriuscita di Luigi Sturniolo e Nina Lo Presti ha suscitato un dibattito da più di cinquanta commenti, ma dove da dove si possono desumere le tensioni all’interno del movimento che ha candidato Renato Accorinti è il post scritto da Tonino Cafeo, Sel e vicino al primo cittadino, sulla bacheca di Sturniolo: “Ribadisco che condivido le critiche di metodo che il mio amico Gino rivolge alla giunta Accorinti. Effettivamente l'assessore Signorino non ha chiamato il nostro gruppo consiliare a condividere il lavoro di elaborazione del piano di riequilibrio. Tuttavia dai consiglieri centonove pagina 10 che ho votato mi sarei aspettato per tempo un’iniziativa politica. Nulla di tutto ciò è stato fatto. Ora c' è stato ‘l’incidente’ e ci siamo fatti tutti male. Ma al mio paese questo si chiama concorso di colpa”. Tanto è bastato per scatenare il dibattito tra i sostenitori del Movimento. E così, mentre il consigliere della IV Circoscrizione, Santino Bonfiglio, commenta “Questa è confusione di ruoli”, Rocco El Tehrun ammette: “Forse CMDB doveva fare queste linee guida e in generale vivere autonomamente dalla giunta”. Sul punto del default e del riequilibrio, scrive Corrado Speziale: “Piano contro default è stato un errore epocale”. Cafeo, quindi, tira le somme: “Una delle cause a mio avviso è anche la mancanza di maturità politica di molti militanti della sinistra radicale. Abituati da una vita ad essere minoranza inifluente oggi sono smarriti...”. 5 Settembre 2014 politica NEL LIMBO. La richiesta di carcerazione mette per lungo tempo fuori gioco il leader indiscusso del Pd Messina, gli orfani di Genovese Mentre renziani, civatiani e cuperliani affilano le armi, accogliendo anche alcuni vecchi avversari, i fedelissimi rimangono senza una guida. E i democratici non riescono a trovare una linea per la città MESSINA. Il sindaco Accorinti perde pezzi, c’è un ricorso che potrebbe cambiare la guida del Comune, ma i democratici di Messina non riescono a definire una linea politica per la città, spaccandosi su fronti contrapposti riguardo a temi “cari” al partito o agendo in ordine sparso. Il perché? L’assenza di Francantonio Genovese. SENZA GENOVESE. A confermare la fuoriuscita dalla governance dei democratici messinesi di colui che ne è stato leader indiscusso, è stato, pochi giorni fa, il Tribunale del riesame di Messina, che, accogliendo il ricorso della Procura, ha disposto la custodia cautelare in carcere di Francantonio Genovese. I giudici hanno annullato l'ordinanza del Gip che scarcerava il parlamentare indagato per associazione per delinquere truffa e frode fiscale sulla formazione, disponendone i domiciliari. L'ordinanza, comunque, non è esecutiva fino al momento in cui lo diventerà per termini o sentenza della Cassazione. PD NEL LIMBO. La lunga estate dei democratici messinesi senza Genovese ha visto l’incancrenirsi delle posizioni interne ed esterne al partito. Da una renziani della prima ora (Alessandro Russo e Francesco Palano Quero), in sempre maggiore collaborazione con le altre aree che richiedono discontinuità, come i civatiani, i cuperliani e alcuni segmenti del partito provenienti dalle armate di Genovese, sono pronti a dare battaglia nella fase congressuale all’ala vicina all’ex leader. Uno scontro che si è palesato sul fronte della città, in alcuni specifici episodi, dall’isola pedonale all’ordinanza anti-tir, per passare al registro delle unioni civili e, in ultimo, al Piano comunale di riequilibrio. I genovesiani registrano Francantonio Genovese soprattutto l’assenza di una leadership, che sarebbe toccata al candidato sindaco Felice Calabrò, così in molti stanno iniziando a giocare per conto proprio (vedi la presidente del consiglio comunale Emilia Barrile in occasione dell’accorpamento dell’Autorità Portuale con Gioia Tauro). Ma quando si aprirà la stagione congressuale? È questo uno dei misteri, visto che la precedenza tocca ai problemi palermitani del partito. Tema dello scontro sarà l'azzeramento del residuo gruppo dirigente del Pd, a partire dal segretario provinciale mai entrato in servizio, Basilio Ridolfo. Su chi dovrà gestire il partito, la linea non è chiara: renziani della prima ora e civatiani sono per un netto ricambio, più tiepidi sono i cuperliani, da sempre propensi alla mediazione. I genovesiani, dal canto loro, forti dei voti, non vogliono lasciare spazio ai ricambi, essendo comunque detentori di titoli, come ad esempio il capogruppo Paolo David e Peppuccio Santalco. APPUNTAMENTI A RISCHIO. Il conflitto scoppierà tra breve tempo, quando il gruppo consiliare dovrà pronunciarsi sull’approvazione del Registro delle Unioni Civili o la rimodulazione dell'isola pedonale. Tutti temi che programmaticamente sarebbero congeniali al Pd, secondo renziani e civatiani, ma che sono stati avversati dal gruppo consiliare per motivi di contrasto nei confronti del sindaco Accorinti. PALERMO Sel, festa al Castello PALERMO. “Europa e Mediterraneo” saranno il filo conduttore di #Adelante, la festa nazionale di Sel che si terrà da oggi (5 settembre, ndr) al 14 al Castello a mare di Palermo. «Siamo convinti spiega Erasmo Palazzotto, deputato nazionale di Sel - che buona parte del futuro, anche economico, della Sicilia si gioca sulla sua posizione naturale di ponte tra popoli e culture. Questo è il messaggio che vogliamo lanciare e lo faremo anche attraverso i confronti previsti con i governi locali, dal presidente della Regione Crocetta ai sindaci siciliani, con le forze politiche e le parti sociali”. Mediterraneo ed Europa saranno, anche, al centro dei due appuntamenti previsti con la presidente della Camera Laura Boldrini e Nichi Vendola. «Nella nostra festa afferma il coordinatore regionale di Sel Massimo Fundarò - confronteremo le nostre proposte per il rilancio della Sicilia con tutti coloro che hanno a cuore il futuro della nostra terra». Previsti momenti culturali oltre ad un ricco cartellone di eventi musicali, tutti gratuiti. Domani alle 18 l'apertura della festa e alle 22 il concerto di Nicolò Carnesi per la prima volta sullo stesso palco con Dente. E A PALERMO... Il blocco messinese deriva dalle fratture palermitane, che si prova a risolvere con due cuperliani in giunta, Angelo Villari (vicino ad Antonello Cracolici) e Cataldo Salerno (vicino a Mirello Crisafulli) e due riconferme per gli assessori Agnello e Bruno (i renziani inseriti grazie alla mediazione di Davide Faraone). Questo, almeno, secondo la proposta che il segretario regionale del Pd, il cuperliano Fausto Raciti, intende fare al vicesegretario nazionale, Lorenzo Guerini, e, per suo tramite, al presidente della Regione, Rosario Crocetta. Sulla strategia, però, pesa un problema di legittimità posto dal capogruppo all’Ars, nonché renziano, Baldo Gucciardi. SCUOLA Verso le elezioni L’ASSOCIAZIONE IMPASTATO E IL MOVIMENTO AUT BOCCIANO IL PRESIDENTE DELLA CONSULTA C’è aria di tempesta nel mondo studentesco in previsione delle elezioni della Consulta giovanile, in programma in autunno. Con un lungo comunicato, infatti, l’associazione “Peppino Impastato” e il Movimento Aut hanno “liquidato” l’attuale presidente, Luigi Genovese junior, che avevano concorso ad eleggere lo scorso anno, e non solo lui. Ecco la nota a firma di Pasquale Andrea Calapso che spiega le motivazioni: “A partire dal 29 Agosto vengono revocati da ogni incarico l’ex coordinatore del suddetto movimento, l’ex studente del Maurolico Emanuele Paleologo, ed il portavoce provvisorio dell’Associazione, Alessandro Carcione . Si comunica inoltre la revoca di ogni sostegno al Presidente della Consulta Provinciale e Regionale Luigi Genovese, da noi conferitogli sino a questo momento senza riserve. La scelta dolorosa si legge - scaturisce da alcune scelte di carattere politico a nostro avviso discutibili, come il completo disinteresse alla Legge Regionale stessa, e la quasi totale inadempienza dei punti che egli stesso presentò nel programma elettorale. Ne consegue da parte sua l’obbligo di cessare immediatamente ogni attività politica all’interno del suddetto organo di rappresentanza studentesca utilizzando nomi, simbologia e programmazione appartenenti e prodotti dal Movimento Studentesco Aut. centonove pagina 11 Queste decisioni nascono, inoltre, in seguito al susseguirsi di eventi che ha caratterizzato la nostra attività politica nei mesi di giugno, luglio e agosto, mesi nei quali l’inattività degli ex associati si è palesata nella loro totale assenza all’interno dell’organizzazione della tre giorni per Paolo Borsellino, organizzata a partire da giorno 17 Luglio con termine giorno 19, iniziando con un concerto in memoria del giudice assassinato dalla mafia svoltosi al Lido Legambiente, passando per la mostra artistica Aut del giorno seguente a Palazzo dei Leoni, nella sala ArtAut concessaci dal Commissario Filippo Romano, sino alla presenza in Via D’Amelio nel giorno dell’anniversario della strage”. Nel mirino, anche il Movimento Donnaut, da cui si dissociano “per incompatibilità politica nonché programmatica”. 5 Settembre 2014 politica FORMAZIONE. Il Codacons annuncia un’azione a favore delle migliaia di giovani rimasti “gabbati” Flop Day, risarcimento cercasi Sotto il fuoco della maggioranza e del 5 Stelle, che ne chiede la sfiducia, Nelli Scilabra si difende in Commissione Lavoro con una relazione: «I tirocini saranno banditi di nuovo. Con lo stesso metodo» PALERMO. Bando annullato, tirocini da riassegnare, maggioranza in crisi e, adesso, anche una mega azione risarcitoria. È quella annunciata a favore delle migliaia di giovani siciliani “gabbati” in occasione del click day. A lanciarla, sul suo sito web, è il codacons.it. Seguendo le istruzioni sul web, i giovani “danneggiati dalla vicenda potranno far valere i propri diritti e chiedere un adeguato indennizzo in qualità di parti lese”. L'Associazione ha inoltre reso noto di aver presentato alla Procura della Repubblica di Palermo una istanza per l’ammissione come parte offesa e di essersi rivolta alla Sezione Giurisdizionale Sicilia della Corte dei Conti chiedendo “la condanna al completo risarcimento per danno erariale a quanti si sono resi responsabili delle condotte attive ed omissive”. Il Codacons, nell'ambito delle due diverse indagini per accertare le eventuali responsabilità penali ed erariali, con due dettagliate relazioni su quanto avvenuto, ha anche chiesto di partecipare ai procedimenti per “rappresentare e tutelare gli interessi dei cittadini siciliani e in particolare dei giovani che, sino ad oggi, non hanno potuto beneficiare di quanto annunciato e promesso dalla Regione nell'ambito del Piano Giovani”. SCILABRA CONTRO TUTTI. Con una esplicita mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle e interi pezzi della maggioranza contro di lei, l’assessore alla Formazione Nelli Scilabra ha provato a non affondare dopo tutte le polemiche sul click day, ora flop day. La pupilla del governatore Rosario Crocetta, in audizione in commissione lavoro, si è difesa con le Nelli Scilabra unghie e con i denti, replicando al dossier presentato dalla ex dirigente alla Formazione, Anna Rosa Corsello, con un controrelazione: «Il ministero del Lavoro ci ha chiesto di revocare il bando su Piano e Garanzia giovani pubblicato il 18 agosto scorso. Non ho mai fatto pressioni su chicchessia - ha detto figuriamoci nei confronti di una dirigente come Anna Rosa Corsello. Non ho mai costretto l'ex dirigente a firmare atti, anche perché la gestione amministrativa era di sua competenza. Non mi ha scandalizzato il fatto che un portale informatico potesse riscontrare dei problemi, sarebbe bastato accertare la responsabilità e risolvere il problema. Coloro che hanno sostenuto via via i diversi assessori alla formazione professionale che mi hanno proceduto attacca - oggi chiedono la mia testa». IL NUOVO BANDO. Il governo Crocetta riproporrà il metodo del Click day per la selezione dei tiricini: «È l'unico strumento davvero trasparente», ha detto Scilabra. «Ovviamente stiamo studiando il sistema per mettere in sicurezza tutto». Su richiesta di Valentina Zafarana, capogruppo del M5S, «prima di votare qualsiasi atto è necessario che il governo chiarisca aspetti ancora insoluti: Da dove prenderà le risorse il governo? Vogliamo le risposte che il governo non è stato in grado di fornire in audizione». AFFIDAMENTI A ETT. Come già LA LITE Moderati contro Leanza E sulla crisi del governo regionale, entra in crisi l’alleanza tra Articolo 4 di Lino Leanza e i Moderati Sicilia. Oggetto del contendere una riunione che doveva prendere posizione sugli ultimi accadementi e che, invece, si è risolta con un documento del solo gruppo del partito dell’ex segretario del Mpa: «Esprimiamo la nostra profonda preoccupazione per la stasi nell'azione di riforma necessaria ad affrontare i problemi che affliggono la Sicilia - si legge il documento - Siamo convinti che sia indispensabile un coinvolgimento di tutte le forze di governo in ogni decisione. La riunione e il documento hanno fatto andare su tutte le furie i Moderati Sicilia, che, attraverso il loro rappresentante, Adolfo Messina, spara a zero: “Lino Leanza aveva preannunciato una riunione dei quadri dirigenti, degli amministratori e dei parlamentari, invece è stata solamente e miseramente una riunione del gruppo parlamentare, non rappresentativa delle varie istanze. “Malgrado le premesse avvenute al momento dell’adesione dei MdS a questo movimento, concordate con Leanza registriamo per l’ennesima volta una dissonanza di pensiero ed una fuga in avanti inopportuna e fastidiosa”. anticipato da Centonove nello scorso numero, la gestione del software per la selezione dei tirocini non è l'unico affidamento fatto dalla Regione siciliana alla società Ett Spa. Dalle carte consegnate in commissione Lavoro all'Ars dall'ex dirigente e dall’assessore emerge che la società genovese ha ricevuto la personalizzazione della piattaforma informatica acquisita in riuso dalla Campania e un contratto da 199 mila euro per la realizzazione di un sistem touch a supporto degli uffici del Lavoro della Regione, ma anche un intesa per l'implementazione del sistema informativo della Regione e la realizzazione del progetto “Did on line” per un importo di 169.400 euro. TURISMO “E io non ti pago!” LA REGIONE NON VUOLE RIMBORSARE GLI SPETTACOLI PER CUI È ANDATO PERDUTO IL FINANZIAMENTO UE Milioni di euro da tenere in cassa. Sono quelli che la Regione sta provando a non dare alle società organizzatrici di spettacoli. Ecco come è andata. L’assessorato turismo aveva in gestione la linea po/fesr 2007/2013 per circa 90 milioni di euro. Queste somme erano state utilizzate per finanziare o cofinanziare manifestazioni ed eventi sportivi di grande richiamo turistico. Il funzionamento era così organizzato: all'inizio dell'anno si stilava un calendario dove inserire gli eventi di grande richiamo turistico, gli eventi potevano essere gestiti direttamente dalla regione (vedi Circuito del Mito o altre minori) o gestiti da terzi (regia), su progetto preventivamente presentato in assessorato, e cofinanziati con importi tra il 30 e il 50% del bilancio consuntivo della manifestazione. Le somme per i progetti a titolarità venivano anticipate dalla Regione, mentre quelle per le manifestazioni a regia venivano liquidate a consuntivo. In fase di rendicontazione all’Unione Europea, erano però state riscontrate una serie di criticità che non consentivano al Turismo di avere certificati i rendiconti dalla comunità con il conseguente blocco di tutta la linea di credito, in particolar modo per le manifestazioni a titolarità ammontanti complessivamente a € 60 milioni circa. da qui, la decisione, da parte dell’assessorato, di decertificare centonove pagina 12 tutta la linea inserendo le manifestazioni per poter continuare ad usufruire dei contributi futuri. Così, le manifestazioni ancora da liquidare sono state passate al setaccio per trovare dei motivi per non pagare il cofinanziamento, richiedendo a distanza di 4 anni integrazioni di documentazioni non richieste nella precedente circolare (vedi tracciabilità di tutti i pagamenti anche sotto la soglia delle prescrizioni di legge) o ritardi nella presentazione di alcuni documenti o altre piccole e irrilevanti questioni sugli enti di gestione, il tutto perché, non essendoci più i soldi comunitari sulla linea, e dovendo comunque liquidare le manifestazioni a regia, avrebbero dovuto iscrivere le somme tra i debiti fuori bilancio. Da qui, la decisione di appigliarsi a qualsiasi irregolarità per potere revocare i cofinanziamenti. (D.D.J.) politica 5 Settembre 2014 BROLO. Le pratiche alla Cassa depositi e prestiti per opere mai realizzate al comune salgono a sei ZOOM Mutui fantasma: c’è il bis Pagamenti in contanti Ma nessuno si stupiva La procura di Patti apre nuovi filoni di indagine. Si indaga su altre tre opere finanziate nel 2007 e 2009. Dalle case popolari al metano. E sulla gestione di spettacoli e feste. Ecco tutti i dettagli Il vice sindaco Gaetano Scaffidi DI Carmelo Arasi GIANFRANCO CUSUMANO Brolo. I “mutui fantasma” raddoppiano. Non sarebbero solo tre i mutui accesi dal comune di Brolo e che hanno portato ad una inchiesta sfociata nell’esecuzione di sette ordinanze di custodia cautelare tra cui spiccano il ragioniere capo dell’ente, Carmelo Arasi e l’ex sindaco Salvo Messina (ai domiciliari). La procura di Patti, infatti, sta continuando le indagini tramite l’ausilio dei carabinieri e della guardia di Finanza che quotidianamente varcano l’ingresso del palazzo comunale per acquisire nuovi atti. Chi pensava che il terremoto politico dello scorso 18 agosto fosse stato l’apice, si sbagliava di grosso. Non solo sarebbero comparsi altri tre mutui per un totale di un milione 200 mila euro (uno del 2007, anno in cui l’ex sindaco Pippo Laccoto, oggi deputato Pd, lasciò il testimone a Salvo Messina, divenendone il vice), ma addirittura tre nuovi filoni di inchiesta che riguardano principalmente il settore turistico, l’avanzamento di carriera dei dipendenti, e il mancato versamento contributivo degli impiegati per un milione 300 mila euro. L’ordinanza firmata dal gip Ines Rigoli basa il teorema accusatorio principalmente su tre “mutui fantasma” accesi alla Cassa e depositi e prestiti nel 2011 (ammortamento a decorrere 2013) per opere mai realizzate: un palazzetto dello sport da un milione 700 mila euro; l’area artigianale da 591 mila euro; una scuola in via Roma da 918 mila euro. A quanto pare nel mirino ci sarebbero altre tre opere “fantasma” i cui fondi sarebbero stati distratti per altri fini. Nel 2007 (ammortamento a decorrere dal 2009) è stato contratto un mutuo alla Cassa depositi e prestiti di 291 mila per LE ACCUSE Un terremoto politico e sette ordinanze Patti. Il Gip del Tribunale di Patti Ines Rigoli, ha firmato sette ordinanze di custodia cautelare, eseguite all’alba del 18 agosto. In carcere è finito il ragioniere del Comune di Brolo Carmelo Arasi, agli arresti domiciliari l’ex sindaco Salvo Messina, la figlia del ragioniere, Rossella Arasi ed i dipendenti comunali, Costantino Maniaci, Santa Caranna , Antonella Campo e Giusy Di Leo. Tre provvedimenti di divieto di dimora a Brolo riguardano invece l’ex assessore al Bilancio Carmelo Gentile (misura successivamente revocata) ed altri due dipendenti comunali Mario Messina e Francesca Mondello. I reati contestati a vario titolo ed in concorso fra loro sono il falso materiale ed ideologico in atto pubblico, la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed il peculato, per aver distratto somme di denaro dalle casse del Comune. la sistemazione della palestra comunale; nel 2009 il comune ha chiesto e ottenuto 633 mila euro per realizzare otto allogi popolari in zona Piana (ammortamento 2011) e per un generico completamento della rete metanifera realizzata con un mutuo vero di 2 milioni e 400 mila del 2002). Di queste opere non vi sarebbe traccia non solo materialmente, ma anche nei bilanci, nelle deliberazioni del consiglio comunale, o all’ufficio tecnico dove avrebbero dovuto predisporre gli atti progettuali a supporto delle richieste di finanziamento. Ma non finisce qui. I militari dell’arma e le fiamme gialle avrebbero acquisito faldoni con atti riguardanti una gestione “allegra” del settore turismo e spettacoli. Di certo è che alcuni operatori commerciali si sono rivolti all’attuale amministrazione guidata da Irene Ricciardello sostenendo di avere diritto al pagamento di prestazioni effettuate “sulla parola”, ma privi di pezze d’appoggio. Si tratta di 120 mila euro per “service” (impianti necessari per la realizzazione di spettacoli in piazza) e 150 mila per l’affitto di palchi e sedie. Su queste indiscrezioni, tra gli addetti ai lavori, si favoleggia, addirittura, di cabaret organizzato in ville private ma addebitate al comune come feste rionali. In altri casi si parla di prestazioni d’opera a titolo gratuito come volontariato per la cura del verde pubblico, ma poi risulterebbero versamenti di circa 400 euro ad operatore senza una causale chiara. In una mensa scolastica, addirittura ci sarebbe stato un momento in cui centonove pagina 13 GLI UFFICI FINANZIARI SALDAVANO CASH. COME UN BANCOMAT Brolo. A leggere le 210 pagine dell’ordinanza della Procura di Patti il comune sembra uno sportello bancomat dove una enorme mole di pagamenti venivano effettuati in contanti. Senza che nessuno si stupisse più di tanto. Nell’ordinanza viene riportato anche un pagamento di 4300 euro incassato in contanti nel 2013 da Antonino Gatto, marito del’attuale sindaco Irene Ricciardello, all’epoca capo dell’opposizione. Un mandato con la causale “rimborso spese per diritti di segreteria” che gli inquirenti, sottolineano, «portano ad escludere la sussistenza di gravi indizi di reato». Una prassi, insomma, che non stupiva proprio nessuno: società sportive, aziende, fornitori del palazzo comunale. La nuova amministrazione comunale di Brolo ora sta lentamente raccogliendo i cocci. L’incarico di responsabile dell’ufficio ragioneria è stato affidato al comandante dei vigili urbani Damiano Passerelli. avrebbero lavorato 23 persone, non si capisce bene a che titolo. Fatti sulla cui veridicità dovrà fare luce la magistratura. A contribuire potrebbe essere il ragioniere Arasi che dopo avere cambiato legale (da Carmelo Occhiuto, attuale difensore dell’ex sindaco Messina, al penalista catanese Enzo Trantino) ha chiesto di essere nuovamente sentito dai magistrati di Patti (inizialmente si sarebbe giustificando sostenendo che le operazioni erano state fatte esclusivamente per evitare i dissesto delle casse comunali e recuperare liquidità). Il dissesto per il comune di Brolo sembra ineludibile. Quindici i milioni di euro di debiti fino ad oggi conteggiati. A cui vanno ad aggiungersi altri 4 milioni 200 mila euro per i sei “mutui fantasma” e una mole infinita di debiti fuori bilancio che stanno venendo a galla di giorno in giorno. «Se l’ufficializzazione del dissesto sarà una strada obbligata non lo so - ammette il vice sindaco e assessore al Bilancio Gaetano Scaffidi - ci sono due ispettori della Regione che indicheranno la strada da seguire. E’ stato eletto anche il nuovo revisore dei conti, Pietro Ferrante (già vice sindaco di Torrenova, ndr). I numeri sono impietosi. Quindici milioni di debiti sono certi con tanto di decreti ingiuntivi. Se c’è modo di rientrare in maniera accettabile bene, se per evitare l’onta del dissesto bisognerà affrontare manovre “lacrime e sangue”, personalmente ritengo sia meglio di no. A mio giudizio dovremmo mettere un punto fermo e ripartire». 5 Settembre 2014 politica UNIONI DI COMUNI Tirreno Ecosviluppo, De Marco presidente IL SINDACO DI VILLAFRANCA A CAPO DELLA CENTRALE DI COMMITTENZA Il sindaco Luigi Calderone Francesco Ruggeri SAN PIER NICETO. Case popolari al posto di un palazzo ottocentesco Espropri nel Calderone A contestare il progetto l’ex vice sindaco Francesco Ruggeri. Al via anche una petizione. Calderone replica: «Strana protesta» DI GIANFRANCO CUSUMANO SAN PIER NICETO. Case popolari al posto della casa appartenuta a Placido Bruno, ex sindaco dei primi del 900, ritenuta di grande valenza storica, e quella della famiglia del vice sindaco dimissionario Francesco Ruggeri. Il progetto da 2 milioni di euro dell’amministrazione guidata da Luigi Calderone, ha portato lo stesso Ruggeri a rivolgersi all’assessorato regionale ai Beni Culturali e alla Soprintendenza, e alcuni cittadini ad avviare una petizione online. Secondo quanto sostiene Ruggeri sull’area vi sarebbero due progetti, entrambi a firma dell’architetto Paolo Bucca: uno prevede l’esproprio di quattro edifici per essere trasformati in case popolari, l’altro - come scrive Ruggeri - «facente parte del Completamento del programma di recupero del Pit 22 e del Contratto di Quartiere II, nel quale veniva giudicato come edificio “storico” da destinare a centro di sviluppo e promozione delle attività legate all’Infiorata del Corpus Domini essendo “un palazzotto signorile di particolare valenza architettonica”». «All'epoca in cui ero vice sindaco, ho espresso disappunto e contrarietà sulla fattività delle case popolari in quella zona - dichiara l’avvocato Ruggeri - e posso assicurare che l’abitazione di famiglia non c’entra nulla in questa vicenda. Il comune di San Pier Niceto ha iniziato l'iter espropriativo senza che fosse stato ancora emesso il relativo decreto di finianziamento da parte della Regione Sicilia. In più il Comune ha provveduto, sempre con mio disappunto ed opposizione, ad accendere un mutuo di oltre 250 mila euro (quota parte del 10% sull'intero importo oggetto di finanziamento a totale carico dell'Ente) quando ancora il relativo decreto di finanziamento non era stato emesso». Il primo cittadino Luigi Calderone, in risposta all’ex alleato Ruggeri, ha scritto una lunga lettera in cui ribatte punto per punto. «Dopo avere inviato l ’avviso del procedimento alla ditta proprietaria degli immobili interessati all’ esproprio definitivo - scrive il sindaco stranamente l’unica osservazione presentata e sulla quale non entro nel merito, lasciando ad ogni cittadino le opportune valutazioni del caso, sia stata respinta dal responsabile tecnico in quanto formulata “per tutelare un interesse privato a discapito della pubblica utilità”, non esistono invece osservazione di altri Enti o Associazioni che avrebbero avuto a disposizione anni per manifestare ogni tipo di opposizione». Calderone sostiene che «l’attuale Amministrazione si è trovata di fronte ad una progettazione già in itinere e, pertanto, stupisce l’interesse odierno di taluni che appaiono scandalizzati di fronte ad un progetto che ha finalità di recupero e valorizzazione di immobili urbani che, allo stato attuale, sono in condizioni precarie di conservazione. Né, tanto meno, alcuno dei proprietari degli immobili interessati ha provveduto a ristrutturare alcuno di essi. Anzi, entrando nel merito della casa appartenuta al dott. Placido Bruno si specifica che, risalente all’Ottocento come tante altre che insistono nel territorio di San Pier Niceto, non è stata sottoposta ad alcun vincolo della Sovrintendenza ai Beni Culturali che ha fatto pervenire parere favorevole sul progetto» VILLAFRANCA TIRRENA. Il sindaco di Villafranca, Matteo De Marco, è il nuovo presidente del consorzio "Tirreno Ecosviluppo 2000", la società consortile composta da 15 comuni del litorale tirrenico tra Santa Lucia del Mela e Villafranca Tirrena. Il consiglio di amministrazione, rinnovato recentemente, si completa con le nomine a vicepresidente di Giuseppe Merlino, vicesindaco di Saponara ed del consigliere Salvatore Campagna, primo cittadino di Condrò. La nuova squadra capitanata da De Marco si è messa subito al lavoro per portare a compimento i programmi già in in itinere e Matteo De Marco lanciare subito la nuova progettazione insieme alle figure del direttore generale Carmelo gestendo i rapporti con gli Enti locali Anastasi e dell'architetto Giuseppe cui spetta l'aggiudicazione definitiva. Cotruzzolà, responsabile tecnico della Tra le varie iniziative in programma società. “Nel ringraziare tutti i anche quella di procedere colleghi per avermi concesso la loro all'acquisizione di un'area da adibire fiducia - ha dichiarato De Marco – alla creazione di un canile voglio ribadire il nostro impegno a comprensoriale, la partecipazione perseguire progettualità utili ed degli operatori locali all'Expo 2015 e interessanti a tutto il nostro la realizzazione un impianto di comprensorio attraverso il consorzio. discarica consortile per la raccolta di In primo luogo, ad esempio, la inerti allo scopo di rendere un servizio formazione dell'organizzazione della più rapido ed economico alle aziende cosiddetta Centrale unica di edili del territorio. Tra progetti già committenza (Cuc), della quale avviati, invece, sono stati già affidati potrebbero usufruirne gli enti alla società "Mandarin s.p.a" che fa interessati”. La Centrale Unica di capo al gruppo Franza, chee opera nel Committenza, la cui istituzione è campo delle reti “wi max”, i lavori del obbligatoria per legge, curerà le progetto "Litorale Sicuro" per la procedure di gara di appalti di lavori, realizzazione del servizio di servizi e forniture, dalla videosorveglianza che interesserà la predisposizione del bando, fino fascia costiera di sei comuni tra all’aggiudicazione provvisoria, Monforte e Milazzo. SAN PIERO PATTI Trovato cancella la Tasi L’AMMINISTRAZIONE NON FARA’ PAGARE IL NUOVO BALZELLO San Piero Patti. L’amministrazione comunale di San Piero Patti cancella la Tasi. Nessun cittadino, detentore o possessore di immobili pagherà dunque il nuovo balzello. La giunta presieduta dal sindaco Ornella Trovato ha proposto al Consiglio Comunale l’approvazione dei regolamenti Tasi, Tari ed Imu e, contemporamente, l’azzeramento della Tasi per l’anno 2014. «Ciò significa - si Ornella Trovato legge in una nota - che i cittadini non verranno gravati di questa nuova tassa che se applicata pur al minimo avrebbe certamente pesato sui cittadini già fortemente provati da una ormai lunga crisi economica». L’amministrazione comunale coprirà i costi della Tasi, pari a circa 117 mila euro con propri fondi comunali. L’amministrazione assicura che non verranno intaccati i servizi comunali o aumentate le aliquote Imu e Tari, che resteranno invariate. Si tratta di uno dei pocchissimi comuni italiani a fare questa scelta. centonove pagina 14 sicilia Antonio Le Donne e Renato Accorinti MESSINA. Inserita nel piano di riequilibrio la costituzione della società che raggrupperà le attuali partecipate Rivoluzione Multiservizi Milleduecento dipendenti, fatturato da cento milioni, rami d’azienda per acqua, trasporti e rifiuti. Entro la fine dell’anno sarà votata in aula. Il dilemma sullo statuto. Ed i precedenti DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. La rivoluzione è nascosta tra le pieghe del piano di riequilibrio, a pagina 52 delle 365 che compongono il documento. “Al fine di realizzare efficienze nella gestione ed economie di scopo nella produzione o erogazione dei servizi, l’amministrazione persegue il disegno strategico di istituire una società multiservizi la quale, concentrando funzioni e attività, potrà consentire la realizzazione di importanti economie di scala nei rapporti con i fornitori, evitando anche duplicazioni funzionali, oltre a semplificare la gestione amministrativa anche in vista del consolidamento dei bilanci degli enti locali. L’idea frulla nella testa del direttore generale Antonio Le Donne sin dal suo arrivo a Messina: colpo di spugna su tutte le partecipate, e contenitore che le inglobi tutte. Mu.Me., Multiservizi Messina. PAZZA IDEA MULTISERVIZI. Un sogno? No, stando al piano di riequilibrio. Nel quale si legge che di una nuova società “ la cui istituzione intende proporre al Consiglio Comunale, ed al cui fine il competente dipartimento ha già sostanzialmente ultimato la relativa proposta di delibera”. Sul tavolo del consiglio arriverà la proposta di delibera di costituzione di una commissione tecnica che, in quattro mesi, partorirà nei dettagli la vera e propria multiservizi. Che, almeno all’inizio, accorperà i rami d’azienda di acqua, rifiuti e trasporti: le ex Amam, Messinambiente e Atm. Cosa si sa attualmente della Multiservizi? SPA O SPE...CIALE? Il primo dilemma da sciogliere, e se ne occuperà la commissione tecnica (composta da Le Donne, da dirigenti e funzionari interni e si confronterà con quella politica nella quale siederanno esperti nominati dal sindaco Renato Accorinti) è la forma statutaria. L’unica previsione certa è che la nuova società sarà interamente pubblica: l’amministrazione Accorinti di partner privati non vuole sentirne parlare. Le soluzioni, quindi, sono due: Azienda speciale sulla falsariga dell’Atm, o 5 Settembre 2014 società di capitali con unico azionista il Comune. La seconda ipotesi garantisce più “liberta di manovra” e “autonomia patrimoniale perfetta”. Ciò significa che il socio Comune avrebbe, dal punto di vista patrimoniale, responsabilità limitata poichè risponderebbe dei debiti della società solamente nel limite del capitale conferito. Viceversa, un'azienda speciale è un ente pubblico in tutto e per tutto. PRO E CONTRO. Il vantaggio è che, essendo le aziende speciali soggette al diritto pubblico e non avendo scopo di lucro, non sono soggette a tassazione in quanto non producono profitti ma forniscono un servizio al di fuori dei meccanismi di mercato”. Per un’azienda come la Multiservizi, da 1200 dipendenti e fatturato che sfonderebbe abbondantemente i cento milioni di euro, non sarebbe un vantaggio da poco. Nello specifico, non producendo “utili”, un’azienda speciale non sarebbe soggetta ad Ires, che oggi ammonta al 27,5% del reddito. Di sicuro, poi, non pagherebbe Iva, il cui costo oggi oscilla tra il 10% ed il 22% a seconda del servizio. I PRECEDENTI. Se i tempi tecnici e politici saranno rispettati, a inizio 2015 la multiservizi dovrebbe essere operativa. In Sicilia, però, operazioni simili hanno fatto un flop catastrofico. A Palermo, l’avventura Multiservizi (partecipata regionale, non comunale) si è conclusa con la liquidazione e debiti a valanga e lavoratori transitati nella Società a totale capitale regionale SAS. Il rovescio della medaglia, invece, è la APM (azienda pluriservizi Macerata), multiservizi partecipata del comune marchigiano che ha chiuso il 2013 con un utile di poco meno di un milione di euro, versato nelle casse del Comune. Del quale segretario generale, prima del suo arrivo a Messina, era proprio Le Donne. MESSINAMBIENTE Dipendenti, arriva la sforbiciata “EVENTUALE RIDUZIONE DI PERSONALE”, SCRIVE IL LIQUIDATORE CIACCI. MOSSA CHE “ANDREBBE CONCORDATA”. MA DI CUI SI PARLA CON INSISTENZA Alessio Ciacci MESSINA. L’ipotesi, terremotante e assolutamente inedita, è che l’inglobamento di Messinambiente nella prossima Multiservizi, potrebbe comportare il licenziamento di personale. Parecchio. La circostanza la riporta Alessio Ciacci, liquidatore di Messinambiente, nella relazione ai bilanci 2011 e 2012, approvati ad inizio agosto. “Il numero dei dipendenti scrive Ciacci - circa 528 unità tra cui 30 invalidi e 50 con limitazioni di “non idoneità” a mansioni operative, è indubbiamente in eccesso rispetto agli centonove pagina 15 importi incassati e dunque al canone che il Comune stanzia ogni anno”. E sin qui nulla di nuovo, anche se il primo a parlare di esuberi di personale è stato l’assessore Daniele Ialacqua, a febbraio, in occasione della bocciatura dei bilanci. Poi la rivelazione. “Una eventuale riduzione di tale personale andrebbe concordata tra il committente e l’ente gestore”. Due righe, che svelano un possibile futuro: Messinambiente potrebbe fare a meno di parecchi degli attuali dipendenti. Quanti? Oltre un centinaio. (A.C.) 5 Settembre 2014 sicilia CORTE DEI CONTI INCHIESTE. A un giro di boa i controlli della magistratura Cas, si stringe il cerchio Occhi puntati su transazioni sospette e appalti-spezzatino. Ma ora si complica la nomina del nuovo direttore generale MESSINA. Si stringe il cerchio delle indagini della magistratura in merito alle verifiche in corso sulla contabilità del Consorzio autostrade, transazioni sospette e appalti assegnati “a spezzatino” per aggirare le norme di legge. Ma sul capo del Consorzio autostrade pende anche una multa da quasi otto milioni di euro, frutto delle contestazioni avanzate dall’Ufficio del lavoro: abuso di straordinario e turni senza sosta, espressamente vietate dalle legge. Su questo punto i vertici del consorzio hanno avviato una interlocuzione con l’ufficio provinciale degli ispettori del Lavoro. Ma è anche sul fronte del “managment” che l’ente soffre. Non è stata formalizzata ancora la nomina a direttore generale dell’ex capo del genio civile di Caltanissetta Antonio Castiglione, al posto dell’ingegnere Maurizio Traianiti, nomina in quota all’Mpa di Raffaele Lombardo, partito per il quale il professionista ha anche svolto il ruolo di assessore a Catania. Se quella di Traianiti è una nomina “anomala” in considerazione dello stipendio erogato che ne hanno fatto uno dei dirigenti più pagati dalla Regione, sono sorte perplessità in merito al contratto da applicare ora all’ingegnere Mario Pizzino, in Francesco MInardo Caso Pintabona, c’è il danno erariale I vertici del Cas condannati a pagare oltre ottanta mila euro per la mancata nomina del direttore generale. Ecco le motivazioni Rosario Faraci mobilità dal Comune, che ha già svolto il ruolo di direttore generale, quando era assessore alle Infrastrutture, Piercamillo Russo. I titoli di Pizzino sono maggiori di quelli di Castiglione, dirigente di terza fascia. E questo, crea perplessità, in merito alle deleghe operative che il presidente Rosario Faraci è chiamato ad assegnare. MESSINA. La Corte dei conti conferma in appello la condanna dei vertici del Consorzio autostrade siciliano al risarcimento del danno subito dall’ente per il ritardo nella nomina di Olivia Pintabona a direttore generale. La non immediata nomina del vincitore del concorso ad un posto di funzione la cui copertura era reputata indifferibile – afferma il giudice contabile in 42 pagine - e la successiva ostinata perseveranza nel non procedere a tale adempimento integrano certamente condotte gestionali palesemente non animate dal desiderio di assicurare l’imparzialità ed il buon andamento dell’azione amministrativa. Il danno era stato quantificato dal Consorzio in una somma pari ad € 85.356,75 per le somma erogata all’ingegnere Felice Siracusa, dirigente VERTENZE Contratto, mobilitazione a Roma INCONTRO A PALERMO SENZA ESITO PER I SINDACATI MESSINA. Non si ferma la vertenza che vede impegnati Cub Trasporti, UGL Trasporti e Sla – Cisal in una prolungata azione di sciopero – al momento il termine è del prossimo 15 settembre – contro i vertici del Consorzio Autostrade Siciliane continua. “Abbiamo rinnovato le richieste ai vertici aziendali – dichiara Filippo Sutera, della Cub – al fine di sospendere lo sciopero e far rientrare i lavoratori. Purtroppo nessuno dei tre componenti il Cda ha inteso recepire il tentativo di dialogo. Evidentemente preferiscono rinunziare agli incassi piuttosto che confrontarsi con i lavoratori”. “Continuando così – dichiara Angelo Passari, della Ugl – non potremo che richiedere le dimissioni dell’attuale Cda. A questo punto la vertenza si sposta a Roma, perché tutti hanno capito che né contrada Scoppo né Palermo hanno nulla da dire”. Nei giorni scorsi l’incontro tra il segretario generale Fit Cisl Sicilia Amedeo Benigno, il segretario Responsabile del Dipartimento viabilità Antonio Dei Bardi e il Presidente del Consorzio autostradale siciliano, proprio sulla vicenda dell’applicazione del contratto regionale. “Abbiamo ribadito il nostro no al percorso intrapreso dal Cas ha affermato Benigno, sulla vicenda del contratto regionale, al posto di quello nazionale di categoria , che prevarica diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione e da leggi nazionali e abbiamo denunciato un sistema di decadenza di una certa politica e di amministratori, che disconoscono i principi fondamentali della democrazia”. La riunione è terminata con l’impegno da parte del Presidente e del Cda ad avviare sulla vertenza una riflessione più ampia. “L’unico contratto di lavoro applicabile ai lavoratori del Cas - hanno però ribadito - è il contratto nazionale, per il ‘personale dipendente da Società e Consorzi Concessionari di Autostrade e Trafori’ che è il contratto di lavoro applicato su tutto il territorio nazionale“. centonove pagina 16 generale facente funzioni (€ 30.758,52), per il risarcimento del danno in favore dell’avvocato Olivia Pintabona in esecuzione della sentenza del Tribunale di Messina per la mancata nomina (€ 20.349,97) ed, infine, per il compenso corrisposto all’ingegnere Vincenzo Pozzi per l’incarico di consulente esterno (€ 34.248,26). Benedetto Dragotta dovrà pagare la somma di per € 28.754,98 e Francesco Minardo quella di € 24.998,32; mentre è stata lievemente ridotta ad € 6.154,73 la condanna per Carmelo Torre e Angelo Paffumi in quanto, componenti del consiglio di amministrazione, rispondono solo per le somme relative all’incarico all’ingegnere Pozzi. Olivia Pintabona era prima nella graduatoria per la nomina a direttore generale dell’ente. Poi, pur di non attribuirle l’incarico cui aveva diritto, il commissario Dragotta assegnò le funzioni di direttore generale all’ing. Siracusa che si era classificato al secondo posto, poi sospese la graduatoria e finanche revocò in autotutela la determina del Commissario ad acta che l’aveva pubblicata. Subentrato successivamente Minardo conferì all’ingegnere Pozzi l’incarico di consulente esterno assegnandogli i dei compiti del direttore generale. Per questi fatti la Cassazione nel mese di maggio ha confermato la condanna di Minardo e Siracusa ad otto mesi di reclusione in sede di rito abbreviato. Assolti in primo grado i componenti del consiglio di amministrazione (Torre, Faraone e Paffumi) e Patrizia Valenti, subentrata a Minardo nella presidenza del Consorzio, saranno giudicati in appello su ricorso del Pm e della Procura Generale. 5 Settembre 2014 sicilia PATTI. Sempre più acceso lo scontro alla Polizia municipale. Nuova querela per il neo comandante Querele? Siamo vigili Prima una vigilessa che si è sentita diffamata, oggi a prendere la carta bollata anche il revisore dei conti Antonino Mastrantonio. Il dirigente Ganci: «Il mio impegno e dedizione non sono apprezzati» DI PAMELA ARENA Patti. Sara ricordato per avere inventato la “maxi multa” o per collezionare querele? Ai posteri l’ardua sentenza, di certo il nuovo comandante della polizia municipale, Castrense Ganci, famoso per aver ideato la maxi multa finalizzata a “far vergognare il trasgressore”, di recente è stato destinatario di un’ulteriore querela. Già a luglio il dirigente comunale dei vigili urbani era stato querelato da una sua sottoposta con la quale avrebbe avuto uno spiacevole diverbio, nella sede del comando, culminato con il trasporto della MESSINA. I subbugli delle due vigilessa in ambulanza all’ospedale Barone Romeo. Episodio, questo, che aveva indotto i consiglieri comunali di opposizione Filippo Tripoli, Nino Gigante, Pasqualino La Macchia e Federico Impalà a chiedere dei chiarimenti al sindaco Mauro Aquino. In merito era intervenuto anche il Èresponsabile nuova televisione, quindi, territoriale della Cgil Funzione Pubblica, Nino Cammaroto. anche ciò che si contrappone In attesa che venga definita la questione, per il comandante Castrense Ganci, arrivato a gennaio da Monreale, si apre un’altra vicenda. A “Tutta la vitaquesta che c’è”: Messina denunciarlo volta è statoospita la campagna Antonino Mastrantonio, revisore del che dà voce alle donne con tumore al comune e marito di un’altra vigilessa, seno che siavanzato è ritenuto offeso da alcune affermazioni. «Il signor comandante Fa tappa in Sicilia “Tutta –lasivita che della polizia Municipale legge c’è”, campagna nazionale di nellalaquerela – mentre si intratteneva sensibilizzazione con alcuni sottoposti, proferiva delle che haingiuriose l’obiettivosostenendo di accendere i parole anche riflettori sul tumore al seno avanzato che l’esponente è incazzato “picchi ci eficiru darel’esposto voce a migliaia di pazienti. per i lavori abusivi di Martedì 8 luglioNella il Centro Oncologico Patti Marina”». sua querela di Eccellenza Peloritano Messina Mastrantonio conferma di essere stato (AAOR Papardo-Piemonte), fghjo Il comandante Castrenze Ganci qualità di vita. destinatario di una segnalazione A loro è dedicata “Tutta la vita che c’è”, anonima, indirizzata tra gli altri una campagna nazionale itinerante proprio al comandante della d’informazione, realizzata conpolizia il municipale,dicirca un fabbricato contributo Novartis e promossa dalle oggetto di manutenzione e specifica Associazioni pazienti Salute Donna che tale lavoro «è conforme alla onlus e A.N.D.O.S., Associazione normativa Donne vigente, tant’è che ad oggi, Nazionale Operate al Seno, che nonostante manufatto sia statovoce e ha l’obiettivoil di dare finalmente sottoposto verifica edaalle parte dei di ascolto alleaesigenze speranze tecnici comunali, scriventecon non è migliaia di donne lo “invisibili” tumore al seno avanzato. Martedì 8 luglio, a partire dalle ore stato destinatario di alcun 16.00, a Messina, presso l’Auditorium provvedimento sanzionatorio, né di dell’Azienda Ospedaliera Ospedali denuncePapardo-Piemonte, per abusivismo, anzi, a Riuniti Contrada seguito disirichiesta Papardo, terrà un inoltrata incontro lo nelscorso quale maggio 2014, è stataconfrontarsi rilasciata una le pazienti potranno con regolare concessione edilizia. gli specialisti messinesi su tuttiOra gli – continua la querela – è pacifico che il aspetti della vita quotidiana coinvolti significato obiettivo delle espressioni dalla malattia, parlare apertamente utilizzate fortemente lesivo della le della loro ècondizione e condividere onorabilità delloNell’ambito scrivente, nella più loro esperienze. dell’incontro, che vedra' la ampia accezione, e della reputazione dello stesso, tanto più se si considera che le stesse venivano manifestate alla presenza di più persone, tutte dipendenti comunali nonché colleghi partecipazione del dottor. Michelle della propria moglie». Intanto, sembra Vullo, neo Direttore dell'AOOR sia pronta una delibera di giunta che Papardo-Piemonte, si potrà aggiungere prevede il trasferimento di vita” tre vigili una foglia all’“Albero della che urbani fra ogni cui anche moglie di correderà tappa la della campagna, Mastrantonio. A tutto questo risponde scrivendo un pensiero per manifestare lo stesso comandante Castrense supporto alle donne che lottano. Ganci cheCentro dichiara di non aver ricevuto del «Il Oncologico di Eccellenza nessuna querela da parte del marito Papardo, è nato circa due anni fa in della vigilessa: «Non mi è stato convenzione con l’Università degli notificato nulla - con dichiara – ma ormai Studi di Messina l’obiettivo di non mi stupisco più di nulla visto che rispondere alle esigenze di assistenza l’autore della querela è oncologica delpresunta territorio», afferma marito di Adamo, una dipendente che, quando Vincenzo Professore ordinario accadde la “famosa” lite nel luglio di Oncologia Clinica Medica scorso, si è agitata da finire all’Università degli così Studitanto di Messina e sotto procedimento disciplinare. A Direttore dell’Unità Operativa questo punto mi chiedo se sono io ad Complessa di Oncologia Medica essere troppo attaccato al mio «La lavoro, dell’AOOR Papardo-Piemonte. o sono i dipendenti che mi campagna “Tutta la vita checriticano c’è” si che non vogliono svolgere propria sposa perfettamente con la la mission attività nello perché che, principale delstesso Centromodo Oncologico catapultati in questa realtà percarico in con il “Progetto Donna”, si fa trasferimenti che di rispondono ad altre modo particolare tutte le patologie logiche. Quando mi hanno affidato il oncologiche che colpiscono la comando della polizia municipale di popolazione femminile». Patti - continua – hoil creduto “Tutta la vita cheCastrense c’è” è anche titolo di poter svolgere anche qui un che ottimo del Manifesto della campagna, le lavoro così come hanno ho fatto a Monreale due Associazioni messo a punto dove, tutt’ora, mi chiedono delle di tornare, per richiamare l’attenzione ma in prossimità dellae scadenza del istituzioni, dei media dell’opinione contrattosui nondiritti possoe sulle fare aesigenze meno didi pubblica pensarepazienti. che qui «Le il mio impegnoci queste statistiche incondizionato non è delle apprezzato in dicono che il numero donne e, che secondo luogo, noncon è adeguatamente convivono a lungo un tumore al remunerato. L’idea della “mega multa”, seno in fase avanzata è destinato per nata perasopperire allaprossimi mancanza di fortuna crescere nei anni», un carroAnnamaria attrezzi perMancuso, rimuovere le auto afferma del trasgressore, inizialmente è stata Presidente di Salute Donna onlus. «Le criticata, mentre è apprezzata. prospettive per leoggi donne colpite da Purtroppo – conclude – tutti sono questa patologia stanno cambiando, pronti quando siche vuole attaccarevedano la ma è necessario le pazienti polizia municipale, ma quando poi e seriamente riconosciuti i loro bisogni i servizi nessuno è inon loroarrivano diritti. Vorremmo che i media e pronto a farsi un esame di coscienza». l’opinione pubblica cominciassero a Riguardo trasferimento delle unità parlare di al tumore al seno avanzato lavorative, senza paurailecomandante che le donneCastrense evidenzia come queste scelte siano «di affrontassero la propria condizione competenza sindaco che, senza timoredel di subire emarginazione probabilmente, ha intenzione di lavorativa o sociale». ottimizzare la manodopera e garantire Messaggi e obiettivi della campagna si quanti più servizi possibili». ricollegano al progetto Her(e) and Now, un’iniziativa di awareness LA CURIOSITÀ Aiuto, mi è cresciuto il verbale fghjni in fumo all’avanguardia nell’assistenza e cura dei tumori femminili, PATTI. Anche nelle infrazioni è questioni di misure. Almeno a Patti. Nel ospiterà un incontro nel qualestradali i comune messinese infatti, con l’arrivo del FGHJFHGJ comandante Castrenze Ganci i verbali cittadini sono raddoppiati. Noncon nelspecialisti numero ma nella dimensione: dal classico formato a potranno confrontarsi quello A3e (40x30 cm). Un “lenzuolo” rosa (e non verde) per risaltare di più e oncologi Associazioni pazienti. Pensando Satislolascivius matrimonii farlo notare anche ai passanti. L’idea di Ganci, arrivato scorso gennaio dal vix lucide iocari apparatus bellis. Adlaudabilis comune di Monreale, di fare “vergognare” il trasgressore, inducendolo Messina, 7 luglio 2014è-quella In Sicilia conubium santet agricolae, ad essere più30.000 disciplinato ad ovviarezothecas all’assenza di un carro attrezzi). A iam vivono quasi donne(oltre che hanno catelli Prima agnascor fiducias,lautmaxi suis zothecas. quanto pare i risultatidiglicarcinoma stanno dando ragione. di adottare multa ricevuto una diagnosi Suis dieci praemuniet pretosius catelli. Ganci è stato di un altra iniziativa: giorni senza multe. Sono mammario; trapromotore loro sono molte quelle conubium staticombattono intensificaticon i controlli al posto delCathedras verbale i frugaliter vigili si sono limitati santet ad che la formama avanzata plane perspicax utcunque sensibilizzare pattesichirographi, al rispetto del codice euna che“strigliata”, oggi, grazie per ai progressi delle gli automobilisti adlaudabilis ossifragi spinosus vocificat della strada. terapie, convivono sempre più a lungo La mega multa di Patti. E’ grande quanto un foglio A3 rures. con la malattia, con una migliore centonove pagina 17 5 Settembre 2014 sicilia Da sinistra, Dario Cartabellotta, Patrizia Valenti, il commissario Filippo Romano, Nino Bartolotta e Rosario Crocetta MESSINA. Da Santo Stefano di Camastra a Mistretta tutti d’accordo a sposare il libero consorzio di Enna In fuga dalla Provincia I comuni della Valle dell’Halesa rompono col capoluogo, Dubbi per Tusa che vorrebbe dialogare con le Madonie. Taormina, invece, interrompe i rapporti con Giarre. Nuovo incontro a palazzo dei Leoni DI GIANFRANCO CUSUMANO MESSINA. L’area metropolitana di Messina sembra un grand hotel. Gente che va, gente che viene. In questo caso si tratta di comuni. Entro il 28 settembre le amministrazioni comunali dell’ex provincia di Messina dovranno scegliere se aderire all’area metropolitana o ai liberi consorzi. Sembra rientrata la “pazza idea” di Taormina di seguire i catanesi dell’Etna Nord. Al contrario, Mistretta, sembra decisa a “sposarsi” con la vicina Enna. I tempi sono stretti. Anche perchè, secondo quanto disposto dalla Regione, la scelta di entrare o uscire dall’area metropolitana si può fare con una semplice delibera di consiglio votata da almeno 2/3 dei consiglieri. Per entrare a far parte di un libero consorzio, invece, si dovrebbe fare prima una consultazione popolare tramite referendum, a sua volta normato da un regolamento comunale. Ma nei prossimi giorni ci potrebbero essere novità. Visto che molti comuni ancora non hanno preso una decisione e non hanno i tempi tecnici per potere indire il referendum, la Regione starebbe per varare una proroga. In sostanza per concedere ancora tempo agli indecisi la data del 28 settembre sarebbe trasformata nel termine ultimo per l’indizione e non dello svolgimento della consultazione popolare. Addirittura alcune voci danno per certa l’abolizione successiva del referendum, dando l’esclusivo mandato al consiglio comunale. A Taormina - anche se non ufficialmente - sembra tutto deciso. Nelle scorse settimane era stato votato all'unanimità un ordine del giorno sull'ipotesi di costituire un nuovo libero consorzio dei Comuni (Etna Nord), ma la situazione politica su questo argomento sarebbe mutata. Dal Partito Democratico alle liste civiche di maggioranza sembrano decisi a restare con Messina. «Il libero consorzio con i comuni etnei rimane una buona idea - ammette Mario D’Agostino, coordinatore politico della civica “Intesa Democratica” - ma oggettivamente, essendo la sede a Giarre (il comune più popoloso) c’è il rischio che le esigenze di Taormina non vengano tenute nella giusta considerazione». Tra i comuni del comprensorio a propendere per l’area metropolitana anche Giardini Naxos e Letojanni. Le idee più chiare si potranno avere lunedì 8 settembre, alle 10. A Palazzo dei Leoni, sede dell’ex provincia di Messina, si incontreranno i sindaci del messinese con il commissario Filippo Romano e il vice presidente della Regione, Patrizia Valenti. E’ stata invitata anche la deputazione regionale e nazionale. In realtà, i sindaci dei comuni nebroidei che orbitano tra Mistretta e Santo Stefano di Camastra, le idee sembrano avercele chiare. Complessivamente sono otto. Nel corso dell' assemblea svoltasi nell'auditorium dell' università Kore di Enna a luglio avevano spiegato che l'adesione al Consorzio “Enna Tirreno” rappresentava una opportunità da non perdere «per i benefici che sganciarsi da una grossa provincia, come quella messinese, comporta». «Il nostro statuto prevede la possibilità di referendum e non prevede quorum, non credo avremmo problemi assicura Carmelo Re, sindaco di Santo Stefano di Camastra - vogliamo passare da parte terminale e dimenticata della provincia di Messina ad attore e protagonista di una nuova ipotesi di rilancio e di sviluppo con comuni della ex provincia di Enna. Saremmo il loro sbocco sul mare». LA POLEMICA Gal diventa poco...Plus DICIOTTO CENTRI NEBROIDEI ESCLUSI DAI FONDI PER IL RILANCIO DELLE AREE DEPRESSE E MONTANE Giuseppe lembo (Ucria) e Ciccino Calanna CAPO D’ORLANDO. Aderire o meno ad un territorio è una scelta che potrebbe influire anche sulle casse del proprio comune. ne sano qualcosa i 18 comuni del Gal Nebrodi Plus rimasti fuori dalla perimetrazione regionale col rischio di perdere importanti finanziamenti. «Non abbiamo intenzione di portare avanti guerre di campanile ma chiedere al Dipartimento per lo sviluppo economico, una riperimetrazione dell’area Nebrodi. E’ assurdo pensare che alcuni comuni costieri, che ospitano già tanti servizi siano inclusi e centri realmente periferici e di aree depresse no». L’ex deputato Francesco Calanna, centonove pagina 20 presidente del Gal Nebrodi Plus, per il momento usa il fioretto. Ma molti comuni montani del messinese sono sul piede di guerra. Si sono riuniti a Villa Piccolo, a Capo d’Orlando. Si tratta di Capizzi, San Teodoro, Cesarò, Sinagra, Ucria, Raccuja, Floresta, Santa Domenica Vittoria, Sant’Angelo di Brolo, Ficarra, Novara di Sicilia, Basicò, Tripi, Montalbano Elicona, San Piero Patti, Montagnareale, Librizzi, Piraino. Allo stato non sono stati inseriti tra i comuni che costituiscono l’Area Interna Nebrodi e rischiano di perdere i fondi per rilanciare le aree depresse e montane. «La mappatura finale- spiega ancora Calanna- è influenzata a nostro avviso da due fattori: i criteri con cui selezionare i centri di offerta di servizi e la scelta delle soglie di distanza per misurare il grado di perifericità delle diverse aree. Inoltre le Aree Interne saranno partners privilegiati per la definizione della strategia di sviluppo e la realizzazione dei progetti in essa inclusi». 5 Settembre 2014 sicilia Oltre a Santo Stefano di Camastra decisione presa anche a Mistretta, Capizzi, Motta D’Affermo, Reitano e Caronia. Qualche dubbio a Castel di Lucio. Visto che non vi sono certezze, il presidente del consiglio comunale Pippo Nobile, non ha ancora convocato la seduta. Punto interrogativo invece per Tusa. Le ipotesi sono due: o il libero consorzio di Enna o quello che dovrebbe nascere sulle Madonie con capofila Termini Imerese (occorre la contiguità territoriale). Anche se fa capolino quello Carmelo Re, sindaco di Santo Stefano di camastra di Patti grazie ad una maglia lasciata aperta dalla si terrà dopo l’incontro di Messina per normativa. chiedere alla cittadinanza un «Ancora non abbiamo deliberato referendum preventivo». Se il comune perchè è in corso un dibattito interno non prenderà una decisione, in base - spiega il sindaco Angelo Tudisca all’attuale norma, aderirà queste non sono decisioni che si automaticamente al “consorzio di prendono d’imperio, voglio che Messina” che comprende tutti i centri l’intero territorio, rappresentato sia esclusi dall’area metropolitana di dalla maggioranza che Messina che non hanno fatto una dall’opposizione, faccia una scelta condivisa. Il nostro sarà l’unico comune della Valle dell’Halesa ad accogliere l’invito alla riunione indetta lunedì 8 settembre alla sede dell’ex provincia di Messina». Tudisca non vorrebbe “rompere” con i comuni della Valle dell’Halesa, territorio coeso, con cui ha fino ad oggi lavorato ed ottenuto significativi risultati politici ed economici (finanziamenti comunitari). Ma su Enna i dubbi sono tanti. «E’ la provincia più povera d’Italia, è lontana dal nostro territorio. Se nascesse il consorzio delle Madonie, invece, il capofila sarebbe Termini Imerese, ad un tiro di schioppo dal nostro comune». Anche l’opposizione ha dato carta bianca a Tudisca. Si è già tenuta una prima assemblea pubblica alla villa comunale molto partecipata. Un’altra LA SCHEDA Carditello e Mauro verso la pensione IL DIRIGENTE ALL’EDILIZIA SCOLASTICA E L’ADDETTO STAMPA NELLA LISTA DEI DIPENDENTI CHE FANNO LE VALIGIE Patrizia Valenti scelta alternativa. Scontata l’adesione all’area metropolitana per i comuni da Barcellona a Villafranca Tirrena (compreso Milazzo e la valle del Mela). Nessun tentennamento nemmeno nella zona jonica dove dove c’era stato un timido tentativo di Santa Teresa di Riva di fare scelta alternativa, subito rientrato. Angelo Tudisca centonove pagina 21 Messina. Entro fine anno la Provincia regionale di Messina (o quello che ne rimane) perderà due figure tra le più note: il dirigente all’Edilizia Scolastica Vincenzo Carditello e l’addetto stampa Gino Mauro. Entrambi per decenni hanno lavorato all’interno di Palazzo dei Leoni con incarichi di rilievo. Ma non sono gli unici. Complessivamente dovrebbero essere una ventina ad essere messi in pensionamento d’ufficio, se non presenteranno Enzo Carditello spontaneamente domanda. A disporlo all’ufficio del Personale guidato dal dirigente Armando Cappadonia è sato un atto d’indirizzo del commissario straordinario Filippo Romano. il quale a sua volta ha recepito una disposizione nazionale. «Nella pubblica amministrazione non possono più rimanere in servizio tutti i dipendenti che hanno compiuto i 67 anni di età. Carditello e Mauro sono tra questi, ma nel nostro ente non saranno gli unici». Ancora non vi sono dati precisi. E’ in atto uno screening. I numeri esatti giungeranno sulla scrivania del dirigente Cappadonia la prossima settimana con le relative date di pensionamento. 5 Settembre 2014 sicilia In attesa del passaggio su viale Giostra MESSINA. Un video registrato all’alba del 31 agosto squarcia nuovamente il velo che copre il business Corse clandestine, Giostra continua In quarantatré secondi, la strada si trasforma in un ippodromo, popolato da uno sciame di motorini. Un appuntamento settimanale che non si riesce a tenere a freno. Con questi percorsi e ruoli MESSINA. Quarantatré secondi di video che hanno fatto il giro della rete in pochissime ore. Quarantatré secondi che raccontano un’alba del 31 agosto a Messina, in un viale Giostra inizialmente deserto e poi invaso da uno sciame di motorini che accompagnano il rush finale di una corsa clandestina di cavalli. Ad ammirare i puledri e i loro calessini, una marea di spettatori a bordo strada. Non solo semplici curiosi, ma anche scommettitori. Già, perché, a Messina, ogni settimana, nelle notti tra sabato e domenica, la città diventa come l’ippodromo delle Capanelle. Sotto gli occhi di tutti e l’impotenza delle Forze dell’Ordine. Il tutto, nello stesso mese del nuovo rapporto Zoomafie 2014 della Lav, presentato pochi giorni prima, che snocciola di dati di un business. QUALCHE DATO. Dal 1998 al 2013 compreso sono state denunciate 3321 persone, 1228 cavalli sequestrati e 107 corse e gare clandestine bloccate. I traffici legati alla sfruttamento degli animali rappresentano un'importante fonte di guadagno per i vari gruppi criminali che manifestano una spiccata capacità di trarre vantaggio da qualsiasi trasformazione del territorio e di guadagnare il massimo rischiando poco. Le inchieste che si sono susseguite nel corso degli anni in tutta la Sicilia hanno in parte squarciato il velo: dalle tre principali, è venuto fuori che nelle illegalità legate al mondo dell’ippica sono coinvolti clan di spessore criminale di primo livello i Santapaola, il clan mafioso del rione Giostra di Messina, i clan Spartà e “Mazzaroti” della provincia di Messina, i Ferrera, i Piacentini -“Ceusi” di Catania. Le corse clandestine di cavalli permettono a queste organizzazioni criminali un fatturato pari ad 1 milione di euro. VIDEO E DENUNCIE. A fare scalpore, perché andato su “Striscia la notizia” nel 2010, era stato il video a corredo di un servizio di Edoardo Stoppa. Un evento mediatico nazionale che era bastato non certo a interrompere le gare, ma a provare a dare una “stretta”, avvenuta nell’aprile del 2011 con gli esiti dell’inchiesta “Pista di Sabbia” del 2006 del Nucleo Operativo della Compagnia Messina Centro. A finire sotto custodia cautelare, 20 persone, diciassette delle quali indiziate del reato di associazione per delinquere finalizzata al maltrattamento ed all’organizzazione di competizioni non autorizzate tra animali, mentre gli altri tre sono veterinari ritenuti responsabili di concorso esterno nella predetta associazione. Nel corso delle indagini erano state monitorate, ed in molti casi interrotte, numerose corse disputate lungo le principali strade cittadine. Spesso le gare venivano riprese dai partecipanti ed i relativi filmati diffusi via internet. Tra gli arrestati, anche un docente di Veterinaria e due veterinari liberi professionisti, a dimostrazione del regime di connivenze istaurato e da monitorare. Tra i video, anche quello girato dalla Polizia scientifica da una terrazza del viale Giostra alle 7,05 del 23 gennaio 2005, che registrava le identiche immagini di quello postato su Facebook, con uno sciame di motorini e auto che seguivano due cavalli correre sull’asfalto. Video che fu determinante per dare vita all’operazione “Staffetta” della Squadra Mobile, che aveva inchiodato l’organizzazione delle corse gestite dal dal boss di Santa Lucia sopra Contesse, Giacomo Spartà, i cui stallieri si occupavano dei puledri tenuti in una stalla a San Raineri, nella zona falcata. Animali vittime di percosse, cadute, collisioni e trattamenti dopanti pericolosissimi. LE DIFFICOLTÀ O prevenzione o blitz UNA SOLA VOLANTE NON PUÒ FERMARE LA GARA. L’UNICA STRADA È TENTARE DI “STRONCARLA” ALLA PARTENZA Giuseppe Cucchiara Una brutta gatta da pelare, quella delle corse clandestine, per il Questore di Messina Giuseppe Cucchiara, ma non solo per lui. Infatti, l’appuntamento gestito dalla malavita e reiterato settimanalmente è difficile da tenere a bada da parte di tutti coloro che sono preposti al controllo del territorio insieme alla Polizia, ovvero i Carabinieri e la Guardia di Finanza, ad esempio. Il problema? Per i grandi numeri delle persone coinvolte in una gara, o si decide di intervenire in grande stile, con azioni coordinate che comprendano dispiego di mezzi e di centonove pagina 20 uomini, oppure si può solo provare a fare come Quinto Fabio Massimo, il temporeggiatore. «Quando una volante si “imbatte” in una corsa, può fare poco o niente», spiega un tutore dell’ordine con amarezza. Ecco perché: «Nel momento in cui si prova a intervenire, può capitare che la vettura venga circondata dai motorini e costretta a rallentare fino a fermarsi. Questo - continua - senza tenere conto della superiorità numerica dei soggetti coinvolti nell’illecito». Quindi, l’unica strada che si può percorrere settimanalmente è quella dell’azione preventiva, ovvero bloccare calessi, fantini e cavalli all’uscita dalla stalla, in modo da bloccare la corsa sul nascere. Ma anche questa operazione non è semplice. Chi interviene deve avere al suo fianco anche un veterinario, perché i cavalli, saturi di sostanze dopanti, senza sfogare la carica potrebbero anche morire. Per loro, dal 2011, esiste a Castell’Umberto una struttura di recupero: “Galoppo Libero”. (R.C.) sicilia I RUOLI. Ci sono gli organizzatori, dediti all’acquisto dei cavalli, allo svolgimento degli allenamenti, all’approvvigionamento dei farmaci, al reperimento dei locali per il ricovero degli animali, in molti casi ricadenti in aree demaniali o in quartieri cittadini (particolarmente contestata da un boss di Giostra fu una scerbatura che scopriva le stalle a Villa Lina). A loro tocca anche la pianificazione delle singole competizioni, individuando i tracciati e le relative caratteristiche (rettilinei pianeggianti o tratti in salita) e concordando le regole di gara. Altri, invece, vengono utilizzati per le gare, conducendo gli animali a bordo di calessi. Poi, ci sono gli “occasionali”, reclutati di volta in volta, con questi scopi: cronometrare le corse, scortare gli animali in formazione attraverso la tecnica dello sciame di motorini e auto, ma anche per isolare le aree prescelte, presidiando gli incroci. IL loro numero? Può raggiungere il centinaio. I PERCORSI. Dagli esiti di “Pista di sabbia”, è emerso ciò che i messinesi più nottambuli vedono ogni fine settimana. Le gare, infatti, si disputano su tracciati ricorrenti, individuati nella città di Messina, denominati secondo codici convenzionali: la Marina (che identifica il primo tratto della via Quasi al traguardo Lo sciame di motorini Consolare Pompea a partire dalla Rotonda dell’Annunziata in direzione Ganzirri); la Strada Larga (il tratto della Statale 114 ricadente in località Santa Margherita); Mare-Monti (lungo il Viale Gazzi e il Viale Giostra). Poi, le corse in “trasferta, come a Galati, Giammoro, Fondachello e Fiumefreddo, con gare interprovinciali che coinvolgono i fantini catanesi. IL GIRO DI DENARO. Dalle documentazioni sequestrate, viene fuori un sistema che ricalca quello “ufficiale”, quotazioni dei cavalli incluse. C’è una cerchia più ristretta che arriva a puntare anche duemila o tremila euro. I “picciotti” addetti alla scorta, come parte degli astanti, invece, si può spingere massimo entro i cento euro. In media, una gara al top, comporta un giro di 10 mila euro. I CAVALLI. In generale, non si tratta di purosangue (da “Pista di Sabbia” ne venne fuori uno solo, che in realtà era un ¾ inglese incrociato irlandese), ma di pony con caratteristiche dolicomorfe (analoghe ai purosangue inglesi), ovvero più idonei alle andature veloci e allungate. Nel migliore dei casi, ma non è il caso dei pony, un cavallo può valere intorno ai 4-5000 euro ma in genere, parlando sempre di prestazioni superiori, il valore si aggira tra i duemila, massimo duemilacinquecento euro. In gergo, i pony, li chiamano mezzi cavalli e potrebbero provenire da incroci locali. Agli animali, vengono dati farmaci dopanti come “Feramina Tre”, “Isoram” o “Ammitoplasma al dieci per cento”, somministrati spesso senza alcuna competenza veterinaria. E sei il cavallo muore? Non c’è problema, perché va a finire nei circuiti gastronomici. (R.C.) centonove pagina 21 5 Settembre 2014 IL DOCUMENTO Il rapporto Zoomafie CORSE CLANDESTINE di cavalli, combattimenti tra cani, macellazioni clandestine, pesca di frodo, traffico di fauna selvatica, doping: sono alcuni dei crimini contro gli animali gestiti dalla criminalità in Sicilia che emergono dal Rapporto Zoomafia 2014 redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV. La nuova edizione del Rapporto, “Illegalità, malaffare e crimini contro gli animali”, alla sua quindicesima edizione, analizza lo sfruttamento illegale di animali ad opera della criminalità nel 2013. “I crimini a danno degli animali si presentano in Sicilia sempre di più come attività organizzate, portate avanti da veri sodalizi dotati di strutture, mezzi e con forte pericolosità sociale sostiene Troiano - Diverse inchieste hanno messo in evidenza l’interesse della criminalità organizzata per le corse di cavalli, il controllo dei mercati ittici o del comparto zootecnico. Sequestri e confische di animali, allevamenti e punti vendita confermano questo dato. I traffici legati alla sfruttamento degli animali in Sicilia rappresentano un’importante fetta del business realizzato a livello nazionale”. 5 Settembre 2014 sicilia PROGETTO SCALP. Il patrimonio archeologico dell’isola oggetto di studio all’Istituto italiano di Sidney Sicily made in Australia La testimonianza dell’archeologa di Messina Alba Mazza che da un anno fa parte dello staff dell’Università con un progetto di dottorato sull’archeologia subacquea e costiera della Sicilia DI ALBA MAZZA MESSINA. «Ma che ci vai a fare in Australia?» Vado a studiare archeologia! «Ma in Australia? Ma quelli sono nati ieri!». Sì, lo so, infatti io vado a studiare l’archeologia della Sicilia. «In Australia? Mha! ……. Comu nn’i ridducemmu!». Spiegare cosa faccio in Australia non è semplice, in sostanza sì, vado a studiare il patrimonio archeologico della Sicilia, nello specifico la parte costiera, marittima e subacquea. Ho deciso di andare a svolgere la mia ricerca al dipartimento di Archeologia nel 2012, quando, grazie ad un ciclo di conferenze organizzate in Australia dall’Istituto Italiano di Cultura di Sydney e l’Istituto di Cultura SiciliaAustralia con tema principale la Sicilia ed il suo patrimonio archeologico, sono andata a fare un giro di perlustrazione per vedere quali opportunità di lavoro la terra dei canguri potesse offrire. Dopo un anno mi sono ritrovata a far parte dello staff di ricerca del dipartimento di Archeologia dell’Università di Sydney, con un progetto di dottorato sull’archeologia subacquea e costiera della Sicilia. Nello specifico Scalp, Sicilian Coastal Archaeological Landscape Project, è un progetto che si svolge in stretta collaborazione con la Soprintendenza del Mare e la supervisione del Prof. Sebastiano Tusa e del Prof. Ted Robinson, e prevede lo studio del patrimonio archeologico marittimo, costiero e sommerso con un approccio olistico. In sostanza durante i 3 anni di ricerca verranno analizzati approfonditamente una serie di siti archeologici costieri chiave quali Messina, Lipari, Giardini Naxos, ma anche Selinunte, Himera e Megara Hyblaea non solo dal punto di vista strettamente archeologico. Un fattore chiave sarà l’apporto delle foto storiche e degli schizzi degli esploratori Alba Mazza a Sidney. Sotto una foto di Alba al lavoro dell’Ottocento, ma soprattutto lo studio della geomorfologia costiera. Archeologia, storia e geomorfologia saranno gli elementi per ricostruire i cambiamenti ambientali, climatici e paesaggistici della Sicilia costiera. L’obiettivo iniziale della mia ricerca è quello di ottenere un quadro più accurato possibile del paesaggio costiero antico e come questo sia cambiato durante il corso del tempo fino ai giorni nostri. In seguito mi concentrerò su come gli antichi “siciliani” delle colonie costiere greche e romane hanno affrontato le sfide quotidiane di vivere in un ambiente che cambia, e come sono sopravvissuti a calamità naturali quali alluvioni e terremoti. La mia indagine ha come obiettivo finale quello di utilizzare i dati raccolti nell’ambito di una moderna, ragionata e sostenibile gestione della costa. L’innalzamento del livello del mare, l’erosione costiera, l’arretramento e l’avanzamento della linea di costa le alluvioni ed i detriti apportati dai fiumi ed in generale i cambiamenti climatici, ambientali e paesaggistici sono tematiche all’ordine del giorno, soprattutto a causa dei continui disastri ambientali nel nostro territorio. Si tratta di fenomeni complessi e di varia natura tutt’ora in corso di studio che da sempre scandiscono la vita del nostro pianeta, addirittura prima che l’uomo agisse nel territorio modificandolo per asservire le proprie esigenze di sostentamento e di sviluppo. Fenomeni che possono essere stati sì più o meno accelerati e/o aggravati dall’intervento umano, ma che hanno lasciato una traccia indelebile nel nostro territorio, e che solo grazie all’unione di archeologia e scienze della terra possiamo indagare e comprendere. Sono fermamente convinta che dal passato abbiamo solo di che imparare. Il modo in cui veniva impostato l’impianto urbanistico di una città per evitare inondazioni ed alluvioni, l’uso intelligente ed ecosostenibile del territorio, la progettazione e la gestione della costa che costituiva una risorsa e non un problema, sono tutti fattori che hanno contraddistinto le comunità costiere della Sicilia durante gli ultimi 4000 anni. Elementi che si rivelano di importanza fondamentale per la conoscenza del territorio, per la ricostruzione del paesaggio costiero antico, e per una riflessione su come questo sia cambiato durante il corso del tempo, e su come queste informazioni siano utili nella vita delle comunità costiere della Sicilia odierna. Del resto, per esempio, come è stato scoperto dalle ultime indagini in corso di stampa della Soprintendenza del Mare in collaborazione con l’Università di Sassari e l’Università di Catania sul sito sommerso di Lipari Sottomonastero, le sfide che dovevano affrontare gli abitanti della Lipari greca, sono le stesse sfide che affrontano tutt’ora gli abitanti della stessa frazione, che giornalmente ma specialmente in inverno, si trovano inondati letteralmente dal mare, che oramai ha raggiunto un livello pari a quello della soglia delle case. Queste tematiche, insieme al patrimonio archeologico subacqueo e costiero di Messina ed in genere della Sicilia saranno al centro degli interventi che terrò nei prossimi mesi in Italia ed all’estero. Il convegno internazionale di archeologia del paesaggio LAC 2014 che si terrà a Roma dal 17 al 20 Settembre mi vedrà discutere insieme i maggiori esperti mondiali di paesaggio antico. Dal 14 al 19 Ottobre a Cartagena in Spagna si terrà il convegno internazionale di archeologica subacquea IKUWA5 nel quale è stata dedicata una sessione speciale sull’archeologia costiera del Mediterraneo ed sui cambiamenti climatici. In entrambe le occasioni presenterò degli interventi nei quali spiegherò come Messina e la Sicilia non sono solo il cuore culturale del Mediterraneo, ma svolgono un ruolo centrale nella comprensione dei cambiamenti climatici ed ambientali del paesaggio costiero Siciliano nel passato. In occasione dei due incontri presenterò inoltre i primissimi risultati delle indagini archeologiche che si svolgeranno a Lipari dal 7 al 21 settembre nell’ambito del programma Archeolie2014, due settimane di scavo, ricerca e studio del sito archeologico sommerso di Lipari Sottomonastero. Messina e la Sicilia posseggono un patrimonio unico ed inestimabile di informazioni per capire come sia cambiato il clima, il paesaggio e l’ambiente non solo nella stessa Sicilia ma in tutto il Mediterraneo, informazioni che, grazie all’innovativo approccio multidisciplinare del progetto Scalp potranno finalmente essere raccolte, analizzate, e presentate alla collettività. Per ulteriori informazioni ed aggiornamenti in tempo reale http://albamazza.wordpress.com Foto dell’archivio Crupi di Palermo del 1800 dove si vede la baia di Giardini Naxos di 200 anni fa centonove pagina 22 economia 5 Settembre 2014 CREDITO SANITARIO Igea, la nuova banca di Francesco Maiolini REGIONE. Il governatore porta in tribunale le carte dell’unica partecipata che chiude bilanci col segno + Irfis, misteri in procura 54 dipendenti, l’istituto di Mediocredito trasformato in Finanziaria, gestisce alcune delle misure Por strategiche per il finanziamento alla imprese, che hanno acceso molti appetiti. Rapporto su un braccio di ferro. Che parte da lontano... MESSINA. Delle trentadue società partecipate dalla Regione Sicilia, insieme alla Italkali, l’Irfis è l’unica che presenta bilanci in utile: “2 milioni nel 2012, e 3,01 nel 2013. Ma questo non ha impedito al presidente della Regione Rosario Crocetta di portare le carte in procura, accompagnato dalla vicepresidente dell’istituto Patrizia Monterosso, che svolge anche la carica di segretario generale della Presidenza. Cosa ha trovato Crocetta di “scandaloso” nella gestione dell’Irfis? Più cose. Misteriose. Alle quali ha chiesto di fare chiarezza al capo della Procura facente funzioni, Leonardo Agueci, che ha girato il fascicolo al sostituto Dino Petralia. Ma cosa c’è dietro questa mossa di Crocetta? Sull’ex istituto di mediocredito siciliano, spogliato dalla licenza bancaria e trasformato in Finanziaria, è in atto da un paio di anni un braccio di ferro tra vari ambienti finanziari, al fine di controllare l’unica struttura finanziaria a capitale pubblico rimasta in Sicilia. 54 dipendenti, l’Irfis gestisce infatti alcune delle misure Por “strategiche” per il finanziamento alle imprese: da ultimo ha curato le pratiche per i finanziamenti agevolati all’eolico in Sicilia, in massima parte finiti a imprenditori “stranieri” che hanno fatto investimenti, deturpando montagne e luoghi incantevoli dell’Isola. Nell’esposto curato dalla Monterosso e da Crocetta, si ripercorrono le tappe dell’istituto negli ultimi anni. Da quando una ispezione della Banca d’Italia bloccò la vendita, operata sotto la giunta Cuffaro, dell’istituto a Banca Nuova, l’istituto di credito guidato dal direttore generale Francesco Maiolini che aveva appena strappato la tesoreria dell’Ars. Il “no” di Bankitalia, riporta in auge la seconda concorrente, Unicredit, che ha già fatto un boccone solo del Banco di Sicilia, del quale nell’Isola mantiene il marchio, lasciando alla Regione, un posto nel cda in rapprsentanza di un misero 0,60%: la quota superstite, dopo vari round di aumenti di capitale cui la Regione non riesce a fare fronte. UniCredit rileva la maggioranza del capitale Irfis, ma non sapendo cosa farsene, in considerazione del fatto che già controlla Mediocredito nazionale, decide di trasformare l’istituto in semplice “106”, la licenza di finanziaria, togliendo la “107”, l’autorizzazione alla licenza bancaria. Una perdita di valore, funzionale a fare gestire in “house” i bandi europei della Regione? Tutto questo si consuma mentre è assessore alle finanze, per conto del governo Lombardo, il professore Gaetano Armao. Ma a un certo punto si verifica uno strappo: alla presidenza dell’Irfis Lombardo nomina Maiolini, al posto di Armao che era pronto ad assumerne la carica. E’ in questo periodo che il professore Armao predispone un dossier che invia alla Corte dei Conti e alla Procura nel quale segnala una serie di “anomalie”: il trasferimento a patrimonio di 183 milioni di euro, destinati a finanziarie le piccole imprese; l’acquisizione delle quote di Sviluppo Italia Sicilia e della Sgr Cape Live, di Simone Cimino, poi finita sotto i riflettori degli ispettori di Bankitalia. Di Sviluppo Italia Sicilia, una settantina di dipendenti, è direttore generale Vincenzo Paradiso: lo zio Vincenzo Emanuele, da ragioniere generale della Regione viene nominato direttore generale dell’Irfs. Le due strutture sono un piano sopra l’altro nella sede di via Bonanno a Palermo. Ma cosa si contesta a Maiolini? In un primo momento, il cinquantenne Patrizia Monterosso centonove pagina 23 MESSINA. Avrà una sede a Roma, una a Palermo e una a Catania, Igea, la nuova banca guidata da Francesco Maiolini, che ricalca l'esperienza di Farmanuova. L'istituto sarà specializzato nella gestione dei crediti sanitari, con strumenti finanziari studiati per cartolarizzazioni, factoring e anticipo fatture. Nel board degli azionisti della Banca, oltre figure già presenti nel settore farmaceutico come l'ex presidnte di Confindustria Catania Fabio Scaccia, figurano aziende come Di Bernardo petroli e il consorzio fidi capeggiato da Confcommercio Catania di Pietro Agen. Dopo una "due diligence" per rilevare la banca popolare dell'Etna, finirto sotto l'esame degli ispettori di bankitalia, il nascente istituto ha deciso di procedere con passi felpati, rinunciando all'operazione. manager romano, mette a frutto i fondi che trova in giacenza in banca: anziché il misero 0,10% di interesse riconosciuto da Unicerdit, sposta i fondi in altri istituti e strappa un più sostanzioso 4%. Ma la sua gestione entra subito in crisi: il procuratore aggiunto di Palermo Ingroia invia alla procura di Caltanissetta un fascicolo “compromettente” tra Maiolini e il procuratore capo di Palermo Francesco Messineo: il manager chiede notizie al procuratore su una indagine di usura nel quale è coinvolta Banca Nuova. Il procuratore capo Sergio Lari apre un fascicolo e si scoprono le assunzioni incrociate di favore, fatte anche a figli di magistrati, non solo in aziende collegate o partecipate di Banca Nuova. Un dossier ancora “criptato” che in questi giorni si sta facendo girare ad arte per condizionare la nomina a procuratore capo di Palermo, carica per la quale concorrono sia Guido Lo Forte in servizio a Messina, sia Sergio Lari, in servizio a Caltanissetta. Messineo a Palermo è andato in pensione. Ingroia, dopo il “nulla-Aosta” del Csm, è andato a presiedere Sicilia e-Servizi, azienda di informatica sulla quale pesa un decreto ingiuntivo di 70 milioni di euro dell’ex socio Engeeniring. L’Irfis resta così un terreno di scontro, finanziario e giudiziario. A presiedere l’istituto oggi, in quota Udc, è l’ imprenditore Rosario Basile, lo stesso che si occupa di vigilanza bancaria, attraverso la società Ksm. 5 Settembre 2014 economia TRATTATIVE. Il governo blocca la riforma inserita nello “Sblocca Italia”, rimettendo tutto in discussione Porti, 90 giorni per decidere Non si placa il dibattito sul futuro dell’Autorità di Messina, destinata a “sposarsi” con Gioia Tauro anche per accordi politici. Ecco i favorevoli al nuovo distretto e chi invece sostiene l’asse con Catania MESSINA. Un rinvio di novanta giorni che potrebbe cambiare il destino di Messina. Già, perché il mancato inserimento della riforma del sistema delle Autorità Portuali nel decreto “Sblocca Italia”, determinato da un mancato accordo politico nell’ambito della partita sui porti maggiori della penisola, più che un “dispetto” ai danni del capoluogo dello Stretto potrebbe rivelarsi come una via di uscita per trovare una soluzione meno condizionata dalla “paura” per Catania e Augusta (con cui Messina avrebbe dovuto essere accorpata in origine) e dalla “fretta” di sposare Gioia Tauro senza alcun accorgimento, se non “politico”. RETROSCENA. A monte dell’inserimento di Messina come componente dell’Autorità di Gioia Tauro e Messina (con sede in Calabria e nessuna garanzia riguardo alle specificità peloritane e dello Stretto), ci sarebbe stato un accordo politico legato alla “fretta”. La “fretta” del Nuovo Centro Destra, partito del ministro Maurizio Lupi, di creare il nuovo distretto per mettervi a capo o Giuseppe Scopelliti (presidente della Regione Calabria) o il suo assessore Luigi Felede. Il motivo? Dare una collocazione vista l’imminenza delle elezioni regionali in terra calabrese. A Messina, invece, la direzione generale della sede portuale sarebbe andata in quota Udc-D’Alia. Un accordo, quello tra centristi e Ncd, che si sarebbe dovuto spingere fino alle prossime amministrative messinesi. NEI 90 GIORNI. E adesso, che soluzione si troverà? Per Giuseppe Chiofalo, messinese, esperto del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (terza ciommissione, infrastrutture portuali e porti), una soluzione potrebbe essere legata a una presa di posizione del presidente della Regione, Rosario Crocetta: «Nel disegno in discussione, il capofila dei nuovi distretti doveva essere il porto core, ma se poi, come è accaduto, non lo prevedi più allora lasci tutto in mano alla politica. In tal senso, il governatore, che ha titolo a intervenire in Consiglio dei Ministri, potrebbe perorare la causa di Messina come sede del distretto, motivando in base all’Autorità dello Stretto, alla specificità dell’area metropolitana e alla sua posizione». Ma quali sviluppi avrà complessivamente la riforma? Spiega Chiofalo: «Si sta ritornando alle ipotesi previste nel disegno di legge che giace in Parlamento e che prevede la trasformazioni della autorità in spa. Probabilmente, ci sarà un articolato del Giovanni Grimaldi Giuseppe Chiofalo Governo che rilanci i distretti logistici e portuali nel solco della normativa coimunitaria, rimandando tutto a uno step successivo. Riguardo alla questione Messina - continua - il problema non è l’accorpamento, ma la sua natura. Va subito precisato che la normativa comunitaria prevede i finanziamenti dei porti Core, mentre quello dello Stretto è im Comprensive. Quindi, i soldi arriveranno prima altrove. A questo si deve aggiungere che Messina non può ignorare il neonato distretto del Sud-Est, che è destinatario dei finanziamenti dello “Sblocca italia” come l’interramento della Stazione di Catania e il suo collegamento con l’aeroporto, o come la metroferrovia GiardiniFiumefreddo. Per non parlare, poi, dei 4 miliardi previsti per velocizzare i movimenti tra Catania-Bicocca e Palermo-Termini Imerese. Messina, insomma, non può restare fuori dagli sviluppi infrastrutturali della Sicilia orientale, ma anzi dovrebbe far valere le proprie spicificità», conclude. COSI’ I PRESIDENTI. «La bozza inserita nel decreto, ormai, non significa nulla. Bisogna solo capire ciò che verrà fuori in relazione agli input che dall’esterno entrano nel dibattito», commenta laconicamente il presidente dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro, Giovanni Grimaldi. «Il decreto continua - non specificava nulla. Devo dire che, da vicepresidente di Assoporti, la notizia della nascita di una Autorità con Gioia e Messina non mi aveva sorpreso ma, ripeto, commenterò solo quando leggerò l’articolato». E non vorrebbe commentare, perché già si era espresso, anche il presidente messinese Antonino De Simone: «Il problema non è con chi andare, ma far valere la propria specificità. Per quanto mi riguarda, ci si poteva confrontare anche con Catania e Augusta. A prescindere da questa valutazione, mi sono tirato fuori da una discussione che è diventata di alto livello. Io non sono di Messina e, per questo, non capisco la paura nei confronti di Catania e Augusta. L’unica cosa che mi colpisce - conclude - e parlo non della politica ma dei professori universitari è questo: quando si propone un matrimonio, come quello con Gioia Tauro, si portano numeri e dati. Per il resto, trovo che la riforma proposta fino ad ora non sia assolutamente soddisfacente, ovvero non risolve i reali problemi della portualità italiana. E L’ARMATORE. Con alcune lettere, Vincenzo Franza (Caronte & Tourist) aveva espresso perplessità sull’accorpamento con Gioia. Perplessità che ribadisce: «Non si può fare un distretto per sommatoria di elementi, ma va elaborato un progetto completo senza rimandare a soluzioni successive. A cominciare dalla governance». L’ANALISI DI MACCARRONE. È stato comandante della Capitaneria di Porto di Messina, prima, e poi segretario generale dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro, dopo. Per questo il parere dell’ammiraglio Carmelo Maccarrone può essere rilevante rispetto a un accorpamento che, «se è un male inevitabile, vista una riduzione per scelta governativa, allora è la scelta più congeniale». Maccarrone parte da un assunto: «Mi viene i mente la vecchia giurisdizione della marina militare. Non tutti sanno che, sotto il profilo degli interessi marittimi, il sud tirreno, a partire da Maratea dipendeva da Marisicilia, a Messina. E questo la dice lunga sul ruolo della cittàm che deve giocare la carta della sua unicità come porto di sponda siciliana, anche nell’ottica della continuità territoriale. La governance? Non è il vero problema. Sono le modalità operative, il punto centrale. E chi dovrà decidere. Così come va vigilato il retroterra di illegalità a Gioia». D.D.J. CONSEGUENZE Interporti, ore contate LA NASCITA DELLE NUOVE STRUTTURE LOGISTICHE AZZEREREBBE LA MISSION DELLA SOCIETÀ SIS, NATA NEL 2001 Si chiama “Società degli Interporti siciliani”, è guidata da un uomo di Confindustria, Alessandro Albanese (presidente dell’associazione di Palermo) e potrebbe venir meno alle sue funzioni se dovessero nascere i nuovi distretti logistici della Sicilia Occidentale e della Sicilia Orientale. Già, perché la Sis, nata nel 2001 con il core business iniziale riguardante l’Interporto di Catania-Bicocca, potrebbe cessare di esistere visto che la logistica integrata verrà demandata ai due distretti. In ballo, infatti, ci sono anche i 4 miliardi previsti dal decreto sblocca italia per velocizzare i centonove pagina 24 collegamenti tra gli interporti di cui si deve occupare la spa, composta da Regione Siciliana, Comune di Catania, Provincia Regionale di Catania, Provincia Regionale di Palermo, Comune di Termini Imerese, C.C.I.A.A. di Catania, Azienda Siciliana Trasporti, Autorità Portuale di Palermo, Consorzio ASI di Catania in Liquidazione, Consorzio ASI Palermo in Liquidazione, C.C.I.A.A. di Palermo, .C.I.A.A. di Siracusa, Consorzio ASI del Calatino in liquidazione. Recentemente, la Società, che ha aggiudicato definitivamente l’appalto per la costruzione e gestione dell’interporto di Termini Imerese alla ati composta da Tecnis SpA - Cogip SpA - Sintec. S.p.A, Notarimpresa S.p.A (base d’asta 74.553.185,00), era stata al centro di una bufera politica regionale quando, in sede di votazione della Finanziaria ter, l’Ars aveva tagliato 8 milioni e mezzo. Una mossa che il presidente della Regione ha visto come antiLumia, il senatore di Termini Imerese. (D.D.J.) 5 Settembre 2014 economia SCONTRI. Gli operatori chiedono l’autonomia del porto e riappropriarsi del ricco bacino E l’Authority divide Milazzo Grazie al traffico delle petroliere vengono incamerati milioni di euro l’anno. Il sindaco Pino si schiera contro la fusione con l’ente calabrese. E avvia la campagna elettorale per la riconferma Stefano Mellina mai avvenuta. Il sindaco Pino, in ogni caso, si è schierato sin dal primo momento contro l’ipotesi. «Si sbandiera come una "conquista" un mero "cambio" di asservimento di una realtà economica-territoriale siciliana (Autorità Portuale di Messina e Milazzo) ad un'altra. Un mero passaggio di collocazione in un contenitore anziché un altro». Contraltare Giovanni Formica, membro del direttivo regionale del Pd. «La creazione dell'interfaccia con Gioia Tauro nella zona di Giammoro, apre la strada ad un porto che si estenda sempre più verso il torrente Niceto, sfruttando le infrastrutture già esistenti nella zona industriale». Carmelo Pino DI GIANFRANCO CUSUMANO Milazzo. A Milazzo la creazione della nuova Autorità portuale dello Stretto divide la città. E la catapulta in campagna elettorale. Lo scontro, infatti, è principalmente politico e vede su fronti opposto quelli che si preannunciano i principali pretendenti alla poltrona di sindaco alle amministrative 2015: l’uscente Carmelo Pino e Giovanni Formica. Gli addetti ai lavori, dalla Compagna Garibaldi che si occupa delle operazioni e scarico delle merci, al Comitato “Porto di Milazzo” hanno le idee ben chiare: preferirebbero non solo non entrare a far parte della nuova Authority dello Stretto con sede a Gioia Tauro (come ipotizzato dal Giovanni Formica governo nazionale), ma, addirittura, vorrebbero tagliare il cordone ombelicale con Messina per ritornare ad autogestirsi da solo. Sono otto i milioni di euro che ogni anno Milazzo fa incassare all’Autorità portuale specialmente grazie al traffico delle petroliere, somme che poi vengono investiti altrove. «Se potessi scegliere preferirei che Milazzo riacquistasse la propria autonomia - ammette Stefano Mellina della Compagnia Garibaldi - ma alla fine quello che pensiamo noi operatori conta poco». La Compagna Garibaldi, tra la fine degli anni ‘80 e i ‘90 dava lavoro a 90 unità e il porto di Milazzo era uno dei più attivi e redditizi dela Sicilia. «Oggi - e siamo in netta ripresa - lavorano in 45. Ormai a movimentare merce sono rimaste solo le Acciaierie Duferdofin di Giammoro che scarica blumi ed esorta i semi lavorati all’estero. Magari con Gioia Tauro si potrebbero creare nuovi flussi, ma rimangono solo ipotesi». Sulla stessa linea il Comitato “Porto di Milazzo”. «Se non contiamo nulla oggi che dipendiamo dall’autorità portuale di Messina, figuriamoci quando la sede verrà spostata in Calabria» mastica amaro Matteo Di Flavia, componente del comitato e presidente dell’Associazione “Stella Maris” che presta assistenza ai marinai in transito nel porto mamertino. Il consiglio comunale, prima della decadenza per non avere approvato il dissesto su indicazione della Corte dei Conti, aveva addirittura votato un atto di indirizzo in cui chiedeva all’amministrazione guidata dal sindaco Pino di abbandonare l’autorità portuale. Cosa centonove pagina 25 5 Settembre 2014 economia UOMINI&BUSINESS CALTANISSETTA QUI EUROPA Trasporti, la nuova politica infrastrutturale Ue DI SALVATORE CIFALÀ LA NUOVA EUROPA dei trasporti parlerà italiano. È infatti significativa la presenza dell'Italia all'interno della nuova programmazione delle reti TEN-T, i corridoi di trasporto transeuropeo, che la Commissione europea ha presentato di recente a Tallin, in Estonia. Il nostro paese sarà attraversato dal corridoio balticoadriatico, da quello mediterraneo, dallo scandinavo-mediterraneo e da quello alpino. Con il primo si collegherà Vienna a Ravenna, mettendo in rete i porti di Trieste, Venezia e Ravenna stessa. Con il secondo si taglierà in orizzontale tutto il Nord Italia, partendo da Torino fino a Trieste, unendo così la Francia e i Balcani. Il terzo è probabilmente quello più strategico per lo sviluppo italiano, perché partendo dal Brennero si scende fino a Roma e poi a Napoli. A quel punto la rete si biforca collegando Napoli a Palermo da una parte e alla Puglia dall'altra. Infine, il quarto corridoio prevede il collegamento diretto di Genova e Milano con il confine svizzero. Con una visione più ampia, le nuove carte pubblicate dalla Commissione riportano i nove corridoi principali che formeranno le arterie dei trasporti nel mercato unico europeo e rivoluzioneranno le connessioni in CONSUMATORI MINISTREO INFRASTRUTTURE La centrale rischi Veicoli elettrici, via libera per Messina e Catania Secondo la Corte di Cassazione la segnalazione di una posizione in sofferenza, da parte di un istituto di credito, non può scaturire dal mero ritardo nel pagamento del debito o dal volontario inadempimento, ma deve essere determinata dal riscontro di una situazione patrimoniale deficitaria, caratterizzata da una grave e non transitoria difficoltà economica. In ipotesi di illegittima segnalazione del debitore alla centrale rischi, precisa la Corte, spetta al predetto, anche se si tratta di persona giuridica (nel caso in esame si trattava di una società a responsabilità limitata) sia il danno non patrimoniale alla persona, con riguardo ai valori della reputazione e dell'onore, sia il danno al patrimonio, quale conseguenza per l'imprenditore di un peggioramento della sua affidabilità commerciale, essenziale anche per l'ottenimento e la conservazione dei finanziamenti, con lesione del diritto ad operare sul mercato secondo le regole della libera concorrenza. Entrambi tali danni possono essere liquidati in via equitativa. Con la sentenza in esame la Corte di Cassazione ha confermato la decisione della Corte d’Appello di Roma che ha condannato la banca al risarcimento del danno in favore della società ricorrente nella misura di Euro 100 mila euro, oltre interessi dal deposito della sentenza al saldo, per illegittima segnalazione del nominativo della società alla centrale di rischi. Francesco Suria, legale MESSINA. Catania e Messina, sono le due città della Regione Sicilia promosse dal Ministero delle Infrastrutture per il piano nazionale volto allo sviluppo delle reti di ricarica per i veicoli alimentati ad energia elettrica. “Il Ministero delle Infrastrutture ha dato il via libera al progetto relativo alle città di Catania e Messina e aree metropolitane - ha detto l’assessore regionale alle Infrastrutture, Nico Torrisi- ma siamo fiduciosi che, non appena verranno reperite ulteriori risorse, lo stesso Ministero L’assessore Nico Torrisi inserirà anche i progetti sia di Palermo ed area metropolitana che delle aree del barocco. Intantoprosegue Torrisi- con un finanziamento di 240 mila euro, che arriverà nei prossimi giorni, partirà la realizzazione e l’installazione degli impianti a Catania, Acireale, Misterbianco, Giarre, Belpasso Aci Castello per la provincia di Catania, e poi Messina Taormina, Milazzo, Sant’Agata di Militello, Giardini Naxos e Santa Teresa Riva”. Europa. I finanziamenti dell’UE diretti a creare una rete transeuropea dei trasporti unificata triplicheranno nel periodo dal 2014 al 2020 per arrivare a 26 miliardi di euro. La disponibilità di finanziamenti dipenderà dal successo dei negoziati in corso sul quadro finanziario pluriennale per il periodo 20142020. La nuova rete centrale di trasporto, incentrata sui nove corridoi principali, sarà completata da una vasta rete di linee che si collegano alla rete centrale a livello regionale e nazionale. Complessivamente, la nuova rete di trasporto garantirà spostamenti più sicuri e meno congestionati e viaggi più rapidi e confortevoli. Infatti, collegherà 94 grandi porti europei con linee ferroviarie e stradali, 38 grandi aeroporti con linee ferroviarie che portano alle città principali, 15 mila km di linee ferroviarie convertite ad alta velocità e 35 progetti transfrontalieri destinati a ridurre le strozzature. Cefpas, Mazzara direttore amministrativo CALTANISSETTA. Il direttore generale del Cefpas (Centro di formazione professionale per operatori della sanità) Angelo Lomaglio ha individuato, tra i tre aspiranti ritenuti idonei, il nuovo direttore amministrativo dell' ente: si tratta di Alessandro Mazzara, di 52 anni, che ha così avuto la meglio sugli altri due aspiranti, e cioè Gianluigi Amico (dirigente del Cefpas e che ha svolto negli ultimi anni le mansioni di direttore amministrativo) e Patrizia Cigna (dirigente dell' Asp di Caltanissetta). DISTRETTI TURISTICI Ruvolo vicepresidente del “Valle dei Templi” CALTANISSETTA. Il sindaco di Caltanissetta Giovanni Ruvolo è entrato nel nuovo Consiglio direttivo del Distretto turistico regionale Valle dei Templi e gli è stata affidata la vicepresidenza. L' elezione è avvenuta martedì ad Agrigento, nella sede del Parco archeologico. Nuovo presidente era già stato nominato all'unanimità Lillo Firetto, sindaco di Porto Empedocle. NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO Aessgni nucleo familiare, ecco come regolarsi Prima di elaborare le paghe del mese di luglio i datori di lavoro dovranno procedere, sulla base dell’apposito modello trasmesso dai lavoratori aventi diritto, alla verifica della spettanza e al ricalcolo dell’importo dell’assegno per il nucleo familiare. Il reddito del nucleo familiare, da inserire nella richiesta che il lavoratore deve annualmente presentare al datore di lavoro, ricomprende dunque costituito i redditi complessivi assoggettabili all'IRPEF, compresi quelli a tassazione separata, nonché i redditi esenti da imposta o assoggettati a ritenuta alla fonte o a imposta sostitutiva se superiori, complessivamente, a euro 1.032,91 annue, conseguiti dai componenti il nucleo nell'anno 2013 ed ha valore per la corresponsione dell'assegno dal 1°luglio 2014 fino al 30 giugno 2015. Esistono alcune fattispecie ricorrendo le quali è necessaria una e preventiva autorizzazione da parte dell’INPS: • richiesta di inclusione di determinati familiari nel nucleo; • coniuge che non sottoscriva la dichiarazione di responsabilità nel modello ANF/DIP; • figli nati fuori dal matrimonio e riconosciuti da entrambi i genitori; • figli del coniuge nati da precedente matrimonio; • fratelli sorelle e nipoti orfani di entrambi i genitori e non aventi diritto a pensione ai superstiti; • familiari minorenni incapaci di compiere gli atti propri della loro età o maggiorenni inabili; • minori in accasamento eterofamiliare; • familiari di cittadino italiano, comunitario, straniero di stato convenzionato, che siano residenti all’estero; • figli ed equiparati, studenti o apprendisti, di età superiore ai 18 anni compiuti ed inferiore ai 21 anni compiuti, purché facenti parte di "nuclei numerosi"; In caso di affidamento condiviso entrambi i genitori affidatari hanno diritto all’ANF e la scelta tra quale dei due genitori possa chiedere la prestazione è rimessa ad un accordo tra le parti. In mancanza di accordo, l’autorizzazione alla percezione dell’assegno viene concessa al genitore convivente con i figli, anche quando questi non sia titolare in proprio di un diritto a richiedere la prestazione familiare, poiché non lavoratore o non titolare di pensione, e viene esercitato in virtù della posizione tutelata dell' ex coniuge, sempre che i requisiti di fatto, ossia i redditi del nucleo dell’affidatario, ammettano il riconoscimento al diritto all’assegno per il nucleo familiare. centonove pagina 26 poster 5 Settembre 2014 MURALES DI UMANITÀ VARIA Se il Giullare torna a Taormina INCARICHI Il premio Nobel sostiene i progetti culturali e di crescita per i più piccoli del Comune di Messina. Ecco quali, dalla Biblioteca alla terrazza del Palacultura Dario Fo DI PAOLO Bambini, senti cosa Fo MESSINA. Il sindaco, Renato Accorinti, e il vicesindaco, Guido Signorino, hanno illustrato, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Zanca, l'iniziativa dell'Amministrazione comunale condivisa dal premio Nobel per la letteratura, Dario Fo, che ha deciso di sostenere concretamente i progetti culturali della Giunta Accorinti. All'incontro con i giornalisti hanno partecipato anche Sergio Conti Nibali, Carmen Puglisi e Luciano Marabello, rappresentanti del progetto “La biblioteca del bambini della città di Messina”, Cecilia Caccamo e Giuseppe Cardullo, organizzatori dell'iniziativa. “Il cambio di una città – hanno dichiarato Accorinti e Signorino – passa sempre da una crescita culturale e simili idee rappresentano una forma di sviluppo. Il coinvolgimento e l'intervento di un personaggio così illustre come Dario Fo non può che renderci orgogliosi e farci proseguire sulla linea tracciata. Abbiamo anche previsto nella terrazza del Palacultura uno spazio dedicato ad attività educative dei bambini. I progetti di crescita devono partire dai giovani per avere cittadini consapevoli”. Dario Fo è rimasto particolarmente attratto dall'idea di realizzare a Messina la prima biblioteca comunale per bambini e il suo aiuto consiste nell'offrire alla cittadinanza una parte dei biglietti del suo spettacolo “Lu Santo jullare Francesco”, in programma domenica 7, alle ore 21,30, al Teatro Antico di Taormina. Chi vorrà assistere allo spettacolo e sostenere la biblioteca dei bambini dovrà ritirare il coupon nei punti aderenti all'iniziativa e recarsi prima dello spettacolo al Teatro Antico di Taormina, dove riceverà gratuitamente da un incaricato del Comune di Messina il biglietto d'ingresso. Contestualmente si potrà fare un’offerta libera a favore della nascente biblioteca, contribuendo all’acquisto degli arredi e dei libri. Tutte le donazioni verranno pubblicate sul sito della giunta Accorinti www.renatosindaco.it. I coupon potranno essere ritirati a Palazzo Zanca presso l'ufficio di gabinetto del Sindaco, alla casa musicale “Sanfilippo” in via La Farina, n° 69, alla libreria “Doralice” in via Consolare Pompea, n° 429, ed alla palestra DNA di via La Farina n° 265. Per informazioni contattare Cecilia Caccamo 349-8764558 e Giuseppe Cardullo 3489261442. ACCADDE OGGI A MESSINA 1911, le promesse del rettore Il 5 settembre 1911 giunge la risposta alla lettera che il soprintendente Antonino Salinas, su sollecitazione di Gaetano La Corte Cailler, aveva indirizzato, oltre che al Commissario Salvatori, a Giuseppe Oliva, rettore dell’Università, circa la conservazione, dopo i danni provocati dal terremoto, della porta dell’Università [oggi ricomposta al suo interno] e dell’altra dell’ex chiesa di S. Giovanni Battista [ora al Museo Regionale], che s’intendevano demolire. Il Rettore promette che proporrà al Ministero la conservazione, ma il Genio Civile continua a ritenere invece opportuna la demolizione della porta della chiesa (cfr. Gaetano La Corte Cailler, Il mio diario, LO SPETTACOLO GBM, Messina 2003). 1863, addio Giuseppe La Farina Giunge a Messina, il 5 settembre 1863, la notizia, via telegrafo, della morte, per un micidiale attacco di tifo, del suo deputato Giuseppe La Farina, a Torino, dove viene sepolto assieme a Vincenzo Gioberti e Guglielmo Pepe. Messina ne richiederà le ceneri, ma solo nel 1872 esse saranno traslate nel Gran Camposanto della sua città. Anche Firenze lo onorò, concedendo che in Santa Croce fosse posto per lui un monumento. centonove pagina 27 RANDAZZO TAORMINA. Non è stata una estate teatrale particolarmente intensa quella appena trascorsa: tolta l’emozione della retrospettiva di Scimone e Sframeli a Taormina ed escluso qualche spettacolo a Gibellina, il teatro, al suono dell’ormai celebre ritornello assessoriale “non ci sono soldi”, è restato senza voce e confinato al ruolo di Cenerentola. Ma se questo è vero appare dunque notevolissima la possibilità di assistere, ancora nel Teatro antico di Taormina, domenica 7 settembre, allo spettacolo di uno dei classici viventi del teatro italiano contemporaneo, ovvero a “Lu santo jullare Francesco” di e con Dario Fo (il contesto è il Festival Belliniano di Enrico Castiglione). Un lavoro memorabile che il grande artista e premio Nobel, ha elaborato già 15 anni fa e che quest’anno ha riproposto in Rai e oggi presenta in data unica per il Sud Italia domenica. Una versione nuova e inedita che, data la sostanza eminentemente politica della sua arte, pur ripercorrendo le tradizionali tappe della vita del santo si allontana dall’agiografia e non può fare a meno di tener conto della presenza di un Papa che non solo ha voluto chiamarsi Francesco ma che anche, proprio sulle orme del grande santo medievale, sta cercando di ritrovare la carica rivoluzionaria dell’Evangelo. Spiega Fo: «Avevo pensato di ristrutturare l’opera dopo la scoperta di testi scritti da seguaci di San Francesco che mettevano in luce che molto di quello che noi sappiamo di lui non è la verità. Francesco era un uomo del suo tempo, che viveva le situazioni, la rivolta della sua città, la lotta contro le prevaricazioni: tutto questo era sparito. E con l’arrivo di Papa Bergoglio ho voluto raccontare anche questo grande personaggio, al quale anche i non cattolici guardano per la trasformazione del mondo». Del resto, spiega ancora Fo: «Della giullarata Francesco conosceva la tecnica, il mestiere e le regole assolute. Non teneva mai prediche secondo la convenzione ecclesiastica, anzi, rifiutava il codificato andamento del sermone. Sappiamo pure che cantava, recitava e di tutto “lo suo corpo fasea parola” come testimonia un cronista del suo tempo; nei suoi sermoni suscitava divertimento ma anche commozione fra i presenti che lo ascoltavano. 5 Settembre 2014 posterscenari MESSINA. Da settembre a maggio, si moltiplicano in città i laboratori per chi ha voglia di calcare la scena. Ecco le offerte Recitazione, lavori in... corso L’ultimo arrivato è “Nel Paese dei Balocchi” targato Campolo e Pavone. Un lavoro su Collodi che diventerà quattro spettacoli MESSINA. L’ultimo arrivato è “Nel Paese dei Balocchi”, che avrà come base di partenza “Pinocchio” di Collodi e si trasformerà in quattro spettacoli alla Sala Laudamo di Messina, ma sono tanti, ormai divenuti dei veri e propri classici, i laboratori legati al mondo dello spettacolo che, a Messina, aprono puntualmente in autunno. Un vero e proprio mondo per stimolare talenti con, in prima linea, attori, musicisti e registi che hanno consegnato al sacro fuoco dello spettacolo la loro vita. L’ULTIMA NOVITA’. Il bando per iscriversi a “Nel Paese dei Balocchi” è online (www.associazionedaf.it e www.teatrodimessina.it). Promosso dalla compagnia Daf - Teatro dell’Esatta Fantasia in collaborazione con il Teatro Vittorio Emanuele di Messina, nell’ambito del progetto “Laudamo in Città”, è rivolto ad aspiranti attori e registi under 30. Il laboratorio, ideato e diretto da Angelo Campolo e Annibale Pavone, “utilizzerà” il libro di collodi per spingersi ad esplorare alcuni temi del racconto incarnati dai suoi personaggi principali. «Con i partecipanti realizzeremo quattro spettacoli alla Sala Laudamo», spiega Campolo. Che aggiunge: «Il laboratorio durerà da ottobre sino a maggio. L’idea è di fare seguire al pubblico il viaggio di due ‘asini’ attraverso le stanze segrete del Paese dei Balocchi. Ognuna di queste ‘stanze’ sarà uno spettacolo a sé, con un diverso argomento centrale: ‘la stanza del Burattino o dell’Istinto’; quella di ‘Geppetto o della Solitudine’; quella del ‘Gatto e la Volpe o dell’Inganno’, e, infine, ‘la stanza della Fata o dell’Amore». Per Pavone, si tratta di «un’esperimento, mai tentato a Messina, che consentirà ai ragazzi di lavorare guidati da 4 insegnanti diversi, ciascuno ‘regista’ di una stanza Mariapia Rizzo Paride Acacia Giovanni Maria Currò (foto Paolo Galletta) Nicola Calì Zothecas amputat cathedras, quod saburre verecunde specifica». Al progetto infatti parteciperanno Paride Acacia, celebre interprete del musical “Jesus Christ Superstar”, Giacomo Ferraù, attore fresco vincitore del premio “In Box” da tempo legato al lavoro del regista argentino Cesar Brie, e Saverio Tavano, regista e autore di “Patres”, spettacolo accolto da numerosi consensi nazionali nel corso dell’ultima stagione. Il laboratorio, che ha già avuto due fasi preliminari nei mesi scorsi, avrà inizio il 1 ottobre 2014 e terminerà il 7 giugno 2015. Sarà diviso in quattro parti, ognuna corrispondente a una “stanza”: 1 ottobre-30 novembre (stanza del Burattino o dell’Istinto), diretta da Angelo Campolo; 20 gennaio-1 marzo (stanza di Geppetto o della Solitudine), diretta da Annibale Pavone; 17 marzo26 aprile (stanza del Gatto e la Volpe o dell’Inganno), diretta da Paride Acacia; 5 maggio-7 giugno ( stanza della Fata o dell’Amore), diretta da Giacomo Ferraù. Tra tutti coloro che invieranno domanda di partecipazione saranno selezionati 15 allievi da affiancare a coloro che hanno già partecipato alle fasi preliminari del laboratorio. La selezione si svolgerà presso la Sala Laudamo il 27 settembre 2014 a partire dalle ore 15. Le domande di partecipazione dovranno essere spedite via mail all’indirizzo [email protected] entro e non oltre le ore 13 del 22 settembre 2014. centonove pagina 28 DA FINE SETTEMBRE. Il 26 e il 27 di questo mese, invece, torna la due giorni full immersion chiamata EsoStage. Promosso da Sasà Neri e dagli artisti di EsosTheatre come avvio della nuova stagione de “Il Teatro degli Esoscheletri”, proporrà un venerdì e un sabato dedicati all'incontro tra chi diventerà allievo del laboratorio EsosTheatre e gli artisti di EsosTheatre. L’inizio è il 26, alle ore 17,30, con lo stage che durerà tre ore consecutive per riprendere il giorno sopo alla stessa ora e con la medesima durata. Il 27, però, l'esperienza proseguirà: per la prima volta, infatti, i partecipanti all'EsoStage saranno gli special guest di un nuovo EsoShowXOne (dalle 21 alle 22), un'ora che si aggiunge alle sei ore di stage, un'ora durante la quale gli artisti EsosTheatre e i nuovi allievi daranno vita ad una performance interamente basata su quanto vissuto nel corso dello stage (Informazioni www.teatrodegliesoscheletri.it). Sempre il 27, con proseguimento il 28, si terrà alla sede di Studiodanza Metropol il sesto stage di recitazione di Nicola posterscenari Calì (a cura di Iudor Making), attore, regista e sceneggiatore con un già corposa carriera alle spalle e fautore di un approccio alla recitazione che discende dagli insegnamenti del palermitano Beppe Randazzo. In preparazione, infine, anche i laboratori nelle scuole, curati da diversi protagonisti messinesi da Totò D’Urso a Daniele Gonciaruk. COSI’ A OTTOBRE. Inizieranno la prima settimana di ottobre i corsi e i laboratori organizzati dal Clan degli Attori capitanato da Giovanni Maria Currò. Queste le offerte: recitazione (con Currò e Mauro Failla), recitazione junior (7-11 anni), condotto da Eleonora Bovo; recitazione cinematografica (con Currò, Failla e Fabio Schifilliti). Sempre a inizio ottobre, giorno 1, riprenderanno le attività di Actorgym di Vincenzo Tripodo, concepito come uno spazio teatrale “senza pareti”, una palestra dove si allenano le emozioni, un luogo dove le leggi sono rigorosamente studiate per essere sovvertite. Spiega Tripodo: «I nostri laboratori sono aperti a tutti. Quello con gli adulti, l’ActorGym, è giunto al settimo anno, anzi, come diciamo noi, al settimo atto. Quello con i bambini, l’ActorKids è invece al quarto. Quest’anno faremo anche tecnica del movimento e dizione». Al via anche le attività di Vaudevìlle, scuola di recitazione e musical. Con inizio il 3 ottobre, vede impegnati nell’insegnameno Alessandro Alù (direttore e insegnante di recitazione), Paride Acacia (recitazione), Sarah Lanza (danza), Mario Parlagreco (dizione), Enza Fiumanò (canto). Collaboratori esterni sono Maria Pia Rizzo, Gianfranco Quero, Donatella Venuti e Antonio Stella. Il 13 ottobre, invece, aprirà i battenti il laboratorio del Teatro dei Naviganti. Diretto da Domenico Cucinotta , che insegna insieme a Mariapia Rizzo, vede quest’anno come novità le presenze di Savario Tavano (scrittore) e di Giovanni Scarcella (coreografo). Il lavoro verterà sulla drammaturgia come scrittura della parola e del corpo con due incontri da quattro ore a settimana e un lungo weekend al mese. CUPido (da sinistra Rosamaria Conigliaro, Flavia Romeo, Flavio Vivoli, Celeste De Lisi). Accanto Flavio Vivoli all'esibizione di Castrocaro PALERMO. Riparte l’accademia diretta dagli exconcorrenti di XFactor. Ecco le novità Vokal Musik punta su Castrocaro PALERMO. Una nuova stagione di lavori, per consolidare quel che è affermato, dare un nuovo slancio e ripartire con la qualità di sempre, capace di portare notevoli risultati. Con questo clima riprendono le attività della VokalMusik Academy & arts, il centro professionale di formazione artistica di via Antonino Palminteri 2 (traversa di via Leonardo Da Vinci), diretta dagli ex concorrenti di X Factor Elisa Smeriglio e Vincenzo Biondo. Sono così aperte le iscrizioni ai corsi di canto, pianoforte, chitarra, recitazione, e danza, ai quali si sommano i laboratori di hip hop, lingua inglese, tecniche di comunicazione e percussioni. Il fiore all’occhiello resta sempre il canto moderno, con le lezioni divise in più livelli (junior, tecnico teorico, interpretativo e progettuale). Su questo fronte Vokalmusik è anche sede (unica in Sicilia occidentale) del circuito nazionale “La Voce” di Fulvio Tomaino, ovvero fa parte di un franchising di scuole di canto moderno con sedi sparse su tutto il territorio nazionale. Una formula vincente quella sul fronte del canto della Vokalmusik, forte dei dati di questi anni. A parlare è il successo di pubblico di format creati dentro la scuola come “Beauty and the Beatles” dedicato ai Fab Four, “Dalla/Modugno” incentrato su canzoni di Lucio Dalla e Domenico Modugno e “We'll live forever” con protagonisti brani dei Queen. Vokalmusik, con la sua struttura, è stata anche protagonista del primo Vocal flash mob italiano, entrando così di diritto nella storia del web nazionale. Fiore all’occhiello restano anche i progetti Vokalmusik dedicati agli allievi. Così, grazie al lavoro dei maestri Vincenzo Biondo ed Elisa Smeriglio, qui sono nati FL-I, pseudonimo del cantante Flavio Vivoli, e Le Morgane, ovvero il trio vocale formato da Barbara Tutrone, Cinzia Gargano e Alessandra Ponente (video cover “Che coss’è l’amor” di Vinicio Capossela, che quest’anno han raggiunto le semifinali del Festival di Castrocaro, dove la Vokalmusik è riuscita a piazzare ben dodici allievi. Un rapporto, quello col Festival di Castrocaro, che continuerà anche nella nuova stagione lavorativa 2014-2015, che vede rinnovare anche la relazione tra Vokamusik e Radio Time, il network dove è nato il talent radiofonico per cantanti Extra Time. In più dalla Vokalusik sta partendo il progetto CUPido, ovvero il quartetto vocale specializzato un cup song formato da Flavio Vivoli, Celeste De Lisi, Flavia Romeo e Rosamaria Conigliaro. Inoltre Flavio Vivoli e Celeste De Lisi, lavoreranno in coppia formando il duetto Ambiguo. Per ulteriori info: www.vokalmusikacademy.com MESSINA E ai più piccoli ci pensa l’Actorkids Sasà Neri 5 Settembre 2014 MESSINA. Comineranno ad ottobre anche i laboratori di “ActorKids”, uno dei pochi pensati per i più piccoli, in collaborazione con Progetto Suono. Voluto e diretto da Vincenzo Tripodo, ActorKids è una palestra teatrale per giovanissimi tra i 6 e i 13 anni, con lo scopo di far divenire il teatro un luogo fisico apprendere attraverso il gioco vari strumenti della recitazione, quali: la voce, il corpo, il ritmo, le relazioni di gruppo, lo studio del personaggio, l’esercizio della memoria, le letture dei testi che saranno drammatizzati, la danza e il canto. L’ActorKids è un momento di apprendimento attivo: le varie fasi del programma sono affrontate attraverso esercizi teatrali, giochi, proposte operative. Le “ragioni educative” sono sempre privilegiate rispetto alle “ragioni dello spettacolo”. «Non abbiamo interesse a formare attori spiegano gli organizzatori - quanto a fornire ai bambini la preziosa possibilità di esprimersi, di conoscersi, di sperimentare forme di apprendimento che passano per il corpo e il lavoro di gruppo”. Per tutte le informazioni chiamare il 327 6382030 o all’indirizzo di posta elettronica [email protected] centonove pagina 29 Vincenzo Tripodo 5 Settembre 2014 posterlibri NOVITA’. In libreria “Voi non siete qui”» di Guglielmo Pispisa L’avvocato dello Stretto Una Messina come non si è mai vista fa da sfondo all’assurda «epopea di un uomo banale». Fra nepotismo, consorterie, giustizia e finanza MESSINA. E’ edito da Il Saggiatore, ma non è un saggio. Vi si parla di consorterie e nepotismi, giustizia e finanza, ma non è cronaca. La voce protagonista, come l’autore, è un avvocato quarantenne, ma non è “autofiction”. Quinto romanzo di Guglielmo Pispisa, messinese classe 1971, dopo “Multiplo” (2004, Bacchilega), “Città perfetta” (2005, Einaudi), “La terza metà” (2008, Marsilio), “Il Cristo ricaricabile” (2012, Meridiano zero), “Voi non siete qui” “assurda epopea di un uomo banale che non stinge perché non ha colore, esponente emblematico di una generazione che si riteneva destinata alla grandezza e si è invece ritrovata nella morsa di un mondo crudelmente beffardo, senza alcuna difesa contro le sue insensatezze” - sarà in tutte le librerie d’Italia da giovedì 4 settembre. In questo romanzo – spiega l’autore – “ho fatto tutto quello che, secondo le ‘regoline’ della scrittura creativa, non si dovrebbe, quello che fin qui ho sempre evitato. Per quale ragione? Sulle prime pensavo di fare semplicemente uno sberleffo, quasi fregandomene che fosse un testo destinato ai lettori e a un mercato. Poi mi sono accorto che non era così, che era anzi vero il contrario. Al lettore ho dato fiducia. Ho creduto in lui, nella sua capacità di arrangiarsi, nella sua intelligenza, nella furbizia che, spero, lo inducano a non dare per buono quel che gli racconta il narratore, a LACERTI DI LETTURE guardare un poco oltre, fino a vedere quello che il narratore non dice, perché nemmeno lo sa”. “Voi non siete qui” sarà presentato al Monte di Pietà di Messina giovedì 25 settembre alle ore 19:30 nell’incontro organizzato da Daniela Bonazinga, con la pagina critica curata da Dario Tomasello e le letture di Francesco Natoli. Guglielmo Pispisa vi tratta l’attualità italiana partendo da un misconosciuto e sottovalutato “punto d’origine”, quello della periferia insulare siciliana. “Voi non siete qui” è, dunque, il primo libro di Pispisa ambientato nella sua città, Messina. Ma se l’ambientazione è, come afferma il sociologo Pietro Saitta “una Messina LA CLASSIFICA NAXOSLEGGE Booktrailer su giornalisti, amori e precariato CIAK PER IL LIBRO DI SIMONA MORACI FIRMATO DAL REGISTA NICOTINA Guglielmo Pispisa come non si è mai vista”, “Voi non siete qui” resta “un libro che parla dell’Italia”. Non a caso, Guglielmo Pispisa è stato invitato a partecipare lunedì 22 settembre alle ore 18:30 a Giardini Naxos (terrazza dell’hotel Tysandros) al dibattito “Per non morire di sicilitudine”, coordinato da Massimo Maugeri (Letteratitudine) nell’ambito del festival delle narrazioni Naxoslegge diretto da Fulvia Toscano. “Il dibattito – spiega Fulvia Toscano – si inquadra come una finestra su alcune delle espressioni più significative e interessanti della narrativa giovane in Sicilia, capace di instaurare un dialogo con le espressioni più vivaci e sperimentali del panorama narrativo italiano e internazionale”. Oltre a Pispisa, a Giardini Naxos interverranno Daniele Zito, Angelo Meloni, Rosario Palazzolo. DI FELICE IRRERA A più di sessant’anni dall’ultima pubblicazione si riedita quest’opera di uno scrittore tipicamente popolare, ambientata a Palermo nel 1800, durante l’epidemia di colera. Due famiglie che cercano di sfuggire al contagio si rifugiano in campagna e si ritrovano a convivere nella stessa casa, dando vita ad un complicato intreccio amoroso: proprio quando sembra che la verità venga fuori, si manifesta il colpo di scena. Luigi Natoli, I morti tornano, Dario Flaccovio 2014, pp. 288, € 15,00 Casati Modigliani Dan Brown 1Sveva La moglie magica - Sperling & Kupfer 4 Inferno - Mondadori Markus Zusak Stefano Benni 2Storia di una ladra di libri - Frassinelli 5 Pantera - Feltrinelli Tiziano Tersani Massimo Gramellini - La magia di 3straordinaria Un' idea di destino. Diari di una vita 6 un buongiorno - Longanesi Longaneri www.wuz.it GIARDINI NAXOS. Sarà presentato lunedì 15 settembre, alle 17, nell’ambito di Sinestesie, la nuova sezione del festival letterario “Naxoslegge”, il booktrailer del romanzo “Giornalisti… e vissero per sempre precari e contenti” di Simona Moraci (Armando Siciliano Editore). Il video, firmato dal regista messinese Gianmaria Nicotina, vede in scena gli attori Christian Gravina, Luca Fiorino, Vanessa Cento, e la partecipazione della giornalista Tiziana Caruso e dell’esordiente Renato Scarcella. Il booktrailer, girato nella redazione del settimanale Centonove, racconta un romanzo brillante che ha come sfondo il mondo del precariato. “Sinestesie - sentire e vedere libri”, in programma dal 15 al 17 settembre, come anteprima del festival, al corner Feltrinelli e al Frontemare del lido di Naxos, è la nuova sezione di Naxoslegge, il festival delle narrazioni che con Extramoenia, dal 18 al 26, proporrà un "settembre di culture a Naxos", a cura della associazione Le officine di Hermes, col patrocinio del comune di Giardini Naxos e la direzione artistica di Fulvia Toscano. In tre giorni, infatti, attraverso la presenza di circa 40 scrittori ed altrettanti editori, si proporrà un viaggio nel mondo del booktrailer, nuova e affascinante forma di comunicazione e promozione editoriale che coniuga il testo letterario con il linguaggio del cinema. Il luogo è la magica terrazza del lido di Naxos, ora arricchita dalla presenza del corner Feltrinelli, partner di Naxoslegge. FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA) I scannapopulu La mafia è una struttura imbattibile fin quando è funzionale al potere. “L’amici di la mafia su certuni ben conosciuti e nobili persuni, devoti di la fedi e di li santi cu funzioni e carichi importanti. Amici e servi di li mafiosi si fannu responsabili d’abusi, di angherii, di prepotenzi e ‘mbrogghi, pi fini elettorali e portafogghi.” Il capitalismo infanga l’anima. “Lu dinaru japri breccia, metti in vucca lu bavagghiu, quannu tira la so freccia, trasi a centru di bersagghiu. Lu dinaru non è vistu, e l’avemu nta lu sangu,l’aduramu comu a Cristu e stricamu nta lu fangu.” Il diritto ormai è sinonimo di favore. “Vaju ed acchianu la scala di lu Palazzu, quannu haiu bisognu i lavoru. Ci Vaju pe cridiri chi semu cristiani, ci vaju pi cridiri chi nun semu cani. Acchianu pi non moriri e mi nnì scinnu cadaveri.” Quella perniciosa relazione tra alcuni preti e la mafia. “La mafia e li parrini – eterni sanguisuga – sella supra li spaddhi e corda chi t’affuga! Unu jorge la cruci e l’autru punta e spara. L’unu minaccia infernu e l’autru la lupara!” Per il potere ed i suoi apparati la lealtà di pensiero è un inciampo per il sistema. “La curpa e tutta mia, chi non mi stricu e chi chiddu chi pensu in faccia dicu! Forsi è lu me carattiri, lu mè parrari chiaru, chi non mi fa truvari amici importanti, chi cumannunu.” È tempo di sofismi dove la ragione dorme e la finzione sfacciata diventa argomento fondato, l’improbabile diviene probabile e l’inverosimile vero. “Ora mi fazzu un cori di liuni, vogghiu turnari ‘mmenzu la furesta di la vita, unni lu tortu àvi la ragiuni, e la giustizia è pupu di crita.” Quell’angoscia del tempo che sfugge. “Ca lu tempu e na minestra e mi scantu ca un nni resta!” centonove pagina 30 Il popolo siciliano è un popolo che la sua storia l’ha fatta fare e continua a farla fare agli altri. Egli della sua storia è sempre stato inquilino e mai padrone. “L’avemu cca ancora cca chi stissi facci e u cori di sarvaggi, i scannapopulu. Ci liccamu i pedi, ci damu u votu, pi rumpirinni l’ossa. Unni passuni sicca l’erba, sicca l’acqua, spuntunu spini e lacrimi per la Sicilia. Cu camina calatu torci a schina, s’è un populu torci a storia!” L’odio è un sentimento che annienta chi lo coltiva. “Io ti dirò: l’odiu è analfabeta e scrivi pagini di sangu sgrammaticati.” Certi suggestivi esoterici inglesismi usati dalla politica e dalla tecnocrazia sono un attentato all’identità civile e all’integrità sociale e culturale dei popoli. “Un populu diventa poviru e servu, quannu ci arrubbunu a lingua. Diventa poviru e servu, quannu i paroli non figghiunu paroli e si manciunu ntra d’iddi.” Lacerti tratti da: “Poesie ” – 1923-1983- parte II Ignazio Buttitta posterlibri SAGGI. Una nuova collana curata dal teorico della decrescita Serge Latouche Crisi,meglio governare la modernità Il primo volumetto con una casaceditrice milanese decicato al pensiero di Jacques Ellul. Che detta in tre temi le regole per giungere alla felicità. Tirandosi fuori dal circolo infernale del consumo DI AUGUSTO CAVADI PALERMO. Serge Latouche è noto in Europa come il teorico della “decrescita”. Raramente un vocabolo è stato tanto incompreso ed equivocato: da qui il ricorso ad aggettivi (in Italia Maurizio Pallante si è fatto promotore della “decrescita felice”) o a formule equivalenti (“sobrietà felice” o “abbondanza frugale”). Indubbiamente fra gli esponenti di questa corrente di pensiero filosofico ed economico non mancano le differenze di accento (né qua o là certi passaggi opinabili), ma il senso complessivo è chiaro: non si tratta di andare indietro verso il pre-moderno quanto di governare la modernità in modo da evitare che si capovolga, dialetticamente, da opportunità per l’umanità in boomerang disastroso. Che questo implichi delle rinunzie è indubbio: fondamentalmente la rinunzia a fare tutto ciò che la tecnica ci mette in grado di fare. La questione è – si potrebbe dire con gli epicurei – se si tratta di rinunzie sterili o, piuttosto, funzionali a guadagni di lunga durata e per tutti quanti. Per comprendere meglio la posta in gioco Serge Latouche ha pensato di aprire, con una nota casa editrice milanese, una Collana di volumetti dedicati a “I precursori della decrescita” ed egli stesso ne ha curato il primo: Jacques Ellul. Contro il totalitarismo tecnico (Jaca Book, Milano 2014, pp. 95, euro 9,00). Di Ellul (deceduto nel 1994) conoscevo, grazie a testi occasionali, poco più del nome: grazie a questa preziosa monografia-antologia ne ho appreso ATTUALITA’ alcune tematiche caratteristiche. Una prima riguarda la critica della “crescita a ogni costo”, della crescita demografica, agricola, industriale in progressione geometrica: “Conosciamo tutti, e in tutti i campi, l’ossessione della crescita. La crescita è buona in sé. Non ci si chiede né: crescita di cosa? Né: la crescita è utile? Né: a chi servirà la crescita? E nemmeno: cosa faremo di tutte queste eccedenze? Nessun tornaconto (ecco il segno dell’assurdità), la crescita si giustifica da sé”. Una seconda tematica riguarda la “riduzione del tempo di lavoro”. Al di là delle motivazioni socioeconomiche, Ellul è più attento ai risvolti antropologici. Innanzitutto ai vantaggi di una “riduzione massiccia del tempo di lavoro” conseguente ad una “nuova ripartizione del lavoro” (rispetto alla situazione attuale in cui ci sono soggetti oberati dalla fatica e soggetti languenti nella inoccupazione): “Per appagare la propria solitudine, l’uomo moderno ha bisogno di relazioni umane autentiche, di attività ludiche, di contatti personali al di fuori del mondo del lavoro. Bisogna uscire dal circolo infernale consumoproduzione, anche se ciò dovesse sconvolgere le nostre abitudini quotidiane e ridurre il nostro tenore di vita”. In una società in cui, per scelta o per necessità, si dedicherà meno tempo al lavoro, alla produzione, al commercio, saremo come denudati. Privi di molti alibi ed orpelli, “saremo obbligati a porre questioni fondamentali: quelle del senso della vita e di una nuova cultura, quella di un’organizzazione che non sia né rigida né anarchica, l’aprirsi di un campo di nuova creatività”. Esposti alla noia, al vuoto, allo spreco del proprio tempo liberato, saremo però anche messi di fronte alla verità essenziale del nostro esistere: “L’essere umano ha bisogno di interessarsi a qualcosa, ed è per mancanza d’interesse che moriamo oggi”. Una terza tematica la espone Ellul stesso in poche, illuminanti righe: “L’ideologia della felicità esige un crescente consumo di benessere attraverso l’approntamento del terreno favorevole allo sbocciare di nuovi bisogni […]. Ma più aumenta il consumo, più forte deve essere l’ideologia della felicità per colmare in tale ciclo il vuoto dell’assurdità. Senza benessere la felicità sembra vana e illusoria, priva di tutti gli strumenti di realizzazione. La via per giungere alla felicità è quella del benessere, e solo quella. A poco a poco, poi, il benessere ha assunto un’importanza tale che si è tentato di minimizzare la portata della felicità; 5 Settembre 2014 concetto fluido, incerto, complesso e comportante il permanere di un inopportuno soggettivismo e di un sentimento romantico. Sociologi ed economisti attuali preferiscono di gran lunga avere a che fare con il benessere (livello di vita, stile di vita ecc.) suscettibile di essere più agevolmente delimitato, analizzato, calcolato esattamente. Con la formula “la colonizzazione dell’immaginario da parte della tecnica e la tossicodipendenza da consumo” Latouche denota, e condensa, una quarta tematica ricorrente negli scritti di Jacques Ellul, “l’uomo che aveva previsto (quasi) tutto” . Di che si tratta? Di denunziare, ovviamente, non la tecnica né quei suoi prodotti che effettivamente migliorano la qualità della nostra vita, bensì la superstizione fideistica sui benefici automatici e inequivoci di qualsiasi invenzione tecnica e la cecità di fronte alle contropartite negative di certe innovazioni: “Abbiamo così sempre più possibilità di vivere, viviamo più a lungo, ma viviamo una vita più limitata e non abbiamo più la stessa forza vitale. Siamo sempre obbligati a compensare nuove deficienze”. Su ogni questione affrontata da Ellul non sono mancate, come è facile supporre, riserve e critiche. Le sue posizioni, come quelle di tanti altri studiosi e operatori sociali dell’area, sono soggette al rischio di forzature unilaterali che - in un’altra sede – sarebbe inevitabile esaminare. Essi devono vincere una difficile scommessa: per riprendere parzialmente il titolo di un saggio di Jean-Paul Besset, “salvarsi dal progresso senza essere reazionari”. di Giovanni Frazzica Convivere con la deflazione MESSINA. L’Italia, la Sicilia e Messina, tre ambiti di un unico grande complesso che ha la stessa primaria esigenza: sviluppo, lavoro. La gente soffre molto per questa crisi economica che si trascina ormai da oltre dieci anni e di cui non si riesce ad intravvedere la fine. Anzi si allarga, ora è come se avessimo contagiato della nostra stessa malattia la Germania, la locomotiva che doveva trascinare l’economia europea, che come noi fa registrare un tasso di crescita di -02% su base annua. Ma c’è di peggio, la nostra malattia ha subito una mutazione genetica, adesso siamo in deflazione, i prezzi scendono, non per effetto del gioco della libera concorrenza, ma per mancanza di domanda. Un fenomeno che non si verificava in Italia da oltre cinquant’anni e che, nell’immediato dà al consumatore il vantaggio di potersi approviggionare di beni a prezzi scontati. A Messina neanche questo accade, secondo quanto riportato dalla stampa nazionale e poi ripreso da quella locale, la Città dello Stretto è risultata essere la più cara d’Italia, la piazza dove i prezzi invece che diminuire sono aumentati dell’1,19%. E’ auspicabile che l’assessore al Commercio, Patrizia Panarello, abbia avuto tempo e modo di leggere questa notizia, di rifletterci sopra e di vedere se c’è un modo per difendere i cittadini da eventuali anomalie e ingiustificati aumenti di prezzi. O forse è la Prefettura che, essendo emanazione del Governo, ha più facilità ad intervenire operando anche una comparazione di dati. A Catania, città ben governata dal punto di vista amministrativo, il costo della vita è più basso e le opportunità di lavoro sono più alte. Quindi a soli cento chilometri da Messina c’è un luogo dove si può sopportare meglio quel senso di vuoto che produce il protagonismo, spesso inutile ed eccessivo, di Crocetta e l’annuncite di Renzi. Modi di operare che producono titoli di giornali e lunghe riprese televisive, ma fin’ora non hanno portato nè un posto di lavoro nè un’euro. O per meglio dire di euro Renzi ne ha portati 80 al mese a 10 milioni di italiani, ma, a centonove pagina 31 pensarci bene, con questa cifra ha finito col fare un regalino a chi già lavorava, apparendo peraltro iniquo verso i più bisognosi e senza peraltro dare quella scossa all’economia che aveva annunciato con enfasi. E per quanto riguarda i posti di lavoro, prima che si verificasse il corto circuito Corsello-Scilabra, pare che qualche centinaio di posti si stessero materializzando. Certo non in base a regolare concorso, pratica assolutamente desueta, a memoria di palermitano gli ultimi concorsi nella città di Leoluca Orlando vennero fatti dai Fenici prima della battaglia di Zama (202 a.c.). Ma Crocetta, con una Regione finanziariamente disastrata e senza idee per farla ripartire insiste, finchè può, per mantenere il controllo su tutto, come quando era sindaco di Gela. E infine i messinesi, che già usufruiscono dei vantaggi della governance di Renzi e di Crocetta, possono cumulare questi benefici con quelli derivanti dall’avere un sindaco come Accorinti che ha il vezzo della fotografite. A breve dovrebbe farsi immortalare insieme alla Merkel e ad Hollande per completare l’album Europa continentale. 5 Settembre 2014 posterstorie Un momento della messa in scena ROCCELLETTA DI BORGIA. L’idea originale e coraggiosa di Chiara Giordano fa rivivere la dinastia normanna L’ultima notte di Scolacium Il Gran Conte Ruggero I, la sua Adelasia e l’affascinante cavaliere Boemondo rivivono grazie all’opera di parole, immagini e suoni e coreografie messe in scena nel parco archeologico DI ROBERTO MOTTA Ruggero I , il Gran Conte, in carne ed ossa. E poi Adelasia che dal Monferrato era scesa al Sud per andare in sposa a Ruggero e sigillare così l’intesa tra normanni e lombardi. “Juvenculam honestae faciei” come ci trasmette il Malaterra; una giovane graziosa della famiglia degli Aleramici del Vasto. Ed infine Boemondo, Boamondus, come sta scritto sul suo monumento funebre a Canosa, quasi un' eco della sua terribile imponenza. Boemondo, l'affascinante cavaliere principe di Antiochia figlio di Roberto il Guiscardo e di Alberada, prima moglie del normanno il cui viso, ancor oggi , ci guarda beffardo dalla cornice della fontana di S. Marco Argentano . Avrei visto finalmente “dal vivo” questi personaggi della dinastia normanna, dopo averne sempre sentito la presenza nelle chiese medievali, nelle torri ,nei donjoni, nei castelli o nei dorati mosaici. Finalmente, grazie ad un' idea originale e coraggiosa di Chiara Giordano, i regali personaggi della dinastia normanna, assolutamente trascurati da cinema e teatro, nonostante la loro straordinaria epopea storica , diventavano protagonisti di una opera. Ed ancora il sito: il parco archeologico di Scolacium con resti dei precedenti insediamenti greci e romani al centro del quale, emerge in un vasto uliveto la basilica medievale detta la Roccelletta del Vescovo di Squillac, di enigmatica interpretazione stilistica. Ecco, questi alcuni intriganti stimoli che spingevano verso “L’Ultima notte di Scolacium” opera di parole, immagini e suoni e coreografie realizzata con la regia di Cristina Mazzavillani Muti. Inizia bene, anzi benissimo. Alle 22 in punto l’entrata nel parco. Immersi in una atmosfera di luci che tagliavano gli spazi interni della chiesa, avvolti da musiche d’ispirazione medievale, accompagnati da personaggi in costume d’epoca, ci siamo spinti in questa discesa nella Scolacium di circa novecento anni prima. Sulla scena, con sfondo la colorata parete sud della Roccelletta, Cassiodoro tiene le fila del dramma: racconta dell’amore segreto tra il principe di Antiochia Boemondo e la regina Adelasia. Una storia probabilmente fantastica anche se qualche pettegolezzo c’era stato quando Adelaide aveva dato alla luce Ruggero (il futuro Re di Sicilia); quella pelle olivastra, gli occhi scuri, i capelli neri, come ci racconta Malaterra, erano caratteri fortemente mediterranei e destavano insinuazioni e sospetti sulla reale paternità di Ruggero II; d’altronde il Gran Conte, alla nascita del figlio , di anni ne aveva ben sessantaquattro. Boemondo, il figlio di Roberto il Guiscardo e di Alberada, normanno di sangue e di indole era invece “largo di spalle, massiccio di torso, di carnagione chiara, capelli biondissimi tagliati a zero e di immensa statura”, come il padre Roberto il Guiscardo (Norwich). “L’uomo piu’ sexy del medioevo” secondo Cesare Brandi che lo vedeva protagonista di un L’area archeologica di Scolacium centonove pagina 32 melodramma, in quattro atti e dieci quadri. Il suo nome aveva terrorizzato i balcani , ma il suon fascino aveva ammaliato molte nobili donne tra le quali la figlia dell’emiro che lo teneva prigioniero, la bella Melaz . E poi Adelasia, o Adelitia come è scritto nel suo epitaffio , della casata degli Aleramici del Monferrato. Come tanti “lombardi” migrati dalle terre padane nel più ricco regno del sole per fondare paesi e colonie che sostenessero l’elemento latino nel multiculturale Regno di Ruggero. Terza moglie del Conte dopo Eremberga e soprattutto dopo l’amata Giuditta d’Evreux anch'essa scesa in Calabria dalla Normandia insieme al suo tutore Roberto de Grantmesnil, fondatore dell’ Abbazia benedettina di S. Eufemia (oggi al centro di un parco archeologico, poco distate dal centro lametino). Infine Ruggero, il Gran Conte, che di anni ne aveva cinquantotto quando sposò Adelaide nella Chiesa della SS. Trinità di Mileto la stessa che accolse, dopo qualche anno, il suo sarcofago. Frammenti del glorioso periodo normanno, quando Mileto era la città prescelta dal Conte, sono nel curatissimo Museo Statale Diocesano di Mileto tra cui il sarcofago di Eremburga, seconda moglie di Ruggero I. Questi i personaggi della riuscita “favola storica “, con le suggestive musiche di Nicola Piovani , la sceneggiatura di Francesco Brancatella, le imponenti scenografie virtuali di Gaetano Capasso, che ha proiettato immagini della saga normanna, di straordinaria efficacia, sulla parete della Roccelletta che faceva da sfondo al palcoscenico. Un evento emozionante, originale, ben curato in tutti i suoi elementi (il parco, le luci, la scenografia, le musiche, i costumi). Un’opera che è riuscita a mettere insieme la rievocazione del passato e il fascino dei luoghi; un evento-modello da proporre per rivivere luoghi di rilevanza archeologica e dare senso alla storia. Ancora una sorpresa dalla Calabria. postermostre 5 Settembre 2014 FURNARI. A Palazzo Marziani fino al 14 settembre Sei artisti in cerca di Figurazione In esposizione le opere di Adriano Bertazzoni, Antonio Bonanno Conti, Michele D’Avenia, Sebastiano Messina, Sara Teresano e Togo FURNARI. Fino al 14 settembre, la prima rassegna Furnariarte, ospitata nella cittadina del Messinese. Mostre collettive e personali, abiti e gioielli delle nobildonne siciliane, musica popolare e jazz d’autore, lirica e cantautorato, trovano spazio in un antico palazzo nobiliare restaurato su input del sindaco di Furnari, Mario Foti. Giovedì 4 settembre alle 19, alla presenza dell’assessore regionale ai Beni culturali e Identità siciliana, Giusi Furnari, è stata inaugurata “Figurazione Nuova”, un unico progetto artistico di Saverio Pugliatti (che cura la direzione artistica dell’intera rassegna), formato dalle mostre personali di sei artisti, Antonio Bonanno Conti, Sebastiano Messina, Togo, Michele D’Avenia e Sara Teresano, e l’esordiente Adriano Bertazzone. Il riferimento di fondo è l’attualizzazione del movimento artistico degli anni ’60, Nuova Figurazione, di cui fece parte anche Renato Guttuso. Le sei mostre personali, pensate nel rispetto dei percorsi di ricerca individuali, intendono sollecitare la riflessione sulla tendenza dell’arte contemporanea che si muove nel segno di una rinnovata sensibilità al figurativo: i linguaggi personali, pur in una variegata contaminazione di memorie e di proposte interpretative, condividono infatti la forza seduttiva di una rappresentazione che non rinuncia alla riconoscibilità del dato reale. Un’indagine condotta con grande padronanza del “mestiere” che esplora, archetipi e visioni del quotidiano. Dalle enormi istallazioni che guardano alla Transavanguardia di Antonio Bonanno Conti (la mostra di intitola “RiEdizione”) alle animazioni mediterranee in pietra calcarea di Sara Teresano (“Fragili equilibri”), fino alle spigolose Sara Teresano. Ballerina (tango) terracotta policroma cm.70x27 x15 Togo, Castello saraceno 2014, olio e acrilico su tela Michele D'Avenia, Il mondo fuori, olio su tela cm 93 x 78 anno 2007 collezione privata metamorfosi di Sebastiano Messina (“Tra sogni e ricordi”); su verso le tele fortemente realistiche di Michele D’Avenia (“Immagini dell’anima”), la solarità tagliata dalla luce di Togo (“Paesaggi mediterranei”) fino alle tele sensibili alle tematiche sociali del giovane Adriano Bertazzone (“ALC IXH XAN”). Stefania Petrillo, docente di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università degli Studi di Perugia, ha introdotto la mostra con una breve presentazione-conferenza. Alle 21, concerto del Trio Duende Sur (Alejandra Bertolino Garcia a cante y cajòn; Laura Bonfiglio, baile e Antonio Livoti, chitarra) che affronta il flamenco con spirito di innovazione, arricchendolo di legami con altre culture vicine per genesi e per contaminazione. FESTA DEL PATRONO Arte per Tripi si fa in quattro TRIPI. “Arte per Tripi”, è il titolo della kermesse culturale che caratterizzerà i festeggiamenti in onore del patrono San Vincenzo Martire. Si tratta di quattro mostre su temi diversi che da venerdì 5 a domenica 7 settembre consentiranno ai visitatori del piccolo paese abacenino di vivere in maniera “ diversa ” i festeggiamenti organizzati per il santo. Si tratta della mostra di scultura di Vittorio Basile, della mostra di pittura interattiva di Nino Gentile, della mostra di pittura e cartoline d’epoca di Mimmo Ciarrotta e della mostra etno antropologica di Angela Raccuia dal titolo “Input dal passato: il frutto del lavoro dell’uomo ”. INIZIATIVE Fotografi emergenti, Obiettivo Alibi sensibilità degli autori protagonisti. In un allestimento minimale ma di forte impatto visivo, confluiranno le varietà di stili, di punti di vista e delle tematiche affrontate, componendo un mosaico variegato ed affascinante. L'inaugurazione Oltre cento scatti in mostra a Palermo voluti dall’associazione “Non ho sonno” della mostra si terrà venerdì 5 settembre alle ore 16.30 e la mostra resterà visitabile, ad ingresso gratuito, fino alle 13 di domenica 7 settembre. L'Alibi Club è un ente di formazione accreditato dalla PALERMO. Nella prestigiosa cornice di Villa Niscemi a Regione Sicilia, da più di trent'anni tra i Palermo, l'Alibi Club (in collaborazione con l'associazione protagonisti del panorama artistico e culturale Non Ho Sonno) organizza la mostra fotografica culturale siciliano, promotore di eventi Obiettivo Alibi, una grande esposizione per presentare i culturali e corsi di formazione professionale lavori degli allievi dei corsi di fotografia appena di alto profilo. L'associazione culturale Non terminati nelle sedi di Palermo ed Agrigento. Ho Sonno è una giovane realtà che lavora Dal 5 al 7 settembre, la Sala delle Carrozze di Villa Niscemi su progetti artistici ed editoriali, anche ospiterà un campionario di oltre 100 scatti realizzati dai legati ai nuovi media, occupandosi di ragazzi durante il percorso formativo, uno spaccato veicolare e promuovere attività di interesse colorato ed eterogeneo in grado di raccontare la società, il Una delle immagini dei fotografi emergenti in mostra a Palermo culturale. territorio e l'interiorità dell'individuo secondo le diverse centonove pagina 33 5 Settembre 2014 posterprotagonisti A TU PER TU. Si racconta lo scultore nato come Gesù, tra la paglia di una casupola di Misserio L’odissea di Ucchino L’artista che ha reso all’asino uno degli omaggi più belli, lavora per una via Crucis dell’uomo nella sua Santa Teresa di Riva. Ecco come nasce un artista folgorato a vent’anni sulla via dell’acciaio inox DI GIGI GIACOBBE SANTA TERESA DI RIVA. E’ nato quasi come Gesù, Nino Ucchino. Tra la paglia d’una casupola di Misserio (frazione collinare che non supera i 500 abitanti a 8 km del comune di Santa Teresa di Riva) in mezzo a varie masserizie e non con bue e asinello accanto ma con un nugolo di pecore intorno. La madre non era la Madonna ma Concetta Allegra che non ebbe il tempo d’arrivare a casa e partorì lì il bambino in quella stalla l’11 agosto del 1952. Il padre non si chiamava Giuseppe ma soltanto Santi e di professione faceva il commerciante di limone e dopo i suoi trascorsi in Africa si permetteva pure di fare il mago per hobby parlando l’incomprensibile lingua swahili. Poi la famiglia assieme ai due fratelli Carmelo e Santina, il primo al momento insegna a Roma italiano e storia, la seconda matematica a Santa Teresa, si trasferisce in quest’ultimo paese e Nino Ucchino ragazzino frequenta le elementari e medie. “ Era una scuola in campagna, distante dal paese, e i maestri mi avevano iscritto nei corsi differenziati per bambini andicappati e ritardati - ricorda Ucchino - si andava a scuola non più di due volte a settimana, a me non piaceva andarci, preferivo frequentare lo studio del pittore Silvio Timpanaro, mi divertivo di più”. E dopo la licenza media cosa fa? « Mi sono iscritto alla Scuola D’Arte del Dante Alighieri » E come faceva da Santa Teresa ad arrivare a Messina? «Prendevo il treno delle 6,45, arrivavo a Messina intorno alle 7,30 e poi a piedi dalla stazione sino all’Istituto d’Arte avevo il tempo di mangiare una pagnottella che mi aveva preparato mia madre ed entrare puntuale in classe alle 8,30». E poi dopo il diploma? “Ho frequentato il liceo artistico prendendo il relativo diploma e dopo mi sono iscritto ai corsi di laurea in Architettura senza completare gli studi, perché la mia testa era già altrove, a Milano in particolare dove a 22 anni comincio ad esporre le mie prime opere pittoriche diventando nel contempo allievo di Luca Crippa». Nino Ucchino con lo scrittore-regista Mimmo Trischitta Dunque il suo primo amore è la pittura? «Sì è così, anche se da sempre sono stato attratto dai volumi dei corpi secondo gli stilemi di Michelangelo e dalla drammaticità espressa nei dipinti di Caravaggio». Sino a che anno si dedica alla pittura prima d’intraprendere il percorso nella scultura? «Diciamo sino al 1985-1986 quando scopro che con le lastre di acciaio inox posso realizzare ciò che mi frulla in testa. Naturalmente nel frattempo il mio nome era apparso in parecchie personali fatte in Italia e qualcuna pure in Germania». Cos’è che l’attraeva maggiormente dell’acciaio inox? «Sicuramente la possibilità di plasmarlo come fosse marmo, a colpi di martello e di mazza e saldare i vari pezzi senza dover ricorrere alle fusioni metalliche con tutti i procedenti relativi». Perché ha abbandonato la pittura? «Guardi che la pittura è illusoria, è tutta mentale, la fatica è enorme, esteticamente è bella ma nella pittura è stato esplorato tutto e tutto quello che fai ti riporta a qualche altra cosa. Io personalmente non sono più in grado di ricreare qualcosa di nuovo, d’inventarmi col pennello nuove figurazioni. Se dovessi riprendere a dipingere ricomincerei con la pittura di Lucio Fontana , cercare d’entrare all’interno di quei tagli». Mentre la scultura cosa le dà? « La scultura mi viene incontro, io posso toccarla, accarezzarla, tagliare la lastra d’acciaio, traforarla, saldarne le varie parti con gli elettrodi (bastoncini centonove pagina 34 Ucchino nel suo studio in una foto di qualche anno fa di 20 cm d’acciaio che servono per le saldature, n.d.r.) modellarla a mio piacimento come in un rapporto fisicoerotico». A cosa sta lavorando al momento? « Ad un progetto scultoreo che io ho chiamato “Reflexa” in cui lo spazio lucido a specchio su un fondo nero opaco proviene da due fonti: una storica, l’altra naturalistica. La prima, attraverso un filo sentimentale, ci arriva da Caravaggio, che come sappiamo del fondo nero ha fatto il suo impero pittorico, unitamente ai dipinti di David i cui sfondi sono delle vere pareti che confinano col nulla, quasi a volerci dire che aldilà del buio non c’è nulla, a differenza del Caravaggio i cui squarci di luci raffigurano un varco attraverso il quale si arriva nell’aldilà. La fonte naturalistica invece è il 5 Settembre 2014 posterprotagonisti Il CRisto di Nino Ucchino sul lungomare di Catania Il monumento all’asino itinerante realizzare nella propria vita da vivo. La riconoscibilità, dire subito questo è Ucchino, quello è Moore o Michelangelo, è il premio maggiore che la vita possa regalare ad ogni artista. Gli altri premi non contano». Se qualcuno volesse comprare una paesaggio che mi porto dentro e che mi lega a tutti quei paesini della costa jonica che lambiscono financo il nero della lava dell’Etna». C’è un’opera pittorica del passato di cui va fiero? « Quella d’aver affrescato nel 1981, nel mio luogo natio Messerio, sei lunette della Chiesa madre di San Vito, al tempo in cui a dirigerla c’era un sacerdote illuminato che di nome faceva Nunziato Mantarro, lo stesso che alcuni anni dopo celebrerà le mie fugaci nozze durate solo sei mesi. Ricordo bene quel lavoro perché l’arcivescovo di quei tempi, monsignor Fasola, ritenendo scandalose alcune immagini voleva che io le coprissi con qualcosa. Dopo il mio rifiuto e l’invito a eseguire lui stesso la copertura, scrissi al papa di allora che era Woitila allegando pure documentazione fotografica e la velocissima risposta, dopo cinque giorni, fu che il nuovo corso della chiesa riteneva che non dovessi apportare alcuna modifica agli affreschi perché il nuovo corso della chiesa era quello di avvicinarsi sempre più a certe forme di cultura laica ». Le sue opere merlettate e bucherellate in vari punti, luccicanti al sole di tante città del mondo non solo marinare, si riconoscono subito a prima vista, un po’ come avviene per le sculture di Giò Pomodoro che utilizza l’ottone o di Calder che agghinda i suoi manufatti con sottilissime lamelle metalliche in equilibrio stabile. Le chiedo se è contento di questa pronta riconoscibilità. «E’ quello che ogni artista cerca di sua scultura quanto dovrebbe spendere? «Il più recente mercato stimato a Parigi parla di 12 mila euro per un’opera grande 1mt x 1 mt, sia a parete che a tutto tondo». Lei da qualche tempo ha il suo studio-atelier a Savoca, un luogo che lei ama particolarmente perché accogliente e perché frequentato da amici e da quanti vogliono conoscerla e vedere le sue opere. Le chiedo come ultima domanda quali sono i suoi impegni più prossimi. « Sto lavorando ad una sorta di “Schermo mobile”, ovvero d’una persona che diventa lei stessa schermo, sul corpo della quale si proiettano immagini di violenza varia, come gli stupri o fotogrammi di film di vampiri o del genere horror e in base alla crudezza delle visioni, quella persona chiuderà o allargherà lo schermo quasi come un pipistrello. Mi piacerebbe poi creare l’Odissea di Omero con una ventina o più di bassorilievi che ne descrivono il plot, situati tutti ad una certa distanza sul lungo mare di Santa Teresa: una sorta di “Via Crucis” o di percorso dell’uomo che non smette mai di viaggiare per il mondo e di chiedersi chi sia veramente». ZOOM Quando u sciccareddu è un vero uomo L'asino è l'animale simbolo della nostra terra a vocazione agricola. È stato lui il fedele compagno di lavoro dei contadini siciliani, mite e cocciuto ad un tempo. Un vero e proprio omaggio a questo animale è nella canzone popolare "Avia nu sciccareddu". Ma l’omaggio più bello a questo animale è arrivato proprio da Nino Ucchino. Il suo monumento all'asino itinerante in acciaio inox è un ossimoro vivente. Lui è a dorso in giù con sulle zampe una piramide di fatica, la fatica del suo lavoro, e abbaglia, sarà il materiale, emana luce. A chi gli chiede perchè questa passione per gli sciccareddi risponde con le parole dette dal premio Nobel per la letteratura del 1998, Josè Saramago davanti a questo stesso asino: «Dopo tanti monumenti a certi uomini che sono stati "asini" un monumento all'asino che è stato un vero "uomo"». centonove pagina 35 5 Settembre 2014 posterpaesechevai L’area archeologica di Calacte Il paese col castello PATRIMONIO. Viaggio nel piccolo comune dai sapori antichi. A partire dall’affresco nella volta della chiesa madre Paradiso a Caronia Il castello normanno di Caronia Tra i resti archeologici dell’antica Calacte, le bellezze artistiche e le meraviglie naturalistiche di una delle “perle” più belle dei Nebrodi. Ma il turista non lo sa... DI FELICE IRRERA CARONIA. Si raggiunge il paese, che ospita i suoi 3500 abitanti su un poggio a trecento metri di altezza, salendo da un bivio lungo la nazionale per Palermo: al viaggiatore, dopo qualche chilometro, si offre una splendida visione del mare. Procedendo all’interno del borgo, attira l’attenzione la chiesa Madre, dedicata a S. Nicolò di Bari, ricostruita nel secolo XVII: il portale (1716) è sormontato da una statua marmorea barocca del Santo, mentre l’interno reca sulla volta un affresco (“Paradiso”) che nel Settecento fu iniziato da Biagio Ferro e compiuto un paio d’anni dopo da Antonio Petringa. Proseguendo, sempre in salita, si raggiunge il Castello, di proprietà privata (pertanto non facile da visitare) e ben conservato, che, di origine normanna (XII secolo), si presenta come un complesso fortificato costituito da un palazzo a due piani, con ampi saloni, all’interno di un recinto irregolare munito di torri sul quale s’inserisce anche una piccola cappella: negli anni Novanta sotto di esso, in contrada S. Francesco, sono state ritrovate sette tombe di età greca. Spostatici in Piazza S. Francesco, eccoci davanti al Palazzo Cangemi, dove ha trovato collocazione il Museo del Bosco, che raccoglie testimonianze etnoantropologiche legate alla cultura silvo-pastorale e contadina: si tratta di un’autentica carrellata le produzioni, gli strumenti artigianali e le diverse tecniche di sfruttamento del territorio, come l'antica arte della produzione del carbone. Attira poi il nostro sguardo l'antica Abbazia Basiliana di San Pancrazio, oggi inclusa nell’adiacente masseria, e la "Casina di Pietratagliata", esempio di architettura aristocratico-rurale, destinata a residenza estiva. Scendendo verso il mare, scorgiamo il sito dell’antica Calacte. L’estensione dell’originario abitato è indicata dalla scoperta di tombe che s’incontrano a Caronia lungo la strada che porta al Castello e, verso il mare, sul colle di S. Teodoro e nei pressi della chiesetta dell’Annunziata. A Marina di Caronia, poi (in contrada Nunziatella) alcuni scavi hanno permesso negli anni scorsi TRADIZIONI Tra feste e prodotti tipici San Biagio è il protettore del paese e la sua festa si celebra il 3 febbraio e la seconda domenica d’agosto: a lui in processione si offrono “i cudduri”, a base di mandorle. Altri prodotti tipici sono i funghi, le provole, , salsicce di maiale selvatico, biscotti e altri dolci (i “varati”, a base di farina e strutto). di ritrovare alcune monete raffiguranti Hermes, Athena ed Eracle, una macina per il grano e frammenti di vasellame in terracotta, ma anche selci e ossidiane. Se, invece, da Caronia si segue a sud la strada che sale al Pizzo di Luminaria (1260 metri) e raggiunge dopo una trentina di chilometri Capizzi, possiamo immergerci nel verde dei Nebrodi attraversando il bosco di Caronia, un tempo il più vasto della Sicilia e assai suggestivo per la bellezza della vegetazione di querce, faggi, olmi, frassini (d’interesse botanico particolare il tasso, conifera sempreverde che raggiunge i 5/6 metri d’altezza e può vivere fino a duemila anni), per la fauna (volpe, coniglio, lepre, riccio, istrice, ghiro, donnola, vipera, ramarro, tartaruga terrestre, corvo imperiale, colombaccio; oltre alle specie protette del gatto selvatico e della martora); e per i panorami: proprio da questo bosco deriva il nome di “Caronie” dato impropriamente a questa straordinaria sezione centrale della catena settentrionale sicula. È ossigeno puro quello che aspiriamo dal verde che attraversiamo; il resto ci è stato offerto dalla storia, dall’archeologia e dall’arte. Peccato che tutto ciò non sia adeguatamente pubblicizzato, anche soltanto in locandine distribuite agli alberghi e agli agriturismo della costa, lungo la quale, perciò, un altro viaggiatore può tranquillamente passare senza accorgersi di nulla. centonove pagina 36 UN PO’ DI STORIA Quando a Calacte si batteva moneta Calacte (Kalé acté, cioè “bella costa”, che allude a Caronia Marina), fu fondata, secondo Diodoro Siculo, su un precedente abitato siculo, sulla collina adiacente, da re Ducezio alla metà del V secolo a. C. e fu assai fiorente in età ellenistica e poi romana. La città ellenistica, sul sito dell'odierna Caronia, fu distrutta, verso la fine del I secolo d. C., da un incendio o un terremoto e sembra che gli abitanti dopo di ciò si siano trasferiti nel più comodo abitato sul mare, l'odierna Caronia Marina. Calacte batteva persino moneta, era ricca di templi e ville e produceva per Roma molto grano e anche vino e forse tonno. Testimonianza dell’epoca romana è, sul torrente Caronia, il ponte Aureliano, di età tardo-imperiale. Nel Medioevo fu feudo dei Ventimiglia che lo usarono come scalo commerciale, per poi divenire sotto gli Spagnoli, nel Seicento, marchesato con i Pignatelli Aragona Cortez, la cui presenza è ancora attestata dal vessillo comunale che presenta, appunto, tre pignatte in campo senape. posterrubriche NUOVE VISIONI 5 Settembre 2014 MUSICA DI MARCO OLIVIERI Nuovo cinema italiano Si conclude la 71esima Mostra del Cinema di Venezia e fa ben sperare l’accoglienza nei confronti di film italiani come “Il giovane favoloso” (ovvero Giacomo Leopardi) di Mario Martone, “Anime nere” di Francesco Munzi e “Hungry Hearts” di Saverio Costanzo. Tra i titoli più interessanti, tra gli altri, “The Cut” di Fatih Akin, “Nobi” di Shinya Tsukamoto, “Ritorno a L’Avana” di Laurent Cantet, “Pasolini” di Abel Ferrara, il documentario “The look of silence” di J. Oppenheimer, "Coeurs" di Benoît Jacquot e “Birdman” di Alejandro Gonzalez Inarritu. Riscuote consensi pure “Belluscone. Una storia siciliana” di Franco Maresco, con dieci minuti di applausi veneziani. Tuttavia, anche se i film italiani in concorso a Venezia sono stati selezionati anche per il Festival di Toronto, e si tratta ovviamente di un ottimo segnale, occorre non avviare il solito proclama sulla rinascita del cinema italiano. Dichiarazione già usurata dopo i successi internazionali (da Cannes all’Oscar e a Berlino) dei vari Roberto Benigni, Nanni Moretti, Paolo Sorrentino, Matteo Garrone, i fratelli Taviani e Alice Rohrwacher. Gli autori di qualità, in Italia, non mancano, ma per risalire definitivamente la china bisogna che si affermi una nuova politica culturale a sostegno di un’innovativa industria cinematografica, creando un circuito virtuoso tra valorizzazione delle sale e utilizzazione intelligente del web. Tutto il resto è retorica. INIZIATIVE Cene e sapori a Palermo PALERMO. Quattordici cene tematiche accompagnate dalla musica live, per conoscere il sapore da associare al jazz, al pop e al blues. Venerdì 12 settembre alle 21 da Baciamolemani in corso Vittorio Emanuele 176 a Palermo, primo appuntamento con “Suoni e sapori” e lo chef Saverio Greco. Venerdì 12 settembre alle 21 si comincia con il concerto di Alessandra Salerno e Umberto Porcaro. Si continuerà ogni venerdì: 19 settembre Le Morgane, 26 settembre Kate Worker, 3 ottobre Almanuda, 10 ottobre Alexandre Vella duo, 17 ottobre Non dire no con l’omaggio a Lucio Battisti, 24 ottobre Chiara Minaldi, 31 ottobre Lizard’s band con l’omaggio a Rino Gaetano e ai Doors, 7 novembre tornano le Morgane, 14 novembre Filippo Cannino e Filippo Verna Cuticchio, 21 novembre Nancy Ferraro Trio, 28 novembre Stefano Basile jazz quartet, 5 dicembre Eleonora Tomasino e il 12 dicembre ancora con Alessandra Salerno e Umberto Porcaro. Per prenotare tel 091 611 9781 o al 380 787 1913. Orchestre a Plettro, Festival a Taormina Dal 10 al 14 settembre l’iniziativa per valorizzare il patrimonio musicale e le nuove generazioni TAORMINA. Dopo il grande successo registrato nella seconda edizione, che ha avuto luogo lo scorso anno, torna, a grande richiesta, il Festival Internazionale delle Orchestre a Plettro che si svolgerà a Taormina dal 10 al 14 settembre 2014 al Teatro Antico (ore 18) e nella Chiesa di Santa Caterina (ore 21). Si tratta di un festival dedicato agli strumenti a plettro, subito “sposato” da Taormina Arte con l’intento di valorizzare non solo l’esperienza culturale dell’Orchestra a Plettro Città di Taormina ma anche di altre realtà attive in Italia e all’estero, che trova nella capitale siciliana del turismo la sua più naturale collocazione, visto il forte legame tra la città e la sua centenaria Orchestra, custode e testimone di un prezioso patrimonio musicale ma anche e soprattutto maestra delle nuove generazioni di musicisti. Novità 2014 l’apertura nel territorio, infatti, il Festival Internazionale delle Orchestre a Plettro si arricchisce di due incursioni a Castelmola tra i resti del Castello normanno (15 e 16 settembre ore 18). Le orchestre che hanno accolto con entusiasmo l’invito a partecipare a questa edizione provengono dalla Francia, Ensemble a Plectre de Toulouse di Banja Luka, dalla Bosnia-Herzegovina, City Tamburica Orchestra, da Roma, Orchestra Mandolinistica Romana, da DE GUSTIBUS MUSICA DI CESARE NATOLI Ashkenazy e il ragazzo Brescia, Orchestra il Plettro di Gardone Val Trompia, da Palermo, il Quintetto a pizzico “Nomos” e inoltre l’orchestra ospitante, Orchestra a Plettro Città di Taormina. Il Festival s’inaugura mercoledì 10 settembre nello splendido giardino del Palazzo Corvaja, con Alessandro Russo e Alfredo D’Urso, Solisti dell’Orchestra a Plettro Città di Taormina che saranno seguiti dal duo Carmen Zangarà e Carmelo Imbesi. Lo slogan del festival “A settembre, al calar del sole, al Teatro Antico di Taormina, la magia del mandolino e degli strumenti a plettro” descrive l’atmosfera unica che si respira al Teatro Antico durante le esecuzioni: solo la luce naturale in un panorama unico e ai musicisti il compito di donare un bellissimo pomeriggio musicale. A esibirsi appunto nella storica cavea taorminese saranno: l’Orchestra a Plettro di Tolosa (11 settembre); l’Orchestra Il Plettro di Brescia (12 settembre); la Tamburika Orchestra di Baja Luca (13 settembre); l’Orchestra Mandolinistica Romana e l’Orchestra a Plettro Città di Taormina (14 settembre). Le Ensemble delle Orchestre si alterneranno nei concerti alle ore 21 nella meravigliosa Chiesa barocca di Santa Caterina. Il programma spazia musicalmente da Calace a Sollima, da Rossini a Kuwahara e ancora da Haendel a Morricone. Una volta era lui ad entusiasmare al pianoforte gli appassionati con il Concerto n. 1 op. 23 di Ciajkovskij. Adesso, il grande pianista russo Vladimir Ashkenazy preferisce guidare l’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo e accompagnare un ragazzo del quale sentiremo parlare sicuramente a lungo: Ingolf Wunder. Ma andiamo per ordine. Era il giugno di due anni fa quando, nel contesto delle Notti Bianche a San Pietroburgo, il giovane pianista Ingolf Wunder andava al suo appuntamento con un'orchestra con la quale aveva sempre sognato di suonare fin da piccolo. Il ragazzo austriaco, nato nel 1985 a Klagenfurt, riusciva a farlo in un tempio specialissimo della musica: nella sala dalle grandi colonne nella quale Pëtr Il'ic Ciajkovskij stesso si presentava regolarmente. Di quell’esecuzione, la Deutsche Grammophon fa uscire oggi un cd che terrà incollati gli appassionati soprattutto e proprio per il celebre primo concerto ciajkovskiano, con i suoi accordi grandiosi e i suoi temi fantastici che Ashkenazy e Wunder propongono con particolare impeto e adottando spesso scelte metronomiche originali ed estremamente veloci (specie nel Finale). Nell’incisione è presente anche il Concerto n. 2 in Sol Maggiore, affrontato con uguale perizia e maestria. DI MASSIMO LANZA Dolmen di Taormina, isola in tavola SE ADESSO il Dolmen di Maria Luisa Leone è considerato uno dei posti dove si mangia meglio a Taormina, più che alle guide, mea culpa, che sinora l’hanno bellamente ignorata, lo deve soprattutto al passaparola tra clienti ed amici che in poco tempo l’ha fatta finire sotto i riflettori degli amanti della buona tavola in una località così ricca di ristoranti. Anche la scelta della location, defilato dallo struscio e dai clamori del corso Umberto e delle sue vicinanze è particolarmente indovinata. Al locale si accede attraverso un terrazzino, dove si apparecchia d’estate, proprio di fronte l’ingresso principale della bella Villa Comunale. La grande sala, con i suoi tavoli ben distanziati è arredata con gusto ed oggetti di design e tutto sommato risulta molto accogliente. La mano delicata e precisa di Maria Luisa centonove pagina 37 riesce bene nel compito di valorizzare il terroir e le sue materie prime, grazie a cotture perfette, accostamenti indovinati e sapori puliti. Pur guardando con occhio attento alla tradizione siciliana la carta offre una buona selezione di piatti integrata giornalmente da proposte nate da quello che offre il mercato. Gli antipasti oltre a classici della cucina isolana come le sarde a beccafico o allinguate, offre anche una versione modificata dell’insalata di pescestocco con il peperone, ma anche il tonno marinato al sale zucchero ed erbe aromatiche, il carpaccio di spada, i gamberi marinati e infine la deliziosa insalata di arance, ciliegino, cipolletta, pescespada e bottarga. Poi le fettuccine tirate col sugo di ricciola, le busiate con tonno e pomodorini. Buoni, quindi, la spigola in crosta di pane, e i classici involtini di spada con insalata di arance e finocchio. Si chiude col semifreddo al pistacchio cannolo o bianco mangiare. Carta dei vini da migliorare che elenca poche etichette isolane. Dolmen - Via Bagnoli Croce 88 - Taormina – tel 0942 625515 5 Settembre 2014 posterlettere QUI SCUOLA GUI HERITAGE DI ANDREA SMITH DI SERGIO BERTOLAMI Le disposizioni per le supplenze Fare dei rifiuti un’arte Davanti alle evidenti difficoltà, il Miur ha comunicato agli uffici scolastici provinciali la possibilità di annullare la prenotazione massiva delle graduatorie definitive d’istituto dei docenti, prevista per il 1° settembre. La successiva prenotazione avverrà quando tutte le scuole della provincia avranno terminato l’esame dei reclami. Quindi, in linea di massima, per le supplenze d’istituto si procederà in via provvisoria fino a nomina dell’avente diritto delle nuove graduatorie. Si può, invece, procedere con la stipula dei contratti a tempo determinato annuali o fino al 30 giugno in quanto lo scorso 27 agosto il Miur ha diramato le annuali disposizioni operative. Le deleghe ad accettare la nomina possono essere conferite a terzi o direttamente all’amministrazione ed è riconosciuto al supplente il diritto di attivare il part-time. All’atto della stipula del contratto a tempo determinato, analogamente a quanto avviene per le assunzioni a tempo indeterminato, i lavoratori possono immediatamente fruire degli istituti giuridici contrattuali previsti dal CCNL, senza assumere immediatamente servizio (malattia, maternità, infortunio, etc…). Come già previsto lo scorso anno, la priorità nella scelta della sede (L. 104 Art. 21 e 33) si attiva solo all’interno dei posti spettanti, come durata e quantità di ore; quindi se si è in posizione utile per un posto al fino al termine dell’attività didattiche non si può sceglierne prioritariamente uno annuale fino al 31/8 e così via. Per le riserve della Legge 68/99, la quota del 50% va calcolata solo sui posti interi (sia al 30/06 che al 31/08) nei limiti della capienza del contingente provinciale di riserve. La ministeriale ricorda anche che l’obbligo della certificazione sanitaria di idoneità all’impiego è stato abolito dalla legge 9 agosto 2013 n. 98. La Tate Britain ci scuce un baffo. Nel monumentale museo londinese di stile neoclassico, dedicato a consacrare l’arte britannica, per tutto agosto sono state esposte le spettacolari opere di Phyllida Barlow e sabato scorso l’artista ha illustrato le sue sette installazioni, imponenti cataste di materiali di rifiuto: carta, cartone, legno, plastica. Ed ha aggiunto: «Where do I store this stuff?». Dove conservare questa roba? A Messina, altro che Tate. Qui abbiamo discariche artistiche a cielo aperto. Può scegliere il centro storico o la periferia, a piacimento. Noi non commetteremo l’errore di Palermo, quando nel 2006 l’AMIA smaltì 50 metri cubi di spazzatura, che costituiva in realtà la “Cattedrale dei Rifiuti”, l’opera che l’austriaco Uwe Jäntsch aveva realizzato in cinque mesi di lavoro, assemblando materiali non organici recuperati in soli sei cassonetti. Ora in piazza Garraffello, dove nell’antica Loggia dei mercanti i catalani facevano i loro affari, c’è solo il pattume quotidiano. Impariamo a fare dei rifiuti un’arte! Come a Genova, ad esempio, dove nel quartiere del Molo sorgerà il "Museo della Rumenta" (che, in genovese, significa spazzatura). Nell’area adiacente gli artisti concorreranno per creare “Immondiziosauro”, un monumento ai rifiuti. È la versione italiana di un’idea nata nel Connecticut (USA). Nel Museo Garbage a Stratford, è stato rizzato "Trash-O-Saurus", un grande dinosauro fatto da una tonnellata di spazzatura, corrispondente alla quantità che una persona media getta via in un anno. Sono progetti educativi, ideati non certo per abituarci a convivere con l’immondizia. [email protected] ECOLOGIA&AMBIENTE LA LETTERA di Santo Trimarchi Se vacilla il senso della comunità IN QUESTO TEMPO si vive disordinatamente la fatica di diventare uomini proprio nei luoghi di riferimento come la famiglia, la parrocchia, la scuola, la politica, il lavoro e la ricreazione. La crescita umana resta impigliata nella rete di superficialità, di banalità, di frenesia e di avidità che nascondono un vuoto pauroso ed inaridiscono la storia della nostra società. Così pare oltremodo evidente che le fondamenta delle istituzioni educative e sociali per antonomasia stiano perdendo la loro specificità e siano destinate ad un declino incalzante sotto i colpi del relativismo, dell’individualismo e dell’indifferenza dopo il crollo delle ideologie e la frantumazione dei bei sogni. Ormai si vanno diffondendo sempre di più la noia, la freddezza, le relazioni sterili. Ogni tipo di comunità così ridotta soffoca, soffre e si spegne. Negli ambiti sociali sta venendo meno la capacità di tenere insieme gli opposti, di fare unità e superare le divergenze, piuttosto prevale la tendenza a prevaricare ed avere successo a tutti i costi. Emerge il desiderio di ottenere risultati da “protagonista”, ma si rimane succubi delle decisioni altrui, sottomessi alla volontà del capo, del superiore, del dirigente di turno, della struttura burocratica e gerarchica sopravvissuta e ben radicata, nonostante la forma della democrazia illuda il popolo e disponga allo spirito di servizio ed alla partecipazione. In questo modo viene esercitata una libertà apparente e si cade prigionieri di un sistema che si autodetermina, centrato sugli interessi e sul segreto di pochi intimi, i detentori delle sorti della comunità. E’ proprio vero che il senso della comunità appare vacillante, in quanto le necessità di molti vengono trascurate e la fedeltà ai principi viene abbandonata a discapito dei valori edificanti come la pace, l’unità, l’ umiltà e la giustizia. La cultura di oggi sembra incline all’esaltazione ed all’ostentazione di sé stessi, anche se talvolta in modo inconscio vige la presunzione di mettersi al primo posto, di insegnare con superbia, di legiferare con arroganza, di guidare con rigidezza e di imporre pesi insostenibili alla gente. Esiste l’attitudine all’autocompiacimento, godendo di autorità e prestigio senza eliminare le distinzioni di sesso, di colore, di età, di livello culturale, di posizione sociale, di idee differenti ecc…che impediscono ad ogni tipo di comunità di crescere nella verità, di seguire la via della riconciliazione, di operare nel segno della speranza e del bene comune! DI ANNA GIORDANO Zps e parole al vento SARÀ CAPITATO a tutti di spiegare, di dimostrare qualcosa a qualcuno (o più) che è oggettivamente ciò che dite, (non opinione, pensiero, elucubrazione, ma semplice dato di fatto), magari supportato da carte/lettere ecc. E sarà anche capitato che ciò che dite – oggettivo e non pensiero – non venga recepito. E avrete sicuramente capito, in questi frangenti più che mai, il famoso detto “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”. Ecco, è accaduto per la discarica di Pace, e incontri con chi avrebbe dovuto cogliere le, diciamo, irregolarità, carenze, con carte alla mano. E ancora oggi, non ha invece recepito ciò che è stato già detto e messo anche per iscritto, supportato da documenti. E da qui, nonostante 4 incontri (anzi 3 più lunga telefonata) con il sindaco di Messina, e altri con soggetti importanti dell’amministrazione, a lui vicini (nessuno dei quali ha fatto un passo indietro su questo devastante progetto oltre che vietato in ZPS), sono io che accoltello alle spalle e io che possiedo inspiegabile livore (gazz. del sud 1 settembre). Non si è pensato, no, che ho solo preso atto di aver per mesi, parlato inutilmente, che le carte (numerose) fossero indiscutibilmente da attenzionare ben bene invertendo una pericolosa rotta (per tutti, nessuno escluso). No. Nulla di tutto ciò. Come se non avessi mai parlato con lui e loro. Ed ecco che il mio saltare dalla sedia nel leggere il virtuosismo dei rifiuti zero con annesso bando di gara per Pace che si conclude ad ottobre, mi ha portato a dire ciò che penso su questo e altre vicende (opere compensative del ponte, in contrasto insanabile anche con il programma che parla di tutela della ZPS). E il mio dire frustrato di mesi inascoltata e opere compensative che avevamo contestato (tutti) ai tempi invece resuscitate centonove pagina 38 (in barba alla ZPS e cemento zero) si è trasformato in tradimento (mio) verso l’amministrazione. Prendo atto, insieme al resto: miscela tremenda quando ci aggiungi l’amarezza di ormai 10 mesi di parole inutili. Sappi Renato, che né livore né coltellate alle spalle sono. Ma solo semplice presa d’atto che hai deciso di sentire solo chi vuoi tu e non gli amici disinteressati di un tempo. Quando ho iniziato ad inquietarvi con la vicenda, volevo anche tutelarvi, visto che ero certa che nel mezzo delle carte avrei trovato l’inghippo (cosa che è successa). Ora è troppo tardi, per tutti. Posso capire che si restringa il campo dei fidati a pochi eletti, ma fa male pensare che un giorno, forse, chissà, lo capirai, ma sarà troppo tardi, per entrambi. Ti vorrò sempre bene, ma per allora l’avere imparato anche questa amarissima lezione sarà da monito per continuare ad avere fiducia in chi ha dimostrato, inaspettatamente, di non averne. Le coltellate e il livore, lasciale agli altri, non mi appartengono né come DNA né come cultura. postercommenti 5 Settembre 2014 DISCUTIAMONE ELIODORO La politica delle pernacchie DI FRANCO PUSTORINO* MESSINA. Viviamo una stagione di decadentismo davvero preoccupante; una stagione nella quale l’unica regola è quella di vivere fuori da ogni regola. Il Parlamento è diventato il più becero dei mercati. I parlamentari eletti per governarci trascorrono buona parte del loro tempo per insultarsi, esporre striscioni, fare inutili chiacchiericci. E per fare questo vengono lautamente pagati con i nostri soldi. Che squallore! Il Presidente del Senato Grasso, abituato a ben altri scenari di lavoro, è costretto, molto spesso, a fare intervenire i commessi per portare via striscioni ed altri oggetti portati in aula dai rappresentanti del popolo ed a sedare le loro risse. Ma quello che più sconcerta è che questo pessimo sistema di fare politica si è rivelato altamente contagioso estendendosi alle assemblee dei consigli regionali, provinciali e comunali impendendo una seria gestione dei lavori. Al Consiglio Comunale di Napoli la situazione era 150 PAROLE DA PALERMO L’uomo del sedile accanto DI Emanuele, così si coltiva la legalità MARIA D’ASARO Domenica scorsa l’ho incontrato di nuovo sull’autobus. Con la maglietta a righe, i calzoni corti, i calzini grigi e desueti mocassini marroni. Ogni volta è il solito minestrone di sensazioni: disgusto, paura, pietà. Dalle occhiate oblique che riesco a intercettare, credo che anche lui mi riconosca. Lui è il padre di una mia alunna. Che, all’improvviso, un giorno sparì. Una telefonata ne spiegò poi il motivo: la ragazzina era stata trasferita in un luogo segreto per essere protetta dagli abusi sessuali del padre. Che, dopo l’allontanamento della figlia, un giorno si presentò nel mio studiolo di psicopedagogista scolastica per chiedermi, piangendo, di dirgli dove fosse la sua bambina … Oggi continuo a chiedermelo, dove sia e come stia la ragazza. E mi chiedo se gli incontri terapeutici che l’Asl aveva previsto per il padre siano serviti a qualcosa. Scendo dall’autobus col mio bagaglio di inquieto disagio. Troppe domande, nessuna risposta. PATERNO' - Cinque ettari sono suoi, cinquecento degli altri agricoltori, a combattere le fiamme si è ritrovato solo lui e due amici. Emanuele Feltri, giovane imprenditore agricolo catanese, ma da anni trasferito in contrada Sciddicuni di Paternò, vicino la riserva di Ponte barca e alla strada romana del grano, ha visto bruciare i suoi ulivi secolari e andare in cenere il raccolto. Rabbia, dolore, ma non rassegnazione o paura. Ha già subito intimidazioni e danneggiamenti. La mafia dei pascoli non gradisce i terreni coltivati e recintati, meglio un rogo che produce nuova erba. E il vento impetuoso e caldo dei giorni scorsi è stato un ottimo alleato per i piromani in fuoristrada. "Gli altri agricoltori hanno paura, non sono neanche venuti a vedere che danni hanno subito". Ma lui, cappello di paglia e guanti da lavoro, è già chino sulle zolle. ANTIBUDDACI divenuta così ingestibile da indurre la dirigente del Palazzo Municipale Enrichetta Barbati ad emettere il 25 Giugno scorso un ordine di servizio inviato a tutti i centocinquanta dipendenti del Consiglio Comunale di Napoli. Nel citato ordine di servizio è assolutamente vietato l’uso di “urla e versacci” (pernacchie comprese) con cui i dipendenti dei vari gruppi consiliari sono soliti apostrofarsi. La dottoressa Barbati, nel suo ordine di servizio, non esclude sanzioni a carico dei recidivi. In verità troppo poco per i rappresentanti del popolo che si comportano, ad ogni livello, in modo assolutamente disdicevole e inaccettabile. A questo punto l’unica soluzione possibile e concreta non è quella, troppo blanda, della sanzione, ma una lunga sospensione dalle funzioni e dello stipendio. Questo si che potrebbe essere un efficace deterrente. E se non bastasse si potrebbe instituire un corso preventivo obbligatorio di educazione civica ed etica parlamentare per aspiranti parlamentari, e componenti dei consigli comunali. Certo non sarebbe una soluzione esaltante ma, purtroppo, a mali estremi, estremi rimedi!. * Avvocato ANIMAL HOUSE DI DINO CALDERONE Autorità portuale, i due professori LA DISCUSSIONE sul ruolo dell'autorità portuale (accorpamento o meno con Gioia Tauro) e dell'Area dello Stretto, si fa sempre più viva e interessante. I giudizi del rettore prof. Pietro Navarra non possono essere fatti passare come semplici esternazioni momentanee, frutto di uno sfogo agostano, da archiviare rapidamente. Se da un lato, infatti, ci sono le affermazioni critiche del rettore dell'Università di Messina, dall'altro c'è la proposta di un docente della stessa Università, il prorettore Michele Limosani, oggetto di queste critiche. Entrambi sono valenti economisti di formazione liberale, abituati allo studio e al dialogo civile, contro ogni tipo di fondamentalismo e dogmatismo tipici di altre impostazioni culturali. In un contesto socio-politico cittadino, piuttosto povero di confronti sui contenuti, ben vengano le diversità dei punti di vista se stimolano al dibattito e all'approfondimento. I problemi che dobbiamo affrontare sono talmente grandi e complessi che solo chi ha una visione semplicistica e monolitica della realtà può scandalizzarsi se dal mondo universitario emergono prospettive non solo diverse, ma persino contrapposte. Questi sono i presupposti di fondo perchè ci sia vera cultura e libertà di ricerca, senza di cui non esisterebbero società veramente democratiche. Detto ciò è anche vero che posizioni ritenute, in un primo momento, molto distanti tra loro possono trovare punti di convergenza imprevedibili, ma è anche vero che se ciò accade è soprattutto grazie alla volontà dei “contendenti” di continuare a dialogare senza stancarsi ed alla disponibilità ad ascoltare e capire (senza che questo significhi comunque condivisione) il punto di vista dell'altro. Il confronto Navarra/Limosani può essere l'occasione per rilanciare nel dibattito pubblico cittadino il ruolo prezioso e insostituibile dell'Università, non solo in ordine alle competenze scientifiche, ma anche per favorire una riflessione meno ideologica e più lontana da tanti luoghi comuni e pregiudizi. DI ROBERTO SALZANO Caccia, bagno di sangue autorizzato LA CACCIA È UNA piaga che, in Sicilia, sembra non conoscere crisi. L'assessore alle Politiche agricole dell'Isola ha dato ufficialmente il via al massacro di migliaia e migliaia di specie animali. Come? In modo molto semplice, dal momento che gli è bastato firmare un decreto che ha anticipato l’apertura della stagione venatoria di venti giorni. L'ennesima deroga, che ha autorizzato quarantamila cacciatori ad “aprire le danze” con netto anticipo rispetto ai colleghi, senza dovere ulteriormente pazientare. Bilancio previsto? Potranno abbattere fino a quindici esemplari al giorno a testa. Un bagno di sangue autorizzato. Un atto che costituisce un vero e proprio attentato alla natura, un attacco deciso contro l’ambiente, che ha certamente conosciuto tempi migliori. L’attuale centonove pagina 39 situazione ambientale è, infatti, drammatica. Alle prese con incendi, siccità, inquinamento, assottigliamento delle popolazioni selvatiche, il paesaggio si sta gravemente impoverendo. Nonostante questo, la Regione si rivela per nulla interessata a limitare i danni, come confermato da questo decreto che ha suscitato la reazione indignata del Wwf. Nessun progresso, solo scelte spregiudicate. Con buona pace di quanti, da anni, si sforzano di fare capire che ormai c’è ben poco da cacciare, dati i numeri allarmanti delle specie in via di estinzione. Un allarme a cui le istituzioni hanno risposto in che modo? Ammettendo che l'inizio della stagione venatoria venisse anticipato. Norme troppo permissive che minano la strada verso la civiltà: mentre si spara come, quando e dove si vuole, per gli animali e l’ambiente nemmeno l’ombra del minimo rispetto, senza l'ombra di una minima precauzione, del minimo interesse alle richieste di coloro che continuano ad amare la natura e gli animali.