Il Karategi
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Il Karategi
Il Karategi Gi La parola "gi" in giapponese è un suffisso e significa abito, abbigliamento. Quando ci si riferisce ad un vestito da usarsi durante la pratica del karate si dovrebbe dire karate-gi o keiko-gi, anche se spesso si dice gi semplicemente. Il karate-gi è fatto in cotone e dovrebbe essere bianco per la simbologia che esso rappresenta, cioè la purezza. Molte scuole pongono un distintivo sul lato pettorale sinistro del gi. Va ricordato che ogni azione del karateka, scorretta o poco apprezzabile, in questi casi si riflette sull'immagine della scuola cui appartiene. Ciò vale ovviamente anche se si sta in borghese per strada. In tal caso il riflesso di azioni negative va ad oscurare l'immagine del karate stesso, cosa ancora peggiore. La parte più osservata in un gi è solitamente il colore della cintura che riflette grado di esperienza di chi la indossa. Ricordiamoci sempre che, tuttavia, non è tanto importante la cintura quanto la conoscenza e la esperienza che rappresenta il suo colore. Troppo spesso si tende a cercare la cintura per raggiungere quella nera in tempi brevi. Le cinture non sono un obiettivo, bensì il lavoro costante che si fa nel dojo. Dopotutto se proprio si vuole avere una cintura nera si può trovare in qualsiasi negozio di articoli sportivi! Abbiate cura del gi come tutte le cose e le persone a cui tenete. Il suo aspetto curato, pulito e ben tenuto riflette il carattere e la personalità di chi lo porta. È costituito da un paio di pantaloni in cotone molto ampi e robusti, senza bottoni ne cerniere, ma con un cordone che passa all’interno di un’apposita cucitura lungo la vita, al fine di stringere e reggere gli stessi; da una giacca, sempre in cotone, priva di bottoni od oggetti metallici, tessuta con una stoffa ancor più robusta e spessa di quella dei pantaloni; stretta in vita da una cintura in cotone denominata obi, annodata in un modo particolare, che può essere di colori diversi secondo il grado dell’atleta (bianca, gialla, arancione, verde blu, marrone, nera). Ogni karateka è giudicato a prima vista da come indossa il karategi, ne annoda la cintura e lo ripiega dopo averlo utilizzato. Se questi dettagli non sono rispettati, anche se il valore atletico è eccellente, ogni buon karateka giapponese dubiterà della comprensione del Karate da parte di chi ne è in difetto. Sforzarsi dunque di attenersi a queste semplici norme, che sono dettate da ragioni puramente pratiche consigliate dalla esperienza. Come si indossa il Karategi 1. Indossare i pantaloni. 2. Tirare il laccio posto sui fianchi (se presente), stringendo opportunamente i pantaloni in vita, e allacciarlo con un nodo ben saldo. 3. Indossare normalmente la giacca, con l'accortezza di porre il bordo sinistro sopra il destro sia per gli uomini che per le donne. 1. Appoggiare la parte centrale della cintura sotto l'addome. 2. Passare le estremità, di lunghezza uguale, attorno al corpo, appena sopra le natiche, incrociarne i capi e ritornare sul davanti. 3. Allacciare la cinta con un nodo piatto ben stretto perché non si sciolga nella pratica e impedisca alla giacca di scomporsi facilmente. Come si annoda la cintura 1. Prendere li centro della cintura e appoggiarlo al centro del ventre, circa quattro dita sotto l’ombelico. 2. Facendo scorrere la cintura nel palmo delle mani, avvolgetene prima le due estremità dietro la schiena e poi riportatele davanti, compiendo un doppio giro intorno ai fianchi. 1. Incrociare le due estremità prendendo il lembo veniente da destra nella mano sinistra e quello veniente da sinistra nella mano destra. Il lembo sinistro si troverà al di sopra del lembo destro. 2. Passare il lembo sinistro con le dita della mano destra fra il karategi e la cintura, mantenendo la cintura adeguatamente stretta intorno ai fianchi. 1. Per annodare, prendere l’estremità destra e passarla al disopra della sinistra, quindi internamente, tirate con decisione le due estremità della cintura per bloccare bene il nodo così ottenuto, lasciando cadere due penzoli ai lati di quest’ultimo. 2. Il nodo cosiffatto risulterà piatto e quadrato e non si disfarà facilmente tirando la cintura. Come si ripiega il Karategi figure 1 e 2 1. Posare la giacca in piano, sistemando all’interno di essa, ben disteso, il pantalone (fig. 1). 2. Piegare il lato destro del karategi nel senso della lunghezza (linea A), e ripiegare la manica in basso in modo che la sua estremità giunga circa al centro (fig. 2). 3. Eseguire la stessa operazione di cui al punto 2 per il lato sinistro (fig. 3). 4. Piegare i due lati lungo la linea C (fig. 4). 5. Piegare a metà il karategi, e legare verso l’estremità con la cintura (fig. 5). figure 3 e 4 Tradizionalmente il karategi, nasce bianco e questa è la tinta che dovrebbe avere. La motivazione risiede nel simbolo di purezza che questo colore rappresenta, che dovrebbe essere caratteristica d’ogni karateka. Si dice che il karategi deve essere bianco come il fiore di ciliegio il quale, insieme alla spada, era il simbolo dei samurai e quindi sinonimo di forza, purezza d’animo e coraggio. Un altro valido motivo per cui il karategi è bianco sta nel fatto che, in caso di ferite accidentali, il colore del sangue è immediatamente messo in risalto, consentendo un tempestivo soccorso.