Profumo di pane caldo Ricordo da ragazzino quando la

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Profumo di pane caldo Ricordo da ragazzino quando la
Profumo di pane caldo
Ricordo da ragazzino quando la mattina presto giravo per il
paese, era un vero piacere farlo, le strade erano invase dal
profumo del pane caldo.
Si contavano all'epoca nel paese quindici forni attivi.
Io consideravo allora il pane come il re del cibo.
A quei tempi recarsi dal fornaio o in una qualsiasi bottega ha
comprare il pane, era considerato oltre che un rito, un vero e
proprio momento di aggregazione e socializzazione tra
persone.
Allora l'acquisto del pane si risolveva con rapidi ordini.
Un pane grande, qualche focaccia, alcune rosette, il più
stravagante chiedeva un filone francese, che non sempre si
trovava.
Oggi la gamma è sempre più vasta: dal Toscano al Pugliese,
dal Napoletano, a quello ai cereali, poi a doppia lievitazione,
e cosi via, di conseguenza l'acquisto è più complicato.
Oggi i fornai sembrano i nuovi professori dell'alimentazione,
assecondati anche da gli chef, stanno cambiando la cultura
dell'alimentazione, facendo notevole presa su le redini della
cultura popolare.
Andare oggi ha comprare un po’ di pane in un qualsiasi
negozio di qualsiasi paese o qualsiasi città, e trovarsi davanti
dieci persone, rischi di fare delle file senza fine.
Ciò che colpisce di più, è l'impressionante raffica di domande
fatte alla povera commessa dietro al banco. "Scusi! Quel pane
è all'olio? E' senza sale? Con lo strutto? A doppia lievitazione?
Quell'altro, è pane nero, oppure bruciato? Sa il bruciato fa
male, può essere tossico!
Così le dieci persone in fila attendono rassegnate. Finché una
persona non decide che a tutto c'è un limite, anche alle
domande.
Con un balzo si fa davanti a tutti e dice."Scusi sa! Il suo tempo
è scaduto, ora tocca a me e gli altri."
Che bei tempi quando si sentiva il profumo naturale del pane
caldo.
Agosto 2016 Gianni.