L`Ordine dei Medici scende in campo su “Medicina dello Sport e

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L`Ordine dei Medici scende in campo su “Medicina dello Sport e
L’Ordine dei Medici scende in campo su
“Medicina dello Sport e BLSD”
Gli esperti del settore hanno scandagliato argomenti di notevole interesse e stringente attualità
Si è parlato di “Medicina dello Sport e Blsd” all’Auditorium dell’Ordine dei Medici di Reggio Calabria
nell’ambito di una giornata di studio promossa dall’ente ordinistico ed organizzata da Domenico Pistone,
Referente Responsabile dell’Unità Operativa di Medicina dello Sport dell’Asp reggina.
A dare avvio ai lavori è stato il Presidente dell’Ordine, Pasquale Veneziano, che ha annunciato, a breve, un
corso pratico di BLSD per i medici neolaureati rammentando l’impegno dell’ente, negli ultimi anni
nell’ambito della formazione della categoria.
Per il Coordinatore della Commissione Formazione ed aggiornamento, Antonino Zema, “alcune vite sono
state perse per la mancanza di conoscenza delle manovre di defibrillazione, tante altre possono essere salvate
formando non solo i medici ma anche cittadini comuni”.
Mimmo Pistone, consigliere dell’Ordine dei Medici e moderatore dell’evento, ha ribadito l’importanza degli
argomenti trattati richiamando il caso Morosini.
“Da quell’episodio che ha focalizzato l’attenzione sullo sport – ha rammentato Pistone – proprio per il
mancato uso del defibrillatore, sono indagati tre medici. Dire se impiegando questo strumento il calciatore si
sarebbe salvato, a mio avviso, è difficilissimo ma la conoscenza dell’uso del defibrillatore, oggi, è
fondamentale”.
“L’obiettivo di questo incontro – ha spiegato Antonino Costantino, medico, componente della WADA e dell’
FMSI e Doping controller officer - è quello di far capire che i farmaci, usati sostanzialmente per fini
terapeutici, purtroppo vengono utilizzati anche per fini illeciti. La conoscenza di questi agenti farmacologici
è importante perché il tutto è finalizzato a tutelare la salute sia degli atleti professionisti, sia del mondo
amatoriale, sia dei semplici praticanti attività ludico – sportive. D’altra parte occorre rammentare l’articolo
32 della Costituzione che sancisce il diritto e la tutela della salute dei cittadini. Questo incontro, quindi,
vuole dare un minimo di conoscenze sull’effetto dopante che hanno alcuni farmaci i quali, usati nel giusto
modo, salvano anche la vita, ma che, usati nel modo sbagliato, la vita rischiano di farla perdere”.
“Tuttavia – ha aggiunto Costantino - il doping non riguarda solo il mondo dello sport ma le pratiche dopanti
vengono svolte nella lirica per migliorare la performance vocale dell’interprete con i cortisonici; fra i
direttori d’orchestra, con l’uso dei betabloccanti per mantenere la calma, nella moda con effetto dimagrante.
Ci si dopa perché, oggi, vi è una spasmodica ricerca dell’apparenza e del risultato ad ogni costo. Il doping,
però, è una scorciatoia e come tale non porta da nessuna parte”.
Di defibrillazione ha parlato Giovanni Calogero, Dirigente Medico dell’Asp di Reggio Calabria. “In Italia –
ha sottolineato Calogero - si verificano 60 mila casi, ogni anno, di arresti cardiaci extraospedalieri, di cui
soltanto il 2% riesce ad essere salvato. L’unica risposta, oltre alla prevenzione delle malattie cardiovascolari,
è quella di disporre, all’interno della società, di operatori ed esecutori di primo soccorso che sappiano
riconoscere l’arresto cardiaco, attivare il servizio 118, praticare le manovre di rianimazione cardiopolmonare
di base e, possibilmente, disporre di defibrillatori semiautomatici esterni sul territorio. Per ottenere ciò, oltre
ad effettuare campagne di informazione e sensibilizzazione è necessario praticare attività di formazione ed
addestramento di medici, infermieri ma soprattutto di laici (non sanitari) abilitati all’uso del defibrillatore
anche, perché, l’arresto cardiaco, non trattato tempestivamente, si trasforma in morte improvvisa. Seguendo
l’esempio degli USA, anche in Italia, oggi, anche a seguito della “legge Monteleone” del 2001, si è aperta la
possibilità di diffondere i defibrillatori a livello territoriale”
E’ intervenuto, quindi, anche Giuseppe Zampogna, in qualità di Primario dell’Unità Operativa di Emergenza
Urgenza all’Ospedale di Locri, il quale ha sottolineato come l’incontro abbia dei risvolti molto utili “in
quanto mette in evidenza le manovre salvavita dei primi minuti che evitano le cosiddette morti improvvise o
i reliquati che possono condizionare l’esistenza dei malcapitati”.
Reggio Calabria 06.04.2014
Ufficio Stampa Ordine dei Medici della Provincia di Reggio Calabria