Divinis® è lieto di proporvi
Transcript
Divinis® è lieto di proporvi
Divinis® Bar à Vins è lieto di proporvi “A Cena Con…” Giovedì 6/12/2012 Joško Gravner Zucca in saor Ribolla Anfora 2002 Gravner ~ Oslavia (GO) Venezia Giulia I.G.T. ~ Ribolla Gialla ~ 12,5° ~ Euro 47,50 Crema di Carote e Noci Ribolla Gialla Riserva 1998 Gravner ~ Oslavia (GO) Venezia Giulia I.G.T. ~ Ribolla Gialla ~ 12° ~ Euro 230,00 (magnum) Gnocchi di Patate con Carciofi Ribolla Anfora 2005 Gravner ~ Oslavia (GO) Venezia Giulia I.G.T. ~ Ribolla Gialla ~ 13° ~ Euro 57,00 Polpette di Funghi e Fagioli Rosso Gravner Riserva 2000 Gravner ~ Oslavia (GO) Venezia Giulia I.G.T. ~ Merlot ~ 13° ~ Euro 77,00 Castagnaccio Pinot Grigio Riserva 2001 Gravner ~ Oslavia (GO) Venezia Giulia I.G.T. ~ Pinot Grigio ~ 13,5° ~ Euro 145,00 Esclusivamente in occasione della serata a chi desidera acquistare i vini per l’asporto, riserviamo uno sconto del 10%. Le nostre iniziative sono dirette a favorire un consumo moderato e consapevole del vino. Qualità e non quantità. Gravner L’esperienza di Josko Gravner è costellata di virate stilistiche molto importanti essenzialmente per quello che riguarda la fase finale della produzione del vino; la vinificazione. Per quanto riguarda, invece, la fase produttiva del vigneto, credo che sostanzialemente non sia cambiato molto nel tempo, se non l’affinamento delle conoscenze dei terreni e l’esperienza che si è accumulata negli anni. Per la cantina, invece, si sono susseguite fasi molto diverse e lontane tra loro: gli inizi, in cui l’abbandono delle tecnologie “storiche” e l’adesione al “moderno” è stato il primo segno della ricerca. Una seconda fase che ha visto l’abbandono dell’acciaio a favore del ritorno al legno, ma soprattutto alle barriques. Infine la scelta “originaria” iniziata all’inizio degli anni novanta e giunta a compimento all’inizio degli anni 2000, di ritorno a metodi ancestrali di trasformazione dell’uva in vino, con la riscoperta delle anfore e delle lunghe macerazioni sulle bucce. All’insegna di una ricerca della naturalezza estrema. L’evento scatenante di questa ultima sterzata, per ammissione dello stesso Gravner, è stato un viaggio negli Stati Uniti durante il quale ha potuto assaggiare vini locali, constatando che con le tecniche utilizzate anche da lui, si potevano otterenere vini simili ai suoi un po’ ovunque. Questa constatazione sembra avere scatenato in lui il bisogno di dimostrare la differenza. La differenza del territorio e la differenza di chi lo trasforma in un prodotto per il mercato. Si tratta di una mia interpretazione, non confermata da quanto Gravner dichiara a proposito della sua ricerca di “naturalità”, ma non vuole essere necessariamente di una critica, ma semplicemente un modo per sottolineare una latente irrequitezza del personaggio che, forse, adesso ha trovato la propria reale identità (anche commerciale), ma che per arrivarci ha compiuto un percorso non sempre lineare. I commenti di Maurizio Landi Venendo ai vini, penso che sia indispensabile sottolineare un aspetto che raramente viene messo in evidenza quando si parla di assaggi. La digeribilità di questi vini è straordinaria. Anche se la presenza dell’anidride solforosa è irrinunciabile (per ammissione dello stesso Gravner), questi vini sono di facile assimilazione e non lasciano “ricordi” spiacevoli. Cosa da non trascurare… Le tre annate di Ribolla, il vino prediletto di Gravner e in futuro il solo bianco che verrà prodotto, sono molto interessanti e mostrano il percorso compiuto negli ultimi anni da questo produttore. Ho inserito come primo vino la Ribolla 2002 perché, provenendo da un’annata fresca e umida, è inevitabilmente un vino più delicato. Pur mantenendo una freschezza straordinaria, presenta una struttura gustativa simile a un distillato, con note intense di nocciola e un finale secco e asciutto, senza troppe concessioni. La Ribolla 1998, prodotta ancora in botte e non in anfora, è molto diversa e presenta un supplemento di rotondità glicerica che, però, confluisce in un finale altrettanto “rigido”. La Ribolla 2005 è un vino più pieno e completo: possiede una struttura ricca e di grande profondità, con un finale molto lungo che mostra, a mio avviso, a pieno l’essenza del lavoro di Gravner. E cioè la ricerca della ricchezza estrattiva degli elementi presenti nella buccia. Se questo lo si può considerare normale per i vini rossi, lo è indubbiamente meno per i bianchi e il risultato che si ottiene è il ribaltamento degli equilibri delle compenenti del vino stesso. Una prospettiva che, anche se ormai risulta meno spiazzante rispetto al passato, non concede molto al piacere di chi si avvicina a questi vini. Credo che il percorso di Gravner sia giunto ad una giusta maturità, ciò nonostante, l’austerità di questi vini mi sembra un po’ rigida e poco propensa ai compromessi. Prendere o lasciare… Il Rosso Riserva 2000 mi ha decisamente deluso! Certamente i rossi non sono i vini di Gravner, ma questo è segnato in modo netto da una presenza di acidità volatile imbarazzante che, tra l’altro, non scompare nemmeno dopo una lunga ossigenazione. Da rivedere… Infine, il Pinot Grigio 2001. Ho avuto la fortuna di assaggiare più volte questo vino, nonostante non fosse in commercio, e l’ho trovato sempre interessante e affascinante. La morbidezza del Pinot e il supplemento di aromaticità tipiche del vitigno, gli conferiscono una grazia quasi femminile, certamente non tipica dei vini di Gravner, ma molto attraente. In ogni caso, un vino che non sappiamo se verrà mai riproposto; il personaggio è imprevedibile…