Quando una volta amavamo scriverci

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Quando una volta amavamo scriverci
Quando una volta amavamo scriverci
Quando avviene un trasloco è inevitabile che vengano alla luce dei reperti
nascosti negli armadi, nelle scaffalature, nei cassetti. Così è stato – inevitabilmente –
per chi vi scrive. Tra le mani, infatti, mi sono capitate delle vecchie lettere, biglietti di
auguri, fotografie degli anni passati, tutti “conditi” da tanta polvere. Tolta la polvere
sono riemersi i ricordi: le fotografie segnano il tempo ormai trascorso, le dediche
ritrovate sui biglietti per i compleanni fanno venire alla memoria alcuni momenti di
vita, ma quelle che più mi hanno colpito sono state le lettere.
Già prenderle in mano, aprirle, osservare la calligrafia di chi scrive anche solo il
tuo nome, mi ha emozionato: già il colore della busta, il francobollo e la provenienza
possono dire tanto. Mi piace osservare le buste da fuori, soprattutto quando vengono da
molto lontano: mi fanno immaginare il lungo viaggio, le tante mani che hanno toccato
quella lettera prima di giungere a me. All’interno ho trovato la corrispondenza che
tempo fa tenevo con alcuni amici e amiche che avevo a Genova, dove solitamente
trascorrevo nella casa dei miei zii alcuni giorni di vacanza; lettere di amiche con cui
avevo un rapporto particolare; ma ovviamente il pezzo forte erano le lettere d’amore
che ricevevo da alcune fidanzate, molte delle quali ovviamente appartenti a quella che
oggi è mia moglie. Nei sette anni di fidanzamento ho conservato tutte le sue lettere, i
suoi biglietti e i suoi messaggi, e lei ha fatto altrettanto con la mia abbondante
produzione letteraria! Le lettere d’amore mi hanno emozionato e rileggerne alcune mi
ha fatto tornare indietro nel tempo, mi ha fatto rivivere alcune sensazioni.
Abbiamo vissuto il nostro fidanzamento tra la metà degli anni ’90 e gli inizi del
nuovo millennio e l’esplosione dei telefonini e delle e-mail ci ha travolto solo in parte. Il
modo di comunicare oggi è cambiato: quelle lettere sembravano provenire da un’epoca
passata. Non so se oggi i giovani fidanzati si scrivono ancora delle lettere: forse è più
facile mandare un sms, una e-mail o chattare da casa propria. Tutto questo sarà anche
moderno e contemporaneo, ma estremamente virtuale, impossibile da conservare e da
rileggere dopo un po’ di tempo. Un sms vive fino a quando non si cambia scheda o non
si rompe il cellulare, mentre una lettera resta; anche solo la calligrafia di chi scrive,
qualche disegnino colorato, un fiocco particolare sono segni incredibilmente romantici
e personali. Penso che io e mia moglie siamo stati gli ultimi fidanzati a scriverci delle
lettere d’amore. E con emozione potremo rileggerle anche tra molti anni, e chissà forse
anche mostrarle ai nostri figli i quali – mi auguro – potranno vivere le stesse nostre
emozioni e magari imitare questa bella abitudine.
La videoscrittura inevitabilmente ci ha fatto abbandonare anche la penna. Oggi
forse non mi verrebbe più tanto spontaneo prendere la carta da lettera, la penna e
scrivere. Ci siamo disabituati; in un mondo che corre è più facile e veloce che le dita
scorrano sulla tastiera, che il foglio formato A4 entri nella stampante e produca un
foglio che sembra una pagina di giornale. Forse è proprio la fretta, la rapidissima
diffusione di questi nuovi mezzi di comunicazione che sono diventati familiari a
moltissime persone, ad aver segnato una svolta storica nel mondo di comunicare. Se da
un lato non possiamo nascondere gli innumerevoli vantaggi, dall’altro lato però
dobbiamo ammettere che ci hanno fatto perdere un po’ di romanticismo e di
sentimentalismo. Oggi i ragazzi non sanno più scrivere: sostituisco la lettera “c” con
una “k” scrivono “cmq” al posto di “comunque”, usano i numeri per dire che “6 figo!”.
Rabbrividisco nel pensare che tra qualche anno questo modo di comunicare – oltre alla
dilagante ignoranza letteraria – produrrà dei semi-analfabeti che sapranno parlare solo
con sigle e brevi messaggi elementari.
Ho tolto la polvere da quelle lettere, ed ho provveduto a risistemarle in una
scaffalatura che le conservi ancora a lungo. Ho impiegato un pomeriggio intero solo per
rileggerne alcune, ma ne sono uscito felice e mi sono sentito più ricco. Leggere quelle
lettere mi ha dato la sensazione di aver fermato il tempo e che certe emozioni e
sensazioni del passato fossero ancora lì con me. E scusatemi se è poco!
Andrea Gironda