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STOP ALLA VIOLENZA SUGLI
ANIMALI
animali non possono parlare, quindi
tocca a noi accudirli.
Gli animali nei circhi
Cari amici che leggete il nostro
giornalino, vorrei porre alla vostra
attenzione un argomento molto
importante su cui è necessario
riflettere: la violenza sugli animali di
qualunque genere. Vorrei farvi capire
attraverso questo articolo che gli
animali hanno i nostri stessi diritti e
quindi non bisogna maltrattarli,
ucciderli, abbandonarli o addirittura
mangiarli.
Noi diciamo di amare gli animali, ma
che vuol dire AMARE? Amare, ad
esempio, gli animali domestici non
vuol dire coccolarli per 1 o 2
settimane e poi lasciarli come
pupazzi, trascurarli e non portarli più
a spasso, magari cacciandoli perché
siamo troppo impegnati a giocare o a
guardare la televisione, oppure
coccolarli quando ce ne
ricordiamo…Credo che se noi
ricevessimo lo stesso trattamento dai
nostri genitori non ci piacerebbe e
glielo faremmo subito notare, ma gli
Quando vediamo gli animali al circo
che saltano nei cerchi, si alzano su due
zampe, non ci viene da pensare Come
glielo avranno insegnato? Dove vivono
durante i viaggi? Molti degli animali
del circo vengono maltrattati per
eseguire giochini da mostrare in
pubblico e trascorrono il loro tempo
in box molto piccoli. Questo succede
anche nei parchi divertimento. Non
tutti sanno, infatti, che il 65% dei
delfini nei parchi o nei delfinari,
provengono dal commercio illegale.
Questa è solo una piccola parte del
maltrattamento dell’uomo nei
confronti degli animali.
I cavalli
Per noi è una cosa comune mangiare
maiali, mucche, pecore. Ma quanto
soffrono gli animali quando vengono
uccisi? E se sono malati, le loro
malattie ce le prendiamo anche noi!
Vorrei parlarvi dei cavalli, solo una
delle tante specie maltrattate.
di soddisfare esigenze alimentari la cui
validità è stata smentita da numerosi
studi scientifici. Vi sembra
impossibile? E’ la triste ed amara
realtà e questa galleria degli orrori
non si arresta qui.
Voi forse non ci badate, ma quando
andate a comprare la carne,
soprattutto quella di cavallo, fate
caso alla provenienza degli animali?
Non credo. Recentemente a Striscia la
Notizia hanno parlato proprio di
questo argomento e hanno fatto
vedere immagini devastanti: i cavalli
venivano portati dalla Polonia malati
e trascorrevano dalle 12 alle 24 ore in
box piccolissimi per arrivare poi in
Puglia dove li attendeva una morte
orribile! Per essere macellati venivano
portati in una gabbia di metallo che
aveva la funzione di contenere gli
animali prima che l’operatore li
stordisse con una pistola a proiettile
captivo che provoca danni gravi e
irreversibili al cervello. La cosa
peggiore era che i compagni, dietro,
vedevano la terrificante fine che di lì
a breve sarebbe toccata anche a loro.
Ogni giorno, non solo cavalli, ma
migliaia di altre specie animali,
vengono uccise dopo aver vissuto in
condizioni indescrivibili, al solo scopo
L’orrore dei cani in Cina
Dovete sapere che in Cina ogni anno
vengono mangiati 4000 gatti e cani, i
quali fino al macello vengono tenuti
in gabbie piccolissime, ammassati uno
sull’altro.
La tradizione culinaria cinese infatti,
ritiene prelibati cani e gatti. In Cina è
tradizione millenaria mangiare carne
di cane; dapprima questa tradizione
derivava dal fatto che in molte zone
del paese ci fosse una estrema povertà
e conseguente scarsità di cibo,
successivamente questa tradizione ha
trovato giustificazioni nella qualità
della carne, ossia utile a rafforzare
l'energia Yang del corpo. Si potrebbe
continuare all'infinito nel trovare i
motivi di quest' atroce tradizione, era
una premessa ad un'altra notizia,
certamente positiva: grazie proprio al
tam tam generato sul web riguardo
una festa annuale che si svolge nel
mese di ottobre nella provincia dello
Zhejiang, nella quale migliaia di cani
vengono scuoiati e mangiati ancora
vivi, il Governo ha deciso di bandire
questa "tradizione". La vera barbarie
è che i cani venivano macellati
davanti agli occhi degli avventori, a
garanzia della freschezza delle carni.
In Cina negli ultimi anni la sensibilità
nei confronti degli animali domestici è
aumentata, molti sono coloro che
possiedono un cane; sui vari blog sono
circolate notizie e foto su questa festa
e ciò ha portato ad una conseguente
mobilitazione da parte di moltissime
associazioni animaliste. Festa abolita
quindi grazie allo stesso mezzo che
sino a poco tempo fa era interdetto ai
cinesi, ma che il governo
recentemente ha sostenuto ed
incoraggiato ad usare, buffo vero?
Concedetemi una piccola chiusa:
siamo proprio sicuri che la vera
crudeltà sia nel mangiare un animale
d'affezione? Oppure potremmo creare
un parallelo con altre specie, per
esempio cane-vitello, cane-mucca,
cane-pecora.... siamo proprio certi che
la vera crudeltà sia nella scelta della
specie, od è semplicemente un modo
soft per girare la testa e non pensare
ai nostri allevamenti intensivi, o agli
animali da pelliccia che a milioni ogni
anno vengono trucidati? Qual è il
grado di sensibilità che riserviamo ad
alcuni animali e ad altri no? Penso
comunque che sia un grande
traguardo il fatto che in un paese
dove la crudeltà nei confronti degli
animali è all'ordine del giorno, si sia
riusciti semplicemente attraverso il
web a distruggere una "tradizione"
che aveva 600 anni, forse qualche
speranza c'è!
Gli animali da pelliccia
Cappucci e colli di giacche a vento,
guanti, borse, maglie, maniche,
sciarpe e persino stivali… La moda li
vuole con inserti di pelliccia. Li
vediamo tutti i giorni esposti in
vetrina... E PROVENGONO quasi
esclusivamente DALLA CINA.
Perché la Cina? Perché al contrario
dei Paesi europei lì non hanno alcuna
norma a tutela dei PIU
ELEMENTARI diritti degli animali
allevati. Così, le case di moda dei
paesi europei possono eludere le
norme restrittive interne decentrando
gli allevamenti in Cina dove il costo
della manodopera è bassissimo. Meno
regole, meno costi, più profitti.
A chi giova tanto orrore?
L’utilizzo delle pellicce per bordure,
cappucci, colli, rifiniture varie,
peluches, giocattoli per animali,
calzature e molti altri articoli ha
incrementato la base dei consumatori.
Ecco spiegato l’aumento delle
uccisioni degli animali da pelliccia
negli ultimi anni e la crescita della
“produzione” cinese che sta
invadendo i mercati internazionali.
L’allevamento di animali da pelliccia
iniziò alla fine del 19° secolo in
America, per poi diffondersi anche in
Europa nei primi anni del secolo
successivo.
Le specie più allevate sono il visone
americano e la volpe, seguiti da
puzzola, cane-procione o, cincillà e
nutria o castorino. Anche il coniglio
della razza rex viene allevato in modo
intensivo, appositamente per
ricavarne pellicce utilizzate
soprattutto per il confezionamento di
bordure ed inserti.
La maggior parte degli allevamenti di
animali “da pelliccia” si concentrano
nell’ emisfero nord del pianeta.
Nell’Unione Europea, la maggior
parte degli allevamenti di animali da
pelliccia si concentra in Danimarca,
Finlandia e Paesi Bassi. La Cina è il
leader mondiale nella produzione ed
esportazione di pellicce, per il 75% da
allevamenti. La Russia, il Canada
(soprattutto Ontario) e gli Stati Uniti
sono grandi produttori di pellicce,
provenienti sia da animali
d’allevamento che selvatici.
I metodi di uccisione sono pensati
specificamente per non rovinare il
pelo: camere a gas, scosse elettriche,
dislocazione delle vertebre cervicali!!!
La IFTF (International Fur Trade
Federation) vanta una grande "cura"
per il benessere animale e dichiara che
tali allevamenti sono certificati per un
alto standard di qualità. Gli animali
vengono a volte storditi con ripetuti
colpi alla testa (ciò accade soprattutto
in Cina ed in altri paesi orientali, dove
non esiste alcuna norma a tutela del
benessere animale), inferti con un
bastone o una barra metallica, oppure
prendendo gli animali dalle zampe
posteriori e sbattendoli a terra con
violenza. Essi lottano, hanno
convulsioni, infine giacciono tremanti
a terra: molti rimangono vivi durante
il processo di scuoiatura!!!
L’uomo è molto crudele nei confronti
degli animali e spero che questo
articolo vi faccia riflettere
sull’egoismo che spesso muove le
nostre scelte di ragazzi e consumatori.
Andrea Villoni II A