Ultimi acquisti_GIUGNO 2015 - Biblioteche della Provincia di

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Ultimi acquisti_GIUGNO 2015 - Biblioteche della Provincia di
ULTIMI ACQUISTI – GIUGNO 2015
NARRATIVA…
Carl Aderhold
La strage degli imbecilli (Fazi, 2015)
Chi non ha mai sognato di ammazzare il proprio vicino quando, preso dall'improvvisa urgenza di
aggiustare la mensola in salotto, vi sveglia la domenica mattina martellando come un forsennato contro
il muro? O di mandare all'altro mondo l'automobilista che vi insulta tagliandovi la strada senza pietà?
Certo, occorrerebbe una certa determinazione. Ma di determinazione il protagonista di questo
irriverente, divertentissimo romanzo non manca. Supportato da una logica a suo modo inattaccabile,
quest'uomo finora mite, ossequioso, gentile, inizia a uccidere, nell'ordine, portiere pettegole,
automobilisti arroganti, esattori delle imposte, impiegati perdigiorno, mendicanti rancorosi, vecchi assillanti e poi, in
un'escalation di "coerenza giustizialista", la moglie, quattro capiufficio, l'amante, il fratello dell'amante e svariati
lavoratori in divisa - essendo per lui, la divisa, un chiaro vessillo d'imbecillità. Nel frattempo, s'improvvisa guida turistica
per anziani (e ne fa fuori un pullman intero), sceneggiatore di film porno e editor per una casa editrice, La rebelle, di cui
scala rapidamente i vertici. Fino a quando, dopo molto riflettere (e ammazzare) , non arriva egli stesso ad assomigliare
al perfetto imbecille - vittimista, logorroico, contagioso che abusa del proprio potere, non dà scampo a nessuno e,
insieme a un esercito di suoi simili, regge le sorti del mondo.
Eric Ambler
Viaggio nella paura (Adelphi, 2015)
È il gennaio del 1940, il mondo attende una "primavera sanguinosa", e Mr Graham, ingegnere inglese
specializzato in artiglieria navale, si appresta a lasciare Istanbul dopo aver assicurato alla propria
azienda l'appalto per il riequipaggiamento della flotta militare turca. Graham è un tipo tranquillo,
simpatico, con una mente matematica e la cordialità senza smancerie di "un dentista di lusso che cerchi
di distrarti", e ora non desidererebbe altro che trovarsi a casa in compagnia dell'affettuosa moglie e
delle sue noiose amiche. Ma quella ferita di striscio alla mano destra, che si contempla nascosto sul
piroscafo Sestri Levante in partenza per Genova, gli ricorda l'inaccettabile verità che gli si è svelata nelle ultime
ventiquattr'ore: qualcuno lo vuole morto. O meglio: i nazisti lo vogliono morto - e faranno di tutto per impedire che
rientri a Londra. Graham dovrà imparare sul campo il mestiere dell'agente segreto e difendersi dalle insidie che si celano
dietro l'apparenza innocua degli altri passeggeri: Josette, la bella ballerina bionda bisognosa di protezione; il turco
Kuvetli, commerciante di tabacco; Fritz Haller, archeologo tedesco di ritorno dalla Persia; il greco che odora di essenza
di rose e si fa chiamare Mavrodopoulos; l'affabile Mathis, francese con dichiarate simpatie comuniste. Da par suo,
Ambler non si limita a offrirci una trascinante spy story, dominata da un'atmosfera di cupa attesa: le affida la denuncia
delle occulte ragioni della guerra...
Martin Amis
Il dossier Rachel (Einaudi, 2015)
Poche settimane separano Charles Highway dall'età adulta e molto resta da fare all'ipersolipsistico ed
erotizzato protagonista prima che quel funesto traguardo, il ventesimo compleanno, segni
irrimediabilmente la fine della libertà adolescenziale e l'inizio della responsabilità matura. Ci sono gli
esami da preparare, il corpus di poesie giovanili da completare, c'è il padre da odiare e, sopra ogni cosa,
c'è da aggiungere al carnet delle esperienze accumulate quella del sesso con una Donna Più Grande. Ed
ecco Rachel: bella, elegante, inarrivabile, e di un intero mese più matura. I taccuini su cui registrare le fasi della
conquista sono pronti. L'Approccio può cominciare...
Andrea Antonello
Baci a tutti (Sperling & Kupfer, 2015)
Essere autistici è un po' come essere alieni: in testa si hanno le regole di un mondo, però si vive in un
altro. Che magari non capisce l'importanza di allineare i telecomandi, tenere tutte le finestre chiuse o
tutte aperte, toccare la pancia per fare amicizia. Andrea Antonello, il protagonista di "Se ti abbraccio
non aver paura", spiega a modo suo cosa significa convivere con gli umani, spesso un po' ottusi perché
si affidano solo alle parole per capirsi. Come se gesti, colori e stati d'animo non potessero bastare.
Allora è lui che deve cercare un canale di comunicazione: anche se può sembrare un'impresa titanica,
con il costante supporto della famiglia Andrea ci sta riuscendo. Ora scrive, sa destreggiarsi nelle complesse regole per
ordinare la colazione al bar, non si perde mai (semmai sono gli altri a perdere lui), ha trovato amici veri e forse una
strada per il suo futuro. E, più importante, si è costruito un ruolo sul pianeta Terra: quello di testimone di una
condizione diversa che non deve essere emarginata e di "guru per pochi", perché con il suo sguardo alternativo arriva
subito nel cuore delle cose. Questo libro per la prima volta racconta il mondo dal punto di vista di un ragazzo autistico:
la difficoltà di accettarsi e di farsi accettare, l'impegno costante per adattarsi e controllarsi, le facili incomprensioni e i
loro esiti, a volte buffi, a volte preoccupanti, e quegli incredibili momenti di grazia in cui un alieno e un umano riescono
a incontrarsi.
Antonia Arslan
Il rumore delle perle in legno (Rizzoli, 2015)
"I ricordi, usciti dalle loro scatole, dilagano nel cuore e prendono possesso della mente." Così,
guardando il cortile dalla finestra, una donna torna bambina. Lì, a Padova, dentro e fuori da quella casa,
Antonia per la prima volta ha ascoltato il nonno Yerwant raccontare le storie vitali e poi tragiche dei suoi
fratelli armeni. Lì, ha vissuto gli anni della guerra, con le bombe dell'aereo Pippo e i tedeschi in città,
ma sempre insieme alla mamma Vittoria, lunatica e bellissima, che infilò un maialino sotto il cappotto,
fingendosi incinta per nasconderlo ai nazisti, e al nonno, che la tenne con sé a chiacchierare al buio,
durante l'ultimo bombardamento nel 1945. I ricordi della Bambina invecchiata si spalancano,
avventurosi e intimi, e ci conducono verso altri luoghi dell'infanzia, costellati da figure umanissime. Ma ci portano anche
al cuore di un periodo cruciale per l'Italia tutta. La guerra, la sua fine, gli anni Cinquanta e Sessanta. E poi gli amori
della protagonista e i suoi viaggi in Grecia, i racconti di un'Armenia che ha messo radici in lei ma soprattutto la scoperta
dei libri e del loro prodigioso potere...
Pupi Avati
Il ragazzo in soffitta (Guanda, 2015)
Berardo Rossi detto Dedo è popolare e brillante, è negato per il latino e tifa Milan anche se vive a
Bologna. Giulio Bigi è timido e sovrappeso, legge "l'Eneide" come fosse "Tuttosport" e indossa orrende
cravatte. Due quindicenni che sembrano appartenere a pianeti diversi, se non fosse che ora abitano
nello stesso palazzo e frequentano la stessa classe... E che nella famiglia di Giulio c'è un segreto che
coinvolgerà, suo malgrado, anche Dedo. Giulio, infatti, non ha mai visto suo padre, chiuso in ospedale
fin da prima che lui nascesse. Ora quello sconosciuto sta per tornare a casa. Ma non è la persona che lui si aspetta.
Mentre dagli armadi del passato emerge una favola nera di ambizione musicale e passione non corrisposta, Dedo si
rende conto che il "ciccione del piano di sopra" è diventato un amico, che quell'amico è in pericolo, e che è il momento
di fare delle scelte: ora sono loro due contro tutti. Da una Trieste intrisa di nostalgia a una luminosa e cinica Bologna,
Pupi Avati mette in scena nel suo primo romanzo un intenso intreccio psicologico e una vicenda ricca di suspense: la
storia di un'amicizia adolescenziale, di un lungo amore, di una nera vendetta. E crea con Dedo e Giulio due protagonisti
di estrema autenticità: due ragazzi costretti a diventare grandi affrontando le sconfitte dei loro padri.
Jo Baker
Longbourn House (Einaudi, 2014)
Sarah è a servizio a Longbourn House da quando era bambina, ma non si è ancora rassegnata a certi
compiti ingrati quali lavare la biancheria e svuotare i pitali dei signori. Questa pesante routine senza
svaghi la opprime: non vuole accontentarsi di mandare avanti la casa d'altri come Mrs Hill, la
governante, fa da sempre. Perciò, quando un giorno di settembre Mr Bennet assume a sorpresa un
nuovo valletto, la gioia per la novità è grande. James ha il fisico asciutto e gli avambracci scuriti dal
sole. Lavora di buon umore, fischiettando, ed è gentile, ma dà poca confidenza. Sembra sapere tante
cose, eppure sul suo passato è stranamente vago. Ama i cavalli e dorme nel solaio della stalla: li, su una mensola, ha
dei libri e, sotto il letto, una sacca scolorita piena di conchiglie. E un mondo intero quello che apre per Sarah, una nuova
geografia di orridi, vallette in fiore e campi di battaglia. Ispirato al non detto di "Orgoglio e pregiudizio", "Longbourn
House" ricostruisce con tono brioso la vita della servitù nell'Inghilterra di inizio Ottocento, facendo emergere tra le righe
la fatica e le disuguaglianze su cui si reggeva il bel mondo. All'interno di questo affresco storico, che oltre alla campagna
dell'Hertfordshire include la Spagna sconvolta dalle guerre napoleoniche e i porti commerciali sull'altra sponda
dell'Atlantico, Jo Baker dona pensieri ed emozioni autentici alle ombre che nel celebre romanzo di Jane Austen si
limitavano a passare sullo sfondo rapide e silenziose.
Alessandro Baricco
La sposa giovane (Feltrinelli, 2015)
Siamo all'inizio del secolo scorso. La promessa sposa è giovane, arriva da lontano, e la famiglia la
accoglie, quasi distrattamente, nella elegante residenza fuori città. Il figlio non c'è, è lontano, a curare
gli affari della prospera azienda tessile. Manda doni ingombranti. E la sposa lo attende dentro le intatte
e rituali abitudini della casa, soprattutto le ricche colazioni senza fine. C'è in queste ore diurne
un'eccitazione, una gioia, un brio direttamente proporzionale all'ansia, allo spasimo delle ore notturne,
che, così vuole la leggenda, sono quelle in cui, nel corso di più generazioni, uomini e donne della
famiglia hanno continuato a morire. Il maggiordomo Modesto si aggira, esatto, a garantire i ritmi della comunità. Lo zio
agisce e delibera dietro il velo di un sonno che non lo abbandona neppure durante le partite di tennis. Il padre, mite e
fermo, scende in città tutti i giovedì. La figlia combatte contro l'incubo della notte. La madre vive nell'aura della sua
bellezza mitologica. Tutto sembra convergere intorno all'attesa del figlio. E in quell'attesa tutti i personaggi cercano di
salvarsi.
Robin Black
Ritratto di un matrimonio (Neri Pozza, 2015)
Augusta e Owen sono sposati da così tanto tempo da essere ormai "un'unica creatura" solitaria e
separata dal resto del mondo. Da poco vivono in campagna, in una fattoria dove la terra è un luccichio
di foglie dal suolo fino al cielo, e i laghi sono così perfettamente rotondi che sembrano usciti da un libro
di fiabe. Augusta è una pittrice, ha gli occhi azzurri sotto le sopracciglia nere e un'avvenenza che
suggerisce forza e potenza. Owen è uno scrittore, ha quarantotto anni ma pare ancora un ragazzo, con i
capelli lunghi che gli cadono sul viso e i maglioni che sembrano presi in prestito dal padre. Augusta e Owen vivono in
una vera e propria "enclave creativa" da quando Alison, una pittrice, ha preso in affitto la casa di fronte alla loro.
Minuta, il viso sorridente, le guance tonde, gli occhi grigio chiaro che sembrano d'argento come i capelli, Alison si è
rifugiata in campagna attratta dall'idea di avere degli artisti come vicini. Abitare un'antica fattoria, dipingere ogni singolo
scorcio di un luogo incantato, scrivere in un granaio su un'amena collina, essere "un'unica creatura": la felicità
sembrerebbe la condizione naturale di Augusta e Owen se... se i due osassero soltanto portare alla luce i folletti maligni
che li sbeffeggiano dall'ombra e li sfidano a farli uscire. La ragione vera del trasferimento della coppia in campagna non
ha, infatti, nulla a che vedere con il coronamento del loro idillio, ma con la sua sfiorata fine, precisamente con il
tradimento di Augusta...
Andrea Camilleri
La giostra degli scambi (Sellerio, 2015)
Non abbagli la luce matta che, sugli schermi delle pagine, proietta comiche a rapidi scatti: una
schermaglia rodomontesca con due mosche fastidiose; una rissa con attori che sbaccanano e come palla
si involvono e rotolano, con braccia e gambe che si agitano, tra pugni e morsi, e lampi di lama; un
commissario con un occhio pesto e un orecchio morsicato, che per "scangio" viene arrestato dai
carabinieri; una servente che prende a padellate e fa prigioniero un intruso, che l'ha distolta dalle
occupazioni culinarie; un signore ben curato e ben vestito, che più volte va a un appuntamento: a vuoto sempre, e
deluso. E c'è anche il remake di una scenetta antica e surreale (dal "Libro mio" di Pontormo passata a "Il contesto" di
Sciascia) di chi, con la mente scardinata, sta chiuso in casa, e a chi bussa risponde di non esserci. In così lunatica
atmosfera sembra che i dettagli creino digressioni. Ma è negli interstizi che il mistero prospera, insondabile; e lento
scivola, dilatatorio, deviando gli aghi di qualsivoglia bussola e decorando di apparenze ingannevoli le sue trame da
brivido. Il romanzo è un pantanoso labirinto del malamore, di un tenebroso malessere: geloso oppure ossessivo. Nel
dedalo di meandri, giravolte, gomiti d'ombra, nasconde una "camera della morte": l'ultima, la più segreta, come quella
delle mattanze nelle tonnare. A Vigàta i notturni sono di leopardiana bellezza. Non assolvono però il fruscio di invisibili
ali di tenebra. Montalbano si è svegliato con una premonizione.
Massimo Carlotto
La banda degli amanti (E/O, 2015)
Padova. Guido Di Lello, un tranquillo professore universitario, scompare all'improvviso. Tutti lo cercano
ma sembra svanito nel nulla. Dopo qualche mese il suo caso finisce tra quelli insoluti, la sua fotografia
mescolata a quelle degli altri scomparsi. Solo una donna conosce la verità: Oriana Pozzi Vitali, la sua
amante segreta, appartenente a una ricca e nota famiglia di industriali svizzeri. Ha preferito il silenzio
per evitare di essere coinvolta ma alla fine, travolta da un insostenibile senso di colpa, si confida con
un'avvocatessa che le consiglia di rivolgersi all'investigatore senza licenza Marco Buratti, detto
l'Alligatore. Buratti accetta e inizia a indagare insieme ai suoi soci Beniamino Rossini e Max la Memoria. All'inizio sembra
un caso senza speranze, poi un labile indizio li conduce sulla pista giusta e i tre si trovano coinvolti in una torbida storia
che li costringerà a scontrarsi con la raffinata mente criminale di Giorgio Pellegrini (protagonista di Arrivederci amore,
ciao e Alla fine di un giorno noioso). Una partita mortale in cui entrerà anche Giulio Campagna, un poliziotto molto
particolare che in tutta la sua carriera non ha mai agito secondo le regole. I protagonisti di questo romanzo sono i
sopravvissuti di un mondo malavitoso che va scomparendo e lotteranno senza esclusione di colpi per non essere
sconfitti dagli avversari e dal tempo.
Vinicio Capossela
Il paese dei coppoloni (Feltrinelli, 2015)
Da dove venite? A chi appartenete? Cosa andate cercando?" Così si chiede al viandante-narratore nelle
terre dei padri. Il viandante procede con il passo dell'iniziato, lo sguardo affilato, la memoria popolata di
storie. E le storie gli vengono incontro nelle vesti di figure, ciascuna portatrice di destino, che hanno il
compito di ispirati accompagnatori. Luoghi e personaggi suonano, con i loro "stuorti nomi", immobili e
mitici, immersi in un paesaggio umano e geografico che mescola il noto e l'ignoto. Scatozza "domatore
di camion", Mandarino "pascitore di uomini", la Totara, Cazzariegghio, Pacchi Pacchi, Capodiuccello,
Camoia, la Marescialla: ciascuno ragguaglia il viandante, ciascuno lo mette in guardia, ciascuno sembra custode di una
verità, che tanto più ci riguarda, quanto più è fuori dalla Storia. Il viandante deve rispondere, con il lettore, a un
patrimonio di saggezza che sembra aver abbandonato tutti quanti si muovono per sentieri e strade, sotto la luna, nella
luce del meriggio, accompagnati dall'abbaiare dei cani. Sulla scorta di Carlo Levi ed Ernesto De Martino, Vinicio
Capossela scrive, con Il paese dei coppoloni, un'opera in cui la realtà è visibile solo dietro il velo deformante di un senso
grandioso, epico dell'umana esistenza, di un passato che torna a popolare di misteri e splendori l'opacità del nostro
caos.
Sveva Casati Modignani
La vigna di Angelica (Sperling & Kupfer, 2015)
Lunghi filari di viti si adagiano sui morbidi pendii di Borgofranco. Da due secoli la famiglia Brugliani è
proprietaria di quell'antico borgo e di quelle vigne, curate con pazienza per trarne vini pregiati e
inimitabili. A trentacinque anni, Angelica è l'erede della tradizione e del patrimonio famigliare. Madre,
moglie, imprenditrice di successo: tutto sembra perfetto nella sua vita. Solo lei sa che dietro quella
facciata si nasconde una zona d'ombra, fatta di menzogne - quelle del marito - e di sogni infranti. Una
sera, mentre è in sella alla sua moto, l'amarezza e i pensieri pesanti prendono il sopravvento e
Angelica, in preda al pianto, non si accorge che l'auto di fronte a lei sta frenando. L'urto è molto violento, ma per
fortuna privo di conseguenze gravi, sia per lei sia per il conducente dell'automobile, Tancredi D'Azaro. Angelica non sa
ancora che quel nome è sinonimo di alta cucina in tutto il mondo. Ed entrambi ignorano che, dopo quell'incontro fugace,
il destino tornerà a intrecciare le loro strade, suscitando la tentazione di un nuovo inizio. Magari da vivere insieme,
chissà: starà a loro scegliere, facendo i conti con il peso del passato e le responsabilità del presente, con il desiderio di
cambiare e quell'istinto passionale che li anima. Perché la vita è fatta di sogni in cui perdersi e scelte in cui ritrovarsi,
incontri che ci cambiano e passioni che ci riportano sulla strada di casa.
Mauro Corona
I misteri della montagna (Mondadori, 2015)
Non tutti hanno la capacità immediata di comprendere fino in fondo i segreti della montagna. Vedono le
cime come blocchi turriti, pilastri di roccia scabri e senza valore, ammassi di pietre inutili sorti qua e là
per capriccio del tempo. Basta, però, alzare lo sguardo ed essere sovrastati dall'imponenza del mare
verticale, con i suoi milioni di granelli di sabbia, per sentire nascere lo stupore. Lo stupore che genera
domande. Le domande che generano misteri: chi ci sarà lassù? Vi abita qualcuno? E, se esiste, come
sarà fatto? Nei boschi, tra le rocce, dentro l'alba, sotto le foglie, sulle vette ancora inesplorate. Lì
dormono i segreti della montagna. E Mauro Corona ci accompagna ancora una volta a scoprirli, tendendoci la mano,
aiutandoci a salire. Ci esorta a giocare con il rimbalzo dell'eco, che vuole sempre l'ultima parola, ad ascoltare la voce del
vento, che non sapremo mai da dove nasce. Ci conduce lungo i ruscelli a spiare le ninfe dai lunghi capelli d'acqua, ci
indica il sentiero per raggiungere il grande abete bianco - adagiando l'orecchio al tronco, sentiremo il suo cuore battere.
La montagna è viva, ha cinque sensi protesi a conoscere il mondo. E come tutti gli esseri speciali ha anche un senso in
più: la percezione. Grazie a lei, può scoprire in anticipo le barbare intenzioni dei politici che vogliono ferirla, strizzarla,
spremerla fino a distruggerla, pur di incassare moneta sonante.
Mary Costello
Academy Street (Bollati Boringhieri, 2015)
Easterfield, Irlanda, 1944. Tess ha sette anni quando sua madre muore, lasciandola con un padre
difficile, tre sorelle maggiori e due fratelli. Per lo choc, la bambina smette di parlare, e recupera molto
lentamente, con l'aiuto di un ragazzo che lavora nella fattoria. Man mano che Tess cresce, va a scuola e
diventa infermiera, le sorelle si sposano. Una di loro, Claire, con un americano, e Tess la raggiunge a
New York. Il fulcro della sua vita diventa il lavoro, ed è grazie a una collega che conosce David, un
ragazzo affascinante: Tess si innamora, e resta incinta. Sono gli anni Sessanta, nella comunità
irlandese, e una gravidanza fuori dal matrimonio è un'impensabile tragedia, equivale a ostracismo e isolamento. Così
Tess si ritrova sola, unico punto di riferimento, Willa, una generosa e saggia vicina di casa in Academy street. E
comincia un difficile processo di maturazione tra gli impegni di lavoro e la convivenza con il figlio Theo che crescendo si
staccherà da lei, e riuscirà a instaurare un rapporto civile solo dopo essersi sposato e allontanato da casa. Il tentativo di
riprendere una vita sentimentale la fa sentire a disagio, la spinge alla rinuncia definitiva. Quando va in pensione e si
appassiona alla lettura, trova finalmente un equilibrio e riesce a riconciliarsi con il figlio, anche se una nuova tragedia,
più grande di tutte le altre, è in agguato.
Delphine Coulin
Samba pour la France (Rizzoli, 2015)
Corri, Samba, corri! Gli diceva così, suo zio, quando giocavano insieme a far volare l'aquilone e
vivevano ancora sotto il cielo rovente dell'Africa. Ma ormai Samba non vive più in Mali. Da più di dieci
anni la sua casa è Parigi. Per arrivare in Francia, in cerca di un riscatto e di un sogno, ha visto morire
altri disgraziati come lui, ha avuto in bocca la sabbia ruvida del deserto, si è lacerato le mani sui confini
spinati dell'Europa. Per poterci rimanere ha stretto i denti, lavorato duro, lottato ogni minuto contro la
sensazione strisciante e ostinata di inadeguatezza che gli faceva abbassare gli occhi. Manca poco al
traguardo, e un mattino decide di andare in questura a chiedere notizie della sua carta di soggiorno. Quello stesso
mattino la Francia decide che di lui non vuole più saperne: lo arrestano su due piedi, lo rinchiudono nel Centro di
detenzione di Vincennes, e d'improvviso Samba Cissé diventa un irregolare, un clandestino. E deve ritornare a correre.
Per sfuggire la polizia, la povertà, le parole insensate della burocrazia, l'amarezza che gli si pianta in gola. Per
riconquistare un posto nel mondo, un'identità, un nome, e sopravvivere all'ingiustizia. Tra lungosenna inondati di luce,
scantinati freddi, vetrate da pulire sfiorando il cielo, sogni infranti, amicizie speciali, e un amore proibito, Delphine
Coulin ci regala una commedia sociale agrodolce, poetica e implacabile, che potrebbe essere una storia vera e senza
dubbio è un canto al coraggio di rimanere liberi.
Paolo Crepet
Il caso della donna che smise di mangiare (Einaudi, 2015)
La vita di Fausta è contenuta in una fila di quaderni neri. Lei l'ha annotata per anni e l'ha riscritta per il
suo analista. Ha provato a correggerla, proprio come medici, insegnanti e ciarlatani hanno sempre fatto
con il suo corpo anoressico, alla ricerca di ciò che era sbagliato, della "patologia". Ma a essere
patologico è l'ambiente in cui questa donna è cresciuta. Tra un padre succube e una madre apatica,
all'ombra di una nonna dispotica della quale porta il nome come fosse un marchio, Fausta ha scelto di
annullare il suo corpo, e solo nella scrittura trova una salvezza. Un caso di anoressia che diventa un
romanzo familiare, in cui Fausta racconta la lotta per essere sé stessa, per riscattarsi dall'istinto di autodistruzione
impresso nel sangue come una condanna. Il suo diario è la storia di tutti noi, sedotti dalla sofferenza e spaventati dalla
libertà di essere quel che siamo, dall'imperfezione dei sentimenti, dalla nostra fame d'amore.
Clive Cussler
Intrigo (Longanesi, 2015)
1908, Washington. Quando il geniale progettista Arthur Langner muore tragicamente nella fabbrica di
cannoni della marina, lasciando un biglietto d'addio, nessuno dubita che si tratti di suicidio. Soltanto la
splendida figlia Dorothy si rifiuta di crederci, e chiede alla celebre agenzia investigativa Van Dorn di
metterle a disposizione il suo agente migliore. Elegante come un lord, amato dalle donne più in vista di
New York e temuto dai peggiori gangsters dei sobborghi, Isaac Bell, però, ha già un caso tra le mani:
sta indagando sui "Frye Boys", una banda di spietati rapinatori di banche che sta seminando il panico in tutto lo stato.
Ma non appena anche il più grande esperto di puntamento e l'inventore di un nuovo acciaio resistente ai siluri muoiono
in circostanze misteriose, l'investigatore Bell intuisce che Dorothy aveva ragione: una spia sta cercando di sabotare la
corsa agli armamenti degli Stati Uniti. Chi è? E che cosa sta cercando di fare? Tra party eleganti sullo Hudson e
inseguimenti notturni nelle fumerie d'oppio di Chinatown, Clive Cussler ci regala un nuovo, adrenalinico capitolo della
saga del detective Isaac Bell.
Maurizio De Giovanni
Il resto della settimana (Rizzoli, 2015)
Il bar di Peppe è un minuscolo porto di mare nel ventre di Napoli. Uno di quei bar accoglienti e familiari,
sempre uguali a se stessi, dove sfogliatelle e caffè sono una scusa per chiacchierare, sfogarsi, litigare e
fare pace. Inferno o paradiso, dipende dal momento. Ma più di ogni altra cosa è il luogo ideale dove
prepararsi all'Evento, quello che la domenica pomeriggio mette tutti d'accordo intorno a un'unica
incontrollata passione. Alla cassa del bar c'è Deborah - rigorosamente con l'acca, ostentata come un
titolo nobiliare che parla al cellulare sempre incastrato tra spalla e testa, mentre Ciccillo, il tuttofare di
origine asiatica, è ovunque perché non si ferma mai. A uno dei tavolini siede invece il Professore,
attento osservatore dei sentimenti umani, che a un passo dalla pensione ha deciso di scrivere un libro facile facile, che
sappia parlare a tutti. Già, ma quale argomento può raggiungere il cuore e l'anima della gente? La risposta è sotto i suoi
occhi, nella trepida attesa dell'Evento. Il resto della settimana è un vero romanzo sudamericano: è gioia e nostalgia, è la
poesia di un sogno, è la celebrazione di un gioco. È un diario dell'emozione che uomini e donne vivono giorno dopo
giorno, e che calamita ricordi, ossessioni e amori. È come il caffè napoletano, una sintesi perfetta di gusto ed energia: ti
colpisce forte e ti dà il coraggio per affrontare le avversità della vita, fuori dal bar.
Gregoire Delacourt
La pimpinella (Salani, 2015)
"Victoire era bella; la mia vittoria più bella come diceva suo padre ridendo (una delle rare volte che
rideva), compiaciuto per il suo gioco di parole. Victoire aveva i capelli colore dell'oro, occhi di smeraldo,
come due piccole gemme, una bocca polposa, come un frutto maturo. Victoire aveva tredici anni. Io,
quindici. Ero già grande; e a chi l'aveva conosciuto, cominciavo a ricordare, in piccolo le movenze di mio
padre. Nel volgere di un lampo la mia voce si era abbassata. Un po' arrochita, anche. E una peluria un
po' scura mi copriva come un orlo il labbro superiore. Non è che la cosa mi piacesse molto, a dire il
vero, ma gli smeraldi di Victoire avevano il dono di vedere al di là delle cose. Sei particolare, mi diceva.
Sei generoso. Ero il suo amico. Ma sognavo di essere molto di più."
Colin Dexter
La fanciulla è morta (Sellerio, 2015)
"Era come se a un drammaturgo inesperto fosse stata affidata una trama che prevedeva un omicidio, e
quello si fosse buttato a scrivere pagine e pagine di dialoghi inappropriati, fuorvianti e a tratti
contraddittori". Capita per le mani dell'ispettore capo Morse, costretto in ospedale, un libretto
"Assassinio sul canale di Oxford". È una memoria, la minuziosa microstoria di un delitto avvenuto nel
1859, ricerca di una vita dell'anziano colonnello del letto vicino appena spirato che lo ha lasciato al
poliziotto come ricordo. Morse legge e, dalla prosa ordinata del colonnello, apprende con ricchezza di
particolari dello stupro e annegamento di Joanna Franks, un'avvenente signora in viaggio da sola lungo il canale,
passeggera di una chiatta da trasporto di alcolici. L'incubo di una donna per giorni in mano a degli ubriaconi che ai tempi
aveva impressionato l'opinione pubblica. Incolpati del delitto furono i tre barcaioli, due dei quali giustiziati e uno
deportato dopo due accurati processi. Ma ci sono discrepanze, strani vuoti e sproporzioni che allertano i sensi annoiati
dell'ispettore, che non può evitare di applicare la sua mente enigmistica a costruire trame alternative. Aiutato in questo
dalle ricerche sul campo del fido agente Lewis e della affascinante bibliotecaria Christine.
Franco Di Mare
Il caffè dei miracoli (Rizzoli, 2015)
È sempre intorno a loro, le fimmine, che si agita il mare delle passioni. E il mare, quando tira malo
tempo, in un niente può volgere a tempesta. Ma vale lo stesso se la donna in questione è una statua
di marmo, un opulento nudo di Botero il cui sedere da tre tonnellate guarda malauguratamente in
direzione di una chiesa? È quel che succede a Bauci, piccolo borgo a strapiombo sulla costiera
amalfitana, diventato località alla moda grazie a un festival artistico che quest’anno celebra appunto il
maestro colombiano. Quando don Enzo, il parroco, vede l’opera al centro della piazza va su tutte le
furie: come si può concepire tale oscenità, peraltro a pochi giorni dalla visita del vescovo? Ma toglierla non si può.
Spostarla neppure. Cosa fare, dunque? Se lo chiede Rocco Casillo, il sindaco, al quale la statua serve per coronare i suoi
sogni politici, e se lo chiede l’intera, colorata comunità di Bauci. Strane dicerie e fatti inspiegabili si susseguono fin
quando, ai piedi dell’imponente chiattona, compare un fagotto con dentro una neonata. La pietra dello scandalo è
servita… In un romanzo che sembra già un classico, Franco Di Mare dirige un coro formidabile di furbizie e rivalità, di
voltafaccia e colpi di genio. E tocca il nostro cuore da vicino, strappandoci sorrisi e lacrime. Bauci non esiste eppure è
verissima, è al Sud ma potrebbe trovarsi in qualunque parte d’Italia; i suoi abitanti siamo noi, così ingegnosi nel
complicarci la vita ma così tenaci nel tirarci fuori dai guai.
Manuela Dviri
Un mondo senza noi. Due famiglie italiane nel vortice della Shoah
(Piemme, 2015)
"La 'mia' Shoah, quella di molti ebrei italiani, è mia madre ragazzina che non trova il suo nome nel
tabellone dei voti a scuola, perché gli ebrei sono a parte. Che non può ricevere un otto, perché i voti
degli ebrei non possono superare quelli degli 'ariani'. È mio padre, che fino alla morte conserva il
telegramma dell'amico Bruno, che gli dice di usare la sua casa, in caso di bisogno. La mia Shoah sono
bambine che spariscono da scuola per sette anni e quando tornano nessuno gli chiede dove sono state.
Prima delle leggi razziali, prima della Vergogna, mia madre, mio padre, i nonni, gli zii, i cugini, erano
normali cittadini italiani. Finché non divennero 'di razza ebraica', e persero il lavoro, la dignità, la sicurezza, e infine
rischiarono anche la vita: la scelta fu scappare, oppure morire. Qualcuno fu deportato. Qualcuno non tornò. Poi, mio
padre e mia madre si conobbero in un campeggio ebraico, nel dopoguerra, e riconquistarono la 'normalità'. Grazie a loro
sono qui. A raccontare. Di loro e degli altri". Manuela Dviri è una figlia che riscopre un po' alla volta un grande mosaico
famigliare, ed è una madre che perde in guerra l'amato figlio ventenne e trova nel suo ricordo la forza di rinascere e di
battersi perché ad altre madri sia risparmiata l'orribile sofferenza. Tra l'Israele di oggi e l'Italia di ieri risale i rivoli che si
ricongiungono nel vasto fiume di una grande famiglia ebraica.
Lucy Foley
Il libro dell’amore perduto (Neri Pozza, 2015)
La notte in cui June Darling morì tutto il mondo parlò di lei. Il suo aereo precipitò avvitandosi come
se fosse di cartapesta, e così anche quelli che non la conoscevano seppero della ballerina che grazie a
un talento prodigioso aveva saputo riscattarsi dalla misera sorte di bambina abbandonata e di
ragazza madre. Kate, la figlia di June, sa però che sua madre rideva del mito che avvolgeva le sue
origini. Non si curava affatto dei genitori naturali che l'avevano trascurata né dell'uomo che l'aveva
semplicemente aiutata a generare Kate. "Io ho te, ed Evie" diceva alla figlia. E così Kate, giovane
fotografa, è cresciuta con l'idea che la piccola comunità composta da lei, June e "nonna" Evie, la
donna che si è presa cura di sua madre, fosse l'unica cosa degna al mondo, un "vero triangolo
amoroso" separato da tutto il resto. Finché... finché un pomeriggio di primavera un'inaspettata rivelazione capovolge
all'improvviso le sue certezze. "Nonna" Evie le svela che la madre naturale di June si è fatta ripetutamente viva nel
corso degli anni, con lettere e messaggi che lei ha colpevolmente nascosto. E, a conferma delle sue sofferte parole,
esibisce una busta di carta marrone secca e fragile su cui è raffigurata, con un tratto a inchiostro di squisita fattura, una
giovane donna straordinariamente simile a June. Il disegno è datato 1929 ed è firmato con due lettere intrecciate, una S
e una T o una T e una S.
Fabio Genovesi
Chi manda le onde (Mondadori, 2015)
Ci sono onde che arrivano e travolgono per sempre la superficie calma della vita. Succede a Luna,
bimba albina dagli occhi così chiari che per vedere ha bisogno dell'immaginazione, eppure ogni
giorno sfida il sole della Versilia cercando le mille cose straordinarie che il mare porta a riva per lei.
Succede a suo fratello Luca, che solca le onde con il surf rubando il cuore alle ragazze del paese.
Succede a Serena, la loro mamma stupenda ma vestita come un soldato, che li ha cresciuti da sola
perché la vita le ha insegnato che non è fatta per l'amore. E quando questo tsunami del destino li
manda alla deriva, intorno a loro si raccolgono altri naufraghi, strambi e spersi e insieme pieni di
vita: ecco Sandro, che ha quarant'anni ma vive ancora con i suoi, e insieme a Marino e Rambo vive
di espedienti improvvisandosi supplente al liceo, cercando tesori in spiaggia col metal detector,
raccogliendo funghi e pinoli da vendere ai ristoranti del centro. E poi c'è Zot, bimbo misterioso arrivato da Chernobyl
con la sua fisarmonica stonata, che parla come un anziano e passa il tempo con Ferro, astioso bagnino in pensione
sempre di guardia per respingere l'attacco dei miliardari russi che vogliono comprarsi la Versilia. Luna, Luca, Serena,
Sandro, Ferro e Zot, da un lato il mare a perdita d'occhio, dall'altro li profilo aguzzo e boscoso delle Alpi Apuane.
Anne Holt
Quota 1222 (Einaudi, 2015)
Hanne Wilhelmsen ha lasciato la polizia ormai da tempo - da quando un proiettile le ha leso la spina
dorsale, costringendola per sempre su una sedia a rotelle. Ora vive una vita ritirata, ai limiti della
misantropia, da cui ha escluso vecchi amici ed ex colleghi. Ma la sua antica professione sembra
perseguitarla. Isolata in un albergo d'alta quota insieme agli altri passeggeri di un treno che ha
deragliato, Hanne suo malgrado si ritrova a indagare. Nell'hotel vengono infatti rinvenuti due
sacerdoti uccisi. Prima uno poi l'altro. E tra gli ospiti si è scatenato il panico. Occorre quindi far
presto, per evitare che l'assassino colpisca ancora.
Stephen king
Revival (Sperling & Kupfer, 2015)
Più di cinquant'anni fa, in una placida cittadina del New England, un'ombra si allunga sui giochi di un
bambino di sei anni. Quando il piccolo Jamie alza lo sguardo, sopra di lui si staglia la figura
rassicurante del nuovo reverendo, appena arrivato per dare linfa alla vita spirituale della
congregazione. Intelligente, giovane e simpatico, Charles Jacobs conquista la fiducia dei suoi
parrocchiani e l'amicizia incondizionata del bambino: per lui il pastore è un eroe, soprattutto dopo
che gli ha "salvato" il fratello con una delle sue strepitose invenzioni elettriche. Ma l'idillio dura solo
tre anni: la tragedia si abbatte come un fulmine su Jacobs, tutto il suo mondo è ridotto in cenere e a
lui rimane solo l'urlo disperato contro il Dio che lo ha tradito. E il bando dal piccolo Eden che credeva
di avere trovato. Trent'anni dopo, quando Jamie avrà attraversato l'America in compagnia dell'inseparabile chitarra che
l'ha reso famoso, e dei demoni artificiali che ha incontrato lungo il cammino, l'ombra di Charles Jacobs lo avvolgerà
ancora: questa volta per suggellare un patto terribile e definitivo. "Revival" è il racconto di due vite, quella che King ha
vissuto e quella che avrebbe potuto vivere, attraverso due personaggi formidabili per potenza e fragilità, due uomini ai
quali accade di incontrare il demonio e di affondare nel suo cuore di tenebra.
AAVV
La crisi in giallo (Sellerio, 2015)
Il "giallo" si adatta magnificamente alls crisi economica. E non solo perché i migliori polizieschi sono
sempre in fondo indagini sulla disperazione sociale. Ma anche perché la crisi economica dà rilievo a
quella malinconia morale che pervade ogni storia nera: che i veri criminali, a ben guardare, sono ben
altri del comune delinquente. Inoltre, lo sfondo di deserti industriali, di miseri in lotta per la pagnotta,
di ex ricchi piombati nella vergogna del bisogno, di gesti clamorosi di chi non ha niente da perdere, di
profittatori del bisogno estremo, di speculatori che giocano al ribasso dei beni sociali, di fughe di
capitali, di truffe per furbizia o per fame, aggiunge alla finzione noir una forte dose di verità e di solidarietà umana.
Tutto questo mescolarsi di denuncia sociale, di spietato realismo e di consapevole empatia è ciò che accomuna i sei
racconti gialli che qui presentiamo. Scritti da autori i cui eroi hanno altrove dato prova della loro capacità di immergersi
nel tessuto della società nei suoi risvolti più nascosti ed estremi. Autori: Nicola Fantini, Laura Pariani, Marco Malvaldi,
Dominique Manotti, Antonio Manzini, Francesco Recami, Gaetano Savatteri.
Jhumpa Lahiri
In altre parole (Guanda, 2015)
Questa è la storia di un colpo di fulmine, di un lungo corteggiamento, di una passione profonda:
quella di una scrittrice per una lingua straniera. Jhumpa Lahiri è una giovane neolaureata quando
visita per la prima volta Firenze; appena sente parlare l'italiano capisce che le è stranamente
familiare, che le è necessario e deve apprenderlo. Non sa spiegarsi il perché di un simile, repentino
bisogno, ma sa che farà di tutto per soddisfarlo. Dapprima prova a studiare l'italiano nella sua città,
New York, con una serie di insegnanti private, ma non basta. Anche le brevi visite successive, a
Mantova, Milano, Venezia, non la appagano: vuole immergersi completamente nella realtà della
nuova lingua. Si trasferisce a Roma, con tutta la famiglia. E lì comincia la vera avventura, fatta di
slanci, entusiasmo e insieme di difficoltà ed estraniamento. "In altre parole" è il primo libro che nasce direttamente in
italiano da un'autrice di madrelingua bengalese che ha sempre parlato e scritto in inglese. È la testimonianza di un
tenace percorso di scoperta e di apprendimento e di un obiettivo, raggiunto, di potenza e fluidità espressiva, ancora più
preziosa perché conserva tra le righe l'eco affascinante di una distanza, quella che sempre ci separa dall'oggetto
d'amore: la distanza impercettibile e infinita del desiderio. Tutti i capitoli che compongono il libro, tranne l'ultimo, sono
stati precedentemente pubblicati, in una prima versione sotto forma di articoli, su "Internazionale".
Camilla Lackberg
Il segreto degli angeli (Marsilio, 2015)
Decisa a cominciare una nuova vita, Ebba fa ritorno a Valö, la splendida isola della sua infanzia
affacciata sulle casette bianche e le rocce scoscese di Fjällbacka, nell'idillio dell'arcipelago svedese.
Vuole rimettere a posto la colonia che le appartiene e che non ha più rivisto dal giorno in cui, una
vigilia di Pasqua di molti anni prima, la sua famiglia scomparve nel nulla, lasciando dietro di sé solo
una tavola apparecchiata a festa e una bambina di un anno che vagava smarrita. Nessuno li rivide
più; nessuno fu mai in grado di stabilire cosa fosse realmente accaduto. Un mistero che da sempre
stuzzica la curiosità di Erica Falck, ora entusiasta all'idea di poter riprendere in mano la sua personale
indagine su quell'oscura storia. Ma sembra che per Ebba non ci sia pace. Qualcuno vuole allontanarla,
disposto a tutto per proteggere il segreto dell'isola. Dopo un incendio scoppiato nella notte, le minacce si fanno sempre
più incalzanti: Ebba ha già perso tutto, eppure c'è ancora qualcuno che desidera la sua morte. A Erica e Patrik non resta
che unire le forze per trovare le ragioni di un rancore che gli anni non hanno placato, cominciando da un debole indizio:
vecchie tracce di sangue che i lavori di restauro hanno portato alla luce nella colonia di Valö. Una sorta di filo rosso che
si snoda a ritroso, conducendo a un passato lontano quando, all'inizio del secolo scorso, Fjällbacka conobbe una
misteriosa "fabbricante di angeli".
Dennis Lehane
Chi è senza colpa (Piemme, 2015)
Bob è un uomo solitario. Una vita spesa tra la casa dove vive da solo - la stessa dove è nato e
cresciuto, con i mobili vecchi e la moquette ormai scurita - e il bar del cugino Marv, nei Flats, dove
serve da bere. Finché un giorno, poco dopo Natale, qualcosa nella sua vita sembra finalmente
succedere: tornando a casa, Bob trova tra l'immondizia un cucciolo di pitbull in fin di vita. Ed è
proprio mentre cerca di metterlo in salvo che fa la conoscenza di Nadia, la nuova vicina di casa, una
ragazza con l'aria di averne viste molte... Quella stessa notte, da Cousin Marv's c'è una rapina. Bob e
Marv sono i soli testimoni. Ma una rapina in un bar che, come quasi tutti i bar dei Flats, è in mano ai
ceceni, che lo usano come "parcheggio" per i soldi guadagnati illegalmente, è qualcosa di molto
pericoloso. E Bob, adesso che forse ha per la prima volta una ragione per vivere, è deciso a non farsi piegare. Nelle
stesse strade e negli stessi bar di "Mystic River", Dennis Lehane ambienta questo lavoro, in cui personaggi feriti e
disillusi cercano, nonostante tutto, di restare aggrappati alle loro piccole e grandissime ragioni di vita.
Francesca Marciano
Isola grande, isola piccola (Bompiani, 2015)
L'autrice di "Casa rossa" raccoglie qui nove racconti incandescenti, eleganti, spesso commoventi, che
esplorano il cambiamento sia nelle relazioni che nella geografia, attraverso culture diverse, per
rivelarci aspetti di noi stessi che non conoscevamo. Dalla Laguna di Venezia durante il Festival del
cinema, dove una donna decide di comprare un abito di Chanel che non può assolutamente
permettersi, a un piccolo villaggio greco bruciato dal sole nel pieno delle vacanze estive, dove
un'adolescente subisce lo shock del primo amore; poi ancora, in una comunità di danzatrici nel sud
dell'India, il matrimonio apparentemente solido di una coppia si dissolve in poche ore. Questi racconti
straordinari narrano personaggi che si trovano nel pieno di una trasformazione, che oltrepassano confini, attratti da
nuove passioni e nuovi destini. Illuminato dallo sguardo limpido di Francesca Marciano, ricco di svolte sorprendenti, di
incontri fortuiti, di riflessioni originali, "Isola grande isola piccola" ci parla della gioia che c'è nella riscoperta di noi stessi
e dell'ironia contenuta in ogni atto di reinvenzione.
Petros Markaris
Titoli di coda (Bompiani, 2015)
Un imprenditore greco-tedesco si uccide ad Atene. Ma all'ambasciata tedesca giunge un biglietto,
firmato "I Greci degli anni '50", in cui si sostiene che si è trattato di un omicidio. Ed ecco verificarsi
altre morti a breve distanza di tempo: il proprietario di una scuola privata, un faccendiere che faceva
da mediatore tra gli imprenditori e gli amministratori intascando e distribuendo bustarelle, e infine
due proprietari agricoli. Ogni volta la "rivendicazione" via Internet arriva puntuale. Il commissario
Charitos ha nuovo pane per i suoi denti. E adesso deve anche proteggere la figlia, aggredita da
membri di "Alba dorata" a causa del suo impegno a favore degli immigrati. L'epilogo della serie sulla
Crisi ci mette di fronte al consueto scenario di corruzione sociale e caduta libera dei valori.
Claire Messud
La donna del martedì (Bollati Boringhieri, 2015)
Quando, la mattina di un martedì, Maria entra come sempre nell'appartamento di Mrs Ellington per
fare le pulizie, e vede la striscia di sangue che imbratta la parete dall'ingresso alla camera da letto,
pensa che sia arrivata la fine. Invece trova la vecchia signora addormentata nel suo grande letto, con
le spalle appoggiate a tre cuscini e coperte dalla liseuse di lana rosa, in perfetta salute. La routine
può riprendere intatta: Mrs Ellington e il lavoro del martedì sono sempre state l'unica realtà sicura, in
mezzo alla tempesta delle relazioni di Maria con il figlio, la nuora e i nipoti; anche dopo esser stata
licenziata a male parole dalla scorbutica signora, e poi richiamata in servizio grazie alla mediazione di
una figlia preoccupata più per sé che non per la madre. Maria ha ripreso a frequentare la casa di Mrs
Ellington tutti i martedì, sedendosi in salotto con la tazza di tè che la padrona di casa serve immancabilmente alla
domestica. Ma la scoperta di quella striscia di sangue sulla parete rende le cose più difficili, è la routine rischia di
sparire, come tutto il resto intorno a Maria, rimasta sola a fare i conti con un passato molto ingombrante, dall'Europa in
guerra al Canada, dalla vedovanza precoce ai contrasti con il figlio, un percorso che rischia di soffocare con il suo peso
anche il presente.
Marco Missiroli
Atti osceni in luogo privato (Feltrinelli, 2015)
Questa è una storia che comincia una sera a cena, quando Libero Marsell, dodicenne, intuisce come si
può imparare ad amare. La famiglia si è da poco trasferita a Parigi. La madre ha iniziato a tradire il
padre. Questa è la storia, raccontata in prima persona, di quel dodicenne che da allora si affaccia nel
mondo guidato dalla luce cristallina del suo nome. Si muove come una sonda dentro la separazione
dei genitori, dentro il grande teatro dell’immaginazione onanistica, dentro il misterioso mondo degli
adulti. Misura il fascino della madre, gli orizzonti sognatori del padre, il labirinto magico della città.
Avverte prima con le antenne dell’infanzia, poi con le urgenze della maturità, il generoso e confidente
mondo delle donne. Le Grand Liberò – così lo chiama Marie, bibliotecaria del IV arrondissement,
dispensatrice di saggezza, innamorata dei libri e della sua solitudine – è pronto a conoscere la perdita di sé nel sesso e
nell’amore. Lunette lo porta sin dove arrivano, insieme alla dedizione, la gelosia e lo strazio. Quando quella passione si
strappa, per Libero è tempo di cambiare. Da Parigi a Milano, dallo Straniero di Camus al Deserto dei Tartari di Buzzati,
dai Deux Magots, caffè esistenzialista, all’osteria di Giorgio sui Navigli, da Lunette alle “trentun tacche” delle nuove
avventure che lo conducono, come un destino di libertà, al sentimento per Anna.
Libero Marsell, le Grand Liberò, LiberoSpirito, è un personaggio “totale” che cresce con noi, pagina dopo pagina, leggero
come la giovinezza nei film di Truffaut, sensibile come sono sensibili i poeti, guidato dai suoi maestri di vita a scoprire
l’oscenità che lo libera dalla dipendenza di ogni frase fatta, di ogni atto dovuto, in nome dello stupore di esistere.
Raul Montanari
Il regno degli amici (Einaudi, 2015)
È l'estate del 1982. L'Italia ha appena vinto i mondiali di Spagna e Milano è deserta. Demo, Elia e
Fabiano trovano una casa abbandonata sul naviglio Martesana e decidono di farne il loro Regno. Un
posto segreto dove è possibile fumare, ascoltare i Led Zeppelin, sfogliare i giornaletti porno, scoprire
il confine sottile tra complicità e gelosia, tra emulazione e rivalità. Un posto, anche, dove accogliere i
nuovi amici, come Ric. Poi incontrano Valli, ed è un'apparizione. Lei è selvatica, ha gli occhi verdi, i
capelli lunghi, un corpo esile chiuso in una salopette; vive in un camper con la madre e ogni giorno
pesca nel canale. Senza volerlo la ragazza rompe il goffo equilibrio maschile del Regno, insinuando
nel gruppo quella tensione erotica che è per tutti la grande scoperta e il grande dolore
dell'adolescenza. Ma che qui genera un danno capace, in una sola notte, di cambiare il destino dei protagonisti. Mentre
la pioggia si porta via l'ultima estate della loro giovinezza.
Jo Nesbo
…Sangue e neve (Einaudi, 2015)
Negato come rapinatore di banche perché incasina le fughe. Negato come pappone perché si
affeziona alle prostitute. Negato come pusher o esattore di crediti perché non sa tenere i conti. Nel
giro della mala, l'unica cosa che Olav è capace di fare è il liquidatore, il killer. Ma quando Daniel
Hoffmann, il boss della droga di Oslo, gli ordina di uccidere sua moglie perché lo tradisce, persino lui
capisce di essere finito in un mare di guai. Se poi, anziché uccidere la donna, Olav se ne innamora, è
chiaro che il mare è destinato a diventare un oceano. Ormai braccato, gli resta una sola speranza:
liquidare Hoffmann prima che Hoffmann liquidi lui, magari chiedendo aiuto al suo peggior nemico.
Auguri.
T. R. Richmond
Tutto ciò che resta (Longanesi, 2015)
Alice Salmon è piena di passione e di vita. Ha un lavoro che la appassiona, una città come Londra ai
suoi piedi, molti interessi e molti amici. E Alice, come ognuno di noi, ha un segreto. Solo che non può
più tenerlo per sé. O forse non vuole, anche se rivelarlo sarebbe pericoloso. Un giorno Alice fa ritorno
alla cittadina in cui è cresciuta e dove ha studiato, e la mattina dopo il suo corpo viene riportato a
galla dalle acque del fiume. Appare presto chiaro che la sua morte non è stata un incidente. Ma
davvero il suo segreto è morto con lei? Davvero la sua storia finisce quando finisce la sua vita? Forse
le storie non muoiono mai se c'è qualcuno che le racconta. A ricostruire minuziosamente la vita di
Alice, nella speranza di chiarire le circostanze della sua morte, è un suo ex professore, l'anziano scrittore Jeremy Cooke.
Cooke si dedica anima e corpo al progetto e raccoglie documenti, lettere, diari, testimonianze di amici e parenti, e
perfino frammenti tratti dai social media, dai blog, dai siti internet su cui Alice scriveva. Tutte le tracce fisiche e
soprattutto virtuali che Alice, come ormai tutti noi, ha lasciato. Tutto ciò che componeva l'universo di una vita
apparentemente quieta e normale. Perché la verità è nascosta non in ciò che è scomparso, ma in tutto ciò che resta. Ma
qual è il vero motivo per cui Cooke si dedica con tanta tenacia a questo progetto, anche contro la volontà dei famigliari
di Alice? E se anche lui avesse qualcosa di oscuro e terribile da nascondere?
Alessandro Robecchi
Dove sei stanotte (Sellerio. 2015)
Protagonista di questo giallo, che miscela ad arte tensione, amore e ironia, e racconta anche di una
rinfrancante cospirazione della solidarietà umana, è Milano. La città di Expo 2015, che "accoglie 20
milioni di visitatori", dove gli architetti sono archistar, le sedie "sistemi di seduta" e le feste sono
eventi. E contrapposta a questa metropoli, la Milano delle periferie multietniche dove la disperazione
sa ancora lasciare spiragli alla speranza, cioè alla vita vera. Due città che sono due mondi, e un
involontario, scanzonato protagonista che li percorre in lungo e in largo da preda e cacciatore
insieme. Carlo Monterossi è il fortunato autore di una trasmissione tivù di genere piagnucoloso,
"Crazy Love", un grande successo commerciale di cui non va per nulla fiero. A casa sua, nella baraonda di una festa,
finisce un giovane orientale in stato confusionale. Somiglia in modo impressionante a un architetto giapponese
acclamato come una star all'Expo, ma non ricorda nemmeno il proprio nome e non vuole che si chiami la polizia. Il
giorno dopo, il giovane orientale sparisce e Carlo Monterossi trova il suo appartamento devastato da una perquisizione.
Di colpo la sua esistenza agiata e tranquilla è sconvolta da eventi che gli paiono inspiegabili ma evidenti: qualcuno cerca
qualcosa ed è abbastanza determinato da seminare cadaveri, anche il suo, per trovarla.
Veronica Roth
Four. Una scelta può liberarlo (De Agostini, 2015)
Quando per Tobias, il figlio sedicenne del leader degli Abneganti, arriva il giorno della scelta, il
ragazzo non ha dubbi: vuole passare negli Intrepidi, perché questa è la sua unica possibilità di
allontanarsi dal padre violento. Quattro - questo è il nome che si è dato - può iniziare così la sua
nuova vita, con l'obiettivo di sconfiggere tutte le sue paure... Il percorso da fare è ricco di
soddisfazioni, ma anche pieno di ostacoli e solitario, almeno fino a quando non fa la sua comparsa
una ragazza davvero speciale.
Clara Sanchez
Le mille luci del mattino (Garzanti, 2015)
Madrid. La luce si riflette sulle immense pareti a specchio del palazzo. Emma guarda dalla sua
scrivania il mondo che si perde in quell'intenso bagliore. Fare l'impiegata in una grande azienda non è
mai stata la sua aspirazione. Ma Emma deve ricominciare dopo il fallimento della sua storia d'amore e
del sogno di diventare una scrittrice. Il posto di assistente è arrivato al momento giusto. Eppure quel
lavoro non è come se l'aspettava. Il suo capo, Sebastiàn Trenas, passa le giornate a leggere libri:
nessuna telefonata, nessuna riunione. Emma non riesce a spiegarselo, ma il suo sesto senso le
suggerisce di non fare domande. Fino a quando, mettendo in ordine certe vecchie carte, smuove
qualcosa che doveva rimanere nascosto. Da allora tutto cambia: Trenas perde la carica di
vicepresidente e dopo pochi giorni muore. Emma si sente in colpa e ha paura di quello che le sta accadendo intorno.
Perché nulla è come appare. E ora che due oscuri personaggi, due fratelli manager di successo, hanno sostituito il suo
capo, la ragazza è convinta che i suoi sospetti siano fondati e che sia necessario scavare nel passato. Un passato che
parla di bugie e segreti, di amori clandestini e di adozioni difficili. Solo in sé stessa Emma può trovare il coraggio per
svelare il mistero. Perché c'è chi vuole che su ogni cosa ricada il silenzio. Un silenzio a cui Emma ha deciso di dare
finalmente una voce.
Karen Sander
Muori con me (Giunti, 2015)
Cinquant'anni e una tempra forgiata dalla lunga esperienza nella Omicidi, il commissario Georg
Stadler crede che ormai niente possa più sconvolgerlo. Ma quando entra in quel lussuoso
appartamento nei quartieri alti di Düsseldorf, si rende subito conto che non c'è limite alle mostruosità
concepite dall'animo umano: le pareti, il soffitto e il pianoforte bianco sono imbrattati di sangue; al
centro, una donna orribilmente massacrata, sul cui corpo l'assassino ha lasciato una bambola, nuda.
Forse un messaggio cifrato? Contro il parere dei superiori, Stadler è convinto che ci sia un serial killer
in circolazione e chiede l'aiuto di Elisabeth Montario, una psicologa criminale nota per aver risolto una
serie di casi in cui la polizia brancolava nel buio. Liz, trentenne dai lunghi riccioli rossi, non può fare a meno di accettare,
benché sia già alle prese con un mistero da risolvere. Uno stalker sempre più aggressivo la tormenta con lettere di
sfida: "Trovami. Prima che sia io a trovare te". Parole minacciose che fanno riaffiorare il ricordo di qualcuno che aveva
amato, anche dopo averne scoperto la natura profondamente malvagia. Intanto gli omicidi subiscono un'escalation di
brutalità e il killer riuscirà a coinvolgere Liz e Stadler in un gioco efferato, risvegliando proprio quegli incubi che la
psicologa credeva sepolti per sempre...
Clara Sereni
Via Ripetta 155 (Giunti, 2015)
Via Ripetta: una delle strade più centrali di Roma, in quello che fu una sorta di triangolo d'oro fra
piazza del Popolo, piazza di Spagna, piazza Venezia. Pensate che allora fosse tutto chiaro, a
disposizione di chiunque? No, perché il civico 155 è difficile trovarlo, situato com'è al di là dell'Ara
Pacis, oltre piazza Augusto imperatore, nel piccolo tratto che tutti pensano appartenga già a via della
Scrofa: bisogna spiegarlo bene perfino a chi guida il taxi, se è proprio lì che si vuole andare. Un tratto
fuori fuoco nello stradario, e quella che si racconta qui è la storia fuori fuoco degli anni fra il '68 e il
'77, cominciati all'insegna dell'utopia libertaria - compresa l'idea che per la libertà valesse la pena di
stare a pancia vuota e di vivere alla meglio in case che cadevano a pezzi - e sfociati nel terrorismo
prima, e poi nel riflusso del disimpegno, della Milano da bere, dei manager rampanti. Una storia vista con lo sguardo di
chi ha vissuto da vicino molte cose senza mai esserne del tutto al centro, e dunque con la possibilità di testimoniare,
dolorosamente, una memoria non chiusa. Ricordi in prima persona di anni raccontati poco e non sempre correttamente:
perché il terrorismo non fu come molti ritengono la conclusione logica di quanto il '68 aveva seminato, ma fu invece la
sanzione drammatica della sconfitta di molte speranze, un lutto pungente per chi aveva creduto e si era speso per farle
germinare.
Georges Simenon
Il pensionante (Adelphi, 2015)
Élie Nagéar non sapeva neanche come si chiamasse esattamente l'uomo che aveva ucciso a colpi di
chiave inglese sul treno Bruxelles-Parigi. Sapeva solo che aveva con sé dieci mazzette di banconote,
e che era olandese: tant'è che la sera prima, quando quel grosso personaggio ridanciano aveva
cominciato a offrire champagne alle entraîneuse del night club, Sylvie lo aveva soprannominato Van
der Coso. A Bruxelles, Élie contava di vendere certi tappeti bloccati alla dogana, ma l'affare era
andato a monte, i soldi stavano per finire, e Sylvie aveva cominciato a trattarlo in modo sprezzante.
Così, senza quasi rendersi conto di quel che faceva, aveva comprato la chiave inglese e aveva seguito
l'olandese sul treno delle 00.33. Quando è tornato a Bruxelles, è stata Sylvie a prendere in mano la
situazione e a decidere dove sarebbe andato a nascondersi: nella pensione per studenti tenuta da sua madre a
Charleroi. A poco a poco, la casetta con le tendine bianche e i mattoni anneriti dalla polvere di carbone è diventata per
Élie una sorta di bozzolo caldo e protettivo, da cui vorrebbe non uscire mai più. Ma che cosa accadrà quando la sorella di
Sylvie, o qualcuno dei pensionanti, o la stessa affittacamere, che prova per lui una tenerezza quasi materna, comincerà
a sospettare che l'assassino di cui parlano i giornali è proprio lui? O quando la polizia deciderà di interrogare Sylvie?
Simona Sparaco
Se chiudo gli occhi (Giunti, 2015)
Viola nella vita ha imparato molto bene una cosa: a nascondersi. Abiti di una taglia sempre troppo
grande, un lavoro che non le dà alcuna soddisfazione e ben lontano dalle sue passioni di bambina, un
bravo ragazzo come marito, con cui però, forse, l'amore non c'è mai stato. Poi un giorno, mentre sta
sviluppando rullini di gente infelice al centro commerciale, si fa largo tra la folla un uomo alto e
dinoccolato, ancora bello nonostante l'età: è suo padre, l'artista famoso, l'irregolare, l'eterno
bambino. È tornato, è venuto a cercarla per proporle un viaggio nelle Marche, la loro terra d'origine,
e per dirle una cosa molto importante. Ma come fidarsi un'altra volta dell'uomo che l'ha
abbandonata? Come credere di nuovo a una delle sue funamboliche storie? La tentazione è troppo
forte e Viola accetta. Un segreto custodito per anni condurrà padre e figlia alle pendici dei Sibillini dove Viola sarà
travolta da una nuova forza e una nuova luce, proprio come il cielo di quei posti. È un viaggio magico se il prezzo della
felicità è abbandonarsi con gli occhi chiusi al potere della vita e all'amore che è pronto ad accoglierci.
Danielle Steel
Fino alla fine dei giorni (Sperling & Kupfer, 2015)
New York, 1975. Bill è un giovane avvocato. Lavora da appena un anno nel prestigioso studio legale
di famiglia quando, annoiato da quel mondo a lui così estraneo, decide di lasciare il suo lavoro per
inseguire un sogno: aiutare gli altri. Accanto a lui, la moglie Jenny: stilista appassionata e di
successo, è pronta a seguirlo anche se questo vuol dire abbandonare l'ambiente che ama. Una scelta
difficile, sorretta però dalla certezza che le loro vite sono destinate a essere unite per sempre.
Inseparabili fino all'ultimo, Bill e Jenny muoiono a pochi giorni di distanza l'uno dall'altra. Ma l'amore,
quello vero, non muore mai. E così, dopo quasi quarant'anni, quello stesso sentimento accenderà i
cuori di Robert - editore indipendente di Manhattan, ossessionato dagli affari e alla perenne ricerca di
un grande bestseller da pubblicare - e Lillibet - giovane aspirante scrittrice -, conducendoli pagina dopo pagina verso il
destino che l'universo ha già scritto per loro. "Fino alla fine dei giorni" racconta due storie che si fondono insieme
percorrendo vie inaspettate e sorprendenti, nello stesso modo in cui gli innamorati si perdono, e si ritrovano l'un l'altro.
Carmen Totaro
Le piene di grazia (Rizzoli, 2015)
Non esistono colpe, se nessuno paga. Lo sgomento nel cuore di Palma è sconfinato, quando ritrova
sua sorella in punto di morte. È tutta colpa di quello che le hanno fatto. E Maria Rosaria in fondo si
era solo innamorata di Cosimo Logreco, il primogenito di una famiglia poco raccomandabile. Lei che
era sempre stata la bella del paese, che ogni anno vestiva i panni della vergine durante la
processione, ha perso famiglia e futuro in un istante. Quando con una borsa e niente più si è
presentata a casa del ragazzo, la sorella di lui l'ha fatta entrare e, promettendole di portarla da
Cosimo, l'ha scortata fino a una masseria cadente; allora è successo tutto e tutto è finito. Lei era
incinta. Per Palma è impossibile dimenticare, l'impotenza la logora, nonostante siano passati anni e
con il marito e la figlia piccola si possa dire felice. Nel momento in cui vede la sorella di Cosimo al sesto mese e piena di
gioia qualcosa di primitivo nasce in lei. Prepara la propria vendetta con minuzia. In una lingua asciutta e aspra, capace
di guardare alla tragedia con quieta disperazione, Carmen Totaro ci racconta una storia ancestrale e attualissima. Ci
descrive un mondo costellato da donne, sempre in bilico tra grazia e orrore, ma le cui leggi sono ancora brutalmente
stabilite dagli uomini.
Andrea Vitali – Massimo Picozzi
La ruga del cretino (Garzanti, 2015)
La terza figlia di Serpe e Arcadio si chiama Birce, ed è nata storta. Ha una macchia sulla guancia
sinistra e ogni tanto si perde via e dice e fa cose strane. Chi la vuole una così? Chi la prende anche
solo come servetta di casa? E l'agosto del 1893 e per i due coniugi, lavoranti presso il rettorato del
santuario di Lezzeno, poco sopra Bellano, è arrivata l'occasione giusta. Perché una devota, Giuditta
Carvasana, venuta ad abitare da poco a villa Alba, è intenzionata a fare del bene, per esempio
aiutare una giovane senza futuro. Per Birce non sarebbe cosa da poco, perché la vita non pare
riservarle un destino felice. Come a quella povera fioraia di Torino massacrata per strada. Che a dire
il vero, in quell'estate lontana, non è la prima vittima. I loro corpi sono a disposizione della sala
anatomica dell'università torinese, dove il dottor Ottolenghi, assistente del noto alienista Cesare Lombroso, li analizza
con cura, convinto che dalla medicina possa venire un aiuto alle indagini. Oltretutto, dalle tasche delle sventurate salta
fuori un biglietto con incomprensibili segni matematici. Indicano un collegamento tra quelle morti? E nel mirino
dell'omicida può essere finito lo stesso Lombroso, che già aveva ricevuto un analogo foglietto insidiosamente anonimo?
Trovare la soluzione non è cosa per cui possa bastare il rigore della scienza. Forse, fantastica il Lombroso, lo spiritismo
potrebbe dare un contributo. Per quanto a praticarlo siano persone fuori dall'ordinario.
SAGGISTICA…
Zygmunt Bauman – Ezio Mauro
Babel (Laterza, 2015)
Viviamo in mare aperto, sotto l'onda continua, senza un punto fermo e uno strumento che misuri il peso
e la distanza delle cose. Nulla sembra stare più al suo posto, molto sembra non avere più un suo posto.
Non vediamo la direzione di marcia, così solchiamo un territorio sconosciuto, in ordine sparso. I principi
che hanno sostanziato l'ethos repubblicano, quel sistema di regole che ha orientato i rapporti di autorità
e le modalità della loro legittimazione, i valori condivisi e la loro gerarchia, fino ad arrivare al nostro
comportamento e ai nostri stili di vita, devono essere ripensati alla radice perché non sembrano più
adatti all'esperienza e alla comprensione di un mondo che ha subito la più travolgente dilatazione spaziale e al
contempo l'inedita connessione globale.
Tahar Ben Jelloun
È questo l’Islam che fa paura (Bompiani, 2015)
Si può non temere l’Islam, oggi, dopo le minacce, le parole d’ordine gridate, le stragi? È un timore
giustificato? E soprattutto: l’Islam è davvero, per sua natura, violento e antidemocratico come molti lo
dipingono sull’onda degli ultimi avvenimenti? La risposta viene da questo libro, in cui Tahar Ben Jelloun
dialoga con sua figlia – francese di origini musulmane, come moltissimi nell’Europa odierna. Ben Jelloun
non perde tempo, la sua parola è semplice e netta. Descrive lo sdegno dei musulmani moderati di fronte
a un fondamentalismo che deturpa la vera fede in Allah. Spiega cosa è l’Isis, come è nato, come è riuscito a far proseliti
fra i giovani più fragili e disorientati dalla mancanza di lavoro, dalla miseria morale e materiale. Ma fa anche riflettere
sulle responsabilità di noi occidentali, spesso indifferenti ai gravi disagi degli immigrati di prima e seconda generazione
che popolano le nostre città. Questo vuole essere un libro di lotta e di resistenza. Fatte con l’arma più affilata di tutte:
l’intelligenza. "Solitudine dell’intellettuale di cultura musulmana che si trova a dover scegliere fra la sua libertà di
coscienza di cui gode in Francia, e l’appartenenza alla Umma islamica che non gli permette di esercitare la sua
libertàUtilizzando un linguaggio semplice e diretto, Tahar Ben Jelloun scrive un’opera dal taglio divulgativo che spiega
l’Isis e la jihad, fornendoci un’intelligente chiave di lettura che scardina molti preconcetti.
Enzo Bianchi
Dono e perdono (Einaudi, 2014)
Il tema del dono è uno tra i più presenti nel grande cantiere della ricerca e della riflessione
contemporanea, ma in una società dominata dal mercato e sempre più individualista c'è ancora posto
per l'arte del donare come atto autentico di umanizzazione? Oggi, poi, persino il perdono, atto che attira
una curiosità mediatica morbosa e poco rispettosa, rischia di essere banalizzato. Chi è arrivato a
perdonare sa però che questo è un cammino lungo e faticoso, compiuto a caro prezzo poiché deve fare i
conti con il problema del male. Di fronte a esso le differenti vie religiose percorse dall'umanità hanno percepito che
l'unica cosa seria che si può fare è "soffrire insieme", praticare la compassione. Essa, anche secondo la rivelazione
ebraico-cristiana, è l'unica risposta sensata che l'uomo può dare davanti alla sofferenza. Questo sentimento, questa
passione, da assumere in primo luogo nelle relazioni interpersonali, non si può limitare a tale dimensione, ma deve
aprire una strada a livello sociale e anche politico ed economico.
Aldo Cazzullo
Possa il mio sangue servire (Rizzoli, 2015)
La Resistenza a lungo è stata considerata solo una "cosa di sinistra": fazzoletto rosso e Bella ciao. Poi,
negli ultimi anni, i partigiani sono stati presentati come carnefici sanguinari, che si accanirono su
vittime innocenti, i "ragazzi di Salò". Entrambe queste versioni sono parziali e false. La Resistenza non è
il patrimonio di una fazione; è un patrimonio della nazione. Aldo Cazzullo lo dimostra raccontando la
Resistenza che non si trova nei libri. Storie di case che si aprono nella notte, di feriti curati nei pagliai,
di ricercati nascosti in cantina, di madri che fanno scudo con il proprio corpo ai figli. Le storie delle
suore di Firenze, Giuste tra le Nazioni per aver salvato centinaia di ebrei; dei sacerdoti come don Ferrante Bagiardi, che
sceglie di morire con i suoi parrocchiani dicendo "vi accompagno io davanti al Signore"; degli alpini della Val Chisone che
rifiutano di arrendersi ai nazisti perché "le nostre montagne sono nostre"; dei tre carabinieri di Fiesole che si fanno
uccidere per salvare gli ostaggi; dei 600 mila internati in Germania che come Giovanni Guareschi restano nei lager a
patire la fame e le botte, pur di non andare a Salò a combattere altri italiani. La Resistenza fu fatta dai partigiani
comunisti come Cino Moscatelli, ma anche da quelli cattolici come Paola Del Din, monarchici come Edgardo Sogno,
autonomi come Beppe Fenoglio. E fu fatta dalle donne, dai fucilati di Cefalonia, dai bersaglieri che morirono
combattendo al fianco degli Alleati...
Giovanni De Luna
La Resistenza perfetta (Feltrinelli, 2015)
Sono decenni, ormai, che la Resistenza è sottoposta a uno scrutinio costante da parte di storici, ma
anche di giornalisti e opinionisti. E se una volta poteva essere provocatorio fare le pulci al mito dei
partigiani e parlare di guerra civile mettendo sullo stesso piano le fazioni in lotta, oggi molta di questa
vulgata è diventata un sottofondo dato quasi per scontato. Il rischio è che ci dimentichiamo, e le giovani
generazioni non sappiano mai, quanto di nobile, puro e davvero all'altezza del suo mito c'è stato nella
lotta partigiana. Nel settantesimo anniversario della Liberazione, Giovanni De Luna ha voluto mettere di
nuovo a punto un'immagine della Resistenza che si stava offuscando. Con grande efficacia, De Luna ha scelto una
storia, un luogo, alcuni personaggi: un castello in Piemonte, una famiglia nobile che decide di aiutare i partigiani, la
figlia più giovane, Leletta d'Isola, che annota sul suo diario quei mesi terribili ma anche meravigliosi in cui comunisti e
monarchici, aristocratici e contadini, ragazzi alle prime armi e ufficiali dell'ex esercito regio lottarono, morirono, uccisero
per salvare la loro patria, la loro libertà, il futuro di una nazione intera. Mesi in cui, tra il cortile della sua villa di famiglia
e le montagne tutt'attorno, si formò veramente quell'unità che diede origine al mito della Resistenza.
Mario Giordano
Pescecani. Quelli che si riempiono le tasche alle spalle del paese che
affonda (Mondadori, 2015)
Il nababbo di Treviso? Possiede 163 motociclette, 155 bici da corsa, 70 fra yacht e motoscafi e 493
auto, compresa la Jaguar di Diabolik. Tutto gelosamente custodito in una decina di capannoni.
Collezionismo estremo: per soddisfarlo, ha sottratto 40 milioni di euro alle banche e messo 700
dipendenti sulla strada. Il Corona di Arzignano? Guadagnava 9 milioni di euro, denunciava al fisco 177
euro. Lo 0,0001 per cento. Il suo mito? Il re dei paparazzi Fabrizio Corona. La sua vita? Una cavalcata
tra eccessi, belle donne e champagne. Le tasse? "Una parola complicata." Si sente un evasore? "Dov'è
il problema? No go copà nisun." Non ha ammazzato nessuno. Eccoli qui i pescecani, quelli che negli
ultimi anni si sono arricchiti alle spalle degli italiani che tiravano la cinghia. Pare che siano sempre di più e i dati parlano
chiaro: la crisi non ha aumentato solo le differenze tra ricchi e poveri, ma anche la percentuale di chi fa soldi in modo
illegale. E il rischio è che, voraci come sono, i pescecani si stiano impadronendo del Paese. Che siano proprio loro a
comandare, del resto, è apparso evidente quando è saltato il tappo della Cupola di Roma. E a chi chiede perché i
problemi non si risolvono, ecco spiegata la ragione: perché ci sono loro, i pescecani, che nei nostri problemi ci
sguazzano. E fanno soldi. Molte delle storie che leggerete in queste pagine vi faranno arrabbiare. Molte vi faranno
sorridere.
Marie Kondo
Il magico potere del riordino. Il metodo giapponese che trasforma i
vostri spazi e la vostra vita (Vallardi, 2014)
Metti ordine nei tuoi spazi e sarai felice: parola di Marie Kondo. Chi non è sopraffatto
dall’incontrollabile accumularsi di oggetti inutili, che sommergono case e uffici sempre più piccoli? Chi
riesce a trovare al primo colpo quello che sta disperatamente cercando? Dal Giappone, ecco il metodo
Konmari, che promette di risolvere una volta per tutte l’annoso problema dell’organizzazione degli
spazi domestici. Ma non solo. “Elimina per fare posto”, “Riordina per categorie” e “A ognuno il suo
spazio” sono indicazioni che, secondo la filosofia zen, permettono il raggiungimento dello status più
prezioso: la serenità.
Enrico Letta
Andare insieme, andare lontano (Mondadori, 2015)
"Se vuoi correre veloce vai da solo, se vuoi andare lontano devi farlo insieme" recita un adagio
africano. È a partire da questa suggestione essenziale, eppure così adatta a descrivere l'orizzonte che
l'Italia e l'Europa hanno dinanzi a sé, che Enrico Letta torna a raccontarsi dopo oltre un anno di
silenzio. Non una memoria dei suoi dieci mesi da presidente del Consiglio, né un espediente per
cercare immediate rivincite personali. Ma una riflessione proiettata al futuro, che, anche passando
attraverso quell'esperienza, si sofferma su un'idea di comunità molto distante, per contenuti e stile,
dall'attuale conformismo. Per Letta non esiste un solo momento positivo della nostra storia unitaria
che non sia stato figlio di un progetto condiviso. E oggi più che mai l'Italia, per sfruttare al meglio le condizioni esterne
positive createsi nel 2015, grazie in particolare all'azione svolta dalla Banca centrale europea di Mario Draghi, deve
coinvolgere le migliori energie di cui dispone in un grande sforzo collettivo. Per favorire una ripresa attesa ormai da
troppo tempo e, soprattutto, per alleviare le ferite ancora aperte della crisi e aggredire il più grave dei mali della società
italiana: la mancanza di lavoro, specie per i giovani. Nessuno può riuscire ad affrontare impegni di questa portata da
solo e quello che il Paese deve concedersi è la chance di dimostrare al mondo di essere "nazione" e "comunità", la
capacità di unire virtù democratica e consenso.
Giampaolo Pansa
… La destra siamo noi. Una controstoria italiana da Scelba a Salvini
(Rizzoli, 2015)
"Su alcune figure non esistono dubbi. Fra gli antenati della destra italiana troviamo Giovanni
Guareschi, il comandante Junio Valerio Borghese, Giorgio Almirante, Franco Freda, Indro Montanelli.
Possiamo domandarci se a loro sia giusto affiancare i democristiani Mario Scelba e Amintore Fanfani,
grandi manager come Eugenio Cefis e Cesare Romiti, un eroe civile come Giorgio Ambrosoli, un
leader nascente come Matteo Salvini. Ritiene di sì Giampaolo Pansa, rovesciando un luogo comune
che considera la destra una piccola parrocchia di pochi fanatici e di bombaroli neri. Gli avversari
l'hanno sempre dipinta così. Tanto da spingere molti elettori moderati, conservatori o nostalgici del
fascismo a pensare che la loro parte politica non fosse necessaria alla democrazia, mentre lo erano i cattolici e i
comunisti. Pansa ribalta il verdetto che giudica senza patria milioni di italiani. Lo fa sin dal titolo del suo nuovo libro: 'La
destra siamo noi'. Non è un brillante paradosso. È la sintesi di una verità: pure chi si schiera dietro una bandiera che la
maggioranza rifiuta, appartiene alla storia italiana. Anche perché tutti siamo un po' di destra e su alcune questioni in
modo deciso. Del resto gli esseri umani hanno un connotato comune: la doppiezza, una natura ibrida capace di passare
da un'opinione a quella opposta. Allora perché negare che la destra abbia lo stesso diritto di esistere che la sinistra
riserva soltanto a se stessa?"
Romano Prodi
Missione incompiuta. Intervista su politica e democrazia (Laterza, 2015)
"Ci sono momenti in cui l'Italia ha bisogno di un'auto-illusione ed è disposta a non guardare dentro a
se stessa pur di continuare a illudersi. Attraversiamo spesso questi momenti nella nostra storia
nazionale...". Romano Prodi racconta le stagioni vissute da protagonista, ritratto di un Paese ricco di
potenzialità, ma sempre tentato di fuggire dalle sue responsabilità, anche nelle classi dirigenti. È
stata "la strada scomoda" il cuore dell'Ulivo, il tentativo più ambizioso di dare forza al riformismo
italiano, un'azione di governo, una visione complessiva, un popolo. Il seme della democrazia dei
cittadini, perché per Prodi la crisi potrà essere superata solo con il pieno coinvolgimento della società.
Una missione incompiuta, anzi, in attesa di compimento.
Domenico Quirico
Il grande califfato (Neri Pozza, 2015)
Il giorno in cui, per la prima volta, parlarono a Domenico Quirico del califfato fu un pomeriggio, un
pomeriggio di battaglia ad al-Quesser, in Siria. Domenico Quirico era prigioniero degli uomini di
Jabhat al-Nusra, al-Qaida in terra siriana. Abu Omar, il capo del drappello jihadista, fu categorico:
"Costruiremo, sia grazia a Dio Grande Misericordioso, il califfato di Siria... Ma il nostro compito è solo
all'inizio... Alla fine il Grande Califfato rinascerà, da al-Andalus fino all'Asia". Tornato in Italia, Quirico
rivelò ciò che anche altri comandanti delle formazioni islamiste gli avevano ribadito: il Grande
Califfato non era affatto un velleitario sogno jihadista, ma un preciso progetto strategico cui attenersi
e collegare i piani di battaglia. Non vi fu alcuna eco a queste rivelazioni. Molti polemizzarono
sgarbatamente: erano sciocchezze di qualche emiro di paese, suvvia il califfato, roba di secoli fa. Nel
giro di qualche mese tutto è cambiato, e il Grande Califfato è ora una realtà politica e militare con cui i governi e i popoli
di tutto il mondo sono drammaticamente costretti a misurarsi. Questo libro non è un trattato sull'Islam, poiché si tiene
opportunamente lontano da dispute ed esegesi religiose. È soltanto un viaggio, un viaggio vero, con città, villaggi,
strade e deserti, nei luoghi del Grande Califfato.
Federico Rampini
All you need is love. L'economia spiegata con le canzoni dei Beatles
(Mondadori, 2014)
"Il mio modello di business? I Beatles." Così parlò Steve Jobs, il fondatore di Apple, uno che di
business qualcosa capiva. A intrigarlo era soprattutto la formula del collettivo: vedeva i Beatles come
un prodigioso moltiplicatore dei talenti individuali. L'indimenticabile quartetto della cultura pop,
infatti, fu anche una start-up di successo. Proiettò quattro ragazzi cresciuti nella Liverpool del primo
dopoguerra, in una miseria da Terzo mondo, verso la stratosfera della ricchezza. Personalmente, nei
testi delle loro canzoni, composte in un periodo di radicali cambiamenti come gli anni Sessanta,
ritrovo la mia adolescenza e un'epoca che fu l'ultima Età dell'Oro per l'Occidente: alta crescita, pieno impiego, benessere
diffuso, aspettative crescenti per i giovani. Ma anche i germi di quel che accadde in seguito. "Taxman" prefigura le
rivolte fiscali. "Get Back" nasce come una satira dei primi movimenti xenofobi e anti-immigrati. "When I'm Sixty-Four"
anticipa la crisi del Welfare State da shock demografico. "Eleanor Rigby" e "Lady Madonna" evocano la nuova povertà
che oggi è in mezzo a noi. "Across the Universe", con il suo richiamo al viaggio in India dei Fab Four, ricorda l'irruzione
dell'Oriente nel nostro mondo. E "Yesterday", con il tema della nostalgia, ci costringe ad affrontare domande cruciali:
davvero si stava meglio "ieri"? Prima dell'euro, prima della globalizzazione, prima di Internet? L'obiettivo di questo libro
è ricostruire una speranza.
Maria Stella Rasetti
La biblioteca è anche tua! (Editrice Bibliografica, 2014)
Sono sempre più frequenti i casi in cui i cittadini non si limitano più ad essere utenti soddisfatti, ma
decidono di mettere a disposizione energie, tempo e competenze a favore della loro biblioteca. Ne
nasce così un circolo virtuoso: la biblioteca risulta "potenziata" nel suo servizio e nella sua produzione
di opportunità, e i cittadini sperimentano forme di partecipazione attiva che arricchiscono le
esperienze individuali e le qualificano in termini di nuova condivisione. Questo libro intende ricostruire
i lineamenti delle trasformazioni che vedono alcune biblioteche protagoniste di un nuovo attivismo
civico, senza tacere dei rischi di un impiego distorto del lavoro volontario e non retribuito.
Wilhelm Schmid
Serenità. L’arte di saper invecchiare (Fazi, 2015)
"Da molto tempo l'arte di vivere è il tema di cui mi occupo, non perché la possieda, ma perché ne ho
bisogno". Nessuno può insegnarci come vivere né come invecchiare con serenità. E questo di certo
non è l'intento del libro che avete tra le mani. Piuttosto, Schmid suggerisce "dieci passi per
raggiungere la serenità, che possono emergere dalle nostre osservazioni, dalle nostre esperienze e da
ciò a cui siamo sopravvissuti". Se l'ars vivendi implica la consapevolezza della propria mortalità,
accettarla porta ad abbracciare la vita nella pienezza delle sue stagioni. Primavera, estate, autunno,
inverno. Infanzia, giovinezza, maturità e vecchiaia. Come un moderno Montaigne, con la leggerezza
dei grandi pensatori, l'autore ragiona sul concetto principe della filosofia occidentale: la serenità. Da
Epicuro in poi i filosofi si sono interrogati sul principio dell'atarassia, stella polare che orienta l'uomo nel suo cammino.
Oggi questo cammino è diventato una corsa senza meta, dominata dalla brama di un successo irraggiungibile, di un
futuro che non è mai presente. La vecchiaia è una minaccia, non il coronamento di un'esistenza piena. Dobbiamo
riappropriarci della serenità per riconquistare la joie de vivre e, per farlo, un primo passo è pensare le diverse fasi della
vita come tappe di un viaggio di cui la vecchiaia è il capitolo finale, cui affidarsi "con la maggiore tranquillità possibile".
Vivere non è morire, ma affinare l'arte di saper invecchiare.
Via Morandi, 9
42020 Albinea (RE)
tel. 0522 590262
e-mail: [email protected]
sito internet: http://biblioteche.comune.re.it/albinea
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Martedì e Giovedì 16.00 – 19.00
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Il prestito è gratuito.
La tessera d’iscrizione è personale e non cedibile,
è valida in tutte le biblioteche del Sistema Bibliotecario Provinciale.
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5 libri per 40 giorni,
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5 riviste per 40 giorni.
Sono attivi i servizi di prestito interbibliotecario
con le biblioteche del Sistema Bibliotecario Provinciale (escluso il mese di agosto)
e la navigazione internet (postazioni fisse e wi-fi).
È disponibile inoltre il servizio gratuito di
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per 30 giorni.
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