Plasma - Connessioni
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Plasma - Connessioni
approfondimenti Tralasciando i già citati monitor per broadcast, i primi display CRT non pensati per immagini televisive erano dei cinescopi con un’elettronica più raffinata, pensati per segnali e stringhe di comando tipiche dei mercati professionali con esigenze di informazione e advertising. Sono in concreto “morti” qualche anno fa per una questione di consumi, dimensioni, peso e flessibilità, ma soprattutto perché il segnale televisivo non è più quello di 50 anni fa. Prima di parlare di plasma e LCD, una menzione storica andrebbe proprio per il diretto sostituto digitale del CRT, la tecnologia SED (Surface-conduction Electron-emitter Display) brevettata da Canon e Toshiba che tante volte è stata annunciata, vista in forma di prototipo, e poi mai rilasciata per tutta una serie di motivi. Non ultimo l’abbandono dello sviluppo da parte di Toshiba e la decisione di Canon di non proseguire sulla strada dello sviluppo del brevetto. Si trattava di una tecnologia sempre basata su un cannone elettronico che andava a eccitare dei fosfori, solo che questi erano vincolati e agganciati a una “griglia magnetica”, di risoluzione fisica opportuna, che aveva geometria e fuoco tipici dei display digitali, angoli compresi, eludendo il problema della deflessione (e della convergenza). Contrasto infinito (quando non sono eccitati i fosfori emettono zero energia, assenza assoluta di qualsiasi riflessione o luce spuria), colorimetria e triangolo del Gamut estesi, “pasta del colore” tipica di un analogico (il riferimento), capacità di visualizzare immagini Full-HD e consumi generali a una frazione di quelli dei plasma. Per i primi prototipi le immagini erano interlacciate ma, con l’evolversi dei chip di controllo e gestione, il passo verso la scansione progressiva sarebbe stato breve… Troppo bello per essere vero? Probabilmente sì, dato che dopo aver solleticato il palato di migliaia di appassionati e operatori, sono stati lasciati in un cassetto. Plasma Per anni, quando si chiedeva alle persone il modello di “display piatto”, o comunque di una tecnologia moderna che potesse sostituire la zoppicante CRT, il 90% degli intervistati avrebbe risposto: “il Strato dielettrico Elettrodi del display (all’interno del layer dielettrico) Copertura di ossido di magnesio Vetro di protezione plasma”. E difatti dai primi Fujitsu in risoluzione XGA da (ai tempi) oltre Strato dielettrico 30 milioni delle vecchie lire, siamo arrivati ai Panasonic full HD da oltre Elettrodo di arrivo 150” di diagonale. Non senza migliorie, brevetti a corollario e battaglie Pixel fra reparti R&D. In sostanza il “plasma” è lo stato fisico che assume un gas eccitato da una differenza di potenziale elettrico. Immaginiamoci migliaia di mini cellette che contengono neon e xenon che andranno Vetro di protezione Fosfori nelle celle a eccitare dei fosfori: ognuna di esse rappresenta dei sub-pixel (ne servono tre per creare ogni pixel, formato appunto da una tripletta RGB). Questi pixel sono contenuti fra due lastre di vetro, dove sono fatti passare anche degli elettrodi (davanti e dietro le celle) che appunto creano la differenza di potenziale utile Display al plasma per “accendere” il plasma e di conseguenza far emettere luce ai fosfori. Lo stato “on/off” viene gestito tramite dithering (tecnica a errore diffuso), che controlla un processo PWM (Pulse Width Modulation) di alimentazione delle cellette stesse, così da creare delle “sfumature” fittizie di colore a schermo. Questo, e un consumo energetico importante, sono un po’ il tallone d’Achille della tecnologia, uniti alla tendenza allo stampaggio dei fosfori sullo schermo in caso di immagini statiche, tipico dei primi modelli di plasma. Oggi questo fenomeno è decisamente ridimensionato se non completamente scomparso, al pari di un netto calo dei consumi generali, anche se questi aspetti restano una discriminante nella scelta di un pannello piatto. 41 Conn_24.indb 41 07/06/10 12.23