teatro era festival `09

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teatro era festival `09
TEATRO ERA
FESTIVAL ‘09
Pontedera
20 Ottobre > 21 Novembre 2009
a Claudio Meldolesi
…eventi da giovedi 12 novembre a domenica 15 novembre…
PRIMA NAZIONALE
da giovedi 12 a sabato 14 novembre, ore 21
Casa Laboratório para as Artes do Teatro – San Paolo, Brasile
L’OSPITE SEGRETO _ primo studio
regia Roberto Bacci
con Cacá Carvalho e Joana Levi
collaborazione artistica Anna Stigsgaard
drammaturgia Stefano Geraci
scene e costumi Márzio Medina
direzione tecnica Sergio Zagaglia
realizzazione tecnica Stefano Franzoni e Sergio Seghettini
luci Fábio Retti
tecnico del suono Ernani Napolitanno
produzione Casa Laboratório para as Artes do Teatro
durata 60 minuti
Un Attore fugge da teatro per chiudersi nella propria casa con il suo Segretario. È perseguitato da
“presenze” trasparenti e diafane che là, tra le quinte e nei camerini, si aggirano implorando gli attori di
comunicare con loro per poter svelare il segreto della loro esistenza. Malgrado questo esilio volontario,
quelle ombre continuano a perseguitarlo anche nella propria casa fino a prendere corpo, per poi
scomparire.
Chi sono? Quale messaggio vogliono trasmettere? È un messaggio che riguarda solo l’Attore?
Lo spettacolo prende spunto dalle riflessioni e dai consigli che il grande attore e regista Louis Jouvet
trasmette ai giovani allievi della Commedie Francaise negli anni in cui ne fu il direttore. Si potrebbero dire
consigli su come affrontare il “personaggio”, ma,in realtà, il grande maestro francese affronta temi che si
aprono ad una riflessione più profonda su noi stessi e sulla nostra attitudine davanti al “personaggio che
quotidianamente incarniamo”: su come è stato costruito e su come la comprensione di quella costruzione
può renderci maggiormente consapevoli del nostro funzionamento come esseri umani.
Jouvet, parlando del mestiere dell’attore,affronta nella sostanza il tema del rapporto tra la nostra
personalità e la nostra essenza. Percorre cioè la distanza tra il ”come siamo stati costruiti dagli altri e dalle
circostanze” e ciò’ che potenzialmente saremmo come “esseri unici”, se fossimo liberi di crescere e di
modificarci secondo la nostra “essenza” e non sottomessi alle leggi dell’educazione familiare e sociale.
Durante lo spettacolo l’Attore dialoga con i testi ed i personaggi di Moliere, gioca e riflette sul proprio
mestiere e sulla propria condizione, ma l’ombra dell’essenza del personaggio che non vuole incarnarsi, che
si dichiara “disincarnato” per poter restare vivo in tutte le sue potenzialità, lo perseguita, aprendo una
ferita che parte dall’attore-interprete per arrivare fino allo spettatore-uomo.
Dice il Personaggio all’Attore: ”Voi volete ancora recitarmi… le Vostre incarnazioni non mi riguardano, io
sono disincarnato.”
Qualcuno o qualcosa, dentro di noi, potrebbe ripetere le stesse parole, rifiutarsi di essere trascinato, magari
sentendo evocare il proprio nome, negli automatismi della propria personalità.
Esiste un personaggio che incarno ogni giorno davanti al mondo ed un personaggio disincarnato, nascosto
dentro di me che non riesco più a sentire e quindi a far vivere?
È questo l’Ospite Segreto?
Il teatro può cercare di risvegliarlo sulla scena,ricordandone l’esistenza e la fragilità.
Roberto Bacci
PRIMA ASSOLUTA
Rassegna Era Danza in collaborazione con la Fondazione Toscana Spettacolo
Giovedi 12 novembre, ore 22.30
Aldes / Spam!
NEL DISASTRO
Parte VIII de Il migliore dei mondi possibili
progetto, regia e coreografia Roberto Castello
interpreti
C a t eri n a B a ss o , R ob er to C a st el lo , A l ess an d ra
Mo re tt i, M a ri an o N i ed uu , S te fan o Ques to ri o ,
A mb r a S en a to re
video e luci Roberto Castello
testi e sottotitolature Aldes
costumi Aldes
organizzazione G ild a C ia o e V iv i an a M erc u r io
con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali /
Dip. Spettacolo, Regione Toscana/ S i ste ma R eg io na l e
d el lo S p et ta co lo / Fon d a z io n e M on t e Dei P a sc h i
d i S i en a
durata 60 minuti c.a.
foto Claudio DiPaolo
NEL DISASTRO di Roberto Castello (Compagnia Aldes) è uno spettacolo corale che attraverso la
danza, la voce e la parola, getta uno sguardo impudico, ma lieve e umanissimo, sulla drammaticità
e l’insensatezza del quotidiano. Una surreale, grottesca e divertente rappresentazione delle
tragedia individuale e del disastro collettivo di un tempo e di un paese sconcertanti.
Attraverso un’autoironia feroce, NEL DISASTRO deride e sbeffeggia la fallocentricità dei rapporti
sociali fondati sulla mancanza di rispetto, sulla prevaricazione, sull’ossessione del denaro,
dell’aspetto e della forma fisica, su una patetica ossessione di eternità.
Attraverso un meccanismo di amplificazione di dati autobiografici e intimità impudicamente
svelate, gli interpreti – Caterina Basso, Roberto Castello, Claudia Catarzi, Alessandra Moretti,
Mariano Nieddu, Stefano Questiorio, Barbara Toma – si trovano ad impersonare, non personaggi,
ma ansie, inquietudini, fragilità, debolezze, desideri, inadeguatezze, dolore, nevrosi che
caratterizzano questo tempo e questo luogo.
Sabato 14 novembre, ore 17.30
ARTIGIANI DI UNA TRADIZIONE VIVENTE
L’attore e la pedagogia teatrale
Ferdinando Taviani e la curatrice presentano l’antologia di scritti sull’attore di Jacques Copeau, a
cura di Maria Ines Aliverti, pubblicata da La casa Usher nella collana “Oggi, del teatro”.
Domenica 15 novembre, ore 17.30
INCONTRO CON JERZY STUHR:
IL LAVORO DELL’ATTORE TRA TEATRO E CINEMA
Jerzy Stuhr venne per la prima volta a Pontedera nel 1980, invitato a interpretare in italiano il protagonista
di una pièce di Witkiewicz, Oni/Loro con la regia di Giovanni Pampiglione; era parte del cast anche un
giovanissimo Marco Paolini. Stuhr era uno dei giovani attori di punta del Teatr Stary di Cracovia avendo
lavorato con Wajda e Swinarski ed era stato il protagonista dei primi lungometraggi di Kieslowski. È stato
ancora diverse volte al Teatro di Pontedera come pedagogo (un’altro degli snodi importanti del suo lavoro
artistico) e come attore, protagonista di una memorabile edizione di Delitto e castigo con la regia di Wajda,
e in seguito straordinario interprete in italiano de Il contrabbasso di Süskind.
Da quindici anni si è dedicato al cinema come autore, regista e interprete dei suoi film (ma non solo: ha
recitato nei film di Wajda, di Zanussi, in Italia collabora con Nanni Moretti) e alla pedagogia, è stato infatti a
lungo Rettore dell’Accademia di Arte Drammatica a Cracovia.
Il Teatro di Pontedera vuole rendere omaggio al grande artista polacco a trent’anni dal primo incontro.
Domenica 15 novembre, ore 21
JERZY STUHR PRESENTA IL SUO FILM IL GRANDE ANIMALE (2000)
Sceneggiatura Krzysztof Kieslowski
durata 75 minuti
Jerzy Stuhr presenta il suo quarto film, del 2000, su sceneggiatura di Kieslowski, premiato dalla critica al festival di
Karlovy Vary.
"Il successo di II grande animale, osserva Stuhr, è stato per molti versi una sorpresa anche per me, trattandosi di un
piccolo film girato in bianco e nero, per la televisione, sulla base di un vecchio soggetto rimasto tanti anni nel cassetto
dell'amico Kieslowski". Che cosa racconta? "L'apologo è molto semplice, incentrato su un dromedario che un uomo
qualunque trova un giorno nel proprio giardino. Prima che l'animale sparisca, così come è arrivato, accadono tante
piccole cose: la sorpresa per quella intrusione, il maldestro tentativo di sfruttarne economicamente la presenza, il
legame di vera amicizia tra quei due esseri solitari, il sospetto e la condanna dei vicini che non sopportano l'intrusione
di quell'ospite ‘diverso’. Insomma, una piccola storia, in cui si possono leggere tante cose del mondo contemporaneo,
forse non solo polacco".
Alla domanda riguardante il motivo del suo passaggio dietro la cinepresa, Stuhr risponde con la massima semplicità:
"Per anni mi sono identificato con quello che è stato definito "il cinema dell'inquietudine morale", cioè con un cinema
esplicitamente impegnato; poi, ho iniziato ad avvertire che forse non era più necessario portarci sempre dietro il
bagaglio delle questioni sociali, etiche e ideologiche, che era forse giunto il tempo di prendere un po' di distanza dalle
urgenze politiche e di concentrare lo sguardo sulle incertezze esistenziali".