SCHEDA PROGETTO PER L`IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO
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SCHEDA PROGETTO PER L`IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO
SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: CARITAS ITALIANA La Caritas Italiana è l'organismo pastorale della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) con lo scopo di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica» (art.1 dello Statuto). È nata nel 1971, per volere di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II. Ha prevalente funzione pedagogica, cioè tende a far crescere nelle persone, nelle famiglie, nelle comunità, il senso cristiano della Carità. Nel 1977 ha stipulato la convenzione col Ministero della Difesa per accogliere obiettori di coscienza al servizio militare e nel 2001 è stata tra i primi enti a realizzare progetti di servizio civile nazionale. Caritas Diocesana di Messina Lipari S. Lucia del Mela La Caritas diocesana è, l’organismo pastorale dell’Arcidiocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela, nata il 1 luglio 1974. Agisce nel territorio secondo le finalità perseguite dalla Caritas Italiana. Sempre consapevole che sulla progettualità della formazione si gioca un ruolo di straordinaria importanza pedagogica ed etica nei confronti dei giovani, dal lontano 1981, ha loro proposto, attraverso il servizio civile sostitutivo, un’esperienza umana di solidarietà e di servizio concreto verso i soggetti “deboli”: circa i 300 giovani obiettori di coscienza si sono alternati nella Caritas Diocesana fino alla cessazione della leva. Dal 2003, si avvale del servizio civile nazionale, per continuare a garantire ai giovani una esperienza di forte valenza educativa e formativa, nella certezza che questo consente loro di valorizzare le proprie capacità, e di crescere umanamente e professionalmente. L’Ente presso il quale devono essere indirizzate le domande è: CARITAS DIOCESANA DI MESSINA LIPARI S. LUCIA DEL MELA Via Emilia, 19 cap 98124 città Messina E-mail [email protected] – Tel. 090/9146045 Fax 090/9146046 Persona di riferimento: Sr. Elisa Di Lorenzo 2) Codice di accreditamento: NZ01752 3) Albo e classe di iscrizione: NAZIONALE 1° CLASSE CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: LA CASA DELLE FARFALLE 1 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: Assistenza Area di intervento: Donne e minori a carico e donne in difficoltà Codice: A11 6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: a) Analisi del territorio specifico 1. analisi dei dati generali relativi all’area di bisogno individuata Le problematiche relative alle donne e minori, anche soli, in difficoltà, già di per sé delicate e complicate da gestire ed affrontare, risultano, in certi particolari contesti piccoli e chiusi, come quelli di numerosi comuni della Diocesi di Messina, molte volte inespugnabili, sia per fattori “culturali”, che per problemi di presa in carico, perché, una volta sollevato il problema, mancano le risorse per poter intervenire adeguatamente. In generale, comunque, statistiche sicure non ce ne sono. Si potrebbero contare le sentenze di condanna per fatti di violenza contro le donne, ma non sarebbe un numero attendibile perché sono pochissime le donne che denunciano di aver subito violenza e ancora meno poi i casi che arrivano a sentenza. A Roma, durante una conferenza stampa dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna, l’Istat ha riportato che il 14,3 per cento delle donne italiane è stata vittima di violenza da parte del partner, ma solo il sette per cento lo ha denunciato. La provincia di Messina, sfortunatamente, si adegua agli standard nazionali, presentando un rilevante numero di situazioni di abuso, di violenza, di maltrattamenti su donne e minori che in buona parte rimangono sommerse; il più delle volte, infatti, le notizie di reato vengono portate a conoscenza degli operatori “informali” presenti sul territorio (parroci, volontari centri di ascolto, ecc.), i quali, però, poi non possono dare seguito a quanto denunciato per rifiuto da parte degli interessati. Inoltre, la carenza di servizi pubblici territoriali, specializzati in tale campo, lascia, di fatto, le organizzazioni private da sole a farsi carico di questo particolare bisogno. a) dati provenienti da fonti esterne Malgrado la frammentarietà delle notizie e la difficoltà a reperire informazioni certe in merito all’effettiva rilevanza del fenomeno, alcuni dati ci aiuteranno a rappresentare in modo chiaro la realtà territoriale entro la quale sarà calato il progetto, con particolare riferimento all’area di intervento nella quale si intende operare. Dagli ultimi dati Istat presentati durante una conferenza stampa dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna a Roma, in Italia, 6.743.00 donne tra i 16 e i 70 anni sono state vittime di abusi fisici o sessuali. Un milione ha subito stupri o tentati stupri. Relativamente, invece, allo stalking, secondo l'Osservatorio nazionale specifico, il 10% circa degli omicidi avvenuti in Italia dal 2002 al 2008 ha avuto come prologo atti di questo tipo, l'80% delle vittime è di sesso femminile e la durata media delle molestie insistenti è di circa un anno e mezzo. Per contro, l’atto violento, dicono i dati raccolti dall’associazione ed elaborati da Swg, non finisce con la chiusura del rapporto ma si protrae anche dopo, spesso con un atteggiamento persecutorio (stalking). La maggior parte delle violenze continuano ad avvenire in casa, all’interno di una relazione sentimentale (84%), in una famiglia «normale». L'autore è nel 48% dei casi il marito, nel 12% il convivente nel 23% l'ex; si tratta poi di un uomo tra i 35 e i 54 anni nel 61% dei casi, di un impiegato nel 21%, e di una persona istruita (il 46% ha la licenza media superiore e il 19% la laurea). Anche il profilo della donna-vittima descrive una persona piuttosto normale: una donna di età compresa fra i 35 e 54 anni, con la licenza media superiore nel 53% e la laurea nel 22%. I risultati di una ricerca effettuata dal “Telefono Rosa”, analizzando i dati relativi alle 1504 vittime che hanno contattato l’associazione e quelli di due subcampioni di 1290 donne italiane e 214 straniere, hanno evidenziato uno spostamento dell'età media delle vittime, con un aumento della fascia di età tra 45 e 54, passata dal 25% del 2012 al 28% del 2013, anche se - rileva la ricerca - per la prima volta in 7 anni si registrano 15 vittime di età inferiore ai 15 anni. La violenza sulle donne passa anche attraverso le disparità nel lavoro: lo ha ricordato AlmaLaurea, consorzio di 64 atenei italiani, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. 2 Infatti, l'indipendenza economica resta un fattore fondamentale di affrancamento dal contesto violento. Lo conferma l'ampia quota di vittime disoccupate (19%), inferiore solo a quella delle impiegate tra le italiane (23%) e a quella delle colf/badanti tra le straniere (27%). L'espulsione delle donne dal mercato del lavoro porta quindi con sè anche la tragica conseguenza di una maggiore fragilità, psicologica ed economica. Le vittime restano assoggettate al proprio carnefice pur di sopravvivere. La violenza fisica non avviene mai da sola, poiché la violenza psicologica, le minacce e la violenza economica sono altri comportamenti ad essa connessi. La dipendenza economica risulta un fattore determinante sia nell’espressione della violenza di genere attraverso forti restrizioni economiche e una totale gestione del denaro da parte del partner, sia nel rendere ancora più faticoso, se non impossibile a volte, l’allontanarsi, per la donna, dal contesto violento. Inoltre la preoccupazione di non poter sostenere economicamente i propri figli diventa la catena che costringe la donna a rimanere nella violenza e, soltanto quando sono i figli stessi ad interporsi tra la madre e il violento nel tentativo di difenderla o quando vengono direttamente coinvolti nelle azioni violente, la donna trova la motivazione e il coraggio di rischiare e fuggire. La situazione, dai dati annuali dell’Osservatorio del Telefono Rosa, si aggrava nel caso di convivenza (arrivata oggi al 37%) anche per la mancanza di leggi che la tutelino. Sale dal 13% al 18% la percentuale di donne che ammettono la debolezza come motivazione che le ha spinte per anni (1-5 anni: 35%, dai 5 ai 20 anni: 34% e oltre i 20 anni: 12%) a sopportare la situazione di violenza. Durante le consulenze le donne affermano di essersi accorte che la perdita di autostima e l’insicurezza che provano sono diretta conseguenza di anni di vessazioni e umiliazioni subite. Diminuisce anche dal 14% all’11% la convinzione di tollerare la violenza per amore. Il dato forse più impressionante che emerge dal campione di 1.562 donne che si sono rivolte a Telefono Rosa nel corso del 2012, però, è quello dell’82% che dichiara di avere figli che assistono alle violenze, in crescita del 7% rispetto all’anno precedente. Si chiama «violenza assistita» ed è un fenomeno, avverte l’associazione, ampiamente sottovalutato: senza un adeguato aiuto, i minori possono avviarsi alla vita adulta con un bagaglio di problematiche comportamentali e psicologiche fino allo sviluppo di disturbi dissociativi e di personalità. Inoltre, crescere in un clima violento significa assimilare una modalità di relazione violenta che si tenderà a ripetere all’interno delle proprie relazioni affettive da adulti: sale dal 34% al 40% la percentuale di donne che ammettono come nella famiglia d’origine del partner ci fossero comportamenti violenti. Relativamente alla Sicilia, i dati sono emersi durante i lavori del Tavolo permanente di genere (16 sigle sindacali e dell’imprenditoria femminile) della Sicilia nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne, riportano una situazione allarmante. Quattordici donne morte in Sicilia per mano di un uomo nel 2012 e 4 nel 2013. Otto persone arrestate a Palermo e provincia da gennaio ad ottobre per atti persecutori, 18 per violenza sessuale su maggiorenni e 6 su minorenni. I denunciati in libertà per stalking sono stati 15 e 23 le denunce per maltrattamenti. Relativamente alla situazione di Messina, i dati raccolti dal Centro donne antiviolenza (Cedav) si riferiscono al decennio tra il 2000 e il 2011. In questo periodo, si sono rivolte 610 donne all’associazione, di cui 507 hanno poi richiesto dei servizi. Sul totale, la maggior parte aveva tra i 31 e i 40 anni d’età; inferiore è stata la richiesta d’aiuto da parte di minorenni, ma negli ultimi tre anni si è registrato un aumento dei contatti di ragazze tra i 15 e i 17 anni. Il 52% è coniugata, mentre il 25% convive, un 15% è separata e l’8% è single. La causa principale per cui le donne si rivolgono al Cedav è il maltrattamento tra le mura domestiche (“violenze verbali, derisioni, insulti, svalutazioni, comportamenti di estrema possessività̀ , minacce verbali di aggressione, isolamento dalle relazioni sociali”, si legge sui dati ufficiali), mentre negli ultimi anni sono aumentati i casi di stalking e con questi le donne single bisognose d’aiuto. Le statistiche su quest’ultimo fenomeno sono molto dettagliate: il 72% dei perseguitori sono i partner (anche ex); il 35% usa il telefono, il 25% le email o gli sms, il 10% gli appostamenti veri e propri. Delle 507 donne hanno poi avuto accesso ai servizi offerti dal Cedav, il 46% ha richiesto assistenza legale, il 27% sostegno psicologico, il 18% assistenza sociale. b) dati provenienti da fonti interne Nella descrizione dei bisogni, significativi risultano i dati rilevati nei servizi attivi sul territorio della provincia di Messina e che fanno capo all’Associazione di Volontariato “S. Maria della Strada” e alla Caritas di Messina. Relativamente agli interventi a bassa soglia, importanti risultano i dati relativi al centro di prima accoglienza “Aurelio”, gestito dall’Associazione, che accoglie persone in stato di disagio. Infatti, è in questa casa che, il più delle volte, vengono accolte le donne e minori in difficoltà, anche stranieri, presenti sul territorio, in attesa di trovare delle soluzioni più adeguate. Soluzioni che, però, sono difficili da trovare, considerate le scarse risorse presenti sul territorio e le difficoltà burocratiche, soprattutto nei riguardi delle persone straniere. In particolare, nell’anno 2013, le persone accolte in totale nella casa di prima accoglienza “Casa Aurelio” sono state 354; di cui 239 uomini (70 italiani e 169 stranieri) e 115 donne(39 italiane e 76 straniere). A queste persone, oltre a garantire la prima accoglienza, si è cercato di assicurare, nel più breve tempo possibile una sistemazione migliore; cosa che però, non sempre è stata facile. Infatti, di tutte le donne 3 accolte, a volte insieme ai bambini, solo il 5% sono state prese in carico dai servizi territoriali e collocate in strutture più idonee. L’Associazione, inoltre, in sinergia con altri enti del privato sociale, da circa due anni, gestisce un help center e centro diurno, situato proprio all’interno della Stazione Centrale di Messina; inoltre, da febbraio 2014, gestisce anche un dormitorio denominato “Rifugio Vincenzo”, I dati raccolti anche da questi servizi, danno delle indicazioni ancora più chiare rispetto al particolare ambito. Persone assistite nel centro diurno – help center, periodo 2013-2014: 750, con una media giornaliera di circa 35 persone, delle quali almeno il 50% è costituito da donne. Particolarmente interessanti risultano anche i dati forniti dalla casa di accoglienza per donne e minori in difficoltà, denominata “Madre Veronica”, sita a Messina, a Giampilieri Marina, sede operativa del presente progetto, già operante da anni. Infatti, durante l’anno 2013, sono state accolte in comunità, circa 65 persone, con una utenza media giornaliera di circa 18 persone. L’Associazione, sempre durante il 2013, pur avendo la disponibilità di posti, a volte, non è riuscita a farsi carico di alcune richieste a causa di insufficienza di risorse, in termini economici e di personale. L’Associazione, dispone anche a Messina di due appartamenti, bilocali, da destinare all’accoglienza di piccoli nuclei familiari, madri-figli, in una fase di reinserimento e di “sgancio” dalla comunità. Purtroppo, le attività degli appartamenti di sgancio non sono ancora arrivate a regime, in quanto i volontari, già impegnati nella struttura “Madre Veronica”, non riescono a seguire in maniera adeguata anche queste altre attività. 2. Analisi delle risorse A fronte delle problematiche presentate, si evidenzia che nel territorio del Comune di Messina i servizi esistenti a favore di donne e minori in difficoltà risultano insufficienti rispetto alle problematiche riscontrate. Infatti, le offerte di servizi a favore delle donne con figli a carico e donne in stato di difficoltà, presenti sul territorio sono le seguenti: a) risorse esterne 1 casa famiglia per gestanti e ragazze madri, gestita da un ente privato, con una capienza massima di 20 posti (dalle informazioni avute, si evince che la struttura funziona sempre a pieno regime); esterna all’Associazione; b) risorse interne 1 casa famiglia per donne e minori in difficoltà, gestita dall’Associazione, oggetto del presente progetto. È immediatamente evidente, considerando anche le molteplici segnalazioni che arrivano all’Associazione, come i posti disponibili per la particolare problematica non siano sufficienti neanche per il solo Comune di Messina. L’Associazione di Volontariato “S. Maria della Strada”, sin dalla sua costituzione ha cercato di dare delle risposte concrete, flessibili e immediatamente operanti, a tutte quelle problematiche a carico di ragazze madri, donne senza nessun supporto economico e sociale, donne e minori oggetto di maltrattamenti e violenze, ecc.. Infatti, durante questi anni, grazie al supporto della Caritas di Messina, l’Associazione è riuscita ad avviare diversi centri di accoglienza per la presa in carico totale di persone disagiate. 3. Analisi dei bisogni Dall’analisi dei dati raccolti e dall’esperienza diretta, le esigenze delle donne sole e delle donne accompagnate da minori, che si trovano in situazioni di disagio costituiscono la seguente domanda di servizi: - - disporre nel territorio di strutture ed operatori capaci di prendersi cura delle persone in presenza di gravi disagi economici, familiari e sociali, nonché nei casi di maltrattamenti, abusi e violenze; avere la possibilità di poter usufruire di luoghi per lo svago e la cura della persona (palestre, centri di ascolto, centri di aggregazione, ecc.), nonché avere la possibilità di partecipare a momenti ricreativi e culturali; acquistare autonomia e avere la possibilità di un percorso di inserimento lavorativo e un reinserimento familiare; avere un sostegno per il reinserimento sociale; avere un aiuto per sperimentare e, successivamente, stabilizzare soluzioni abitative adeguate. b) Elementi di criticità sui quali intervenire 4 Dal quadro sopra delineato, si evince chiaramente come, a fronte di un “carico sociale” complesso e quantitativamente rilevante, gli interventi presenti sul territorio sono alquanto insufficienti ed affidati, principalmente, al privato sociale, senza adeguata copertura finanziaria da parte dell’ente pubblico. Pertanto, rispetto all’analisi dei bisogni sopra riportata, con il presente progetto si è scelto di intervenire per rispondere alle criticità di seguito elencate. 1) carenza di strutture sufficienti e con caratteristiche idonee atte a garantire la presa in carico globale delle donne in difficoltà, eventualmente con minori a carico, anche nei casi di abusi o maltrattamenti; 2) mancanza di risorse territoriali per avviare adeguati percorsi di reinserimento sociale (attività ludicoricreative, occasioni di svago, ecc.); 3) mancanza di risorse territoriali per avviare adeguati percorsi di reinserimento familiare e lavorativo; 4) mancanza di risorse territoriali per garantire la sperimentazione di un’autonomia abitativa e, successivamente, di una soluzione stabile del problema alloggiativo. c) Descrizione della sede operativa del progetto Per poter intervenire adeguatamente rispetto alle criticità individuate, si è scelto di valorizzare una delle sedi operative dell’Associazione, già da tempo impegnata nella presa in carico di donne e minori in difficoltà. Sede operativa del progetto è la casa famiglia “Madre Veronica”, sede accreditata, codice Helios 24305, sita a Messina, Via Nazionale, Giampilieri, 155 di proprietà della Arcidiocesi. Struttura e organizzazione della Sede operativa L’immobile, perfettamente arredato e dotato di ogni confort, è costituito da tre elevazioni fuori terra, con annesso un ampio giardino attrezzato con accesso direttamente alla spiaggia; in tale comunità possono essere accolte un massimo di 20 persone, compresi i bambini nelle culle. In alcuni locali della comunità è stata ricavata una piccola palestra, attrezzata, sia con giochi per i bambini più piccoli, al fine di favorire la loro crescita ed il loro apprendimento, sia con attrezzature ginniche per le persone più grandi, per favorire una giusta ed organica crescita. In altri locali limitrofi alla struttura, è stato ricavato un centro di aggregazione per ragazzi, al fine di favorire l’integrazione e la partecipazione dei ragazzi presenti sul territorio. Sempre collegati con la struttura, sono stati realizzati due piccoli gruppi appartamento, da utilizzare quali appartamento di “sgancio” per le coppie madre-figli al termine del percorso educativo in comunità. Questo ha un duplice scopo: da un lato, la voglia di creare “spazi protetti” dove le persone accolte possano sperimentare l’autonomia e l’indipendenza; dall’altro, la necessità di decongestionare la struttura, lasciando all’interno soltanto coloro che, per particolari situazioni, hanno la necessità di stare in un ambiente protetto. A gestire la struttura è l’Associazione di volontariato “S. Maria della Strada”, in stretta collaborazione con la Cooperativa sociale omonima, che garantisce le figure professionali, e la Caritas Diocesana, che fornisce il supporto per particolari esigenze e la supervisione ed il monitoraggio del programma generale. L’Associazione di volontariato “S. Maria della Strada”, costituita nel 1991 ma, operante a Messina sin dal 1982, si è sempre occupata della gestione di piccole strutture, con marcate caratteristiche familiari, per l’accoglienza, l’assistenza, il recupero ed il reinserimento socio-lavorativo di persone con varie tipologie di disagio. Questo ente, che attualmente conta circa 30 soci effettivi e una settantina di collaboratori, si è sempre contraddistinto sul territorio Provinciale, per la sua attenzione agli “ultimi”, senza alcuna distinzione di sesso, religione o nazionalità, provvedendo alla presa in carico della persona, secondo una metodologia umanistica che mette l’uomo al centro dell’intervento, rispettandone i tempi e cercando di valorizzare le risorse. Le attività realizzate, riguardano, essenzialmente, l’accoglienza, a volte anche in pronto soccorso sociale, l’assistenza, il recupero ed il reinserimento sociale, scolastico, lavorativo e familiare. d) Destinatari diretti Donne con minori in stato di necessità (maltrattamenti, emergenze abitative, disagio sociale) Ragazze madri sole o in difficoltà Donne sole in difficoltà (disagio mentale, maltrattamenti, disagio sociale, emergenze abitative) 5 e) Beneficiari indiretti del progetto Famiglie Scuole Parrocchie 7) Obiettivi del progetto: PREMESSA Caritas Italiana e le Caritas diocesane intendono promuovere una proposta di Servizio Civile Nazionale come esperienza di formazione globale della persona. Ai giovani che si avvicinano al Servizio Civile in Caritas si chiede di pensare a questo anno non come una “parentesi” nella loro vita, ma come un anno intenso, ricco di stimoli e di sfide, un anno che raccoglie le memorie del passato e produce orientamenti per le scelte future. L’intenzione progettuale è di attingere dalla cultura cristiana del servizio, che ha radici assai antiche e profonde, partendo dal cambiamento di sé per giungere ad un cambiamento della società. Le Caritas diocesane si uniscono nell’impegno di proporre un anno di formazione intesa come competenza del servizio che si svolge, ma anche come momento di auto-riflessione, di ripensamento e di scoperta. Un anno per mettersi alla prova, per conoscere se stessi e fare nuove amicizie; per condividere con altri giovani i propri vissuti attraverso la dimensione comunitaria e la sensibilizzazione. L’intento è quello di proporre un’esperienza che cerchi e costruisca senso. Un’esperienza che davvero cambi. Il Progetto si allinea altresì agli obiettivi condivisi dalle Caritas a livello nazionale, che mirano in particolare alla prevalente funzione pedagogica del Servizio Civile nazionale, affermando l’impegno alla realizzazione delle condizioni fondamentali affinché l’esperienza proposta abbia come finalità ultima l’attenzione ai giovani coinvolti nel progetto, ai bisogni del territorio in cui si inserisce, all’impatto sulla società civile come sensibilizzazione alla testimonianza della Carità. Queste finalità generali sono così riassumibili: Educazione ai valori della solidarietà, gratuità attraverso azioni di animazione e d’informazione per una cittadinanza attiva e responsabile. Condivisione coi poveri e con gli altri partecipanti al progetto, riconoscendo e promovendo i diritti umani e sociali, per accompagnare le persone vittime di povertà ed esclusione sociale in percorsi di liberazione. Riflessione sulle proprie scelte di vita, vocazionali, professionali, sociali e possibilità di approfondimento spirituale. Creazione delle condizioni per l’incontro con nuove persone, per inventare nuove professionalità in ambito sociale. Coscientizzazione: approfondimento della cultura della pace, della nonviolenza e della solidarietà. Attenzione a tutto ciò che potrà incoraggiare un futuro volontariato inteso come stile di vita nei giovani che verranno coinvolti nell’esperienza. Difesa delle comunità in modo nonarmato e nonviolento in termini di: gestione e superamento del conflitto, riduzione e superamento della violenza implicita e/o esplicita, acquisizione e riconoscimento di diritti. OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO 1. 2. Supportare le donne in difficoltà e le donne accompagnate da minori, dando loro delle risposte concrete alla soluzione dei problemi da loro vissuti, attraverso la loro accoglienza in una comunità di tipo familiare. Attivare, attraverso l’impegno degli operatori e dei volontari dell’Associazione, e con il contributo dei volontari in servizio civile, azioni di prevenzione e superamento dei problemi psicologici e sociali che accompagnano il disagio specifico a carico del target. 6 OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO Facendo riferimento ai bisogni espressi al punto 6, gli obiettivi specifici del progetto sono di seguito elencati. Obiettivo 1. Obiettivo Risultato atteso Indicatore 1) Garantire accoglienza, assistenza, sostegno, recupero e graduale reinserimento a donne e minori in difficoltà, anche vittime di abusi e maltrattamenti, attraverso percorsi personalizzati residenziali, anche in pronto soccorso sociale. 1.a) Dare continuità e potenziamento alle iniziative già avviate all’interno della comunità, relative in particolare all’accoglienza e all’assistenza di donne, anche con minori, di minori soli, di ragazze madri, che versano in varie situazioni di disagio, attraverso l’accoglienza in comunità con caratteristiche familiari. 1.a) Si conta, con il presente progetto, di aumentare le prese in carico di circa il 20%, rispetto al livello già raggiunto, portando così a regime le attività della struttura, con una presenza costante media giornaliera di 20 persone. 1.b) Aumentare la sicurezza e la fiducia delle donne nella solidarietà, in caso di difficoltà, e nella presa in carico dei loro problemi anche da parte delle istituzioni. 1.b) Si prenderà il numero di segnalazioni arrivate alla centrale operativa della comunità ed il numero di persone che, in qualche modo, sono state prese in carico dall’equipe. In particolare, grazie anche all’azione dei volontari del servizio civile si conta di poter dare maggiore visibilità alle iniziative avviate dall’Associazione, portando, presumibilmente, ad un aumento delle segnalazioni e delle persone prese in carico di circa il 10% rispetto alla situazione attuale. Obiettivo 2. Obiettivo Risultato atteso Indicatore 2) Creare occasioni di svago e di interesse culturale al fine di promuovere il reinserimento sociale delle persone ospitate, sia all’interno della comunità, utilizzando dei locali adeguatamente attrezzati (disponibilità di una palestra con personale specializzato e di un centro di aggregazione in alcuni locali della comunità), sia all’esterno, valorizzando le risorse territoriali (uscite, gite, visite guidate, ecc.) 2.a) Aumento delle capacità personali e relazionali e incremento del benessere fisico. 2.a) Si prenderà quale indicatore, oltre al numero di ore di attività effettivamente realizzate, anche il livello di partecipazione degli ospiti della casa, considerando la loro costanza nella partecipazione ed il grado di impegno e di soddisfazione raggiunto, nonché il grado di apprendimento acquisito dai volontari del servizio civile impegnati nell’ambito specifico (capacità organizzative; conoscenza delle tecniche educative, ecc.), grazie al supporto di personale specializzato. In particolare, si conta di poter avere il seguente incremento: realizzare almeno 2 attività settimanali nella palestra della struttura (raddoppiando il livello attuale); coinvolgere ed accompagnare le giovani accolte nelle attività del centro di aggregazione limitrofo alla struttura (far partecipare le utenti ad almeno 2 laboratori settimanali). 2.b) Dare alle donne e ai minori la possibilità di vivere momenti di spensieratezza e la possibilità di costruire nuove relazioni. 2.b) Come indicatore generale si prenderà il numero delle persone “problematiche” che partecipano a momenti aggregativi e di animazione. A tal proposito, si ipotizzano le seguenti variazioni: un aumento del 10% del numero delle occasioni di partecipazione ad attività di animazione e socializzazione; la realizzazione di almeno 2 uscite comunitarie al mese, per assistere ad eventi ludico-ricreativi; una visita guidata ogni due mesi, al fine di riscoprire il patrimonio artistico e culturale della città; la realizzazione di almeno n. 2 attività/feste/incontri ricreativi in comunità al mese. 7 Obiettivo 3. Obiettivo Risultato atteso Indicatore 3) Creare opportunità di reinserimento lavorativo, recupero scolastico, e di formazione professionale. 3) Incremento negli utenti delle potenzialità personali e capacità lavorative. 3) Si assumeranno i seguenti indicatori: il numero di eventi – occasioni - interazioni positive che si riusciranno ad elaborare ed implementare, sia con le persone accolte, sia con il contesto territoriale di riferimento; il numero di corsi o inserimento lavorativi effettuati; il risultato delle frequenza dei corsi; il grado di soddisfazione raggiunta da parte dell’utenza. Si stima che, grazie alla presenza dei volontari del servizio civile, si riuscirà a garantire una maggiore flessibilità negli accompagnamenti e nell’assistenza delle mamme e dei minori accolti, aumentando la frequenza a corsi professionali o nelle attività lavorative di circa il 10 % rispetto alla situazione attuale. Obiettivo 4. Obiettivo Risultato atteso Indicatore 4) accompagnare le persone accolte in dei percorsi di sperimentazione della loro autonomia, economica e abitativa, cercando di fargli raggiungere una soluzione stabile ai loro problemi alloggiativi ed un loro completo reinserimento familiare e sociale. 4) Dimissioni delle persone accolte e loro adeguato reinserimento sul territorio. 4) Si cercherà di sostenere le persone accolte nel loro reinserimento sociale, cercando di ridurre il tempo di permanenza in comunità del 10 %. Inoltre, si ipotizza che, grazie alla presenza dei volontari, si possano portare a regime le attività degli appartamenti di “sgancio”, dando accoglienza ed assistenza, contemporaneamente, ad almeno 2 piccoli nuclei familiari madre-bambino o donne sole, provenienti dalla comunità, favorendo la loro fuoriuscita graduale dalla comunità ed un loro rientro sul territorio. Inoltre, in termini generali, rispetto all’insieme delle attività da realizzare, come indicatori di risultato si assumeranno il numero di eventi/occasioni/interazioni positive che si riusciranno ad elaborare ed implementare, sia con le persone accolte, sia con il contesto territoriale di riferimento. A livello qualitativo, invece, si conta di poter raggiungere una maggiore soddisfazione dell’utenza ed una migliore integrazione, nell’ambito degli interventi erogati, riconoscibile attraverso dei test da somministrare periodicamente al target. Chiaramente, tra gli obiettivi specifici, sono stati messi insieme, ma perfettamente individuabili, quelli relativi ai destinatari diretti e quelli relativi ai beneficiari indiretti. 8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo: Il progetto si basa sulla possibilità di poter potenziare gli interventi già avviati dall’Associazione di Volontariato “S. Maria della Strada”, nell’ambito della struttura, sita a Messina in Via Nazionale, Giampilieri Marina, destinata all’accoglienza di donne e minori in difficoltà. Il ruolo dei volontari in S. C. sarà quello di “affiancare” gli operatori ed i volontari dell’Associazione nell’espletamento delle attività in progetto, “accompagnando” il soggetto ospitato attraverso un percorso condiviso di recupero e di reinserimento sociale, familiare e lavorativo, e ampliando alcune azioni particolari. Gli obiettivi specifici del progetto, afferenti essenzialmente al servizio a favore delle persone accolte, sono immediatamente realizzabili, in quanto già in buona parte attivati all’interno della casa famiglia “Madre 8 Veronica”, avviata sin dal 1997. Infatti, le varie azioni descritte ai punti successivi, necessarie per il raggiungimento degli obiettivi specifici del presente progetto, andranno ad inserirsi nel progetto di intervento generale già attivato dalla cooperativa. In termini operativi, possiamo distinguere due livelli: - il primo si riferisce all’azione di “accompagnamento” e “avvicinamento” dei volontari alle attività in progetto, secondo un programma trasversale a loro dedicato (accoglienza, formazione generale, formazione specifica, operatività, verifica); - il secondo è relativo alle attività specifiche previste in progetto, entro le quali si inseriscono le attività dei volontari in servizio civile, soprattutto nella fase dell’operatività. Il piano d’attuazione per il raggiungimento degli obiettivi prevede che anzitutto sia individuata e valorizzata l’attitudine di base di ciascun volontario, sì da favorire la maggiore qualità possibile del servizio reso e dell’esperienza vissuta. È evidente che la scansione dei tempi, predisposta in progetto, è indicativa e deve tenere conto delle capacità e delle attitudini di ogni singolo volontario, che possono accorciare o dilatare i tempi di realizzazione delle singole attività. Sinteticamente, le azioni trasversali relative all’accompagnamento e all’avvicinamento graduale dei volontari all’esperienza proposta, saranno così articolate: una prima fase iniziale, della durata di circa un mese, durante la quale il volontario, affiancato dagli altri volontari dell’associazione e dall’OLP di riferimento, grazie anche alla formazione iniziale (di accesso al servizio ed entro il primo mese), sarà guidato nell’approccio alla nuova realtà e verso le attività previste in progetto; una seconda fase intermedia, dal secondo al quarto mese, durante la quale il volontario, grazie sempre all’affiancamento degli altri operatori (volontari, formatori, OLP), inizierà a sperimentarsi nella fattiva realizzazione degli interventi; la formazione, realizzata entro i primi 90 giorni, aiuterà il volontario e l’equipe della comunità a valutare il percorso fatto ed il raggiungimento degli obiettivi in programma; una terza fase, dal quinto mese sino alla conclusione del servizio, durante la quale il volontario sarà in grado di partecipare attivamente alla realizzazione degli interventi. Gli incontri periodici di equipe, daranno la possibilità di verificare e valutare i risultati raggiunti e di promuovere il reinvestimento dell’esperienza fatta. Invece, l’intero complesso delle attività previste nel programma della comunità, in relazione ai singoli obiettivi specifici del punto 7, è di seguito riportato. 8.1 COMPLESSO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI OBIETTIVO SPECIFICO N. 1 Attività 1.1: Inserimento graduale del volontario nella Sede di attuazione. I volontari sono introdotti gradualmente nella Sede di attuazione e nelle attività previste dal progetto. Nel primo mese si approfondirà: - la conoscenza della struttura organizzative della Sede di attuazione, - la sua metodologia d’interventi sul territorio a favore delle donne e minori in difficoltà, - gli obiettivi che si prefigge di raggiungere, - la conoscenza degli utenti accolti, - la conoscenza dei volontari/operatori impegnati a favore delle persone accolte. 9 Attività 1.2: Accoglienza di donne e minori. Azione generale 1: Potenziare il sistema di accoglienza a favore di donne e minori in difficoltà. Attività 1.3: Pubblicizzazione degli interventi coinvolgendo le realtà presenti sul territorio. Si cercherà di potenziare le attività di accoglienza delle donne e minori, già avviate dall’associazione, secondo le seguenti modalità: - accoglienza temporanea, anche in pronto soccorso sociale; - accoglienza stabile, per avviare un adeguato programma educativo e di assistenza; - fornitura di vitto e alloggio; - assistenza per la cura della persona e dell’ambiente; - colloqui specifici per ricercare i bisogni reali e definire il progetto individualizzato; - invio presso i servizi territoriali per la presa in carico del soggetto, in funzione dei reali bisogni presentati (Servizi per tossicodipendenti, Dipartimenti di Salute Mentale, Centri di Ascolto, ecc.); - coinvolgimento dei servizi territoriali, al fine di definire un piano di interventi personalizzato per il recupero e reinserimento familiare, sociale e lavorativo, delle persone prese in carico; - assistenza e disbrigo piccole pratiche; - accompagnamento per le visite sanitarie e specialistiche, ove necessario; - mediazione familiare e sostegno al ruolo genitoriale, ove necessario; - mediazione culturale, ove necessario; - colloqui individuali e sostegno psicologico; - gruppi di auto-aiuto. - in questa particolare azione verrà valorizzata la stretta collaborazione con la Parrocchia SS. Annunziata che, con i suoi volontari, si occuperà del sostegno e dell’accompagnamento delle persone accolte, nonchè del parrucchiere “Stile Libero”, ente profit partner, che si è impegnato a prestare la sua opera gratuitamente a favore delle persone accolte, al fine di promuovere e sostenere la cura della persona. Si cercherà di promuovere le attività del centro attraverso anche il coinvolgimento degli enti sul territorio che si occupano di tali problematiche (Servizi sociali, centri di ascolto, Caritas, Associazioni, Centro donne antiviolenza, ecc.), al fine di creare i presupposti per un pronto intervento e per dare sostegno e fiducia alle donne in difficoltà. OBIETTIVO SPECIFICO N. 2 Attività 2.1: Analisi dei bisogni e delle aspettative. Azione generale 2: Promuovere e realizzare attività ludico-ricreative e culturali. Attività 2.2: Realizzazione attività all’interno della comunità utilizzando le attrezzature disponibili. Attività 2.3: Analisi delle risorse sul territorio e messa in rete delle disponibilità. Si cercherà, prima di tutto, con ogni persona accolta, di raccogliere ed analizzare più informazioni possibili, rispetto alle capacità individuali, ai desideri, alle predisposizioni naturali, alle aspettative, al livello culturale, al fine di definire un programma di intervento individualizzato, riguardante l’ambito ludicoricreativo e culturale. Definito il programma individuale, si elaboreranno dei programmi generali, ove inserire, in piccoli gruppi, le persone accolte, avviando attività varie utilizzando le attrezzature presenti (palestra, spazio giochi, centro di animazione, laboratori teatrali, laboratori manuali, ecc.), e valorizzando l’esperienza degli enti profit partner del progetto. Tramite i contatti con le varie associazioni ed enti (profit e non profit) presenti sul territorio, si elaborerà una mappa delle risorse presenti sul territorio, in termini di offerta di attività per il reinserimento sociale delle persone accolte (mostre, fiere, film, eventi vari, ecc.). 10 Attività 2.4: Realizzazione attività esterne di animazione, socializzazione e culturali. Partendo dalle capacità ed attitudini delle persone accolte, in funzione anche delle risorse presenti, si avvieranno delle attività all’esterno della struttura (gite, escursioni, uscite comunitarie, ecc.), al fine di arricchire il loro bagaglio culturale e la sfera umanistico-cognitiva. In particolare, verrà valorizzata la stretta collaborazione con la Parrocchia SS. Annunziata che, con i suoi volontari e le sue attrezzature, garantirà una maggiore incisività delle attività realizzate e un arricchimento delle proposte. OBIETTIVO SPECIFICO N. 3 Attività 3.1: Analisi dei bisogni e delle risorse individuali. Azione generale 3: Promuovere interventi per la formazione, la professionalizzazione ed il reinserimento lavorativo Attività 3.2: Analisi delle risorse sul territorio e messa in rete delle disponibilità. Attività 3.3: Elaborazione e realizzazione di un programma di formazione e di reinserimento lavorativo. OBIETTIVO SPECIFICO N. 4 Attività 4.1 Sostegno all’autonomia. Si cercherà, prima di tutto, con ogni persona accolta, di raccogliere ed analizzare più informazioni possibili, rispetto alle capacità individuali, ai desideri, alle predisposizioni naturali, alle aspettative, al livello culturale, al fine di definire un programma di intervento individualizzato, riguardante la formazione, la professionalizzazione ed il reinserimento lavorativo, anche in collaborazione con gli enti profit partner. Tramite i contatti con le varie associazioni ed enti presenti sul territorio si elaborerà una mappa delle risorse presenti sul territorio, in termini di offerta formativa e di inserimento lavorativo (corsi di recupero scolastico, corsi professionali o di riqualificazione, tirocini formativi, inserimenti lavorativi, ecc.), anche in collaborazione con gli enti profit partner. Partendo dalle capacità ed attitudini delle persone accolte, in funzione anche delle risorse presenti, si elaboreranno e avvieranno dei programmi specifici di formazione, riqualificazione e reinserimento lavorativo, garantendo gli accompagnamenti ed il sostegno, anche in collaborazione con gli enti profit partner. Inoltre, verrà valorizzata anche la stretta collaborazione con il parrucchiere “Stile Libero”, ente profit partner e con la Parrocchia SS. Annunziata che, come da accordi, garantiranno una maggiore incisività delle attività realizzate e un arricchimento delle proposte. Si cercherà di supportare le persone accolte lungo un graduale percorso di autonomia e indipendenza, attraverso forme di sperimentazione a grado di protezione variabile (uscite singole, autonomia nella gestione del denaro, autonomia nelle scelte lavorative, disbrigo piccole pratiche). Si tratterà in pratica di avviare percorsi di sperimentazione, senza però far mancare l’adeguata assistenza e verifica costante (incontri periodici, colloqui individuali, verifiche, accompagnamenti, ecc.), anche in collaborazione con gli enti profit partner. Azione 4 – Promuovere interventi sperimentali per l’autonomia e per il reinserimento sociale Attività 4.2 Sostegno abitativa. nella ricerca Si cercherà di accompagnare le persone accolte, secondo un programma individualizzato condiviso, verso una fuoriuscita dalla comunità ed un loro reinserimento sul territorio, attraverso un loro rientro in famiglia, se ritenuto terapeuticamente funzionale, ovvero una loro sistemazione 11 Attività 4.3 Messa a regime delle attività dei gruppi appartamento. alternativa (appartamenti singoli, altre famiglie di supporto, altre comunità a grado di protezione bassa, ecc.). Si cercherà di avviare alcune persone accolte, in piccoli nuclei madre-figli, oppure in gruppi omogenei, all’interno di un piano educativo condiviso, nella sperimentazione abitativa dei gruppi appartamento. Si tratterà in pratica di organizzare, seguire, monitorare e valutare, il comportamento delle persone in questione all’interno di un contesto di graduale autonomia, senza però fargli mancare il necessario sostegno (accompagnamento per la spese, monitoraggio della gestione economica, pianificazione dei lavori di casa, gestione della quotidianità, sostegno alla genitorialità, ecc.). 12 Diagramma di GANTT ATTIVITÀ Obiettivo specifico n. 1 PERIODO DI REALIZZAZIONE 1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10° 11° 12° mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese Attività 1.1: inserimento graduale del volontario nella sede di attuazione Azione 1 Potenziare il sistema di accoglienza a Attività 1.2: accoglienza di donne e minori in difficoltà favore di donne e minori in difficoltà Attività 1.3.: pubblicizzazione degli interventi coinvolgendo le realtà presenti sul territorio Obiettivo specifico n°2 1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10° 11° 12° mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese Attività 2.1: analisi dei bisogni e delle aspettative Azione 2 Attività 2.2: realizzazione attività all’interno della comunità utilizzando le attrezzature disponibili Promuovere e realizzare attività ludico-ricreative e Attività 2.3: analisi delle risorse sul territorio e messa in rete delle disponibilità culturali Attività 2.4: realizzazione attività esterne di animazione, socializzazione e culturali Obiettivo specifico n°3 1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10° 11° 12° mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese Azione 3 Attività 3.1: analisi dei bisogni e delle risorse individuali Promuovere interventi per la Attività 3.2: analisi delle risorse sul territorio e messa in rete delle disponibilità formazione, la professionalizzazione ed il reinserimento Attività 3.3: elaborazione e realizzazione di programmi di formazione e di reinserimento lavorativo lavorativo Obiettivo specifico n°4 1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10° 11° 12° mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese Azione 4 Attività 4.1: sostegno all’autonomia Promuovere interventi Attività 4.2: sostegno alla ricerca abitativa sperimentali per l’autonomia e per il reinserimento sociale Attività 4.3: messa a regime delle attività dei gruppi appartamento Formazione Specifica ormazione specifica 1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10° 11° 12° mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese Realizzazione moduli formativi 13 8.2 RISORSE UMANE COMPLESSIVE NECESSARIE PER L’ESPLETAMENTO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE, CON LA SPECIFICA DELLE PROFESSIONALITÀ IMPEGNATE E LA LORO ATTINENZA CON LE PREDETTE ATTIVITÀ. Le risorse umane che saranno impegnate nella realizzazione delle attività previste in progetto sono: 1 coordinatore responsabile, con il compito di coordinare le attività previste nella Comunità e organizzare i turni degli operatori, volontario; 4 operatori/educatori, con il compito di svolgere quotidianamente attività educativa, volontari/dipendenti; 2 suore della Congregazione delle Cappuccine del Sacro Cuore, volontarie; 1 psicologa, con il ruolo di assistenza psicologica 2 volte la settimana, a prestazione; 2 formatori, con il compito di curare la formazione dei soggetti coinvolti nel progetto, volontari/dipendenti; 1 assistente sociale, per il supporto alle attività di reinserimento sociale, volontaria; 30 volontari, per il supporto alle attività di reinserimento sociale, scolastico e lavorativo delle persone accolte. I volontari impegnati, avranno anche il compito di sostenere, attraverso la presenza dell’olp incaricato, i ragazzi del servizio civile nell’espletamento delle loro attività all’interno della comunità. Tali volontari sono persone, provenienti principalmente dalla parrocchia SS. Annunziata di Messina che ormai da anni si occupa di affiancare gli operatori nella gestione della casa, garantendo il necessario supporto nelle attività di reinserimento sociale, lavorativo e familiare (accompagnamenti vari, sostegno alle attività ludico-ricreative, compagnia e ascolto, disbrigo piccole pratiche, ecc.). Inoltre, tra le risorse umane sono da conteggiare anche il personale delle imprese profit che hanno aderito al progetto in qualità di partner. 8.3 RUOLO ED ATTIVITÀ PREVISTE PER I VOLONTARI NELL’AMBITO DEL PROGETTO. Per il raggiungimento degli obiettivi previsti, si prevede l’inserimento di 4 volontari in servizio civile, che andranno ad operare nella sede in progetto. I volontari in servizio civile svolgeranno sempre le loro funzioni sotto la guida e la responsabilità dell’operatore locale del progetto e degli membri dell’equipe. Tempi e Orari di servizio - Opereranno per 6 giorni settimanali, in turni di 5 ore di servizio, con una turnazione che copre indicativamente dalle 8:00 alle 20:00, per un totale di 30 ore settimanali. Il suddetto orario è suscettibile di variazioni, in occasione di gite, manifestazioni, incontri, nel rispetto del monte ore di servizio del Volontario. Le ore di formazione saranno comprensive nell’orario di servizio. Periodicamente, potrà essere loro richiesto di svolgere servizio la Domenica e nei giorni festivi, sempre, nel rispetto del monte ore di servizio. Il calendario degli interventi e delle attività sarà concordato mensilmente con l’operatore Locale di Progetto con cui i volontari in scv effettueranno anche un confronto in merito al servizio svolto nel corso della settimana. Attività - - - Si preoccuperanno dell’accoglienza, insieme agli stessi volontari dell’Associazione ed agli operatori, delle donne e dei minori che, per vari motivi, hanno avuto necessità di lasciare il loro sistema originario. Allo stesso tempo saranno chiamati a dare, con la propria specifica esperienza di vita, modalità di rapporto e motivazione, una connotazione di tipo “familiare” alla struttura ospitante ed agli interventi educativi programmati. Affiancheranno le attività programmate dall’equipe, dentro e fuori la comunità, quali, ad esempio: assistenza al disbrigo pratiche, accompagnamento per attività socio-ricreative; sostegno alle attività di recupero scolastico e lavorativo, assistenza nell’apprendimento di specifiche abilità; promozione di una cittadinanza attiva, ecc. Condivideranno la vita quotidiana con le persone accolte: nella struttura una preoccupazione essenziale è garantire alle donne accolte il recupero di una “serena” vita di tutti i giorni, che spesso non hanno potuto vivere da tempo. Questo comporta l’acquisizione di ritmi, stili di comportamento e di convivenza, non sempre semplici; l’impegno dei volontari in questo senso sarà fondamentalmente quello di 14 - - - - - accompagnare le persone accolte e sostenerle, affiancandole nella vita di tutti i giorni e contribuendo a garantire l’acquisizione e il rispetto dei tempi e modi della convivenza. Pertanto, risulta fondamentale che il volontario, nel rispetto del proprio orario di servizio, sia presente e si adegui ai ritmi della casa di accoglienza, partecipando, ad esempio, anche ai pasti principali con le persone accolte, se ricadenti nel proprio orario di lavoro e se ritenuto funzionale. Si relazioneranno con le singole donne (incontri, colloqui, accompagnamenti, verifica dei percorsi…). Il progetto proposto mette al centro la dignità e la vita di ogni singola persona; dà dunque rilievo particolare ad una progettazione fortemente individualizzata per tempi e modalità, costruita attorno alla singola donna. I volontari dovranno perciò conoscere sempre più approfonditamente ciascuna di esse, imparare a relazionarsi con loro partendo da vissuti e problematiche differenti, accoglierle con le loro difficoltà, ma anche collaborare con gli operatori nel far crescere la loro autonomia. Progetteranno e realizzeranno, d’accordo con gli operatori, attività specifiche: nella struttura esistono momenti della giornata o della settimana dedicati ad attività particolari di formazione (corsi, alfabetizzazione…) o socializzazione (feste, uscite…), spesso con un’attenzione specifica ai bambini presenti. Ai volontari sarà chiesta una continua collaborazione nell’ideazione e nella realizzazione di questi momenti, puntando a creare un clima che ispiri alla tolleranza e al rispetto, utilizzando al meglio le attrezzature e gli spazi a disposizione. Saranno impegnati in attività finalizzate alla sensibilizzazione e all’animazione del territorio e delle comunità territoriali ai bisogni di socializzazione e in genere alla qualità della vita delle persone portatrici di varie forme di disagio. Avranno il compito di avviare e consolidare contatti con realtà associative, ricreative e culturali del territorio, per individuare iniziative ed opportunità in cui coinvolgere le persone accolte nella casa famiglia, stimolando peraltro ulteriori risorse all’interno di tali realtà per l’assistenza e la socializzazione delle persone. La presenza dei volontari è prevista anche nell’organizzazione di eventi culturali e ricreativi nel campo della promozione dei diritti delle donne, dell’infanzia e dell’adolescenza. Inoltre, grazie alla disponibilità di una ricca attrezzatura per la riabilitazione psico-motoria e per le attività ricreative e di movimento (tapis-roulant, attrezzi ginnici, giochi per bambini, ecc.), in possesso della casa famiglia, con il presente progetto, si intende promuovere, con la supervisione di operatori esperti, un particolare programma psico-educativo, basato sulle attività psicomotorie, sulla conoscenza e la cura del proprio corpo, sulla gestione di alcuni impegni, ecc.. I volontari usufruiranno durante tutto l’arco temporale del progetto, di un contatto costante e proficuo con le Associazioni e le Organizzazioni della Caritas Diocesana, arricchendo il loro bagaglio di conoscenze e di esperienze sul funzionamento del volontariato sociale nell’Arcidiocesi di Messina. A loro, inoltre, verrà proposta la partecipazione agli eventi e attività del Settore Animazione della Caritas Diocesana che durante l’anno verranno di volta in volta programmati. Ruolo In generale, quindi, i volontari presteranno servizio svolgendo azioni di compagnia e di animazione: lo stile sarà quello della presenza, dello stare con..., del sedersi accanto. In particolare, i volontari in servizio civile parteciperanno in modo diretto alle attività, supportando gli operatori coinvolti nel progetto. Avranno in ogni momento un ruolo fortemente “attivo”, prendendo parte in modo pieno alla costruzione dei singoli percorsi e partecipando quindi anche agli incontri di verifica e coordinamento, realizzati dall’equipe, nell’ottica della progettazione condivisa. In alcun modo, il servizio dei volontari si sostituirà a quello degli operatori o dei volontari. Inoltre, per garantire anche continuità nel servizio e valorizzare le esperienze raggiunte nei precedenti progetti di servizio civile, ai giovani in Servizio Civile sarà data l’opportunità di osservare, interloquire e rendersi conto che l’esperienza di solidarietà nel servizio civile volontario può anche proseguire oltre l’anno di servizio civile, attraverso incontri mirati con gli altri volontari dell’Associazione, alcuni dei quali già impegnati in precedenti progetti. 9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto: 4 10) Numero posti con vitto e alloggio: 15 0 11) Numero posti senza vitto e alloggio: 4 12) Numero posti con solo vitto: 0 13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: 30 14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6): 6 15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: n.b. QUESTA VOCE HA SUBÌTO LIMITAZIONI IN SEDE DI VALUTAZIONE Partecipazione al percorso formativo previsto a livello diocesano e ai corsi di formazione residenziali che, a seconda dei progetti approvati e finanziati dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, potranno essere organizzati anche d’intesa con altre Caritas diocesane della stessa regione, anche fuori dal comune e della provincia ove si svolge il proprio progetto, in date e luoghi che verranno comunicati al Dipartimento prima dell’avvio del progetto. Partecipazione ai momenti di verifica dell’esperienza di servizio civile con la Caritas diocesana e/o le sedi di attuazione svolti su base periodica (quindicinale-mensile) e previsti a metà e a fine servizio con momenti residenziali in date e luoghi che verranno tempestivamente comunicati al Dipartimento. Disponibilità alla partecipazione ai momenti formativi e di verifica e monitoraggio anche se svolti di sabato e di domenica o in altri giorni festivi. Disponibilità al trasferimento temporaneo della sede in caso di eventi di formazione, aggiornamento e sensibilizzazione (es. 12 marzo: incontro nazionale giovani in servizio civile). - Disponibilità alla flessibilità negli orari di servizio, di formazione e di comunità. - La disponibilità a prendere parte ad eventuali impegni in giorni festivi. - La massima riservatezza in merito ai dati e alle notizie riguardanti gli utenti dei servizi. - Richiesta di spostamento sul territorio per la realizzazione del progetto medesimo per un max di 30 giorni. - Partecipazione, con il resto dell’equipe educativa presente nelle sedi di realizzazione del progetto, ai momenti di coordinamento, di verifica e di ri-progettazione delle singole attività. 16 CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE 16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato N. 1 Sede di attuazione del progetto Comune Associazione “S. Maria della Strada” 5 Messina Indirizzo Via Nazionale, Giampilieri, 155 – 98142 Messina Cod. ident. sede N. vol. per sede 24305 4 Nominativi degli Operatori Locali di Progetto Cognome e nome Data di nascita C.F. Nominativi dei Responsabili Locali di Ente Accreditato Cognome e nome Data di nascita C.F. PEDITTO LORENZO 17 17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale: L’azione di promozione del servizio civile volontario rientra in un’iniziativa allargata di promozione generale del servizio civile e del patrimonio dell’obiezione di coscienza di Caritas Italiana. La campagna permanente di promozione del servizio civile si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica ai valori della solidarietà, della pace, della nonviolenza e della mondialità e in particolare alle possibilità offerte dal servizio civile e/o altre forme di impegno civile dei giovani. ATTIVITÀ PERMANENTI DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO NAZIONALE Sito Caritas Italiana www.caritas.it Foglio informativo quindicinale on line “InformaCaritas” di Caritas Italiana Mensile della Caritas Italiana “Italia Caritas” Sito del Tavolo Ecclesiale sul Servizio Civile www.esseciblog.it Sito www.antennedipace.org della Rete Caschi Bianchi (per il servizio all’estero) Stampa di pieghevoli, poster e altro materiale sul servizio civile. Incontro nazionale dei giovani in servizio civile in occasione di San Massimiliano martire (12 marzo). Marcia per la pace (31 dicembre) organizzata dall’Ufficio nazionale CEI per i problemi sociali e il lavoro, Pax Christi, Azione Cattolica e Caritas Italiana. In collaborazione con la Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile (CNESC), di cui la Caritas Italiana è socio, presentazione pubblica del rapporto annuale degli enti membri della CNESC. ATTIVITÀ DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO LOCALE SVOLTE PRIMA DELL’AVVIO DEL PROGETTO L’Associazione di Volontariato “S. Maria della Strada” in collaborazione con la Caritas Diocesana di Messina Lipari S. Lucia del Mela, promuove in modo permanente il presente progetto e il servizio civile volontario utilizzando i seguenti strumenti: Pieghevoli, locandine contenenti una prima informazione sul Servizio Civile Volontario e sul progetto da affiggere e distribuire nelle scuole, nelle parrocchie e neglii Enti pubblici; Comunicazione alle Caritas Parrocchiali (lettere) per pubblicizzare il progetto (almeno 2); Interventi e comunicati stampa giornali e televisioni locali ( Gazzetta del Sud, Rtp, Televip); Presentazione del progetto sul quindicinale diocesano “La scintilla”; Presentazione del progetto sul sito internet dell’Arcidiocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela www.diocesimessina.net. Totale ore dedicate prima dell’avvio del progetto 22 ore. Totale ore dedicate prima dell’avvio del progetto: ATTIVITÀ DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO LOCALE SVOLTE DURANTE LO SVOLGIMENTO DEL PROGETTO - Articoli e testimonianze pubblicate sul sito internet dell’arcidiocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela www.diocesimessina.net; Articoli e testimonianze pubblicate sul quindicinale: La Scintilla, (1 articolo al mese); Comunicazioni alle Caritas parrocchiali (lettere durante l’Avvento e la Quaresima ), Articoli e testimonianze pubblicate sul maggior quotidiano locale: Gazzetta del Sud (almeno un articolo e testimonianze ogni 4 mesi per un totale di n. tre articoli, suddivisi uno nella fase iniziale, uno nella fase intermedia, uno nella fase finale dell’anno di servizio, Totale ore dedicate durante il servizio civile: 22 ore. Totale complessivo ore di promozione e sensibilizzazione: 44 ore 18 18) Criteri e modalità di selezione dei volontari: Criteri autonomi di selezione verificati nell’accreditamento 19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): SI 20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto: Si rinvia al sistema di monitoraggio e valutazione verificato in sede di accreditamento. Inoltre per quanto concerne il monitoraggio, la verifica e la valutazione dell’esperienza dei volontari in servizio civile si prevedono alcuni momenti di incontro con tutti i giovani partecipanti al progetto: incontro di metà servizio (al 5°-6° mese); incontri periodici (quindicinali o mensili) di alcune ore ciascuno svolti a livello diocesano; incontro di fine servizio (al 12° mese); Durante gli incontri verranno proposte attività di gruppo finalizzate alla verifica e alla rilettura dell’esperienza. Durante gli stessi momenti a inizio, metà e fine servizio, verrà distribuito un questionario come previsto dal sistema di monitoraggio accreditato. 21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): SI 22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64: In riferimento alle modalità d’impiego dei volontari individuate nel punto 8, i candidati saranno ben valutati se possederanno i seguenti requisiti: REQUISITI AGGIUNTIVI Patente di guida tipo B Garanzia della continuità dell’impegno per tutta la durata prevista. MOTIVAZIONI RELATIVE ALLE ATTIVITA’ PREVISTE DAL PROGETTO Guidare gli automezzi dell’ente, quando necessita, per il trasporto delle donne sole o accompagnate da minori L’interruzione del progetto prima della scadenza, causerebbe un ulteriore danno morale, un disagio affettivo, alla donna in difficoltà. 23) Eventuali risorse finanziarie realizzazione del progetto: aggiuntive destinate in modo 24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners): specifico alla Ente non profit Parrocchia “SS. Annunziata”, Camaro Inferiore Messina. C. F. 80005060837 19 Si impegna a fornire ai volontari da inserire nel progetto, in affiancamento ai ragazzi del servizio civile, e di occuparsi della loro formazione, rispetto al progetto specifico; garantisce anche la fruizione delle attrezzature e degli immobili a sua disposizione per le attività in progetto. Ente profit Ditta “Stile Libero” by Salvo e Giò Parrucchieri La ditta si impegna a collaborare con il personale dell’Associazione di Volontariato, al fine di favorire e potenziare percorsi di accoglienza, cura della persona, reinserimento sociale e lavorativo delle persone prese in carico, attraverso anche la prestazione gratuita del proprio operato, l’attivazione di campagne di sensibilizzazione e raccolta fondi, l’eventuale attivazione di incontri informativi-formativi, l’attivazione di borse lavoro, tirocini formativi, ecc.. 25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto: CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 26) Eventuali crediti formativi riconosciuti: Convenzione collettiva per tirocini curriculari, tirocini extracurriculari formativi e di orientamento, tirocini professionalizzanti con Università degli Studi di Bergamo Convenzione di tirocinio di formazione ed orientamento con Università degli studi di Genova-Facoltà di Scienze Politiche Convenzione per tirocini di formazione e orientamento curriculari con Università di Pisa-Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere Convenzione quadro per tirocini di formazione e orientamento con Università degli Studi di Roma “La Sapienza” 27) Eventuali tirocini riconosciuti : Convenzione collettiva per tirocini curriculari, tirocini extracurriculari formativi e di orientamento, tirocini professionalizzanti con Università degli Studi di Bergamo Convenzione di tirocinio di formazione ed orientamento con Università degli studi di Genova-Facoltà di Scienze Politiche Convenzione per tirocini di formazione e orientamento curriculari con Università di Pisa-Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere Convenzione quadro per tirocini di formazione e orientamento con Università degli Studi di Roma “La Sapienza” 28) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: Per tutti coloro che concludono il Servizio Civile è previsto il rilascio di un attestato da parte di Caritas Italiana in cui vengono riportate la tipologia del servizio svolto e le competenze che vengono conseguite durante il servizio (modello consegnato al Dipartimento da Caritas Italiana). La singola Caritas diocesana rilascia –su richiesta dell’interessato e per gli usi consentiti dalla leggeulteriore documentazione più dettagliata e particolareggiata. Le stesse competenze sono riconosciute e certificate mediate il rilascio di un attestato da parte dell’Ente terzo CGM - Consorzio Nazionale della Cooperazione di Solidarietà Sociale “Gino Mattarelli”, come da convenzione allegata. 20 Il progetto consente l'acquisizione delle seguenti competenze riconosciute e certificate da Caritas Italiana e dall’ente terzo CGM - Consorzio Nazionale della Cooperazione di Solidarietà Sociale “Gino Mattarelli”: COMPETENZE TRASVERSALI - Costruire messaggi chiari, al fine di fornire informazioni corrette ai giovani interessati alle attività organizzate dall’associazione. - Adottare stili di comportamento propositivi, improntati alla cordialità e alla cortesia. - Collaborare con i professionisti coinvolti nel progetti, in relazione ai propri compiti e ai risultati da raggiungere. - Integrarsi con altre figure/ruoli professionali e non. - Adeguarsi al contesto: linguaggio e atteggiamenti, rispetto delle regole e orari. - Gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità. - Controllare la propria emotività rispetto alla sofferenza. - Lavorare in team per produrre risultati collettivi. - Assumere le necessarie decisioni gestionali in sufficiente autonomia, seppur nell’ambito di sistemi e procedure già calibrati e condivisi. - Collaborare con il Personale dell’Ente e con i colleghi. COMPETENZE SPECIFICHE Settore: ASSISTENZA Area d’intervento; DONNE E MINORI A CARICO E DONNE IN DIFFICOLTÀ - Conoscere le situazioni di disagio e gli interventi minimi per il superamento delle problematiche - Conoscere i diritti della donna e del minore. - Conoscere le tecniche e le modalità per il coinvolgimento del territorio per l’accoglienza dell’utenza. - Collaborare con la donna in difficoltà e il minore a carico nelle attività di vita quotidiana. - Mediare tra la domanda di bisogno e la risposta della rete sociale. - Applicare tecniche di animazione e socializzazione per favorire l’integrazione dei singoli e dei gruppi. - Essere in grado di accompagnare e supportare il minore nell’attività di studio e ricreativa. - Collaborare alla progettazione, organizzazione e conduzione di attività di socializzazione, di ricostruzione della rete relazionale. - Conoscere le procedure legali ed amministrative legate all’immigrazione ed in particolare alle persone vittime di tratta di esseri umani. - Essere in grado di lavorare in equipe. Formazione generale dei volontari 29) Sede di realizzazione: n.b. QUESTA VOCE HA SUBÌTO LIMITAZIONI IN SEDE DI VALUTAZIONE La formazione generale sarà realizzata presso la Sede della Caritas Diocesana di Messina Lipari S. Lucia del Mela, sita in via Emilia, 19, Messina; e-mail [email protected] La struttura è dotata di apparecchiatura didattica-multimediale ed è dotata di stanze per momenti di approfondimento e lavori di gruppo. In alcune occasioni, quali ad esempio nella realizzazione dei corsi di formazione residenziali, previsti dal percorso formativo, saranno affittate sedi con caratteristiche adeguate ad ospitare gruppi. 30) Modalità di attuazione: La formazione è effettuata in proprio, presso l’Ente, con formatori dell’Ente 31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio: SI 21 32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: A partire dai contenuti previsti per la formazione generale nella circolare “Linee guida per la formazione generale dei volontari”, ed il sistema di formazione verificato in sede di accreditamento, il percorso di formazione generale si attua con le seguenti tecniche e metodologie. Metodologia Per ogni obiettivo formativo viene considerato: - la coscientizzazione: essere/divenire consapevoli di sé, dell’altro, del mondo - dalla conoscenza della realtà al saper comunicare la realtà - dal sapere di essere nella realtà al saper stare nella realtà - dal saper fare al saper fare delle scelte - dallo stare insieme al cooperare ed in relazione a questi livelli la dimensione: - individuale della persona - la famiglia, il gruppo, la comunità di appartenenza - la società, il mondo attraverso: - lezioni frontali (non meno del 30% delle 42 ore); - elaborazione dei vissuti personali e di gruppo, simulazioni, lavori in gruppo e riflessioni personali (non meno del 40% delle 42 ore); - testimonianze e/o visite ad esperienze significative - Articolazione della proposta di formazione previste; totale nei primi sei mesi dall’avvio del progetto: 42 ore. La proposta è articolata in un percorso di formazione caratterizzato da: corso di inizio servizio di alcune giornate nel primo mese di servizio. incontri di formazione permanente di alcune ore o al massimo di 1-2 giornate ciascuno nei mesi successivi. Inoltre durante i momenti di verifica di metà e fine servizio e periodici dal 5° al 12° mese (vedi il piano di monitoraggio interno descritto alla voce 21), verranno proposti anche degli approfondimenti tematici a partire dalla verifica dell’esperienza svolta nell’incontro di monitoraggio. Numero verifiche previste e relativi strumenti utilizzati anche per la misurazione dei livelli di apprendimento raggiunti; Durante il servizio civile: valutazione attraverso scheda di verifica a conclusione dei singoli moduli formativi. Successive condivisioni e confronti in gruppo. 33) Contenuti della formazione: A partire dai contenuti previsti per la formazione generale nella circolare “Linee guida per la formazione generale dei volontari”, ed il sistema di formazione verificato dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale in sede di accreditamento, si propone una formazione generale che preveda due fasi: Una prima fase, di 36 ore circa, che tiene conto delle indicazioni delle “Linee guida per la formazione generale dei volontari” in cui presentare ad un primo livello i singoli argomenti che saranno poi, dove necessario, approfonditi a partire dalle esigenze del gruppo. Verranno unificate alcune tematiche all’interno dei momenti previsti e verrà dedicato il primo periodo all’aspetto formativo istituzionale (una giornata settimanale). La tempistica verrà modulata secondo la tabella sottostante: Moduli Linee Guida Moduli Caritas Tempistica Modalità (1) 22 L’identità del gruppo in formazione e patto formativo Sostenere l’esperienza e la sua rielaborazione. Favorire l’attenzione alla cura delle relazioni. Sostenere la motivazione. Sostenere l’orientamento per il futuro. 6 6i Dall’obiezione di coscienza al servizio civile nazionale. Il dovere di difesa della Patria -difesa civile non armata e nonviolenta La normativa vigente e la Carta di impegno etico Comprendere il significato di concorrere alla difesa della patria 2 2f 4 3f – 1i 2 1f – 1i Conoscere il sistema del Servizio Civile Nazionale La formazione civica Le forme di cittadinanza La protezione civile Favorire l’educazione alla solidarietà, alla cittadinanza attiva, alla pace e alla responsabilità ambientale 3 3 3 2f – 1i 2f – 1i 2f – 1i La rappresentanza dei volontari nel servizio civile Presentazione dell’ente Il lavoro per progetti Conoscere il sistema del Servizio Civile Nazionale Conoscere la Caritas come ente Conoscere il sistema del Servizio Civile Nazionale Conoscere il sistema del Servizio Civile Nazionale Conoscere il sistema del Servizio Civile Nazionale Promuovere la prosocialità. Sostenere l’esperienza e la sua rielaborazione. Favorire l’attenzione alla cura delle relazioni. Sostenere la motivazione. 1 1i 3 2 2f – 1i 1f – 1i 2 2f 2 2f 3 3i 36 20f – 17i L’organizzazione del servizio civile e le sue figure Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti (1) f: lezione frontale; I:dinamiche non formali Fermo restando le ore complessive di formazione ed i temi, l’articolazione della proposta sarà adattata in base al gruppo dei volontari in formazione. Al termine della prima fase verranno proposti alcuni strumenti per verificare il gradimento e l’interesse dei giovani rispetto a tutte le tematiche presentate, in modo da programmare il restante percorso formativo. Una seconda fase di 6 ore circa dove sarà possibile dedicare più attenzione e tempo ad alcune tematiche rispetto ad altre partendo dalle esigenze e dalle risorse dei giovani e delle realtà locali. Si approfondiranno gli stessi contenuti affrontati nella prima fase e si individueranno altre tematiche in base alle esigenze ed alla situazione del gruppo particolare di volontari. Inoltre durante i momenti di verifica di metà e fine servizio (vedi il piano di monitoraggio interno descritto alla voce 21), verranno proposti anche degli approfondimenti tematici, inerenti ai contenuti di formazione generale, a partire dalla verifica dell’esperienza svolta. 34) Durata: Il progetto prevede un percorso formativo generale di 42 ore. Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari 35) Sede di realizzazione: La sede è quella di realizzazione del progetto, cioè: la Casa famiglia “Madre Veronica” gestita dall’Associazione “S. Maria della Strada”, sita in Giampilieri, via Nazionale, 155, Messina. 23 36) Modalità di attuazione: La formazione specifica è effettuata in proprio, presso l’Ente, con formatori dell’Ente 37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i: Dott. ssa Giorgianni Francesca,; Ing. Salvatore Gulletta, Sac. Francesco Pati,. 38) Competenze specifiche del/i formatore/i: 39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: Metodologia - accompagnamento ed affiancamento personale stabile - formazione sul campo - verifica e rielaborazione dei vissuti a livello personale e di gruppo - verifica e programmazione delle attività Si utilizzerà soprattutto la metodologia del “coaching one to one” per quanto riguarda la rielaborazione del vissuto emotivo e la verifica del percorso di servizio e delle sue criticità; mentre il lavoro di equipe con il coinvolgimento degli operatori/volontari verrà utilizzato per far crescere nei volontari in servizio civile la capacità di analisi e di valutazione della complessità dei singoli casi, così come la capacità di definire obiettivi e strumenti del piano di intervento. Ai volontari in servizio civile verrà proposto un percorso formativo complessivo comprendente: - incontro di accoglienza iniziale, per la presentazione della sede di realizzazione del progetto, delle attività svolte, del ruolo e delle responsabilità richieste al volontario; - incontri settimanali, durante il servizio, di verifica e programmazione insieme agli altri volontari ed agli operatori della sede di realizzazione del progetto, al fine di confrontarsi sui casi, sulle difficoltà incontrate e per trasmettere i contenuti formativi affinché il volontario possa raggiungere gli obiettivi previsti; - incontro di supervisione mensile, individuale, per consentire al volontario di esternare il proprio vissuto emotivo in ordine al rapporto con le persone accolte, i loro familiari e con gli operatori/volontari dell’Associazione; - incontri specifici di approfondimento tematico su argomenti relativi al progetto; - partecipazione al Convegno ecclesiale della Caritas Diocesana di Messina Lipari S. Lucia del Mela che, si tiene annualmente, nel mese di dicembre; - possibile partecipazione a eventi formativi rivolti ai volontari dell’Associazione; - incontro di bilancio finale per effettuare una valutazione condivisa dell’esperienza del volontario, attraverso la presentazione da parte dei volontari di una relazione di “fine servizio” per una “restituzione” dell’esperienza. Tecniche L’attività formativa sarà principalmente orientata alla pratica, secondo la metodologia del Learning by doing. In tal senso i volontari avranno la possibilità di acquisire e sperimentare, attraverso simulazioni, studio dei casi e role playing, le informazioni necessarie ad operare nel settore e nell’area d’intervento del progetto. 24 Le parti prettamente d’aula saranno corredate dall’utilizzo di materiale audiovisivo, dalla proiezione di slides e documentari ritenuti necessari all’apprendimento dei Valutazione attraverso schede di verifica in itinere e a conclusione dei singoli moduli formativi. Successive condivisioni e confronti in gruppo. 40) Contenuti della formazione: La formazione specifica, si articolerà secondo la seguente metodologia: inizialmente, si cercherà di dare delle informazioni sul progetto e sulle attività, nonché delle nozioni utili per affrontare al meglio la realtà specifica (saper essere, saper fare), ivi comprese delle nozioni di base inerenti la sicurezza sui luoghi di lavoro; in una seconda fase, si analizzerà l’aspetto legislativo inerente l’ambito sociale in generale e le tematiche particolari legate al progetto; nell’ultima fase, si cercherà di fare un approfondimento delle attività sino a quel momento svolte con un bilancio di competenze. In particolare, saranno realizzati 12 moduli formativi, distribuiti nei primi tre mesi di attività. I modulo – Accoglienza e presentazione (2 incontri di 4 ore/cad.; totale 8 ore) Dott.ssa Francesca Giorgianni, sac. Francesco Pati, Ing. Salvatore Gulletta. accoglienza, presentazione dei formatori e degli operatori coinvolti; presentazione dell’Associazione (mission, strutture, attività, destinatari, personale); descrizione del progetto di servizio; Il ruolo del volontario all’interno del progetto di Servizio Civile Naz.le; Il “gruppo” di Servizio Civile (compiti, ruoli e responsabilità); Visita del servizio. II modulo – Formazione/informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile (5 ore) Sac. Francesco Pati (RSPP) Concetti di rischio – Danno – Prevenzione – Protezione – Organizzazione della prevenzione aziendale – Diritti, doveri e sanzioni per i vari soggetti aziendali, organi di vigilanza, controllo e assistenza III modulo – Approfondimento conoscenza (5 ore) Sac. Francesco Pati; Ing. Salvatore Gulletta Conoscenza dell’ente e del servizio (approfondimenti, chiarimenti, ecc); IV modulo – Il servizio (5 ore) Dott.ssa Francesca Giorgianni approfondimento dei valori veicolati attraverso il servizio; confronto tra le varie esperienze. V modulo – Saper essere (2 incontri di 4 ore/cad.; totale 8 ore) Dott.ssa Francesca Giorgianni percezione di sé e della scelta di servizio effettuata; laboratori esperenziali. VI modulo – Saper fare (2 incontri di 4 ore/cad.; totale 8 ore) Dott.ssa Francesca Giorgianni tecniche di ascolto e di approccio alla persona; laboratori esperenziali. VII modulo – Conoscenza della legislazione sociale vigente (5 ore) Ing. Salvatore Gulletta presentazione e commento di alcune leggi: - legge quadro sul volontariato legge 266 del 1991; - legge sulle cooperative sociali 381/91; - legge 22/86 e successivi decreti; - legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali legge 328 del 2000; - piano di zona del Distretto D26, ecc.. 25 VIII modulo – Conoscenza della legislazione di settore (5 ore) Ing. Salvatore Gulletta Presentazione e commento di alcune leggi specifiche relative all’ambito in progetto (donne e minori) IX modulo – Progettare nel sociale (5 ore) Ing. Salvatore Gulletta nozioni sulla progettazione in ambito sociale (analisi territoriale, analisi dei bisogni e delle risorse, definizione obiettivi generali e specifici, individuazione azioni ed attività, monitoraggio e valutazione); laboratori esperenziali. X modulo – Dal progetto generale al progetto individuale (2 incontri di 4 ore/cad.; totale 8 ore) Dott.ssa Francesca Giorgianni; Ing. Salvatore Gulletta analisi di un progetto generale di interventi sociali; elaborazione di piani di interventi individualizzati (anamnesi, bilancio delle competenze, analisi dei bisogni, obiettivi, azioni, ecc.). XI modulo – Approfondimenti sulle attività svolte (5 ore) Dott.ssa Francesca Giorgianni, sac. Francesco Pati, Ing. Salvatore Gulletta. racconto ed analisi delle esperienze; approfondimento tematiche relative al servizio svolto. XII modulo – Bilancio delle attività (5 ore) Dott.ssa Francesca Giorgianni, sac. Francesco Pati, Ing. Salvatore Gulletta. racconto ed analisi delle esperienze; laboratori esperenziali. 41) Durata: La formazione specifica avrà una durata complessiva di 72 ore. Altri elementi della formazione 42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto: Si rinvia al sistema di monitoraggio verificato dal Dipartimento in sede di accreditamento Data Il direttore della Caritas diocesana Don Gaetano Tripodo Il Responsabile legale dell’ente Don Francesco Antonio Soddu Direttore ________________________ _____________ 26