copertina febbraio
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80 NEL LAGHETTO I PESCI SI POSSONO QUASI SEMPRE AMMIRARE SOLO DALL’ALTO: I DUE ESEMPLARI CHE NUOTANO SULLA DESTRA DI UNA NINFEA BIANCA SI NOTANO PER LA VISTOSA COLORAZIONE, ALTRIMENTI RISCHIEREBBERO DI RESTARE PRESSOCHÉ “INVISIBILI” essere pezzate di nero o di bianco ed esistono anche esemplari completamente neri o di un grigio notevolmente scuro. I giovani sono quasi tutti bronzati sino a circa otto mesi di età, quando assumono la colorazione da adulti. È tuttavia possibile, e tutt’altro che raro, che i piccoli siano da subito rossi, scuri e persino pezzati. Si tenga conto del fatto che la livrea può cambiare nel corso degli anni, in relazione anche all’età e alle condizioni di allevamento: sono importanti in questo senso in particolare luce, calore e alimentazione, come anche le condizioni chimiche dell’acqua. Un ambiente “tenero”, per esempio, favorisce l’intensità della colorazione rossa. DIVERSE VARIETÀ. Del pesce rosso esistono diverse varietà (o razze) suddivise di solito in due grandi gruppi: le omeomorfe e le eteromorfe. Queste ultime, più numerose e in continuo aumento, sono quelle nelle quali il corpo e/o le pinne sono stati vistosamente modificati sino a cambiare l’aspetto stesso del pesce. Varietà, identificate sovente in commercio genericamente come “orifiamma”, che hanno maggiori esigenze, in particolare per quanto riguarda la temperatura, di quelle omeomorfe. Non si tratta insomma di pesci “da laghetto” in senso stretto, anche perché quasi tutti sono lenti e impacciati nel nuoto. All’aperto possono stare al più in… vacanza durante i mesi estivi, ma da soli o con coinquilini davvero molto tranquilli. Varietà, insomma, che esulano da quanto stiamo trattando in questo articolo, per cui ci limitiamo a trattarle per sommi capi nel riquadro “Le varietà eteromorfe”, riservato a chi vuole ospitarle in acquario, dove sono in grado comunque di dare grandi soddisfazioni. Le varietà omeomorfe, poche e sempre le stesse da molti anni, sono al contrario adattissime al laghetto in giardino, anche se possono ovviamente essere altrettanto ottimamente allevate in una capiente vasca. Il corpo non ha subito variazioni rispetto alla forma selvatica, mentre possono essere diversificate la colorazione e/o le pinne: sul mercato sono facilmente reperibili tre diverse varietà di base, con una possibilità di combinazioni di colori pressoché infinita. Vediamole una per una: pesce rosso comune: è la varietà originale, certamente la più diffusa e anche la più bella. La livrea tipica è, appunto, quella interamente rossa che dà nome all’intera specie. Esistono tuttavia esemplari di varie colorazioni e anche pezzati; calico (“shubunkin” nella nomenclatura giapponese): squame trasparenti, prive di colore, grazie alle quali ha l’aspetto di un pesce “nudo”. Livrea variopinta sul corpo con base rossa, gialla, blu e violacea e con macchie e screziature nere, rosse, marroni, blu, violacee, bianche e gialle. Esistono alcuni rari esemplari, molto apprezzati dagli appassionati, con colorazione di base uniformemente violacea; cometa: corpo normale con pinna caudale (talvolta pure le altre) molto allungata e incisa; squame con o senza riflessi metallici. Esistono cometa normali e calico, con tutte le varietà di colore di entrambe le varietà. ALLEVARLO AL MEGLIO. I pesci rossi, a dispetto della fama (meritatissima) di animali rustici e molto adattabili, hanno comunque bisogno di qualche attenzione. Due sono le cose particolarmente importanti, e cioè lo spazio e l’alimentazione: quanto più è capiente la vasca che li ospita, tanto più i pesci staranno meglio. Le bocce, a meno che non siano così grandi da avere la capienza di un vero acquario, non rappresentano la soluzione migliore. Spazi eccessivamente ristretti e/o sovraffollati nuocciono al benessere dei pesci e rendono improbabile la riproduzione. Per quanto riguarda l’alimentazione va considerato semplicemente indispensabile fornire alimenti di qualità e, per quanto possibile, variati. Nella dieta non devono inoltre assolutamente mancare mangimi appositamente studiati per i pesci rossi, la cui composizione è tale da aiutarli a mantenere inalterata e brillante la livrea. La soluzione migliore è proprio quella dell’allevamento nel laghetto in giardino. Qui, rispetto anche al più grande degli acquari, c’è spazio e le vistose livree dei nostri amici, quali che siano le colorazioni prescelte, faranno un’ottima figura anche di fronte a un’osservazione dall’alto, l’unica possibile nello stagno. Anche perché il nostro è un animale perfettamente domestico e non tende affatto a nascondersi, lasciandosi anzi ammirare facilmente anche appena al di sotto della superficie, e per tutti i dodici mesi dell’anno. Il pesce rosso può restare tranquillamente all’aperto anche nel cuore dell’inverno purché l’invaso sia, almeno in qualche punto, profondo non meno di 60-80 cm. Qualche mese al freddo rappresenterà anzi un eccellente stimolo per favorire la riproduzione nella successiva stagione primaverile, pure in piccoli invasi: nel laghetto i pesci faranno tutto da soli, senza alcun bisogno di interventi da parte dell’appassionato. Il carassio dorato, del resto, è riprodotto in Italia, in particolare nella pianura padana, persino a livello industriale: ci sono importanti allevamenti che ne producono enormi quantità. Le varietà eteromorfe vengono invece in gran parte importate, ma probabilmente questo dipende soprattutto dal fatto che la domanda largamente prevalente sul mercato è quella per i pesci rossi comuni.