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Il Sole 24 Ore Mercoledì 11 Aprile 2012 7 PIEMONTE Le prospettive delle Pmi «Dovremo pensare a nuovi mercati – afferma Luigi Costa (nella foto), di Mista – e in prospettiva vedo grandi possibilità in Turchia oppure in Brasile, dove la produzione di auto cresce in modo rilevante» L’industria dell’auto / 2 Spinta estera e ricerca le risposte dell’indotto Boom di domande per il bando regionale da 30 milioni sull’innovazione di Luca Orlando ove saremmo oggi se non avessimo investito in Tunisia? Beh, tutto sarebbe stato più difficile». Luigi Costa, socio e direttore generale di Mista, assegna grande peso allo sviluppo internazionale della sua azienda. La società di componentistica, specializzata in elementi metallici e plastici per auto ed elettrodomestici, con sede a Cortiglione (Asti), realizza il 60% dei propri ricavi oltreconfineel’aperturadellostabilimentoinNordafrica, avviato nel 2007, ha rappresentato la svolta decisiva della strategia. Lo scorso anno l’azienda è cresciuta fino a 33,3 milioni di ricavi e anche il primo trimestre è positivo, a dispetto della frenata generale dell’economia. «A dicembre – spiega Costa – avevamo avviatolepratichediCig,orainseriamoaddirittura16 interinali». La storia di Mista, per fortuna, è comune adaltreaziendedelterritorio,dovelacomponentistica auto da tempo ha capito che "l’autarchia" non bastava più: impossibile resistere e restare competitivi appoggiandosi ad un solo gruppo, Fiat, in difficoltà nel rilanciare volumi e dunque domanda di fornitura. Gli ultimi numeri evidenziano sul territorio piemontese un migliaio di imprese legate all’indottoauto,ingradodisvilupparenel2010pocomenodi23miliardidiricaviconoltre90mila addetti. Le direttrici di sviluppo, in questi ultimi anni, sono state in particolare due: l’innovazione e l’internazionalizzazione. Sul primo punto, va registrato un boom di domande peribandiregionalidedicatialsettore,l’ultimo dei quali metteva a disposizione trenta milioni persviluppare progetti congiuntitra più aziende dedicati all’efficienza energeti- «D ca, lo studio di nuovi materiali, la riduzione delle emissioni. Alla presentazione del bando, all’Unione industrialidi Torino, la salaera gremita, quasiduecentoleaziendepartecipanti.Apresentare progetti sono poi state 170, per ben 145 milioni di investimenti. «Tante aziende vogliono investire – spiega Andrea Argondizza, presidente e ad della Amet – e ovviamente l’interesse è per le risorse messe a disposizione, noi però vediamo anche un altro vantaggiorilevantenellanecessità difare rete,di avvicinarealtreaziendeepresentareprogetti congiunti». Amet, nata come spin-off del Politecnico di Torino, è partita nel 1999 dal fondatore, Argondizza, e oggi fattura 3,6 milioni con 40 addetti, per l’85% ingegneri. «Il LE ESPERIENZE Argondizza (Amet): «Tante aziende vogliono investire e provare a fare rete» Costa (Mista): «Cruciale essere in Tunisia» Del Poz (Comec): «Migliorata l’immagine italiana negli Usa dopo l’affare Chrysler» nostroprimoclienteèFiat–spiegaArgondizza–malavoriamoancheconaltricostruttori, tra cui Opel e Peugeot-Citroen. La nostra quota di export è del 35%, l’Italia è in difficoltà e andare all’estero è fondamentale. Ora proveremo ad agganciare anche Chrysler». Lasocietàdiingegneriaaderisceanchealprogetto "From concept to car" della Camera di commerciodiTorino,altromomentofondamentale per consentire l’incontro tra gruppi internazionali e fornitori locali. Anche per la Comec di Alpignano (Torino), 10 milioni di ricavi e 65 addetti nei componenti per lamierastampata, laproiezione esteraè crucialein questa fase di stagnazione in Italia. «Negli Stati Uniti vedo nuove possibilità di crescita – spiga l’amministratore delegato Alberto Del Poz – anche grazie all’operazione realizzata da Fiat con Chrysler. L’acquisizione e la crescitadelgruppohannocreatoun’immagine positiva dell’Italia, noi abbiamo una sede vicinoaDetroit edevodirechela percezione verso i fornitori del nostro paese negli Stati Uniti è migliorata». Lospostamentoprogressivodeigrandicostruttori di auto europei, che dai propri Paesi vanno verso Est, Nordafrica, Asia e Sudamerica,haspintoancheifornitoriadagirediconseguenza, andando spesso ad aprire stabilimenti proprio in prossimità dei nuovi siti. E chi non lo ha fatto, ha comunque progetti in questo senso. «Dovremo pensare a nuovi mercati – spiega ancora Luigi Costa di Mista – e in prospettiva vedo grandi possibilità in Turchia oppure in Brasile, dove la produzione di auto cresce in modo rilevante. Valeo ci hachiesto di localizzarcianche nell’Est europeo, vedremo». Turchia e Brasile sono tra i progetti possibili anche per Amet, mentre altre aziende hanno già imboccato con forza la strada della localizzazioneestera. La Sigit di Chivasso (Torino), ad esempio,aprirà in Maroccoentrofine anno, accogliendo l’invito di Renault. Per la società, 80 milioni di ricavi previsti a fine anno in componenti di plastica e gomma, la presenza estera diretta è in crescita dirompente: in Russia, nel 2008, l’anno successivo in Polonia, due settimane fa il via al nuovo stabilimento in Serbia, tra fine anno e inizio 2013 il sito in Marocco. Per il gruppo Cornaglia, di Beinasco (Torino), 200 milioni di ricavi nel 2011, le prospettive di sviluppo sono invece in India, dove la joint venture già avviata a breve raddoppierà. © RIPRODUZIONE RISERVATA La tradizione dei «carrozzieri» si consolida in Europa e Asia Bertone scommette sul design dei mezzi pesanti - Pininfarina guarda all’India Bertone. nella foto, al centro, Lilli Bertone con l’amministratore delegato Marco Filippa (a sinistra) e il direttore generale Sandro Colella durante la scorsa edizione del Salone di Ginevra, in occasione della presentazione della supercar "Nuccio" celebrativa del centenario dell’azienda di Vincenzo Del Giudice L’ industriadeldesigntorna arespirare, dopo gli anni difficili. Un buon 2012siannuncia perBertone,Pininfarina e Italdesign Giugiaro. «Unvalorealla produzionedi 32 milioni rispetto ai 24-26 milioni del 2011, assumere altri 60 ingegneri così da portare il numero degli occupati a 300 unità, aumentare la quota di mercato in Italia e in Europa e scendere invece in Cina dall’attuale 60% al 40-45 per cento. E, naturalmente, trovare altri clienti»: Sandro Colella, direttore generale della Bertone, ha le idee chiare. «Il nostro obiettivo principale – afferma – è quello di recuperare nuovi clienti. Dopo oltre 5 anni, abbiamo recuperato la Fiat con la quale ci auguriamo di avere lo stesso rapporto continuativo che abbiamo in Germania con Bmw. Recuperare quote nel mercato europeo, per noi della Bertone, è molto importante, naturalmenteguardandocon interesseancheilmercato asiatico. In Cina lavoriamo con quattro fra i più importanti marchi automobilistici e due di questi sono ai primi due posti nella graduatoria dei marchi automotive cinesi. In Spagna, poi, Bertone ha un’ottima posizione nel mercato del designer dei mezzi pesanti». Fiore all’occhiello della storica società torinese è certamente il nuovo treno dell’alta velocità che sarà inaugurato il prossimo anno dall’amministratore delegato delle Ferrovie Mauro Moretti. «Il design e gli interni del nuovo treno superve- loce hanno il marchio Bertone – aggiunge Colella–chehavintolagarad’appaltoAnsaldo Breda Bombardier e verrà presentato più o meno in contemporanea con Italo, il treno superveloce che fa capo a Della Valle-Montezemolo». Nel2009,cedutaaFiat Groupla Carrozzeria di Grugliasco, prima cintura torinese, e l’attività produttiva, la Bertone si ristruttura come azienda di servizi a ciclo completo nel settore dell’automotive, del transportation e dell’industrial design, in grado di rispondere in modo flessibile e con tempi di reazione minimi ad ogni esigenza delle aziende clienti. Bertone ha 200 dipendenti, fra ingegneri e designer, può produrre fino a 300mila ore di ingegneria all’anno e sviluppare fino a quattro progetti completi, dal primo bozzetto di stileall’ingegnerizzazione ealla costruzione prototipale. Inoltre, negli "atelier" Bertone,sicostruiscono ancoraoggi,surichiesta di singoli committenti, lussuose fuoriserieprodotteinteramenteamano,proiettando così nel futuro l’antica arte del "carrozziere". «Lo stato di salute del design – afferma Silvio Pietro Angori, amministratore delegato di Pininfarina – effettivamente volge al meglio. Siamo convinti di aver lasciato alle spalle il periodo più difficile. Noi della Pininfarina, dopo aver raggiunto l’accordo con il sistema bancario, ci siamo concentrati sull’industria in India, Cina, Russia e Germania». In quest’ultimo Paese si può dire che Pininfarina abbia il suo secondo quartier gene- rale. Lì sono occupati 300 dei 770 dipendenti complessivi della casa torinese. Quanto sìa importante la Germania lo dicono anche i numeri: nel bilancio 2011 della Pininfarina, un terzo dei 61 milioni di euro di ricavi arrivano proprio dal Paese teutonico. Che raccontano anche di quanto sia purtroppo marginale l’Italia. Basti pensare che poco meno del 45% del fatturato è di origine cinese, con interessanti prospettive di crescita – secondo Angori – già nel 2013. «Pinifarina – aggiunge l’ad – non si ferma qui. Il mercato indiano, che necessità di un design di alta qualità, è molto importante per lo sviluppo futuro della società. E quello russo è una grandissima opportunità da cogliere. Oggi in Russia si vendono 2,8milionidi auto,ma nelgiro di6-8 annisi sfioreranno i 6 milioni di autoveicoli. È previstochenel 2018-2020la Russia diventi il primo mercato d’Europa, che vuol dire uno dei primi al mondo». Infine, le aspettative per il nuovo anno sono positiveanche per Italdesign Giugiaro, ormai controllata da Vw, con un ulteriore aumento delle ore prodotte, anche a fronte del significativo portafoglio ordini già acquisito. Nel 2012 Italdesign Giugiaro prevede di raggiungere gli 850 dipendenti, graziealpianodiassunzioniche vedràl’ingresso tra 60 e 100 nuove persone nel corso dell’anno, dopo le 60 del 2011. È stato infine confermato il piano di investimenti annunciato a maggio: oltre 6 milioni di euro nel solo 2012. © RIPRODUZIONE RISERVATA Automotive e non solo. La torinese Fidia sta sviluppando nuove soluzioni e macchinari (nella foto) per applicazioni tecnologiche innovative su titanio e carbonio, che si stanno affacciando negli ultimi anni nell’automotive e nell’aerospaziale. Fidia è presente in Russia e India e da sempre in Europa e Usa Lo scenario 1.000 Le imprese Sonoquelleattivenellacomponentistica enell’indottoautoinPiemonte Circail10percentodiquesteaderisce all’iniziativa"Fromconcepttocar" 23 Fatturato in miliardi Èilvaloreacuiammontano iricavicomplessivi,nel2010 delleaziendepiemontesi attivenelsettore 90mila Addetti Tantisonoilavoratori impegnatinelleimpresepiemontesi dell’indottoauto semprepiùproiettateversol’estero