tgrandi comaschi dimenticati e quelle lapidi tristi Al cimitero
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tgrandi comaschi dimenticati e quelle lapidi tristi Al cimitero
EVENTI Edizione del [IL REPORTAGE] tgrandi comaschi dimenticati e quelle lapidi tristi Al cimitero ·monumentale nessun fiore per i garibaldini Lastre rovinate neltanniversario dell'unità nazionale · - C'è chi ha contribuito !!ll'Unità d'Italia, chi ha persola vita per difendere il nostro paese e chi, grazie al talento, ha portàtcì il nome di Como nel mondo. Eppure ci siamo scordati di loro. Sono i "dimenticati" del cimitero monumentale. I loro nomi appaiono sulle làpidi poste un tempo per onorarli, ma le lastre di pietra sono erose dal tempo e dall'incuria. Non un fiore, un segno, qualcuno che si sia preoccupato di man. tenere in uno stato dì decoro per · mantenerne dignitoso il loro ri· cordo. Un vero paradosso, se sì pensà che siamo nella stagione che celebra i 150 anni dell'Unità Nazionale e i festeggiamenti non sono mancati, con tanto di fondi spesi all'uopo. Di quei fasti, qui, non c'è traccia. Proprio pri- ( ma di attraversare l'ar- • co' che conduce al campo A del cimitero; tre pareti dedicate a Benemeriti, Mutilati e Invalidi di guerra. Purtroppo, dove compaiono i nomi dell'architetto futurista Antonio Sant'Elia, di Attilio Terragni (fratello di Giuseppe, tumulato con lui fuori città, nella tomba di famiglia) e di molti altri che si sono distinti per aver reso grande Como, a vantaggio d~ll'intera comunità, la manutenzione è inesistente. Un luogo simile pretenderebbe di essere per lo meno valorizzato. Accade l'esatto contrario: è peggio tenuto rispetto al resto, a ciò che sta attorno. Le lapidi, quasi tutte le lipidi, sono rovinate. Quella dedicata a Giuseppe Brambilla è piena di crepe. Poco più in là l'intonaco sì sta staccando dal muro e su al6me lastre di pietra, i nomi stanno diventando illeggibili. Pochissimi quelli ancora ben visibili e la storia non fa distinzione tra vincitori e vinti, stendendo a caso un manto d'oblio oppure tenendo vivo il ricordo. È il caso di Luigi Maino, squadrista del1919 e fondatore del primo Fascismo comasco, il cui nome è ben chiaro, così come quella di Gaetano Negretti, lì vicino. · Dicevamo dell'Unità d'Italia. Celebrazioni, giornate tricolore, concerti e altri eventi per festeggiarne l'anniversario, ma qùi, dove si rammentano i comaschi morti nelle Cinque Giornate di Milano del1848, i garibaldini della Battaglia di San Fermo e persone uccise per fucilazione, nessun segno di ricordo. Facendo qualche passo in più, verso sinistra, si può notare come la situazione sia simile anche per i reduci delle "Patrie Battaglie". I loro nomi stanno scomparendo dalla colonna che li riporta, · alcuni non si leggono del tutto. È giusto celebra· re il gesto comune e non ricordare il sacrificio del singolo, che qui giace dimenticato? Osservando le parole in memoria dell'architetto Sant'Elia («All'arte tutto l'ingegno, alla patria tutto l'amore»} viene qualche dubbio. . ·, Francesca Guido 1 1 AGQ. Z011 ANNO XXXII RASSEGNA STAMPA EVENTI c'oi\1o Edizione de~ 1. RGO, ? n11 La Provincia [zoom] =[la storia]=========..=== Cancelli chiusi . e troppe tombe senza un fiore l BENEMERITI ~ All'interno del cimitero monumentale c'è Wla lapide per ricordare i benemeriti del Comlllle di Como, ma giace abbandonata, senza che nessuno -pubblico o privato - che se ne prenda cura. LA MEMORIA ·Nella foto la pietra che ricorda Attilio TeJ;"ragni, podestà al tempo del fascismo. ncorpo è tumulato fuori città, nella tomba di famiglia. A Como solo lUla scritta che ora, senza memoria, suona yuota e retorica · IL SACRIFICIO Quello di centinaia di comaschi, a comin-. ciare dai garibaldini che persero la vita per l'Unità d'Italia. Ora giacciono tra muri scrostati e crepe,,nonostante le attuali comme- . morazioni per i 150 anni della stessa Unità. Eminia sorride. Nelìa fotò tn: bianco e nero ha i capelli bianchi raccolti a crocchia, gli occhiali tondi e un vi- ~ so scavato dagli anni. Ottantaquat- · tro, quanti gliene sono stati concessi prima di lasciare questa terra, per · sempre. Erminia sorride ed è l'unico particolare lieto di quella pietra nera, opaca, dove il bronzo è diventato anch'esso color del buio e nel vaso non c'è neppure un fiore. Accanto ad Ermiliia ci sono Umberto e Rosa, lui col cipiglio severo di chi è nato due secoli fa e la fotogra" fia era un evento 'da raccontare. Lei più dolce, nonostante l'abito di panno scuro e il colletto abbottonato stretto. Sono fortunati: un fiore ce l'hanno, pur se con il gambo di plastica e i petali di stoffa ormai con- .· sunta e smunta, dal troppo vento e dal troppo sole. Umberto, Rosa, Erminia sono tre tombe tra le molte, le innumerevoli, che non hanno nessuno che vada a far visita, neanche una volta all'anno, per la ricorrenza . dei defunti. Forse ham'lo avuto figli, nipoti, ma in un tempo ormai lontano, troppo lontano, e la memoria dev'essere parente stretta delle bugie: hanno entrambe le gambe corte. . Così come la gratitudine. Non sono casiisolati e nessuno può . scagliare la prima pietra, poiché ogni famiglia ha qualche oblio sulla coscienza e di lapidi dimenticate sono zeppi i cimiteri, anche di paese. L'unica differenza è nell'orario di chiusura. Al Monumentale alle 18 in punto chiude, anche d'estate, mentre fuori città i cancelli è frequente restino aperti fino al tramonto e oltre. G. Bar. ·f - -- - - - - - . \ . -- - -- - --