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G Geennnnaaiioo 2 20 0114 4 IIll ssoorrrriissoo ddii D Diioo Papa Luciani non ebbe il tempo, nei trentatré giorni del suo pontificato, di parlare di Teresa. Lo aveva fatto però in due importanti occasioni quando era patriarca di Venezia: il 10 ottobre del 1973 tenne una conferenza in occasione del centenario della nascita di Teresa, e nella lettera alla santa nel libro Illustrissimi. Albino Luciani legge la Storia di un’anima quando aveva diciassette anni e scrive: «Fu per me un colpo di fulmine», e rivela l’aiuto ricevuto da Teresa quando, giovane prete, si era ammalato di tubercolosi ed era stato ricoverato in sanatorio. «Mi vergognai di provare un po’ di paura», ricorda Luciani: «Teresa ventitreenne fino allora sana e piena di vitalità – mi dissi –, fu inondata di gioia e di speranza, quando sentì salire alla bocca la prima emottisi. Non solo, ma, attenuando il male, ottenne di portare a termine il digiuno con regime di pane secco e acqua, e tu vuoi metterti a tremare? Sei sacerdote, svegliati, non fare lo sciocco». Nella conferenza del 1973, il futuro Giovanni Paolo I sottolineava l’insegnamento di Teresa: «Essa, avendo acuta intelligenza e doni speciali, ha visto chiarissimo nelle cose di Dio e si è anche espressa chiarissimamente, cioè con somma semplicità e andando all’essenziale». Teresa si incammina sulla strada della santità, percorrendo la via dell’ordinarietà spirituale quotidiana: la vita cristiana in famiglia, l’obbedienza alla regola nel monastero senza cadere nella trappola dello spiritualismo o in esperienze straordinarie. «Oggi - commenta a questo proposito Luciani- sotto pretesto di rinnovamenti, si tende talvolta a svuotare tutte queste cose del loro valore. Teresa non sarebbe d’accordo, a mio avviso». All’inizio del nuovo anno, ho voluto riportare l’esperienza di Papa Luciani, il Papa del sorriso, perché il sorriso di Dio ci accompagni per tutto l’anno. Abbiamo bisogno di fiducia e di ottimismo, di tenerezza e di serenità! I giganti della fede ci trasmettono il segreto: l’abbandono filiale all’amore del Padre. Per Teresa non c’è nulla che turbi la sua serenità interiore perchè è sicura come il bimbo in braccio a sua padre. Albino Luciani, nella sua connaturale umiltà, si fida e si affida alla volontà di Dio. Nel messaggio per la Giornata della Pace, Papa Francesco ci invita a riscoprire l’antica via della pace, a partire dalle mura domestiche fino alle periferie più lontane. Questa via è la fraternità! La prima domanda che Dio rivolge all’uomo, nella Bibbia, “Dov’è tuo fratello?” (Gn. 4,9), evoca la reciproca appartenenza tra gli uomini, l’essere accomunati dalla stessa dignità, la condivisione nella responsabilità l’uno dell’altro. Tutto il cammino della storia dell’umanità è segnata da questa verità fondamentale: siamo fratelli al di là di ogni distinzione. La fraternità è all’origine e al termine della storia. Gesù, nel suo insegnamento sugli ultimi tempi, dichiara, a mò di bilancio per ciascuno, “quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli…” (Mt. 25,40). Si scelgono gli amici, ma non i fratelli. È bello considerare che siamo tutti fratelli ed è questa condizione di partenza che fa ci uguali e ci aiuta a superare ogni distinzione e diversità. Per questo, la fraternità è la via fondamentale della pace! Non dimenticare che la cultura e la civiltà contemporanee hanno la loro origine dai valori della libertà, della uguaglianza e della fraternità la loro ispirazione fondante. Si apre così per tutti, credenti e non credenti, un tavolo comune per riposizionare le fondamenta del vivere civile su valori che precedono ogni esperienza storica di società, perché originari e universali. Iniziamo il nuovo anno con un volto rasserenato, capace di sorridere e trasmettere tenerezza, espressione di un animo grande interiormente. Auguri per un sereno Anno Nuovo! Don Paolo 15 Gennaio Corso prematrimoniale Tutti i lunedì Alle ore 20.00 Catechesi per gli adulti 3 Gennaio Primo Venerdì del mese ore 17.00 Adorazione Eucaristica Presso la Parrocchia di S. Rita 15-16 genn. ore 20.00 22-23 genn. ore 20.00 Presso la Parrocchia di S. Teresa 29-30 genn. ore 20.00 5-6 febb. Ore 20.00 Sono invitati a partecipare tutti coloro che intendono celebrare il matrimonio nell’anno in corso 11 Gennaio 12 Gennaio Ore 21.00 Recita del S. Rosario alla Madonna di Lourdes Seconda domenica del mese, siamo invitati a contribuire con la nostra generosità a sostenere la rata mensile del mutuo della nuova Chiesa. 14 Gennaio Incontro del Gruppo di preghiera Padre Pio. ore 17.00 Adorazione Eucaristica La Caritas Parrocchiale Ringrazia per la collaborazione offerta in occasione del Santo Natale e ricorda che l’ultima domenica del mese è dedicata alla sensibilizzazione per le opere della Caritas Parrocchiale. Evangelii gaudium: la prima esortazione apostolica di Papa Francesco 78. Oggi si può riscontrare in molti operatori pastorali, comprese persone consacrate, una preoccupazione esagerata per gli spazi personali di autonomia e di distensione, che porta a vivere i propri compiti come una mera appendice della vita, come se non facessero parte della propria identità. … la vita spirituale si confonde con alcuni momenti religiosi che offrono un certo sollievo ma che non alimentano l’incontro con gli altri accentuando l’individualismo… 81. …. Oggi, per esempio, è diventato molto difficile trovare catechisti preparati per le parrocchie e che perseverino nel loro compito per diversi anni. Ma qualcosa di simile accade con i sacerdoti, che si preoccupano con ossessione del loro tempo personale… Alcuni fanno resistenza a provare fino in fondo il gusto della missione e rimangono avvolti in un’accidia paralizzante. 83. Così prende forma la più grande minaccia, che «è il grigio pragmatismo della vita quotidiana della Chiesa, nel quale tutto apparentemente procede nella normalità, mentre in realtà la fede si va logorando e degenerando nella meschinità… 84. La gioia del Vangelo è quella che niente e nessuno ci potrà mai togliere (cfr Gv 16,22). I mali del nostro mondo – e quelli della Chiesa – non dovrebbero essere scuse per ridurre il nostro impegno e il nostro fervore. Consideriamoli come sfide per crescere. Inoltre, lo sguardo di fede è capace di riconoscere la luce che sempre lo Spirito Santo diffonde in mezzo all’oscurità, senza dimenticare che «dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia» (Rm 5,20). La nostra fede è sfidata a intravedere il vino in cui l’acqua può essere trasformata, e a scoprire il grano che cresce in mezzo della zizzania…. 85. Una delle tentazioni più serie che soffocano il fervore e l’audacia è il senso di sconfitta, che ci trasforma in pessimisti scontenti e disincantati dalla faccia scura. Nessuno può intraprendere una battaglia se in anticipo non confida pienamente nel trionfo. Chi comincia senza fiducia ha perso in anticipo metà della battaglia e sotterra i propri talenti. Anche se con la dolorosa consapevolezza delle proprie fragilità, bisogna andare avanti senza darsi per vinti, e ricordare quello che disse il Signore a san Paolo: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza» (2 Cor 12,9)… 86. È evidente che in alcuni luoghi si è prodotta una “desertificazione” spirituale, frutto del progetto di società che vogliono costruirsi senza Dio o che distruggono le loro radici cristiane. Lì «il mondo cristiano sta diventando sterile, e si esaurisce, come una terra supersfruttata che si trasforma in sabbia»… Ma «è proprio a partire dall’esperienza di questo deserto, da questo vuoto, che possiamo nuovamente scoprire la gioia di credere, la sua importanza vitale per noi, uomini e donne. Nel deserto si torna a scoprire il valore di ciò che è essenziale per vivere; così nel mondo contemporaneo sono innumerevoli i segni, spesso manifestati in forma implicita o negativa, della sete di Dio, del senso ultimo della vita. In ogni caso, in quelle circostanze siamo chiamati ad essere persone-anfore per dare da bere agli altri. A volte l’anfora si trasforma in una pesante croce, ma è proprio sulla Croce dove, trafitto, il Signore si è consegnato a noi come fonte di acqua viva. Non lasciamoci rubare la speranza! 87. Oggi, quando le reti e gli strumenti della comunicazione umana hanno raggiunto sviluppi inauditi, sentiamo la sfida di scoprire e trasmettere la “mistica” di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio. ..88. L’ideale cristiano inviterà sempre a superare il sospetto, la sfiducia permanente, la paura di essere invasi, gli atteggiamenti difensivi che il mondo attuale ci impone … Nel frattempo, il Vangelo ci invita sempre a correre il rischio dell’incontro con il volto dell’altro, con la sua presenza fisica che interpella, col suo dolore e le sue richieste, con la sua gioia contagiosa in un costante corpo a corpo. L’autentica fede nel Figlio di Dio fatto carne è inseparabile dal dono di sé, dall’appartenenza alla comunità, dal servizio, dalla riconciliazione con la carne degli altri. Il Figlio di Dio, nella sua incarnazione, ci ha invitato alla rivoluzione della tenerezza. Parrocchia Santa Teresa del Bambin Gesù - Taranto Via C.Battisti 259 Tel. 099-7792238 - Fax 099-7795577 [email protected]