Bibbia e Musica

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Bibbia e Musica
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Bibbia e Musica
Pasquale Troìa
Die Schöpfung:
la creazione secondo F. J. Haydn
“Und eine neue Welt
entspringt auf Gottes Wort”1
L’inizio di un anno solare si fa spesso paradigma di tanti altri inizi,
dovuti o scelti, sofferti o invocati, inaspettati o programmati. Per
un musicista, come per un artista – ma come dovrebbe essere per
ogni uomo – ogni inizio è un crocevia, un nuovo orientamento da
darsi, una riprogettazione. I credenti con le loro diversità culturali
hanno sempre raccontato le origini del mondo per riscrivere le
nuove origini da modulare ogni giorno alla propria esistenza.
Anche la Bibbia pone le origini del mondo in una volontà creativa e comunicativa di Dio che intende costituirlo casa all’uomo e
multiverso delle relazioni tra Dio stesso e gli uomini in una lunga storia cominciata “in principio quando Dio creò il mondo …”
e che sta andando verso l’attesa di nuovi cieli e nuove terre in una
continuità e rinnovamento tra genesi (com’è il titolo anche del
primo libro della Bibbia) e apocalisse (l’ultimo libro della Bibbia,
quello delle “rivelazioni delle cose che devono presto accadere”).
Dal caos al cosmo
L’Oratorio2 Die Schöpfung (Hob3 XXI:2) di F.J. Haydn4 (di cui nel 2009
sarà celebrato il bicentenario della morte) si apre con una introduzione musicale (dal tempo indicato “Largo”) che la partitura titola
Die Vorstellung des Chaos (la rappresentazione del caos): 58 battute
nella tonalità di do minore (tre bemolle in chiave) che descrivono e
rappresentano il caos. La prima battuta è un lungo (dis)accordo su
un’unica semibreve suonata da tutti gli strumenti con un tempo 2/2
(“alla breve”) con note in una dissonanza tale che se durasse di più,
sarebbe percepibile dai “più” creando uno smarrimento tonale e armonico, tipico di un caos musicale (almeno ai tempi di Haydn). E
poi «entra in scena una sinfonia caotica, diffondendo ritardi, dissonanze, progressioni, cadenze evitate. Tonalità ambigue accompagnano ogni battuta di questi primi momenti. È una rappresentazione del caos iniziale perfetta» (A. Torno).
Il caos si assopisce con il recitativo del primo versetto di Genesi (Am
Anfange schuf Gott Himmel und Erde… In principio Dio creò il cielo e
la terra…) da parte dell’arcangelo Raffaele. Subito dopo il coro e poi
* Per altre informazioni sull’Oratorio di Haydn vedi in www.lascuola.it, Nuova Secondaria,
dalla rivista, il file allegato L’oratorio Die Schöpfung. Il libretto dell’Oratorio in tedesco è reperibile in internet: http://www.karadar.com/Librettos/haydn_schofung.html. E l’esecuzione integrale in la creazione in http://www.benimusicali.it/?page_id=8.
segue da pag. 54
Die Schöpfung (La Creazione) è uno dei quattro oratori composti da
F.J. Haydn (1732-1809), composto tra il 1796 e il 1798.
Il testo in tedesco è una libera (e maldestra) traduzione dall’originale inglese (di uno sconosciuto "inglese chiamato Lidley", come testimoniò Haydn stesso) che si era liberamente tratto dal Paradise
Lost, 1667 di J. Milton, 1608-1674) del barone Gottfried van Swieten (1733-1803), figura poliedrica i poeta, musicologo, bibliotecario
dell’imperatore a Vienna ed anche con aspirazioni da musicista
(aveva composto otto sinfonie, ma “erano rigide come lui”). (*)
l’arcangelo effondono “sotto voce” le parole bibliche «e lo spirito di
Dio si librava sulla superficie delle acque». Ed a questo punto Dio
entra in prima persona come soggetto e sprach, disse: Es werde Licht!
(sia la luce). E la luce venne da sopra (auf), apparve: und es ward Licht. Come può un musicista far vedere la Luce con i suoni, i suoi strumenti e le sue strategie comunicative? Haydn lo fa con l’improvvisazione, l’’inaspettazione’, con quanto di più improvviso e inaspettato si possa attendere dopo dieci battute di canto “sotto voce”: nella trionfale tonalità di do maggiore tutti gli strumenti5 e le voci esplodono “con accordi luminosi” e ribattuti degli archi in “un big bang”
forte (f) e fortissimo (ff), dinamiche che se presentate all’improvviso
sorprendono, accendono la curiosità, immettono la sorpresa e proclamano l’eccezionalità dell’evento6. Ora la luce c’è e « il caos si ritira e nasce l’ordine». «La Creazione di Haydn è una geometria di luce prima che un oratorio» (A. Torno).
1. «E un nuovo mondo ha la sua primavera grazie alla Parola di Dio»: è la traduzione più
corretta del secondo versetto del coro dell’oratorio Die Schöpfung (il n. 2 nella partitura). La traduzione del testo dell’Oratorio adottata in questo articolo – quando non diversamente indicata – è quella riportata nel booklet che accompagna l’edizione Sony
classical, riproposta da Amadeus (AMS 015-16) dell’interpretazione di Leonard Bernestein con la New York Philarmonic.
2. Per il significato cristiano e musicale di Oratorio, vedi in www.lascuola.it, Nuova Secondaria, dalla rivista, il file allegato L’oratorio e l’oratorio biblico e musicale.
3. Come le opere di Bach (BWV), di Mozart (KV) e di altri compositori tedeschi, anche le
più di 1200 opere di Haydn sono state assemblate in un catalogo (Verzeichnis) tematico
composto da Anthony van Hoboken (1887–1983), un paziente musicologo olandese,
per ciò le opere di Haydn sono precedute da Hob.
4. Haydn è considerato il padre della sinfonia e del quartetto (classico) per archi (Mozart lo chiamava affettuosamente «papà Haydn») ed ha rinnovato i generi musicali della sonata e del trio. Prima di un’importante partita di calcio (!) ancora oggi è eseguita
una musica di Haydn: è la melodia del quartetto n. 3 dell’opera Hob. III:77 (il Kaiserquartett: Gott erhalte Franz, den Kaiser, unsern guten Kaiser Franz: «Dio conservi Francesco, l’imperatore, il nostro buon imperatore Francesco»), scritto in onore dell’imperatore Francesco I d’Austria, è stata assunta come melodia dell’inno nazionale della Repubblica Federale Tedesca Einigkeit und Recht und Freiheit (“Unità, Diritto e Libertà”),
terza strofa della canzone patriottica tedesca più conosciuta, Das Lied der Deutschen
(“Il canto dei Tedeschi”), scritta nel 1841 da A.H. Hoffman von Fallersleben.
5. Per una conoscenza non solo figurativa ma soprattutto delle potenzialità musicali degli
strumenti dell’orchestra classica, in internet al sito di Wikipedia si trovano ottime schede per
ogni strumento (da cercare digitando il nome dello strumento su un motore di ricerca).
6. Durante un’esecuzione viennese de La Creazione, diretta da Antonio Salieri, ed alla
quale era presente anche Beethoven, avvenne l’ultima apparizione in pubblico di
Haydn; un suo biografo (Griesinger) racconta che all’ es ward Licht (“e fu la luce”) «tutto l’uditorio proruppe in un applauso fragoroso. Con un gesto della mano Haydn moNUOVA SECONDARIA - N. 5 2009 - ANNO XXVI
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cantano: «I cieli narrano la gloria di Dio e l’opera delle Sue mani
si mostra nel firmamento». E lo cantano per tre volte. Con questo “allegro”, luminoso e solenne (in tonalità di do maggiore) il
“terzetto con Coro” termina la prima parte dell’Oratorio8.
2. come Bibbia da interpretare. Haydn non è professionalmente
un esegeta della Bibbia, anche se valorizzando il testo biblico e le
sue interpretazioni professionalmente è un “esegeta musicale
della Bibbia”. Cioè Haydn risente dell’esegesi e della teologia biblica del tuo tempo, ma non di quella studiata di prima mano sui
testi biblici e teologici, ma da quella che proviene dalla sua educazione religiosa, dalla sua devozione e dal suo senso religioso
(intesa come religiosità ‘preromantica’) che in diversi modi professa ed evoca nella sua vita e nelle sue composizioni religiose.
Nell’Oratorio la Bibbia è interpretata soprattutto mediante parafrasi e commenti mediati dal Paradise Lost di J. Milton.
I protagonisti e le loro voci
Le fonti letterarie sono tre: Genesi (il primo capitolo e i vv. 1-7 del
secondo); il Salmo 19,2; il Paradise Lost di J. Milton (1608-1674)
continuamente parafrasato dai tre
arcangeli nei cori e nelle arie7.
La Bibbia nell’Oratorio
Il librettista, il barone Gottfried van
Swieten, e lo stesso Haydn che ne
approva il testo, nell’Oratorio valorizzano la Bibbia in due modi:
1.come Bibbia da citare, cioè la riconoscono come un documento
da citare perché è alla fonte e all’origine della storia della creazione e senza il quale non sarebbe stata conosciuta. Ognuno dei
sei giorni della creazione è introdotto dai versetti biblici della
creazione secondo il libro di Genesi. Non viene ricordato il settimo giorno, quando il Creatore si
riposò (Genesi 2,2-3).
Ma la creazione non è ricordata
soltanto con le citazioni del libro
di Genesi, ma anche con quelle
composizioni più poetiche della
Bibbia e della letteratura mondiale che sono i salmi. E qui – al n. 13
della partitura – in particolare
con la citazione del v. 2 del Salmo
19 che, non a caso tutti e tre gli arcangeli (perciò il genere musicale
del terzetto) con il coro insieme
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1. Gli angeli narratori. Per raccontare la creazione delle mirabilia
Dei Haydn sceglie come narratori gli arcangeli9. I loro nomi qualificano le azioni di Dio e le sue intenzioni: Raffaele (El-Dio guarisce), Uriel (El-Dio è luce) e Gabriele (El-Dio è forte)10.
Questi arcangeli introducono i sei giorni della creazione e ne raccontano gli eventi con le stesse parole del testo biblico di Genesi.
Per questa loro funzione narrativa Haydn sceglie il genere musicale del recitativo. Mentre per quella di commentatori delle opere della creazione sceglie il terzetto e l’aria.
2. Il coro. È composto da soprani, contralti, tenori e bassi. È il coro
che canta il versetto 2 del Sal 19,2 che conclude la prima parte, insieme al terzetto degli arcangeli e da solo canta «La magnifica opera è compiuta…» (Vollendet ist das große Werk… ) il finale della seconda parte dell’Oratorio. (al n. 28 della partitura). E sono ancora
queste voci che con gli arcangeli da solisti cantano il coro finale dell’Oratorio che però soltanto da loro è terminato con l’acclamazione
«La gloria del Signore rimarrà in eterno!» (Des Herren Ruhm, er
bleibt in Ewigkeit!) e il doppio Amen finale (al n. 34 della partitura).
3. Adamo ed Eva. Dopo «la magnifica opera» della creazione,
Haydn fa apparire sulla scena dell’Oratorio Adamo ed Eva.
Essi, con un lungo duetto, alternato al coro degli angeli, riconoscono la natura come «opera delle mani di Dio» (Ist deiner [di Dio]
Hände Werk) ed il dovere (Pflicht) di ringraziare (danken) il Creatore (Schöpfer) (n. 31). Adamo, come principio cosmico antropologico maschile, invita il Sole (die Sonne), «la più luminosa (hellster)
strò il cielo e disse: “Viene da lassù!”. Per timore che queste emozioni potessero rivelarsi fatali all’anziano musicista, terminata la prima parte dell’Oratorio si decise di trasportarlo fuori dalla sala con la sua poltrona. Si congedò con le lacrime agli occhi e, in
un gesto di benedizione, stese la mano verso l’orchestra».
7. Un approfondimento a parte meriterebbe la correlazione tra il Paradise Lost di J. Milton e
il testo dell’oratorio. Ma esula da questo articolo, ed opportunamente richiederebbe il coinvolgimento di competenti in letteratura inglese, così da dimostrare ancora una volta in che
modo la Bibbia si pone come codice generativo di tradizioni culturali. Un’attività di ricostruzione e riscoperta del testo biblico tramite l’opera diMilton e l’oratorio di Hayd è possibile,
didatticamente con una scheda di rilevazione: vedi in www.lascuola.it, Nuova Secondaria,
dalla rivista, il file allegato Bibbia, Paradise Lost e Die Schöpfung: un’attività didattica.
8. Vedi in www.lascuola.it, Nuova Secondaria, dalla rivista, il file allegato La settimana
biblica della creazione nell’Oratorio Die Schöpfung di Haydn.
9. Per l’identità biblica, la loro funzione e la gerarchia degli angeli, vedi in www.lascuola.it, Nuova Secondaria, dalla rivista, il file allegato Gli angeli.
10. La loro scelta non è casuale. Anche se nessuno dei tre è ricordato nel racconto biblico della creazione. Per l’identità e la loro funzione sia nel Paradise Lost di Milton sia
nell’Oratorio di Haydn, vedi in www.lascuola.it, Nuova Secondaria, dalla rivista, il file allegato Gli angeli dell’Oratorio Die Scöpfung di Haydn.
e bella (schön) delle stelle», «l’anima e la gemma dell’universo»
(des Weltalls Seel’ und Aug’!) ed Eva, come principio cosmico antropologico femminile, invita la luna [«ornamento e consolazione
delle notti» (Und du [luna] Nächte Zierd’ und Trost)] e le scintillanti stelle a «diffondere le lodi di Dio: Lobsinget alle Gott, dem Herrn,
Cantate le lodi di Dio, nostro Signore» (n. 30).
È una teologia della creazione alla quale segue un’antropologia teologica (come l’uomo si sente dal punto di vista di Dio) che a sua volta è stata preceduta da una teologia antropologica (come Dio vede
l’uomo e quali sono state le sue intenzioni nel crearlo, così come raccontato nella Bibbia, e non solo nel libro della Genesi). La personalizzazione di queste teologie e antropologie avviene con un’antropologia teologica e sponsale: Adamo ed Eva si dichiarano i ruoli
sponsali che sentono di aver ricevuto da Dio e che Dio ha loro riservato per indicibili felicità che si raccontano in un duetto (il n. 32)
d’amore e di reciproco riconoscimento di gioia e di beatitudine11.
In questo idillio di “coppia felice” nessun presagio delle prossime tentazioni se non una premonizione più per gli uomini che
per quanto è poi accaduto ad Adamo ed Eva. Lo fa nell’ultimo
recitativo (il n. 33) Uriel, l’arcangelo della luce, quasi a voler illuminare la morale degli uomini, quando pone una condizione a
tale felicità, possibile solo «se (wen) nessuna falsa illusione vi istigherà a desiderare (wünschen) più di quanto avete (als ihr habt), e
a conoscere (wünschen desiderare, volere) più di quello che vi è
concesso (dovuto: als ihr sollt! ) sapere (wissen)».
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4. La natura creata. Non è una protagonista mediante una personificazione (come avveniva in altri oratori moraleggianti di
compositori precedenti ad Haydn). Non ha quindi una sua voce,
ma a lei riconoscono una voce non solo le parole recitate e cantate dagli arcangeli e da Adamo ed Eva, ma anche gli strumenti
musicali. E qui la fantasia di Haydn si propone con quelle soluzioni di musica pittorica, descrittiva, imitativa mediante gli strumenti che tentano di rappresentare la presenza degli elementi
della creazione imitandone i loro suoni (il suono come segno di
presenza). Come quando Haydn si diverte a descrivere la creazione degli animali pesanti usando il controfagotto, e un violento colpo di trombone gli serve per annunciare la nascita del re, il
leone o le onde spumeggianti con le quali si sommuove impetuosamente il mare e lo fa con un continuo e (anche visivamente) ondeggiante legato di semicrome suonate dagli archi (al n. 6).
… “che tutte le voci cantino al Signore”
È il primo verso del coro finale (il n. 34 della terza parte dell’Oratorio). Il lessico è musicale (voci, risuonare, canto) ma anche biblico e teologico: celebrare il Signore, ringraziarlo, onorarlo, lodarlo, così che la gloria del Signore rimarrà in eterno.
L’oratorio termina con un duplice Amen! cantato dalle voci del
coro e da tutti gli strumenti (non dagli arcangeli il cui ruolo di
narratori è terminato: la narrazione è terminata, resta in eterno il
dovere di glorificare e ringraziare il Creatore). Un Amen sillabato (una nota per ognuna delle due sillabe di Amen: una prima nota per tutti è una minima e l’altra un semiminima con un punto
sopra che indica lo staccato), cioè un suono che deve essere abbreviato, come pizzicato, quasi a preludere il modo con cui la
partitura termina cioè con una pausa di semiminima! Come se il
silenzio di un attimo (quello di una semiminima, quasi unità di
misura del cantare e dell’esistere) possa essere l’ultima, vera, corale e grandiosa preghiera di gratitudine e di lode a Dio Creatore (Schöpfer) tra tanto nuovo disordine e frastuono nel quale il
Sul sito www.lascuola.it
L’oratorio Die Schöpfung - L’oratorio e l’oratorio biblico e musicale - Bibbia, Paradise Lost e Die Schöpfung: un’attività didattica La religiosità e la fede di Haydn - Gli angeli - Gli angeli dell’Oratorio Die Schöpfung - Antropologie e teologie nell’Oratorio Die
Schöpfung - La settimana biblica della creazione nell’Oratorio Die
Schöpfung.
mondo da lui originariamente creato sta precipitando e di cui ha
bisogno per essere portato sopra (auf) e ri-creato.
Pasquale Troía
Pontificia Università «S. Tommaso d’Aquino», Roma
11. Per la documentazione musicale di tali considerazioni vedi vedi in www.lascuola.it,
Nuova Secondaria, dalla rivista, il file allegato Antropologie e teologie nell’Oratorio Die
Schöpfung di Haydn.
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