Calciomercato Juventus 2016: triplete più vicino

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Calciomercato Juventus 2016: triplete più vicino
ilMalpensante.com
Alberto Di Vita
16/07/2016
Alla fine dell’estate 2015
c’erano diverse perplessità attorno alla nuova conformazione della Juventus: erano andati via pezzi
da 90 come Andrea Pirlo, Arturo Vidal, Carlos Tevez, il comunque buono Fernando Llorente nonché
il giovane e molto promettente Kingsley Coman. Inizialmente il mercato sembrò in deficit, con
gli acquisti di Sami Khedira, Paulo Dybala, Mario Mandzukic, Simone Zaza e Daniele Rugani, salvo
poi mettere a segno due colpi importanti dopo ferragosto, con Juan Cuadrado e Alex Sandro.
Nonostante la buona dotazione (che Hernanes non aveva di certo migliorato), ci si aspettava un
periodo di assestamento probabilmente lungo: Inter e Milan hanno mostrato, negli anni
precedenti, che sostituire in blocco 3-4 titolari importanti è impresa più che ardua.
E, in effetti, la Juventus nelle fasi iniziali aveva mostrato delle difficoltà non da poco all’inizio, con
troppe cose da sistemare (difesa a 3 o 4? La posizione di Marchisio?), scelte difficili da fare
(Mandzukic o Morata?) e anche un gioco che non decollava.
Medel e Pogba durante Inter-Juventus 0-0, ottobre 2015
ANSA/ DANIEL DAL ZENNARO
C’è stato un momento in cui la direzione della stagione (e non solo) bianconera avrebbe potuto
prendere tutt’altre direzioni. La data è quella del 18 ottobre 2015, l’avversaria è l’Inter che è
in testa alla classifica con 8 punti di vantaggio nei confronti della Juventus, a rischio
sbandata e con molti nervosismi da gestire. Ricordo il tweet dell’epoca “per l’Inter è il momento di
matare il toro adesso, altrimenti non si ferma più”.
Ecco, quello è uno dei tanti casi in cui: a) l’Inter, e soprattutto Mancini, ha mostrato il braccino
corto, la mancanza di “ferocia agonistica” e l’incapacità di osare quando era necessario (e
probabilmente doveroso); la Juventus di avere una statura superiore ai nerazzurri, con la capacità di
sopravvivere anche in una condizione di oggettiva difficoltà e, in quel momento, di inferiorità
soprattutto emotiva. Sliding door che avrebbe visto la Juventus probabilmente dirigere tutti
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gli sforzi verso la Champions League, e che invece ha portato alla conclusione che tutti
sappiamo.
L’Inter, invece, non avrebbe vinto comunque.
Quest’anno, invece, la Juventus ha risposto alla grande, e senza perdere tempo, alla perdita di
Alvaro Morata acquistando Miralem Pjanic, Mehdi Benatia e Dani Alves, oltre ad avere riscattato il
buon Mario Lemina. Il tutto con qualche spicciolo in più rispetto a quanto incassato dal Real Madrid
per Morata.
I bianconeri potrebbero
concedersi il lusso di cedere ai tanti milioni offerti per Leonardo Bonucci, scegliendo un altro
difensore (John Stones?) o “accontentarsi” del comunque già collaudato Benatia. Al momento, ha
due sole mancanze: un centrocampista che sia più affidabile del perennemente infortunato
Khedira (quarta stagione sulle ultime dieci sotto le 30 presenze stagionali), ma soprattutto un
attaccante di livello superiore che affianchi Dybala e sostituisca Morata. Mandzukic ha già
superato le previsioni (in Italia si difende generalmente meglio che in Spagna o Germania) e non può
bastare se l’obiettivo è la Champions League (nel caso del solo campionato, potrebbe).
Ma è soprattutto Pjanic ad avere dato una spinta nuova ai bianconeri. Probabilmente molti
stanno sottovalutando o non si rendono conto del calibro dell’acquisto, dato che il calciatore
bosniaco è di quelli straordinari: piedi eccellenti, buono in copertura, ottimo lancio, ottime
geometrie, ma soprattutto di superiore intelligenza tattica. Analizzando i numeri in Champions
League, Pjanic è uno dei centrocampisti più mobili, al contrario di quanto si pensi in genere (ovvero
che sia piuttosto fermo), ma è anche un centrocampista che non disdegna il recupero (per lunghi
mesi nel 2014 ha guidato la classifica della percentuale di contrasti vinti)
Per comprendere meglio la duttilità di Pjanic, prendiamo come riferimento (fonte whoscored.com) le
sue prestazioni con quelle di Gary Medel, generalmente considerato un gran centrocampista
difensivo (io non sono di questa opinione, ma tant’è), e di Pogba, col quale lo confronteremo anche in
fase offensiva:
(i numeri sono “media per partita”)
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DIFESA
MEDEL PJANIC POGBA
TACKLES
1,7
1,4
2,2
INTERCEPTIONS 1,8
1,5
1,3
CLEARANCE
2,4
0,8
0,6
BLOCKS
0,1
0,1
0,1
ATTACCO
PJANIC POGBA
GOL
10
8
ASSIST
12
12
TIRI A PARTITA
2,1
3,5
PASSAGGI A PARTITA
65,5
48,5
PRECISIONE PASSAGGI 84,9%
83,4%
LANCI
4,1
3,3
FILTRANTI
0,3
0,3
KEY PASSES
2,4
1,5
DRIBBLING
0,8
2,4
PALLE PERSE
1,1
2,4
RATING
7,46
7,81
In qualche caso è necessario fare la tara sia sul modulo della squadra, che sulle propensioni sia del
giocatore che della squadra (vedi le “spazzate” di Medel): ma è chiaro che il calciatore faccia
egregiamente le due fasi.
Cosa da non sottovalutare, riporta alla Juventus qualità nei calci piazzati che sembrava persa
con la partenza di Pirlo: sarà utilissima soprattutto in Champions League.
Per fare un paragone, l’apporto di Pjanic potrebbe essere quello che iniettò Sneijder
all’Inter, qualità e geometrie che l’anno prima mancavano: Pjanic è più centrocampista (forse) ma è
anche più discontinuo (il suo più grande difetto). La duttilità il suo più grande pregio: può giocare in
tutti i ruoli della mediana. Pjanic è un giocatore che sposta di molto gli equilibri di una squadra.
Insomma, la Juventus è già forte del vantaggio acquisito in Italia: la Roma si è indebolita (davvero
non si poteva trovare un altro estimatore di Pjanic in Europa?), l’Inter è un cantiere (anche se
sembra di buone prospettive), il Milan, la Lazio e la Fiorentina sono attualmente fuori dai giochi, il
Napoli non sembra avere le caratteristiche del cavallo di lunga corsa.
Rimane la Champions, dove le sorti potrebbero cambiare grazie ad un grande attaccante: la base è
consolidata, l’esperienza c’è, le carte in regola pure.
Sembra fatta per Marko Pjaca, talentino croato ancora giovane e da “svezzare”, ma che è certo una
evoluzione rispetto a Cuadrado.
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In queste ore si vocifera di
Gonzalo Higuain, che rispetto al pur ottimo Morata è attaccante di due categorie superiore:
l’eventuale acquisto significherebbe chiudere definitvamente per altri 3-4 anni il campionato e
buttare la chiave. Non sembra possibile che la dirigenza possa spendere tanto per l’argentino senza
sacrificare Pogba (o Bonucci): ma l’eventuale perdita del francese potrebbe essere ammortizzata da
un altro acquisto più funzionale alla presenza di Pjanic e Marchisio, un contraltare al fragile
Khedira.
Non sembra possibile neanche pensare di schierare un attacco Pjaca Higuain Dybala con alle spalle
un quartetto come Alex Sandro Pogba Pjanic Dani Alves: difenderebbero in 3.
Ma residui di mercato e assestamenti tattici a parte, la Juventus ha imboccato la strada giusta e
lo ha fatto con continuità: dato per assodati campionato e coppa Italia, il minimo sindacale è la
semifinale di Champions; con Higuain in bianconero la Serie A diventerebbe un clone della Ligue 1,
la Juventus l’equivalente del Paris Saint Germain, la finale invece un obbligo. Qualunque risultato in
meno sarebbe un (parziale, nel caso della coppa italia) fallimento.
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