Comunicato alle Strutture Rinnovo Ccnl: Abi cambia

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Comunicato alle Strutture Rinnovo Ccnl: Abi cambia
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SEGRETERIA NAZIONALE
Aderente a UNI Global Union
Roma, 10 marzo 2015
Comunicato alle Strutture
Rinnovo Ccnl: Abi cambia posizione sull’Area
Contrattuale. Parti distanti, prossimi incontri decisivi
Nella giornata di martedì 10 marzo il confronto per il rinnovo del Contratto Nazionale
del credito è proseguito con un incontro tra Abi e Organizzazioni Sindacali, in cui sono
state affrontate le questioni relative all’Area Contrattuale.
A inizio riunione la parte datoriale ha informato che, per sopraggiunti impegni
istituzionali del capo delegazione del Comitato Affari Sindacali del Lavoro dell’Abi
Alessandro Profumo, si rende necessario cancellare il previsto successivo incontro di
venerdì 13 marzo.
Il sindacato ha evidenziato che l’annullamento della riunione costituisce un problema
rispetto alla tempistica necessaria per un confronto approfondito, che deve potersi
svolgere senza alcuna previsione ultimativa.
Peraltro le Organizzazioni Sindacali hanno ribadito che il mantenimento del termine
del 31 marzo per la scadenza dell’attuale Contratto Nazionale non costituirà un
condizionamento nel giudizio su una eventuale sottoscrizione del rinnovo contrattuale,
che sarà decisa solo valutando i contenuti oggetto del confronto.
La questione è stata poi ripresa alla fine dell’incontro.
Sul tema dell’Area Contrattuale l’Abi ha avviato i lavori dichiarando in premessa che le
banche hanno recepito le obiezioni del sindacato rispetto alla loro proposta, formulata
nel corso degli incontri svoltisi, anche in sede tecnica, nel mese di novembre.
In tale sede Abi rifiutò le proposte presenti nella Piattaforma rivendicativa del
sindacato ed espresse le seguenti richieste:
- spostamento sotto l’ambito dell’articolo 3 del Contratto Nazionale, che prevede
l’applicazione dei contratti complementari (-20% di salario, 40 ore settimanali,
ecc..), di tutte le attività del parabancario (Intermediazione Mobiliare, Leasing e
Factoring, Credito al Consumo) e dei servizi (Gestione delle carte di credito e
debito e sistemi di pagamento; Centri servizi; Gestione amministrativa degli
immobili) evidenziate oggi nell’articolo 2, in modo da perseguire costi
competitivi con i relativi mercati di riferimento;
- regole meno stringenti delle attuali in tema di appaltabilità, con particolare
riguardo a quelle soluzioni che dovessero realizzare significative sinergie da
intendersi quali opportunità organizzative e produttive;
- utilizzo più ampio di rapporti di lavoro autonomo per gli addetti alla Rete.
Rispetto a queste proposte, che le Organizzazioni Sindacali respinsero
categoricamente, ritenendole coerenti con il progetto di destrutturare l’Area
Contrattuale, l’Abi ha dichiarato di modificare la sua posizione in un’ottica di
mantenimento dell’attuale perimetro di applicazione del Contratto Nazionale del
credito, con il fine di salvaguardare gli assetti occupazionali.
Le banche hanno quindi prospettato di prevedere l’applicazione dei contratti
complementari, oltre per le attività già previste dall’articolo 3 del Contratto Nazionale,
per le attività di servizi elencati all’attuale articolo 2 (Gestione delle carte di credito e
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debito e sistemi di pagamento; Centri servizi; Gestione amministrativa degli
immobili), lasciando l’attuale impostazione per le attività del parabancario
(Intermediazione Mobiliare, Leasing e Factoring, Credito al Consumo) e senza più
contemplare gli appalti e l’ampliamento dei rapporti di lavoro autonomo per gli addetti
alla Rete. In tale ambito l’Abi ha quindi evidenziato che la sua proposta intende
trovare soluzioni per le banche in relazione alle flessibilità economiche e normative per
attività oggetto di concorrenza di aziende non di credito, con lo scopo di raggiungere
economie di scala e risparmi dei costi, che consentano di essere maggiormente
competitive e di recuperare redditività.
Il sindacato ha replicato cogliendo con favore una revisione da parte dell’Abi della sua
posizione iniziale, ma sottolineando come aspetto negativo che tale movimento si
realizza rispetto alla posizione delle banche, senza tenere in considerazione le reali
richieste presentate nella piattaforma rivendicativa sindacale.
In proposito il sindacato ha ribadito che le sue richieste non si limitano a tutelare
l’Area Contrattuale, ma prospettano un rafforzamento di tale istituto, attraverso
misure come:
- l’ampliamento della nozione di controllo, considerando “controllata” l’impresa
che, avendo tra i soci imprese creditizie e/o finanziarie, svolge attività
ricomprese prevalentemente nell’Area Contrattuale, grazie alle quali trae
sussistenza economica;
- l’allargamento dell'Area Contrattuale a tutti i soggetti e alle attività sottoposte
alla vigilanza della Banca d'Italia o della Consob (Sgr, Sim, Sicav, Società
finanziarie);
- la definizione di procedure di informativa per qualunque fattispecie di
esternalizzazioni, superando il limite attuale, che la prevede solo per
ristrutturazioni “rilevanti con una verifica preventiva della sussistenza dei
requisiti richiesti per la cessione di ramo d’azienda”;
- l’introduzione di interventi su distacchi, insourcing, tempi di presentazione e
coerenze dei piani industriali.
La Uilca ha ribadito che non si tutela l’Area Contrattuale svuotandola di
contenuti,
sottolineando
in
merito
all’applicazione
dei
contratti
complementari, che il sindacato non si è mai opposto al loro utilizzo, ma nel
tempo si è registrato che sono state le aziende a non ricorrervi.
Per la Uilca inoltre deve essere affrontato con particolare preminenza il tema
dell’insourcing, con la previsione di limiti alle esternalizzazioni, per costruire
opportunità di inserimento nel settore o di rientro di lavoratori e di attività,
in un’ottica di crescita dell’occupazione, rispetto alla quale possono anche
essere utilizzati i circa 90 milioni attualmente giacenti in attesa di
destinazione nel Fondo per l’Occupazione.
La Uilca ha ribadito quindi la necessità che l’Abi valuti la proposta sindacale
di rafforzamento dell’Area Contrattuale.
In proposito si è evidenziato che negli anni l’Area Contrattuale ha garantito
l’applicazione del Contratto Nazionale del credito, anche in presenza di forti
riorganizzazioni e ristrutturazioni delle banche, che quindi hanno potuto
procedere senza che la stessa costituisse un problema.
In tale ambito peraltro si è fatto rilevare che solo in rari casi, e solo in Intesa
Sanpaolo, le banche hanno realmente utilizzato i contratti complementari.
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L’Abi ha comunque espresso un parere sostanzialmente negativo in riferimento alle
proposte sindacali di rafforzamento dell’Area Contrattuale, considerando invece in
termini positivi le misure introdotte con il Jobs Act.
Sul tema la parte datoriale ha infatti espresso l’intenzione di applicare il nuovo regime
secondo le previsioni definite dalla legge, come analogamente intende operare in
termini di congedi parentali e in merito alle altre misure contenute nella legge relative
alla conciliazione di tempi di vita e di lavoro.
Il sindacato ha avanzato la proposta di definire misure che garantiscano il personale
già in servizio rispetto a possibili modifiche introdotte dal nuovo regime.
Sul tema l’Abi ha dato disponibilità a una disamina della legge, ma non ad accogliere
modifiche nella sua applicazione, considerando peraltro che in tema di assunzioni con
contratto di apprendistato o con contratto a tempo determinato anche con il
precedente regime non esistevano garanzie di conferma.
Allo stesso tempo la parte datoriale considera che il Jobs Act già definisca le logiche di
mantenimento del regime precedente in caso di cessioni di rami d’azienda o di
contratto, qualora non vi sia interruzione nel rapporto di lavoro.
Su questa specifica questione l’Abi ha comunque dato disponibilità ad
approfondimenti, per evidenziare dove sia possibile trovare la condivisione di
determinate garanzie.
La Uilca in conclusione di incontro ha ribadito come l’annullamento della riunione
fissata per venerdì 13 marzo ponga problemi in termini di tempo.
Ai già previsti incontri di lunedì 23 e martedì 24 marzo sono quindi stati aggiunti altri
appuntamenti per mercoledì 25, lunedì 30 e martedì 31 marzo.
In tale ambito dovranno essere affrontate tutte le questioni discusse nei precedenti
incontri, unitamente al tema inerente la parte economica, per verificare se esistono
elementi di condivisione che consentano una valutazione complessiva di un eventuale
accordo di rinnovo del Contratto Nazionale.
Le posizioni finora espresse dalle parti evidenziano una grande distanza, rispetto alla
quale il sindacato insiste sul fatto che non si vede un progetto prospettico da parte di
Abi, di cui emerge solo la volontà di incidere sul taglio del costo del lavoro.
In ogni caso va sottolineato che gli ultimi appuntamenti svolti hanno però finalmente
consentito di entrare nel merito delle questioni e di chiarire quali sono i temi che sono
oggetto del confronto e su cui va trovata una possibile sintesi condivisa.
In conclusione l’Abi, recependo le sollecitazioni sindacali a non imporre la data del 31
marzo come termine ultimativo, ha dichiarato che se vi sarà un confronto costruttivo
nel merito delle questioni, non saranno pochi giorni successivi a tale scadenza a
determinare l’impossibilità di raggiungere soluzioni per il rinnovo del Contratto
Nazionale.
Fraterni saluti
per La Segreteria Nazionale
Fulvio Furlan
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