agorà - Vatican Insider
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CULTURA RELIGIONI TEMPO LIBERO SPETTACOLI SPORT AGORÀ E D I TO R I A L E A N Z I T U T TO SERVIZIO CIVILE, Parigi sfratta la Fondazione di padre Teilhard LA SPINTA VENUTA DA BARBIANA DIEGO CIPRIANI* Q uarant’anni fa moriva don Lorenzo Milani, il priore di Barbiana autore, tra l’altro, di una memorabile «Lettera ai Giudici» più nota al grande pubblico come «L’obbedienza non è più una virtù». L’intera vicenda che vide coinvolto don Milani, dall’ordine del giorno dei cappellani militari toscani alla «Risposta» che gli diede il Priore e che gli costò una denuncia, dal processo in primo grado che lo vide assolto a quello d’appello che si tenne quattro mesi dopo la morte, costituisce un capitolo importante della storia dell’obiezione di coscienza nel nostro Paese. Quarant’anni dopo, che cosa resta di quella vicenda? Solo un ricordo, sebbene importante? Oggi, per fortuna, nessuno più definirebbe «vile» un obiettore di coscienza, così come chi obietta al militare non rischierebbe più di finire in galera, come invece capitava ai tempi di don Milani. Per qualcuno, forse, il «problema» dell’obiezione è stato risolto alla radice, sospendendo la leva obbligatoria e creando un servizio civile volontario, anche se proprio in questi giorni il nostro Parlamento discute una legge a favore di quanti – un tempo dichiaratisi obiettori – chiedono di rinunciare al loro status. E tuttavia, il messaggio del Priore di Barbiana resta con la sua straordinaria attualità. Come lui stesso dichiarò, a don Milani non importava tanto l’obiezione al servizio militare in sé, quanto piuttosto il rapporto tra la persona e la legge, tra la responsabilità individuale e il contributo personale alla costruzione del bene comune e della pace. L’obiezione, insomma, come paradigma dell’assunzione di responsabilità di fronte alle scelte da fare nella vita, seguendo il motto milaniano (di evidente attualità) per il quale ognuno deve agire come se si sentisse responsabile di tutto, in sintonia con la propria coscienza. Una coscienza non narcotizzata né addomesticata, ma maturata nella consapevolezza del cittadino non più suddito, ma sovrano. Questa, in sintesi, la lezione che don Milani continua a dare ai giovani. A cominciare da quelli, e sono stati quasi duecentomila in 6 anni, che scelgono di svolgere il servizio civile nazionale come modo d’impegno a favore della società. Quel servizio civile che l’indimenticato Giovanni Paolo II definì nel 2003 un «segno dei tempi» e che vuol essere, per chi lo fa, una scuola di cittadinanza attiva e responsabile. Uno strumento attraverso il quale una ragazza o un ragazzo, per un anno, crescono nella propria consapevolezza di essere cittadini di una comunità più ampia (addirittura senza frontiere, per chi fa servizio all’estero), rendendosi utili agli altri: coniugando, così, la solidarietà con la cittadinanza attiva, la costruzione della pace con l’impegno personale, la partecipazione democratica con la nonviolenza. «I care» era il motto della scuola di Barbiana. Ed è in fondo quello che ripetono ogni giorno le migliaia di giovani del servizio civile. Finita la lotta agli obiettori, terminata la leva obbligatoria, resta, dunque, una grande scuola per i giovani del nostro Paese, per far crescere cittadini-sovrani. Grazie, don Milani! *direttore generale Ufficio nazionale per il servizio civile ■ Arte Kassel: persino il contemporaneo ora cita il passato PAGINA ■ Intervista Il Nobel Pamuk: «La mia Istanbul tra Est e Ovest» 24 PAGINA 25 ■ Viareggio Festival Gaber con Iacchetti alla terza edizione PAGINA ■ Sport Bilanci sgonfi Il calcio in “rosso” per 380 milioni 27 PAGINA 28 ANNIVERSARIO. Provocatorio e critico, fu «scomodo» a molti; ma ormai la Chiesa ha accolto il messaggio del Priore morto 40 anni fa L’eredità di don Milani DI GIOVANNI GENNARI orto da 40 anni e più vivo che mai: don Lorenzo Milani. Come lo prendi… punge. Sempre così. Decise di entrare in seminario per farsi prete, ma avvertì la madre solo la sera prima, sedendosi a cena: «Domani vado via!». Lasciava senza fiato. Unicamente prete: anche maestro, indagatore di fenomeni sociali, catechista, provocatore sì, ma da prete. E prete della Chiesa cattolica fiorentina, orgoglioso di esserlo M C’è chi chiede di «riabilitarlo» però i due vescovi di Firenze Piovanelli e Antonelli hanno detto più volte e dimostrato con i fatti quanto ancora oggi don Lorenzo sia attuale nonostante incomprensioni e difficoltà. Letto di recente su un giornale: «Ma è così difficile riabilitare Don Milani?». Colleghi in ritardo. Due cardinali arcivescovi di Firenze, Piovanelli e Antonelli, lo hanno detto e mostrato con i fatti. Attuale e da ascoltare anche oggi. Qual è il segreto di quest’uomo, di questo prete? Nel metodo, parole come sassi, o anche come spine. Sassi di un David moderno contro i Golia di sempre. Perciò i soliti incorreggibili, che già da vivo non lo sopportavano, sempre più soli dicono che oggi è superato, che la sua visione del mondo è manichea… Lui ha scelto i poveri e li ha resi coscienti della loro dignità: uomini e figli di Dio. Superato? Oggi tre quarti del mondo sono ancora più poveri dei ragazzi di Barbiana che lui, come diceva, ha «tirato su». Benedetto XVI ricorda spesso la fame, le ingiustizie, le umiliazioni di miliardi di figli di Dio! E allora? Don Lorenzo nasce nel 1923, studia, fa l’artista, conosce il mondo, a 20 anni trova Cristo e va in seminario, a 24 è prete. Il resto è conseguenza. Maestro a Calenzano, fa una scuola strana e disturba tanti, a 31 anni lo mandano in un paesino sperduto tra le montagne. Obbedisce, e insiste: prete per tutti e maestro per i ragazzi: 365 giorni all’anno, 12 ore al giorno. Intanto pubblica, con la prefazione calda e prudente di un vescovo, monsignor Giuseppe D’Avack, un libro che racconta le Esperienze Pastorali di Calenzano: analisi sociali, prospettive antropologiche, ipotesi di catechesi, riflessioni IL CASO Don Lorenzo Milani immortalato nella sua scuola a Barbiana pastorali… Roba che pesa, come donato a Dio attraverso i suoi i sassi di David, e tanti hanno ragazzi… Fino alla fine, che paura di prenderli in fronte. Il arriva il 26 giugno 1967. Fine? libro è stroncato da riviste Comincia allora la sua definitiva cattoliche e viene ritirato per testimonianza, e dura da 40 ordine dell’allora Sant’Uffizio. anni. Ha avuto difficoltà con Così si spiega – lo ha chiarito uomini di Chiesa come il molte volte monsignor Capovilla cardinale Florit, che forse non – un giudizio duro di Giovanni riuscivano a vedere oltre la XXIII ancora Patriarca a Venezia: misura della loro cultura e dei aveva letto solo le stroncature di loro limiti… In breve: un santo Civiltà Cattolica, poi ha mutato prete. Provocatorio? Pungente e parere. Giovanni Battista spinoso? Sì, ma è la traduzione di Montini ha già allora un giudizio altre spine, quelle della corona diverso, e pur nella prudenza sulla Croce. Le ha portate il anche da Papa ama e aiuta don Maestro, chi lo segue davvero le Lorenzo, già malato, che gliene è indossa, e pungono ancora. gratissimo. Riabilitare Lui con i Don Milani? Gli manca l’aureola, ragazzi vive, Già fatto, parla, scrive e è vero, anche perché quasi da testimonia, è sempre. 30 la sua dovrebbe pungere irritato da chi (trenta!) anni come una corona cerca di or sono, qui utilizzarlo per di spine... La sua lezione su Avvenire, dir male della 24 giugno comunque è filtrata sua Chiesa, 1977, pagina cui nella fede 5, titolone: ubbidisce sempre anche quando «Don Milani, un messaggio da gli ordini paiono crudeli e riscoprire: ha vissuto solo di mentre in ben altri contesti dà fede». E il giorno dopo, ancora scandalo ricordando a tutti che pagina 5: «I suoi connotati: «l’obbedienza non è più una l’esperienza radicale della fede, virtù». Sta con i poveri, ma l’amore e la passione per una ammonisce – per tutti i Pipetta Chiesa presente agli uomini…». che sta crescendo – che il Per caso: stesso giornale, proprio Vangelo ha l’ultima parola di lì accanto, tre colonne: beatitudine per la povertà nello «Commosso saluto di Firenze al Spirito Santo. Critico e cardinale Florit». La fantasia di autocritico, rigoroso con sé Dio, misericordiosa e giusta, prima che con gli altri, tutto talora si firma. Le «Esperienze» censurate Le prove della «censura» su don MIlani. Lo storico Sergio Tanzarella ha messo le mani su un fascicolo della prima stesura di «Esperienze pastorali» – il primo, grande libro del Priore di Barbiana, relativo al periodo in cui era curato a Calenzano – e ne dà conto in un capitolo del suo saggio «Gli anni difficili. Lorenzo Milani,Tommaso Fiore e le "Esperienze pastorali"» (Il pozzo di Giacobbe, pp. 278, euro 20). Si tratta di una decina di fogli dattiloscritti con carta carbone e contenuti in una cartellina rosa con annotazioni di pugno di don Lorenzo, importanti in quanto finora sono gli unici documenti noti sulle fasi di composizione del libro.Tanzarella ipotizza anzi che la cartellina contenga alcune pagine sparse sulle quali nell’estate 1957 aveva annotato le sue osservazioni padre Reginaldo Santilli, il domenicano cui fu demandata la concessione dell’imprimatur curiale per il volume. I fogli documentano come don Milani aderì sostanzialmente alle richieste del censore ecclesiastico, a volte ammorbidendo certe sue espressioni troppo schiette, altre volte modificando il giro di parole. Nel complesso, tuttavia, non pare che il censore abbia infierito più di tanto su un’opera che poi sarebbe stata ritirata dal commercio su richiesta del Sant’Uffizio. (R.Be) ◆ (F.Riz.) Il Museo nazionale di storia naturale di Parigi è pronto a dare lo sfratto alla Fondazione Teilhard de Chardin, ospitata dal 1962 all’interno della sua struttura. A motivare questa scelta, la direzione del Museo adduce una presunta violazione della separazione tra Chiesa e Stato. Peraltro la Fondazione, che conserva le carte del grande gesuita paleontologo e geologo Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955) nonché padre dell’evoluzionismo in senso cristiano, ha sempre avuto per obiettivo la creazione di un ponte tra studi teologici e pensiero scientifico. Ora però lo sfratto dal Museo ha ricevuto addirittura il sostegno del Partito comunista francese, che ha invocato un ritorno alla mitica «laicità repubblicana». Tra le possibili alternative rimane il trasloco della Fondazione in altra area, magari più «religiosa». Hemingway inedito, ma solo per peso e dieta ◆ Appunti inediti di Ernest Hemingway (1899-1961) sono saltati fuori dall’intercapidine di una parete della Finca Vigia, la villa coloniale vicina alla capitale cubana dell’Avana dove lo scrittore americano visse 21 anni, dal 1939 al 1960. L’annuncio della scoperta è stato dato all’Avana nel corso dell’annuale convegno internazionale sul Premio Nobel, che ha riunito per 5 giorni una trentina di studiosi. Gli appunti contengono peraltro soltanto scrupolose annotazioni dell’autore de «Il vecchio e il mare» sul suo peso e tabelle in cui lo scrittore annotava gli esercizi fisici quotidiani e la dieta tra il 1942 e il 1953; le note evidenziano la passione di Hemingway per lo sport, la sua mania per la forma fisica, per lo stato di salute e anche per la statistica. Nel corso del convegno è stato fatto il punto anche sui lavori di restauro della struttura lignea della Finca Vigia, che saranno completati entro il 2009. L’Italia rende al Pakistan 96 reperti rari ◆ «Oggi l’Italia riafferma il suo impegno internazionale nella restituzione delle opere trafugate». Così il vicepremier e ministro dei Beni culturali, Francesco Rutelli, durante la conferenza stampa indetta ieri per celebrare la restituzione al Pakistan di 96 reperti archeologici del IV e III millennio a.C., sequestrati nel 2005 in una fiera antiquaria in provincia di Milano. Con questo atto l’Italia acquista «maggiore forza morale per la battaglia che conduce da anni per il recupero del patrimonio trafugato» e manda «un messaggio politico di amicizia e collaborazione al Pakistan, per una pari attenzione ai problemi della cultura come a quelli della crescita e lo sviluppo». In questo senso – ha continuato il ministro – «siamo pronti ad avviare una collaborazione per la formazione di giovani archeologi pakistani in Italia e, nel contempo, ad inviare una missione per studiare il restauro in Pakistan».