«Da Nembro a Porto Santo Ho una vita nuova e anche l`amore»

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«Da Nembro a Porto Santo Ho una vita nuova e anche l`amore»
Città 25
L’ECO DI BERGAMO
DOMENICA 17 LUGLIO 2016
Le storie
Bergamo senza confini
Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza
confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Per chi lo desidera è possibile ricevere
gratuitamente per sei mesi l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected].
L’iniziativa
«Da Nembro
a Porto Santo
Ho una vita nuova
e anche l’amore»
Andrea Ghilardi. Da programmatore di macchine
di controllo numerico a guida turistica con la passione
della geologia. «Da 7 anni i miei Caraibi sono qui»
CARMEN TANCREDI
Si dice: se vuoi vivere ap­
pieno la vita, segui la tua passione.
Di certo, Andrea Ghilardi, 43 anni,
di Nembro, l’ha messo in pratica:
nel giro di pochi mesi è riuscito a
far diventare reale quello che, rac­
conta lui, sognava da sempre. Un
sogno che l’ha portato dalla Valle
Seriana direttamente su un’isola
sperduta nell’Oceano Atlantico,
Porto Santo (Portogallo), dove da
7 anni fa la guida turistica. «Avevo
sempre desiderato rompere la
routine, adoravo viaggiare ma il
mio sogno privatissimo era quello
di lasciare tutto e trasferirmi in
un’isola caraibica, costruirmi da
zero una vita su ritmi più umani e
meno massacranti – spiega An­
drea – . Facevo il programmatore
di macchine di controllo numeri­
co, ma la dimensione casa­ufficio­
amici­fidanzata e poi un viaggio
ogni tanto mi stava davvero stret­
ta. Ma non volevo fare un colpo di
testa, piuttosto programmare una
vita diversa, così ho pensato di
scrivere a Syusy Blady e Patrizio
Roversi, quelli di “Turisti per ca­
so”, perché guardavo sempre la
loro trasmissione e mi ero convin­
to che solo loro potessero darmi le
dritte giuste. In effetti, poi è stato
così: ho chiesto se fossero in grado
di indicarmi un posto nel mondo
dove valesse la pena trasferirsi e
cercare un lavoro, un posto dove
fosse possibile vivere nella calma,
senza delinquenza e con un clima
mite tutto l’anno, e soprattutto
con il mare. Non credevo mi
avrebbero mai risposto: e invece
mi hanno detto che il posto mi­
gliore era Porto Santo. Così, sicco­
me sono una persona che non la­
scia alcunché al caso, ho deciso di
fare una vacanza esplorativa: eb­
bene, ho preso le ferie e nel luglio
2009 ho prenotato un albergo a
Porto Santo per due settimane».
«Un colpo di fulmine»
Ed èstatouncolpo di fulmine. Evi­
dentemente per Andrea Porto
Santo era davvero scritto nel de­
stino: durante la sua vacanza, in­
fatti, in albergo Andrea aveva fa­
miliarizzato con gli addetti del
tour operator bresciano che gesti­
va i viaggi di gruppo e aveva rac­
1
n n Ho scritto a Turisti per
caso e mi hanno consigliato
questo posto in Portogallo:
ho realizzato il mio sogno»
ANDREA GHILARDI
GUIDA TURISTICA A PORTO SANTO
contato del suo desiderio di rom­
pere con l’Italia e trovare un altro
modo di vivere. «Al mio rientro ho
mandatounamailaltouroperator
proponendomi, credevo anche
questa volta che non avrei avuto
risposta e invece a metà dicembre
mi hanno convocato a Brescia per
un colloquio. Devo aver fatto una
bella impressione – continua il
bergamasco,consorrisocontagio­
so – , perché mi hanno subito pro­
posto un soggiorno­prova per la­
vorare nell’organizzazione: mi da­
vano vitto e alloggio e tutte le spese
a Porto Santo, ma non avrei avuto
uno stipendio. Insomma, un test
sia per loro che per me. Così ho
preso le ferie dal 19 dicembre all’11
gennaio e sono tornato a Porto
Santo. E in quei giorni ho realizza­
to che potevo fare la scelta defini­
tiva della mia vita, non avrei mai
più avuto un’occasione simile.
Tornato a Bergamo ho dato le di­
missioni dalla ditta dove lavoravo,
a Brusaporto, avevo finito da poco
di pagare il mutuo della casa, che
poi ho affittato a un amico per ga­
rantirmi una rendita fissa, ho ven­
duto tutto quello che avevo, dai
mobili allo scooter, e sono partito.
Ho avuto fortuna: sono arrivato
quando a Porto Santo cominciava
ad aumentare la presenza dei turi­
sti italiani e il tour operator locale,
che è in collaborazione con quello
italiano, stava cercando una guida
turistica che sapesse accompa­
gnare i gruppi italiani». Andrea ha
subito preso sul serio quanto la
fortuna gli stava offrendo e si è
messo d’impegno per acquisire
strumenti utili nella sua nuova vi­
ta: «Ho cominciato a studiare il
portoghese, a seguire corsi di geo­
logia, anche perché ne sono stato
sempre appassionato, e di storia
dell’isola».
E così, dopo 7 anni Andrea è
diventatolaguidapiùrichiestaper
accompagnare i gruppi. «Ormai
Bergamo senza confini è un progetto de
lavoro 12 mesi l’anno, con pochis­
sime soste, ma non mi pesa. Se
penso che quando sono arrivato
qui non parlavo neppure una pa­
rola di portoghese, non riesco a
credere di essere riuscito in così
breve tempo a raggiungere tra­
guardi così importanti – sottoli­
nea –. Avevo acquistato un corso
fai da te, ma si sa, è solo la pratica
quella che ti affina, nelle lingue.
Infatti all’inizio mi mandavano
soltanto ad accompagnare i grup­
pi di turisti di lingua italiana, poi
un giorno la collega portoghese
non poteva e mi hanno chiesto se
me la sentivo. Ho detto sì: e ho an­
cora il ricordo di questi turisti che
allafinesonoandatinellasededel­
l’agenzia per la quale lavoro per
complimentarsi. Lì ho capito che
Porto Santo era diventata davvero
casa mia».
2
«Ho trovato un tesoro»
Le soddisfazioni non si sono fer­
mate qui: Andrea Ghilardi infatti
collabora con le istituzioni locali
nella traduzione dei pannelli
esplicativi dei siti geologici più im­
portanti dell’isola, come le «canne
d’organo», formazioni di lava pe­
trificata che risalgono a migliaia
di anni fa (il suo contributo con
tanto di nome e cognome, è affisso
proprio all’ingresso di questi siti,
una delle mete più gettonate non
solo per i turisti ma anche per ri­
cercatori e scienziati ndr), ma è
ancheattivoconilcomitatodimo­
bilitazione di Porto Santo per il
riconoscimento dei siti geologici
dell’isola come Patrimonio del­
l’umanità da parte dell’Unesco.
«Quest’isola è effettivamente
un gioiello raro del punto di vista
geologico: la sua sabbia, per esem­
pio, è fatta di residui di resti ani­
mali e di coralli, e ha una composi­
zione universalmente giudicata
terapeutica – illustra Andrea con
estrema puntigliosità – . Il sito da
in collaborazione con
3
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1.Andrea Ghilardi con la sua fidanzata, che è di Porto Santo 2. Appassionato di geologia, mostra le
formazioni di sabbia in uno dei siti più importanti dell’isola, dove Andrea accompagna i turisti. 3. Una
veduta di Porto Santo: qui l’ex programmatore di Nembro vive da 7 anni: tutto è nato con una vacanza,
anche se Andrea sognava da sempre di lasciare la Bergamasca per un’isola 4. Le formazioni laviche di
Porto Santo: Andrea è attivo con le istituzioni locali per la loro candidatura a Patrimonio dell’Unesco.
cui questa sabbia, che si compatta
con estrema facilità, arriva fino
allaspiaggiaègiudicatodaigeologi
un luogo di estremo interesse
scientifico, mentre le canne d’or­
gano di Porto Santo sono uno dei
pochissimi esempi (ce ne sono
non più di 5 in tutto il mondo) di
prismi perfetti creati dalla lava
migliaia di anni fa. Questi tesori
oltre alla spiaggia, al clima mite
tutto l’anno, fanno di Porto Santo
un tesoro per cui vale la pena im­
pegnarsi». Per Andrea, oltretutto,
questo tesoro è ancora più prezio­
so: qui ha trovato l’amore, Lizeta.
«Sì è vero, diciamo che qui ho pro­
prio tutto, si vive con poco ma con
valori che il nostro mondo sembra
averormaimessodaparte.Lagen­
te è gentile, non urla, c’è un pro­
fondo rispetto per le famiglie e per
gli anziani – evidenzia Andrea –
.Certo, Bergamo mi resta nel cuo­
re. All’inizio mi è mancata per il
cibo, ora è la lontananza dagli af­
fetti a farsi sentire: mia madre Ma­
ria Ausiliatrice, mio padre Gesual­
do, mia sorella Barbara e mio fra­
tello Daniele (che peraltro, ha an­
che lui il dna da “bergamasco nel
mondo”, visto che a 28 anni lavora
come manager in Vietnam ndr).
Purtroppo, non è facile vedersi
spesso. Anche se i tramonti e l’oce­
ano qui compensano di tutto. Oh,
sarà un caso se anche Cristoforo
Colombo si era sposato qui e qui
aveva vissuto, prima di scoprire le
Americhe?».
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